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Visualizza Versione Completa : come organizzare le sessioni di studio dell'improvvisazione?



3rd February 2010, 22:48
Il titolo è un po' generico e non centra prefettamente il discorso, ma non sapevo come scriverlo.
Premetto che ho fatto un search e non ho trovato quello che mi interessava.

Vorrei subito mettere in chiaro che lo scopo di questo tipoc non è chiedere come si inizia a improvvisare, chiedere che scale usare ecc...

Lo scopo di questo topic è, in un certo senso, come esercitarsi nell'improvvisazione.

E' ovvio che nessuno avrÃ* la risposta definitiva perchè ognuno fa a modo suo, ma giÃ* descrivendo come voi approcciate lo studio dell'improvvisazione potrebbero nascere interessanti spunti.

Potrei partire io con diversi dubbi che mi sono sorti studiando

Ad esempio nell'Aebersold c'è una traccia con tutti i 2-5-1 maggiori e un'altra con tutti quelli minori.
Ovviamente i due obbiettivi principali sono memorizzare la scala da utilizzare e imparare a farla suonare e collegarla. Prima suonavo tutta la base e puntualmente mi bloccavo nella parte centrale ovvero le tonalitÃ* più toste e suonavo pochissimo perchè non avevo ben ferrate le scale. Per memorizzare bene le scale ho provato a studiare qualche pattern (altro argomento spigoloso di cui parlerò sotto) ovviamente in tutte le tonalitÃ* e poi suonarli anche con la base. Oltre al fatto che fatico a trovare pattern che mi aggradino per un 2-5-1 con una battuta per accordo sia dallo stesso aebersold o libri di pattern sia da soli trascritti (dove casualmente nei solo che ho scelto di trascrivere sono molto più frequenti cambi con 2 quarti per accordo, quindi un 2-5-1 in 2 battute invece che in 4). Noto anche che i pattern non mi aiutano a memorizzare le note della scala, magari mi aiutano a trovare dei punti di riferimento, ma non mi aiutano a memorizzare meglio.

Allora sto pensando di adottare questa soluzione:
isolo i 2-5-1 a blocchi di 3 e li studio senza tempo. Scorro per un po' su ogni scala con le varie possibilitÃ*. Io ad esempio conosco 5 possibilitÃ* principali per sviluppare un 2-5-1 senza fare sostituzioni o utilizzare sovraestensioni ecc...e quindi magari prima giro su tutte le scale con la prima possibilitÃ* su tutti i 2-5-1 che ho scelto, poi con la seconda ecc...Questo per ferrare le scale, poi ovviamente provo a mettere in pratica il tutto con la base.



Sopra parlavo di patterns. Argomento spinoso secondo me...alcuni dicono di imparare quanti più pattern possibili, anche quelli che inizialmente non ci aggradano anche che però sono ricorrenti (ad esempio i 100 patterns proposti nel secondo volume di how to play bebop di david backer). Altri abborriscono lo studio dei patterns inquanto annulla la personalitÃ* del singolo. Altri, forse per pigrizia, forse perchè lo trovano più utile, scelgono qualche pattern e invece di studiarlo in tutte le tonalitÃ* lo studiano in una sola e si esercitano più che altro a incastrare questi patterns con l'improvvisazione "normale" nella migiore maniera possibile. Come fare? Voi cosa Suggerite?

Ultimo argomento e poi la smesso: i soli. Io trascrivo i soli e mi piace anche abbastanza farlo. Ma poi cosa bisogna fare? bisogna impararsi il solo? ho notato che rimane ben poco. E' bello però poi alla fine ti rimane sempre quella frasetta o due che ti saresti comunque imparato perchè ti avevano colpito appena trascritte (non so se mi sono spiegato molto bene). Alcuni suggeriscono di trascrivere il solo e poi selezionare delle frasi da utilizzare come patterns. Voi come fate per far fruttare una trascrizione di un solo?

questo per il momento è quanto

ringrazio quanti avranno la pazienza di rispondere, ma sopratutto di leggere tutta sta roba ;)

just
3rd February 2010, 22:58
di nulla
;)



ironizzo, ovviamente....
argomento interessante.... lo seguirò con attenzione

Mad Mat
4th February 2010, 13:32
In primo luogo, l'apprendimento e l'assimilazione delle scale è la base indispensabile per poter suonare con facilitÃ* le frasi e i pattern e non viceversa.

Le tracce 1 e 4 dell'Aebersold vol.3 sono lente e permettono di suonare senza troppe difficoltÃ* le scale in tutte le dodici tonalitÃ*, maggiori e minori.

Comunque se non riesci a suonare sulla base a tempo, non suonare senza tempo. Studia lentamente ma sempre con il metronomo. Se suoni senza base, non partire dalla tonalitÃ* di DO. Parti da Lab e procedi sul circolo delle quinte. In questo modo cominci dalle tonalitÃ* più difficili e poi arrivi a quelle facili.

Quanto ad esercizi di base consiglio di fare a memoria (senza scriversi appunti da leggere):

a) Una sola nota per ogni accordo

- solo le terze (su D-7 / G7 / Cmaj7 = FA / SI / MI)
- solo le quinte (su D-7 / G7 / Cmaj7 = LA / RE / SOL)
- solo le settime (su D-7 / G7 / Cmaj7 = DO / FA / SI)
- solo le none (su D-7 / G7 / Cmaj7 = MI / LA / RE)
- solo le undicesime (su D-7 / G7 / Cmaj7 = G / C / F) Il IV grado sull'accordo della tonica è una avoid note che deve essere risolta sul III grado ma per memorizzarla va bene anche suonata così.
- solo le tredicesime (su D-7 / G7 / Cmaj7 = B / E / A)

b) la triade dell'accordo

- ascendente dalla tonica
- discendente dalla tonica
- ascendente dalla terza
- discendente dalla terza
- ascendente dalla quinta
- discendente dalla quinta

b) le quadriadi di settima dell'accordo

- ascendente dalla tonica
- discendente dalla tonica
- ascendente dalla terza
- discendente dalla terza
- ascendente dalla quinta
- discendente dalla quinta
- ascendente dalla settima
- discendente dalla settima

c) le scale
- ascendenti partendo da ciascuno dei sette gradi del modo relativo
- discendenti partendo da ciascuno dei sette gradi del modo relativo

Se sulla base non riesci a fare gli esercizi del gruppo C ad ottavi andando a tempo, puoi considerare le prime due battute solo come II o solo come V e suonare le scale a quarti.

Queste tre serie di esercizi (A, B e C) sono proprio il minimo sindacale per poter cominciare ad improvvisare sui II V I.

Quando si sono assimilati questi basics, si possono fare altri mille esercizi. Ma senza queste basi non si va da nessuna parte.

In ogni caso per costruire frasi interessanti, bisogna sempre ricordarsi che gli strumenti monofonici (come il sassofono) suonano "successioni di intervalli".
Una bella frase non è tale per le singole note in se considerate ma per i rapporti in cui si trovano le note che in essa si susseguono, ossia per gli intervalli tra le note.
Se improvvisando suoniamo soltanto le scale per gradi congiunti, stiamo suonando soltanto intervalli di seconda.
Analogamente se suoniamo soltanto gli arpeggi degli accordi, utilizziamo soltanto intervalli di terzi (e di quarta se ci fermiamo alle triadi)
Se si considera questo fatto si capisce che quando, si improvvisa con uno strumento monofonico, è più utile considerare la scala, non come “un set di note†tra le quali scegliere cosa suonare, bensì come “un set di intervalli†tra i quali scegliere cosa suonare.
Una scala eptafonica (ossia costituita da sette toni, come la maggiore), se considerata come “un set di note†ci da la possibilitÃ* di scegliere soltanto tra sette note. Se invece la consideriamo come “un set di intervalliâ€, per ogni “nota di partenza†ci consente di scegliere tra diciassette intervalli diversi (limitandosi ai solo intervalli che vanno dall'unisono alla nona: otto intervalli ascendenti, otto intervalli discendenti ed un unisono).

D'altra parte se una frase suona bene anche senza accompagnamento, significa che essa trae la sua forza e la sua bellezza dalla struttura melodica ossia dal modo in cui gli intervalli si succedono e non dai rapporti di ciascuna nota con l'armonia sottostante.

Un'altra riprova dell'importanza del profilo melodico, inteso come struttura intervallare, è fornita dalle cosiddette improvvisazioni “in & outâ€. Infatti nelle improvvisazioni “in & out†una linea con una forte e logica struttura intervallare (soprattutto se suonata in progressione) continua a suonare “giustaâ€, anche se temporaneamente va contro la struttura armonica dell'accompagnamento.

Dunque anche quando si esamina un assolo è sempre bene esaminare, non solo quali note vengono usate con riferimento all'armonia di base, ma anche e soprattutto come vengono usati gli intervalli.

AMEN

bluevix
4th February 2010, 13:51
Quando si dice ESAUSTIVO!!! :bravo: ;)

just
4th February 2010, 17:00
:shock:
alla faccia del minimo sindacale

ok per le scale
per triadi e quadriadi finora mi esercitavo 'solo' in modo ascendente e discendente, dalla tonica in avanti su tutti i gradi della scala di riferimento, per tutta l'estensione..... credi vada bene lo stesso o meglio concentrarsi sulle note dell'accordo?

probabilmente il più ostico è il primo esercizio (a), perchè impone una conoscenza perfetta - mnemonica - degli accordi..... ossia... un conto è andare avanti 'meccanicamente' sugli accordi di una scala, altra è pensare a mettere insieme le terze o le quinte di accordi differenti :BHO: seppur appartenenti alla stessa tonalitÃ* (II-V-I)

niente male mad ;)

STE SAX
4th February 2010, 17:48
ehi Mad, quanto vuoi per il consulto ?
bonifico o fast pay?

Mad Mat
4th February 2010, 17:59
ehi Mad, quanto vuoi per il consulto ?
bonifico o fast pay?

Preferisco pagamenti in natura: capponi e fiaschi di vino! :ghigno:

STE SAX
4th February 2010, 18:40
suggerisco offelle e soave, vista la tua zona.

4th February 2010, 18:50
Mad ti ringrazio davvero molto, metterò da subito in pratica quanto hai suggerito.
Il concetto del set di intervalli credo di averlo capito, ma penso che sarÃ* dura. Quando ad esempio sto in do maggiore ho determinate note da poter utilizzare, sul piano sono tutti i tasti bianchi, volendo il Fa#. io non penso a schiacciare a caso in successione una di quelle disponibili, ma penso sia in senso melodico cercando di far andare la melodia che suono nella direzione di quella che penso (ancora farle coincidere mi riesce difficile da fare istantaneamente) o altro come preparare l'arrivo di una nota, fare un arpeggio magari non partendo dalla fondamentale aggiungere qualche cromatismo però non penso ad utilizzare una successione di intervalli ovvero per fare ad esempio do fa# la sol mi sempre sul nostro caro do maggiore non penso ad una quarta aumentata ascendente, una terza minore, una seconda discendente e una terza minore; penso piuttosto che voglio preparare il sol e partendo da do che sta una quinta sotto e quindi risolverebbe bene sul sol "circondo" il sol con Fa# che è l'undicesima# dell'accordo e il la per poi arrivare al sol e sciogliere la tensione con un mi che però lascia ancora spazio ad altre idee e non sembra voler concludere. Questo era un esempio. Insomma, è anche questo un pensare ad intervalli o tu indendi qualcosa di più rigido e alla lettera rispetto a quello che hai detto??

altra cosa, la butto lì:
quando iniziate un pezzo nuovo o magari vi preparate prima di suonarlo per ripassare o proprio studiare la progressione armonica del pezzo che sistemi utilizzate? L'Aebersold anche in questo caso propone delle soluzioni, ma sicuramente ce ne sono di migliori. Ad esempio un mio amico sassofonista lo fa sempre prima di suonare un pezzo, a meno che non sia in pubblico nel bel mezzo della serata, scorre rapidamente per la progressione armonica e fa una linea ininterrotta. Non so sinceramente cosa sia, non gliel'ho mai chiesto, forse arpeggi collegati tra loro, non saprei. Voi cosa consigliate?

Grazie mille

Mad Mat
4th February 2010, 19:37
.... ad esempio do fa# la sol mi sempre sul nostro caro do maggiore non penso ad una quarta aumentata ascendente, una terza minore, una seconda discendente e una terza minore; penso piuttosto che voglio preparare il sol e partendo da do che sta una quinta sotto e quindi risolverebbe bene sul sol "circondo" il sol con Fa# che è l'undicesima# dell'accordo e il la per poi arrivare al sol e sciogliere la tensione con un mi

Quando dico di pensare ad una linea melodica come una serie di intervalli, non intendo dire che mentre si improvvisa bisogna pensare: adesso suono una terza, poi una quinta e poi un semitono. Quando si improvvisa bisognerebbe pensare soltanto al suono degli intervalli e non ai numeri.

Però se analizzo la frasetta di cui parli sopra (do fa# la sol mi), tendo ad evidenziare che ciò che la rende particolare (e tipica del be bop) non è tanto la funzione armonica delle note (anche perchè il FA# ed il LA non si giustificano come Vb e VI di DO ma come note di approccio della nota bersaglio MI) quanto piuttosto la varietÃ* dell'ampiezza degli intervalli e del profilo melodico.

Infatti in quel pattern troviamo

- quattro intervalli differenti: quarta eccedente, terza minore, seconda maggiore, terza minore

- ed un profilo melodico con un cambio di direzione: SU, SU, GIU', GIU'

Invertendo il F# con il A (ossia DO LA FA# SOL MI) la frase diventa più interessante perchè il profilo melodico diventa più vario: azichè SU, SU, GIU,' GIU' diventa SU GIU' SU GIU'.

Un altro esempio:

nelle prime due battute di All The Things You Are, ciò che caratterizza la linea melodica non è tanto il fatto che le due note abbiano la funzione di terza minore dei primi due accordi quanto piuttosto il fatto che tra le due note vi sia un intervallo di quarta giusta ascendente.

Stesso discorso vale per le prime due note del tema di All Blues. La bellezza di quella cellula melodica sta nell'intervallo di sesta maggiore ascendente e non nel fatto che le due note siano la quinta e la terza dell'accordo dominate.

puffosky
4th February 2010, 20:57
una strada è:
imparare bene tutte le scale,
poi suonare sui dischi,
esempio un pezzo giÃ* studiato
improvvisare insieme a Coltrane o altri...

spesso è un po' frustrante, ma a me ha aiutato.
:saxxxx)))

4th February 2010, 21:37
@madmat ti ringrazio della spiegazione. Allora devo dire che sono più sulla buona strada di quanto pensassi. Con un altro po' di ear training e una volta assimilate bene le scale credo di poter essere in grado di improvvisare naturalmente come suggerisci dato che è quello che più o meno cerco di ottenere.


@puffosky ringrazio anche te della "scaletta" proposta. In realtÃ* però cercavo qualcosa di più dettagliato come può essere quello suggerito da madmat o magari uno che fa un esempio con tempo a disposizione. Esempio con 1 ora e mezzo 30 minuti di studio scale in questo modo con x procedimenti, 30 minuti di studio patterns nel seguente modo (può essere giÃ* un ottimo spunto per esempio iniziare dal lab invece che dal do come suggeriva madmat) 30 minuti suonare con basi/dischi, con i seguenti accorgimenti.

Aspetto fiducioso altri punti di vista altri consigli utili

grazie

re minore
5th February 2010, 22:39
In primo luogo, l'apprendimento e l'assimilazione delle scale è la base indispensabile ...
AMEN

:half:

Messo in file con Cut & Paste, AMEN compreso... Thanks!

:half: