PDA

Visualizza Versione Completa : Setup



Teosax
19th April 2007, 16:30
Parliamo di setup per suonare il sassofono classico...

Io personalmente suono con quello che ho nella firma... e sono un sassofonista classico comunque atipico perché uso setup abbastanza aperti rispetto alla norma!

PallaDiCannone
19th April 2007, 18:34
Quando suonavo e studiavo classica io usavo il setup più comune (penso)
Sax alto Selmer III e bocchino Selmer C*

PallaDiCannone
19th April 2007, 18:35
dimenticavo...usavo ance Vandoren classiche 2 1/2

Teosax
19th April 2007, 19:23
Infatti... questo purtroppo (a mio avviso purtroppo) è il setup più usato e più consigliato dalla stragrande maggioranza degli insegnanti non solo in Italia, ma in quasi tutta Europa.

in Francia, madre della scuola classica sassofononistica, si usa il C* Selmer, con ance dure, che da un suono chiuso e poco timbrato a mio avviso.
Il Selmer C* è un bocchino a camera quadrata, che ti da alta stabilitÃ* ma poco range in tutti gli aspetti musicali: armonici, dinamica, timbro... sembra che suoni un computer!

In Olanda e un pò tutta la scuola nordica si usano bocchini Vandoren, a camera tonda...
Questi sono giÃ* meglio del C* per quanto riguarda il risutato timbrico ma a mio avviso danno un suono ancora troppo impersonale.

In Italia, visto che la scuola deriva da quella francese si usa il C*, pochi usano il C**.
Solo un insegnante, cioè Mondelci (capostipite della scuola italiana che predilige il suono alla tecnica fine a se stessa) dopo che hai preso confidenza con lo strumento ti fa iniziare a usare bocchini più aperti come il selmer S90/190.

Credo che il sassofono è uno strumento che ha innumerevoli possibilitÃ* timbriche e offuscare tali possibilitÃ* con bocchini come il C* sia un grave errore.
I jazzisti suonano con bocchini aperti molto più ricchi di armonici, un motivo ci sarÃ*... bhe io suono musica classica con Soloist E, bocchino che rispetto al C* è agli antipodi... moooolto più aperto, ma anche più difficile da controllare nell'intonazione. Bisogna costantemente usare l'orecchio.
Ma quello che si guadagna in timbrica e dinamica è elevatissimo e l'ascoltatore sente la differenza, esperto o no che sia.

Saxwilly
19th April 2007, 19:45
Il Selmer C* è un bocchino a camera quadrata, che ti da alta stabilitÃ* ma poco range in tutti gli aspetti musicali: armonici, dinamica, timbro... sembra che suoni un computer!


Scusa se ti contraddico.. Ma non è il C* in se ad avere la cameratura quadrata... E' il modello S80 della selmer che ha la camerÃ* quadrata, qualunque sia la sua apertura...
Mentre il soloist (per fare un esempio) non ha la camera quadrata... anke se esiste il C*...

Penso che lo sapevi, ma hai sbagliato a scrivere...

Ho corretto perchè così i lettori non si confondono...!

Teosax
19th April 2007, 20:06
Si scusa hai ragione mi sono spiegato male effettivamente

Teosax
19th April 2007, 20:11
... è che mi viene automatico pensare al C* quello della serie S80 perché per noi classici è il più usato se non il SOLO usato. Quindi anche nella spiegazione non mi è saltato in testa di spiegare questa cosa... ma effettivamente bisogna spiegarlo...

PallaDiCannone
19th April 2007, 22:33
Infatti, il C* usato nel classico è della serie S80 (per lo più). Ho sentito parecchi saxofonisti usare bocchini vandoren e devo dire che in molti non mi hanno fatto una buona impressione, avevano un suono troppo "soffioso" soprattutto nei passaggi a volume bassissimo

20th April 2007, 11:13
Sì, hai ragione. Io ho visto che molti non europei usano i vandoren (soptattutto AL3 e AL4)...in passato li ho provati e sinceramente li ho trovati molto, troppo chiusi... :mad:

Teosax
20th April 2007, 12:13
Effettivamente sono d'accordo sui Vandoren...

prendiamo per esempio uno dei più grandi e conosciuti sassofonisti classici al mondo: Arno Bornkamp (olandese).

Il suo setup è costituito da un bocchino Vandoren.

Ora, sui dischi il suo suono è diciamo il più accettabile tra i "nordici", ma se lo si ascolta dal vivo e da vicino, il suono risulta piccolo, soffioso (caratteristica dei Vandoren e caratteristica nella classica da non avere), e solo con la sua grande maestria e musicalitÃ* riesce ad ottenere risultati apprezzati comunque nel mondo classico.

Mondelci (altro "pezzo grosso"), usa Selmer S90/190 producendo (questo solo lui) un suono a parere di molti che si avvicina alla perfezione (anche se tecnicamente è "inferiore" ad altri e dello stesso sopracitato Bornkamp.

Io credo che il setup comunque sia sia personale anche se non completamente, in quanto non condivido la ricerca di suoni piccoli nel sassofono, come se si stesse suonando un'ocarina!!
Il sassofono anche se si suona classica, è un SASSOFONO e come tale va suonato.
Con un pò di pratica, bocchini più aperti non sono impossibili da controllare, basta avere la giusta impostazione e il giusto orecchio e il pubblico ringrazierÃ*!!

8th May 2007, 09:56
Io come da firma posseggo un selmer solist E ma non riesco ad usarlo per la classica....E il C* e il C** sono un po' trppo chiusi...Adesso mi trovo molto bene con il D S80....
Comunque per chi lo fa di professione consiglio le imbocchature Pomarico, sia in cristallo che in legno....per la classica sono strepitose ed in oltre se si va in fabbrica le preparano anche su misura....

30th December 2007, 03:28
Io invece utilizzo quasi esclusivamente vandoren, sull' alto AL4, tenore T20 e Baritono B35.
Dei tre devo dire che sono molto soddisfatto dell' AL4; ha un buon volume, stabilitÃ*, facilitÃ* d' emissione ed anche una buona quantitÃ* d' armonici, è molto simile ad un S90 190 ma ha una camera tonda che arricchisce un po' il suono. Il T20 non è entusiasmante, gli manca profonditÃ* e pecca nello sviluppo di armonici gravi, penso di sostituirlo con un solist vintage D short shank che ho recuperato con grande fortuna.
Il B35 è un bocchino strano a volte lo amo, a volte lo fionderei dalla finestra, ultiamente la finestra è molto vicina! Lo alterno con un selmer S80 E che effettivamente é più scuro e preciso anche se ha un pizzico di volume in meno. Il problema del B35 è la sua tendenza a sporcarsi, c' é chi lo suona veramente bene ma, a me da risultati altalenanti e questa cosa è abbastanza odiosa.
Il setup é una delle cose più affascinanti nel sax, ma se posso dare un parere non bisogna esserne schiavi, ma avere chiaro in mente ciò che si vuole ottenere. Per esempio alcuni di noi utilizzano setup quasi jazzistici (se proprio vogliamo postulare un setup jazz generico) per fare musica classica.
Per fare una cosa del genere bisogna essere davvero competenti, il controllo infatti risulta molto più complesso ma se si conosce l' obiettivo (ovvero il suono che si vuole ottenere) la complessitÃ* diventa fonte d' arricchimento, ed in questo caso si arricchisce il suono d' armonici.
Naturalmente con l' aiuto di una buona dose di studio, per controllare anche fattori cruciali come lo staccato, gli armonici, sovracuti, intonazione si domano anche belve come soloist E od F con il vantaggio di poter sciogliere la belva all' occorrenza ed avere una possibilitÃ* espressiva in più (scusate la figura retorica della belva). Certo che un s80 C* (per continuare con la saga delle bestie) é docile come un agnellino nel controllo, ma rendere un agnellino autorevole è a dir poco ardua impresa!
Altrimenti per le feste natalizie consiglio a tutti la nuova linea di bocchini Pandoren e siamo tutti più felici!
A presto Giuseppe

Nous
30th December 2007, 18:50
Qualcuno mi ha suggerito un Selmer S90 180 per la classica...visto che costa relativamente poco (meno di 70 euro) penso che lo proverò.

31st December 2007, 14:55
Ho cominciato a suonare da bambino con un S90 170, è un tappo e va suonato con ance dure tipo vandoren blu 4, non é molto sonoro anche se il mio insegnante (enzo filippetti quartetto di sassofoni accademia http://www.accademiasax.com) all' epoca tirava fuori un gran suono, pulitissimo e tagliente, penso che pochi riescano ad ottenere volume e sonoritÃ* da imboccature così chiuse. Un altro esempio è Nobuya Sugawa anche lui usa S90 170 ed ha un gran suono, per un ulteriore conferma basta sentirlo con la tokyo kosei wind orchestra dove è primo sax alto e il suo suono emerge veramente bene. L' S90 180 è poco diverso dal 170, io personalmente ti consiglio il 190 ma devi provarli e vedere cosa ti piace di più!
Ciao Giuseppe

8th January 2008, 20:40
In passato ho provato tutti gli AL più in voga (3 e 4). Non so proprio come facciate a suonarci...sembra di avere la sordina!
Ho anche visto e ascoltato sassofonisti di rilievo mondiale suonarci: che tecnica! ma il suono dov'è?
Ho sentito il Concerto di Glazounov con l'orchestra con un AL3: che tecnica! ma il suono dov'è?

A parte l'ironia, a me l'AL3 e l'AL4 sono sembrati da "suonino" sia ascoltandoli che suonandoli.
...dai, almeno noi italiani mettiamoci un po' d'anima nel suono :saxxxx)))
...senza esagerare ;)

9th January 2008, 01:03
Questa questione del suonino così ricorrente nel forum mi comincia a perseguitare!
Bisogna fare un po' di chiarezza sul setup e sulla sua utilitÃ* nella costruzione del famigerato suono. Non basta infatti un' imboccatura aperta per avere un gran suono o un becco più chiuso per causare il suonino e darsi alla tecnica da velocista!
Il suono va costruito, nel senso che ci deve essere un gran lavoro sugli armonici, come fanno i jazzisti, oltre all' ottimo Rascher nessuno impedisce ai classici di studiare Liebman e la sua tecnica di sviluppo del suono, ed è utilissima l' ho provata sulla mia pelle!
Poi l' altra cosa importante è avere chiaro in mente il suono che si vuole ottenere per il resto è una questione di gusto e di sensibilitÃ* musicale personale, c'è chi ama il suono alla francese, chi apprezza la scuola americana, chi sostiene la corrente di Mondelci in Italia.
Io personalmente da italiano non penso di dovermi uniformare al modo di suonare di Mondelci perchè esponente di maggiore rilievo nella nostra nazione, mi piace molto il suo suono e la sua musicalitÃ* un po' di meno il suo modo di vedere il vibrato, ma sono gusti, rimane un grande sassofonista, come del resto lo sono Delangle, Bornkamp, Moretti, Sugawa, Rousseau, Fourmeau e McCrysthal! (tutti mostri sacri)
D' altronde se capovolgiamo il discorso e ci mettiamo nei panni di un qualsiasi collega europeo potremmo dire "questi italiani pensano molto al suono e poco alla tecnica e suonano troppo forte".
Insomma caro Rocri è una questione annosa della quale potremmo dibattere all' infinito, ma il mio indirizzo ultimamente è quello di vedere tecnica e suono come delle semplici componenti, dei mezzi per esprimere la musica!
D' altronde postulare il modo di suonare il sax classico non può far altro che legarci le mani!
P. S.
Rocri con che setup suoni?
io non mi trovo bene con cose troppo aperte su alto e soprano, al contrario sul baritono uso il B35 che è una bella bestia, o un selmer E, in Big Band uso un Berg Larsen 115.

9th January 2008, 13:56
In effetti "mostri sacri" è un po' eccessivo, diciamo che sono molto bravi!
un altra cosa utile per smontare questo meccanismo folle e limitante sarebbe non partecipare ai concorsi per solo sassofono (declinato in quartetti, solista ecc. ecc.) dove vince solo chi la pensa come la commissione, o dove i commissari sassofonisti si spartiscono i posti di rilievo per chi ha studiato con loro. Nessuno ci impedisce di partecipare ai concorsi aperti a tutti gli strumenti, competere tra sassofonisti non fa altro che esaltare il meccanismo per cui si continua a badare solo alla tecnica (suono e meccanica) intesa come dogma imposto e postulato non si capisce da chi!
Un bel quartetto di sax se la può giocare con un blasonato quartetto d' archi se c' è un buon lavoro dietro, quindi per me si può evitare tranquillamente Dinant e simili e partecipare ad un bel concorso di musica da camera dove ci si confronta con altri strumentisti ricordandoci che il nostro fine ultimo non è esprimere "sassofono" ma esprimere musica per mezzo del sassofono!
Comunque questo dibattito sul sax classico in Italia, che si articola attraverso i vari topic del forum è davvero interessante grazie a tutti gli interlocutori!
Giuseppe

David Brutti
9th January 2008, 14:47
In effetti "mostri sacri" è un po' eccessivo, diciamo che sono molto bravi!
Un bel quartetto di sax se la può giocare con un blasonato quartetto d' archi se c' è un buon lavoro dietro, quindi per me si può evitare tranquillamente Dinant e simili e partecipare ad un bel concorso di musica da camera dove ci si confronta con altri strumentisti ricordandoci che il nostro fine ultimo non è esprimere "sassofono" ma esprimere musica per mezzo del sassofono!
Comunque questo dibattito sul sax classico in Italia, che si articola attraverso i vari topic del forum è davvero interessante grazie a tutti gli interlocutori!
Giuseppe

Quoto quoto quoto!!!!!!
Ecco di seguito una lista di concorsi davvero interessanti. In tali competizioni devi gareggiare con musicisti davvero impressionanti e spesso ti trovi a dover difendere il nostro repertorio contro mostri davvero sacri com Bahms o Mozart. La giuria in piu' se ne frega dei problemi legati allo strumento (non essendoci quasi mai sassofonisti in giuria) e pensano solo a quanto vali come musicista e a quanto è interessante la proposta che offri. Si cresce tantissimo ve lo assicuro e in piu' ci sono dei bei soldoni in palio (dai 2500 in su).:

CittÃ* di Caltanissetta,
Gaudeamus - Amsterdam
CittÃ* di Trapani
Palmi
Conero - Ancona
Feroci - San Giovanni Valdarno
CittÃ* di Roma (concorso meraviglioso che oltre ai ricchi premi offre anche la possibilitÃ* di effettuare concerti all'estero)

Tutto il resto è paccottiglia, concorsini con giurie poco qualificate nei quali si cerca di dare un premio a tutti per non scontentare nessuno.

fbisbo76
15th March 2011, 18:13
Ciao a tutti, ecco il mio contributo... spero sia utile per qualcuno :)) relativamente al setup usato nella classica:
Mi sono diplomato in conservatorio nell'ormai lontano 2003...e il mio maestro V.Barbieri è della scuola di Federico Mondelci... Noi allievi e lui compreso usavamo in un primo momento bocchini Selmer S90 180/190 C* o C** ... poi il prof ci disse di passare al bocchino Soloist..e in effetti i miglioramenti li abbiamo visti da subito, specie nel legato (poi a qualcuno non potrà piacere ma il suono del sax classico si ottiene così e timbrando molto i suoni)
Io ho fatto il diploma con un Sax Selmer Alto SA80 II con bocchino Selmer Soloist C** e ance vandoren #3
e questo è un setup che se abbinato ad un ottimo controllo dell'ancia e ad una "pinza" adeguata che non deve mai cambiare su tutto il registro del sax ( quindi occorre parecchio studio) ti permette di fare musica classica e di suonarla bene.. chiaramente questi sono stili particolari che ha adottato il mio prof. non è detto che sia la regola...ma tutte le altre strade personalmente mi sono sembrate sbagliate e non mi hanno portato grandi risultati!
Attualmente suono ancora un poco di musica classica e ad esempio nel quartetto di sax classico che ho sono orientato su bocchini Soloist, magari con meno studio al momento opterei per un' apertura maggiore ad es. un soloist D..( ad es sul soprano yamaha che ho uso un Custom 6cm che suona intonatissimo e si controlla abbestia! quindi tutto è relativo allo strumento che si suona)
Una cosa che riguarda invece chi dice che "i bocchini classici sono troppo chiusi "o che "non proiettano bene il suono" o "sono dei tappi"... io non sono completamente daccordo.. dipende molto da chi lo suona ( vale anche per il jazz credo ) e il fatto che ci siano musicisti, che a parità di setup, riescono a tirare fuori un gran suono con un'ottima proiezione, preciso, intonato ecc.. vuol dire che riescono a timbrare bene il suono e hanno quindi una impostazione che permette loro di tirare fuori da quel bocchino o da quello strumento il massimo. Molti sassofonisti infatti non timbrano affatto i suoni e suonano parecchio "subtone" (come diceva il mio maestro)
Penso nel jazz lo stesso dicasi di chi vuole suonare ad esempio un sax mark VI credendo di ottenere chissà che ...e poi esce fuori un suono che non è assolutamente timbrato e appropriato a quello strumento. Credo che ognuno debba fidarsi molto anche del proprio orecchio musicale, di quello che ritorna all'orecchio suonando e capire cosa è meglio per sè..se si trova a proprio agio.. e poi l'esperienza è fondamentale.
Naturalmente occorre studiare molto in questo senso...personalmente per ottenere risultati discreti ho impiegato diversi annetti ed ho partecipato a diversi stage internazionali del sassofono per capirne un pò di più, ad uno di questi ricordo che c'era David Brutti che mi ha fatto lezione su come suonare il famoso "concertino da camera" di Hibert.. è stato illuminante!

gabrielsax95
22nd April 2011, 12:36
Il mio maestro(Salime) mi fa usare un vandoren AL3

lugapsax
1st June 2011, 15:14
Nei miei quattro miseri anni di conservatorio, ho avuto possibilità di cambiare becchi a valanghe, ho una schizofrenia assurda per quanto concerne il suono. il primo anno il mio insegnante al Conservatorio di Como disse C* ,dopodichè passò da qui Formeau che disse che usava AL3. Ho usato questo becco per un anno quasi e dopo un pò mi ero reso conto dei suoi limiti. poca proiezione, pochi armonici, ma compensati da una facilità impressionante a fare tutto! il mio insegnante lo usa tuttora. solo che per avere un suono più scuro/timbrato dovevo metterci su ance che andavano dal 4 in su come durezza! suonando in orchestra di fiati mi rendevo conto che il limite non era mio, era il bocchino che una volta raggiunto un determinato "livello di pressione", non andava oltre. Detto questo, ho frequentato per due anni una master con i principali esponenti della scuola francese, delangle ecc. sono passato a becchi consigliati da loro: A17, A28 e A20. per un altro anno li ho usati, ma sono giunto allo stesso limite, con gravi problemi di intonazione, soprattutto nel registro acuto. Ora uso un soloist moderno con reface di menaglio, è difficile, ma il suono è molto omogeneo, l'intonazione molto più controllabile, e posso "darci dentro" molto di più. però esci dal solco tracciato da molti insegnanti. il soloist non è ben visto nei conservatori, che molto spesso vogliono il "suono bomboniera", ossia bellino carino e piccino. la potenza e l'influenza di sassofonisti non prettamente "classici" che poi vai a capire quali sono secondo loro, non è spesso accettata. ad esempio, nel mio Conservatorio in pochi sanno chi sia Rascher o Wiedoeft(!) comunque, dipende da cosa uno cerca, ma se devi emergere da una orchestra o essere un solista vero e proprio, la vedo molto dura farlo con un S80 C* o un AL3!

gene
1st June 2011, 19:55
Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza ....... lo disse Albert Einstein ........ io penso che la ricerca del suono, del timbro, è una sfida in primis, contro noi stessi. Il suono è quello che hai in testa, nella mente, e credo che 2011, anche in ambienti accademici, c'è bisogno che qualcuno inizi ad uscire dagli schemi stereotipati e fideistici che avvolgono questi luoghi ritenuti sacri, inviolabili ..... chi avrà il coraggio di presentarsi con un bocchino "diverso" da quelli citati in precedenza ?????
Magari un vecchio Meyer, o Soloist, o Ottolink, o quello che volete ..... OSATE !! !!!!!!!

saxsuper
5th November 2011, 23:33
Per quello che so io,che ho potuto constatare è che ogni bocchino,strumeno e ancora di più ance,non sono uno uguale all'altro,stesso tipo e modello,poi è ancora soggettivo,una combinazione che mi trovo bene io ad un'altro può non piacere...quello che mi è sempre stato consigliato,che faccio e consiglio è che quando uno decide di magari cambiare bocchino o strumento di provarne il più possibile anche della stessa marca e modello,perchè è vero che sono fatti in serie da una macchina ma ognuno e differente e dal mucchio uno trova quello che gli è più congeniale.
Io per 15 anni ho suonato con un soprano Yamaha Cusrom e bocchini usavo o il Selmer C* o l'E o anche un Bari 64,poi ho comprato(per esigenze di quartetto,sfizio e occasione!)un contralto Yanagisawa 991 a mio parere veramente buono,per curiosità ho voluto provare anche il soprano e come ho avuto l'occasione ho cambiato il soprano con un yanagisawa992 con un bocchino Vandoren SL4 e mi trovo benissimo!!invece sul contralto uso un Selmer C** prestatomi da un caro amico che già mi diceva andare benissimo e spero non me lo chieda mai in dietro ;-)