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Visualizza Versione Completa : School is boring, nuovo album di Daniele Luttazzi...



Alessio Beatrice
14th June 2007, 20:36
Avete letto bene, il nuovo album di Daniele Luttazzi... :roll:
Come mai in Sax Forum? Bhe, leggete il trafiletto e lo capirete... :roll:

“School is boring” è il secondo album di Daniele Luttazzi pubblicato a tre anni di distanza dal fortunato debutto “Money for dope”: “E’ da venticinque anni che scrivo canzoni”, spiega Luttazzi a Rockol, “ho molto materiale a casa mia. Questi del disco sono brani molto adulti. La passione che metto a fare satira la esprimo anche affrontando temi di tipo emotivo, ma la satira a differenza delle canzoni non racconta l’aspetto lirico delle cose. Nei miei spettacoli infatti non faccio le due cose contemporaneamente, a teatro non mi metto a cantare le mie canzoni”. “‘A place of cries’ è stata scritta nel ‘79, mentre ‘Dreams come true’ è del 2005 e musicalmente è un incrocio con la musica nera perché parte in gospel poi diventa rhythm&blues, prosegue in swing e ritorna sul gospel. ‘The broken harted’ è del 2004 ed è una ballad che parla a chi ha il cuore infranto, ‘Three kind of paper’ è invece del ‘79 come ‘The flowers in spring’, una canzone tipicamente swing dove io canto la prima melodia e la seconda la canta Ada Montellanico: sono due cose diverse ma con la stessa parte armonica. Sull’ultima strofa le nostre voci si sovrappongono ed esce una cosa, a mio parere, emotivamente incredibile. ‘Travelling alone’ l’ho scritta nel 2002 e parla di chi viaggia da solo in tournée, mentre ‘School is boring’ è del ’79 e narra di un adolescente nella sua cameretta mentre suona un assolo di chitarra: parla dell’abbandono che tutti gli adolescenti provano, quando pensano che tutti quanti li odiano, che la scuola è noiosa e che la vita fa schifo. ‘Sobbing in shame’ è del ’80 e parla di un dramma esistenziale visto con un certo distacco. ‘Words of love’ e ‘Wet out’ invece sono recenti, entrambe scritte nel 2005: nella prima mi chiedo da dove vengono le parole d’amore, mentre la seconda tratta un tema molto delicato”.
“A casa ho due stanze”, aggiunge l’artista, “una dove scrivo le mie storie satiriche, un'altra dove ho il pianoforte e mi rifugio quando mi viene un’idea per una canzone. Mi piace che siano bene distinte le due cose. Le canzoni hanno due diversi piani di impatto, quello dell’ironia e quello del significato che deve essere scoperto. Mi viene molto spontaneo cantare e scrivere in inglese, lo sento metricamente anche quando leggo una frase. Se devo raccontare una storia di contenuto emotivo mi viene molto normale. Ci sono poi quattro elementi con cui posso interagire: il testo, la melodia, l’armonia e l’arrangiamento. Se li metto in relazione tra loro posso creare effetti particolari. ‘Wet out’ per esempio l’ho scritta due anni fa: la narrazione musicale è divertita, in tono maggiore, il testo parla d’aborto e l’effetto di contrasto è quello del grottesco, che a me piace molto perché è l’unico che può veicolare il dolore. Poi mi sono anche reso conto che la melodia è identica a quella di ‘A place of cries’ solo che lì è in minore”. “Le canzoni sono rimaste identiche a come le avevo scritte anni fa”, prosegue, “Ogni brano ha una sua identitÃ* precisa che esprime alcune emozione ancora incapsulate. L’arrangiamento che si fa nelle prove a volte non coincide: ci sono alcuni che mentre arrangiano si prendono la libertÃ* di aggiungere degli archi oppure di togliere qualche accordo, invece nelle mie canzoni alcune partiture devono rimanere così come sono, tali e quali a come sono state scritte. E’ fondamentale il rapporto tra armonia e melodia, se tu vai a toccare i congegni certe cose si schiudono, si aprono, per questo sono fedelissimo a come scrivo”.
Alla realizzazione di “School is boring” hanno collaborato diversi musicisti di fama internazionale. Davide Aru alle chitarre, Giampiero Grani alle tastiere, Mario Guarini al basso, Marcello Surace alla batteria, Marco Quaranta del Gruppo d’Archi Pessoa, Andy Gravish alla tromba e al filicorno, Max Ionata al sax tenore, Luca Begonia al trombone, Marco Guidolotti e Jerry Popolo al clarinetto, sax e flauto, Ada Montellanico alla voce, Stefano Di Battista al sax contralto e Fulvio Tomaino, voce gospel: “L’arrangiamento di questo disco è a cura di Massimo Nunzi”, spiega Luttazzi, “Mi piacciono le sue idee fra new wave e jazz, abbiamo gli stessi gusti, ascoltiamo sia musica jazz sia musica contemporanea, ma anche il pop. L’ensemble che ha lavorato nel primo disco ha funzionato molto bene, perciò è rimasta invariata. In più in questo disco c’è il trombettista Andy Gravish – giÃ* al lavoro in passato con Frank Sinatra e Tony Bennet – che fa delle cose molto belle. Mi piacerebbe suonare molto dal vivo con tutti i musicisti ma sarÃ* impossibile. Probabilmente faremo due grandi date una a Roma e una a Milano”.
“Credo che ultimamente ci sia molta più possibilitÃ* di esprimersi con la musica che con la satira”, conclude, “Sono contento di lavorare con Edel perchè è indipendente e ha la sua stabilitÃ*. La difficoltÃ* della discografia è la concezione che l’arte è gratis: non è vero, è un dramma che penalizza il piccolo produttore e il giovane artista”.

Da Rockol.it