PDA

Visualizza Versione Completa : Bel suono o tecnica?



Teosax
20th April 2007, 12:22
Nella propria formazione cosa è meglio prediligere il bel suono o la grande tecnica, messo per scontato che avere al massimo livello tutt'e due le cose è moooolto dura? :cry:

PallaDiCannone
20th April 2007, 13:38
Io sono per il bel suono. Aver una gran tecnica aiuta, e ti permette di poter usufruire di un repertorio molto vasto, ma senza suono difficilmente riuscirai ad essere interessante, si potrebbe anche provocare "fastidio", ci sono tante persone che danno al loro sax un suono da vecchia stufa!!
Se hai un gran suono e una tecnica non eccezionale vuol dire che basterÃ* scegliere il repertorio adeguato per riuscire a fare ugualmente una grandissima figura

gene
20th April 2007, 13:50
il bel suono, il proprio timbro, il sax è come la voce, il canto, LA TUA VOCE, ognuno, bella o brutta ha la sua.
Ed è per questo che il sax è MERAVIGLIOSO.
Dal timbro del sax si riconosce il musicista.
SarÃ* che ascolto sassofonisti da troppi anni....ne riesco a riconoscere parecchi.
La tecnica è importante, ma bisogna saper raccontare una storia.
Questo è suonare, altrimenti rimane uno sterile esercizio, ascolti e dici, bravo questo, ma non ti commuove, non ti lascia niente dentro.
Miles, che non era un gran trombettista (tecnicamente), faceva quattro note, ed io penso, c....zo, meglio di così, non si può fare.
Bisogna lavorare per sottrazione, ma per fare ciò...bisogna saper suonare...invito tutti i sassofonisti a trovare i soli di Miles, e ripeterli con lo strumento...si imparano molte cose.....

Teosax
20th April 2007, 14:19
Qui toccate un libro aperto, non a caso ho aperto questo post...

Io sono uno di quelli della scuola "Mondelciana", cioè la scuola che sin dai primi momenti ti "ficca nel cervello" la tecnica e il giusto modo per produrre un suono bello e personale.
Paradossalmente nella musica classica è la cosa più difficile da ottenere, e tale scuola ha come credo il fatto che partendo da un bel suono, con la giusta emissione si può raggiungere e superare qualsiasi limite prettamente tecnico.

La scuola francese invece, produce sassofonisti dal suono identico, tutti cloni, con una tecnica sopraffina spesso, solo perché non fanno altro dalla mattina alla sera: esercizi su esercizi di tecnica pura. Il problema è che quando suonano un pezzo cantabile e lento, dove c'è da tirare fuori l'espressivitÃ*, è letteralmente un disastro!

Io preferisco di gran lunga trasmettere emozioni con il suono, giustamente detta la nostra voce, anche se è vero che un minimo di tecnica bisogna averla, anche di alto livello, e per arrivare a questo bisogna veramente studiare tanto.

PallaDiCannone
20th April 2007, 20:31
Come non quotare Teosax? anche io ho avuto maestri che mi hanno inculcato l'importanza del suono e dell'espressivitÃ*

20th April 2007, 22:26
Ma curare il bel suono non richiede anch'esso lo studio della tecnica? Secondo me il bel suono è un sottoinsieme della tecninca del sassofono.

Teosax
21st April 2007, 10:40
No proprio visti i risultati ottenuti negli ultimi anni dalla scuola classica in generale.

Sono stati prodotti sassofonisti molto impersonali e con un suono davvaro brutto!
Io credo che tutto stia nella concezione e nell'idea di bel suono che si ha!
Probabilmente per tutta questa gente il bel suono del sassofono è quello che producono loro!

:cry:

Ma in realtÃ* fa schifo!
Il vero suono di un sassofono è più assomigliante a un SASSOFONO che a un'ocarina tappata!

E' anche vero che per ottenere un bel suono, di quelli che dico io... è quasi impossibile o ci vuole una grande tecnica vocale di emissione per otterlo con un bocchino S80 C*.

La tecnica vocale poi (cioè la tecnica per cui il tuo suono è come la tua voce, emettere il suono con gola aperta, emissione dell'aria fluida e nessun muscolo (o quasi) deve essere contratto... più facile da dirsi che a farsi veramente... molti pensano di farla ma in realtÃ* non la fanno completamente) è fondamentale per la raggiunta di un BEL suono.
Questa tecnica spesso porta via tempo allo studio della tecnica strumentale. E' per questo che oggi giorno è molto difficile (se non impossibile) trovare un sassofonista che eccelle in tutti e due gli aspetti.

Questo è il mio punto di vista... poi posso anche sbagliare

Simone Borgianni
21st April 2007, 10:46
Il timbro sicuramente, come dice gene Miles è un riferimento , in particolare mi piace moltissimo Autumn Leaves .....poche note ma mi emoziona tutte le volte che l'ascolto ;)

21st April 2007, 12:20
In effetti, tenere la gola aperta è molto importante per avere davvero un bel suono.
Il mio Maestro di sax mi diceva che ciò è importante ad esempio quando dobbiamo suonare delle note acute: infatti, se non apriamo la gola ma teniamo i muscoli molto contratti (nell'erronea idea che più si sale e più c'è da chiudere la gola), spesso non riusciamo ad emettere un suono o, se ci riusciamo, esce un suono brutto da sentire e spesso molto calante.

Così lui mi ha sempre detto di prestare attenzione a questa cosa, insime al fatto di controllare continuamente che la mia respirazione fosse corretta (cioè, per ottenere un bel suono, non basta la gola aperta, ma serve anche una buona spinta diaframmatica).

Teosax
21st April 2007, 13:13
Esattamente!

Tutto questo è davvero corretto!
Però è sempre più facile a dirsi che a farsi.

Quello che voglio far notare, è che magari tale impostazione corretta è dura da fare durare nel tempo.
Durante le esecuzioni, può capitare che tale impostazione si alteri anche leggermente, perché i muscoli a cui facciamo riferimento sono semi-passivi, cioè possono essere controllati, ma anche muoversi di riflesso a seconda di come stiamo con il corpo, ecc...

Quindi è per quello che magari crediamo di avere una buona impostazione e una buona spinta, ma in realtÃ* potrebbe essere meglio.

I risultati si sentono subito.

La respirazione e la buona emissione, è strettamente correlata e complementare alla tecnica vocale.

L'aria che passa non dovrÃ* avere nessuna costrizione nella zona della gola, sia in quantitÃ*, che in velocitÃ*, che in "forma dell'aria" (l'aria che passa dobbiamo immaginarla con una forma circolare e regolare).

In questo modo avremo una totale emissione, e la vibrazione dell'ancia ne gioverÃ* in tutti i registri e in tutte le dinamiche.

gene
23rd April 2007, 06:54
Teo me la levi una cuoriositÃ*....
parlando sempre di bel suono, gli strumentisti di estrazione accademica, generalmente, quali strumenti (marca e modello), quali imboccature e quali ancie usano.

Teosax
23rd April 2007, 10:31
Allora, prima vorrei non far passare il messaggio:

Il bel suono è SOLO quello classico... assolutamente no!

Ogni linguaggio per tradizione ha un suo suono.

La classica predilige un suono preciso, senza soffio e limpido. (poi aggiungo dell'altro dopo)
Il jazz predilige per tradizione altri suoni, spesso il soffio deve essere parte integrante del suono, l'imperfezione sonora è più tollerata e anzi in certi casi è ricercata. Il suono è sempre ricco di armonici.
Il liscio... ecc... ecc...

Se fate caso ogni linguaggio ha un modo di suonare diverso... ma così è anche per gli altri strumenti. Non c'è nulla di strano in questo.
Il problema PRINCIPALE, è che i sassofonisti classici che la storia ci ha dato ad un certo punto, hanno (a mio personalissimo parere) ucciso il bel suono classico del sassofono, utilizzando setup chiusi come bocchini S80C*, e uccidendo il vintage con la scelta di sassofoni moderni molto meno "personali" dei grandi "modello 26" fino al "Mark VI".

Detto questo ancora questi errori vengono ascoltati, purtroppo trascinati dai grandi (tranne i due più grandi italiani, evviva! noi ci dobbiamo sempre distinguere).

Setup classico attuale CONTRALTO: Selmer SAIII con bocchino C*

... viene fuori ... che viene fuori... un sassofono? :cry:

Setup classico con un suono vero CONTRALTO: Mark VI con bocchino soloist D o E

Spero di aver fatto intendere con questi esempi il mio pensiero.

25th April 2007, 21:31
Tra le cose che Teosax dice molte mi sembrano sensate, altre mi rattristano un po'.

La mia idea è che se in italia continuiamo a rifiutarci di uscire dal nostro guscio tra dieci anni avremmo perso ogni credibilitÃ* per quanto riguarda il mondo del sassofono classico. Questo non vuol dire omologarsi alla fantomatica scuola francese, il fatto di essere impersonali dipende dalla capacitÃ* critica di ognuno.

Sono perfettamene d'accordo con teo quando dice che avere un bel suono è fondamentale e che la personalitÃ* di ogni sassofonista deve mantenersi intatta. Tuttavia, l'idea che la scuola "francese" si limiti a sfornare "operai della tecnica" mi sembra molto più che limitata...e ancor meno plausibile la sua idea che sia impossibile trovare sassofonisti che uniscano suono personale/alto livello tecnico/bel suono.

Questo argomento mi sta veramente a cuore, per ciò vorrei capire a chi si riferisce teo quando parla di uccidere il sassofono classico e di bocchini c*...vorrei dei nomi.

vorrei sapere se ha seguito dei corsi o sentito dei concerti di questi assassini del sax e chi sono i suoi modelli a parte Mondelci.

Grazie
Vittoria

Teosax
26th April 2007, 09:48
Ciao Vitto,

innanzitutto, le cose che dico non ho mai detto che sono la veritÃ* divina!
Queste cose sono il mio pensiero, e potrebbe anche essere totalmente sbagliato!
Proprio per questo la cosa non ti deve rattristare ma far solamente riflettere, poi sei libero di rimanere nelle tue idee oppure no...

Bene, detto questo, credo che non hai capito un concetto del mio discorso...
La scuola classica sassofonistica mondiale è al 80% francese, perché la storia è nata la lì... perché i primi grandi interpreti sono nati lì... ecc... ecc... cioè la storia non ci ha dato una scelta... è questo che dico io...

Il mio pensiero poi è legato strettamente alla tipologia di suono prodotte dalle varie scuole, infatti la scuola italiana mondelciana, è tra le "neo-scuole", l'unica che tira fuori i sassofonisti dal proprio guscio! Ed è quello che per me è giusto.
Ma per un altro magari il bel suono non è quello che penso io (Mondelci, Marzi, tecnica vocale del suono, suono ricco di armonici, ecc..) ma al contrario è bello quello della scuola fin qui più famosa e riconosciuta nel mondo, cioè quella francese.

Ora ti spiego perché la scuola francese (o nord europea) non produce suoni personali a livello tecnico.

Io ho fatto qualche master con J.M. Londeix perché lo ritengo il più grande didatta-sassofonista di tutti i tempi, ma per la tecnica del suono lo ritengo obsoleto. Mio parere ma è così.
La sua scuola, seguita ancora oggi da tanti maestri, prevede l'uso di bocchini chiusi, un'impostazione di imboccatura rigida, e il suono che viene fuori è bene o male uguale per tutti!
Io non ho mai visto e sentito nessuna critica a nessuno da parte di Londeix per il suono prodotto (ti parlo a livelli avanzati).
Le indicazioni per Londeix sono anzi di imboccare più in punta rispetto a quello che facciamo!! Cosa che io non concepisco assolutamente per tecnica sonora che adotto!

Ora se vuoi dei nomi, te li dico subito, non ho problemi al riguardo:

- Arno Bornkamp (NED): grandissimo musicista, ma il suono suono soprattutto se lo si ascolta dal vivo non "passa", è personale perché lui ha grande personalitÃ* è vero, ma spesso privo di armonici, caratteristica principale dei suoni "francesi", gutturali e chiusi.
- Claude Delangle (FRA): stendiamo un velo pietoso sul suo suono (ricordo che suono sempre pareri miei!)
- Federico Mondelci (ITA): il miglior suono prodotto nell'era moderna, il sassofono classico mondiale ha in lui "il suono", ma la tecnica pura non è al pari dei primi due, anche se con il suono ammalia sempre le platee.
- Mario Marzi (ITA): altro suono decisamente ricco di armonici, anche se prevalgono più quelli alti per una impostazione tendelzialmente rigida, ma essendo stato allievo di Federico Mondelci, l'effetto si sente. Tecnicamente impressionante. Suono diverso da quello di Mondelci, personale e ricco.
- Nuburi Sugawa (JAP): l'ho sentito poche volte in registrazione, ma anche lui fa parte della scuola francese e quindi grande tecnica e suono piccolo.
- Vincent David (FRA): idem per Claude Delangle.
- Fabrice Moretti (FRA): è sulla strada della scuola francese, ma tenta di trovare un suono più personale, senza secondo me riuscirci in quanto usa materiali e setup estremi.

Ora questi sono miei pareri nati dalla esperienza sul campo.
Non voglio inculcare a nessuno il mio credo, ma sapere che esiste anche questa scuola di pensiero, che - attenzione - non disprezza la scuola francese, che ha tanti aspetti positivi, ma sostanzialmente ne critica una parte, quello fondamentale dell'emissione e produzione del suono.

Spero di essere stato chiaro e di non aver offeso nessuno.

26th April 2007, 09:57
In parte concordo sia con Teosax che con Vittoria. È vero che all'estero il suono è ovunque lo stesso ("piccolino"), ma è anche vero che l'Italia sta rimanendo esclusa internazionalmente per quanto riguarda il classico. Credo anch'io che i sassofonisti classici Italiani siano un po' snobbati all'estero a livello di concorsi e festival (dagli altri sassofonisti classici intendo). Ma l'Italia è sempre un'eccezione in tutto!

13th May 2007, 15:50
So bene che dovrei stare zitto, non mi dovrei neanche permettere di inviare commenti sul suono classico, basta vedere il mio setup per capire che in materia sono molto lontano. Quando ascolto i sassofonisti classici storco un pochino il naso, molta tecnica e poco suono, tutto mi sembra molto incentrato sulla perfetta esecuzione e interpretazione a prescindere dal suono che deve essere quello a tutti i costi. Per me è naturale apprezzare la diversificazione della scuola italiana e l'attenzione che presta alla qualitÃ* del suono, intesa come voce personale dell'interprete. Ben vengano dunque le ricerche della scuola classica in questo campo, poi se siamo poco apprezzati o poco considerati, pazienza. Noi italiani siamo spesso sottoposti anche ingiustificatamente a questo tipo di esclusioni e non solo nella musica. Quando poi la scuola di riferimento è francese....ancora peggio. Non voglio fare una questione di campanilismo, al contrario, credo che siamo vittime e allo stesso tempo "temuti" da quella mentalitÃ*. Ben vengano dunque tutte quelle scuole e quei ragazzi che tentano la strada della "personalizzazione" e del distacco da quei canoni classici e inamidati di riferimento. Sperimentare sempre e comunque, per innovare, per far crescere la musica, anche se è musica classica. Ciao a tutti.

Smog graffiante
20th May 2007, 22:51
...mmm...mmm....mmm.....
Credo che abbiano ragione un po' tutti e un po' nessuno...
certo,la mia pinione è solo un opinione...ma...
Che ogni sassofonista abbia il suo stile e la sua voce e la si riconosca subito si sa...ed è questa una delle cose più affascinanti del sax...
Il fatto che grandi musicisti nn siano mostri tecnici ma ottimi musicisti è un dato di fatto...Ma non credo che lo stuidio della tecnica sia dannoso!!!anzi!!!!!!Serve!! e neanche poco...
se la fantasia la si ha rimane,nn va a pu**ane perkè uno studia tecnica(anche col metodo francese)...anzi...studiando la tecnica molto bene si possono dire moltissime cose in più!!!!
forse il mio è un casa strano...ma a me accade che quando suono un solo jazz inizio e nn mi fermo...posso stare lì anche + di un quarto d'ora...perkè in testa ho un fiume di idee...eppure ad un tratto devo kiudere e smetter di suonare,perkè so che ancora nn ho la capacitÃ* per dire tutte le cose ke vorrei(come frasi molto ma molto veloci acuti molto molto forti e alti),perkè la mia tecnica è ancora in via di sviluppo...

Che la gola vada tenuta aperta si sa,ed è giusto,ma ragazzi,il metodo francese di certo nn è il + divertente,ma se si ha la voglia di studiare,perkè si vuole diventare bravi,lo si fa tranquillamente...l'importante è avere sempre nuovi stimoli a studiare e nn cadere del tunnel del solo esercizio tecnico che il metodo francese ha.

Io sono nei dintorni di L'Aquila,dove il metodo francese va per la maggiore,e il mio maestro,diplomato al conservatorio di L'aquila,mi ha sempre insegnato quello,anche se mi ha sempre detto di nn smettere mai di sviluppare la fantasia e la bellezza del suono,che è la cosa + importante

Quindi io credo che avere poca tecnica sia sicuramente nocivo per un musicista,(nn guardiamo i grandi geni della musica tipo Davis o altri) perkè poi si hanno (o almeno io la vedo cosi) meno modi di dire le cose .

E' come se uno scrittore nn conoscesse la grammatica e nn avesse un vasto lessico...può avere tutta la fantsia del mondo,ma senza le parole nn va da nessuna parte

chiedo scusa per l'intrusione,e ripeto che questa è solo la mia modesta opinione

David Brutti
22nd November 2007, 16:27
In parte concordo sia con Teosax che con Vittoria. È vero che all'estero il suono è ovunque lo stesso ("piccolino"), ma è anche vero che l'Italia sta rimanendo esclusa internazionalmente per quanto riguarda il classico. Credo anch'io che i sassofonisti classici Italiani siano un po' snobbati all'estero a livello di concorsi e festival (dagli altri sassofonisti classici intendo). Ma l'Italia è sempre un'eccezione in tutto!

Per quel che riguarda la mia esperienza personale, i sassofonisti classici italiani sono snobbati internazionalmente anche a causa del fatto che manca totalmente la pratica della corretta intonazione. Questa componente imprescindibile e basilare non è considerata tale nemmeno nelle scuole piu' prestigiose d'italia. Non si praticano affatto l'educazione dell'orecchio e i risultati si sentono, credetemi!!! Una delle frasi di Londeix che mi ha assai colpito è stata questa: quando sono in giuria o tra il pubblico e mi capita un sassofonista stonato non riesco a concentrarmi su null'altro se non sul fatto che è stonato. Purtroppo tutte le qualitÃ* del musicista passano in secondo piano se non si possiede una buona intonazione.
Altro fattore essenziale dell'emarginazione italiana è il fatto che non si studiano abbastanza i capisaldi del repertorio e ci si fossilizza soltanto sui brani neoclassici francesi (che ricordo hanno un'importanza davvero relativa nel panorama musicale attuale). Pochi hanno in repertorio ad esempio la famosa sonata di Denisov, il quartetto di Anton Webern, la rapsodia di Debussy o la ballata di Frank Martin.
C'è quindi anche un problema di grave ignoranza e scarsa conoscenza del repertorio.
Denoto che spesso, inoltre, si tende a scambiare personalitÃ* con atteggiamenti naif e un pò ignoranti (spesso le interpretazioni fuori stile sono la regola!).
Non da ultimo il fattore tecnico: mettiamoci in testa una cosa; visto il mercato davvero esiguo e selettivo, se si vuol fare strada nel classico bisogna raggiungere l'eccellenza in ogni componente, conoscere e saper suonare molti stili diversi ed avere una conoscenza approfondita del proprio strumento (armonici, sovracuti, multifonici etc...).

27th December 2007, 15:07
Teosax, premetto che a me stanno particolarmente antipatici i francesi, ma non concordo minimamente con quello che affermi.
Ho seguito Delangle in masterclass e dire che ha un brutto suono é una bestemmia, come dire che ha un suono piccolo o che utilizza setup standard con c* (che delangle non ha mai utilizzato)
Innanzi tutto c' é da fare chiarezza, quello che mi sembra evincere dalle tue affermazioni é che sei rimasto alquanto indietro nella conoscenza della scuola francese. Il setup di cui parli e che fa suonare il sax come un' ocarina tappata risale almeno a 20 anni fa ed è quello che utilizza Londeix (tra l' altro maestro di Mondelci).
Essendo Londeix un didatta con molto seguito in Italia ha lasciato in giro molti sassofonisti "attappati" che seguono le sue indicazioni in modo acritico e dogmatico e che diffondono questa idea errata della scuola francese creando i luoghi comuni ai quali ancori le tue affermazioni.
Non si può negare la competenza francese, loro hanno una grande tradizione che va guardata con rispetto e criticitÃ* allo stesso tempo.
D' altro canto é importante svincolarsi da loro e cercare di creare una nostra specificitÃ* come sassofonosti italiani, per questo apprezzo Mondelci che é un grande caposcuola.
Insomma é un discorso lunghissimo e molto interessante ma bisogna stare attenti a non peccare di presunzione ed a lanciarsi in critiche impietose gratuite!
A presto

Giuseppe
ANEMOSquartet

Nous
27th December 2007, 16:44
Io credo che prediligere suono o tecnica sia il modo migliore per diventare mezzi suonatori.
Che me ne faccio di un bel suono se non posso applicarlo a pezzi tecnicamente impegnativi?
A che serve essere tecnicamente perfetti se quando si suona si fanno accorrere le papere in calore?
Certo, essere scarsi tecnicamente con un suono pessimo è il peggio...ma perchè limitare la propria crescita ad un solo aspetto?

Teosax
28th December 2007, 00:41
Teosax, premetto che a me stanno particolarmente antipatici i francesi, ma non concordo minimamente con quello che affermi.

Il mondo è bello perché è vario!



Ho seguito Delangle in masterclass e dire che ha un brutto suono é una bestemmia, come dire che ha un suono piccolo o che utilizza setup standard con c* (che delangle non ha mai utilizzato)
Innanzi tutto c' é da fare chiarezza, quello che mi sembra evincere dalle tue affermazioni é che sei rimasto alquanto indietro nella conoscenza della scuola francese. Il setup di cui parli e che fa suonare il sax come un' ocarina tappata risale almeno a 20 anni fa ed è quello che utilizza Londeix (tra l' altro maestro di Mondelci).

Se sono rimasto indietro, questa è una tua opinione, più o meno contestabile in quanto non mi conosci e io non sto a quantificare il tuo grado di preparazione sulle varie scuole. Le Master Class non le hai fatte solo tu. Infatti si parla sempre di opinioni, visto che la tua a mio MODESTISSIMO parere (non mi ritengo nessuno, al contrario di quanto affermi tu) è una idea sbagliata della scuola francese. Poi ognuno la pensa come vuole. Andatevi a vedere i vincitori delle varie edizioni di DINANT, che dovrebbe essere il concorso mondiale per eccellenza sassofonistico, e vedrete che quello che dico potrebbe avere un riscontro...


Essendo Londeix un didatta con molto seguito in Italia ha lasciato in giro molti sassofonisti "attappati" che seguono le sue indicazioni in modo acritico e dogmatico e che diffondono questa idea errata della scuola francese creando i luoghi comuni ai quali ancori le tue affermazioni.

L'unico vero luogo comune qui è continuare a dire che il vero suono classico è quello francese


Non si può negare la competenza francese, loro hanno una grande tradizione che va guardata con rispetto e criticitÃ* allo stesso tempo.

Nessuno la nega, ma ho semplicemente detto solo la parte critica che riguarda il suono. Hanno anche tante belle qualitÃ*, non lo nego e non lo farò mai! Ma non è necessario rimanere ancorati ad una scuola di pensiero solo perché il sassofono ha visto la sua nascita nei paesi francofoni. Mi pare intellettualmente ottuso. Anche se poi le cose buone da prendere ci sono e non si negano.


D' altro canto é importante svincolarsi da loro e cercare di creare una nostra specificitÃ* come sassofonosti italiani, per questo apprezzo Mondelci che é un grande caposcuola.

Sono d'accordo su tutto. Il fatto che Mondelci si sia ad un certo punto distaccato avrÃ* un motivo di fondo credo... poi per caritÃ*... OPINIONI...


Insomma é un discorso lunghissimo e molto interessante ma bisogna stare attenti a non peccare di presunzione ed a lanciarsi in critiche impietose gratuite!

Il fatto che mi dai del presuntuoso mi sconcerta un pò, visto che non mi conosci e ho semplicemente dato una mia opinione non pretendendo di dire veritÃ* assolute. Non mi pare di essere stato presuntuoso e di aver lanciato critiche impietose. Ribadisco i miei pensieri dal primo all'ultimo. Se ho offeso qualcuno me ne dispiace veramente e chiedo scusa fin da ora.
La presunzione sta altrove...

A presto

Matteo
Atem Saxophone Quartet

28th December 2007, 02:34
Mi trovi d' accordo sulla questione riguardante l' esclusivitÃ* Francese nel sax classico, ma per favore non prendrla sul personale, se infatti ti appelli al tuo diritto di opinione nella critica a al mondo sassofonistico permettimi di giustificare le mie affermazioni godendo del tuo stesso privilegio. Sinceramente per quanto riguarda il setup sono circa dieci anni che non vedo l' imputato c* sui sax degli odiati cugini d' oltralpe che citi (con il quale qualcuno suona anche bene, ma questo è un mio parere), e sono d' accordissimo con david e sul suo discorso che mi sembra la soluzione a questa diatriba che abbiamo sollevato.
Il problema che affligge un po' il nostro mondo è quello di non andare oltre la tecnica srumentale sassofonistica (che è fondamentale ma non è musica), il pubblico non vuole sapere se il sassofonista che suona appartiene alla scuola francese o é allievo di Mondelci ma semplicemente sentire musica.
Io come sassofonista posso apprezzare di più un approccio rispetto ad un altro, ma sarei uno sciocco se criticassi un' esecuzione che ha un valore aggiunto a livello artistico e comunicativo solo perché l' esecutore non è della mia stessa parrocchia.
Scusami Matteo per il tono del precedente post in effetti in alcuni tratti poteva sembrare una critica diretta a te ma ti assicuro che non é così; conosco il vostro quartetto e stimo il vostro lavoro.
Anche noi giovani sassofonisti classici italiani, che avvertiamo la necessitÃ* di avere un peso maggiore nel panorama classico nazionale, ed in quello sassofonistico internazionale dovremmo essere più uniti e superare le resistenze che ci dividono in quanto appartenenti a scuole di pensiero differenti. Insomma se continuiamo sulla linea che vede solo scuole contrapposte per questioni di imboccature, ance vibrato suono e tante altre importanti variabili tecniche e non badiamo alla musica che é il risultato finale, l' arte, qualcosa che non si può ridurre ad un C* (visto che trattasi di bocchino riduttivo), non andremo mai da nessuna parte.
Il suono del sax è bello perchè è vario, e non va postulato a priori. Spero che tu non mi porti rancore ed attendo una tua risposta per conoscere il tuo parere.
A presto
Giuseppe

David Brutti
28th December 2007, 10:43
Il punto non è questo: ciò che mi sembra drammatico è che capi scuola di tal fatta amino spesso imporre agli altri il proprio modo di pensare e di suonare in modo assai chiuso mentalmente e poco critico.

Del tipo: si suona così e basta! Il suono del sax è questo e basta!
Il fatto poi che tali capi scuola abbiano conoscenze falsate e parziali del sax non aiuta di certo (non conoscono e non apprezzano il Jazz, l'altra metÃ* e forse tre quarti del sax! non amano il modo di suonare di ensemble storici come i rascher soltanto perchè non suonano come dicono loro etc...).

Il problema è che, come dici tu stesso,in questo modo si creano delle barricate tra "allievi di", si spegne il cervello e non si pensa piu' alla musica. Non solo: si smette di pensare ad essere comunicativi ed interessanti. Vorrei ricordare che il sax è uno "strumento" e che quindi è un "oggetto che serve a"... . Il resto ce lo mette l'artista!

Un'ultima considerazione: la situazione per il sax "classico" è davvero triste non solo in Italia ma anche all'estero dove la "nicchia" è ancora piu' isolata dal contesto musicale. Probabilmente, se il sax non fosse stato integrato ben presto negli ambienti musicali jazzistici, sarebbe uno dei tanti "dinosauri organologici" ottocenteschi destìnati ad essere mangiati dalla storia (do you remember the sarrousophone?). Forse cè qualcosa che non va nel sax classico?

Teosax
28th December 2007, 13:23
Mi trovi d' accordo sulla questione riguardante l' esclusivitÃ* Francese nel sax classico, ma per favore non prendrla sul personale, se infatti ti appelli al tuo diritto di opinione nella critica a al mondo sassofonistico permettimi di giustificare le mie affermazioni godendo del tuo stesso privilegio.

Tranquillo non la prendo sul personale! Ognuno ha il diritto di esporre le proprie opinioni, sia io che tu, come tutti.


Sinceramente per quanto riguarda il setup sono circa dieci anni che non vedo l' imputato c* sui sax degli odiati cugini d' oltralpe che citi (con il quale qualcuno suona anche bene, ma questo è un mio parere), e sono d' accordissimo con david e sul suo discorso che mi sembra la soluzione a questa diatriba che abbiamo sollevato.

Il mio discorso sul C* forse è stato un pò frainteso in quanto molto probabilmente non mi sono neanche spiegato molto bene... Per me il C* non è un bocchino da "menomati sassofonistici"... anzi... ritengo sia un bocchino di facile controllo che aiuta tantissimo in esecuzioni di determinati repertori... Non è però da imporre come bocchino... In ogni caso se i sassofonisti francesi o derivanti da quella scuola non usano il C*, quello che volevo dire è che usano bocchini per cameratura o per apertura simili... il risultato non cambia...


Il problema che affligge un po' il nostro mondo è quello di non andare oltre la tecnica srumentale sassofonistica (che è fondamentale ma non è musica), il pubblico non vuole sapere se il sassofonista che suona appartiene alla scuola francese o é allievo di Mondelci ma semplicemente sentire musica.
Io come sassofonista posso apprezzare di più un approccio rispetto ad un altro, ma sarei uno sciocco se criticassi un' esecuzione che ha un valore aggiunto a livello artistico e comunicativo solo perché l' esecutore non è della mia stessa parrocchia.

Questo discorso lo quoto in ogni singola parola! Bravo! ;-) Tuttavia continuo a dire che dal mio punto di vista i grandi sassofonisti internazionali di scuola e pensiero francese, (oltre ad avere cose buone) hanno delle pecche... anche strumentali... con questo non voglio dire che io sono più bravo di loro... si parla sempre di grandi sassofonisti.


Scusami Matteo per il tono del precedente post in effetti in alcuni tratti poteva sembrare una critica diretta a te ma ti assicuro che non é così; conosco il vostro quartetto e stimo il vostro lavoro.

Non ti preoccupare!


Anche noi giovani sassofonisti classici italiani, che avvertiamo la necessitÃ* di avere un peso maggiore nel panorama classico nazionale, ed in quello sassofonistico internazionale dovremmo essere più uniti e superare le resistenze che ci dividono in quanto appartenenti a scuole di pensiero differenti. Insomma se continuiamo sulla linea che vede solo scuole contrapposte per questioni di imboccature, ance vibrato suono e tante altre importanti variabili tecniche e non badiamo alla musica che é il risultato finale, l' arte, qualcosa che non si può ridurre ad un C* (visto che trattasi di bocchino riduttivo), non andremo mai da nessuna parte.
Il suono del sax è bello perchè è vario, e non va postulato a priori.

Sono d'accordo. Anche se il mio discorso (sempre colpa mia perché non mi sono spiegato bene) non è ridotto all'uso di un bocchino naturalmente... so che essere sassofonisti non dipende da un bocchino e basta... la mia scuola di pensiero comunque critica certi approcci al sassofono... tutto qua... che sono prettamente francesi. Poi il mio pensiero può essere criticato da altri. In ogni caso l'unione che ci deve essere tra noi italiani nella divulgazione del nostro repertorio (che è vastissimo al contrario di quello che si pensa) nel mondo classico nazionale e internazionale deve essere REALE e sono d'accordissimo con te. Ma questa è un'altra cosa che non va ad intaccare le libere opinioni di ognuno di noi.


Spero che tu non mi porti rancore ed attendo una tua risposta per conoscere il tuo parere.

Io non porto rancore a nessuno! Figuriamoci a te che non conosco personalmente! Chi mi conosce sa che sono una delle persone più pacate del mondo.

A presto
Matteo

28th December 2007, 15:01
Teosax sono d' accordo completamente! Anche con David, non c' é qualcosa che non va nel sax classico, c' é molto che non va! Qui si vanno a toccare temi che escono dalla tecnica, dal suono e dalla musica e sfiorano quelle che sono state scelte politiche nel costruire la classe docente italiana negli anni 80. Purtroppo é anche colpa loro se non abbiamo un peso ed una credibilitÃ* sia nazionale che internazionale.
Il sax é partito con un gap rispetto ad altri strumenti con una storia più lunga alle spalle nel mondo dei conservatori, naturalmente affidare cattedre a chiunque sapesse reggere uno strumento in mano, gente senza competenza, che attualmente insegna ed ha la presunzione di essere equiparata ad un docente universitario non ci ha aiutato affatto!
Sta a noi cambiare le cose, cercare di suonare musica italiana e commissionare musica ai compositori.
Per quanto riguarda tecnica e suono, il sax non é nient' altro che un amplificatore che va sudiato in tutte le sue peculiaritÃ*, la musica sta dentro di noi ed è qualcosa di alto che sfugge a scuole schemi e quant' altro cerchi di incanalarla rigidamente!

28th December 2007, 15:25
Naturalmente ci sono anche bravi insegnanti!