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Visualizza Versione Completa : Quando usare domuinante, semidiminuita ecc?



5th July 2007, 15:32
Facendo l'analisi armonica di un brano ricavi le tonalitÃ* a cui gli accordi che lo compongono appartengono.....
Dappertutto ho trovato spiegato che si può improvvisare utilizzando la scala della tonalitÃ* a cui essi appartengono, che può essere maggiore o minore. OK funziona: D-, G7, C > Do maggiore, uso quella scala....
la domanda è: e le altre tipo 7th dominante, semidiminuita ecc ecc ? come fai a decidere quando usarle ?

pizzic77
5th July 2007, 21:03
Secondo me è sbagliato pensare di suonare una scala su tre accordi....innanzitutto concettualmente!
Le note volendo sono le stesse (non sempre), però ritengo sia concettualmente sbagliato perchè ci sono note che generano più tensione di altre, ed altre che invece invitano ad una risoluzione....(per esempio la settima del G e la terza del C)

Comunque, le scale le usi sui relativi accordi(anche se non è sempre vero..)
Su un accordo di settima puoi usare la misolidia, ma anche un sacco di altre scale che danno sonoritÃ* differenti...
Per questo ti dico che prendere una scala per 3 accordi non è molto corretto....

5th July 2007, 22:19
Si, però il modo misolidio di sol appartiene alla tonalitÃ* di DO maggiore, non sono altro che le note che compongono questa scala partendo dal sol invece che dal do, che differenza fa ? sei si sull'accordo di 7ma ma stai ancora usando la scalda di DO maggiore........

pizzic77
6th July 2007, 01:17
Sì, la misolidia è quella....però, nonostante le note siano uguali, ognuna ha un'importanza diversa...
Il fa del G e il f del C, nonostante siano la stessa nota, hanno ruoli differenti all'interno dell'accordo...
Comunque non stai usando la scala di C maggiore, quanto piuttosto la scala costruita sul 5 grado del C maggiore...
E' vero, funziona ed è musicale, ma per quello che ne so io è un approccio decisamente sbagliato questo....anche perchè se ragioni così dove la metti la scala semitono/tono dove la metti?

Secondo me va bene ragionare per centri tonali, ma senza dimenticare mai gli accordi....

6th July 2007, 07:50
La scala semitono/tono ? e che ne so io :shock:

Sono daccordissimo, le stesse note diventano gradi diversi a seconda del contesto.

Più o meno diciamo le stesse cose, rigirando la frittata, mantenendoci sull'esempio D-, G7, C .....la suoni si la scala di 7ma, quando sei sull'accordo G7 le note del modo misolidio sono esattamente la scala di 7ma dominante di sol.

Ho trovato una spiegazione esauriente sullo scale syllabus di Aebersold, dove vengono elencati i tipi di scale in ordine di utilizzo, dai piu usati ai meno frequenti......e spiega il concetto delle tensioni.

Allora la scala semitono/tono che non altro sarebbe che la scala diminuita che comincia con un intervallo di semitono vedo che fa parte della categoria di scale suonabili su accordi maggiori e di 7ma, e tu quando la suoni ?
Non credo che nel nostro esempio quando sei sull'accordo C utilizzeresti quella scala così facilmente, eppure potresti farlo con il risultato di creare delle tensioni fortissime vero ?

Dove la metti sta benedetta scala ? si vede che ne capisci perchè hai preso proprio una delle scale più difficili da collocare credo :twisted:

Per me tutto dipende dal grado di conoscenza e praticitÃ* che uno acquisisce, iniziando a improvvisare ci si mantiene sulle scale che sono più consonanti con il contesto tonale in cui ti trovi, poi man mano che padroneggi il discorso ti spingerai nei meandri delle tensioni e utilizzerai le scale meno "friendly ?" chiamiamole così.

Però mi interessa il discorso del centro tonale, da quanto ho capito è qualcosa che ha a che fare con la tonalitÃ* ma non è quello proprio giusto ?

6th July 2007, 20:28
Per me tutto dipende dal grado di conoscenza e praticitÃ* che uno acquisisce, iniziando a improvvisare ci si mantiene sulle scale che sono più consonanti con il contesto tonale in cui ti trovi, poi man mano che padroneggi il discorso ti spingerai nei meandri delle tensioni e utilizzerai le scale meno "friendly ?" chiamiamole così.
Esattamente! la penso come te.
In teoria bisognerebbe sapere di ogni scala qual'è il valore sonoro di ogni nota (cioè "come suona" rispetto all'accordo), però in pratica inizialmente è impossibile pensare alla 3a, 9a, 7a ecc. come nota di passaggio o tensione o nota dell'accordo...
C'è bisogno di pratica, molta pratica. Credo però che concettualmente sei sulla buona strada.

pizzic77
7th July 2007, 14:14
Ti ringrazio...ma magari ne capissi davvero tanto :grin: !!!

Quello che dici te è verissimo, tutto è in relazione all'esperienza e alla conoscenza che uno ha...verissimo...
Però credo anche che il metodo tonale, almeno inizialmente, non sia l'ideale, dato che secondo me ti limita moltissimo nella conoscenza dei vari tipi e suoni dell'accordo (prova ad esempio a suonare tutta l'esensione dell'accordo, ad alterare la 9 e via dicendo...)
Almeno io ho sempre fatto così...credo sia una via più lunga, però la trovo molto ipiù interessante e stimolante...

Comunque, se permetti un consiglio, non leggere libri che contengono scale su scale....ascolta tanti dischi!
Le scale alla fine sono una codifica di un linguaggio che è presente nei dischi dei grandissimi....secondo me impari molto più da loro che da un libro....


Cerca di capire che scale usano, dove le usano, quando le usano, perchè usano quelle e non altre...secondo me lo studio da fare è semplicemente questo!!!!

8th July 2007, 13:19
Certamente! non riesco proprio a seguire lo studio con libri di scale e scale, in realtÃ* sto studiando bene le scale maggiori visto che poi la settima, la minore doriana e la semidiminuita le conosci giÃ* se conosci le maggiori. Poi lavoro un po con le scale blues, che ti introducono a quel cromatismo semplice, e così via.....

bb
22nd January 2008, 11:33
L'approccio orizzontale ti consente di suonare una scala che funziona sui 3 accordi,ma chiaramente in questo modo non scendi nel dettaglio facendo sentire i cambi,a meno che tu non sottolinei all'interno della scala gli arpeggi degli accordi e soprattutto non hai all'interno della scala delle tensioni da usare sugli accordi di dominante che siano capaci di generare l'effetto tensione / risoluzione all'interno della frase.
Un jazzista non suonerebbe mai C maj su un II/V/I in do, ameno che non si stia cercando un'evidente semplicitÃ*.Piuttosto si altera il V7 con la superlocria o la diminuita S/T o una scala esatonale e cosi' via!Sugli accordi di dominante si apre un mondo veramente vasto e se non conosci questo linguaggio ascolta molto e studia dei soli storici e vedrai che a poco a poco inizierai a comprendere l'approccio armonico jazzistico.Ovviamente un buon insegnante potrÃ* aiutarti molto.Prova a studiarti qualche solo (anche 1 solo fatto bene ti puo' dare moltissimo) di charlie parker.Lui era ed è un perfetto esempio di logica.Spesso utilizza moltissimo gli arpeggi degli accordi,gli approcci cromatici e le dominanti alterate in un modo (per quanto tecnicamente coplesso a causa della bruciante velocitÃ* dello stile boppistico) assolutamente logico.Per quanto riguarda gli altri II/V sul semidiminuito puoi suonare la scala locria con la seconda naturale,che facendo un modal interchange risulta essere la min.melodica una terza minore su (es. Cm7b5-C locrian natural 2=Eb min.melodica).Purtoppo ti dico la veritÃ* se non si sviluppa un linguaggio queste informazioni servono solo ad aumentare il tuo nozionismo e non la musicalitÃ*.Parti dallo studio dei soli storici se la tua tecnica è buona,altrimenti inzia lentamente a studiare tutte le scale triadi e quant'altro con un metronomo con il beat sul 2 e sul 4 per iniziare a sviluppare un po' lo swing e la pronuncia.Poi passa al niehaus (ottimo metodo anche per la lettura e poi è molto divertente) e poi inizia a studiare i temi bop molto lentamente ed imitando i dischi,che ricordiamocelo...alla fine è li che sta la musica.Spero di essere stato utile,purtroppo questi argomenti andrebbero dicussi con lo strumento in mano e non su un sito, suonando è tutto piu' chiaro!Ciao

Saxmachine
22nd January 2008, 12:15
io ho un approccio diverso nei confronti dell'improvvisazione, cerco di pensare più che alle scale agli accordi.
credo che durante un buon solo si debbano sentire bene i cambi armonici ma non solo una scala.
anche perchè a conti fatti le scale sono legate agli accordi.
per esempio quando vedo un accordo di settima di dominante so che ho diverse possibilitÃ* di scelta:
in primo luogo uso la scala misolidia oppure quella bop di dominante, ma ci stanno anche bene la scala esatonale e la superlocria e chissa quante altre scale che nn conosco...e questo vale per ogni tipo di accordo purchè al centro della nostra attenzione ci siano sempre le note dell'accordo in questione.

bb
22nd January 2008, 17:40
certo,le note dell'accordo restano sicuramente il cardine su cui ruota tutto e sono daccordissimo sul fatto di far sentire i cambi degli accordi,infatti sopra ho scritto che anche quando si pensa ad una scala il punto focale restano le note cordali,altrimenti si rischia di suonare la scala avanti e indietro in modo amusicale.

Saxmachine
22nd January 2008, 19:17
non dicevo a te,ma mi riferivo a qualche post più sopra.
sono assolutamente d'accordo con tutto quello che hai scritto.