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Visualizza Versione Completa : Problemi di un modesto "multi-saxofonista".



20th April 2009, 09:09
Cari Ragazzi:

Per molti anni sono stato esclusivamente un tenorista. Ho iniziato col tenore e ci sono andato avanti per tanto, tanto tempo. Successivamente ho praticato, nell'ordine, contralto, baritono e soprano.

Attualmente ho questo tipo di problema: teoricamente dovrei essere un "multi-saxofonista", ma in realtÃ* sono rimasto un "mono-saxofonista" con tendenze schizofreniche... :D

Infatti, in sostanza, suono un solo strumento per volta. Attualmente, per esempio, sto impiegando il tenore e gli altri 3 ordigni dormono. Fino all'altro giorno stavo suonando il contralto, e tutti gli altri erano a nanna. C'è stato un periodo, durato alcuni anni, in cui soffiavo quasi esclusivamente il baritono. Altrettanto dicasi per il soprano, sul quale c'è voluto il suo bravo tempo per raggiungere la necessaria precisione sull'imboccatura, sull'intonazione e sulla produzione del suono.

Il fatto strano è che quando mi pare di aver conseguito un piccolo miglioramento su uno qualsiasi dei saxofoni, lo vado ad applicare anche sugli altri e... funziona...

Per esempio, recentemente ho scoperto che se sul contralto tengo la mascella inferiore leggermente più proiettata in avanti (roba di un millimetro o anche meno), migliora l'emissione sui bassi. Ho provato la stessa impostazione sul tenore e funziona.

Ehhh... ragazzi... ma così non ne vengo più fuori... con questo sistema servono 50 anni minimo per imparare un solo strumento. Non ce l'ho tutto questo tempo a disposizione! :D

Domanda: succede pure a voi la stessa cosa, o no?

Grazie per le eventuali risposte.

tzadik
20th April 2009, 09:44
È abbastanza normale per ognuno di noi avere un sax preferenziale...
È anche abbastanza normale affiancare un solo strumento al nostro sax "preferito".

Tutti gli studi che puoi fare sull'emissione/intonazione/armonici (e chi più ne ha, più ne metta) sono da ripetere su ogni sassofono... è chiaro che lo studio prolungato su ogni singolo sassofono si ripercuote passivamente in maniera positiva e non può non essere così...

C'è dire che poi dipende da come li suoni... per suonare in una banda non serve neanche che ti sbatti tanto. Se cominci a suonare dove il livello richiesto è più elevato è da lavorarci.
Se suoni jazz, suonare con troppi tagli di sassofono diventa controproducente ai fini del linguaggio "improvvisativo": un sassofonista jazz può anche avere ogni taglio di sax a casa, ma di solito ne ha sempre uno principale e poi si alterna con un solo altro... generalmente il soprano!

20th April 2009, 15:50
.....
Se suoni jazz, suonare con troppi tagli di sassofono diventa controproducente ai fini del linguaggio "improvvisativo": un sassofonista jazz può anche avere ogni taglio di sax a casa, ma di solito ne ha sempre uno principale e poi si alterna con un solo altro... generalmente il soprano!

Questo mi sembra un buon punto da approfondire: il jazzista, di solito, cerca di raggiungere un suo modulo espressivo avvalendosi di un determinato taglio strumentale. Tutti sappiamo che Charlie Parker era un tutt'uno col contralto, mentre Stan Getz è associato al tenore, Steve Lacy al soprano, Gerry Mulligan al baritono. Ho citato 4 nomi di musicisti "di serie A" facilmente riconoscibili tra gli altri, relativamente alla specializzazione sui diversi tipi di strumento.

Per chi invece è più "normale" (come me) e si trova ad eseguire i fraseggi prelevati dalle esecuzioni di grandi musicisti, è facile riscontrare come questi moduli espressivi conservino una loro notevole validitÃ* anche sugli altri tagli strumentali.

Tanto per fare un esempio, se provate a eseguire un qualsiasi tema o improvvisazione di Parker o di Coltrane su un taglio di saxofono diverso dal contralto o dal tenore (rispettivamente), non mi pare che la suddetta composizione perda la sua validitÃ* intrinseca...

In altre parole, sto affacciando l'ipotesi che le soggettive preferenze strumentali, a livello di musicisti "compiuti", possano risultare determinate anche da motivi contingenti, non esclusi quelli commerciali e di immagine giÃ* acquisita.

Naturalmente possono esistere anche dei motivi "fisici" che sconsigliano a un determinato strumentista di utilizzare un certo taglio. Se non ricordo male, per esempio, Parker fu costretto a utilizzare il tenore in qualche occasione e disse che quel "coso" era troppo grande per lui.

20th April 2009, 16:13
In una recente intervista hanno chiesto a Chris Potter (per me attualmente il migliore) perchè nelle ultime incisioni non usa più il contralto o il soprano.
Lui ha risposto che attualmente è concentrato sul tenore in quanto sono così tante le cose da scoprire, ricercare ed approfondire che preferisce al momento concentrarsi solo sul tenore e sul clarinetto basso (più di rado).
Beh..io gli credo!

tzadik
20th April 2009, 16:56
Infatti è questo il punto: per esempio Coltrane sul soprano tecnicamente non era inferiore a come suonava sul tenore... che poi nell'ultimo periodo la sua musica abbiamo preso una piega più mistico/spirituale è un discorso a parte.

La questione cruciale è lo sviluppo di un linguaggio su un taglio di strumento e l'effettiva "resa" del contenuto musicale su quel taglio: per esempio se uno studia Charlie Parker sull'Omnibook in Eb con il sax alto di sicuro qualcosa sul bebop impara (fraseggi, licks, pattern). Se poi vuole passarli sul tenore non dico che deve ricominciare da capo però non è immediato, le frasi suonate da Parker sull'alto hanno determinate posizioni sul tenore che è una quarta sotto cambiano... e via così!

Poi c'è da considerare anche il range... su un soprano bisognerÃ* sfruttare l'estensioni su frequenze tipiche da soprano e via così.
Trovo che si più complicato passare da tenore a contralto che non da tenore a soprano (facilitato il passaggio anche vista la stessta tonalitÃ* dei 2 tagli) o da contralto a soprano.

La risposta di Potter è quasi una conseguenza di quello che ho detto... poi ovviamente è una scelta stilistica.
Il clarinetto basso, nonostante come emissione sia abbastanza simile a un sax tenore, secondo me è un mondo a parte... certo è che clarinettisti passati al sax sono veramente UFO... sentite Trovesi cosa non riesce a fare tecnicamente parlando! :\\:

jasbar
20th April 2009, 17:19
Ora non ricordo bene il titolo del cd, se "Mulligan ...Getz o Getz ...Mulligan, comunque per i prime tre brani si scambiano gli strumenti, Mulligan tenore e Getz Baritono(SPETTACOLARE) sembra nato con in bocca il baritono ma suona col suo modo, come sul tenore, è riconoscibilissimo ma con un suono stupendo, se potete ascoltatelo!

Novazione77
20th April 2009, 17:22
...si anch'io ho avuto lo stesso problema, tant'è che ho tagliato la testa al toro!!!
Contralto=venduto!
Soprano=venduto!
Tenore di riserva=comprato!!!
D'ora in poi mi dedicherò solo al tenore...ragazzi segnatevela per quando mi comprerò anche il baritono :lol:

fcoltrane
20th April 2009, 18:52
anche ad altissimi livelli rimane questo problema.
è chiaro che se ascolto Parker al tenore o Trane sull'alto rimango comunque colpito (a volte stupefatto).
ma anche i due maestri come è noto avevano le loro preferenze.(e presuntuosamente credo che le motivazioni non siano diverse dalle nostre : con lo strumento prediletto avevano maggior facilitÃ* a comunicare ciò che desideravano).

nel mio piccolo ho giÃ* i miei bei problemi con il solo tenore e solo tanto tempo a disposizione
per studiare (che non ho) mi consentirebbe di avere un buon rapporto con più strumenti....
ciao fra

Isaak76
20th April 2009, 22:52
Effettivamente avere più strumenti è un bel problema, non solo il fatto che andrebbero usati regolarmente per evitare il deterioramento di quelle parti sensibili, ma sopratutto perchè quando uno studia, dovrebbe farlo appunto con un solo strumento.
Mi ricordo quando presi il Tenore, il Baritono lo abbandonai letteralmente ... lo usavo solo una volta alla settimana per le prove in Banda e basta (oltre ai vari servizi), ora cerco di usarlo qualche oretta in più, il problema è che ora si è aggiunto anche l'Alto .... il mio vizio poi, è quello di usarli (a volte) uno in successione all'altro, pregiudicando così la mia impostazione di base; fortunatamente ora che incomincio ad avere le idee più chiare li gestisco quasi senza problemi, ma all'inizio a passare dall'Alto al Baritono erano dolori!

FrankRanieri
21st April 2009, 12:38
Ciao ragazzi.
Io ho iniziato con il tenore e mi sento tenorista ma da sempre sono stato affascinato dal soprano e dal baritono...
Due anni fa insieme al tenore R&C ho preso anche un soprano curvo ed è davvero fantastico...
Solo che è davvero tosto stare dietro ai vari tagli di sax...ognuno con le sue peculiaritÃ*, col suo timbro...non è per niente facile, almeno per me... :doh!:
Comunque prendo queste mie difficoltÃ* a gestire due sax come stimolo a non cullarmi e cercare di studiare di più, scoprire altre cose e allargare la mente...
Nel mio caso ho notato che alternare i due sax fa si che io non faccia "addormentare" i miei sensi sassofonari, anzi!! Mi permette di stare un pelino in "tensione" (passatemi il termine improprio...) studiando meglio l'impostazione...
Frank.

21st April 2009, 14:18
Grazie per le risposte, tutte giuste e funzionali al discorso che si sta facendo, imho.

Provo a gettare qualche altro sassolino nello stagno:

E' opinione diffusa che i tenoristi è bene che si "accompagnino" al soprano. Eppure, a ben vedere, non dovrebbe essere così: tenore e soprano sono notevolmente distanti riguardo a timbro, emissione e range operativo. L'unica cosa che li accomuna è che sono entrambi traspositori in Sib.

Se si parte da questo presupposto, si dovrebbe concludere che il soprano è più adatto ai contraltisti e che, più in generale, chi suona di base uno strumento "maschio" (come il tenore) dovrebbe più facilmente "virare" verso il baritono (o il basso), mentre chi parte da una "femmina" (tipicamente il contralto) dovrebbe più naturalmente riuscire a rapportarsi al soprano (o al piccolo in Mib). Non potrebbe essere stato "l'effetto Coltrane" che ha spinto negli ultimi decenni tanti tenoristi a cimentarsi col soprano? Se Parker, prima di lui, avesse seriamente lavorato anche sul soprano non avremmo da decenni un sterminata legione di contraltisti dediti anche al soprano?

Per quanto riguarda il discorso puramente tecnico (e cioè svincolato dal fatto espressivo), ho buoni motivi per ritenere che le capacitÃ* strumentali di un saxofonista vengono "implementate" dalla pratica sui diversi tagli disponibili:

Ricordo vagamente di aver assistito a un concerto di Mulligan, molti anni fÃ*. Il bravo Gerry, a un certo punto, mollò il baritono e prese un soprano curvo, col quale eseguì un blues: quando terminò riscosse un applauso oceanico, durato parecchi minuti. E' evidente a tutti i polistrumentisti che se uno suona "di suo" il baritono, anche se si chiama Mulligan, non può risultare convincente su un altro strumento che marcia più di un'ottava e mezza sopra, se non l'ha giÃ* praticato abbondantemente. Stesso discorso per il bravo Gianni Basso, che in un altro concerto (sempre piuttosto datato) "fregò" il baritono al relativo strumentista presente e dimostrò al pubblico che sapeva maneggiare quel "bestione" meglio del titolare. Questo però fu un tiro "mancino". Tra musicisti educati non ci si dovrebbe comportare così, eh?....

Concludo dicendo che questo post non è finalizzato a farvi spalancare il portafogli per acquistare quanti più strumenti possibili. Ci mancherebbe! E' solo che, purtroppo, a me è successo a un certo punto di avvertire la "spinta" ad esplorare i diversi tagli strumentali. Spero per tutti i mono-strumentisti (e soprattutto per i loro portafogli) che questo tipo di "pulsione" rimanga dormiente... :D

A voi la "palla" del discorso (ovviamente se volete).

KoKo
21st April 2009, 14:33
Secondo me il fatto che si accompagni lo strumento principale (sia esso alto o tenore) al soprano non è tanto legato ad una presunta "vicinanza" di tonalitÃ* o di registro quanto, per lo meno nel mio caso, nella necessitÃ* di trovare una voce completamente diversa.

Io vedo l'alto e il tenore piuttosto vicini come possibilitÃ* espressive, il soprano invece mi porta verso sonoritÃ* differenti. E' un sassofono diverso da tutti gli altri, quasi un non-sassofono =)

Proprio per questo credo sia piu' difficile trovare 2 voci originali contemporaneamente su alto e tenore, cosi' a spanna mi viene in mente solo il nome di sonny stitt, mentre il soprano ti costringe a lavorare in una dimensione completamente diversa, con orecchi diversi.

Nella mia piccola esperienza (ho suonato il tenore per pochissimo e da poco ho un soprano, senno sempre alto) ogni strumento diverso mi ha portato conoscenze che poi si sono rivelate utili negli altri (a livello di emissione, suono, consapevolezza soprattutto).

CARO
21st April 2009, 17:13
Per quanto riguarda me il discorso è molto semplice: a me piacciono i suoni di tutti i sax (ovviamente non mi riferisco alle marche! :ghigno: ). La voglia di spostarmi da un sax a un altro dipende molto dal momento. Ci sono giorni in cui, avendo giÃ* a portata di mano il soprano perchè magari l'ho lasciato montato da qualche ora promettendomi di riprenderlo in mano, quando giunge il momento cruciale, lo guardo, penso agli atri sax e magari mi metto a suonare il contralto o il baritono.
Altri giorni penso a quale sia il più veloce da montare e smontare.
Altri giorni, non li suono affatto e vado sul pianoforte o altro.
Da quel che ho capito le mie scelte si basano molto sul mio stato d'animo durante la giornata. :saxxxx)))

salsax
21st April 2009, 23:15
anche se studio con l'alto e soffi quasi esclusivamente dentro il il tubo contorto , nelle occasioni in cui in banda serve il soprano o provo con l'ensemble , non trovo grosse difficoltÃ* nel cambio tra alto e soprano .
forse anche perchè non mi sono mai posto grosse domande .
prendo il sax , alto o soprano , leggo la parte , e soffio. tutto quÃ*
molto fiato , pochi frastorni :saxxxx)))

22nd April 2009, 09:35
Beh... ovvìa... Salsax... sono un convinto sostenitore della sintesi e delle semplificazioni, ma la faccenda mi sembra un tantino più complessa, oggettivamente, di come l'hai prospettata.

Come ha osservato Tzadik più sopra, se riduciamo il problema all'esecuzione di una parte scritta per banda, si potrebbe anche concordare con la tua opinione. E tuttavia, pure in questo caso, dobbiamo tener presente che c'è banda e banda...

Se invece ci si riferisce alle prestazioni richieste al musicista improvvisatore, la situazione cambia. Passando, per esempio, dal tenore al soprano, costui dovrÃ* prima di tutto trasferire tutta la tecnica preesistente sul soprano. Più tecnica c'è, più tempo ci vuole. Successivamente il suddetto dovrÃ* preoccuparsi di adattare il suo precedente "linguaggio" al nuovo strumento. Questa mi pare la faccenda più complicata in assoluto.

New York ha citato il caso del Potter che attualmente si sta concentrando sul tenore. Perchè lo sta facendo? Perchè deve "esplorare" le possibilitÃ* espressive di quel particolare saxofono. Ma la ricerca non si ferma mai... può darsi che in futuro lo stesso Potter decida di riprendere contralto e soprano, e che ne risulti un approccio a quegli strumenti "modificato" rispetto a prima...

Tanto per fare un esempio, per un certo periodo, in passato, ho lavorato sul clarinetto. Ricordo vagamente che avevo raggiunto una discreta tecnica. Ma quando si trattava di improvvisare non riuscivo a "piacermi". Producevo dei fraseggi "saxofonistici" monchi e piuttosto incerti. Beh, alla fine mi sono arreso e ho venduto il clarinetto. In poche parole, non ero riuscito a "interiorizzare" lo strumento. Questo per un improvvisatore è un brutto guaio: se uno si sente "impacciato" non può produrre materia sonora valida.

re minore
22nd April 2009, 13:54
Mi riallaccio a quanto sostenuto da salsax e emiliosansone. Immagino si possa categorizzare la popolazione di sassofonisti in tre fascie.

La prima fascia e' quella dei principianti, i quali gia' hanno problemi basilari ancora da risolvere sul loro strumento. Un principiante che ha problemi di intonazione ed emissione su un tenore e passa al soprano (o viceversa) vivra' gli stessi problemi al cubo e trovera' quindi molta difficolta' nel passaggio.

Vi e' poi una fascia intermedia. I sassofonisti di questa fascia hanno risolto i problemi basilari di cui sopra, e quindi "sanno suonare" (piu' o meno). Per costoro passare da un sax ad un altro non e' un grosso problema: si tratta di lavorarci un po' su, ma in relativamente poco tempo la cosa si fa. In pratica i sassofonisti di questa fascia hanno la tecnica minima indispensabile per passare con poco sfrozo da un sax ad un altro, ed allo stesso tempo non hanno un enorme bagaglio da portarsi appresso. E non si preoccupano piu' di tanto di "adattare il linguaggio" od "interiorizzare lo strumento" perche' questi problemi sono ancora al di la' dell'orizzonte. BTW questa e' la fascia a cui appartengo io, ed infatti proprio in questo momento sto passando dal contralto al soprano. Ho alcuni problemi, so di poterli gestire, ed e' solo questione di "fare amicizia" con il nuovo strumento.

Nella terza fascia ci sono quelli bravi veramente, che hanno una conoscenza piena dello strumento e che vogliono e sanno sfruttarlo sino in fondo. Questi hanno molto da perdere nel lasciare il vecchio strumento per uno nuovo, perche' come diceva ES debbono necessariamente trasferire un grosso bagaglio di conoscenza che sul vecchio strumento e' acquisita e su quello nuovo potrebbe essere trasportabile, sempre che lo sia, solo in tempi molto lunghi.

salsax
22nd April 2009, 14:18
quoto re minore :half: mi rivedo anch'io in fascia due .
sintesi perfetta ::saggio::
per quanto mi riguardo l'argomento è chiuso ;)

22nd April 2009, 23:05
.....
Questi hanno molto da perdere nel lasciare il vecchio strumento per uno nuovo, perche' come diceva ES debbono necessariamente trasferire un grosso bagaglio di conoscenza che sul vecchio strumento e' acquisita e su quello nuovo potrebbe essere trasportabile, sempre che lo sia, solo in tempi molto lunghi.

Ottima sintesi, Re minore. Mi permetto soltanto di commentare l'ultima parte del tuo ragionamento, qua sopra riportata:

A mio modesto parere non è possibile lasciare il "vecchio strumento", se con tale denominazione ci stiamo riferendo al tubo sonoro sul quale uno "si è fatto le ossa". E' possibile tentare di estendere l'esplorazione ad altri strumenti più o meno "parenti" di quello principale, ma non "rinnegarlo". Nel mio caso, per esempio, a un certo punto ho tentato di mollare il tenore per lavorare esclusivamente sul baritono. La faccenda è andata avanti per qualche tempo. Poi ho avvertito l'irrefrenabile impulso di riprendere il tenore. E infatti, a tutt'oggi, mi ritengo prevalentemente un tenorista.

Per quanto riguarda le operazioni di "trasferimento tecnico" tra un saxofono e l'altro, direi che se uno è abituato a lavorare quotidianamente, i tempi necessari dovrebbero essere misurabili in mesi, non in anni. Oh... naturalmente mi sto riferendo ai 4 tagli principali: non ho alcuna esperienza sui registri "estremi", tipo soprillo o tubax.

Il sax, comunque, rimane uno strumento estremamente flessibile. Può darsi che alcuni musicisti, scontrandosi con i propri limiti "psico-fisici", avvertano la necessitÃ* di provare altri "colori" (come è successo a me). Ciò spiegherebbe una certa tendenza al poli-strumentismo, indipendentemente da motivi "di pagnotta". Il sax consente in modo discretamente accessibile questi "sperimentalismi", ma rimane il fatto che alla fine vince sempre lui, mannaggia... :D :D :D