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Visualizza Versione Completa : la musica è arte? e se lo fosse? dal post di viv sulle bande



lordsax
1st September 2010, 17:49
Quello che sostiene viv "bande locali di professionisti stipendiati o sostenuti economicamente" è cio' che di piu' normale e sacrosanto dovrebbe succedere in un paese normale.....la musica come le arti in genere fanno parte della cultura di un paese e conseguentemente lo specchio del livello di formazione in tutti i settori che dovrebbero essere tutelati come immagine primaria del paese, persone e professionalita', giovani su cui investire, l' impoverimento culturale e professionale è un pericoloso indice di decadenza, per lo stesso motivo che un medico dopo essersi fatto il cecce ha diritto ad un lavoro, così come un architetto un geologo o quant' altro...perche' un musicista no', l' italia e' piena di giovani senza futuro, in primis perche' non si sono tutelati i mestieri, le professionalita', i diritti per merito in particolare.
Vi rendete conto che oggi se fai musica sei un pezzente....incredibile...poi i locali si riempiono di falsi musicisti che dopo un falso assolo prendono l' applauso....che vergogna....questo e' decadimento culturale, se in tv oltre che il grande fratello facessero vedere documentari sugli strumenti, sui musicisti veri, esaltandone il valore didattico e artistico, se nelle nostre scuole dell' obbligo il tema musica fosse trattato in maniera adeguata, come patrimonio dell' umanita', ed insegnata con modi e mezzi adeguati....formare menti culturalmente all' altezza dei tempi con i veri valori della vita...ma pare che l' italia debba nell' assoluto immobilismo popolare, sprofondare nel nulla dopo che ha insegnato al mondo tutto o quasi ,in tutti gli ambiti artistici e tecnici, sostituendoci in un popolo di ignoranti.
Quindi magari....ci fossero bande comunali, provinciali, di paese, di quartiere, che potessero mantenere i propri musicanti, per amplificare il livello qualitativo degli stessi, per l' occupazione e per la tutela di un patrimonio in estinzione, questo sarebbe, oltre che un diritto per chi ha studiato tanto, un dovere per uno stato democratico, lungimirante e che pensasse ai propri giovani, alla propria immagine... avete idea quanta musica si poteva fare con 1.800 miliardi di euro di debito pubblico che di certo nn ha arricchito le nuove generazioni?...di settantenni sistemati ce ne sono un' infinita'...forse ci potevamo permettere con orgoglio molte bande e molto altro per un minimo di futuro a tutti i ragazzi di questa italietta...credetemi.
No' agli stipendifici...ma non sarebbe il caso di una banda o un' orchestra o il singolo talentuoso, che lavora e promuove musica...gli stipendifici sono altri...ministeri, pubbliche amministrazioni, uno si fa il mazzo e tre guardano senza un fine che abbia un minimo di logica.... appalti loschi, sperpero di denaro pubblico in mille canali, ma non si puo' parlare nemmeno solo di profitto, profitto, profitto, la musica, l' orchestra o la banda, sono patrimonio culturale e grado di civilta' di un paese, professionalita', immagine, senso di aggregazione, stiamo allevando la generazione di facebook, che trova identita' solo on line in giochi da turbati di mente, nessuno piu' ama il pensiero, il confronto, il rispetto, il sacrificio, la superficialitÃ* incombe, è concettualmente profondamente diverso.
La musica come tante altre attivita' artistiche fa parte di un bene da tutelare e promuovere...come un monumento, da questi patrimoni nascono maestranze, emergono talenti, sarebbe miope quantificare in profitto... gli italiani della storia, artisti, poeti, pittori, venivano spesso finanziati da nobili famiglie per creare il bello, ovvero quell' attitudine che l' uomo ha di esprimere le proprie capacita' che quando arriva nello specifico a certi livelli, si chiama arte...il patrimonio di un popolo.
l' america ha investito sul profitto e la conquista economica con guerre mascherata da diffusione di democrazia....la russia stessi mezzi solo senza alibi, la cina anche...i primi sono con il sedere in terra senza una storia da raccontare, i secondi ed i terzi stanno facendo una categoria di popolo ricchissima e tutto il resto un deserto di poverta' all' insegna del profitto...è calcolato che per una vita media assolutamente decorosa basterebbero tre giorni di lavoro ciascuno..a chi stiamo regalando gli altri tre? uno lo regalerei volentieri perchè in questo paese nascessero strutture e professionalitÃ* in onore e per conto della musica e dei musicisti autentici.

lucaB
2nd September 2010, 11:08
la musica è arte, ma bisogna distinguere che non tutti quelli che fanno musica sono artisti. io per esempio non sono un artista. Questo però non mi esclude dall'avere successo (ovviamente non penso che un giorno avrò successo). Il punto è che il successo di pubblico e il successo artistico sono due cose diverse. In questa situazione è possibilissimo per me che non sono artista (parlo di me ma parlo in generale) suonare qualcosa che verrÃ* apprezzato dal pubblico (il pubblico in generale non è formato da musicisti, cioè è formato da persone che non sanno capire cosa stai suonando, pertanto...). Ammettendo questa possibilitÃ* il mio operato non arriccherebbe la musica, non porterebbe nessuna aggiunta artistica, sarebbe però molto popolare. Arriccherebbe me e chi fa soldi sulle mie royalties.

Perché è possibile fare questo? E' possibile perché la musica si divide in due macrocategorie: la musica fatta per fare ballare la gente, e la musica da concerto/intellettuale/colta quella che bisogna sedersi e ascoltare.
Io non penso sia una questione di valorizzare le bande, secondo me manca proprio un circuito musicale, mancano le jam session, mancano i concerti, manca il fatto di poter andare a casa di Monk a farsi spiegare gli accordi o di entrare al Minton's e suonare con Coleman Hawkins fino alle 3 del mattino per poi uscire dal Minton's e andare all'Onyx e suonare con Bird fino alle 6. Ricordiamo che tutte queste cose erano possibili nonostante i musicisti morissero di fame. Nonostante alla critica non gliene fregasse nulla di quella musica. I soldi non c'erano eppure la Strada straripava di artisti. Le big band di artisti del calibro di Dizzy o Mr B erano costrette a sciogliersi e ricostituirsi regolarmente per mancanza di soldi. Eppure gli artisti c'erano.

Come ha detto il grande Dizzy il punto è che la gente oggi, anche solo per fare delle prove, vuole essere pagata.

mix
2nd September 2010, 11:18
Come ha detto il grande Dizzy il punto è che la gente oggi, anche solo per fare delle prove, vuole essere pagata.

beh dai... qui posso smentirti... noi col nostro gruppo facciamo solo quelle... :lol: ... faremo sì e no 2 date all'anno... e più che essere pagati direi che spendiamo... (tra km, pizze e birrette mi sa che ad oggi potrei avere un sax in platino con i diamanti al posto delle madreperle...)

lordsax
2nd September 2010, 18:41
Per incentivo , intendevo anche creare strutture adatte perche' i giovani dilettanti potessero esibirsi, favorire locali per jam section, anzichè farli chiudere, con regole chiare e stabilite, un appoggio economico per i piu' talentuosi, comunque categoria protetta da salvaguardare per tutti i motivi sopracitati.
Oggi se hai talento ma non sei un genio dell' imprenditoria cosa fai....e comunque nelle citta' nei paesi c'è un buon ritorno alla passione della musica suonata, almeno per certi tipi di strumenti, ma poi le possibilita' di esibirsi? a me rattrista sentire gruppi anche bravi provare un inverno per una data o anche nulla...avere un gruppo e nn potersi esibire e' come comprare la ferrari e tenerla in garage.

gnoato
3rd September 2010, 10:30
La musica è anche arte ma non sempre. Molta musica ha un scopo funzionale (ballo, sottofondo per ambienti e situazioni, intrattenimento in genere, ecc...); in questo caso l'esecutore o il compositore perlopiù non esprime, tutto o in parte, il suo mondo interiore (cioè quello che caratterizza l'artista) ma cerca di adeguarsi a quello che richiede il contesto (poi se è bravo può anche uscirne "prodotto" eccellente). Io quando suono in banda sicuramente non faccio "arte" perché mi limito ad eseguire una musica di altri in cui il mio coinvolgimento emotivo è più o meno limitato; ne faccio un po' di più quando suono con il gruppo e soprattutto quando suono da solo tirando fuori dallo strumento tutto quello che mi viene in quel momento (fischi compresi ...); naturalmente la qualitÃ* è indipendente da questo: ci può essere dell'ottima musica "artigianale" (o "commerciale" se si preferisce) e della pessima musica d'arte.
Andrei quindi con un po' di cautela sul discorso dei sostegni economici pubblici: come è giÃ* stato detto i veri artisti tante volte vengono fuori indipendentemente da qualsiasi "aiuto" esterno ed anzi un po' di sacrifici iniziali aiutano sovente a capire veramente quello che uno può e vuole dare. Poi sono d'accordo che l'artista (nel vero senso della parola) vada in qualche modo sostenuto perché sovente proprio la sua qualitÃ* di artista ne fa un autore di nicchia con poche possibilitÃ* di sostentamento (personalmente non scarico mai la musica di quei musicisti che mi piacciono perché sono più che contento di poter contribuire, con l'acquisto del CD, allo sviluppo del loro percorso creativo).
Per quanto riguarda il discorso delle bande (ma lo estenderei anche ai gruppi) più che sostegno in denaro sarei d'accordo a fornire delle strutture (luoghi in cui provare, occasioni per esibirsi, affitto di materiali, ecc...), perché quando cominciano a muoversi soldi (anche non tantissimi) c'è il rischio che anche la musica diventi uno dei tanti "stipendifici" giÃ* menzionati.

juggler
6th September 2010, 06:53
L'arte non va sovvenzionata, meno che mai con soldi pubblici: l' "artista di stato" è un lacchè dei politici di turno, dovrÃ* assecondare le voglie e i gusti di chi è al potere e lo finanzia; il suo potere nasce dalla visibilitÃ* e dai favori che gli son concessi.
Fellini, un genio assoluto della cinematografia, osannato in tutto il mondo, non riuscì a trovare i soldi, nè pubblici, nè privati, per un progetto che rimase nel cassetto poco prima della sua dipartita.
L'Italia ha il primato di "massacrare" tutte le risorse umane artistiche e non...per beatificarle poi!
Qualunque cosa, oggi, fa riferimento ad un mercato: riesce chi è giÃ* di suo, economicamente forte o chi incomincia a capire cos'è il marketing...
Voi pensate davvero che molti di quelli che oggi stanno sulla scena l'hanno davvero meritato?
Scusate, ma non posso far nomi, nè descrivere situazioni...abito ancora su questo pianeta!
Il messaggio amaro da accettare, oggi, è solo uno: sei un artista? vuoi fare l'artista? bene...sono cazzi tuoi! Hai qualche modalitÃ* per convincere qualcuno che ciò che fai ha una validitÃ*? O è valido solo per quelli come te che credono o fanno quella roba? E quanti sono? Il tuo pubblico ti permette di vivere ovvero compra i tuoi prodotti, segue le tue performance ecc. bene, bravo! Non ce la fai? Ciccia...arrangiati!
Qualunque cosa si faccia, non potrÃ* mai piacere a tutti...l'arte non possiede piu' "valori universali": è "targettizata"!

Danyart
6th September 2010, 10:08
"-l' "artista di stato" è un lacchè dei politici di turno, dovrÃ* assecondare le voglie e i gusti di chi è al potere e lo finanzia; il suo potere nasce dalla visibilitÃ* e dai favori che gli son concessi.-"

verissimo...servirebbe, invece, che gli aspiranti artisti fossero aiutati soprattutto all'inizio, per acquistare attrezzature, poter studiare, insomma iniziare la professione...ma questo non succederÃ* mai, è proprio come ha detto juggler, vuoi fare l'artista?? arrangiati...