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Visualizza Versione Completa : Troppa enfasi sullo strumento e troppo poca sull'interprete?



SteYani
11th April 2011, 13:53
Il sax Pinco della marca Pallino suona così, mentre il sax Caio della marca Sempronio suona tutto diverso... eccetera eccetera...

Non è che troppo spesso perdiamo di vista il punto, cioè che in gran parte dipende da noi?

Da sopranista faccio un esempio sul mio "orticello": piglio Branford Marsalis al soprano e lo confronto con Steve Lacy (e con chi altri, sennò?). Marsalis ha sempre suonato il Selmer Mark VI, Steve Lacy idem: prima il Selmer Mark VI e poi i nuovi modelli della Selmer una volta che la Selmer ha buttato fuori dei nuovi modelli di soprano.
Ditemi voi se il suono di Lacy era uguale a quello di Marsalis. A me pare proprio di no!

tzadik
11th April 2011, 16:32
Ti sei dimenticato di quello che sta tra lo strumento e chi lo suona: bocchino, ancia e legatura.

Marsalis ha usato il Guardala BM e il Bari in ebanite in aperture abbastanza ampie (intorno ai 0,075") e ance Hemke abbastanza dure (n° 3,5). Ha sempre usato un Mark VI con il collo curvo (fatto curvare da un tecnico di NY)

Steve Lacy ha sempre usato un Ottolink Tone Edge apertisismo (intorno ai 0,100") e ance molto morbide (n° 1,5). Steve Lacy (a quanto pare) ha usato maggiormente il soprano Serie I, poi è passato al Serie III ed è ritornato al Serie I.

Differenze di setup e strumenti così evidenti non possono non generare differenze.

Quello che dici è vero (suoni "diversi" a parità di strumento/setup) però hai pescato un esempio poco attinente.

Danyart
11th April 2011, 16:34
ance molto morbide (n° 3,5) :BHO:

tzadik
11th April 2011, 16:40
Ho corretto... ;)

phatenomore
11th April 2011, 16:57
Ho sentito "Wally" Allifranchini suonare un Grassi da banda di quarantanni fa con un bocchino sulla cui tavola mancava solo che qualcuno incidesse con un coltellino " Marco ama Giusy" e tremavano i vetri... E' tutto vero: un buono strumento ed un buon setup permettono di esprimersi al meglio, ma la differenza "sta nel manico".

tzadik
11th April 2011, 20:25
Beh... io mi diverto diversamente! :lol:

Tommy
12th April 2011, 12:08
Verità per verità, quando vado a sentire il concerto di qualche sassofonista vero (mica un dilettantaccio come me) porgo l'attenzione sul suono forse per i primi cinque minuti ... poi sinceramente non ci faccio più caso e quello che mi prende sono le frasi, le melodie, l'interplay con gli altri musicisti .... probabilmente il loro suono e la loro tecnica sono così ben sviluppati e coerenti con quello suonano che "non potrebbero che essere così", tanto da sembrare normali, mentre normali saranno per loro, non certo per me. :lol:

Di che strumenti suonino, che bocchino, ancia fascetta preferiscano .... credo che ci penso, se ci penso, dopo due tre giorni dal concerto

12th April 2011, 12:54
La questione è stata affrontata tante volte qui sul forum,
nessuno discute sul fatto che l’elemento più importante sia il manico.
Nessuno discute il fatto che il suono lo fa il sassofonista, che Pinco piuttosto che Sempronio potrebbero suonare delle pentole ed essere bestiali comunque.

Sono sempre stato convinto che il set up sia importante, soprattutto per chi è ad un livello amatoriale o per chi non ha possibilità di studiare con costanza e metodo. Forse anche io ho il mio suono, brutto quanto vi pare, ma ogni cambiamento di becco, di ancia, di legatura, di sax ha degli effetti enormi sul mio modo di suonare. Sono sensibile a qualsiasi cosa.
A parità di strumento suonare con Dukoff o un Otto Link in ebanite, ha la sua differenze, l’esperto ed il professionista ne risentono poco o forse nulla, ma l’amatore per certo troverà ostico il passaggio, da un becco all’altro.
Ci sono tantissimi professionisti a cui non importa un fico secco di cosa suonano, altri invece sono molto molto attenti. Continui cambi di becchi, di legature, di sax, l’elenco dei nominativi è infinito.
Trovare un Otto Link vintage ad esempio che non sia stato ritoccato è impresa quasi impossibile, perché? Perché tutti hanno cercato nel corso degli anni di migliorarne le prestazioni.
Non c’è un sassofonista jazz dei grandi che non abbia avuto il becco ritoccato se non addirittura prodotto per lui. Forse è solo psicologia, però è così.

Poi c’è l’aspetto ludico, che riguarda l’amatore e l’hobbysta. Cerchiamo di essere sinceri ed onesti, tutti hanno il proprio giochino, ci sono forum di qualsiasi cosa ormai, ipod, moto, auto, bici, computer, caccia, ecc…ognuno ha il proprio giochino ed a volte cambiare becco, sax, ecc per qualcuno è un passatempo ed un divertimento. Non mi sento di fare il moralizzatore con nessuno, anzi, ben venga, ognuno coltiva le proprie passioni come vuole.
Una passione va tenuta viva, ognuno ha il suo modo, l’importante è tenere il cervello vivo!

phatenomore
12th April 2011, 13:01
Concordo su tutto quanto scrive NYN (ed ammetto che i miei reiterati integralismi a volte da fastidio anche al sottoscritto... :lol: )