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Visualizza Versione Completa : chiave di violino o di basso?



wcamaldoli
6th April 2010, 19:21
il mio maestro mi ha insegnato a leggere in chiave di basso perchè così i suoni li ascolto per quelli che sono, mentre se suono in violino il DO in realtÃ* è MIb.
però perchè tutti i brani e i libri che vedo sono scritti in violino?
inoltre se trovo lo spartito di una canzone in violino,per suonarlo dovrei leggerlo in violino, però le note del sax devono essere in basso? sono confuso.

chiaritemi per favore.

FrankRanieri
6th April 2010, 19:30
Ciao!
Eh si vede che sei confuso...ed è strano che il tuo insegnante ti insegni in quel modo...!!
Possibile che nel 2010 esistano ancora persone così...(mi riferisco al tuo teacher)?!
Comunque...
I saxofoni sono strumenti "traspositori" questo vuol dire che leggono sempre in chiave di violino.
Questo lo si è sempre fatto, ripeto SEMPRE!!
E sai il perchè? Per facilitare e standardizzare le posizioni delle mani, nel senso che un esercizio deve essere spiegato una volta per tutti i tagli di sax.
Quindi è universalmente (o quasi) riconosciuto che un do centrale sarÃ* per tutti il dito medio della mano sx, chiaro?
Poi ovviamente i suoni reali che vengono fuori sono diversi, ma questo è normale.
Se continuerai a leggere in chiave di basso ti troverai nella spiacevole situazione di dover leggere una partitura per sax in chiave di violino giÃ* trasposta e non ci salterai fuori, perchè è così che va il mondo nel saxofono...
Spero di essere stato chiaro, ad ogni modo spero che il grande Modern Big Band intervenga per spiegarti meglio...
Comunque siamo qui per ogni tuo dubbio...
Frank.

Chopin75
6th April 2010, 21:35
Frenk mi sembra tu sia stato chiaro anche senza Big :bravo:
effettivamente mi sembra strano leggere in chiave di basso partiture per sax...credo che ora che sto facendo solfeggio in chiave di violino nn ci riuscirei...comunque spero fra qualche tempo di trovar tempo per imparare a solfeggiare pure in chiave di basso

KoKo
6th April 2010, 21:51
frank in realtÃ* quello che dice (almeno credo) non influisce sulle posizioni del sax.
in pratica (immagino che suoni l'alto) leggendo in chiave di basso si trova le note giÃ* trasposte, tenendo pero' conto delle diverse alterazioni in chiave.
ad esempio, un C in chiave di violino corrisponde a un A sull'alto e a un A in chiave di basso.
sinceramente credo sia meglio partire dalla chiave di violino e poi, semmai, studiare anche quella di basso =)

GAX
6th April 2010, 23:59
Per leggere si usa la chiave di violino
per trasporre per sax contralto o baritono (Mib) si usa la chiave di basso

la più importante é quella di violino

ModernBigBand
7th April 2010, 00:42
però perchè tutti i brani e i libri che vedo sono scritti in violino?

Perché altrimenti dovrebbero esistere metodi appositamente trascritti a seconda del sax utilizzato (ad esempio alto o tenore). E' prassi corrente insegnare a suonare il sax con le posizioni standard (da Sib grave a Fa# acuto, estensione pressoché identica per tutti i tagli di sax) e a leggere le note in chiave di violino.
Così facendo le posizioni rimangono le stesse su qualsiasi sax per cui non si incontra alcun problema nel passaggio da un taglio all'altro.
Studiare in chiave di basso o di tenore rappresenta da una parte un vantaggio ma dall'altra un grande svantaggio: il vantaggio nella lettura in chiave "reale" consiste nella possibilitÃ* di suonare subito con altri strumentisti senza la necessitÃ* di conoscere il trasporto (se devo suonare "in Do" non devo pensare a trasportare perché so giÃ* che diteggiando un La o un Re di posizione - a seconda dello strumento - emetto proprio un Do). Il grande svantaggio invece risiede nella difficoltÃ* nel passaggio da uno strumento in Sib a Mib o viceversa, proprio perché in questo caso le diteggiature utilizzate abitualmente non corrispondono nell'altro taglio di sax.
Meglio studiare in chiave di violino e imparare il trasporto...tralaltro è un'ottima ginnastica per il cervello.

Filippo Parisi
7th April 2010, 08:26
Beh, io mi permetto di dissentire. E' vero che qualunque sia il metodo di studio alla fine capito il meccanismo ha poca importanza. Ma iniziare con la chiave di violino per lo strumentista che studia uno strumento traspositore diventa un rischio (ed un ostacolo) nel momento in cui lo strumentista stesso non approfondisce (completa) gli studi. Se si ferma solo alla chiave di violino potrÃ* suonare insieme ad altri solo ed esclusivamente se gli trasportano (o si trasporta) le parti (accordi inclusi). Ed in qualunque chiave si impari, le posizioni risultano le stesse anche su un sax impiantato in altra tonalitÃ*....cambia solo il "nome" delle note. Ed è proprio questo quello che mi sembra strano. Chiamare le stesse note, note che in termini assoluti hanno un loro nome univoco, con altre note, è, secondo me, un incredibile generatore di confusione e causa delle ben conosciute incomprensioni tra fiatisti ed il resto del gruppo. Ovviamente questo quando si è all'inizio e comunque sin quando non si è fatto uno studio di comprensione del sistema che potrebbe tranquillamente omettersi (in quanto ostico da comprendere).

In quanto alla ginnastica per il cervello, ritengo, per la mia personale esperienza confrontata a quello che quotidiniamente vedo al conservatorio dove l'elasticitÃ* mentale sembra assolutamente bandita, che sia ancora migliore la seguente scaletta:

Suoni il tenore od il soprano?
1 impari a solfeggiare in chiave di tenore
2 impari a suonare in chiave di tenore
3 impari a solfeggiare in chiave di violino
4 impari a suonare in chiave di violino trasportando "al volo" (la migliore ginnastica)
5 gli accordi che leggi in uno spartito ad esempio del Real Book sai giÃ* a cosa corrsipondono....realmente fantastico quando si suonano pezzi nuovi insieme ad altri
6 Se prendi un contralto od un baritono, in un "metodo" o partitura classica basta che leggi in chiave di tenore e puoi "eseguire" (imparare il pezzo)

Suoni il contralto od il baritono?
1 impari a solfeggiare in chiave di basso
2 impari a suonare in chiave di basso
3 impari a solfeggiare in chiave di violino
4 impari a suonare in chiave di violino trasportando "al volo" (la migliore ginnastica)
5 gli accordi che leggi in uno spartito ad esempio del Real Book sai giÃ* a cosa corrsipondono....realmente fantastico quando si suonano pezzi nuovi insieme ad altri
6 Se prendi un tenore od un soprano, in un "metodo" o partitura classica basta che leggi in chiave di basso e puoi "eseguire" (imparare il pezzo)

Se imparato uno dei due "tipi" di sax, si vuole passare ad un altro, ovviamente basta saltare il passo 3, giÃ* acquisito.

Capisco che il metodo "canonico", sopratutto in musica classica ed in orchestra è quello di avere le parti scritte trasposte secondo lo strumento che si suona, ma nella realtÃ*, chi utilizza (come me) il metodo su citato, è totalmente impermeabile alla tipologia della partitura che ha davanti. Prendo un Rela Book in C e suono, se prendo un libro di trascrizione di soli scritto in Bb od uno scritto in Eb...suono, accordi inclusi.

E' da tanto oramai infatti che sono anche abituato a trasportare gli accordi quando al conservatorio mi si da una parte con gli accordi trasportati, scritta appositamente per il tenore o per l'alto. E per velocizzare questo aspetto, quello degli accordi trasportati "al volo" (in realtÃ* è come se leggessi direttamente l'accordo reale) ho utilizzato le parti trasportate degli Aebersold, ottima palestra per il trasporto in qualunque senso.

E, sempre nella realtÃ*, la gran maggioranza delle persone non suona in orchestra, ma in gruppi di amici e le parti...sono sempre in "concert". Quindi prima di suonare i pezzi il saxofonista dovrebbe..riscriverseli, cosa poco pratica e che comunque implica il fatidico e poco gratificante "lo proviamo la prossima volta". Io che utilizzo questo metodo suono sempre; un collega se prima non si trascrive la parte...non si avvicina neanche.

Filippo Parisi
7th April 2010, 08:47
Aggiungo:

@Frank: probabilmente il suo teacher gli avrÃ* giÃ* detto che poi dovrÃ* imparare la chiave di violino ed a trasportare. E ti garantisco che non si è "sempre" insegnato così. Semmai è vero che nell'insegnamento...moderno si fa così. E a tutt'oggi vi sono insegnanti che prediligono uno o l'latro sistema ed a volte lasciano la scelta allo studente, spiegandogli vantaggi e svantaggi dell'uno o l'altro, assicurandogli però che se dovessero completare gli studi il risultato finale sarÃ* (o dovrebbe essere) lo stesso: ossia poter suonare in qualunque situazione.

@MBB: E' probabile che nella pratica tu abbia ragione -mediamente- se ci riferiamo a chi studia solamente il sax e magari appena riesce a suonare inizia progressivamente a "sorvolare" sullo studio anche della teoria, dove c'è incluso appunto il trasporto. Per cui probabilmente è vero che le diteggiature risulterebbero ostiche per chi passa da un sax in Bb ad uno in Eb. Forse il mio vantaggio è stato l'avere iniziato (leggendo in chiave di tenore) con il clarinetto. Come saprai questo strumento con il portavoce non suona l'ottava bensì la dodicesima (un'ottava + una quinta, fa tredici lo so :D ). Quindi è come suonare tutti e due i tipi di sax. Con il portavoce ho le posizioni dei sax in Bb, mentre senza portavoce quelle dei sax in Eb.

tzadik
7th April 2010, 10:32
Ti segnalo questo thread: viewtopic.php?f=7&t=10547&start=0&st=0&sk=t&sd=a&hilit=chiave+basso (http://www.saxforum.it/forum/viewtopic.php?f=7&t=10547&start=0&st=0&sk=t&sd=a&hilit=chiave+basso) ed in particolare questo post: viewtopic.php?p=116823#p116823 (http://www.saxforum.it/forum/viewtopic.php?p=116823#p116823)

tzadik
7th April 2010, 11:15
Il thread che ho segnalato era comunque dedicato a wcamaldoli che mi pare che sia quello con più dubbi... ;)

FrankRanieri
7th April 2010, 11:21
Secondo me è come andare in direzione contraria a come va il mondo...
Se vai in una qualsiasi orchestra professionistica le parti per sax sono in chiave di violino e sono trasposte. Nelle orchestre in cui ho militato ogni qual volta c'era un richiamo del maestro su un punto si scatenava l'inferno di note trasposte e non...
Sarò io che ho avuto questo tipo di impostazione....mah...de gustibus.

FaX
7th April 2010, 11:27
la penso come frank..è solo questione di stabilire uno standrd e si è preferito dare prioritÃ* alle posizioni..anch'ioho sempre avuto tutte le parti in chiave di violino trasposte..

FrankRanieri
7th April 2010, 11:37
Porto un piccolo esempio...
Io ho sempre studiato e avuto il tenore, non sono attirato dagli altri tagli di sax, almeno non da acquistarli.
Mi è stato proposto di suonare il baritono nella Big Band (jazz) del Conservatorio (che frequento) di Bologna.
Se avessi seguito il metodo indicato sopra da Filippo saprei solfeggiare solo in chiave di tenore o di basso, col risultato che non sarei nemmeno stato in grado di suonare dei pallettoni a 60 di metronomo, dato che le posizioni tra tenore e baritono non coinciderebbero...
Invece col metodo "standard" prendi un sax -qualsiasi- e bene o male ci suoni con le parti trasposte. Certo poi ogni taglio di sax ha le sue peculiaritÃ*, ma questo è un altro discorso.
A mio avviso una comoditÃ* indescrivibile... :mha!(
Frank.

Filippo Parisi
7th April 2010, 11:44
Attenzione Frank. Una cosa non esclude l'altra. Imparare a leggere in chiave di tenore suonando il tenore e poi imparare il trasporto per poter leggere in chiave di violino e trasportare a prima vista o... fare viceversa... mica cambia il risultato. Cambia semplicemente il nome che nella tua mente dai alle note. Ma le note che si suonano, ossia le diteggiature sono sempre le stesse.

Per me, un metodo vale l'altro. Io ho imparato con la chiave di tenore prima, altri (molti altri) hanno imparato con quella di violino. In ogni caso per poi suonare con gli altri devi sempre utilizzare un metodo di trasporto, o avere le parti giÃ* pronte. Non è che quando mi siedo in orchestra non suono. Semplicemente leggo in chiave di tenore e faccio le stesse note (diteggiature) che fai tu. Solo che quella posizione che tu chiami C, io la chiamo (penso) Bb. Tutto qui.

Il punto è che se ci si ferma alla sola chiave di violino (e capita spesso), in ogni caso poi si dovrÃ* passare del tempo a trascriversi le parti e gli accordi e quindi in ogni caso imparare anche la chiave d'impianto dello strumento ed il relativo trasporto. Stessa cosa se ci si fermasse alla sola chiave di tenore (o di basso).

Infatti se in una partitura in concert c'è un C, tu che leggi in chiave di violino per suonare con gli altri dovrai trasportare quella posizione in quella che sta un tono sopra, e la leggerai come fosse un D, ma la nota reale è un C (un'ottava sotto sul tenore).

Allo stesso modo chi legge in chiave di tenore se conosce anche la chiave di violino ed il trasporto, legge la nota C e suona un C con la stessa posizione che utilizzi tu. Tu lo chiami D, io C, ma è lo stesso.

Quindi, ogni saxofonista deve conoscere almeno due chiavi, in ogni caso. Meglio se ne conosce tre così non avrÃ* problemi se un giorno gli "capita" tra le mani un sax con un altra tonalitÃ* d'impianto. Poi, il metodo con il quale "si inizia" ha poca importanza. L'importante è COMPLETARE il percorso di lettura/trasposizione.

Completo a seguito dell'ultimo messaggio di Frank. Ti sbagli. In quanto il "mio" metodo include inevitabilmente l'apprendimento della chiave di violino e del trasporto relativo. Quindi, se mi dai un baritono (l'alto lo suono spesso), non mi verrÃ* certo facile come il mio strumento abituale ma in quanto a note o lettura dello spartito ti assicuro che problemi zero. Tra l'altro, forse non sono stato chiaro, le diteggiature sono identiche sia che tu impari in chiave di violino che in chiave di tenore, cambia solo il nome che tu dai alle note. Ergo, se avessi conosciuto la chiave di tenore, avresti potuto suonare tranquillamente anche il baritono o l'alto nel momento in cui ti avessero dato delle parti scritte per quello strumento. Non cambia nulla nelle diteggiature.

Il punto dove la questione cambia è suonando con gli altri, quando lo spartito è in C e dove non ci sono parti per ogni strumento. Lì allora, qualunque sia il metodo con cui hai imparato, dovrai trasportare.

Ribadisco, si può imparare con qualunque metodo. Ma conoscere una sola chiave per chi suona uno strumento traspositore è sempre e comunque un'enorma limitazione.

Filippo Parisi
7th April 2010, 11:51
Il thread che ho segnalato era comunque dedicato a wcamaldoli che mi pare che sia quello con più dubbi... ;)

Come vedi, di dubbi ce ne sono ancora tanti ;) come sempre quando si tocca quest'argomento.

wcamaldoli
7th April 2010, 15:17
secondo me si dovrebbe leggere in basso perchè cosi posso capire quali sono le note anche da un altro strumento

tzadik
7th April 2010, 15:32
I sassofoni (esclusi quelli in C) sono strumenti traspositori, quindi leggere in una chiave che presenta alterazioni diverse da quelle che dovrebbero esserci secondo la tonalitÃ* dello strumento... è futile!

Il resto è una questione di trasporto: con il contralto (in Eb) suoni una sesta sopra (o una terza minore sotto) del tonalitÃ* di C... fine!

paolo1960
7th April 2010, 18:18
Ragazzi stop, se no ci prendiamo a sprangate :D
wcamaldoli ha fatto solamente una domanda, ogn'uno può restare della propria idea se la ritiene giusta, evitando commenti, che potrebbero indurre la persona che stÃ* leggendo ad una confusione totale e negativa. ;)
Paolo :D-:

il nero
7th April 2010, 20:03
ciao
Purtroppo per me non so quasi nulla di teoria e leggo come un analfabeta solo la chiave di violino....un giorno son voluto andare alle prove d'una banda portandomi dietro il baritono,mi danno una partitura in chiave di basso e mi dicono di leggerla come se fosse di violino: funziona! Ora chiedo:se prendo una Suite di Bach per violoncello scritta in chiave di basso e la leggo come se fosse in chiave di violino,il risultato tonale sarÃ* ,sul baritono,la stessa nota (suono) che fa il cello leggendo in basso?
Amo le suite per cello,sarebbe fantastico per me.
il nero :saxxxx)))
P.S.se è una bestialitÃ* chiedo venia anticipata.

ModernBigBand
7th April 2010, 22:21
Questo accade perché se suoni uno spartito in chiave di basso leggendolo in chiave di violino (detto brutalmente...si toglie la chiave di basso e si legge tutto come scritto ma in chiave di violino) non fai altro che il trasporto inverso a quello solito, ovvero trasponi una terza minore sotto. Se ad esempio sullo spartito leggi Do (in chiave di basso, secondo spazio), la posizione da utilizzare sull'alto/baritono è quella del La che guarda caso è la stessa nota che in chiave di violino si trova sul secondo spazio.
Ovviamente bisogna sempre far attenzione alle alterazioni in chiave...

paolo1960
8th April 2010, 00:39
Grande MBB, stessa tecnica che mi ha insegnato mio zio ;)
ciao ::saggio:: :yeah!)

Filippo Parisi
8th April 2010, 09:53
Scusate, e scusa tzadik. Ma non credo esista alcunchè di "futile" in musica.

Ora, se proprio vogliamo dirla tutta: ad un musicista dovrebbe servire la conoscenza del setticlavio completo visto che, se nel corso del proprio percorso musicale, volesse arrivare a comporre, arrangiare ed orchestrare dei brani, sarebbe in serie ambasce senza la conoscenza dello stesso, dell'estensione e tessitura dei vari strumenti musicali.

Ove non vi fosse questa conoscenza, immagina che casino a scrivere parti per sax tenore, sax baritono, clarinetto, tromba, ecc. "Qui è una terza minore, qui è una seconda maggiore..." e tutto questo....nota per nota! Probabilmente per natale avrebbe scritto 8 battute per l'orchestra. Cosa ben diversa conoscendo la chiave di riferimento dello strumento. Diventa tutto trasparente ed immediato.

Stesso dicasi per le alterazioni in chiave. Non capisco quale sia il problema (sempre che, come detto, lo studio non si fermi troppo presto. Ma in questo caso, con qualunque metodo, son uccelli per diabetici).

Dal momento che io imparo lo strumento nella mia chiave d'impianto e so che la stessa è Bb (o Eb) ed imparo anche la chiave di violino ed a suonare trasportando, visto che "chiamo" le note con il loro nome reale (prescindendo dall'altezza, ovvio) qual'è il problema? Se ho fatto tutto ciò ed ovviamente si suppone che abbia imparato le alterazioni in chiave, nel momento in cui leggerò una parte in Concert senza alterazioni non è che mi metto a pensare (ah, qua io in chiave di tenore ho due diesis -o tre per i sax in Eb-), ma molto più semplicemente so che devo suonare un E ed un B (e magari un A) naturali invece che bemolle. E poi, anche fossero alterazioni inutili (o futili) tutto si "pareggia" perchè se il problema sono le alterazioni, quando il pezzo è in Bb per il piano il tenorista può pensare (che bello, non ho alterazioni in chiave.. :D

Allo stesso tempo, quando suono parti scritte in Eb o Bb, leggendo l'armatura in chiave saprò sempre e comunque qual'è la tonalitÃ* che eventualmente dovrei comunicare ad un pianista cosa che, per esperienza, avviene molto di rado con gli studenti che suonano leggendo la chiave di violino.

Poi, sempre suonando con gli altri, capisco la semplicitÃ* che può avere lo studente in chiave di violino nel momento in cui il pianista gli dice ad esempio: qui ci va la scala misolida di F, oppure, puoi arpeggiare l'accordo di Cm7. Facile (ma non per chi inizia...), basta pensare il tutto un tono sopra, visto che il pianista parll per note reali, e fai la misolida di G e l'arpeggio di Dm7 ma......se il pianista, o il chitarrista (dove non vedi le note sul piano ed usa un sistema di trasporto facilitato dalla tastiera) ti dice: "prova a fare un riff tipo Db-Ab-Bb-F-G-E".....ti assicuro che...casca l'asino. Spesso si fa notte ;)

Poi, scusate un'ultima cosa. Il sax è uno strumento a tutti gli effeti, non credo vi siano dubbi. Ora, mi domando e dico. Se bastasse andare "per gradi" (cosa tra l'altro oltremodo complicata e riservata agli studi più avanzati che a quelli base o intermedi e dove sì sarebbe un bel casino a mettere al posto giusto le alterazioni necessarie), a che servirebbe il setticlavio? Solo per i cantanti? Ma...anche la voce è uno strumento, o no?

tzadik
8th April 2010, 10:41
A me il setticlavio sembra sostanzialmente "inutile".... mi sembra più importante imparare a trasportare note, accordi, pattern...

Se io suono il sax tenore e ho davanti una partitura in C... e mi trovo scritta una nota, l'esercizio che faccio io è: pensare quella nota un tono sopra di come è scritta, una volta pensata a quella nota associo la posizione (diteggiatura) che ha quella nota sullo strumento: questo è il trasporto.
Saltare la trasposizione, è un male!

Per quanto riguarda l'orchestrazione ormai, oltre un tot di numero di strumenti (cioè di "righi"), al giorno d'oggi è molto più conveniente usare software di notazione che scrivere a mano: basta settarli a puntino e riesce a fare tutto in maniera semplice e veloce (io perdo meno tempo a scrivere con Finale).

Io lavoro di solito in C (cioè visualizzando gli strumenti momentaneamente in tonalitÃ* di C, trasposti in C), con ogni strumento settato nel suo "range": ho un template con giÃ* le traspozioni fatte: se sullo spartito il rigo di tromba e tenore hanno la stessa nota sullo stesso o rigo o spazio, ci pensa il programma a far suonare la tromba un'ottava sopra al tenore (o viceversa) e il discorso vale per qualsiasi altro strumento.

In questo modo, si lavora in maniera semplice e veloce, poi volendo i vari programmi possono far visualizzare l'altezza reale delle note devi vari strumenti, però trovo che si più comodo almeno impostare le ottave in cui lavorano gli strumenti. Su un pianoforte, lavorare così è giÃ* meno immediato anche perchè i "grappoli" a un certo punto tocca farli con 2 mani (per una questione di estensione).

Per quanto riguarda la trasposione dalla tonalitÃ* in C a quella dello strumento, i programmi lo fanno in automatico.

Quando leggi con il tenore, una parte dedicat scritta per tenore in Bb, tu sullo strumento e a mente non compi nessun tipo di trasporto: il trasporto è giÃ* fatto sulla partitura. Penso che al giorno d'oggi raramente ci siano parti indicate per tenore che non siano giÃ* automaticamente trasposte per lo strumento stesso.

Tutto questo come hai detto, non dovrebbe esulare da conoscenze ritmico/armoniche (anche se non a tutti servono).

Filippo Parisi
8th April 2010, 10:47
Eh tzadik. Ma tu parli di un altro livello, il tuo appunto. Anch'io, usando Sibelius come programma, che fa di tutto ed anche di più, spesso velocizzo moltissimo il lavoro in questi termini. Ma conoscere la teoria di quello che il programma ti fa in automatico è un passo obbligato, non un di più. Anche perchè se si vuole superare gli esami di composizione ed orchestrazione (ad esempio) ti chiudono in una stanza senza cellulare ed ovviamente senza PC per 18 e 36 ore :D

Pensare per gradi è sicuramente meglio, ma è un punto di arrivo, non può essere un punto di partenza. Pensa a chi ha appena iniziato o a chi ha iniziato da relativamente poco....

tzadik
8th April 2010, 11:07
Eheh... in effetti non è semplice e non è immediato, ma meglio farsi il "mazzo" subito che poi avere problemi in futuro...
Quando ho cominciato ad utilizzare Finale in maniera "seria" (circa 5/6 anni fa') non sapevo nemmeno utilizzarlo e lavoravo con le parti singole, poi ho scoperto che si poteva fare lo score, poi che si potevano variare le tonalitÃ* da strumento... insomma mi si è aperto un mondo.

Penso che un esame di composizione si a un livello ulteriormente più elevato... poi quando si comincia ad avere 20/25 righi sullo spartito, tenere a mente delle tonalitÃ*, dei range utili degli strumenti... diventa effettivamente un casino se si lavora senza mezzo informatico, eppure si faceva e si continua a fare.

bobby
29th June 2010, 15:59
effettivamente mi sembra strano leggere in chiave di basso partiture per sax

Giuro che per Sax tenore ( e creedevo fosse la norma) ne ho vista in chiava di basso!
Ma non e cosi diffiicile

C4 invece di essere nel 3° spazio e' nel secondo! In pratica scende tutto di uno spazio.
E come se tu mettessi uno sull'altro due pentagrammi, e il C3 sta nel mezzo. Da li scendi e invece di mettere i tagli in testa e in gambo appoggi le note sullo spartito di sotto cosi il LA occupera in chiave di basso la posizone che occupa il FA in chiave di violino ossia sul 5° rigo
In pratica se in chiave di violino hai un LA sotto il C3 lo scriveresti con un taglio in testa e uno in gambo, bene il taglio in testa non e nient'altro che il 5° rigo dello spartito sottostante che e un chiave di basso, e quindi avrai un MI che occupa il 3° spazio (DO in chiave di violino) e il DO che occupa il 2° spazio (LA in chiave di violino)
Chiaro no?

pabloss
30th March 2011, 00:18
Questa è una lotta che mi perseguita da 12 anni... e ancora oggi mi è saltata fuori parlando con un altro sassofonista...
Dunque io ho imparato la tastiera del sax in maniera universale (Do con dito medio mano sinistra) e leggendo la chiave di tenore... poi mi sono reso conto del dramma e ho cominciato a leggere la chiave di violino... ma anche qui è venuto fuori un dramma... io non ho mai suonato in orchestra e quindi con qualunque band abbia suonato, o qualunque spartito abbia letto (real book e affini) sono tutti in chiave di violino non trasposta... perchè quindi la fatica di trasporre il tutto??
E fu così che 10 anni fa decisi di leggere in chiave di violino e suonare lo strumento per "effetto", per cui quello che per tutti è do, per me è sib (sono tenorista).... morale della favola??
Quando sono con altri sassofonisti e formazioni bandistiche non orchestrali, mentre gli altri cominciano a fare i calcoli per trasporre il tutto, o tirano fuori la penna, io sto già suonando....
Qualcuno mi dirà... e con il contralto??? Semplice.. ho imparato una seconda diteggiatura... e tutto fila liscio...
Mi fate capire perchè questa menata di trasporre e trasporre e trasporre ancora, mentalmente, scritto ecc.ecc. se poi il mondo intorno a noi gira in chiave di violino???? Stia bene per chi suona in orchestra (sono l'unico che non lo fa??) ma gli altri??
Sinceramente preferisco trasporre quel raro spartito orchestrale piuttosto che trasporre ogni singolo brano che mi si pone davanti, che in un sistema non professionale è sempre in chiave di violino!!!!
Se ho sbagliato, vi prego, spiegatemi una volta e per sempre la ragione di tutto ciò....
Salutoni

tzadik
30th March 2011, 09:23
Il tutto è un po' cervellotico... comunque se ci riesci! :bravo: