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Visualizza Versione Completa : Ottenere il massimo dal tempo dedicato allo studio



lucaB
3rd February 2010, 11:42
vi linko un articolo (english), cosa ne pensato di quello che dice? è vero secondo voi? è applicabile ugualmente a un beginner?

http://www.ryanfraser.com/lessons/advanced/practice.html

leggete che poi ne discutiamo :D-:

docmax
3rd February 2010, 13:51
Luca è un bell'articolo ma per i pessimi individui poco inquadrabili come me che non amo troppo gli schemi, men che meno quando suono, questo sistema è destinato a portare pochi risultati.
Stimo moltissimo che riesce a disciplinarsi così, sicuramente otterrÃ* molto, io non ci riesco.

lucaB
3rd February 2010, 15:07
eh eh! ma poi è vera questa cosa dello studiare a blocchi di tempo per massimizzare l'apprendimento?
Devo fare un tentativo stasera :mha!(

docmax
3rd February 2010, 16:01
Una cosa sicuramente è vera, studiare molto tempo (e male) potrebbe provocare le malattie da trauma cumulativo ripetuto (repetitive strain injuries RSI).
Se studiare a blocchi, al massimo del rendimento, riduce i tempi di esposizione ai fattori di rischio per lo sviluppo di malattie da RSI, ben venga questo metodo di studio... del resto anche il cinema ci aiuta e viene immediata la citazione di Shine e del suo "scontro" con il terribile Rach 3.

maurisax
3rd February 2010, 16:33
scusa la mia ignoranza docmax, ma non conosco nè Shine nè Rach 3 (a dire il vero neanche il due nè l'uno) :BHO:

lucaB
3rd February 2010, 17:00
io mi ricordo il film e finiva col suonare una cosa impossibile che lo portava alla follia (se non ricordo male)

Mandrake
3rd February 2010, 17:47
perche' si parla sempre di ottimizzare l'apprendimento e non di ottimizzare il divertimento?
Credo che un "dilettante", per definizione, dovrebbe occuparsi del "diletto".

Dunque secondo me bisogna studiare il tanto che non pesa troppo, al fine di garantirsi un maggior diletto futuro.

Ne vale la pena (di divertirsi meno oggi) se e solo se la somma di tutti gli incrementi di divertimento futuri e' maggiore di ( "divertimento a cui si rinuncia oggi"+ "rottura di palle")

dove "rottura di palle è' un "divertimento" col segno -

...devo avere delle tara nella testa, saranno i primi segni di demenza senile.
Mia figlia direbbe: "perche' i PRIMI ? "

docmax
3rd February 2010, 18:40
:-leggi-: Shine rach 3 (http://www.youtube.com/watch?v=qkH7CydWW18)

Blue Train
3rd February 2010, 20:28
saranno i primi segni di demenza senile.
Mia figlia direbbe: "perche' i PRIMI ? "
Tua figlia ha ragione: quando se ne accorge l'interessato non sono i primi, le persone che lo circondano se ne sono accorte da molto tempo! :saputello :lol:

gf104
3rd February 2010, 21:41
Testo interessante: resto in attesa di "part 2". Ciao Mandrake ti quoto assolutamente!

Mandrake
3rd February 2010, 22:07
Tua figlia ha ragione: quando se ne accorge l'interessato non sono i primi, le persone che lo circondano se ne sono accorte da molto tempo! :saputello :lol:

grrrrrr :evil: ...... questo sarebbe per tenermi su di morale? :doh!:



ty Gf104

Aktis_Sax
3rd February 2010, 23:05
l'articolo mi pare molto interessante soprattutto nella seconda parte, quando parla di come studiare un nuovo esercizio al meglio. Sinceramente, però, la prima parte mi lascia perplessa: capisco il discorso di intervallare lo studio con pause, ma io ho sempre inteso le pause come brevi , e non da 20 minuti l'una! Bisogna anche tenere in considerazione che se in un giorno ho solo un'ora per studiare, sicuramente non faccio 20 minuti per poi smettere x fare una pausa... o no?

FrankRanieri
4th February 2010, 11:08
Nel caso di un'ora di studio non credo serva fare una pausa, ma nel caso di studio di diverse materie, es. solfeggio, sax, armonia, ecc. ovviamente si parla di almeno 3-4 ore di studio.
In questo caso la tecnica alexander docet!! Ho visto sulla mia pelle notevolissimi miglioramenti da quando attuo la tecnica, nella fattispecie la semi-supina.
Bastano 15/20 minuti per ricaricarsi ed affrontare una nuova sessione di studio, provato personalmente.
Per chi non l'avesse ancora fatto, interessatevi circa la tecnica Alexander, merita davvero. Tanto innocua quanto efficace!
Frank.

re minore
5th February 2010, 22:22
Articolo interessante, grazie lucaB.

Trovo soprattutto interessante la parte sul modo migliore di approcciare una nuovo pezzo,cioe' concentrarsi sulle parti difficili tralasciando quello che gia' viene bene.

Del resto, e' universalmente noto che dovendo risolvere un problema con mezzi limitati e' opportuno impiegare tali mezzi laddove il rapporto costo/beneficio e' massimo. Parlando di studio musicale, e' quasi (il quasi ci vuole) sempre vero che il beneficio massimo si ottiene sui passaggi piu' difficoltosi.

Per quanto riguarda la parte della memorizzazione (10% iniziale e finale) c'e' del vero (del resto la curva di apprendimento e' una cosa ben nota), ma bisogna fare due considerazioni:

1. la curva di apprendimento non e' proprio 90% 10% 90%, in particolare non mi risulta che gli ultimi 10' siano tanto fruttiferi, anzi io direi l'opposto.

2. la curva di apprendimento si applica per processi di memorizzaione ed apprendimento esclusivamente mentali, non fisici. La applichi se stai studiando matematica, diritto, o anche teoria musicale. Laddove entrano in gioco processi fisici non si applica piu', e studiare un brano o una scala al sax implica una pesante percentuale di attivita' fisica.

Il punto e' che quando studi un brano (od una scala) all'inizio e' la parte cosciente (software, potremmo dire) del cervello che lavora, cioe' la parte "pensante" vera e propria, la quale e' soggetta alla curva di apprendimento. Man mano che l'apprendimento procede, nel cervello si formano collegamenti fisici tra i neuroni i quali pian piano sostituiscono il "pensiero cosciente". Esattamente come quando impari a guidare la macchina: all'inizio pensi "ora devo scalare marcia, ora devo guardare nello specchietto" poi dopo un po' queste cose diventano automatiche: non le fa piu' il sustrato pensante del cervello bensi' un "automatismo", cioe' un "hardware" che si sviluppa proprio durante l'apprendimento. Piu' guidi (o piu' suoni il brano in questione, o piu' improvvisi su una sequenza di accordi) e piu' l'automatismo si rafforza, e questo rafforzamento non e' soggetto alla curva di apprendimento, per cui puoi passare ore a far scale ed i minuti centrali contano esattamente come quelli all'inizio ed alla fine della sessione.

Quindi non ci sono scuse... tocca studia' senza andare di la' a farsi una birra. :zizizi))

Alastor
5th February 2010, 22:36
:pray: :pray: Re minore, aggiungo inoltre che secondo me più si suona meglio è :yeah!)

David Brutti
9th February 2010, 10:32
Personalmente non sono un fautore dello studio "al massacro", tuttavia il metodo proposto mi sembra davvero un pò naif: almeno personalmente se non mi concentro almeno un paio d'ore di fila senza soste non riesco a cavare un ragno dal buco, anche perchè uno strumento a fiato richiede comunque uno sforzo muscolare costante e se dopo appena 20 minuti (tempo durante il quale riesco a riscaldarmi), smettessi subito, dopo la pausa sarei di nuovo da capo.

Pur trovando questa "teoria" interessante, resto della mia opinione: con 2-3 ore al giorno fatte come si deve e senza perdite di tempo si possono ottenere degli ottimi risultati.

Aktis_Sax
9th February 2010, 11:27
Quoto... oltretutto, se in una giornata uno 2 ore a disposizione non ce le ha, bisogna far fruttare il poco tempo al massimo: se facessi una pausa di venti minuti ogni dieci studierei poco niente!

9th February 2010, 12:06
:pray: :pray: Re minore, aggiungo inoltre che secondo me più si suona meglio è :yeah!)

Si, va bene, pure io concordo con Re minore, ma non esageriamo... dopo circa due ore di smanicamento una pausa ci vuole, altrimenti la "parte automatica" prende il sopravvento...

Aktis_Sax
9th February 2010, 12:29
Beh, ma anche dopo un'ora... dipende un po' da come siamo fatti. Io dopo un'ora un paio di minuti me li concedo, più che altro per riprendere la concentrazione. Il problema è che nell'articolo si parlava di pause troppo lunghe dopo troppo poco tempo di studio!

9th February 2010, 12:53
Beh, Aktis... se dopo un'ora ti fermi 2 minuti non è una vera pausa... io faccio di peggio: mi fermo dopo circa due ore, accendo la pipa, ciondolo in giro, rifletto sul destino del mondo e su cosa farò da grande... e dopo circa 15/20 minuti riprendo a soffiare... questa è una pausa, Aktis! :D

Aktis_Sax
9th February 2010, 12:59
Sì beh dai, ho fatto la grande, facciamo anche 5-10 minuti: mi siedo un attimo, un po' d'acqua, e se i vicini non mi lanciano qualche bomba magari riprendo :ghigno:

David Brutti
9th February 2010, 13:11
accendo la pipa

Pure tu sei un fumatore di pipa!? Stiamo sempre più trovando dei punti di "contatto" incredibbile!

Scusate l'OT!

KoKo
9th February 2010, 13:13
perchè fumi la pipa pure te? =) (io no eh...)
se vai da daniele allora chiedigli di fare un giro nel "laboratorio" e vedrai che sorpresa =)

fine ot.

Aktis_Sax
9th February 2010, 13:14
accendo la pipa

Pure tu sei un fumatore di pipa!? Stiamo sempre più trovando dei punti di "contatto" incredibbile!

Scusate l'OT!

ammettilo David, anche tu ti fermi ore a fumare la pipa dopo 1 ora di studio!

David Brutti
9th February 2010, 13:15
Ogni tanto fumo un pò di Dunhill con la mia Mastro de Paja. Il tempo però è sempre più tiranno.

Tornando In Topic, vado a studiare!

re minore
9th February 2010, 16:59
Dopo un'ora anche io mi prendo qualche minuto di pausa, anche se non sempre. Ma secondo la "parte automatica" DEVE prendere il sopravvento!!! Lo scopo dello studio e' proprio quello: trasformare lo sforzo cosciente, difficile da mantenere e soggetto ad ogni tipo di inconveniente, in comportamento automatico!

Pensa a quando si impara a guidare: all'inizio sei in tensione, e' la tua "mente cosciente" che guida, e dopo poco sei stanco. Quando sai guidare, dopo centinaia di ore passate al volante, guidi con naturalezza e sei in grado di guidare per ore senza un vero e proprio affaticamento. Studiare musica, ma anche per esempio imparare a sciare, e' molto simile: all'inizio fatica e concentrazione, poi naturalezza. La naturalezza la ottini quando la "parte automatica" prende il sopravvento.

Ancora un paragone: quando impari a guidare la mente cosciente e' concentrata sulle manovre (e in pratica non fa altro), poi quando sai guidare la mente cosciente puo' fare altro (ad esempio conversare) perche' e' la "parte automatica" che guida. Quando suoni all'inizio la mente cosciente e' concentrata a non sbagliare scale, non andare fuoritempo, etc. Poi, dopo MOLTE ORE di pratica, la mente cosciente puo' liberamente esprimersi proprio perche' la "parte automatica" e' in grado di eseguire quello che la "parte cosciente" vuole fare.

9th February 2010, 18:57
Pure tu sei un fumatore di pipa!? Stiamo sempre più trovando dei punti di "contatto" incredibbile!

Scusate l'OT!

In fondo, per un saxista è normale fumare la pipa: è l'attrezzo da fumo più simile al saxofòne... :D

A Re minore: a mio umile parere "l'automazione" nella pratica strumentale riguarda esclusivamente la parte tecnica. La ricerca espressiva richiede invece notevole impegno di risorse cerebrali coscienti: ci si trova costretti a scegliere continuamente tra infiniti itinerari possibili. Mi riferisco principalmente all'improvvisazione, ma non solo.

re minore
9th February 2010, 20:34
Sono perfettamente d'accordo! Gli e' che io sono ancora ben impelagato proprio nella parte tecnica, e quindi dai a pedalare. Nella migliore delle ipotesi improvviso andando a tempo, ma non posso dire di costruire sempre frasi memorabili: :???: Ho l'80% del cranio che pensa ad andare a tempo, ed il rimanente 20% che prova a non prendere note fuori contesto. Cosa resta per esprimere quello che si sente dentro, magari in una forma estetica gratificante? Esattamente lo 0%. :zizizi))

Poi anche li' potrebbe essere questione di livelli: quando impari a parlare lo sforzo cosciente e' nella dizione di parole e costruzione di frasi (e qui siamo, nella musica, allo studio di scale, patterns e quant'altro), poi quando sai parlare bene lo sforzo cosciente e' volto all'argomento di cui parli (e qui, se conosciamo a menadito scale pattern e quant'altro siamo al livello che dici te: improvvisiamo con senso compiuto grazie ad uno sforzo cosciente). Ma esiste un livello di comprensione al raggiungimento del quale anche l'argomento piu' complesso viene trattato in naturalezza e senza sforzo.

Anche in musica credo si possa andare piu' in la', e credo che i grandi maestri lo facciano: mi ricordo una volta di aver visto suonare Gillespie (in tv): improvvisava in maniera divina con una espressione sorridente e beata, non credo fosse concentrato piu' di tanto, credo desse libero corso alla sua natura. Semplicemente "viveva" il brano, non lo pensava.

In alcune filosofie orientali si dice che una cosa prima la si impara, poi la si mette in pratica, poi la si "e'". Il Maestro non e' quello che "sa" o "sa fare" una cosa, ma quello che la "e'"! :saxxxx)))

10th February 2010, 01:09
Tutto vero, quello che hai affermato. In fondo la musica può essere considerata una forma di linguaggio. Quando si comunica qualcosa ad altri umani, lo si fa con il vocabolario che si ha in quel momento a disposizione.

Ricordo vagamente una frase che era stampata su una vecchia collana di jazz, al capitolo John Coltrane. La frase suonava più o meno così: "Lo stile (la forma musicale) e il pensiero sono come il corpo e l'anima. Se lo stile è inferiore al pensiero si accusa l'autore di impotenza. Se il pensiero è inferiore allo stile lo si accusa di menzogna". Se si accetta questa tesi, dobbiamo concludere che i musicisti "compiuti" vanno ricercati esclusivamente tra coloro che sono riusciti ad adeguare esattamente lo stile al pensiero.

Ti sei riferito al grande Gillespie. Sempre se non ricordo male, al suo sommo collega Charlie Parker viene attribuita quest'altra frase: "Impara tutto quello che puoi sulla musica e sul tuo strumento. Poi dimentica tutto e suona come ti pare". Forse è per questo che quando vediamo suonare grandi musicisti li percepiamo così "naturali".

Quella apparente naturalezza, tuttavia, si porta a rimorchio, di solito, decine di migliaia di ore di "tirocinio pensante". Pare che ci sia qualche eccezione a questa regola: le cronache dicono che il Chet Baker, per esempio, abbia sempre suonato poco "in privato". Eppure quando soffiava nella tromba "in pubblico" si esprimeva sempre in modo molto significativo. Io non ci sono mai riuscito: se non "pompo aria" tutti i giorni mi sembra di essere uno scolaretto che non ha fatto i compitini...

docmax
10th February 2010, 01:21
Voi dopo due ore di studio vi prendete 15 minuti di pausa io dopo 10-12 ore di lavoro posso suonare 30 minuti, mi sa che non è lo stesso vero? :muro((((

10th February 2010, 01:36
Porcoggiuda, Doc! Non dovresti lavorare tanto! Si può fare qualche cosa per te? In un paese normale, nessuno dovrebbe lavorare 12 ore al giorno... :twisted:

AGOSTY 275
10th February 2010, 14:34
in un paese normale!

theloniousmadmonk
10th February 2010, 14:54
io suono / studio 7 ore al giorno (circa) compreso sabato e domenica... e vi dirò che se non facessi continuamente pause (ogni mezzora od ogni ora...) riuscirei a fondermi e mi stuferei ben presto di questo stile di vita!
dopo certo capita che son preso bene e tiro 3 ore di fila...ma è una cosa rara.

10th February 2010, 16:29
UllallÃ*, Thelonious: 7 ore al giorno! Ma così ci freghi tutti! Diventerai presto il genio musicale di questo Forum: come faremo a starti dietro, noialtri poveri disgraziati che siamo costretti a guadagnarci la pagnotta per un minimo di 6/8 ore al giorno? :ghigno:

Sto scherzando, ovviamente. Tuttavia concordo con DavidBrutti: due o tre ore di studio al giorno, fatte per bene e con poche pause, possono essere più che sufficienti anche per un professionista. Non credo che un buon musicista debba necessariamente essere un "monomaniaco"...

theloniousmadmonk
10th February 2010, 16:38
si,ma non faccio 7 ore di sax..
Metti cc 1,5 di Sax-1,5 di basso-1 di voce-3 generico...in base agli impegni.
Quindi non vi supererò mai... :\\:

anche perchè non basta lo studio...ci vuol anche talento!

e concordo..se si studia 3 ore al giorno una pausa di 15 minuti è giusta,oltre potrebbe essere uno spreco.

10th February 2010, 17:00
Ahhh... ma allora sei un multistrumentista, Thelonious. Beh... in questo caso 7 ore ci stanno tutte. Io sono molto più limitato: mi sono persuaso che se mi allontano dal sax non riesco a produrre risultati accettabili. Ho provato a strimpellare batteria, clarinetto, chitarra, tromba, armonica a bocca cromatica, tastiere. Mi sono convinto che su ognuno di questi strumenti, a volersi specializzare, c'è da impiegare decenni. Perciò mi sono detto: "figliolo, limitati al sax. La vita è breve. Tutto sommato dura pochi decenni, all'interno dei quali non sei capace di inserire tutta quella roba". E' chiaro che questa riflessione è puramente soggettiva, Thelonious.

theloniousmadmonk
10th February 2010, 17:09
Anch'io ho fatto un percorso simile.
5 anni di chitarra.
6 di piano.

niente,con quegli strumenti non vedevo abb progressi...
forse perchè strumenti "armonici" e non "solamente" melodici.

al contrario cosi con il sax e la voce ho continuato (la voce ormai sono 15 anni).
e da poco anche il basso.
Con questi mi sembra di riuscire a progredire in modo piu o meno costante.
E poi,alla fin fine,la cosa piu importante non è lo strumento..ma la tua testa.
E sembra si migliori...anche se lentamente,come musicista in generale.
Certo non sarò mai un pastorious ne un Sonny Rollins,ma a me va bene anche cosi. ;)

maurisax
10th February 2010, 18:00
devi avere una portata d'aria oraria di almeno 3.000 m3/h per riuscire a suonare il link 8* con Vandoren 3! :half:
ma non le trovi troppo dure? io con l'8 non sono mai riuscito a farle suonare decentemente: il suono sembra quello di una nave che entra in porto :lol:

theloniousmadmonk
10th February 2010, 18:26
ah,ecco perchè suonava cosi! :lol:

bo,a parte gli scherzi,io mi trovo abb bene..
faccio un po fatica ad avere un suono bello rotondo sugli alti...ma per il resto credo il suono nn sia male..