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Visualizza Versione Completa : Domanda su approccio all'improvvisazione



27th February 2010, 22:49
Salve a tutti ragazzi,
come gi* detto nella presentazione, è da poco che entro nel mondo del sax.
Suono da un sette otto anni la chitarra e sono appassionato del jazz, blues e rock.
La mia perplessit* sull'approccio all'improvvisazione sul sax nasce dal fatto che con la chitarra, studiando le scale, gli arpeggi di triadi/quadriadi, intervalli ecc..non ho mai sentito la necessit* di studiare sullo spartito perchè con la chitarra le trasposizioni sono geometriche e per questo motivo semplici..
Imparando i "box" di tutti gli arpeggi di quadriadi ad esempio, mi è venuto abbastanza semplice passare da un Cmaj7 a un C#maj7...la differenza è visiva..bastava spostarsi di un semitono e tutto rimaneva uguale..
Se poi volevo analizzare le singole note non c'erano problemi ma quando improvvisavo non sentivo la necessit* di conoscere una per una la singola voce dell'arpeggio,scala ecc..
La sonorit* era quella punto e basta. Stesso discorso per gli accordi..
Cominciando a strimpellare col sax (scusate per la deformazione professionale!), mi sono accorto aimè che gli unici arpeggi o scale che sono in grado di suonare sono quelli di cui conosco le singole note...suonare un Cmaj7 è semplice ma un C#maj7.....mannaggia!!! mi sono accorto dell'intoppo..
Cercerò adesso di formulare meglio la domanda per la quale vi rompo le scatole!
Per la trasposizione di un arpeggio, scala o intervalli non c'è un sistema alternativo oltre alla conoscenza delle singole note di ogni arpeggio,scala o intervallo?
Quello che ho intuito è di imparare "a memoria" la scala maggiore di C C# D D# ecc.....è corretto?

Scusate per questa domanda che può sembrarvi banale, ma per me che sono abituato a pensare "geometricamente" non è tanto semplice la questione...
A prescindere dalla tecnica di cui so' bisogna faticare (come per qualsiasi strumento), in testa magari ho tantissime frasi nel mio vocabolario che mi piacerebbe continuare a conservare per suonarle sul sax...ma niente da fare...
adesso, avreste in mente qualche manuale, o un sistema che potrei adottare per trasferire tutta la mia conoscenza teorica (con la chitarra ho studiato improvvisazione modale/tonale, sostituzioni armoniche, scale esatonali, diminuite s-t , t-s ecc..) per immergerla in questo mondo fantastico quale è quello del sax?

Vi ringrazio anticipatamente di cuore per tutti quelli che risponderanno!!!
ps..complimenti ancora per il foro!

fcoltrane
28th February 2010, 06:09
nel sax troverai meno simmetria.
l'unica facilitazione che troverai ( è che il tuo orecchio sar* abituato a riconoscere suoni degli accordi e quindi eventualmente errori)
solo lo studio delle singole tonalit* ti metter* in condizione di capire e ritrovare un po di simmetria.
(prima però dovrai mettere a punto una emissione che ti consenta di suonare tutte le note del sax).
é questo il punto degli strumenti a fiato .
ti dicevo che troverai alcune simmetrie:
ad esempio le note del sax (dal re salendo sino al si si per toni si trovano una dietro l'altra e la posizione delle dita anulare medio indice di conseguenza )
studiare tutte le scale maggiori e minori e memorizzare intervalli degli accordi settima, minori e maggiori è la base per conscere queste simmetrie.
ciao fra

re minore
28th February 2010, 09:04
Devi studiare scale e arpeggi, non credo vi sia altra via. E' uno studio che ti portera' via qualche tempo, ma non tantissimo. Volendo quantificare, per il senso che puo' avere, potrebbe essere dai tre ai sei mesi. A quel punto sarai in grado di riportare sul sax quelo che fai con la chitarra.

Vale la pena sottolineare che il grosso del lavoro, per chi vuole impararare l'arte dell'improvvisazione partendo invece da zero, non e' questo studio di scale e accordi ma tutto il resto: imparare a scegliere le note da suonare dentro e fuori le scale/accordi dell'armonia andando a tempo con gli altri, formarsi una idea in testa del sound che si vuole ottenere, e soprattutto... avere qualcosa da dire!

28th February 2010, 14:28
Grazie mille per le risposte, come volevasi dimostrare, sempre cordiali e gentili!
Un ultimo consiglio didattico..c'è un manuale-metodo che contenga tutto il materiale di cui ho bisogno in tutte e 12 le tonalit*?
Sarebbe molto utile tecnicamente oltretutto...è per avere un punto di riferimento concreto..mettiamola così!

re minore
28th February 2010, 16:10
Yes! Pattern for Jazz di Jerry Coker. E' *paro paro* quello che ti serve! ;)

Alfred Publishing, circa 20/25 E. Lo trovi credo abbastanza facilmente sia in rete che in negozio.

KoKo
28th February 2010, 16:41
purtroppo come ti hanno detto non ci sono scorciatoie, ma nemmeno sulla chitarra dovrebbero esserci =)

io lascerei stare i manuali, studia le scale e gli arpeggi pensando/cantando le note e a memoria, cercando di far funzionare l'orecchio.
i suoni dovresti averli gi* in testa, quindi parti avvantaggiato!

28th February 2010, 18:38
Grazie Re minore!!!!!
Sei un mito!
Ogni tanto mi farò sentire...questo è anche un altro aspetto fantastico della musica...gli amici che conosci...spero di diventarlo anch'io uno dei vostri!
Keep on music!

lucaB
12th March 2010, 11:07
io penso che quando parla di geometria di riferisce a questa tecnica:


Vi è poi il modo, sempre per così dire, del chitarrista non classico. Questi apprende le scale attraverso “box”
che indicano le diteggiature in posizione fissa (cioè senza spostamento orizzontale lungo il manico) e queste
posizioni vengono poi spostate per ottenere le scale in tutte le tonalit* desiderate. Spesso non si
apprendono le note che compongono ogni scala perché per cambiare tonalit* è appunto sufficiente spostare
ogni “box” nel punto giusto (e per questo basta sapere la nota d’inizio della scala).

pigsax
29th March 2010, 23:58
Effettivamente la chitarra un pò ti impigrisce, premetto che sono un chitarrista da spiaggia come si dice, quindi prendetela così, ma nella chitarra l'unica cosa facile ed immediata è la trasportabilit* di ogni cosa, è proprio un attimo! I box delle scale a cui si riferisce lui sono sempre quelli...per esempio la scala di do maggiore si fa con una determinata diteggiatura facendo una specie di disegno con le dita sul manico, bè... per fare do# la fai nello stesso modo ma da un tasto (semitono) più giù, per fare re due tasti piu' giu di do, re# tre da do ecc..ecc... e questa grande comodit* che un pò però ti porta fuori dallo studio delle varie scale o che sia...e vai un pò amemoria, per non parlare poi delle tablature!! :muro((((
non vi è capitato mai di fare un pezzo e magari la cantante non ci arriva e il chitarrista se gira e dice: bè facciamola due toni sotto?! tanto per lui è un attimo!! :lol:

22nd April 2010, 20:19
non vi è capitato mai di fare un pezzo e magari la cantante non ci arriva e il chitarrista se gira e dice: bè facciamola due toni sotto?! tanto per lui è un attimo!! :lol:

bastardo :evil: :ehno:

pigsax
23rd April 2010, 21:19
si è vero un pò inside!!!!! :lol:

maurisax
23rd April 2010, 22:43
non vi è capitato mai di fare un pezzo e magari la cantante non ci arriva e il chitarrista se gira e dice: bè facciamola due toni sotto?! tanto per lui è un attimo!!

bastardo

mi fanno una rabbia... chitarrista e contrabbassista, per non parlare del batterista
dice la cantante: "abbassiamola di un semitono!"
e loro: "ok!" :fischio:
e da re ti ritrovi in re bemolle :muro((((

docmax
23rd April 2010, 22:57
Simpatici questi aggiustamenti di tonalit* eh? Tanto solo un semitono in fondo che ci vuole? :lol:

nubechefugge
23rd June 2010, 12:45
....e qui torniamo al punto di partenza. Tutti abbiamo imparato che le note sono 7 e poi ci sono le "alterazioni". Gi* il termine ti mette imbarazzo ed affrontiamo le scale "con alterazioni" con molta diffidenza: se potessimo trasporteremmo (e spesso lo facciamo!)tutto in Do, in Fa o Sol ed al max in Re, Sib, ecc.
Se gli insegnanti partissero col dirti che le note sono 12 (trascuriamo la 13a e 14a!) e tu da lì inizi con le scale e con tutto il resto. Se acquisisci familiarit* con le scale di tutte e 12 le tonalit*, qual'è il problema? Certo sulla chitarra o sulla tastiera anche "visivamente" il mezzo tono lo vedi è nero, sta lì in mezzo, ma poi il resto lo devi comunque fare tu. Sul sax, va bè, è meno intuitivo ma si imparano abbastanza velocemente e facilmente TUTTE LE 12 NOTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

docmax
23rd June 2010, 14:45
Hai ragione nube, solo che quando sai camminare e non ancora riesci a correre, ci sono inciampi più facili quando hai delle pietre in mezzo alla strada piuttosto che quando vai a strada libera. ;)

nubechefugge
23rd June 2010, 15:21
Certo, però vedi che abbiamo il condizionamento di considerare "delle pietre" le note alterate!?Concordo che eseguendo la scala cromatica (es. crescente in Do) hai dei "retropassaggi" o dei salti (sto parlando sempre del sax) che creano sicuramente degli inciampi all'inizio. Ma una melodia in Do oppure in Solb (per dirla grossa) avr* dei passaggi non progressivi e quindi se sai bene dove andare a parare TRA LE 12 NOTE, avrai pochi problemi (parere strettamente personale).

lucaB
23rd June 2010, 15:53
io sono dell'opinione, gi* espressa in altri topic, che se una cosa la puoi sentire in do la puoi sentire anche in do# (giusto per spostarsi del famoso semitono). Il resto è solo un problema di esercizio. Io poi personalmente non penso alle alterazioni quando faccio gli esercizi, penso al suono degli intervalli.
Secondo me bisogna educare l'orecchio a far andare le dita al posto giusto, non allenare il cervello a ricordare regole matematiche strane. Del tipo:
che alterazioni ha questa scala minore? mmm...3b 6b 7b, ok...la terza di questa scala è mi... la sesta la... la settima si, ok... allora sono mib, lab, sib... ah! praticamente come la scala di mib! ok... allora penso a suonare mib partendo dal do, mmm...provo...nel frattempo il metronomo ha finito di battere il tempo per tutti gli esercizi del libro. :ghigno:

Purtroppo le dita sono più veloci del cervello, è per quello che si inciampa, studiare studiare studiare studiare studiare

IMHO

nubechefugge
23rd June 2010, 16:08
LUCAB, sono perfettamente d'accordo con te, hai focalizzato per bene la sostanza e quello che dici (pensare all'intervallo) è l'unico sistema per "improvvisare" un cambio di tonalit* senza avere davanti il nuovo spartito. Ma tra il dire ed il fare..........complimenti,tu sei avanti un bel pezzo!

lucaB
23rd June 2010, 16:28
io non sono avanti per niente, ho detto quello che faccio io, che non vuol dire che mi riesce bene, ma a forza di farlo tutti i giorni qualcosa succeder* ::saggio::

SaxRooster
5th October 2010, 14:26
Aldila' dell'aspetto psicologico ( una tonalita' con molte alterazioni causa soggezione ) c'e' comunque da considerare che suonare in tonalita' di C# per un sax non e' obiettivamente scorrevole come in C. E' proprio un "problema" di progetto e posizioni fisiche ( un po' come i passaggi sulle chiavi palmari ). Questo non considerando nemmeno l'impatto visivo appesantito che da la lettura di una partitura in quella tonalita'.

Certo non bisogna aver timore e bisogna esercitarsi in egual misura in tutte le tonalita' ma e' un aspetto da considerare.

C'e' poi da dire che alterare la tonalita' se non e' proprio necessario non e' un grande affare, cambiando alcuni aspetti caratteristici dei brani si perdono ( brillantezza, solennita', nonche' altri ameni e "oggettivi" aspetti di questo tipo... ).