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Visualizza Versione Completa : Benny Golson's HARD reeds!



Giu-Zep
10th April 2011, 00:12
Cito dal sito di Benny (che ho avuto modo di conoscere qualche anno fa):

"I play the tenor saxophone extensively, though I have a soprano saxophone, clarinet and flute. I have an old metal Otto Link mouthpiece that Mr. Link made especially for me many years ago after many experiments. I cherish this mouthpiece because of its open design that I play with an extremely hard number 6 reed made especially for me by Rico Reeds that they call popsicle sticks"

.............c'è bisogno che io commenti l'ultima frase, e specialmente l'ULTIMA CIFRA??

seethorne
10th April 2011, 14:27
io non sono mai riuscito a salire sopra il 2,5.

6??????????????????? o_O

tzadik
10th April 2011, 14:47
Finchè usi le Vandoren... sarà difficile andare oltre n° 2,5.
Le Vandoren non sono ance spontanee, non sono lo sono mai state... se poi conti che le Vandoren degli ultimi 6/7 anni hanno un suono "sterile"... la situazione non è buona!

Giu-Zep
10th April 2011, 14:49
Finchè usi le Vandoren... sarà difficile andare oltre n° 2,5.
Le Vandoren non sono ance spontanee, non sono lo sono mai state... se poi conti che le Vandoren degli ultimi 6/7 anni hanno un suono "sterile"... la situazione non è buona!
Quoto. Io dopo molto esercizio sono arrivato ad usare (grazie alla spedizione del buon Roman :D ) le 3,5 sul mio Otto Link 9, però ance numero 6 sono sempre durette......

tzadik
10th April 2011, 17:57
Le Marca sono ance decisamente spontanee... ;-)

Tblow
10th April 2011, 18:22
Io essendo una persona normale (ma forse anche meno) di solito uso ZZ 3 o 3,5 oppure rico 3 (prima o poi proverò anche qualcos'altro). Un amico (sassofonista "vero" un giorno mi disse che usava un ottolink 8 con ance n° 5 che un suo conoscente olandese faceva per lui. :mha!(

Giu-Zep
10th April 2011, 18:56
Le Marca sono ance decisamente spontanee... ;-)
E' vero, però io considero queste ance "normali", e le vandoren invece "anormali", perché le vandoren sono sotto-stagionate e rispondono con troppa lentezza. Le Marca invece sono a postissimo e rispondono subito!
Inoltre, ho confrontato le Marca con le Rico Jazz e queste ultime sono molto più morbide....decisamente!

ais 72
10th April 2011, 23:02
quale sarebbe la necessità di usare ance così dure???

zkalima
11th April 2011, 00:39
Più l'ancia è dura più il suono è presente, Coleman Hawkins racconta che cominciò a usare ance molto dure in orchestra così che il suo suono si sentisse, nel disco con Duke Ellington, viene registrato un pezzo che si chiama Limbo jazz, che non è un pezzo, ma un'improvvisazione dei musicisti che aspettavano Bean che aveva cambiato ancia e doveva suonarla un po' per ammorbidirla, infatti il suo solo si aggiunge alla fine.
Per suonare con ance dure è necessario suonare molto, altrimenti è solo una sofferenza senza risultati decenti, ho un amico che si è intestardito a suonare con le n°3, ma fa una fatica porca e il suono è duro e senza modulazione, perchè come me lavora e non ha molto tempo.

tzadik
11th April 2011, 01:05
Più l'ancia è dura più il suono è presente...

Di solito è l'esatto contrario.
Per saturare un'ancia più dura bisogna soffiare con maggiore pressione... e per gestire tutte le dinamiche si fa più fatica.
Fenomeni di machismo ci sono sempre stati... ma alla fine i migliori risultati (sia per il neofita, sia per l'amatore, sia per il professionista) si hanno sempre restando nei rapporti apertura/durezza ancia consigliati.

Tra l'altro la durezza di ance di 40/50 anni fa' ha poco significato: i bocchini erano diversi e le ance avevano un taglio diverso.

Giu-Zep
11th April 2011, 02:46
Eh si però Golson, Liebman, Garzone, Lovano....e molti altri, utilizzano ance dure/molto dure....un motivo ci sarà!

Il discorso è che se si è capaci di supportare con la pressione adeguata un ancia, la differenza (in positivo) rispetto ad un'ancia leggera si sente.

Lo sto verificando chiaramente proprio in questo momento, provando la differenza fra Marca 2,5 e 3,5 sul mio Otto Link New Slant .120. Non c'è paragone, con le 3,5 ottengo una ricchezza e profondità di suono molto maggiore.

Inoltre, nel mio caso, sento anche una facilitazione del soffiato sul registro basso, poiché lo spostamento del labbro un po' all'indietro non causa flessione della punta come nelle 2,5. Insomma, fin'ora nel mio caso ho trovato molti pregi!

Giu-Zep
11th April 2011, 02:51
Ho appena letto tra l'altro un commento di Bob Franceschini sul SOTW forum, in cui sostiene di non essere daccordo con il postulato ancia leggera-becco aperto e viceversa. Secondo lui, un becco che funziona deve poter supportare la durezza che ognuno preferisce. Ed infatti, lui per molto tempo ha usato ad esempio un setup tremendo, ovvero Otto Link Tone Edge (early babbitt) 9, con ance Vandoren ZZ 4 ed anche 5. Ora, certamente è un tipo che studia molto ma non credo che sia un superuomo, anche perché di gente con setup così ce n'è (George Garzone=becco 11 con ance 4....).

Sax O' Phone
11th April 2011, 04:29
Il nostro zeprin mi raccontò un aneddoto significativo che il suo Sensei (Maestro) gli aveva riferito: dopo un concerto andò a trovare Sonny Stitt che gli fece provare il proprio sax, ed il maestro non fu in grado di tirarci fuori una nota decente; Stitt usava delle ance morbidissime (2 o 2.5), e non si può certo dire che il suo sia un suono povero e poco presente o impreciso...
La morale della favola, è che ognuno deve trovare la propria misura conformemente al labbro, alla cavità orale, alla risonanza armonica del proprio torace, etc. Proprio come scrive zkalima intestardirsi a voler suonare ance dure, o bocchini molto aperti perchè alcuni dei grandi saxofonisti usavano quelle misure, scusatemi, è una sciocchezza. Dexter Gordon suonava una 3 Rico, ed anche Coltrane che era arrivato alla 5 si rese infine conto che misure più morbide in realtà producevano una musica migliore, e quindi tornò sui suoi passi. Tentar non nuoce, ma sapersi ascoltare è sempre la cosa più importante.

Giu-Zep
11th April 2011, 10:00
Hai perfettamente ragione. In realtà, non sono stato ben capace di esprimere bene ciò che volevo dire.
Quando osservo i passi e le scelte intraprese dai grandi sassofonisti prima di noi, è per trarne spunto e per sperimentare su aspetti che loro hanno già toccato (come ad esempio, la durezza delle ance). Non è certamente d'obbligo fare scelte che loro hanno fatto.

seethorne
11th April 2011, 12:18
Finchè usi le Vandoren... sarà difficile andare oltre n° 2,5.
Le Vandoren non sono ance spontanee, non sono lo sono mai state... se poi conti che le Vandoren degli ultimi 6/7 anni hanno un suono "sterile"... la situazione non è buona!


infatti non le prenderò mai più.... MAIII!!!
http://1.bp.blogspot.com/_jpTzBaHUiSM/TLwzkISeo8I/AAAAAAAADpQ/PDocOBc8AUM/s400/antonio-zequila-matrimonio.jpg
:lol:

ora sto provando le lavoz...

Sax O' Phone
11th April 2011, 13:33
...le scelte intraprese dai grandi sassofonisti prima di noi...
Certo!
Golson poi è veramente un grande Musicista oltre che un grande Saxofonista...
Va ricordato l'altro aspetto fondamentale per quanto riguarda l'ancia ed il suo uso e cioè il grado di acidità della saliva, che per ogni individuo sarà diverso, anche grandemente: la saliva, che ricordo fa parte del sistema digestivo, è il primo 'trattamento' che il corpo fa per la trasformazione del cibo, scomponendone le sue molecole per renderlo assimilabile; ora immaginatevi cosa potrà succedere a delle fibre legnose... Il deterioramento dell'ancia, oltre che di tipo meccanico (compressione e vibrazione) dev'essere sicuramente attribuito anche ai poteri... digestivi della saliva, che in ognuno sarà differente e variabile conformemente a cosa si è mangiato e bevuto, etc.
Credo che la prova del nove vada fatta cercando la durezza maggiore dell'ancia per mantenere un suono intonato e con una dinamica completa, ma non a discapito ne' dell'articolazione, ne' dell'attacco.

tzadik
11th April 2011, 14:54
L'organismo umano non produce enzimi in grado di "digerire" la cellulosa (legno di cui sono fatte le ance, di canna).
L' "usura" delle ance è dovuta "solo" a meccanismi meccanico/fisici (...) e non a meccanismi chimico/biologici.

Sax O' Phone
11th April 2011, 18:44
E' ovvio che non si digerisce in tempi utili una fibra di legno, ma col tempo anche queste vengono intaccate dai succhi acidi ed enzimatici prodotti dall'essere umano...

zkalima
12th April 2011, 01:06
E' legge fisica il fatto che, a parità di materiale, una fibra più dura, vibrando emetta un suono più forte, quindi non direi che le ance morbide sono più presenti come suono, lo sono per chi non ha mai suonato su ance dure e probabilmente l'unica cosa che riesce a ottenere è un fastidioso ronzio, ma non per incapacità, per abitudine della muscolatura facciale.
Ma come ho detto, la qualità di un suono non è costituita dal volume e basta.
Gato Barbieri che ha un suono fantastico, suona con ance 1,5, con un bocchino molto chiuso, ma è un Berg Larsen e il risultato è eccellente.
Cisi usa un facing mostruoso con ance lavoz hard, e il suo suono è potente e morbido, le modulazioni sono sempre molto estese.
Direi che ogni setup ha un suono peculiare e se è ben calibrato con il musicista dà una bella voce, presenza e volume, ma in generale un setup aperto con ance dure permette una maggior gamma di suoni e di timbri, e una maggior estensione di volumi, ma richiede molto esercizio per essere controllata, finchè la dentatura è buona, poi si fa marcia indietro, ma non necessariamente sulla qualità della voce.

tzadik
12th April 2011, 09:01
È legge fisica che da un'ancia dura esca più volume... se riesci a far vibrare l'ancia completamente. :-leggi-:
Potremmo chiamarla "inerzia". ;)

Anche Stan Getz usava ance molto dure però non produceva così tanto volume... aveva un suono molto "soffioso".

Gato usa un 105/1 SMS (o forse un 105/2 SMS... comunque un 105), quindi un bocchino con apertura media.