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Visualizza Versione Completa : studiare l'assolo



24th February 2007, 01:22
Di metodi per l'improvvisazione ce ne sono tanti e spiegano tutti le stesse cose. Scale frigie, misolidie, doriche, tecniche di Tizio e di Caio e fraseggi famosi. A mio avviso è bene prendere con cautela queste teorizzazioni.

Anni fa un nostro collega (bravissimo) aveva fatto tutti fogliettini di carta sui quali scriveva le scale. Poi ne prendeva 6-7 a caso, li metteva in fila e cominciava ad improvvisare. In quel periodo suonavamo insieme e mi faceva veramente ridere quel suo strano modo di fare, era una cosa che non aveva senso. Era un patito della tecnica e della teoria.
Quando provavo un assolo mi chiedeva sempre che scala avevo usato per quel passaggio o come si chiamava ed io gli rispondevo alzando le spalle.

Io avevo ed ho un altro metodo. Studio il pezzo al piano e cerco di "aprire" gli accordi più possibile per arricchire la sonoritÃ* ed aiutarmi a trovare la scala e le note giuste. A volte trovi più di una soluzione o ne trovi una per salire e una per scandere e non mi preoccupo di sapere come si chiamano. Poi cerco la nota dove finire i fraseggi in modo che si colleghi a quello seguente. Studiando un assolo così è difficile sbagliarlo. Quando suono in pratica ho giÃ* definito i punti e le note cardine dell'assolo.
Poi ogni volta è diverso, dipende spesso da come sei d'umore, di morale e l'assolo inevitabilmente è diverso ma qei 7-8 punti che ho tracciato rimangono.

Fare un assolo non significa prendere la sequenza giuste di scale cercando di non sbagliare nota. L'assolo deve essere studiato nella struttura, nell'ingresso, nei crescendo, nei raddoppi nei passaggi veloci e nei punti cardine del brano.

Per me è importante suonare il piano (o una tastiera) saperci mettere le mani. A volte spendiamo per un bocchino nuovo (che magari non ci serve neanche) o in altre stupidaggini, penso che una tastiera anche vecchia sia per noi che suoniamo i fiati una cosa importante da avere.

24th February 2007, 13:21
Mi trovi assolutamente d'accordo sul fatto di usare una tastiera per avere un supporto anche visivo delle note che andiamo a toccare...
Per quanto riguarda lo studio dei soli, metto al bando l'ipertecnicismo fine solo a se stesso... è chiaro che la tecnica e la conoscenza dello strumento, delle scale, degli arpeggi è fondamentale, ma bisogna sempre tener conto che sono "strumenti" messi a nostra disposizione per tradurre in note i nostri sentimenti.
La musica è linguaggio, comunicazione... se in pubblico eseguo degli esercizi, cosa ho comunicato?
A presto!
Gabriele

Alessio Beatrice
24th February 2007, 16:59
Per chi come noi suona uno strumento non polifonico è quasi necessario conoscere almeno gli accordi sul pianoforte. Aiuta moltissimo. Io mi sto muovendo in tal senso...

25th February 2007, 03:28
Certamente Gabrywynd ha ragione, un assolo identifica lo stato d'animo di chi lo esegue e ciò che vuole comunicare in quel momento. Io faccio questo lavoro prima, a casa davanti al piano con il sax a tracolla e spiego perchè lo faccio.

Purtroppo i giorni non sono tutti uguali e a volte non te la senti di comunicare niente a nessuno oppure semplicemente non ti senti "in palla" come altri giorni, eppure hai un impegno e devi suonare. Che fare? Per evitare quegli "aiuti" che tanto hanno mortificato la musica (di cui peraltro la reale efficacia è molto dubbia) studio gli assolo prima. Così sono sicuro che se anche non rendo al 100% almeno non scendo sotto il livello di guardia. Ben inteso non studio l'assolo nota per nota come l'esercizietto da portare all'esame semplicemente ne traccio la struttura, lo studio, lo preparo prima.

Questo lavoro lo facciamo in tanti compresi i grandi artisti che ascoltiamo che preparano e studiano meticolosamente gli assolo.

Forse un tempo non si usava fare così ed ecco perchè un artista come Charlie Parker nei periodi neri non veniva chiamato a suonare neanche nei locali che portavano il suo nome.

Quindi penso sia importante non concepire un assolo come "vediamo quello che mi esce stasera" ma come un progetto da eseguire, un pensiero o un'emozione di cui hai definito e studiato le trame prima di proporlo.

25th February 2007, 18:42
non ho mai improvvisato ancora e nn so nemmeno come si fa.diciamo anke ke nn ne hoavuta mai l'occasione.....ma se si deve raccontare un sentimento poco importa se quella sera ti senti bene o male.esprimerai comunque il tuo benessere o il tuo malessere.
credo ke anke un lieve abbozzo dell'assolo improvvisato vada a discapito della sua naturalezza e originalitÃ*.......vojo di nn è mejo studiare poi accantonare tutto ed elaborare sul momento quello ke vien fuori?

pizzic77
26th February 2007, 01:07
Forse un tempo non si usava fare così ed ecco perchè un artista come Charlie Parker nei periodi neri non veniva chiamato a suonare neanche nei locali che portavano il suo nome.


Boh...Avendo studiato l'omnibook di Parker mi vien da dire questo: lui magari non studiava il pezzo sul quale avrebbe dovuto improvvisare (va detto che magari spesso suonava con pezzi tra loro molto simili...)
Parker aveva però un bagaglio di frasi abbastanza vasto che riusciva poi ad utilizzare in base a quello che era il suo umore, la circostanza...

Credo che assieme allo studio del pezzo sul quale si dovrÃ* improvvisare, imparando come dice cleveland le note più importanti a livello armonico (io le chiamo le "traiettorie" dell'armonia) è necessario formarsi un bagaglio di frasi da poter utilizzare durante il solo...più è ampio il bagaglio, maggiori sono le possibilitÃ* per l'esecutore di comunicare con chi ascolta...
Mi raccomando, studiare il pezzo prima è essenziale per cercare di comunicare qualcosa di concreto a chi ascolta!!!

27th February 2007, 15:32
Condivido in pieno le parole di Pizzic77.
Per arricchire il fraseggio mi permetto di dare qualche indicazione.
1) evitare ottavo punto e sedicesimo ad oltranza (non si usa più da tanto);
2) provare a fare parte del solo su una porzione limitata del registro ( ad es. tra sol e do o tra do e sol della stessa ottava);
3) provare a fare parte del solo utilizzando quanto più possibile l'intero registro del sax.

Nei fraseggi di cui al n. 2 cercare di suonare privilegiando il senso ritmico (usare le note come se fossero delle percussioni).
Nei fraseggi di cui al punto n. 3 privilegiare le scale e il senso melodico.
In entrambe i casi fare buon uso delle pause utilizzandole come fossero vere e proprie note.
Asoltare tanto, di tutti i generi non per copiare ma per acquisire un modo di suonare per poi personalizzarlo, mischiarlo con altri, insomma per darci un bagaglio consistente di conoscenza musicale.

Queste sono solo delle indicazioni, non vogliono essere e non sono il modo di fare un'improvvisazione. Magari chi inizia può esercitarsi ad arricchire e variare i fraseggi nella maniera che ho descritto.

24th March 2007, 02:32
D'accordissimo sull'uso della tastiera in modo da ascoltare e sviluppare per bene l'armonia.
Aggiungerei un chicca, magari all'inizio potra' sembrare un "mattone in faccia" ma da risultati meravigliosi.

Non solo, quindi, come gia' detto, eseguire gli accordi alla tastiera, ma eseguire l'intero brano in tutte e 12 le tonalita' ! Il pezzo cosi' viene interiorizzato, lo fai tuo; la mente si apre, si espande ed un FA#7 diventa semplice come un Do7 ecc. Ed inoltre si sviluppa la capacita' di suonare il brano in qualsiasi tonalita' !
Ciao !