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Visualizza Versione Completa : Sax "fuorilegge" nel salotto del jazz...



Alessio Beatrice
5th July 2007, 16:52
Troppi decibel Sax e batteria troppo rumorosi, banditi dalla rassegna jazz di via Mascarella. Gli organizzatori ripiegano sulle tastiere e guardano preoccupati alla pedonalizzazione.


È una costante, da qualche mese a questa parte: chi fa od organizza musica in cittÃ* non perde occasione per polemizzare con le istituzioni. E, pare, con buona ragione.
Polemiche in salotto
L'ultima occasione è stata la presentazione, ieri, della tradizionale rassegna "Il Salotto del Jazz" cui collaborano, con l'apprezzato supporto di Ascom, i jazz club Cantina Bentivoglio e Bravo Caffè e i ristoranti Cambusa e Mascarino. Tutti in via Mascarella. "Il fatto - spiega Giovanni Serrazanetti della Cantina - è che manca il regolamento attuativo alle deroghe concessa dall'Arpa all'inquinamento acustico, che in Comune promettono da 3 anni. Così siamo in balia di decisioni estemporanee, per cui a noi vengono concesse solo 16 serate di spettacolo all'aperto e, quel che è peggio, ci viene vietato l'uso di percussioni e strumenti a fiato. Ora - conclude -, provate voi a organizzare una rassegna jazz senza sax e batteria".
Senza sax
Difficile ma non impossibile: la rassegna si farÃ* (con inizio domani) poggiandosi essenzialmente sulle tastiere di pianoforte, organo e fisarmonca. Mentre a pochi passi di distanza, in piazza Verdi, le serate saranno 30 e, pare, senza limiti di strumentazione.
"Desertificazione"
"Ma le difficoltÃ* di oggi - continua Serrazanetti - sono niente in confronto a quelle che avremo se passerÃ* la desertificaziossessore Zamboni". Cioé la pedonalizzazione della zona, giÃ* cominciata in via delle Moline: "Ma una pedonalizzazione, come sostengono i 30.000 residenti che hanno firmato una petizione, non si fa così - accusa -. Prima di chiudere tutto, si crea un arredamento urbano, si aumenta l'illuminazione, si studiano iniziative e attrazioni che portino la gente in strada e non solo spacciatori e punkabbestia cacciati da Piazza Verdi".
Lucio Mazzi

30th July 2007, 17:48
Trovo l'iniziativa di eliminare sax e batterie da una rassegna jazz a dir poco allucinante e penalizzante... che jazz sarebbe senza sax e batterie?

Abitavo in forndo a via zamboni (bologna ndr) fino a due anni fa, e la situazione era orribile, forse è peggiorata, non so, non ci torno quasi mai, ma mi piace la mia cittÃ* natale e trovo che la zona in questione sia bellissima, se non fosse che la polizia stessa ha paura ad andarci... Allora, tralasciando la situazine della zona che è politica, dico però che una rassegna jazz andrebbe valorizzata, è un genere che pochi conoscono e ancora meno sanno apprezzare. Ho sentito l'ultimo concerto della dixie jazz band a San Vittore (colli bolognesi ndr), e mi sono piaciuti un sacco, ma il posto era piccolo, a invito (io sono riuscito a rimpiazzare qualcuno che all'ultimo non è venuto) e poco pubblicizzato... diciamolo, la dixie ha fatto storia, con membri quali Arbore, Dalla e Pupi avati al clarino... Perchè eventi del genere non sono pubblicizzati come si deve? perchè non si cerca di portare il jazz a livelli più accessibili? perchè deve rimanere un genere colto come era all'inizio nei club americani? non sono molto d'accordo, anche perchè secondo me è tutta una questione di pubblicitÃ*, se ne fa poca... non voglio dire che il jazz deve commercializzarsi, ma per lo meno farsi conoscere per quello che è, pochi lo conoscono e me ne dispiace molto.
Per quanto riguarda i concerci di cui parli, non basterebbe fare i concerci in luoghi più "permissivi"?

Tra l'altro il jazz è una musica che viene ascoltata in "giacca e cravatta", cioè da un pubblico abbiente che si vuole fare vedere a quei concerti, è una musica elegante, è vero, ma decisamente reazionaria, innovativa, o per lo meno così è nata... a quel concerto a san vittore ero in maglietta e jeans e tutti mi guardavo male dai loro doppipetti e dalle pellicce, come un estraneao, un intrufolato, uno "pericoloso"...
Sapete che vi dico? il jazz più bello lo suono quando sono in mutande a casa, perchè il jazz è spontaneo e la giacca no, la giacca è rigore e monotonia... Io la penso così e così la continuerò a pensare... l'ultimo mio concerto l'ho suonato con jeans, camicia hawaiana e occhiali da sole (ero all'aperto in pieno giorno), e così penso che continuerò a suonare, perchè è il suono che conta, è il virtuosismo che colpisce, non la cravatta...

Si accettano critiche...

Big Jack

Alessio Beatrice
30th July 2007, 19:31
Sapete che vi dico? il jazz più bello lo suono quando sono in mutande a casa, perchè il jazz è spontaneo e la giacca no, la giacca è rigore e monotonia... Io la penso così e così la continuerò a pensare... l'ultimo mio concerto l'ho suonato con jeans, camicia hawaiana e occhiali da sole (ero all'aperto in pieno giorno), e così penso che continuerò a suonare, perchè è il suono che conta, è il virtuosismo che colpisce, non la cravatta...
Big Jack

Quello che hai detto per me è fantastico. La penso esattamente come te e trovo questo concetto particolarmente bello.
Il jazz da piccolo è cresciuto nei bordelli, nei luoghi più discriminati. Poi col tempo è diventata "musica colta" (da una parte lo odio questo termine...) e quasi d'elite.
Non è una giacca o una cravatta che fa si una persona un Musicista o di uno spettatore un "ascoltatore". Quando vado a teatro e sentire un concerto di classica tra gli spettatori sembra di andare ad una sfilata di moda! Ma va'..! :mad: