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Visualizza Versione Completa : Consigli per un'insegnante!



Olatunji
28th January 2009, 23:21
In questo periodo sto suonando con serenitÃ*, essendo un periodo di studi universitari un pochino più soft...
E da quando ho comprato il sax tenore mi sto avvicinando al jazz, siccome con lo strumento nuovo mi sento molto più soddisfatto (il contralto continuo a suonarlo con i gruppi perché è più "preciso"), e mi sto riavvicinando fortemente ai vari Dexter Gordon, Lester Young, e chi più ne ha più ne metta.

Oggi ho fatto una considerazione, sono circa CINQUE ANNI che non studio da un maestro. Perché sono cinque anni che faccio l'universitÃ*, per cui i miei veri maestri sono stati i dischi, sui quali ho costruito una mia personalitÃ*; mi ricordo i miei vecchi maestri, che mi dicevano "quando imbocchi il sax devi tenere la bocca ferma", oppure "devi avere quel suono", o le ore passate a solfeggiare controvoglia: in questi cinque anni sono andato avanti parecchio, e suonando praticamente autodidatta ho composto arrangiamenti e mi sono creato quantomeno un "mio suono", questo avendo una lettura a prima vista praticamente a zero, ma non ho mai smesso di studiare scale, modi e accordi... e dischi.

A volte però sento la mancanza di una "guida", e ho cominciato a pensare a un maestro quando finisco l'universitÃ*... Ma secondo voi esistono maestri SERI di jazz che non pretendano una lettura da conservatorio e che riescano a indirizzare un allievo per sviluppare la sua creativitÃ* nell'improvvisazione?

Mad Mat
29th January 2009, 09:38
Si!!!

Però dove vivi?

Nous
29th January 2009, 09:43
Ma secondo voi esistono maestri SERI di jazz che non pretendano una lettura da conservatorio

E se te la insegnasse, la lettura? Francamente non apprezzo moltissimo questo genere di discorsi...che vuol dire? E' come chiedere di mettere il limitatore di velocitÃ* a 90Km/h sulla propria Ferrari nuova perchè si ha paura di andare più veloci.
Ma poi, cos'è una lettura "da conservatorio"? Non vuoi leggere tutte le note? Davvero sei contento di essere a zero nella lettura a prima vista?

KoKo
29th January 2009, 10:41
Certo che ci sono e anche parecchi.
ma poi alla fine dipende tutto da te, il maestro è solo un viatico =)

ah,
secondo me per perfezionare la lettura pagare un maestro è uno spreco :ghigno:

GeoJazz
29th January 2009, 10:58
A volte però sento la mancanza di una "guida", e ho cominciato a pensare a un maestro quando finisco l'universitÃ*... Ma secondo voi esistono maestri SERI di jazz che non pretendano una lettura da conservatorio e che riescano a indirizzare un allievo per sviluppare la sua creativitÃ* nell'improvvisazione?

E' la stessa cosa che pensavo un po' superficialmente io rimettendomi a studiare per improvvisare...ma credo, e lo vedo adesso, che i maestri SERI di jazz, come dici tu, facciano bene a pretendere una lettura da conservatorio. Poi è logico, ci sono pronunce diverse, però bisogna saper leggere...Lettura e creativitÃ* non si escludono a vicenda. E' un po' il discorso dei pittori moderni, per fare quello che fanno, devono conoscere alla perfezione michelangelo, caravaggio,..... :saputello
In più Coltrane :half: diceva che un musicista è tale se sa riscrivere perfettamente qualsiasi cosa suona!

Olatunji
29th January 2009, 13:30
In più Coltrane :half: diceva che un musicista è tale se sa riscrivere perfettamente qualsiasi cosa suona!
Ma non era proprio Coltrane quello che disse "è troppo difficile, non lo so suonare " quando gli misero davanti una trascrizione di un suo assolo? :lol: Forse ti confondi con Paganini.

Io comunque sono di Savona *-*

E se te la insegnasse, la lettura? Francamente non apprezzo moltissimo questo genere di discorsi...che vuol dire? E' come chiedere di mettere il limitatore di velocitÃ* a 90Km/h sulla propria Ferrari nuova perchè si ha paura di andare più veloci.
Ma poi, cos'è una lettura "da conservatorio"? Non vuoi leggere tutte le note? Davvero sei contento di essere a zero nella lettura a prima vista?
Più che essere contento o non contento sono abbastanza indifferente. Il mio bassista mi dice "vuoi leggere un libro impari l'alfabeto, vuoi suonare impare a leggere la musica": io credo che questo sia un dogma. Per suonare la musica occorre capirne il linguaggio, questo è certo, ma non c'è musica in una partitura, c'è piuttosto uno schema da interpretare. Certo un esercizio tecnico va letto e suonato così com'è, per cui si studia con calma e a metronomo, ma in un pezzo che voglio suonare in un concerto non intendo salvarne un solo singolo accento rispetto al pezzo scritto.

fcoltrane
29th January 2009, 13:52
oggi un jazzista che non sa leggere sarebbe anacronistico.
su Coltrane posso dirti che sicuramente apprezzava chi sapeva leggere e scrivere
un esempio vivente è Shorter raccomandato da lui per prendere il suo posto con Davis.
è chiaro che dogmi non ce ne sono e ciscuno deve fare i conti con quanto tempo ha a disposizione e con cosa desidera imparare.
ciao fra

Olatunji
29th January 2009, 14:00
oggi un jazzista che non sa leggere sarebbe anacronistico.
Come sempre vai al nocciolo della questione, per questo do sempre la caccia ai tuoi reply :lol:
Hai detto una grande veritÃ*, però essere anacronistici nell'ambito del jazz può essere una qualitÃ* per un musicista

Nous
29th January 2009, 14:05
Più che essere contento o non contento sono abbastanza indifferente. Il mio bassista mi dice "vuoi leggere un libro impari l'alfabeto, vuoi suonare impare a leggere la musica": io credo che questo sia un dogma. Per suonare la musica occorre capirne il linguaggio, questo è certo, ma non c'è musica in una partitura, c'è piuttosto uno schema da interpretare. Certo un esercizio tecnico va letto e suonato così com'è, per cui si studia con calma e a metronomo, ma in un pezzo che voglio suonare in un concerto non intendo salvarne un solo singolo accento rispetto al pezzo scritto.



oggi un jazzista che non sa leggere sarebbe anacronistico.
Come sempre vai al nocciolo della questione, per questo do sempre la caccia ai tuoi reply :lol:
Hai detto una grande veritÃ*, però essere anacronistici nell'ambito del jazz può essere una qualitÃ* per un musicista

Sostanzialmente vuoi sentirti dire che hai ragione, giusto?
Beh..no :saputello !

Ti consiglio anche io un buon insegnante di musica, secondo me metÃ* delle tue idee cambieranno dopo una decina di lezioni serie.

fcoltrane
29th January 2009, 14:19
comunque se sei fortunato ti può capitare di studiare con alcuni jazzisti (della veccia guardia)
che suonano l'esempio sonoro e richiedono un apprendimento attraverso orecchio e memoria.
uno di questi è il pianista bopper e grande didatta americano Barry Harris .
(alcuni aspetti sull' utilizzo del cromatismo si racconta li abbia spiegati anche a Trane.....io sono scettico).
spesso organizza dei seminari in italia (anzi credo dovrebbe essercene uno a Roma).
che dire...... ti spiega alcuni aspetti dell'improvvisazione bepop, come utilizzare il cromatismo e tante altre cose.
per capire tutto quello che spiega devi avere un livello tecnico molto buono in caso contrario
registri e poi provi a capire a casa.

dico questo non come surrogato alla lettura (molti musicisti presenti ai seminari e lo stesso didatta sono ottimi lettori) ma per dirti che se quello che desideri è improvvisare questo metodo forse ti è più congeniale.
lo studio è l'unica cosa che non può mancare
ciao fra

Federico
29th January 2009, 14:44
Io quando sono andato alla prima lezione dal mio maestro gli ho detto guarda so un pò soffiare dentro il tubo, ma leggere praticamnete zero, lui mi ha detto intanto impariamo a soffiare bene, poi vediamo, in ogni caso in ogni lezione mi spiega sempre quello che mi fa suonare sia praticamente (ovvio) che teoricamente, mi mostra sul pentagramma cosa sono i salti di terza e me li fa fare l'arpeggio di un accordo me lo spiega e me lo fa suonare etc. Con questo non voglio dire che la lettura non vale niente, anzi è fondamentale, ma la cosa più importante è dedicare più tempo possibile allo strumento. Io preferisco avere un bel suono piuttosto che una super lettura, invece che 2 volte mi studierò il pezzo 20 volte, ma alla fine verrÃ* fuori con un bel suono ;)

Ctrl_alt_canc
29th January 2009, 14:45
si in effetti hai ragione,trovo che avere un maestro che passa tre quarti di lezione a farti leggere sia da cambiare...è un problema tuo saper leggere,hai tempo a casa...a lezione devi farti il culo su tutto il resto

FrankRanieri
29th January 2009, 15:05
Ok che per imparare a leggere lo si può fare da soli ma è fondamentale tanto quanto lo studio delle scale, degli arpeggi e tutto il resto.
Si evita di fare delle figure di m...a nel caso in cui ci venga chiesto di suonare in una band/big band.
Loro non aspettano mica...ti danno la parte e la devi saper leggere, poi sarÃ* il direttore che ti dirÃ* di swingare un passaggio, ecc. ecc.
Pedalare e solfeggiare....
Frank

p.s. vi scrivo queste cose perchè io per primo non so solfeggiare velocemente e in passato ho fatto le figure di m...a di cui sopra. Sarebbe bello che qualcuno imparasse dagli errori commessi da altri per evitare di commetterne a Vostra volta...

Nous
29th January 2009, 15:09
si in effetti hai ragione,trovo che avere un maestro che passa tre quarti di lezione a farti leggere sia da cambiare...è un problema tuo saper leggere,hai tempo a casa...a lezione devi farti il culo su tutto il resto

:shock: :shock: :shock: :shock: :shock:
Ma siete seri?? Secondo voi se un insegnante si accorge delle vostre (eventuali) lacune deve far finta di nulla, o magari dirvi di sistemarle a casa con calma (come no), per spiegarvi chissÃ* quale tecnicismo fantastico??
Se c'è un problema si risolve, anche a costo di usare tutta la lezione..altrimenti si trascina e poi diventa irrisolvibile..non posso comporre un poema se non conosco le regole della grammatica.

Quando uno mi dice che non vuole leggere come in conservatorio, mi immagino che non voglia fare il Pedron...però secondo me ogni persona che voglia suonare deve come minimo riuscire a solfeggiare gli ultimi esercizietti della seconda parte del Bona..

Ctrl_alt_canc
29th January 2009, 15:12
@frank:certo,non ho mai negato che sia utile saper leggere,solo non è produttivo leggere a lezione,o meglio,per tutta la lezione o buona parte di essa...ci accorgiamo da soli se leggiamo male,e se proprio non riusciamo a leggere una frase (complessa,ritmo strano etc) ok,cè il prof...

se poi uno non si impegna da solo a solfeggiare bene,e ha bisogno di qualcuno che glielo urli dietro per costringerlo a lavorare,vabbè sono problemi suoi


nus,io non ho detto che deve soprassedere! anzi,sempicemente non deve sprecare tutta la lezione a farti leggere un brano..al massimo può verificare i progressi fatti con lo studio a casa...se leggi ancora male,non deve correggerti..di che? vuoi che uno non si accorga che ha letto le note sbagliate? ti manda a cagare e fa dell'altro...se poi alla prova successiva leggi da dio,ma pessima espressione,poco intonato etc,allora si ha il dovere di correggerti,ma non deve tenerti per manina per ogni singola nota e usare la lezione come un tempo dato per la lettura ocn un pratico correttore (il prof)

poi che esempio hai fatto?? scusa ma tutti credo sappiamo leggere le note,sia anche un ora di tempo per capire che è un re,o un do..il prof a che serve? a dirti che è un re? boh...se non sai la grammatica,te la studi...se poi ti deve spiegare figure complesse,o come interpretare una quintina ok,è molto utile..magari anche che ti esegua un paio di volte il brano o te lo faccia registrare...ma ahimè,qui si parla di jazz,e non cè solo la lettura su cui esercitarsi,e non parlo di "tecnicismi fantastici"
(credo tu abbia una strana idea del jazz)

MyLadySax
29th January 2009, 15:13
Che i jazzisti di un tempo non sapessero leggere la musica è una bufala coi fiocchi.
Magari non tutti erano in grado di leggere a prima vista, come i jazzisti di oggi, che per lo più hanno studi di conservatorio, ma sapevano leggere e anche piuttosto bene.
Altrimenti, secondo voi, come facevano a lavorare nelle big band?
Sapete che tra gli anni trenta e quaranta dello scorso secolo esistevano centinaia e centinaia di big band negli Stati Uniti?
Leggere è importante per molte ragioni.
Per esempio a trascrivere un assolo, cosa utilissima proprio per imparare a improvvisare (se ne è giÃ* detto in altro topic).

FrankRanieri
29th January 2009, 15:20
Che i jazzisti di un tempo non sapessero leggere la musica è una bufala coi fiocchi.

AMEEEN.... :half:
Sacrosanta veritÃ*. Solo che far passare un Jazzista come il Bohemien (spero si scriva così...) tutta espressivitÃ* e zero regole fa più figo no...? :evil: :muro((((

Altrimenti, secondo voi, come facevano a lavorare nelle big band?
Sapete che tra gli anni trenta e quaranta dello scorso secolo esistevano centinaia e centinaia di big band negli Stati Uniti?

C'è qualche eccezione... :D-:
Duke Ellington componeva i brani in auto mentre si spostava da un concerto all'altro, oppure mentre mangiava oppure mentre suonava un altro brano... :DDD:
Però all'epoca non c'erano le fotocopie e le armonizzazioni venivano create su misura ed immediatamente durante le prove...
Lui suonava al piano il tema e gli altri scrivevano... poi si decideva chi suona cosa...
Non sempre era così, però poteva succedere...

Olatunji
29th January 2009, 15:21
Sostanzialmente vuoi sentirti dire che hai ragione, giusto?
Beh..no :saputello !
Il problema è di natura diversa, ti faccio l'esempio dei miei studi universitari. Quando studio un libro io devo NECESSARIAMENTE seguire questo iter: per prima cosa devo dividermi il lavoro in giorni, per cui se un libro è di 300 pagine decido di leggerlo in 10 giorni leggendone 30 al giorno. Quando leggo devo sottolineare e prendere note ai margini, o non mi rimane NIENTE nella memoria, poi scrivo gli appunti sulla base di quello che ho sottolineato (e quando scrivo gli appunti è come se il libro sottolineato lo vedessi per la prima volta). Finiti gli appunti devo farmi gli appunti degli appunti perché scrivo un sacco :lol: poi si va a dare l'esame... Finora, dopo la laurea in corso con 110 e lode, i sette esami che ho dato sono tutti 30 di cui cinque con lode :saputello

Con gli spartiti per me è uguale, quando ce l'ho davanti è come se ci fosse un libro, o una persona che ti parla mentre non la stai a sentire. Se ho il tempo e la voglia quella partitura io la studio, ci faccio dei segni per ricordarmi quando c'è un passaggio complicato, o quando è preferibile una chiave rispetto ad un'altra. E quando una cosa la interiorizzo non la dimentico più, per cui è come se creassi una sorta di bagaglio, mi segui?

Ctrl_alt_canc
29th January 2009, 15:22
accidenti,mi sa che sul fatto di non ricordare una ceppa siamo uguali :lol:

Nous
29th January 2009, 15:34
sempicemente non deve sprecare tutta la lezione a farti leggere un brano..


A meno che tu non suoni la marcia di Topolino, con ovviamente improvvisazione sul tema principale, può succedere di passare qualche tempo a studiare o analizzare la parte prima di mettere in bocca lo strumento. GiÃ* il fatto che tu parli di SPRECO di lezione mi lascia perplesso.



se leggi ancora male,non deve correggerti..di che? vuoi che uno non si accorga che ha letto le note sbagliate? ti manda a cagare e fa dell'altro...


Bel metodo di insegnamento...se uno legge male le terzine non deve essere corretto? Se uno non conosce i tempi composti si fa finta di nulla? Ma per favore..



se poi alla prova successiva leggi da dio,ma pessima espressione,poco intonato etc,allora si ha il dovere di correggerti


Guarda che a me è successo di suonare un pezzo quasi perfettamente (quasi) a prima vista, e di essere ripreso perchè in una battuta del finale ho dimenticato un'alterazione. Ha fatto male l'insegnante? Secondo me no. Ovvio che mi ferma anche se sono poco intonato, o se la mia interpretazione lascia a desiderare (vedere mio topic sull'argomento), ma la musica è l'insieme di tutto : non puoi scegliere cosa ti piace e prendere solo quello.



qui si parla di jazz,e non cè solo la lettura su cui esercitarsi,e non parlo di "tecnicismi fantastici"
(credo tu abbia una strana idea del jazz)

Credo che tu abbia un'idea sbagliata dell'insegnamento della musica...e anche del suo studio.

Olatunji
29th January 2009, 15:49
non puoi scegliere cosa ti piace e prendere solo quello.
La volontÃ* e tutto. Quello che voglio suonare è quello che piace a me, ecco perché non ho mai (e credo non lo farò mai) suonato in un contesto che non fosse esclusivamente composto da persone con cui mi trovo bene. Se decido un pezzo da suonare è perché mi piace, non perché lo devo fare: se piace anche a qualcuno che mi sente suonare può solamente farmi piacere, ma in quel momento non è solo la musica a piacergli, ma anche la mia persona, perché sono quello che suono. Questa è l'ottica in cui vorrei lavorare.

Ctrl_alt_canc
29th January 2009, 15:50
non puoi quotare e rispondere oslo ad una parte del messaggio,non ho mai detto che non ti deve correggere,ma che per farlo tu devi giÃ* arrivare preparato alla lezione,nel caso delle terzine è giusto che ti corregga (facevo l'esempio delle cinquine) oppure che tte lo esegua o te lo faccia registrare,lo stesso per spiegarti i tempi composti,poi ci si arrangia...la volta dopo,con lo studio a casa,il prof valuta se cè stato un miglioramento o meno.

non ho mai detto che non ti deve correggere l'insegnante,semplicemente farlo dopo un buon tempo di studio,se no è ovvio che,non essendo tutti maghi della "prima vista" come te,perderÃ* tutta la lezione per leggere un brano...

ripeto in oltre che qui si parlava di lezioni jazz,in cui di solito si studiano trascrizioni degli assoli,non brani,per cui l'interpretazione è da ascoltare sul disco,o creandone una propria...l'insegnante in questo senso serve relativamente.

FrankRanieri
29th January 2009, 15:54
La volontÃ* e tutto. Quello che voglio suonare è quello che piace a me, ecco perché non ho mai (e credo non lo farò mai) suonato in un contesto che non fosse esclusivamente composto da persone con cui mi trovo bene. Se decido un pezzo da suonare è perché mi piace, non perché lo devo fare: se piace anche a qualcuno che mi sente suonare può solamente farmi piacere, ma in quel momento non è solo la musica a piacergli, ma anche la mia persona, perché sono quello che suono. Questa è l'ottica in cui vorrei lavorare.

Questo discorso non fa una grinza.....tanto da avere un PERO' grande come una casa...
Se NON vuoi vivere di musica allora puoi adottare la scelta di suonare quello che piace a te...
Se VUOI vivere di musica (male e di stenti...) allora DEVI anche suonare ciò che non piace a te.
Ti faccio un esempio...a me la musica pop non piace. Però.... Se mi chiamasse a suonare in tournee la Pausini perchè vuole avere dei suoni diversi dai soliti schitarramenti e pagasse davvero bene io ci andrei.
Dipende da quello che vuoi fare nella tua vita...
Coltrane aveva un bel da dire con la purezza di quel che si suona ma al giorno d'oggi se si vuole lavorare nel campo musicale bisogna essere dei camaleonti...(non il gruppo... :doh!: )
Frank

Olatunji
29th January 2009, 16:12
Qui la questione si infittisce. 1) Vivere di musica, a chi non piacerebbe? 2) Esprimersi nella musica, non esiste un uomo più fortunato di chi ci riesce.
Ma se proprio devo scegliere tra 1 e 2 io scelgo 2.
Però non è una scusa per suonare "male", io voglio suonare per vera passione. Per dirne una, io sono ossessionato dall'idea di avere un brutto suono. Ogni tanto sento dei video su youtube di gente che ha un suono pessimo, davvero pessimo, e penso "se anche io avessi un suono così e non me ne accorgessi?"... e in quei momenti sento davvero il bisogno di un insegnante, riesco a risolvere soltanto registrandomi e riascoltandomi quando è possibile, non conoscendo altri sassofonisti. In qualche senso davvero i miei unici maestri sono i dischi. Sento una frase che mi piace e me la scrivo, sento una pronuncia e cerco di imitarla e via discorrendo

Ctrl_alt_canc
29th January 2009, 16:18
beh questo è comunque un atteggiamento positivo e costruttivo ai fini di suonare jazz...un insegnante però probabilmente ti arricchirebbe per una marea di aspetti che non immagini neppure! (e neppure io,sono qui che scopro lezione dopo lezione)...e quello che fai ora,lo farai anche dopo,solo che ci saranno tante cose in più...per il suono...beh ti quoto..quando suono in duetto col mio prof mi viene da piangere :cry:

FrankRanieri
29th January 2009, 16:21
Qui la questione si infittisce. 1) Vivere di musica, a chi non piacerebbe? 2) Esprimersi nella musica, non esiste un uomo più fortunato di chi ci riesce.
Ma se proprio devo scegliere tra 1 e 2 io scelgo 2.

Ok, perfetto. Questione di scelte...Io sto cercando di fare tutte e due le cose ma in modo da non lasciare il "day Job" che ho...

......Ogni tanto sento dei video su youtube di gente che ha un suono pessimo, davvero pessimo, e penso "se anche io avessi un suono così e non me ne accorgessi?"

Dato che il suono è una questione soggettiva, mi indicheresti, anche via MP un video di you tube di qualcuno con un suono orrendo? Te lo chiedo perchè vorrei capire il tuo parametro di suono brutto...tutto qua.

Ctrl_alt_canc
29th January 2009, 16:23
sarebbe fantastico se mandasse un link con un tuo video :lol: :lol: scherzo eh! comunque ha ragione,dai,è piena youtube di sassofonisti in erba che piazzano i video per sport,con un suono da far rizzare i capelli...

Aktis_Sax
30th January 2009, 03:24
secondo me metÃ* delle tue idee cambieranno dopo una decina di lezioni serie.

Secondo me sei troppo rigoroso su questo tipo di argomenti. Mi spiego meglio:
tu ti stai preparando ad un quinto anno di sassofono, come me, dunque ti do ragione su quello che hai detto, su quanto sia importante sapere leggere la musica, la tecnica, curare il suono ecc ecc ecc ( ci sarebbero altre mille cose, giusto? ;) )...

Probabilmente però Olatunji intendeva farci capire che lui, dopo aver avuto una formazione "classica" vorrebbe ricominciare e provare a fare del jazz: questo, Nous, non significa che il maestro non gli spiegherÃ* mai le cose sopracitate e soprassederÃ* sulle sue eventuali lacune (potrebbero esserci lacune in effetti, dopo 5 anni senza un maestro); te lo posso dire perchè nella scuola dove vado io ci sono insegnanti "jazz", che non trascurano assolutamente tutto quello che può essere la precisione e l'intonazione: ricordati che il jazz non è solo improvvisazione e note buttate lì a casaccio senza un senso...
Credo che sia normale che un sassofonista, dopo anni di "classica" (chiamiamola così), abbia voglia di provare a fare del jazz e di dare spazio alla sua creativitÃ* imparando ad improvvisare... chiaramente ci sono elementi che non bisogna dimenticare e che un bravo maestro saprÃ* insegnare in modo corretto...

Comunque sì, ci sono insegnanti bravi di jazz... prova ad informarti nella tua zona!

Nous
30th January 2009, 09:34
Probabilmente però Olatunji intendeva farci capire che lui, dopo aver avuto una formazione "classica" vorrebbe ricominciare e provare a fare del jazz: questo, Nous, non significa che il maestro non gli spiegherÃ* mai le cose sopracitate e soprassederÃ* sulle sue eventuali lacune (potrebbero esserci lacune in effetti, dopo 5 anni senza un maestro);


Secondo me sei fuori strada : io lo so benissimo che il suo maestro gli spiegherÃ* tutto, fino a fare di lui un musicista...altri hanno un'idea alquanto bizzarra della didattica della musica, che riassumerei con "le cose pallose le faccio da me a casa, a lezione devo divertirmi".



ricordati che il jazz non è solo improvvisazione e note buttate lì a casaccio senza un senso...


Lo so benissimo, infatti io ho sempre detto che eventualmente passerò al jazz quando avrò raggiunto un buon livello nella classica, che fornisce le basi per tutto.

Ctrl_alt_canc
30th January 2009, 14:52
no,hai riassunto male..sinceramente a lezione preferirei leggere,nel senso che almeno ho delle certezze...alla fine se ho il brano preparato con comodo a casa non ci sono grossi problemi,al massimo corregge errori vari,ma non certo di lettura! Se sbaglio a leggere che può fare?? dirmi "oh hai sbagliato"? lo so da solo che quello che ho letto non è un mi ma un re. Lui deve correggermi su interpretazione,espressione,impostazione etc non su quanto correttamente leggo! al massimo elogiarmi o spararmi...è molto più faticoso fare una lezione,se così vogliamo chiamarla,puramente jazz,il che non è necessariamente divertimento.
Quello che dico io,per l'ennesima volta,è che è inutile perdere 2 ore per cominciare ad imparare un brano con il prof. A scuola non funziona forse così? in classe si spiega (leggi come: il prof ti esegue il brano,te lo fa registrare) e a casa si studia...o te studi(avi) a scuola col prof che ti controllava? poi,la lezione dopo,interrogazione! (ossia,esegui il brano..) se va bene,7,vai a posto...(brano ben fatto) altrimenti 2! e studi meglio per l aprossima interrogazione (ossia,brano eseguito male) e,anche qui,facendoti presenti gli errori commessi (anche il prof non dice "no" e non ti spiega,bensì risponde al posto tuo se non sai,o lo fa dire a qualcun altro)

Aktis_Sax
30th January 2009, 21:21
"le cose pallose le faccio da me a casa, a lezione devo divertirmi".

:BHO: non sono tra quelli che pensano ciò. :ghigno:

puffosky
31st January 2009, 05:00
vai a Siena jazz quest'estate... così leggi un 30%, e studi a memoria il 70%!

oppure, se hai più fretta, procurati un programma di siena jazz, e vai dal
sassofonista più vicino alla tua cittÃ*!

ciao
buon soffio
:saxxxx)))