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Visualizza Versione Completa : Saxofoni Brancher e "traffico congestionato"...



13th June 2009, 09:53
Uno potrebbe dire: "ma che diavolo c'entra il traffico con i sassofoni?"... c'entra... c'entra... se ci riferiamo al traffico industriale e commerciale Europa/Asia, che, a quanto pare, diventa sempre più caotico.

Spesso su queste pagine vengono citati, tra gli altri, i Paul Mauriat come esempi di buoni sassofoni apparentemente Francesi, in realtÃ* di costruzione Taiwanese.
Quelli della Brancher (sempre Francese), che produce accessori per sax (bocchini, legature, ance, collari) si devono essere detti: "staremo noi a guardare che i puzzoni della Mauriat, nati dal nulla, continuino a imperversare senza che noialtri si faccia niente? Jamais!".

E così, detto fatto, hanno varato (anche loro) una intera linea di strumenti che comprende i 4 tagli principali, compreso il soprano curvo. Usano lo stesso "trucco" del Mauriat e di tante altre aziende, compresa la rinata Grassi: i tubi vengono fabbricati a Taiwan. Il sito ufficiale della Brancher, per la veritÃ*, non è fatto molto bene e questa è la pagina che si riferisce alla suddetta produzione:
http://www.brancher-france.com/ref.php

Maggiori informazioni sono rintracciabili, per esempio, su saxforte.com, che cerca di vendere agli Americani anche i sassofoni Europei "emergenti" tra i quali pure i Rampone e Cazzani tanto amati su queste pagine.
http://www.saxforte.com/index.html

Scartabellando su quel sito ho appurato che le caratteristiche principali dei sassofoni Brancher dovrebbero essere:
- Lastra in ottone spesso di alta qualitÃ*.
- Campana e fusto martellati a mano.
- Campana maggiorata su tenore e contralto per ottenere un "suono grasso".
- Risuonatori brevettati in ottone maggiorati, a forma di cymbal, riutilizzabili.
- Innesto del kiver internamente conico per rispettare anche in quel punto critico la forma base dello strumento.
- 2 kiver di serie (addirittura 3 sul soprano diritto): per suono brillante e scuro.
- Varie finiture disponibili, tra cui l'argentata e l'"anticata".

Il Saxforte dice che il rapporto qualitÃ*/prezzo di questi strumenti è pressochè imbattibile. Ma questo lo dice anche buona parte della concorrenza. In realtÃ* mi sembra che questi oggetti hanno dei prezzi di tutto rispetto: direi che si piazzano sui livelli degli Yanagisawa professionali 991/992. Il che non è poco... soprattutto per un marchio "emergente"...
Girovagando sul sito sono rintracciabili altre informazioni su questo argomento.

Ecco alcune foto. L'ultimo è un contralto in lega ad alta percentuale di rame:

http://www.saxforte.com/saxophones/Bb_Tenor/Bb_Tenor_Brancher/TSI1-550w.jpg

http://www.saxforte.com/saxophones/Bb_Tenor/Bb_Tenor_Brancher/TBS1-550w.jpg

http://www.saxforte.com/saxophones/Eb_Alto/Eb_Alto_Brancher/AG851-600w.jpg

P.S.: Se questo argomento è stato giÃ* trattato i Moderatori possono tranquillamente eliminare il presente post.

tzadik
16th June 2009, 21:44
Guarda... secondo me i migliori taiwanesi sono i Sequoia... fusto fatto a Taiwan, assemblaggio a Taiwan e tamponati in Italia da mani esperte o comunque il settaggio finale fatto in Italia... E costano 1000€ in meno dei Mauriat!!!

17th June 2009, 10:03
Se non sbaglio hai espresso questa opinione varie volte, Tzadik, e ne terrò il debito conto se e quando mi dovesse capitare tra le zampe un oggetto Sequoia, anche se sono un tipo alquanto pigro e di solito non mi metto in viaggio esclusivamente per andare a provare strumenti.

Il fatto è che quando mi dicono che un determinato oggetto è "il migliore" mi scatta automaticamente la diffidenza: secondo me "il migliore" non esiste in nessun campo, e meno che mai nel ramo dei sassofoni, estremamente mutevole e vivace, dove "ci si scanna" per fregarsi i clienti a colpi di benemerenze non sempre dimostrabili.

Non so se l'hai notato, ma di solito mi limito a "segnalare", evidenziando anche e soprattutto i difetti, come ho cercato di fare pure nel post più sopra.

Oggi ci sono decine di produttori industriali e artigianali che in realtÃ* si limitano a commercializzare i sax di produzione taiwanese e cinese, con ricarichi spesso ingiustificati... perciò, come ti ho giÃ* detto, non mi fido a priori di quelli che si auto-proclamano "i migliori".

tzadik
17th June 2009, 11:03
Ho scritto volutamente "i migliori taiwanesi" perchè: a livello di meccanica sono diversi da tutti gli altri Mauriat/Grassi etc.. te ne accorgi dalle foto e se li prendi in mano te ne accorgi certe chiavi hanno un orientamento diverso da solito, con il risultato di avere più ergonomia...
Sono sax che vengono proposti da più di 5 anni... quindi c'erano prima che arrivassere i Mauriat... in 5 anni non si fanno rivoluzione ma comunque si possono avere indicazioni sulla durablitÃ* del prodotto considerando che il target di questi sassofoni sono in gran professionisti professionisti...

I Sequoia che ho provato io SUONAVANO... il tenore in ottone grezzo aveva un suono parecchio più largo del mio, però meno volume e meno definizione... Un giorno ho avuto modo di fare un confronto tra il tenore Sequoia, un R1 Jazz argento oro "iper", il mio Selmer... un King Super 20 e altri sax vintage: se non era per la mancanza di alte frequenze non avrebbe sfigurato: quindi è solo una questione di lastra...
Se non prendevo il soprano Rampone... avrei preso il Sequoia in ottone grezzo... quello che usa Innesto e prima usava un Super Action Serie I (strumento che buona probabilitÃ* manteva la lastra del Mark VI)!

17th June 2009, 16:51
Dunque, Tzadik, visto che come al solito vai avanti come un treno, mi costringi a parlare ancora più chiaro:

Personalmente, a naso, ritengo che attualmente è difficile trovare "bidoni" sui sassofoni provenienti da Taiwan. Ritengo pure che esistono molti ricarichi "parassitari" su questi oggetti, ad opera di "sedicenti fabbricanti":

Secondo te, se un taiwanese è in grado di fabbricare da zero un sassofono con le cosiddette "contropalle", pensi sul serio che avrebbe problemi a farsi in proprio la tamponatura e le regolazioni finali sullo strumento? Andiamo, su, Tzadik.... Secondo me chiunque tenta di vendere al prossimo questo tipo di benemerenza (del tipo "mi proclamo gran tamponatore e regolatore ultragalattico") sta vendendo trappole per gonzi, al solo scopo di giustificare all'incauto acquirente un notevole "gonfiaggio" sul valore effettivo dell'oggetto. La meccanica Sequoia è particolare? Mah... non so... dovresti documentare meglio in cosa consistono i presunti miglioramenti. Al momento i sax "taiwan dipendenti" mi sembrano maledettamente simili, a livello di meccanica, e sono giÃ* di per sè molto efficienti...

Detto questo, è chiaro che pure i taiwanesi stanno cercando di attrezzarsi per imporsi sul mercato direttamente con i propri marchi sul piano qualitativo, così come hanno fatto i giapponesi. Il fatto buffo è che mentre i giapponesi hanno dovuto prendere direttamente "il toro per le corna", i taiwanesi si potrebbero trovare la strada spianata proprio dagli speculatori occidentali. A quel punto si troverebbero facilitati anche sui prezzi "gonfiati"...

Comunque, Tzadik, piantala, se ti è possibile, con la pubblicitÃ*: ho capito che secondo te i sax SEQUOIA sono i migliori taiwanesi attualmente disponibili in Italia. Te l'ho scritto pure in maiuscolo, in modo che non sfugga a nessuno. Sei contento? :D

Per tornare in tema, se posso dire la mia modesta opinione, l'unica effettiva innovazione tecnica che intravedo sui Brancher è rappresentata dall'innesto conico del kiver. Non so se ciò basti a giustificare costi paragonabili agli Yanagisawa professionali... è fuori di dubbio, tuttavia che, almeno in fotografia, i Brancher sembrano fatti bene. Ma quanto costerebbero attualmente, se invece di portare il logo "Brancher" recassero (chessò) "LingChangChung?.....

tzadik
17th June 2009, 17:41
No... non hai capito...
Sti sax in Friuli non vengono venduti in un negozio... li vende un riparatore e ripeto... le prime serie sono uscite prima che uscissero i Mauriat. A Udine, li usano in conservatorio...

La meccanica Sequoia è particolare si... dovresti provare a prenderne uno in mano... è molto diversa come "orientamento" sia rispetto alla meccanica Yamaha/Yanagisawa sia sia rispetto alla meccanica Selmer... sull'alto e sul tenore.... ripeto: dovresti provare a prenderne uno in mano... e capiresti invece di voler dimostrare il contrario.

Non faccio pubblicitÃ*... infatti non ho un Sequoia tra il mio arsenale! Mi fa piacere che tu proponga sempre strumenti nuovi... mi pare futile filosofare su ogni sax che vedi su internet e che non vedi nei siti dei negozi italiani... anche con questi Brancher ci troviamo nel caso "belli da vedere... ma altro non si può dire" se nessuno riesce ad averceli per le mani... Purtroppo il mercato italiano è lento a recepire nuovi prodotti ma fortunamente non è tutta merda quella che c'è sul mercato... si va avanti lo stesso, si potrebbe andare avanti meglio sicuramente... ma tocca accontentarsi. Poi basta vedere: un Mauriat ormai costa come Yamaha professionale in Italia!!!: come per dire... sono tutti furbi!
e i Mauriat, in Italia, ce li hanno 2 o 3 negozi...

Caso diverso per i Trevor o per sti bene benedetti Sequoia, su quello non discuto: uno va, li prova e si leva ogni dubbio...


Devo dire però nell'arco di un'ora ho provato R1 Jazz argento oro "iper", il mio Selmer... un King Super 20 e altri sax vintage... se non era una mancanza di definizione non avrebbe sfigurato!
E io sono "fissato" con la definizione tant'è che il setup che ho sul tenore, mi pare ne sia una dimostrazione lampante e non cambio bocchino una volta al mese!

18th June 2009, 09:43
Bene, Tzadik: vedo che su alcune cose andiamo d'accordo, come per esempio sul fatto che da queste parti siamo maledettamente "lenti" anche solo a prendere in considerazione nuovi prodotti.

E' per questo che, nel mio piccolo, cerco di fare qualche tentativo in senso contrario.

Altra cosa sulla quale andiamo d'accordo è che gli strumenti, nuovi o vecchi che siano, vanno assolutamente provati. Mi risulta che almeno su questo ci sia una buona coesione, su questo Forum.

Ma se non cambia un po' la mentalitÃ*, e cioè se l'umanitÃ* suonante non si mostra leggermente più incline ad accettare il nuovo, quando li proveremo mai questi sassofoni? Alle fiere di strumenti musicali e basta? O venendo direttamente in Friuli dal riparatore che hai citato qua sopra?... Soluzioni alquanto scomode, e che comunque riguardano una piccola "elite" di individui.

Tornando in tema, ci sono 2 domande che, a mio modesto avviso, meriterebbero riflessione:
- Quanto costerebbe oggi un Brancher se si chiamasse "LingChangChung"? (Certamente molto meno).
- Quanta gente, a livello internazionale, comprerebbe un "LingChangChung" assolutamente uguale a uno dei Brancher delle foto soprastanti? (Certamente poca).

Non so se mi sono spiegato...

tzadik
18th June 2009, 11:18
Si... Quoto!

Infatti tutti i taiwanesi hanno nomi europei... :lol:

In Friuli comunque arrivano parecchi francesi, belgi a provare sti strumenti... per non parlare di tedeschi/austriaci e sloveni... Recentemente un endorser sloveno dei Mauriat (soprani Mauriat) ha acquistato un Sequoia Lemon (versione in ottone grezzo)... insomma in zona sti strumenti stanno prendendo piede...

In conservatorio a Udine... quei 2/3 baritoni del conservatorio sono Sequoia e anche qualche tenore mi pare (versioni standard quindi suono più francese, l'ottone grezzo ha un suono molto più vintage).
Per scelta costruttiva, se non ricordo male, il laccato e l'argentato hanno un tipo di lastra, mentre il nickelato e l'ottone grezzo hanno una lastra lievemente diversa... come prezzi comunque siamo intorno ai 2500€ per il baritono a scendere...

Prairie oyster
18th June 2009, 19:13
Tornando in tema, ci sono 2 domande che, a mio modesto avviso, meriterebbero riflessione:
- Quanto costerebbe oggi un Brancher se si chiamasse "LingChangChung"? (Certamente molto meno).
- Quanta gente, a livello internazionale, comprerebbe un "LingChangChung" assolutamente uguale a uno dei Brancher delle foto soprastanti? (Certamente poca).

Non so se mi sono spiegato...

Io direi che i "LingChangChung" ci sono, si chiamano Sequoia o Ripamonti o Barone ma il succo è che sono sax di produzione taiwanese, che si vanno a porre in una fascia di prezzo inferiore ai Mauriat o Brancher o chi per loro pur invidiandone molto poco a livello di suono (da quel che sento dire, io non è che abbia provato chi sa quanti sax). A quanto vedo i taiwanesi che puntano alla fascia alta del mercato offrono di più in termini di varietÃ* di finiture: se voglio un buon baritono il mio Ripamonti va benissimo, ma se lo voglio laccato nero con chiavi argentate e tasti in opale devo andare da Mauriat; è abbastanza per giustificare il ricarico? Non saprei dire, ma quello dei prezzi è un campo minato: i Rampone sono su una fascia di prezzo ancora superiore, tutti ne danno giudizi entusiastici e sono made in Italy "vero", ma con gli stessi soldi ci compro un Conn in ottimo stato più un muletto nel caso si rompesse qualcosa... alla fine il prezzo giusto è quello che ognuno è disposto a pagare per quello che vuole. Poi mettiamo per assurdo che arrivasse un baritono che costa meno di 1000€ e si mangia qualsiasi altra cosa in commercio, riusciresti comunque a convincere la gente che non è una sòla?

Blue Train
18th June 2009, 19:25
... alla fine il prezzo giusto è quello che ognuno è disposto a pagare per quello che vuole.
Definizione perfetta!

18th June 2009, 23:56
......
Poi mettiamo per assurdo che arrivasse un baritono che costa meno di 1000€ e si mangia qualsiasi altra cosa in commercio, riusciresti comunque a convincere la gente che non è una sòla?

La storia che "il prezzo lo fa il mercato" è un tantino più complessa di quanto possa sembrare a prima vista, a mio umile parere. Vado e mi spiego, prendendo spunto dalla soprastante frase di Prairie Oyster:

Fino a prova contraria un musicista sufficientemente "scafato" dovrebbe saper distinguere facilmente un buon strumento da una ciofeca, indipendentemente dal prezzo dell'oggetto.

Perciò, se quell'ipotetico ottimo baritono da 1000 euro venisse commercializzato, non ci sarebbe da dover convincere nessuno.

Uno si aspetterebbe di sentire all'unanimitÃ*, da parte dei suddetti musicisti "scafati", opinioni del tipo: "Uagliò, se cercate un ottimo baritono lasciate stare tutti gli altri e accattatevi il LingChangChung. Costa niente, dura una vita e suona come se fosse stato costruito dal Padreterno in persona".

E invece no: la maggior parte dei suonanti, anche tra gli "scafati", dirÃ* probabilmente: "Si... mah... però... chi ci assicura che non cada a pezzi tra 150 anni... se provate a rivenderlo chi se lo compra?... avete notato che il tamponcino del portavoce è fuori centro di un millesimo di millimetro?..."

In un contesto del genere si infilano gli speculatori, e spesso succede che sono questi ultimi, purtroppo, a "pilotare" il mercato, specie in occidente: il prezzo che un certo individuo è disposto a pagare per ottenere un oggetto può derivare da un condizionamento, altrimenti definito "bisogno indotto". Basta mettere in evidenza un nome conosciuto, un "made in France" fellone e il gioco è fatto.

A quel punto, si cercherÃ* di vendere il prodotto al prezzo più alto che il mercato sopporta. Una volta raggiunta una certa "massa critica" di consumatori, parte la reazione a catena: "Uagliò, accattatevi i sax Padreterno. Costano tanto ma valgono di più". E i pesci abboccano.

E il traffico è sempre più "congestionato"... C'è di buono che, in una situazione del genere, ci si possono infilare anche imprenditori relativamente poco affamati, come è stato giÃ* constatato. Trevor James, Grassi, Sequoia, Ripamonti, Suzuki ed altri pare che appartengano a questa categoria.

Sta di fatto che chiunque oggi, importando da Taiwan (preferibilmente) o dalla Cina, si può improvvisare "costruttore di sassofoni". Che ne direste di varare la marca "Saxforum" creando all'interno di questo Forum un gruppo di acquisto, dopo essersi accordati sulle specifiche che il prodotto importato dovrebbe possedere? Guardate che si potrebbe fare, uagliò!... Lo fanno tutti, potremmo farlo anche noi. Ricarico massimo 15% sul prezzo sborsato ai "limoncini"...

Naturalmente ho espresso solo una scherzosa provocazione. Non ho la stoffa dell'imprenditore. E tuttavia... ho idea che si potrebbe fare sul serio... nessuno di voi ha la "partita IVA"?... :D

Alessio Beatrice
19th June 2009, 15:24
Io credo che sul mercato a lungo andare rimanga solo ciò che è almeno ''accettabile'' da suonare...