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Visualizza Versione Completa : suonare in tutte e 12 le tonalitÃ*



seethorne
12th October 2009, 18:03
ciao a tutti, che esercizi consigliate per imparare a suonare in tutte e 12 le tonalitÃ* in modo naturale?
io attualmente prendo un pezzo a caso e lo suono in tutte le tonalitÃ*, però purtroppo ho un po' di problemi a suonare in si maggiore e fa diesis minore, e quando ci sono scale strane e tanti cambiamenti di tonalitÃ*... lì impazzisco!
che esercizi mi consigliate? le scale le faccio giÃ*...

EDIT: scusate ma ho inserito il post nella sezione sbagliata... doveva essere quella dei principianti... chiedo venia!

FrankRanieri
12th October 2009, 22:20
Non fai nulla di sbagliato, fallo più piano nelle tonalitÃ* per te ostiche...
Anche sulle scale soffermati nota per nota e cerca di automatizzare i movimenti delle mani, ascolta bene le caratteristiche della tonalitÃ* in cui stai suonando, è importante...

Clarsax
17th October 2009, 13:58
io attualmente prendo un pezzo a caso e lo suono in tutte le tonalitÃ*,

Posso chiederti come sono sistemate le tonalitÃ*, nel senso della sequenza?
Per la mia esperienza potrebbe essere lì un "problema"...

seethorne
18th October 2009, 12:39
@FrankRanieri: ok grazie mille! :)

@ClarSax: non ho capito, puoi spiegare meglio il tuo post? In che senso sequenza?

paolo1960
18th October 2009, 13:31
Quoto Frank, potrei suggerirti il metronomo , iniziare la velocitÃ* più bassa per poi aumentare quando si ha bene memorizzato.
ciao ::saggio:: :yeah!)

Clarsax
18th October 2009, 17:42
Intendevo dire quali sono gli intervalli che usi tra una tonalitÃ* e l'altra, in altre parole quale "giro" usi...
Per es. partendo ipoteticamente dal Fa qual'è l'accordo che metti dopo? e quello successivo? e così via...

19th October 2009, 22:32
Intanto, a meno che non voglia suonare esclusivamente nel modo maggiore (o minore), le tonalitÃ* sono almeno 24 (dodici maggiori e dodici minori, appunto). Dico almeno 24 poiché potresti aggiungere al conto anche le cosidette tonalitÃ* omologhe (tanto per fare un esempio: FA# maggiore SOLb maggiore), che "suonano" (quasi) uguali, ma leggendo c'è una bella differenza. Non mi è per nulla chiaro cosa tu intenda per sequenza. Però se vuoi un consiglio alla base del suonare in tutte le tonalitÃ* vi è senz'altro lo studio, la conoscenza delle scale unitamente a un minimo di conoscenza di teoria musicare riguardo il sistema tonale. La logica e la teoria prescrivono che data una tonalitÃ* di partenza (che potrebbe essere Do maggiore, ma va bene qualsiasi altra) si proceda per quinte (ascendenti e discendenti) aggiungendo alla tonalitÃ* precedente un diesis (nel primo caso) o un bemolle (nel secondo), stante quel famoso principio detto del "circolo delle quinte" che alla fine ti riporta alla tonalitÃ* da cui sei partito avendole "percorse" tutte.

Clarsax
19th October 2009, 23:45
Intanto non capisco perchè tu voglia fare la lezione a me...1
2 lo ho chiesto all'autore del post
3 mi sembra molto chiaro cosa intendo per sequenza di accodi e volevo sentire da lui come li sistemava
4 PER ME le tonalitÃ* sono 12, le teorie le lascio agli altri
5 ci sono parecchi cicli di accordi da poter usare (per tasporre ad es un pattern), molti dei quali possono essere a loro volta sistemati secondo vari intervalli

seethorne
20th October 2009, 01:45
ciao clarsax,
ancora non sono sicuro se ho capito bene cosa intendi dire, ma provo a spiegare e vediamo se ho capito...

io uso moltissimo l'orecchio relativo. tanti anni fa, sul pianoforte, ero in grado di riprodurre tantissimi brani che sentivo alla radio, riproducendolo però non nella tonalitÃ* originale, ma sempre in do maggiore o la minore. il perchè risulta chiaro, è noto che infatti non vi sono alterazioni su queste due scale.
il fatto di riprodurre ciò che sentivo su una scala diversa da quella che sentivo, lo posso spiegare semplicemente dicendo che non percepisco le note, ma le distanze tra di esse.
ai fini di migliorare, però, questa abilitÃ*, e di imparare a suonare su scale diverse, un giorno ho preso un pezzo (precisamente: I Don't Wanna Miss a Thing degli Aerosmith) e ho deciso di suonarlo in tutte le tonalitÃ*, variando semplicemente di un semitono per volta (non è stato facile, perchè seguo la melodia suonando accordi, ehm mi sono spiegato malissimo, ma fa nulla).
sul pianoforte era facile fare questo, se ad esempio volevo suonare in do diesis, in quanto il do, re, fa sol e la bastava suonarli diesis e al posto del mi il fa naturale ed al posto del si il do naturale. poi, dopo il do diesis maggiore, avanti col re maggiore.
alzando di un semitono per volta è facile ricordare ciò che facevo prima ed alzare di un semitono.
quel giorno, imparai a suonare su 12 tonalitÃ* nel giro di 4 ore, e non l'ho più dimenticato.
Il limite del mio orecchio relativo sta che faccio fatica dove i cambi sono frequenti, o dove si utilizzano scale diverse da quelle classiche (quindi nei brani jazz dove ci sono 30000 note al secondo su scale esatonali e non so quali altri diabolici accrocchi, il mio orecchio fallisce e non serve a nulla :ghigno:)

ovviamente tanto mi è bastato per imparare le scale a memoria. il problema mio, sul sax, piuttosto sono i passaggi, molti sono scomodi da morire... :mha!(

spero di aver chiarito i tuoi dubbi... mi dispiace non aver compreso esattamente la tua domanda. fammi sapere se ti è stata d'aiuto la mia risposta. e purtroppo... non sono un musicista con la M maiuscola.

David Brutti
20th October 2009, 08:28
Un consiglio per la pratica delle scale:

1- Pratica le 12 scale maggiore e le 12 minori giornalmente. Procedi per successione cromatica e non per aggiunta di alterazioni, in questo modo ti svincoli il più possibile dal concepire alcune tonalitÃ* più difficili delle altre.
2- se vuoi aumentare la tua abilitÃ* nei passaggi complessi non tiresta che praticare le scale non solo per grado congiunto ma anche per intervalli di terza, quarta, quinta etc... Vedrai che con un lavoro giornaliero di questo tipo avrai molte meno difficoltÃ* nei passaggi "complessi". Se vuoi un testo di riferimento ti posso consigliare "les gammes" di J.M. Londeix: è ovvio che le scale le devi praticare a memoria (come del resto giÃ* fai). Tuttavia nel metodo suddetto troverai indicazioni sulle posizioni alternative da utilizzare per semplificarti la vita e che possono rendere facile e intuitivo qualsiasi passaggio. Il suddetto metodo lavora inoltre sull'estensione completa del sassofono (senza sovracuti) di conseguenza oltre ad acquisire abilitÃ* e conoscenza delle suddette scale non puoi far altre se non migliarare anche l'emissione, il timbro, la chiarezza etc...
3- Studia sempre le scale con il metronomo cercando di studiare TUTTE le scale alla stessa velocitÃ*. Di conseguenza magari all'inizio dovrai praticare a una velocitÃ* piuttosto bassa per poi accelerare gradualmente. L'importante è portare avanti la conoscenza di tutte le tonalitÃ* in modo omogeneo. L'obbiettivo è quello di poter suonare su Do# maggiore con la stessa facilitÃ* con cui si suona un Fa maggiore, perchè di fatto le 2 scale sono identiche in quanto conservano la stessa successione tono-semitono.
4- Pratica anche la scala cromatica. Puoi studiarla sia per grado congiunto (interessante ma non molto utile), sia per terze maggiori (ad es Sib-Re, Si-Re#, Do-Mi, Do#-Mi# etc...) e minori, per quarte, quinte etc... In questo modo acquisirai familiaritÃ* con passaggi cromatici. Con una pratica giornaliera siffatta dubito che troverai difficoltÃ* nell'affrontare qualsiasi brano.

A presto,

David

seethorne
20th October 2009, 10:29
Davvero grazie mille David!!! :smile:

David Brutti
20th October 2009, 11:13
Ci mancherebbe!

Anzi fammi sapere come procede lo studio.

A presto e in bocca al lupo

seethorne
20th October 2009, 11:38
senz'altro! grazie mille ancora!
diciamo che il mio problema numero 1 è il suono... le dita giÃ* scorrono fin troppo a confronto!

Placebo
20th October 2009, 11:41
ehheh.. mitico David.
Come faremmo senza le sue pillole di saggezza? :half:

Le tue risposte sono sempre esaustive! Grazie! :yeah!)

seethorne
20th October 2009, 17:06
sottoscrivo in pieno! :smile:

Clarsax
20th October 2009, 20:28
Ciao seethorne, intervengo anche in seguito alla tua risposta anche se non ho proprio nulla da aggiungere a quanto ti è stato suggerito prima (molto meglio di come avrei fatto io) dal Maestro Brutti
Avrei voluto segnalarti anch'io la successione cromatica degli esercizi (intervalli di 2a minore), un altro ciclo progressivo di accordi che a me piace è quello per quarte (Do Fa Sib Mib Lab ecc)
Per le scale esatonali vai tranquillo, sono solo 2 ;)
Per quanto riguarda la trasposizione di pezzi dificili per velocitÃ* e/o per tecnica il discorso può non essere tanto semplice, vuoi per la difficoltÃ* intrinseca vuoi per la trasposizione mentale di passaggi ostici e veloci
Dovresti trascrivere il pezzo nota per nota e poi riscriverlo variando di un semitono il tutto, se questo non ti fosse possibile potresti suonare insieme alla musica aiutandoti con dei software che sono in grado sia di rallentare la velocitÃ* quanto di trasportare in semitoni
Forse ti sei giÃ* reso conto però che molti pezzi non possono essere trasportati in tutte le tonalitÃ* così per come sono, perchè (secondo l'estensione usata) incorreresti in note troppo alte o troppo basse, dovresti quindi modificare le parti "a fondo scala" inventando tu la continuazione, ma sempre nel rispetto dello stile e delle frasi di ciò che stai suonando, è anche questo un esercizio molto utile
A questo proposito uno dei "pezzi" che si presta molto alla trasposizione in tutte le tonalitÃ* e Giant Steps (versione in studio) in cui tutto l'assolo si sviluppa in 2 ottave esatte. Salvo un paio di sovracuti nelle tonalitÃ* più alte non ci sono problemi di dover adattare nulla
Buon studio e buon divertimento! :saxxxx)))

20th October 2009, 20:46
Intanto non capisco perchè tu voglia fare la lezione a me...1
2 lo ho chiesto all'autore del post
3 mi sembra molto chiaro cosa intendo per sequenza di accodi e volevo sentire da lui come li sistemava
4 PER ME le tonalitÃ* sono 12, le teorie le lascio agli altri
5 ci sono parecchi cicli di accordi da poter usare (per tasporre ad es un pattern), molti dei quali possono essere a loro volta sistemati secondo vari intervalli

1. Non intendevo fare la lezione né a te, né a nessuno. Se così è sembrato, mio malgrado, me ne scuso.
2. Infatti. Però non mi era chiaro se stesse parlando di relazione (sequenza) tra le tonalitÃ* o all'interno della tonalitÃ* stessa.
3. ...
4. Scusa se insisto. Le tonalita sono due (una maggiore ed una minore) per ognuno dei 12 gradi della scala cromatica quindi 24.
5. Le sequenze di accordi su cui lavorare su un modello melodico (pattern), da trasportare in tutte le tonalitÃ*, posso essere tantissimi e di complessitÃ* progressiva. Io ti consiglierei di partire da una semplice cadenza di II-V-I (in do maggiore: Dm-G7-C) da trasportare di quinta in quinta (o cromaticamente) in tutte le tonalitÃ*. Se ricordo bene su questo c'è un volume della raccolta di Aerbelsod (mi pare il III vol.) che è basato proprio su questo.

gf

Clarsax
20th October 2009, 21:04
Ciao gfr, scusami se sono stato un pò brusco, ti ringrazio anche per le precisazioni :saxxxx)))

alto23
21st October 2009, 12:09
1- Pratica le 12 scale maggiore e le 12 minori giornalmente. Procedi per successione cromatica e non per aggiunta di alterazioni, in questo modo ti svincoli il più possibile dal concepire alcune tonalitÃ* più difficili delle altre.

Ribadisco in particolare questo punto, da cui derivano i successivi (e infatti il grande David l'ha messo all'inizio), proprio perché altrimenti ti rendi la vita "troppo facile". Lo dico per esperienza personale: all'inizio studiai le scale per successione di alterazioni e non per successione cromatica e ancora adesso faccio un po' fatica quando le alterazioni in chiave cominciano ad essere sei o sette. La conseguenza è che poi la velocitÃ* di esecuzione è diversa, e ciò è male (come dice David al punto 3 - ).

lalbertojazz
21st October 2009, 12:13
uno standard che si presta ad essere facilmente traspostato in tutte le tonalitÃ* e che mi esercito a praticare spesso in tal senso è you don't know what love is.. ciao

Clarsax
21st October 2009, 14:03
1- Pratica le 12 scale maggiore e le 12 minori giornalmente. Procedi per successione cromatica e non per aggiunta di alterazioni, in questo modo ti svincoli il più possibile dal concepire alcune tonalitÃ* più difficili delle altre.
Lo riprendo anch'io :cool:
Anche io preferisco alterare il tutto nota per nota e non avere niente in chiave, mi agevola molto la lettura (con conseguente velocitÃ* di apprendimento, dato il poco tempo a disposizione)
Non solo lo trovo divertente ma anche psicologicamente non ti "rendi conto" che in mezzo alle altre ci sono le tonalitÃ* più ostiche e soprattuto non ti prende il mal di pancia quando cominci a vedere un certo numero di accidenti in chiave.
Personalmente devo dire però che reputo questo sistema più dalla parte del suonatore che dell'allievo, inteso in senso didattico
A lungo andare si può perdere infatti la lettura a prima vista di partiture scritte "correttamente" con le alterazioni in chiave... cerco di compensare con studi melodici di livello avanzato, che in mezzo a tanta tecnica pura non guastano mai, anzi... ::saggio::

alto23
21st October 2009, 16:47
Scusa clarsax, forse non ho capito bene quello che vuoi dire: praticamente non segni nessuna alterazione in chiave e le segni nota per nota, giusto? O ho capito male?
Credo però che David intendesse un'altra cosa. Anzichè studiare le scale maggiori con la successione (per esempio) Do - Fa - Sol - Sib - Re, ecc o secondo il circolo delle quinte, sarebbe meglio studiare per successione cromatica, cioè Do, Do# (Reb), Re, Mib (Re#), Mi, Fa, Solb (Fa#), ecc, in maniera tale da abituarsi fin da subito a leggere tante alterazioni in chiave e a non considerare difficili le scale che presentano tali alterazioni.

David Brutti
21st October 2009, 19:27
Proprio così: inoltre la pratica delle scale deve avvenire A MEMORIA in quanto devono rappresentare un bagaglio "a priori", un pò come quando camminiamo: non stiamo a leggere le istruzioni della muscolatura delle nostre gambe no!?

Nous
21st October 2009, 20:26
Magari ricordo male, ma il Detaché mi sembra che lavori in questo modo..quindi potrebbe essere un buon metodo su cui applicarsi per migliorare lo staccato ED imparare a giocare con le varie tonalitÃ* (scale ed arpeggi, che male non fanno).

Clarsax
21st October 2009, 20:39
Allora ho capito male quanto espresso da David
Ok la successione cromatica ma per la NON aggiunta di alterazioni avevo capito le alterazioni in chiave
Proprio così alto23, niente in chiave e le alterazioni sulle note, mi trovo benissimo così sia tecnicamete sia come velocitÃ* di lettura per scale, patterns avanzati, II V ecc
Come detto prima non uso esclusivamente questa progressione, ma quella per quinte quasi mai :D-:

David Brutti
21st October 2009, 21:16
Magari ricordo male, ma il Detaché mi sembra che lavori in questo modo..quindi potrebbe essere un buon metodo su cui applicarsi per migliorare lo staccato ED imparare a giocare con le varie tonalitÃ* (scale ed arpeggi, che male non fanno).

Se leggi l'introduzione sul libro "Les Gammes" il Londeix consiglia di lavorare così anche sul suddetto testo. Ci sono anche altri ottimi consigli per impostare il tempo dedicato alla tecnica di base.

alto23
22nd October 2009, 09:43
Non ricordo cosa ci sia scritto nell'introduzione del Londeix, però in realtÃ* presenta le scale con successione di alterazioni e non in maniera cromatica. Quindi ti invoglia a seguire quella successione per impararle.

David Brutti
22nd October 2009, 10:24
Non mi sembra proprio!

Traduco dal francese ritenendo di rendere la cosa utile al Forum:

"Il lavoro delle scale con articolazioni, per severo che sia, rappresente una parte fondamentale della "padronamza" dello strumento. Non starò qui a insistere sulla differenza necessaria a distinguere la "padronanza" di uno o più brani dalla "padronanza" dello strumento. In effetti la "padronanza" tecnica di uno strumento permette al musicista di poter suonare tutto i generi musicali deiderati: classico, rock. jazz, musica d'intrattenimento (di varietÃ*)..., di avere la padronanza di eseguire tutte le indicazioni espressive, di essere capace di suonare tutte le opere di sua scelta.

Il lavoro sulle scale e sugli arpeggi A MEMORIA e con IL METRONOMO praticate sulle diverse articolazioni procura:
-omogeneitÃ* del timbro
-velocitÃ*
-regolaritÃ* delle dita
-unguaglianza del tempo
-tenuta dell'aria
-chiarezza, precisione degli attacchi
-morbidezza dell'imboccatura
-scioltezza dell'articolazione
-intonazione corretta
-uguaglianza delle dinamiche
-precisione degli accenti
-memoria
-concentrazione
-metodo di lavoro
-coscienza della propria esecuzione

La 1a serie delle articolazioni è indirizzata agli allievi principianti. La 2a serie è indicata per gli altri. La parte A della 2a serie è particolarmente indicata per la pratica delle scale congiunte. Le parti BCD alle scale con intervalli (terze, quarte etc...).

PIANO DI STUDIO (e qui si entra nel vivo NDT...)

Per i principianti: suonare poco a poco a memoria e con il metronomo le scale apprese con le articolazioni proposte. Prestare attenzione alla perfetta esecuzione delle articolazioni e dei ritmi come alla qualitÃ* e all'omogeneitÃ* del suono.

Per gli altri: suonare (a memoria) tutte le scale ogni giorno SEMITONO PER SEMITONO con le articolazioni proposte a partire dal Do (maggiore o minore). Lavorare tutte le scale allo stesso tempo, non importa quale articolazione si stia praticando. Aumentare progressivamente la velocitÃ*, senza alterare la perfezione dell'esecuzione, fino ad arrivare a 144=semiminima.
Per esempio:

1) il 1°, 3° 5° giorno della settimana:

A: scala di Do magg, grado congiunto con articolazione 2a serie A n°1
scala di Do# magg, grado congiunto con articolazione 2a serie A n°2
scala di Re magg, grado congiunto con articolazione 2a serie A n°3 e così via fino a Si maggiore

B: scala di Do magg per terze con articolazione 2a serie B n°1
scala di Do# magg per terze con articolazione 2a serie B n°2
scala di Re magg per terze con articolazione 2a serie B n°3 e così fino a Si maggiore per terze

C: scala di Do magg per quarte con articolazione 2a serie C n° 1
scala di Do# magg per quarte con articolazione 2a serie C n° 2
scala di Re magg per quarte con articolazione 2a serie C n° 3 e così via fino a Si magg per quarte

D: stesso principio con le scale successive. Per altri tipi di articolazioni consultare il testo "Hello Mr. Sax, ed Leduc" (oppure create le vostre articolazioni da soli NDT)

E: arpeggi su accordo perfetto alternativamente legato e staccato (vedi "le Detaché" dello stesso autore pubblicato da Lemoine) a partire da Do magg e a seguire Reb magg, Re magg, Mib magg etc... fino all'accordo perfetto Si magg

F: arpeggi u accordo di settima di dominante alternativamente legato e staccato (vedi "le Detaché" dello stesso autore pubblicato da Lemoine) a partire da Do magg e a seguire Reb magg, Re magg, Mib magg etc... fino all'accordo di Si settima di dominante

2) 2° 4° 6° giorno etc...

A: scala di Do min, grado congiunto con articolazione 2a serie A n°1
scala di Do# min, grado congiunto con articolazione 2a serie A n°2
scala di Re min, grado congiunto con articolazione 2a serie A n°3 e così via fino a Si maggiore

B: scala di Do min per terze con articolazione 2a serie B n°1
scala di Do# min per terze con articolazione 2a serie B n°2
scala di Re min per terze con articolazione 2a serie B n°3 e così fino a Si maggiore per terze

C: scala di Do min per quarte con articolazione 2a serie C n° 1
scala di Do# min per quarte con articolazione 2a serie C n° 2
scala di Re min per quarte con articolazione 2a serie C n° 3 e così via fino a Si magg per quarte

D: stesso principio con le scale successive. Per altri tipi di articolazioni consultare il testo "Hello Mr. Sax, ed Leduc" (oppure create le vostre articolazioni da soli NDT)

E: arpeggi su accordo minore alternativamente legato e staccato (vedi "le Detaché" dello stesso autore pubblicato da Lemoine) a partire da Do magg e a seguire Reb magg, Re magg, Mib magg etc... fino all'accordo perfetto Si magg

F: arpeggi u accordo di settima diminuita alternativamente legato e staccato (vedi "le Detaché" dello stesso autore pubblicato da Lemoine) a partire da Do magg e a seguire Reb magg, Re magg, Mib magg etc... fino all'accordo di Si settima di dominante

Qualche osservazione

-arrivando a suonare al tempo di 84=semiminima, suonare ogni scala almeno 2 volte durante la stessa respirazione (si fa riferimento principalmente alle scale per 3° e 4° e all'articolazione B serie 2 NDT). Questa pratica, oltre a permettere poco a poco allo strumentista di aumentare la sua capacitÃ* polmonare, rende gradualmente la sua tecnica via via più efficiente
-arrivando alla velocitÃ* di 112=semiminima suonare ogni scala 3 volte, sempre nella styessa respirazione.
-per il lavoro relativo alla memoria, ma per apprezzare inoltre il lavoro che stiamo facendo, arrivare a suonare le scale a memoria e nei loro tempi d'esecuzione REALI. Pvverosia, da subito e senza errori. Si arriverÃ* così, aumentando metodicamente il tempo, a suonare una scala 2 volte e successivamente 3 volte consecutivamente, senza pause, cosa che permetterÃ* di suonarne un gran numero in meno di mezzora (confermo! NDT)
-Cambiare se necessario sassofono (inteso come taglio NDT). Niente di meglio per avere padronanza su diversi tipi di sax!
-La perfezione può e DEVE essere raggiunta su tutte le scale e su tutti gli arpeggi (perfezione del timbro, degli attacchi, delle articolazioni, dell'intonazione, delle dita, del tempo etc...). Ciò servirÃ* da modello allo strumentista per l'interpretazioni che seguiranno.
-Si può variare il lavoro delle scale facendo battere il metronomo su tutti i 2° e 3° tempi ad esempio; e, beninteso, variando le articolazioni. L'OBBIETTIVO E' QUELLO DI ARRIVARE A FARE CON LO STRUMENTO CIO' CHE SI VUOLE E NON CIO' CHE SI PUO'"

Ora io mi domando (non mi riferisco a te ovviamente): perchè nei conservatori ci si sforza a seguire dei metodi di lavoro e studio che non stanno portando a nulla di positivo e che anzi sono contrari a quelli indicati da capi assoluti come Londeix? Perchè i docenti, pur utilizzando questo metodo, non riescono a LEGGERE una semplice prefazione e ad impostare il lavoro sulle scale in modo corretto?

Se non si capisce che avere una buona tecnica di base e' un presupposto irrinunciabile per poter suonare qualsiasi cosa meglio non cimentarsi nello studio di uno strumento musicale.

Spero che la mia traduzioncina possa servire ai più e mi raccomando, leggete sempre le prefazioni nei testi e nei metodi contengono normalmente un sacco di informazioni utili!

Ciau,

David

alto23
22nd October 2009, 10:59
Sì David, hai ragione: la prefazione dice quello (ora che l'hai tradotta mi ricordo di averla letta, seppur tardivamente). Sottolineavo solo il fatto che poi però la successione delle scale presentata dal Londeix è quella per aggiunte di alterazioni (e anche questo è un dato incontestabile). Ed è un peccato! Sicuramente ci sarÃ* una logica in tutto ciò, però, PROPRIO IN VIRTÙ DI QUANTO SCRITTO IN PREFAZIONE, avrebbe forse potuto mettere le scale in successione cromatica. Lungi da me criticare Londeix: dico solo che quella successione invoglia a studiarle in quel modo.
Non ho mai frequentato il conservatorio, però mi ricordo che l'insegnante che mi ha fatto utilizzare il Londeix mi ha fatto studiare seguendo l'ordine presentato dal testo (e probabilmente fu un errore) dicendomi che poi, una volta imparate, avrei dovuto praticarle, durante le sessioni di studio, in successione cromatica.
Ho riportato la mia esperienza per ribadire l'importanza di quello che hai detto al punto 1 del tuo primo intervento in questa discussione. Però la forma con cui le presenta Londeix può essere fuorviante da questo punto di vista.
Naturalmente è la MIA opinione personale basata sulla MIA esperienza. ;)

David Brutti
22nd October 2009, 11:13
No qui non si capisce il nocciolo del problema ed anzi si puntualizza su un "vizio di forma": le scale vengono GIUSTAMENTE raccolte secondo l'aggiunta di alterazione perchè è un modo logico (il più logico a mio parere) di ordinare il vasto materiale presentato: facilita la reperibilitÃ* di una data scala.
Les Gammes è solo una raccolta di scale, un elenco, che prescinde dalla pratica: tali scale vanno fatte a memoria e il testo è solo un supporto mnemonico (del tipo non mi ricordo bene come fa una scala X fammela un pò riguardare). La pratica delle scale va fatta a memoria di conseguenza le scale potrebbero essere scritte in qualsivoglia ordine.
Inoltre lui ha presentato un ordine "oggettivo" del materiale seguendo un criterio condiviso in tutti i metodi in modo "trasversale" (basta vedere altri testi di scale per pianoforte ad esempio) poichè in ogni caso l'ordine di studio del suddetto materiale può e anzi deve variare. Il metodo cromatico ad esempio è solo uno dei tanti suggeriti: si potrebbe procedere ad esempio per terze minori (Do Mib Fa# etc...) o per toni interi (Do Re Mi etc...) o in qualsiasi altro modo venga in mente allo studente o al maestro. Di conseguenza il Londeix preferisce non dare una prioritÃ* a nessuno dei suddetti metodi, altrimenti avrebbe dovuto creare tanti testi quante sono le successioni delle scale (cosa francamente impossibile oltre che stupida e inutile) utilizzando per elencare le scale quello più tradizionale e condiviso.

Un consiglio non concentrarti su queste "quisquilie" bensì sugli obbiettivi e sul metodo di lavoro suggerito da Londeix. Non è importante come vengono ordinate le scale ma il duro lavoro e i benefici che esse ti portano

alto23
22nd October 2009, 11:57
Sullo studio a memoria non ci sono dubbi. Ovviamente ora non pratico le scale con il testo davanti, ma quando le ho dovute studiare all'inizio era altrettanto ovvio che dovessi leggerle (altrimenti non avrebbe neppure senso scrivere un testo presentando tutte le scale).
Il Londeix l'ho trovato ottimo, davvero. In merito alla reperibilitÃ* delle scale, sarebbe stata garantita (forse addirittura migliore, per come ragiona la MIA forma mentis) anche dalla successione cromatica.
Poi non mi voglio fossilizzare sulle "quisquilie" (sono d'accordo con te che non è questo il punto e vi abbiamo giÃ* dedicato troppe righe): quanto ho scritto nei messaggi precedenti era proprio per sottolineare un errore nel MIO approccio allo studio in passato. Ho voluto riportare un'esprienza che spero possa essere utile per tutti, come esempio da NON ripetere.
Evidentemente però, visto che tu stesso hai sentito il giusto bisogno di sottolinearlo, tali errori nello studio non sono così infrequenti.
Sottoscrivo in pieno l'importanza dello studio delle scale (con gli obiettivi indicati da Londeix stesso, dai quali personalmente sono ancora ben lontano) e dei benefici che ne derivano, ma ciò è lapalissiano. ;)

David Brutti
22nd October 2009, 12:13
Ho voluto riportare un'esprienza che spero possa essere utile per tutti, come esempio da NON ripetere.
Evidentemente però, visto che tu stesso hai sentito il giusto bisogno di sottolinearlo, tali errori nello studio non sono così infrequenti.


eh si sono frequenti: per evitare ciò servirebbero gli insegnanti appunto in quanto tali metodi non sono previsti per l'apprendimento esclusivamente da autodidatta...

paolo1960
22nd October 2009, 13:48
Grazie David :half: per la "traduzione"(prefazione Londeix), anch'io come Alto23(stessa cosa) ho iniziato con un maestro che.........(e insegna ancora al conservatorio), lasciamo stare se no andiamo OT.
ciao ::saggio:: :yeah!)

alto23
22nd October 2009, 14:18
Eh giÃ*: ci sono insegnanti e insegnanti...
Nel mio caso devo dire che, per quello che volevo fare io in quel momento (cioè approfondire lo studio dello strumento senza ambizioni di professionismo, ma solo per cultura personale), mi sono trovato molto bene. L'unico appunto, che gli muovo però a posteriori, riguarda proprio il modo di affrontare lo studio delle scale.
Per il resto (soprattutto in merito all'interpretazione dei brani e alla cura del suono) mi ha trasmesso davvero molto.
Ma questo è un altro discorso...

giovanesassofonista
9th May 2010, 20:56
Un consiglio per la pratica delle scale:
1- Pratica le 12 scale maggiore e le 12 minori giornalmente. Procedi per successione cromatica e non per aggiunta di alterazioni, in questo modo ti svincoli il più possibile dal concepire alcune tonalitÃ* più difficili delle altre.
2- se vuoi aumentare la tua abilitÃ* nei passaggi complessi non tiresta che praticare le scale non solo per grado congiunto ma anche per intervalli di terza, quarta, quinta etc... Vedrai che con un lavoro giornaliero di questo tipo avrai molte meno difficoltÃ* nei passaggi "complessi". Se vuoi un testo di riferimento ti posso consigliare "les gammes" di J.M. Londeix: è ovvio che le scale le devi praticare a memoria (come del resto giÃ* fai). Tuttavia nel metodo suddetto troverai indicazioni sulle posizioni alternative da utilizzare per semplificarti la vita e che possono rendere facile e intuitivo qualsiasi passaggio.
David
David fare tutte le scale maggiori e minori ogni giorno e studiarle sul Londeix con tutti i salti? Mi porterebbe via mezza giornata, so che non intendi questo, come ti riferisci allo studio dal Londeix? Una al giorno, due al giorno, la maggiore con la relativa minore?

giovanesassofonista
10th May 2010, 20:47
Chiedo a David come chiedo a tutti mi par logico :smile:

Filippo Parisi
10th May 2010, 22:03
Le scale sono 24 ma le tonalitÃ* rimagono 12. Il mondo maggiore e quello minore sono appunto dei "mondi", oltre che dei modi.

Poi mi sembra che l'autore parlasse di trasportare ad orecchio un brano in tutte le tonalitÃ*. Ora se il brano è in maggiore lo trasporterÃ* in maggiore, se è minore lo trasporterÃ* in minore.

Diverso per i patterns che si possono, anzi si dovrebbero, studiare sia nel modo maggiore che in quello minore, ma..anche in quello di dominante, di diminuito, aumentato, ecc. ecc......

mix
11th May 2010, 11:41
allora... da ignorante in materia quale sono: correggetemi se sbaglio.

DO MAGGIORE: DO RE MI FA SOL LA SI DO SI LA SOL FA MI RE DO
DO MINORE: DO RE RE# FA SOL SOL# LA# DO SIB LAB SOL FA MIB RE DO

DO# MAGGIORE: DO# RE# FA FA# SOL# LA# DO DO# DO SIB LAB SOLB FA MIB REB
DO#MINORE: DO# RE# MI FA# SOL# LA SI DO# SI LA LAB SOLB MI MIB REB

... E COSì VIA...
? GIUSTO? O NO?

FrankRanieri
11th May 2010, 12:14
Sbagliato.... :mha...:
Do magg. è OK
Do minore melodica è: Do Re Mib Fa Sol La Si Do
Do minore armonica è: Do Re Mib Fa Sol Lab Si Do
Do minore naturale è: Do Re Mib Fa Sol Lab Sib Do

Do diesis è uguale come sopra ma mezzo tono più sopra...

mix
11th May 2010, 13:56
ok, grazie... la minore naturale era giusta però ... o no?... non è la medesima che ho scritto io?

mix
11th May 2010, 13:57
... ovviamente parlo a livello di suono... a livello di scrittura convengo con te...

GAX
11th May 2010, 14:21
si come suono è giusto

però e meglio scriverla con i bemolli perchè in chiave ci sono 3 bemolli

mix
11th May 2010, 14:34
capito... grazie... è che sto studiando ultimamente... e certe cose faccio un po' fatica a comprenderle... ma ci arrivo... piano piano... mi si stanno aprendo grandi orizzonti... praticamente ho suonato per 20 anni ad orecchio... e adesso voglio diventare bravo... ce la farò... ce la farò... ;)

ModernBigBand
11th May 2010, 14:47
Il tuo proposito è molto nobile, per cui ti consiglio di prendere un buon manuale di teoria per assimilare in maniera corretta tutti i concetti di cui hai bisogno.
La musica, come la matematica, richiede estrema precisione e ogni approssimazione può condurti all'errore: scrivere "DO RE RE# FA SOL SOL# LA# DO", anche se equivale alla scala di Do minore naturale a livello di note prodotte, non ha niente a che vedere con essa.
Stesso ragionamento per gli intervalli: se scrivi Do-Mi è una cosa, se scrivi Si#-Fab è un'altra anche se in realtÃ* suonano (da qualche centinaio di anni a questa parte) alla stessa maniera.
Questo per dire che se vuoi progredire veramente, devi snocciolare e assimilare con la dovuta precisione la teoria musicale... ;)

GAX
11th May 2010, 14:54
vai di buona volontÃ* e ce la farai ;)

mix
11th May 2010, 17:37
Il tuo proposito è molto nobile, per cui ti consiglio di prendere un buon manuale di teoria

qualche consiglio?

FrankRanieri
11th May 2010, 17:45
A sfazzione... :ghigno:

ABC Musica, ed Rugginenti.

un libro perfetto, piccolo ma spiega tutta la teoria alla perfezione!

mix
11th May 2010, 17:49
grazie delle dritte... e della disponibilitÃ*...

ModernBigBand
11th May 2010, 17:59
Ce ne sono tanti, da quelli più lineari a quelli più complessi. Comunque qui sarebbe OT parlarne, ci sono giÃ* discussioni aperte in merito.

Se ti può essere utile ti do qualche info in più via PM... ;)