Accedi

Visualizza Versione Completa : Cosa contraddistingue fisicamente Berg Larsen e Otto Link?



Olatunji
9th January 2010, 12:10
Ancora una volta sono perso in uno dei miei "viaggi malati" per la tesi (sono a pagina 80).
Sto cercando di descrivere cosa possa motivare un sassofonista a passare da un berg larsen a un otto link, però è più complesso di quanto non possa sembrare perché escono suoni completamente diversi cui corrispondono anche effetti molto differenti e non riesco a descriverli a parole :cry:
Due esempi:
1) Berg Larsen
http://www.youtube.com/watch?v=V4-tc1r6lWw
2) Otto Link
http://www.youtube.com/watch?v=cXSCTUMeA5s

Potreste aiutarmi a cercare una terminologia indicata? :oops:
Di pancia mi verrebbe da dire che con il Berg Larsen si può ottenere un suono più lirico e vicino alla voce umana, grande ricchezza di armonici e malleabilitÃ* del suono che permette glissati e vibrato molto ampi, mentre l'Otto Link ha uno staccato più "brutale" e acido, il suono tende a strozzarsi sia nel registro acuto che in quello grave, il suono è meno malleabile ma permette un'escursione nei sovracuti impressionante.

tzadik
9th January 2010, 13:17
Le motivazioni sono soggettive...
Prendere poi Albert Ayler come esempio mi sembra molto "forzato", visto il modo di suonare di Ayler, quasi "anti-didattico".

SalVac85
9th January 2010, 16:13
Potresti cominciare con le differenze costruttive e dei materiali che sono tante :D continuando con le varie 'tipologie' di camerature, senza contare la 'storia' che c'è dietro a questi becchi, con tutti i discorsi relativi al vintage e se vuoi al valore economico e collezionistico... Vuoi anche per la soggettivitÃ*, descrivere le differenze sonore tra i due non è cosa semplicissima soprattutto in ottica tesi di laurea dove dovrai spiegarle magari a gente che non suona il sax.... ti sei scelto proprio una bella gatta da pelare :ghigno: potresti magari anche prendere come riferimento i due 'dei' del sax più famosi che hanno usato le imboccature in questione, ovvero Rollins e Coltrane.... forse grazie a 'quei due' il tuo lavoro sarÃ* più facile :mha!( da parte mia se ti serve posso aiutarti fornendoti delle foto che ho scattato ai miei Link e Berg che ho poi venduto.... oggettivamente le ho scattate per benino, se possono servirti fammi un fischio ;)

darionic
10th January 2010, 01:47
confermo che le foto di salvac sono sempre da collezione... ;)

Ctrl_alt_canc
10th January 2010, 01:51
sicuro di non andare fuori tema con un excursus di questo tipo?

fcoltrane
10th January 2010, 12:46
è veramente difficile commentare le due diverse esecuzioni.

nella prima vi è una preminenza del sax sugli altri strumenti ( come se fosse più vicino al microfono rispetto agli altri strumenti , rispetto al piano poi è esagerata).
una presenza di lingua che ricorda la marcia di un funerale o la tarantella.

nella seconda il suono parte da lontano (per poi avvicinarsi al microfono).

per omogeneitÃ* di intonazione non è possibile fare un confronto .
il musicista sembra cercare dei colori diversi senza preoccuparsi dell'intonazione.


per omogeneitÃ* di volume nella prima esecuzione mi sembra essercene di più rispetto alla seconda.

anche a me sembra che il suono nella seconda sia afono rispetto alla prima.
(nel registro basso e medio).
nel registro alto i suoni prodotti poco hanno a che vedere con il bocchino
(la facilitÃ* o difficoltÃ* ad emettere quei suoni non dipende dal bocchino)


ciao fra

Olatunji
10th January 2010, 15:55
voilÃ*

Il suono stesso di Albert Ayler, a partire da questo disco, subì una profonda mutazione: il contratto con la Impulse! lo rese endorser dei sassofoni Buffet, spingendolo ad abbandonare il suo Selmer Mark VI; inoltre cominciò ad utilizzare bocchini Otto Link al posto dei Berg Larsen usati fino a quel momento. Il risultato fu il passaggio da un suono estremamente vocale, lirico, ricco di armonici e malleabile, a un suono più duro, aspro, quasi strozzato nei registri estremi dello strumento. Le foto che lo ritraggono in questo periodo mostrano questo cambiamento sia dal punto di vista esteriore (appunto, la strumentazione), sia interiore: come il suo suono anche il suo volto sembra essere passato dalla freschezza della gioventù all'asprezza dell'etÃ* adulta.