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Visualizza Versione Completa : Importanza del repertorio "easy listening" per il neofita



ModernBigBand
4th March 2009, 00:15
Prendendo spunto da un'altra discussione e da un fatto accadutomi quest'oggi, mi piacerebbe conoscere il vostro punto di vista in merito all'ascolto del repertorio "easy listening" da parte del neofita.
E' opportuno consigliare all'allievo di ascoltare anche musica che alcuni possono ritenere poco interessante (sotto diversi punti di vista)?
Personalmente ritengo che colui il quale si trova nella posizione di insegnante debba sempre tenere in considerazione le aspirazioni e i gusti del proprio allievo, cercando di assecondarlo per quanto possibile, senza alcun tipo di forzatura.
Infatti, oggi sono rimasto piacevolmente colpito dal fatto che un mio allievo sia riuscito a trascrivere quasi integralmente il solo di Alfie (la versione di Kenny G :azzangel ) di Bacharach. Ai più potrebbe sembrare una cosa ovvia e banale, ma non lo è se pensate che lo stesso ragazzo aveva difficoltÃ* a trascrivere Summertime fino a poco tempo fa.
Perché non riusciva? Semplicemente perché non aveva molto interesse per quel tipo di repertorio che vede ancora "lontano" e quindi non si impegnava; scorazzando su YouTube invece ha trovato un brano, lo ha ascoltato, lo ha assimilato e lo ha trascritto in maniera eccellente.
Questo per dire che a volte occorre pensare maggiormente all'oggi rispetto al domani, ben venga che l'allievo si eserciti su brani anche meno interessanti da un punto di vista strettamente musicale ma che gli piacciano veramente, piuttosto che "intristirlo" con cose verso le quali ancora non mostra interesse. Forse in futuro, maturando, cambierÃ* anche gusti musicali ma quello che interessa al momento è che impari ad utilizzare bene l'orecchio e soprattutto impari a mettere su carta quello che suona.
E se la musica easy listening è il mezzo per raggiungere il fine...ben venga, meglio un solo facile di 3 minuti che quattro battute arruffate di uno standard "di rango"...

P.S.: Il solo di cui parlavo è questo (http://it.youtube.com/watch?v=zJDNEueeazs).

;)

KoKo
4th March 2009, 00:24
l'argomento è interessante.
I miei ascolti sono stati sempre un po' particolari, ho vagato fra tanti falsi amori temporanei fino ad approdare al jazz. Ricordo ancora quando uno dei miei primi maestri mi presto' una cassetta di Kenny G.
Ero completamente digiuno di sax pur volendolo suonare, ma quella cassetta me la ricordo ancora. Mi fece, per usare un eufemismo, cagare :ghigno:
l'anno dopo cambiai maestro ed inizio a registrarmi cassette su cassette, 2 audiocassette da 90 minuti ogni lezioni.

Le prime due furono:
Cannonball Adderley - live in japan
Jackie McLean - jackie's bag

mi piacquero subito entrambe. Non ci capivo niente, ma mi piacevano di brutto...e, cosa piu' strana, ho adorato da subito Jackie McLean che di certo non è quello piu' immediato fra i 2.

Tutto questo sproloquio per dire che alla fine sono d'accordo con Modern e che, piu' che easy listening o no, bisognerebbe cercare di punzecchiare la curiositÃ* dello studente cercando di capire quali sono le cose che piu' lo attraggono...e sfruttarle in modo didattico.

ModernBigBand
4th March 2009, 00:35
....bisognerebbe cercare di punzecchiare la curiositÃ* dello studente cercando di capire quali sono le cose che piu' lo attraggono...e sfruttarle in modo didattico.

Infatti è proprio questo il punto. Con un certo tipo di repertorio stavo facendo quasi un buco nell'acqua proprio perché il ragazzo non aveva un particolare interesse e lo faceva solo per fare il "compitino". Lasciandolo più "libero" invece, il miglioramento è stato subito evidente...

;)

almartino
4th March 2009, 00:40
molto dipende anche dal percorso didattico che si sceglie ma sono d'accordo con la tesi di modern, questa interazione maestro/allievo credo sia molto produttiva!

KoKo
4th March 2009, 00:43
c'è da dire che per me sarebbe stato (e lo è tutt'ora) impresa ardua presentarmi la lezione successiva con il solo di bluesnik trascritto :ghigno:

fcoltrane
4th March 2009, 00:51
io consiglierei ciò che ritengo un opera d' arte.
una lezione su k g non riuscirei proprio ad accettarla.
è chiaro poi che se gli insegno il modo di trascrivere che faccia ciò che preferisce,
ciao fra

docmax
4th March 2009, 13:37
Ci sono i tempi giusti per ogni cosa e la maturazione avviene per gradi, e non c'è un uguale cammino per tutti: chi viene preso dalle musiche facili, chi ama il jazz classico... basta che scatti la molla dello stimolo all'apprendimento (guarda caso nel nostro cervello è vicina al "centro" del piacere e del dispiacere).
Mi ricordo che quando suonavo in banda a 15 anni eseguivo la Norma senza una sbavatura (al clarinetto) perchè il maestro mi chedeva di fare così, ma quando avevo un pò di libertÃ* con i più giovani e scalmanati suonavamo in jam, tutto in sovracuto, con improvvisazioni le più fantasiose possibili prorio su marce e inni. Uno di questi "fantasiosi scalmanati" era Claudio Ceschini (c'è qualcuno che non lo conosce?) un'altro saxofonista ancora allora giovanissimo (ma non ricordo più il nome) ora dovrebbe essere un valido docente.
Il maestro deve avere un grande intuito per saper tirar fuori dall'allievo un suonatore, utilizzando come dice Modern appropriati stimoli, un pò alla Michelangelo che vedeva dentro il blocco di marmo il David (e lo tirava fuori...).
Max

Fabrysax
4th March 2009, 17:26
Al diploma ho presentato la trascrizione di un solo di ERIC DOLPHY :shock:

pumatheman
4th March 2009, 17:38
bravo Fabrysax così si fa!
macchè "easy listening"!! :evil: :ghigno: bisogna SEMPRE suonare ogni nota come se fosse l'ultima! :yeah!)
io ho cominciato l'immersione nel cosiddetto Giazz, direttamente dal cofanetto di 6cd di Ornette Coleman "Beauty is a rare Thing" :ghigno: :yeah!)

Blue Train
4th March 2009, 18:02
bisogna SEMPRE suonare ogni nota come se fosse l'ultima!
Considera però che con un brano inadatto potrebbe essere la prima e l' ultima, contemporaneamente ...

pumatheman
4th March 2009, 18:22
dico le cose un pò a skerzo :alè!!) anche se il mio pensiero è quello :ciuccio::

se è anche l'ultima forse vuol dire anche che non ha perso tempo nello studiare/imparare una cosa che non gli piaceva sul serio...

MyLadySax
4th March 2009, 18:45
Credo che il maestro debba assolutamente astenersi dal proiettare i propri gusti sull'allievo. Invece, deve lasciarlo liberissimo di fare le proprie scelte. Solo così studierÃ* con passione e potrÃ* seguire il proprio corso naturlae, diverso per ciascuno.
Però, è al contempo essenziale che il maestro trasmetta all'allievo il senso di ogni scelta; per es., ad un mio allievo che intenda trascrivere un assolo banale di KennyG direi: va bene, puoi farlo e, se lo fai, devi farlo bene, perché pretendo che tu lo faccia bene, però, vedi che questo assolo è banale per questo motivo, quest'altro e quest'altro ancora, e per questi stessi motivi questo assolo di Charlie Mariano non lo è. Poi, magari con il tempo e la maturitÃ*, l'allievo capirÃ*. O forse no, ma il maestro deve indicare una via, che poi l'allievo sarÃ* libero di percorre, di non percorrere o di percorrere in modo originale.

pumatheman
4th March 2009, 18:50
MyLadySax :bravo:

ModernBigBand
4th March 2009, 23:04
Concordo con te MyLadySax, ma credo che proiettare la propria impronta sia controproducente se l'allievo è ancora "acerbo", quindi non in grado di apprezzare l' "impronta".
Non dimentichiamoci che stiamo parlando di un ragazzino e la trascrizione al momento è indirizzata allo sviluppo dell'orecchio; piuttosto che annoiare l'allievo con i dettati al pianoforte (che ben presto finirebbe per odiare), meglio che inizi a tirare giù qualcosa per saxofono, senza (per ora) pensare all'analisi. Quella verrÃ* in un secondo momento, per ora se riesce a trascrivermi un solo senza errori è giÃ* un grandissimo risultato.

;)

Jacoposib
4th March 2009, 23:30
finchè si impara a trascrivere kenny g può andare bene come va bene qualsiasi cosa... dal punto di vista della crescita artistica dell'allievo invece cono d'accordo con il Puma e con MyLadySax: terapia d'urto! i miei primi concerti a 10, 11, 12 (non ricordo con precisione) anni sono stati Joe Zawinul, Steve Lacy, The Art Ensamble of Chicago, The Yellow Jackets, Wayne Shorter solo per citarne alcuni (grazie PapÃ*!)... bisogna andare al di lÃ* di quello che si conosce! e insegnarlo ai giovani vuol dire creare un pubblico di amanti dell'arte...

Jacoposib
4th March 2009, 23:32
Al diploma ho presentato la trascrizione di un solo di ERIC DOLPHY :shock:
Grande! :bravo: :D

Isaak76
5th March 2009, 00:52
Sono d'accordissimo su tutto ciò che avete detto :D
Sopratutto i ragazzini vanno presi per la gola, altrimenti, seppur seguiti, si stancano molto facilmente.
Non c'è peggior cosa che studiare e suonare con malavoglia, a causa di un metodo che non stimoli l'individuo a dare di più. ;)

MyLadySax
5th March 2009, 10:07
Concordo con te MyLadySax, ma credo che proiettare la propria impronta sia controproducente se l'allievo è ancora "acerbo", quindi non in grado di apprezzare l' "impronta".
Non dimentichiamoci che stiamo parlando di un ragazzino e la trascrizione al momento è indirizzata allo sviluppo dell'orecchio; piuttosto che annoiare l'allievo con i dettati al pianoforte (che ben presto finirebbe per odiare), meglio che inizi a tirare giù qualcosa per saxofono, senza (per ora) pensare all'analisi. Quella verrÃ* in un secondo momento, per ora se riesce a trascrivermi un solo senza errori è giÃ* un grandissimo risultato.

;)
Mi sono sicuramente espresso male. Anch'io penso che proiettare la propria impronta sull'allievo sia controproducente. Io addirittura penso che lo sia anche se l'allievo non è acerbo. Le scelte devono essere sempre assolutamente libere, altrimenti si studia svogliatamente e si ottiene poco. Ecco perché il maestro deve astenersi dal proiettare la propria impronta, i propri gusti. Ogni individuo è un mondo a sé e non deve essere in alcun modo pilotato, ma seguito, consigliato, illuminato. Non direi mai a un mio ipotetico allievo: devi ascoltare o trascrivere questo, perché quest'altro è robaccia. E scrive uno che a 20 anni ascoltava tranquillamente Ornette Coleman per colazione! Ma, nello stesso tempo, è giusto che il maestro illustri i perché delle cose (perché KennyG suona così, perché Charlie Mariano suonava così, chi deriva da chi, ecc.). Poi, sta all'allievo scegliere, col tempo, se necessario.

Grazie, Pumatheman.

ModernBigBand
5th March 2009, 14:28
Dai alla fine mi devo ritenere anche soddisfatto della scelta...pensa se invece di "Alfie" mi toccava ascoltare "Sentimental"...

;)

fcoltrane
5th March 2009, 14:33
io sono per il plagio dell'allievo
ti piace kenny g frustate .... ti piace ancora bastonate ...ti piace Trane lezione gratis.
ciao fra :ghigno:

Sax O' Phone
5th March 2009, 15:27
Bhe, mi sembra un'ottima riflessione di MBB: quando impari da zero non hai in realtÃ* nessun elemento di scelta; chi potrebbe essere il tuo maestro ottimale? Ovvio che se mi avvicino al sax perchè ascoltavo Trane e mi sono innamorato di quel genere e di quel suono, tendenzialmente opterei per un maestro che mi aiuti ad approfondire tecnica e teoria per andare in quella direzione, ma se sono un analfabeta non posso permettermi di recitare a memoria la Divina Commedia pronti-via, ma dovrò passare per l'ABCedario, poi per il sussidiario, e quando saprò quanto meno leggere fluentemente, potrò andare a leggermi L'Ulisse di Joyce che contiene pochissima punteggiatura, anche se magari non ci capirò comunque molto...
Il mio Maestro di sax è un professionista veterano che per divertirsi suona Parker a memoria, o altrimenti suona il repertorio classico sia sull'alto che sul clarino, ma le sue lezioni per me sono state di solfeggio (sullo strumento) e di controllo dell'emissione: ai tempi non sarei stato proprio in grado di fare null'altro.
Altro discorso se invece mi appassionasse Papetti: cosa dovrebbe fare il mio buon Maestro? Probabilmente mi direbbe che non ha tempo e non certo per snobismo, ma perchè è comunque un veterano musicista molto impegnato, che se si assume l'onere d'insegnare privatamente lo fa perchè trova anche delle affinitÃ* o intuisce delle possibilitÃ* nell'allievo che lo gratifichino moralmente. Pure è vero che le motivazioni di un insegnante possono trovare una forte amplificazione nel riuscire ad indirizzare correttamente un allievo, seppure in tutt'altra direzione stilistica da quella del Maestro indipendentemente: fornire cioè all'allievo gli adeguati strumenti tecnici e teorici affinchè questi possa procedere sulle proprie gambe...

MyLadySax
5th March 2009, 15:56
"... è vero che le motivazioni di un insegnante possono trovare una forte amplificazione nel riuscire ad indirizzare correttamente un allievo, seppure in tutt'altra direzione stilistica da quella del Maestro indipendentemente: fornire cioè all'allievo gli adeguati strumenti tecnici e teorici affinchè questi possa procedere sulle proprie gambe..." :bravo: .
Ecco, questa citazione da Sax O'Phone rispecchia molto di quel che penso.

ModernBigBand
5th March 2009, 16:11
Non tralasciamo il fatto che, nel caso specifico, il ragazzo sta studiando per prepararsi ad entrare in Conservatorio, quindi la preparazione è incentrata su ben altri "corposi" aspetti. Il fatto di farlo abituare a trascrivere (anche cose che ad un primo impatto sono meno interessanti) serve solo ad aiutarlo a sviluppare l'orecchio, cosa che ritengo assolutamente imprescindibile. Se poi un domani dovesse studiare con un docente che non valorizza tale aspetto (cosa che accade mooolto frequentemente), almeno avrÃ* la capacitÃ* per continuare autonomamente...
Alla fine con un ottimo orecchio (e senza particolari competenze in materia di armonia) si può anche trascrivere Giant Steps...senza orecchio è impossibile trascrivere anche "Fra Martino"...
Io credo che l'insegnante debba in prima battuta offrire all'allievo il "metodo" e gli strumenti per progredire...poi se l'allievo è dotato, non potrÃ* che trarne benefici...

;)