beppescardino
15th May 2009, 17:16
Ciao a tutti i sassofonari.
Ho conosciuto il forum perchè come tutti i musicisti sono abbastanza narcisista e scartabellando su google ho notato con mia sorpresa che in qualche post si parlava di me!
Sfogliando un po' le pagine di questa congrega di pazzi ho notato che molti hanno interesse a sapere molte cose su musicisti, tecniche, attrezzature.
Quindi ho deciso di mettervi a conoscenza di quelle 3 cose che ho imparato suonando per anni SOLO il baritono (sporadicamente il tenore, da qualche mese mi impegno anche sul clarinetto basso). Magari non interessa a nessuno, ma in tal caso non credo che il Web si intaserÃ* per queste mie 7 righe.
1. ATTREZZATURE
SASSOFONO - Io ho sempre suonato strumenti d'epoca, in particolare CONN.
Adesso suono un 12M anche se non uno di quelli del decennio d'oro 35/45... un po' posteriore, del '52 (senza i famosi "grani rigirati" per intendersi). Ma ho avuto fortuna: è uno strumento che suona bene pur avendolo comprato su ebay per pochissimo.
Una volta un bravissimo sassofonista (anche famoso ma di cui non faccio il nome) mi ricordò che una strumento si chiama così proprio perchè è uno strumento è non deve essere il fine della tua ricerca sonora.
Questa frase mi ha accompagnato per anni, anche se adesso credo anche che la scelta di uno strumento condizioni anche la propria crescita sonora e direzione musicale. In questo credo che il mio modo di suonare sia stato plasmato dall'aver suonato sempre i CONN.
Ho capito che: gli strumenti vintage hanno una marcia in più dal punto di vista sonoro non perchè il suono sia più bello (il concetto di "bellezza" è quanto di più sfuggente io riesca ad immaginare), ma perchè il suono è più malleabile, personalizzabile, muovibile.
Questo è dato probabilmente dal fatto che la lastra un tempo veniva battuta a mano ed aveva una sottigliezza uniforme in tutto il fusto. Gli strumenti d'epoca "vibrano" maggiormente, sono molto più sonori.
Tra i baritoni vintage che ho provato mi sono piaciuti soprattutto:
- Buescher BIG B: se mai dovessi tradire il Conn il Big B sarebbe sicuramente un'alternativa. Il mio amico Rossano Emili se ne è comprato uno da poco (pur suonando quasi sempre il suo fido 12M). Cmq rispetto al mio, ho notato nel Buescher una maggiore facilitÃ* negli armonici e nei sovracuti. I buescher sono strumenti molto fluidi e molto versatili.
- The Martin: altro strumento fantastico. Molto fluido e uniforme su tutto il registro.
Ho provato qualche King (ma non in modo apporfondito) e non mi hanno convinto.
Non impazzisco per i Selmer, ma ho provato un Mark IV dell'amico Piero Bronzi: veramente bello, ma non lo cambierei mai col mio 12M.
MA: se mai dovessi consigliare uno strumento con un ottimo rapporto qualitÃ* prezzo vi indirizzerei assolutamente su un Weltklang. Credo che il modello che ho provato si chiami Professional o qualcosa di simile. E' argentato e credo che lo facciano solo discendente. Ad ogni modo: suona da paura! (e lo dice uno che non ama il suono del baritono discendente).
Sulla questione discendente/non discendente: il baritono discendente non ha solo un semitono in più, ha proprio un suono diverso su tutto lo strumento. Io preferisco il Bb ma è questione di gusti. Trovo che alcune frequenze medie/mediobasse vengano enfatizzate nel discendente.
Ogni tanto sento l'esigenza del DO grave e lo faccio col ginocchio (con un po' di esercizio si riesce a fare abbastanza intonato... ne ho registrato qualcuno nel disco in uscita della Cosmic Band di Gianluca Petrella, tra le risate generali).
Non ho granchè esperienza di strumenti moderni tipo yanagisawa, yamaha, o simili. Ma non mi piacciono molto, soprattutto sul baritono: li trovo fermi.
-BOCCHINO: a questo punto svelerò il mio segreto, la mia lamborghini.
Il miglior bocchino che io abbia provato per baritono è il bocchino che uso abitualmente ed è un RIA 9* di alluminio (leggerissimo ma che prima o poi mi si consumerÃ* tra le mani. Anche piero bittolo bon nota che il mio bocchino è sempre più leggero!).
Lo comprai in uno dei tanti negozi sulla 48.a strada a New York nel 2005 per 100 dollari (Ne avevano un altro. Se fossi stato furbo gli avrei presi entrambi). Ha grande potenza ma anche flessibilitÃ*: dal pianissimo al fortissimo deflagrante senza problemi.
E' un bocchino difficile da trovare e neanche molto conosciuto. Ce ne sono modelli in metallo "normale" ma non suonano bene come il mio.
A Berlino c'è Saxophone Service di Mike Duchstein. Lì, un anno fa ho provato circa 10 bocchini in quel negozio. Lo stesso Duchstein suona un RIA di allumio sul tenore ed ha confermato la straordinarietÃ* di quel bocchino. Nel suo negozio ho provato un paio di Dukoff con caratteristiche simili ed un altro bocchino eccezionale che mi comprerò quanto prima: il Pillinger (inglese).
Quest'ultimo, di ebanite (credo) con una fascetta risuonatrice in metallo alla base del bocchino, è un bocchino scuro incredibilmente bilanciato su tutto il registro e con un suono tondissimo.
Non amo molto i nuovi ottolink (soprattutto metallo), i jody jazz, i meyer.
Mi piacciono i berg larsen (ebanite 105/110 ottimi) e i phil barone (costosissimi).
Come ance uso vandoren zz 3 o 3 e mezzo: le trovo maggiormente selezionate e mi durano molto di più (le rico le finisco dopo mezz'ora e ho bisogno di un rapporto duro che ho trovato solo nelle zz).
- MUSICISTI:
I tre eventi che mi hanno spinto a comprarmi un baritono sono stati:
1. concerto dell'ottetto di Dave Holland nel 2000. Al baritono Gary Smulyan (che suona un 12M) che sul primo pezzo si sparò un solo terrificante. Rimasi sconvolto per giorni.
2. l'ascolto del disco di Mingus Blues and Roots. Un vero must (ma che ve lo dico a ffa'!). Che dire: Pepper Adams.
3. l'ascolto quasi maniacale di "I Can't Put My Finger On It" dei Miniature con Tim Berne all'alto ed al baritono. Grandioso.
Contemporaneamente incappai nell'ascolto di diversi baritonisti che utilizzano le cosiddette "tecniche estese" (tra cui Berne): slap, armonici, suoni multipli, fischi.
Mi colpì in particolare John Raskin baritonista dei ROVA saxophone quartet (super!): bravissimo ad utilizzare tutte queste tecniche in modo ritmico.
Da ora cito baritonisti che mi piacciono in ordine casuale ma non troppo:
_Cecyl payne: forse il più grande baritonista bebop - semisconosciuto.
_Sahib Shihab: un gigante anche all'alto. "jazz sahib" è il disco di un suo sestetto con 3 sassofoni che mi ispirò molto. disco bellissimo, gli altri due sassofonisti sono Benny Golson e Phil Woods.
_John Surman
_Hamiet Bluiett: world saxophone quartet
_Leo Parker (gran suonone)
_Jerome Richardson (multistrumentista, baritonista tra gli altri con Mingus)
_James Carter: non è simpaticissimo ma che sassofonista! super anche al baritono.
_Henry Carney - non c'è certo bisogno che sia io a nominarlo.
_Ronnie Cuber - bravissimo anche se il suo suono mi piace un po' meno... con meno sfumature... però un gigante senza dubbio.
_Serge Chaloff - per chi non lo conosce, altro must! suono leggero e fraseggio articolatissimo "blue Serge" è un classico.
_Capitolo a parte per Gerry Mulligan che amo profondamente. Lui e Pepper Adams sono stati gli unici due baritonisti di cui abbia trascritto assoli. Mulligan mi ha sempre colpito per il lucido lirismo con cui costruisce le sue frasi. Ha un chiaro ed enorme senso compositivo. E poi quel suono simile ad una voce. Spesso quando suono standards o brani del repertorio jazzistico in senso esteso mi piace suonare in quel modo. Anche se ultimamente ho un amore sconsiderato per i tristaniani: lee konitz e warne marsh. Linee lunghissime, intervalli assurdi!
In italia, come alcuni di voi hanno ricordato, c'è un vero gigante dello strumento, Rossano Emili, il quale anni fa fu così gentile da darmi due lezioni che mi hanno cambiato completamente la concezione del baritono. Dirò un'assurditÃ* ma Rossano non ha niente da invidiare a Gary Smulyan o Nick Brignola. E abita relativamente vicino ed è cordiale e simpatico e disponibile.
Per quanto riguarda i baritonisti contemporanei, la maggior parte ha iniziato a sviluppare un nuovo linguaggio sonoro (come accennavo poch'anzi): slap, respirazione circolare, suoni multipli, fraseggio intervallare, fischi e quant'altro.
Non amo Vandermark al baritono (lo preferisco al tenore) e non amo Gustafson (tra l'altro ci ho scambiato 4 chiacchere ed è antipatico!). Anche se entrambi fanno musica - per lo più - molto interessante, sono belle teste pensanti.
Vandermark scrive musica interessante, ha un sacco di progetti e produce aiuta i progetti sconosciuti che gli piacciono. Una persona vermanete cordiale e disponibile.
Gustafson è bravo ma trovo che la sua ricerca sonora sia sopravvalutata: si muove in un'estetica post ayleriana, post evanparkeriana ma senza avere profonditÃ* e sfumature per reggere il confronto (ma è stato bravo a beccarsi una delle migliori sezioni ritmiche in circolazione: paal nilsen love e ingebrit haaker flaten).
Alex Harding è il baritonista del Julius Hemphill Sextet (il sestetto che suona musica di Hemphill da anni diretto da Marty Ehrlich). Lui è veramente super: un suono incredibile, profondo ed un bagaglio di effetti sconfinato. Può lasciarti con il fiato sospeso suonando bluesy o più free di broetzmann!
Qua andrebbe aperto un capitolo sulla dinastia degli allievi di Julius Hemphill. Ogni sassofonista dovrebbe conoscere Hemphill come un pianista deve conoscere Chopin o Beethoven.
Egli ha rivoluzionato la scrittura per quartetto e per sestetto di sassofoni, per bigband. Un altista e flautista incredibile: il lirismo di Ornette, l'energia di Eric Dolphy.
Tra i suoi allievi Tim Berne e Dave Sanborn (!) (ci sono video su ytube di berne e sanborn che suonano musica di hemphill - sanborn suona da paura).
http://www.screwgunrecords.com/page_a.p ... n_hemphill (http://www.screwgunrecords.com/page_a.php?pageid=interviews&sub=berne_on_hemphill)
in questo link troverete uno scritto di Tim Berne su Hemphill, veramente illuminante.
Vi segnalo infine Jeffrey Henderson, baritonista neozelandese (l'oceania riserva sempre sorprese!) veramente bravissimo. Un maestro delle tecniche contemporanee ma si muove inaspettatamente bene anche nella musica pop (un suo solo in un disco della cantante inglese leila adu - gran gusto).
Ah, per chiudere un altro grande: non è un baritonista ma un sassofonista basso. Parlo di Colin Stetson, cercate cose su youtube. Bravissimo. Suona anche in qualche disco di Tom Waits.
TECNICHE
Premetto che per quanto mi concerne non esiste (o non dovrebbe esistere) una tecnica standard. Sarebbe bello che ognuno lavorasse sodo non per imitare l'apprendimento di altri ma per crearsi la propria tecnica secondo i propri interessi. Io almeno faccio così.
Però ci sono esercizi che aiutano a superare problemi tipici del baritono come l'emissione delle note acute; le note basse precise (in molti baritonisti sento confusione nel registro basso). Almeno questi esercizi mi hanno aiutato. Il consiglio è trovare un baritonista che sia uno interessato ad insegnare ed andare a rompergli le scatole per qualche volta.
Per conto mio ripeto che il lavoro su se stessi e l'ascolto delle musiche più disparate sono le uniche cose fondamentali.
Penso che nell'apprendimento non esistano dei "DEVO" ma solo dei "VOGLIO".
vi saluto,
beppe
Ho conosciuto il forum perchè come tutti i musicisti sono abbastanza narcisista e scartabellando su google ho notato con mia sorpresa che in qualche post si parlava di me!
Sfogliando un po' le pagine di questa congrega di pazzi ho notato che molti hanno interesse a sapere molte cose su musicisti, tecniche, attrezzature.
Quindi ho deciso di mettervi a conoscenza di quelle 3 cose che ho imparato suonando per anni SOLO il baritono (sporadicamente il tenore, da qualche mese mi impegno anche sul clarinetto basso). Magari non interessa a nessuno, ma in tal caso non credo che il Web si intaserÃ* per queste mie 7 righe.
1. ATTREZZATURE
SASSOFONO - Io ho sempre suonato strumenti d'epoca, in particolare CONN.
Adesso suono un 12M anche se non uno di quelli del decennio d'oro 35/45... un po' posteriore, del '52 (senza i famosi "grani rigirati" per intendersi). Ma ho avuto fortuna: è uno strumento che suona bene pur avendolo comprato su ebay per pochissimo.
Una volta un bravissimo sassofonista (anche famoso ma di cui non faccio il nome) mi ricordò che una strumento si chiama così proprio perchè è uno strumento è non deve essere il fine della tua ricerca sonora.
Questa frase mi ha accompagnato per anni, anche se adesso credo anche che la scelta di uno strumento condizioni anche la propria crescita sonora e direzione musicale. In questo credo che il mio modo di suonare sia stato plasmato dall'aver suonato sempre i CONN.
Ho capito che: gli strumenti vintage hanno una marcia in più dal punto di vista sonoro non perchè il suono sia più bello (il concetto di "bellezza" è quanto di più sfuggente io riesca ad immaginare), ma perchè il suono è più malleabile, personalizzabile, muovibile.
Questo è dato probabilmente dal fatto che la lastra un tempo veniva battuta a mano ed aveva una sottigliezza uniforme in tutto il fusto. Gli strumenti d'epoca "vibrano" maggiormente, sono molto più sonori.
Tra i baritoni vintage che ho provato mi sono piaciuti soprattutto:
- Buescher BIG B: se mai dovessi tradire il Conn il Big B sarebbe sicuramente un'alternativa. Il mio amico Rossano Emili se ne è comprato uno da poco (pur suonando quasi sempre il suo fido 12M). Cmq rispetto al mio, ho notato nel Buescher una maggiore facilitÃ* negli armonici e nei sovracuti. I buescher sono strumenti molto fluidi e molto versatili.
- The Martin: altro strumento fantastico. Molto fluido e uniforme su tutto il registro.
Ho provato qualche King (ma non in modo apporfondito) e non mi hanno convinto.
Non impazzisco per i Selmer, ma ho provato un Mark IV dell'amico Piero Bronzi: veramente bello, ma non lo cambierei mai col mio 12M.
MA: se mai dovessi consigliare uno strumento con un ottimo rapporto qualitÃ* prezzo vi indirizzerei assolutamente su un Weltklang. Credo che il modello che ho provato si chiami Professional o qualcosa di simile. E' argentato e credo che lo facciano solo discendente. Ad ogni modo: suona da paura! (e lo dice uno che non ama il suono del baritono discendente).
Sulla questione discendente/non discendente: il baritono discendente non ha solo un semitono in più, ha proprio un suono diverso su tutto lo strumento. Io preferisco il Bb ma è questione di gusti. Trovo che alcune frequenze medie/mediobasse vengano enfatizzate nel discendente.
Ogni tanto sento l'esigenza del DO grave e lo faccio col ginocchio (con un po' di esercizio si riesce a fare abbastanza intonato... ne ho registrato qualcuno nel disco in uscita della Cosmic Band di Gianluca Petrella, tra le risate generali).
Non ho granchè esperienza di strumenti moderni tipo yanagisawa, yamaha, o simili. Ma non mi piacciono molto, soprattutto sul baritono: li trovo fermi.
-BOCCHINO: a questo punto svelerò il mio segreto, la mia lamborghini.
Il miglior bocchino che io abbia provato per baritono è il bocchino che uso abitualmente ed è un RIA 9* di alluminio (leggerissimo ma che prima o poi mi si consumerÃ* tra le mani. Anche piero bittolo bon nota che il mio bocchino è sempre più leggero!).
Lo comprai in uno dei tanti negozi sulla 48.a strada a New York nel 2005 per 100 dollari (Ne avevano un altro. Se fossi stato furbo gli avrei presi entrambi). Ha grande potenza ma anche flessibilitÃ*: dal pianissimo al fortissimo deflagrante senza problemi.
E' un bocchino difficile da trovare e neanche molto conosciuto. Ce ne sono modelli in metallo "normale" ma non suonano bene come il mio.
A Berlino c'è Saxophone Service di Mike Duchstein. Lì, un anno fa ho provato circa 10 bocchini in quel negozio. Lo stesso Duchstein suona un RIA di allumio sul tenore ed ha confermato la straordinarietÃ* di quel bocchino. Nel suo negozio ho provato un paio di Dukoff con caratteristiche simili ed un altro bocchino eccezionale che mi comprerò quanto prima: il Pillinger (inglese).
Quest'ultimo, di ebanite (credo) con una fascetta risuonatrice in metallo alla base del bocchino, è un bocchino scuro incredibilmente bilanciato su tutto il registro e con un suono tondissimo.
Non amo molto i nuovi ottolink (soprattutto metallo), i jody jazz, i meyer.
Mi piacciono i berg larsen (ebanite 105/110 ottimi) e i phil barone (costosissimi).
Come ance uso vandoren zz 3 o 3 e mezzo: le trovo maggiormente selezionate e mi durano molto di più (le rico le finisco dopo mezz'ora e ho bisogno di un rapporto duro che ho trovato solo nelle zz).
- MUSICISTI:
I tre eventi che mi hanno spinto a comprarmi un baritono sono stati:
1. concerto dell'ottetto di Dave Holland nel 2000. Al baritono Gary Smulyan (che suona un 12M) che sul primo pezzo si sparò un solo terrificante. Rimasi sconvolto per giorni.
2. l'ascolto del disco di Mingus Blues and Roots. Un vero must (ma che ve lo dico a ffa'!). Che dire: Pepper Adams.
3. l'ascolto quasi maniacale di "I Can't Put My Finger On It" dei Miniature con Tim Berne all'alto ed al baritono. Grandioso.
Contemporaneamente incappai nell'ascolto di diversi baritonisti che utilizzano le cosiddette "tecniche estese" (tra cui Berne): slap, armonici, suoni multipli, fischi.
Mi colpì in particolare John Raskin baritonista dei ROVA saxophone quartet (super!): bravissimo ad utilizzare tutte queste tecniche in modo ritmico.
Da ora cito baritonisti che mi piacciono in ordine casuale ma non troppo:
_Cecyl payne: forse il più grande baritonista bebop - semisconosciuto.
_Sahib Shihab: un gigante anche all'alto. "jazz sahib" è il disco di un suo sestetto con 3 sassofoni che mi ispirò molto. disco bellissimo, gli altri due sassofonisti sono Benny Golson e Phil Woods.
_John Surman
_Hamiet Bluiett: world saxophone quartet
_Leo Parker (gran suonone)
_Jerome Richardson (multistrumentista, baritonista tra gli altri con Mingus)
_James Carter: non è simpaticissimo ma che sassofonista! super anche al baritono.
_Henry Carney - non c'è certo bisogno che sia io a nominarlo.
_Ronnie Cuber - bravissimo anche se il suo suono mi piace un po' meno... con meno sfumature... però un gigante senza dubbio.
_Serge Chaloff - per chi non lo conosce, altro must! suono leggero e fraseggio articolatissimo "blue Serge" è un classico.
_Capitolo a parte per Gerry Mulligan che amo profondamente. Lui e Pepper Adams sono stati gli unici due baritonisti di cui abbia trascritto assoli. Mulligan mi ha sempre colpito per il lucido lirismo con cui costruisce le sue frasi. Ha un chiaro ed enorme senso compositivo. E poi quel suono simile ad una voce. Spesso quando suono standards o brani del repertorio jazzistico in senso esteso mi piace suonare in quel modo. Anche se ultimamente ho un amore sconsiderato per i tristaniani: lee konitz e warne marsh. Linee lunghissime, intervalli assurdi!
In italia, come alcuni di voi hanno ricordato, c'è un vero gigante dello strumento, Rossano Emili, il quale anni fa fu così gentile da darmi due lezioni che mi hanno cambiato completamente la concezione del baritono. Dirò un'assurditÃ* ma Rossano non ha niente da invidiare a Gary Smulyan o Nick Brignola. E abita relativamente vicino ed è cordiale e simpatico e disponibile.
Per quanto riguarda i baritonisti contemporanei, la maggior parte ha iniziato a sviluppare un nuovo linguaggio sonoro (come accennavo poch'anzi): slap, respirazione circolare, suoni multipli, fraseggio intervallare, fischi e quant'altro.
Non amo Vandermark al baritono (lo preferisco al tenore) e non amo Gustafson (tra l'altro ci ho scambiato 4 chiacchere ed è antipatico!). Anche se entrambi fanno musica - per lo più - molto interessante, sono belle teste pensanti.
Vandermark scrive musica interessante, ha un sacco di progetti e produce aiuta i progetti sconosciuti che gli piacciono. Una persona vermanete cordiale e disponibile.
Gustafson è bravo ma trovo che la sua ricerca sonora sia sopravvalutata: si muove in un'estetica post ayleriana, post evanparkeriana ma senza avere profonditÃ* e sfumature per reggere il confronto (ma è stato bravo a beccarsi una delle migliori sezioni ritmiche in circolazione: paal nilsen love e ingebrit haaker flaten).
Alex Harding è il baritonista del Julius Hemphill Sextet (il sestetto che suona musica di Hemphill da anni diretto da Marty Ehrlich). Lui è veramente super: un suono incredibile, profondo ed un bagaglio di effetti sconfinato. Può lasciarti con il fiato sospeso suonando bluesy o più free di broetzmann!
Qua andrebbe aperto un capitolo sulla dinastia degli allievi di Julius Hemphill. Ogni sassofonista dovrebbe conoscere Hemphill come un pianista deve conoscere Chopin o Beethoven.
Egli ha rivoluzionato la scrittura per quartetto e per sestetto di sassofoni, per bigband. Un altista e flautista incredibile: il lirismo di Ornette, l'energia di Eric Dolphy.
Tra i suoi allievi Tim Berne e Dave Sanborn (!) (ci sono video su ytube di berne e sanborn che suonano musica di hemphill - sanborn suona da paura).
http://www.screwgunrecords.com/page_a.p ... n_hemphill (http://www.screwgunrecords.com/page_a.php?pageid=interviews&sub=berne_on_hemphill)
in questo link troverete uno scritto di Tim Berne su Hemphill, veramente illuminante.
Vi segnalo infine Jeffrey Henderson, baritonista neozelandese (l'oceania riserva sempre sorprese!) veramente bravissimo. Un maestro delle tecniche contemporanee ma si muove inaspettatamente bene anche nella musica pop (un suo solo in un disco della cantante inglese leila adu - gran gusto).
Ah, per chiudere un altro grande: non è un baritonista ma un sassofonista basso. Parlo di Colin Stetson, cercate cose su youtube. Bravissimo. Suona anche in qualche disco di Tom Waits.
TECNICHE
Premetto che per quanto mi concerne non esiste (o non dovrebbe esistere) una tecnica standard. Sarebbe bello che ognuno lavorasse sodo non per imitare l'apprendimento di altri ma per crearsi la propria tecnica secondo i propri interessi. Io almeno faccio così.
Però ci sono esercizi che aiutano a superare problemi tipici del baritono come l'emissione delle note acute; le note basse precise (in molti baritonisti sento confusione nel registro basso). Almeno questi esercizi mi hanno aiutato. Il consiglio è trovare un baritonista che sia uno interessato ad insegnare ed andare a rompergli le scatole per qualche volta.
Per conto mio ripeto che il lavoro su se stessi e l'ascolto delle musiche più disparate sono le uniche cose fondamentali.
Penso che nell'apprendimento non esistano dei "DEVO" ma solo dei "VOGLIO".
vi saluto,
beppe