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Visualizza Versione Completa : La Perfetta Imboccatura del Sassofono Secondo Joe Allard



gene
29th March 2011, 08:32
Credo sia utile ritornare in argomento, visto che ho trovato la versione in italiano .....
Un plauso al creatore del blog in questione, dove si possono leggere altri interessanti articoli.
http://jazzsounddevelopment.blogspot.com/

QUESTO L'ARTICOLO:
Joe Allard è stato uno dei più grandi insegnati di sassofono di tutti i tempi.Tra i suoi innumerevoli allievi ha avuto giganti come Michael Brecker, David Liebman, Steve Grossman, Eddie Daniels, Eric Dolphy, Harry Carney, Bob Berg, Don Byron e anche il nostro Maurizio Giammarco.

Sul sito http://www.joeallard.org si trova del preziosissimo materiale in inglese riguardante Joe Allard. Alla pagina "Pedagogy" vengono illustrati vari aspetti del suo metodo di insegnamento.

In questo post pubblico la mia traduzione in italiano di un capitolo della tesi di laurea di Debra Jean McKim intitolata Joseph Allard: His Contributions to Saxophone Pedagogy and Performance, nel quale viene illustrata la concezione dell'imboccautra di Joe Allard e che trovate in versione originale sul sito.

L'imboccatura secondo Joe Allard
Nel processo di formazione di una corretta imboccatura per il sassofono vengono generalmente considerati quattro elementi essenziali: i denti superiori, il labbro superiore, i denti inferiore ed il labbro inferiore.

Alcuni insegnanti trattano separatamente ciascuno di questi quattro elementi. Altri ignorano del tutto alcuni di essi.

Nella didattica e nel modo di suonare, Joe Allard ha sempre prestato la massima attenzione a tutti i quattro elementi, considerandoli nei loro rapporti reciproci.

Secondo Joe Allard, il labbro ed i denti superiori hanno la funzione di opporre resistenza alla pressione esercitata dal labbro e dai denti inferiori.

Allard ha spesso parafrasato la terza legge della dinamica di Newton: “ad ogni azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria”. Pertanto se un corpo esercita una certa forza, un altro deve opporsi ad essa.

Nella concezione dell'imboccatura di Joe Allard, i denti inferiori della mascella sono il corpo che esercita la forza mentre i denti superiori sono il corpo che si oppone ad essa.

I sostenitori di una certa impostazione dell'imboccatura largamente diffusa affermano che si deve applicare una pressione constante tutt'intorno all'ancia ed al bocchino.

Larry Teal definisce quest'impostazione “imboccatura circolare” (embouchure wheel) ed afferma che “le labbra dovrebbero formare un cerchio intorno al bocchino, esercitando su ogni punto una pressione pari a quella esercitata nella parte centrale, come se fossero una fascia elastica”.

Joe Allard fu indotto dalle proprie ricerche e sperimentazioni a confutare questa tesi.

Egli era convinto che questo modo di imboccare, riducendo la vibrazione delle parti laterali dell'ancia, limitasse l'ampiezza dello spettro degli armonici del suono.

“Ho preso un elastico ed uno spago e li ho arrotolati intorno all'ancia. L'unico fenomeno che ho potuto osservare è stato che hanno ridotto la distanza dell'ancia sui lati e lasciato l'ancia aperta nella parte centrale".

Allard sosteneva la tesi opposta, secondo la quale la pressione deve essere esercitata nella parte centrale dell'ancia che è più rigida, in modo tale da permettere alle parti laterali di vibrare liberamente. In questo modo si genera una maggiore quantità di armonici e si produce un timbro più sonoro e vibrante.

Come esercizio finalizzato a contrastare la tendenza delle labbra a creare un cerchio intorno all'ancia ed al bocchino, Allard diceva agli allievi di appoggiare l'indice ed il medio sul labbro inferiore ai lati del bocchino (formando una “V”) e di premere verso il basso per mantenere il labbro inferiore piatto. Questo esercizio evita che il labbro comprima le parti laterali dell'ancia e rende il suono più libero.

Per fornire un supporto visivo a questo concetto, Allard diceva che l'imboccatura deve “adattarsi alla forma del bocchino”.

David Demsey ha scritto: “Ricordo ancora Joe che teneva in mano il bocchino con la punta rivolta verso di me e mi chiedeva: Ti sembra che sia rotondo? Chiaramanente la risposta era no. La superficie dell'ancia forma una base piatta. Joe voleva dimostrare che l'imboccatura doveva adattarsi alla forma del bocchino. …. Se assume una forma rotonda e curva, il labbro inarca le parti laterali dell'ancia e blocca il suono.”

Per evitare l'imboccatura “a sorriso” con il lati della bocca tesi indietro e verso l'alto, Joe Allard suggeriva agli allievi di pensare al labbro inferiore come se stessero mettendosi del burro cacao o del rossetto.

Nella naturale posizione di riposo il labbro superiore agli angoli della bocca si chiude leggermente sopra il labbro inferiore. Con la corretta imboccatura il labbro superiore svolge la stessa funzione: chiude lo spazio lasciato dal labbro inferiore mantenuto piatto, evitando che fuoriesca aria dalla bocca.

Allard elaborò la propria teoria sul labbro superiore dopo aver osservato i musicisti che suonavano strumenti ad ancia doppia e i clarinettisti che usavano la tecnica del “doppio labbro”.

Allard notò una differenza fra queste due categorie di strumentisti: gli oboisti ed i fagottisti mantenevano il labbro superiore rilassato per permettere all'ancia superiore di vibrare; invece molti clarinettisti che usavano il “doppio labbro” spingevano il labbro superiore verso il basso.

Allard capì che quest'ultimo approccio determinava una limitazione e cercò di trovare un modo per suonare con il labbro superiore rilassato.

Anche se ammise di aver sperimentato sul clarinetto una versione modificata dell'imboccatura “a doppio labbro” (soprattutto dopo che fu costretto ad usare la dentiera), in definitiva Joe Allard utilizzò ed insegnò quella che un suo allievo ha definito “una versione a labbro singolo di un'imboccatura a labbro doppio”.

Con questa impostazione, simile all'imboccatura utilizzata dai musicisti che suonano strumenti ad ancia doppia, il labbro ed i denti superiori non esercitano praticamente alcuna pressione sulla parte superiore del bocchino.

Allard suggeriva agli allievi di esercitarsi per brevi periodi di tempo con il labbro superiore completamente sollevato dal bocchino. Quando il labbro superiore veniva nuovamente appoggiato sul bocchino, l'allievo doveva richiamare alla memoria la sensazione che aveva provato con il labbro rilassato e sollevato.

Dopo avere lavorato su questo esercizio molti allievi avvertivano inizialmente una leggera perdita di aria dagli angoli della bocca quando suonavano normalmente.

Jack Snavely ricorda: “Quando gli chiesi chiarimenti sull'aria che fuoriusciva dai lati della bocca, mi disse che il problema si sarebbe risolto da solo. Allora capii che il mio labbro superiore finalmente faceva quello che faceva il labbro superiore di Joe: evitava la fuoriuscita di aria senza bloccare il suono."

Un esercizio simile veniva utilizzato anche per far comprendere quanta pressione i denti superiori dovessero esercitare sul bocchino.

Per far acquisire questa consapevolezza, Joe Allard chiedeva agli allievi di provare a suonare sollevando i denti superiori dal bocchino. Quando si suona senza i denti superiori appoggiati al bocchino non viene esercitata alcuna pressione verso il basso.

Allard diceva agli allievi di cercare di mantenere questa assenza di pressione anche quando suonavano con i denti appoggiati sul bocchino.

Per effetto della naturale conformazione del cranio umano, la spinta dei denti verso il basso comporta anche un piegamento in avanti della testa che genera un restringimento della laringe e della gola.

La maggior parte degli allievi di Allard dicono di aver avuto questo problema e che Allard aveva creato degli esercizi proprio per contrastare la tendenza a spingere la testa verso il basso.

Un allievo ha ricordato questo esercizio di visualizzazione:
“Allard mi disse “quando ero bambino ed andavo a scuola, passavo davanti ad una macelleria e vedevo dei grandi pezzi di manzo appesi a degli uncini. Quegli uncini erano terribili.
Ora mettiti in piedi contro il muro con la testa a contatto con la parete. Pensa di avere uno di quei ganci da macellaio sotto il mento. Adesso suona una scala”. Joe mi fece visualizzare quell'uncino mentre mi esercitavo per farmi smettere di abbassare la testa”.

Allard insegnava gli allievi anche un esercizio fisico finalizzato ad evitare di restringere il collo, mantenendo la testa nella posizione più adeguata per suonare.

Questo esercizio è stato descritto da David Tofani “E' molto facile lasciare che la testa si appoggi sulla colonna vertebrale e col passare del tempo può accadere che le vertebre si comprimano. Ricordo che Joe si metteva in piedi dietro di me ed appoggiava le mani su ciascuna delle mie tempie e tirava letteralmente verso l'alto. Poi contava "1, 2, 3" ed io dovevo spingere la testa verso l'alto mentre lui la sollevava. In questo modo la testa si muoveva verso l'alto, come se il cranio dovessi staccarsi dalla spina dorsale…. Quando si suona la testa deve rimanere sospesa sulla parte più alta della spina dorsale in modo tale da non creare restringimenti nel collo …. Bisogna cercare il punto nel quale la testa rimane naturalmente sollevata”.

In generale i denti superiori e quelli inferiori devono stare nella loro “posizione naturale relativa”. Allard usava due termini odontoiatrici per descrivere questa posizione: “asse cerniera” e “posizione centrica”. Con questi termini si indica la conformazione normale della mandibola e del morso, nella quale si considera normale anche l'eventuale protrusione dell'arcata dentaria superiore (overbite) o di quella inferiore (underbite) che un individuo può presentare.

L'impostazione dell'imboccatura che viene spesso insegnata costringe l'allievo a spostare la mascella in modo tale che i denti superiori e quelli inferiori risultino allineati.

Invece mantenendo la “posizione centrica naturale”, come insegnava Allard, si evitano inutili tensioni determinate dalla necessità di tirare indietro o di spingere in avanti la mandibola.

Infatti, quando viene spostata fuori dall'asse cerniera, la mandibola si chiude, crea una tensione sul collo e ne determina una restrizione.

Anche il posizionamento dei denti inferiori rispetto all'ancia è variabile ma il punto di riferimento è generalmente in concomitanza con il punto in cui l'ancia si allontana dal bocchino. Joe Allard chiamava questa zona il “punto cruciale” (crux).

L'applicazione di una pressione minima da parte dei denti superiori tiene conto del fatto che la pressione necessaria viene esercitata dall'azione combinata del labbro inferiore e della mascella.

Allard diceva di non applicare mai una pressione eccessiva dal basso verso l'alto e di usare soltanto la pressione necessaria a “sostenere l'ancia”.

David Liebman ha chiarito che con il concetto di “pressione sufficiente a sostenere l'ancia” Allard voleva indicare la "sensazione fisica di sostenere l'ancia piuttosto che il bocchino".

Allard diceva agli allievi che per trovare la giusta misura della pressione dovevano sperimentare il movimento verticale della mandibola che si aziona masticando.

Lo scopo dell'esercizio consisteva nello sperimentare la sensazione della pressione esercitata con il labbro ed i denti inferiori piuttosto che con il solo labbro inferiore.

Liebman sostiene che la masticazione è un'estensione dell'articolazione del linguaggio; infatti è impossibile pronunciare le lettere dell'alfabeto senza eseguire il movimento proprio della masticazione.

Allard faceva recitare ai suoi allievi le lettere dell'alfabeto per farli esercitare nel movimento della masticazione.

Un altro esercizio consisteva nel pronunciare la sillaba ”ex" per sperimentare la sensazione determinata dall'atto della masticazione.

Questi esercizi erano finalizzati ad aiutare l'allievo ad imparare a controllare l'ancia con l'azione combinata dei denti e del labbro inferiori.

Oltre che “sostenere l'ancia”, Allard insegnava ai suoi allievi a “sentire l'ancia con i denti”. In altre parole a percepire la pressione dell'ancia attraverso il labbro. Una pressione eccessiva determina la perdita di quella sensazione.

Joe Allard chiarì questo concetto con una analogia: i denti sono come i martelletti di legno del pianoforte. Il labbro è come il feltro che ricopre i martelletti. Il labbro, come il feltro, assorbe gli armonici più alti ed estremi con una naturale funzione fisiologica.

Poiché Joe Allard era alla costante ricerca della varietà timbrica e di una espressività musicale individuale, il suo modo di concepire l'imboccatura era caratterizzato dalla flessibilità.

“Non esiste un solo suono ...... Bisogna essere in grado di suonare con più bocchino, meno bocchino, più labbro, meno labbro. Bisogna essere flessibili”.

Filippo Parisi
29th March 2011, 09:07
Grazie mille gene. Interessantissimo!

KoKo
29th March 2011, 10:00
il creatore è il nostro Mad Mat, l'aveva già postato =)

Mad Mat
29th March 2011, 10:20
Un plauso al creatore del blog in questione, dove si possono leggere altri interessanti articoli.
http://jazzsounddevelopment.blogspot.com/


Grazie

Stay Tuned! E' in arrivo del nuovo materiale.

A brevissimo trascrizione dell'assolo di George Coleman su Walkin' da Four & More di Miles Davis (finita :doh!: ma in fase di revisione)

gene
29th March 2011, 10:23
Grande Mad ...non sapevo fossi tu l'artefice del bellissimo Blog in questione !!!
Complimenti vivissimi ed un plauso, trovare "materiale" in italiano, purtoppo è cosa rara !!!!

zagor.67
29th March 2011, 14:42
Complimenti...grande blog!!! :saxxxx)))

phatenomore
29th March 2011, 14:56
Ebbella Mat!

bobby
30th March 2011, 15:45
Scusate am c'era gia questo o sbaglio (premetto che nonl'ho letto)
viewtopic.php?f=9&t=18751 (http://www.saxforum.it/forum/viewtopic.php?f=9&t=18751)