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Visualizza Versione Completa : Artigianle, industriale: falso problema o domanda mal posta?



Filippo Parisi
5th May 2010, 11:46
Si fa tanto parlare di strumenti industriali e artigianali, quando invece forse la differenza è nella fornitura delle lastre -che devono in ogni caso essere trattate mannualmente- e magari nella provenienza della manodopera necessaria. Quindi i cosiddetti "cinesi" probabilmente producono un sax in 1/16 (:D ) del tempo che ci può mettere un marchio con una cultura ed una tradizione superiori. Ma questi strumenti vengono in ogni caso fatti a mano. Ovvio quindi che è importante che gli "operai" che vi lavorino siano degli autentici aritigiani e che conoscano come far bene il loro lavoro. Poi, ovviamente, se uno di questi artigiani "canna" la propria parte nella "catena di produzione" si dovrebbe verificare ed ovviare o semplicemente, buttare il pezzo. Cosa che appunto i cinesi magari non fanno.

Ma, ne sono certo, non esistono le catene di montaggio con i robot per i sax come accade per le automobili.

Alla fine, scelte progettuali a parte, si tratta anche di beccare l'esemplare "buono", la qual cosa non è poi difficilissima, visto l'altissimo livello di artigianalitÃ* che vi è in queste case costruttrici delle nostre beneamate "pipe".

Guardate questi video:

http://www.stohrerwoodwinds.com/html/sh ... showcase=2 (http://www.stohrerwoodwinds.com/html/showcase.php?showcase=2)

P.S.: Io sono rimasto incantato nel vedere quello della Buffet. Ma anche quello Selmer non scherza. Insomma, sono tutti una meraviglia, così come lo sono quelli che abbiamo visto di R&C e come lo saranno quelli di Borgani e delle altre marche.

Chopin75
5th May 2010, 11:55
Concordo con te Fil, credo che anche volendolo nn sarebbe possibile fare robot che costruiscano sax, in questo lavoro, come nel lavoro di costruzione di protesi anatomiche (io ho lavorato come addetto a macchine utensili CNC) nn si parla di creazione industriale, è vero che in fase progettuale ci sono i computers ma ogni protesi come ogni sax viene costruita artigianalmente controllando ogni minima imperfezione nel processo produttivo e di assemblaggio

lucaB
5th May 2010, 12:08
non stiamo paragonando la produzione artigianale R&C a quella cinese vero?

Filippo Parisi
5th May 2010, 12:19
No, come credo si evinca dal mio post. Però mi sembra che troppo spesso si "evinca" che R&C fa strumenti artigianali e Selmer, Yamaha, Yanagisawa, ecc....invece no. La qual cosa mi sembra quantomeno ... non fondata.

Dalle testimonianze di David invece risulta chiaro che la R&C sta facendo un grandissimo sforzo nella ricerca per offrire un prodotto sempre al top e sempre migliore, anche con la progettazione e la collaborazione di musicisti, oltre -immagino- di tecnici, anche perchè un'azienda così piccola che produce strumenti al top ha assoluta necessitÃ* di "essere sulla bocca degli strumentisti" per poter vendere e quindi esistere.

Cosa che evidentemente le case più blasonate "dovrebbero" aver fatto a suo tempo e che evidentemente al momento sentono meno quest'esigenza: vuoi per un alto livello qualitativo del prodotto vuoi per i numeri di vendita che gli consentono di stare...tranquilli.

In ogni caso....siamo noi che dovremmo giovarcene, no? E quindi ben venga. Però, onestamente se la famosa casa "X" (Selmer o Grassi che sia) si fa fare le lastre a Taiwan (dove le fanno anche bene) non si può far passare il messaggio che..sono sax industriali....visto che in ogni caso rimangono strumenti costruiti ed assemblati artigianalmente.

lucaB
5th May 2010, 12:38
ho capito il discorso. Io non so come avviene la produzione dei sax da parte di colossi come Yamaha, ma immagino che il termine industriale si riferisca anche alle dimensioni della produzione (proprio nel senso di numero di sax che è in grado di sfornare), forse più che a un discorso tipo "catena-di-montaggio".
Io non trovo niente di male a localizzare la produzione dove costa meno, l'importante è che poi l'artigiano/operaio esperto ci metta lo zampino. Il fatto che per gli strumenti cinesi non esista uno standard qualitativo mi fa pensare che venga impiegata della manodopera poco specializzata (e quindi non in grado di garantire un risultato consistente) e il fatto che gli strumenti spesso risultano poco intonati e strutturalmente fragili, mi fa pensare a una fase di progettazione ridibile (mancanza di know how?) e a una selezione dei materiali volta a minimizzare i costi a scapito della durabilitÃ* del prodotto.

Filippo Parisi
5th May 2010, 12:58
Certamente è così o almeno, anch'io la penso così.

Per la produzione dei grossi nomi e come essa viene fatta...guarda i video nel link del primo post.

Ad ogni modo i numeri di produzione si possono mantenere semplicemente ridimensionando il numero di artigiani che lavorano, ovvio. Se R&C domani dovesse vendere quanto vendono Selmer o Yamaha, probabilmente cambierÃ* sede o la aplierÃ*, ed assumerÃ* un numero di artigiani di molto superiore, ma il processo di costruzione rimarrÃ* pressochè identico.

Blue Train
5th May 2010, 13:40
Chiedo: è possibile che ogni tanto ci sia una discussione generale e non si vada sempre a paragonare R&C contro il resto del mondo?

gf104
5th May 2010, 14:03
> Con produzioni così artigianali è abbastanza comprensibile che a paritÃ* di modello vi siano delle differenze anche notevoli tra uno strumento e l'altro. quindi provare sempre. comunque mi pare strano che alcune lavorazioni non si possano fare con le macchine: dal video si evince che c'è molta manualitÃ*. non è che questo video (Selmer) sia abbastanza vintage?

re minore
5th May 2010, 14:15
Peffettamente d'accordo con Blue Train!!! Certe volte ho l'ìimpressione che se ne faccia quasi una questione ideologica.

Filippo Parisi
5th May 2010, 14:26
Anche io ho questa impressione ;)

lucaB
5th May 2010, 14:32
io mi schiero con fierezza :cool:

5th May 2010, 14:41
ok filippo, ma allora perché la R&C dice di essere "diversa"? :BHO:

forse perché la percentuale di artigianalitÃ* è molto maggiore delle altre case, no?

Filippo Parisi
5th May 2010, 14:48
Forse, ma non credo lo si possa essere più di tanto, per produrre sax, dimensioni (aziendali) a parte. Magari lo dice -se secondo me lo è- perchè invece di limitarsi a copiare dagli altri, osa, sperimenta, progetta, si confronta con il mercato -ossia i saxofonisti- e crea nuove tipologie, nuovi standard (vedi il canneggio) che di modelli (vedi l'altello o al limite lo stesso saxello). Dìaltronde delle differenze e delle qualitÃ* ci devono essere se per soli 10 artigiani che producono circa 30 sax al mese si avvale dell'esperienza e collaborazione di endorsers del calibro di Bonisolo, Brutti, Cisi, Collins, Scannapieco....

5th May 2010, 14:52
Sicuramente la produzione di sassofoni richiede una elevata presenza dell'intervento umano. I vedeo della Yamaha su You Tube lo testimoniano ampiamente.

Sul forum si e' gia' parlato molto dell'argomento, senza fare guerre di religione...diciamo che il sax in se' e' uno strumento che necessita di molta artigianalita', che pero' si sviluppa su diversi livelli.

Fare una campana con la macchina a pressione non e' la stessa cosa di sagomare a martellate la lastra su una forma di legno.

alto23
5th May 2010, 15:01
Se R&C domani dovesse vendere quanto vendono Selmer o Yamaha, probabilmente cambierÃ* sede o la aplierÃ*, ed assumerÃ* un numero di artigiani di molto superiore, ma il processo di costruzione rimarrÃ* pressochè identico.
Tutto vero, però ci dovrÃ* essere, credo, un periodo più o meno lungo di formazione dei tecnici e della manodopera.
Intendo dire che presumibilmente una qualunque azienda artigiana medio-piccola per potersi ampliare e mantenere al contempo un alto livello qualitativo, dovrÃ* investire in formazione.

Federico
5th May 2010, 16:04
Chiedo: è possibile che ogni tanto ci sia una discussione generale e non si vada sempre a paragonare R&C contro il resto del mondo?
però il buon Blue train ha ragione, finite sempre la a Quarna :lol:

Isaak76
5th May 2010, 20:01
Era un modo come un altro per attirare l'attenzione a questo Evento! (http://www.saxforum.it/forum/viewtopic.php?f=17&t=13138&start=0)
... sì, questa è pubblicitÃ* occulta .. e allora? eheh!

Tornando in tema, penso che la differenza sostanziale tra Artigianale e Industriale, oltre al numero di operai impiegati e alle quantitÃ* prodotte, sia la capacitÃ* di mantenere stabile la qualitÃ* stessa dei componenti che ne determinano quella complessiva del prodotto.
Cioè, se prendo in mano "X" strumenti "industriali", avrò quasi la certezza che strutturalmente (intendo sopratutto quelle regolazioni di fino) saranno identiche, mentre quelli "artigianali" avranno sempre piccole o grosse differenze gli uni dagli altri, sopratutto nei particolari; questo avviene anche con i becchi!

Questa è l'impressione che ho avuto recentemente provando diverse marche, constatando appunto questa diferenza nel mantenere lo stesso livello, sia qualitativo, che di regolazioni.