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Visualizza Versione Completa : E' MORTO MICHAEL BRECKER



Alessio Beatrice
14th January 2007, 16:41
Purtroppo è cosi. E' morto questo genio dlla musica. Aveva 57 anni e da tempo soffriva di leucemia. Se ci fossero altre notizie postate qui. Addio Michael. :cry:

14th January 2007, 19:28
Per adesso, ho trovato questo articolo sul web, tratto dal newsday.com
Addio Michael Brecker

NEW YORK -- Michael Brecker, a versatile and highly influential tenor saxophonist who won 11 Grammys over a career that spanned more than three decades, died Saturday at age 57.

Brecker died in a hospital in New York City of leukemia, according to his longtime friend and manager, Darryl Pitt.

In recent years, the saxophonist had struggled with myelodysplastic syndrome, a cancer in which the bone marrow stops producing enough healthy blood cells. The disease, known as MDS, often progresses to leukemia.

Throughout his career, Brecker recorded and performed with numerous jazz and pop music leaders, including Herbie Hancock, James Taylor, Paul Simon and Joni Mitchell, according to his Web site. His most recently released recording, Wide Angles, appeared on many top jazz lists and won two Grammys in 2004.

His technique on the saxophone was widely emulated, and his style was much-studied in music schools throughout the world. Jazziz magazine recently called him "inarguably the most influential tenor stylist of the last 25 years," according to a press release from his family.

Though very sick, Brecker managed to record a final album, as yet untitled, that was completed just two weeks ago. Pitt said the musician was very enthusiastic about the final work.

"In addition to the love of his family and friends, his work on this project helped keep him alive and will be another jewel in his legacy," Pitt said.

Brecker, who had a home in Westchester County's Hastings-on-Hudson, was born in 1949 in Philadelphia to a musically inclined family. His father would take his sons to performances of jazz legends such as Miles Davis, Thelonious Monk and Duke Ellington.

Brecker, who first studied clarinet and alto saxophone, decided to pursue the tenor saxophone in high school after being inspired by the work of John Coltrane, according to his Web site. He followed his brother, Randy, a trumpet player, to Indiana University, but he left after a year for New York.

In 1970, he helped found the jazz-rock group Dreams. He later joined his brother in pianist and composer Horace Silver's quintet. Michael and Randy also started the successful jazz-rock fusion group the Brecker Brothers. The two also owned the now-defunct downtown jazz club Seventh Avenue South.

His solo career began in 1987, when his self-titled debut was voted "Jazz Album of the Year" in both Down Beat and Jazziz magazines.

His struggle with the blood disease led him and his family to publicly encourage people to enroll in bone marrow donor programs. His own search for a donor led to an experimental blood stem cell transplant that "did not work as hoped," according to a May 2006 entry on his Web site.

His illness silenced his music at times, but raising awareness of bone marrow drives gave him a new focus.

"It's something that doesn't come naturally. ... I obviously miss playing and writing music," Brecker told The Associated Press in 2005. "On the other hand, this whole experience has allowed me to be a conduit to attract attention for a cause that's much larger than me ... for people to go get tested (for the marrow donor program) because I know a lot of lives will be saved."

Brecker's survivors include his wife, Susan; his children, Jessica and Sam; his brother, Randy; and his sister, Emily Brecker Greenberg. Memorial services are being planned.

Simone Borgianni
15th January 2007, 00:27
:sad:...................

Saxmachine
15th January 2007, 13:15
non avendo visto il topic ne ho aperto uno simile di la (in off topic)
magari lo chiudete....
la notizia mi ha sconvolto brecker era il mio idolo e lo sar* ancora.

15th January 2007, 16:29
:cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:

15th January 2007, 16:30
repubblica.it

Brecker, il sax delle star sconfitto dalla leucemia

- Era il sassofonista che tutti avrebbero voluto al loro fianco. Perfetto, affidabile, stilisticamente impeccabile, a suo modo un maestro di tecnica al servizio della buona musica. A scorrere l'elenco dei dischi a cui ha partecipato c'è da rimanere strabiliati. Sono più di settecento. Ma ora è finita. Dopo una lunga battaglia contro la leucemia, Michael Brecker è morto, ad appena 57 anni (era nato a Philadelphia nel 1949).

La sua storia inizia alla fine degli anni Sessanta. Fu spinto, come molti, a studiare il sassofono tenore dalla passione per John Coltrane, ma sviluppò presto una più solida e versatile tecnica adatta a cogliere la sensibilit* che in quegli anni il rock stava portando anche in territorio jazzistico. Diciamo che era il perfetto prototipo del jazzista che non vede il rock come nemico, ma al contrario come una possibilit* in più. Divenne famoso insieme al fratello maggiore, il trombettista Randy, per un celebre sodalizio di jazz-rock fusion intitolato the Brecker Brothers, (dal 1975 al 1982) e per la militanza negli Steps Ahead, gruppo leggendario per gli amanti della perfezione strumentale. Ma a parte gli otto dischi a suo nome (il primo è stato pubblicato nel 1987), gli otto incisi sotto la sigla Brecker Brothers e i sette sotto quella degli Steps Ahead, con un totale di ben 11 Grammy guadagnati come solista o compositore, quello che sorprendeva di più era la versatilit* che gli ha permesso di partecipare alle esperienze musicali di decine di differenti artisti, da Frank Zappa agli Steely Dan, da Paul Simon a James Taylor. Era sinonimo di buon gusto e padronanza tecnica, un modello per un'infinit* di sassofonisti arrivati dopo di lui. A conferma di questa versatilit*, e anche di una giusta dose di ironia, ricordiamo che agli inizi degli anni Ottanta aveva anche fatto parte della band dello show tv "Saturday Night Live". L'ultima apparizione pubblica risale al giugno dello scorso anno, quando in un momento di tregua della malattia, aveva suonato alla Carnegie Hall di New York con Herbie Hancock.

Alessio Beatrice
15th January 2007, 18:43
Addio a Brecker, un mito jazz Il suo sax suonò anche il rock

di Franco Fayenz - lunedì 15 gennaio 2007, 07:00

da Milano

La notizia è apparsa ieri su internet, accompagnata da dolorosi punti esclamativi: Michael Brecker è morto! Uno dei più grandi sassofonisti della storia del jazz non c’è più! La fine è avvenuta il 13 gennaio in un ospedale di New York, dove Brecker era ricoverato per l’aggravarsi della leucemia che lo affliggeva da tempo. I cultori più attenti della musica afro-americana lo sapevano da una lettera in web della moglie Susan che aveva annunciato un’operazione di trapianto, ma non pensavano ancora alla sua morte. Avrebbe compiuto appena 58 anni il 29 marzo prossimo: era nato a Filadelfia, una delle citt* degli Stati Uniti più prolifiche di musicisti di jazz. Gli sopravvive il fratello Randy, trombettista, più anziano di quattro anni e celebre quanto lui.
La scomparsa di Michael Brecker è una triste occasione per riflettere, in Italia ma anche altrove, sui danni fuorvianti che ha prodotto dopo la met* degli anni Sessanta (soprattutto in coincidenza con la svolta elettrica compiuta da Miles Davis nel 1969) la polemica sul jazz-rock, osteggiato dai jazzofili più ortodossi e passatisti. Tra i primi a farne le spese ci fu proprio Randy Brecker che a met* degli anni Sessanta aveva militato in un complesso «spurio» come i Blood Sweat & Tears, dove subito dopo si era affermato un altro illustre trombettista, Lew Soloff. Non lo riscattò neppure la successiva collaborazione con l’insospettabile pianista Horace Silver. E quando il fratello Michael lo raggiunse a New York e insieme fondarono il gruppo dei Brecker Brothers, tanto pregevole quanto legato ai dettami del jazz-rock, di cui diventò presto una delle forze trainanti, i puristi ignorarono i due fratelli e non vollero acquistare i loro dischi, perfino quelli giudicati molto bene dalla critica.
Michael e Randy collaborano dal 1975 al 1982. Nel 1977 si cimentano nella temeraria impresa di aprire un club nella Seventh Avenue South di New York, rimasto in attivit* fino al 1985, quando ormai tutt’e due, ormai famosi, hanno gi* intrapreso percorsi autonomi. Nel 1979 un produttore giapponese, giunto in visita nel locale, li invita in Giappone e li sollecita a dare vita, insieme con il vibrafonista Mike Mainieri, agli Steps Ahead, un altro complesso jazz-rock di cui per qualche tempo fanno parte.
In seguito Michael si riavvicina al jazz suonando con gruppi propri e con Kenny Kirkland, Jack Dejohnette, Charie Haden e altri. Per un singolare paradosso, il suo ritorno al «jazz-jazz» avviene quando gli viene affidato dall’inventore Navy Steiner una sorta di sassofono elettronico, l’Ewi, capace di altezze impensabili con lo strumento acustico. Ma Michael non ne approfitta più di tanto, bastandogli la sua perfetta padronanza del sax tenore e soprano che gli permette precisione e fluidit*, sempre utilizzate in funzione di un intenso impegno espressivo. Lascia innumerevoli dischi in veste di leader, di comprimario e di musicista da studio, consultabili sul suo website (tra le collaborazioni eccellenti anche quelle con Chet Baker e John Lennon).

(Fonte: Ilgiornale.it)

Alessio Beatrice
16th January 2007, 01:01
Riporto il ricordo di un nostro collaboratore, Maurizio Spennato.

Un ramo portante del grande albero della musica jazz è stato precocemente estirpato da una grave malattia, purtroppo incurabile: il grande sax-tenorista Michael Brecker se n'è andato a soli 58 anni.

Fin da ragazzino, ascoltando la musica dei dischi di suo padre, Michael Brecker imparava a conoscere Miles Davis, Thelonius Monk e Duke Ellington, ed iniziava a studiare, il clarinetto, prima, ed il sax contralto poi.
Quando poi conobbe la musica di John Coltrane, essendone rimasto folgorato, lasciò clarinetto e contralto e passò al sax tenore.
La sua musica fu una continua evoluzione di quella di Coltrane, esportata nei generi musicali più svariati, come testimoniano le varie collaborazioni con personaggi sorprendentemente eterogenei del panorama musicale internazionale.
Vinse per ben undici volte il Grammy Awards.
Sua particolare caratteristica fu la grandissima sensibilit* interpretativa, accompagnata da una puntigliosa ricerca espressiva, che lo portò ad essere considerato un anello fondamentale sia nell'evoluzione che nell'innovazione dei diversi generi musicali che incrociò nel corso della sua carriera.
Attraversò il periodo del "jazz-rock elettrico" assieme al chitarrista John Abercrombie ed al batterista Billy Cobham, successivamente si affaccio alla "Fusion" vera e propria assieme al fratello maggiore Randy, trombettista, con cui formo il gruppo dei "Brecker Brothers".
Ma i più lo conoscono grazie alla fortunatissima esperienza degli Steps Ahead, assieme a Mike Mainieri, al batterista Steve Gadd ed al contrabbassista Eddie Gomez: nei primi anni '80 gli “Steps” venivano citati e fatti ascoltare per esemplificare come si andava sviluppando la musica "fusion" in quegli anni.

Sappiamo tutti che Michael Brecker avrebbe avuto ancora molto da dire e da insegnare con il suo sax se la grave malattia, che lo attanagliava gi* da qualche anno, non lo avesse definitivamente fermato.

Alessio Beatrice
16th January 2007, 18:36
Dopo una lunga battaglia contro la leucemia, Michael Brecker è morto ad appena 57 anni.
Nato a Philadelphia nel 1949, il suo percorso musicale inizia alla fine degli anni Sessanta, quando come molti altri giovani appassionati americani, iniziò a studiare il sassofono tenore dopo aver ascoltato John Coltrane; ma Brecker sviluppò ben presto una più solida e versatile tecnica rispetto al suo idolo ispiratore, adatta a cogliere la sensibilit* che in quegli anni il rock stava portando anche in territorio jazzistico.

Brecker infatti era un jazzista che non vedeva il rock come un "nemico", bensì come una tra le possibilit* offerte dal vasto panorama musicale per ampliare i propri orizzonti di sperimentazione sonora.. Divenne così famoso, insieme al fratello maggiore, il trombettista Randy, per un celebre sodalizio di jazz-rock fusion intitolato "The Brecker Brothers", che dal 1975 al 1982, per la militanza negli Steps Ahead, divenne un gruppo leggendario per gli amanti della perfezione strumentale.

A parte gli otto dischi a suo nome (il primo è stato pubblicato nel 1987), gli otto incisi sotto la sigla Brecker Brothers e i sette sotto quella degli Steps Ahead, con un totale di ben 11 Grammy guadagnati come solista o compositore, quello che sorprendeva di più in lui era la tecnica fusa nella versatilit*, che gli ha permesso nel corso della sua lunga e splendida carriera di partecipare alle esperienze musicali di decine di differenti artisti, da Frank Zappa agli Steely Dan, da Paul Simon a James Taylor.

Brecker era così diventato per i palati musicali più fini, sinonimo di buon gusto e padronanza tecnica, oltre che rappresentare un modello per un'infinit* di sassofonisti arrivati dopo di lui. A conferma di tale poliedricit*, spesso ben accompagnata da una giusta dose di ironia, ricordiamo che agli inizi degli anni Ottanta aveva anche fatto parte della band dello show tv "Saturday Night Live". L'ultima apparizione pubblica risale invece al giugno dello scorso anno, quando in un momento di tregua della malattia, aveva suonato alla Carnegie Hall di New York con Herbie Hancock

E per ironia della sorte, il destino che mai abbandona l'originalit* dei grandi artisti ha voluto che Michel Brecker, uno dei più grandi sassofonisti del Novecento, che come accennato mosse i primi passi seguendo le note del grande John Coltrane, morisse nello stesso giorno in cui la moglie di Coltrane, Alice, musicista di livello internazionale anche lei, all'et* di 69 anni abbandona la terra dei vivi per una crisi respiratoria aggravatasi improvvisamente in un ospedale di Los Angeles.

Nel loro viaggio ultraterreno, i due avranno di certo tanto da dirsi. E tanta altra musica da fare.

(Fonte: aprileonline.info)

Alessio Beatrice
16th January 2007, 18:37
GIANMICHELE TAORMINA

Comincia tristemente questo primo squarcio del 2007 per la comunit* jazzistica internazionale.
All’alba di sabato scorso si è spento in un ospedale di New York il sassofonista statunitense Michael Brecker (nella foto di Gianmichele Taormina, primo da sinista accanto a Dave Liebman e Joe Lovano).

Per trent’anni il suono del suo sassofono ha composto la colonna sonora di cultori e appassionati non solo del jazz moderno ma di intere generazioni che hanno amato il pop sofisticato ed elegante cui spesso Brecker partecipava in qualit* di ospite.

Michael Brecker - che avrebbe compiuto 58 anni il prossimo marzo - si è spento a seguito di una lunga e rara malattia contro la quale lottava da oltre due anni ovvero la sindrome mielodisplastica (SMD).

Nato a Philadelphia il 29 marzo del 1949, Brecker inzia all’et* di sette anni lo studio del clarinetto che abbandoner* sette anni più tardi per imbracciare il sassofono contralto e poi il tenore.

Trasferitosi nella “big apple” all’et* di vent’anni, Brecker collabora con alcune delle più innovative realt* della corrente elettrica di quegli anni partecipando tra l’altro alla costituzione dei Dreams, celebre band jazz-rock capitanata dal drummer Billy Cobham e dal chitarrista John Abercrombie.

Dopo la proficua permanenza nel quintetto del pianista Horace Silver durata un paio d’anni, nel 1975 il sassofonista costituisce insieme al fratello Randy - trombettista di quattro anni più grande - la band dei Brecker Brothers rappresentando per più di un lustro una delle migliori formazioni del genere fusion.

Ma per Brecker sar* il 1979 l’anno della vera svolta. Insieme all’amico vibrafonista Mike Mainieri, Eddie Gomez al contrabbasso e Steve Gadd alla batteria, il sassofonista fonda gli Steps, in seguito ribattezzati col nome di Steps Ahead.
Dopo un grande successo discografico (la critica lo apprezzer* soprattutto in merito alla fase “acustica” affrontata della formazione), Brecker approda tardivamente nel 1987 al suo primo disco da leader. Da quel momento in poi il sassofonista produrr* una decina di lavori per la maggior parte di gran classe e di ottimo livello espressivo (oltre al magnifico primo disco citiamo, “Wide Angles”, “Tales From The Hudson”, “Two Blocks From The Edge”).

Maestro di eleganza stilistica, di frizzante mordacia esecutiva, docile e poetico nelle ballad, virtuoso inimitabile del moderno bop, nella sua lunga carriera Brecker ha depositato i suoi assoli in più di novecento incisioni all’interno di dischi a nome di Chet Baker, Frank Zappa, Charles Mingus, George Benson, Frank Sinatra, Kenny Wheeler, Jaco Pastorius, Pat Metheny, Herbie Hancock e nel pop con artisti del calibro di James Brown, John Lennon, Lou Reed, Paul Simon, Steely Dan, James Taylor, Joni Mitchell e Art Garfunkel.

METTILVINOINFRESCO
18th January 2007, 12:12
se ne vanno sempre i migliori :evil:

arrivederci michael.

Fabio

13th February 2007, 01:52
Nella notte dei Grammy Awards (11 Febbraio 2007), ha ricevuto due premi come "Best Large Jazz Ensemble Album" e "Best Jazz Instrumental Solo". Un peccato che no abbia potuto riceverli di persona... :sad:

13th February 2007, 11:00
E' un vero peccato era e rester* per sempre un grande.....

Smog graffiante
17th May 2007, 15:11
Addio michael.... :cry: