Visualizza Versione Completa : Interpretazione
Nous
28th January 2009, 11:44
Ciao a tutti, apro questo thread perchè mi pare che l'argomento in questione sia un pochino trascurato....si parla molto di tecnica e molto poco di interpretazione...penso che sia questo il motivo per cui il saxofono classico non ha tanti adepti quanto quello jazz : interpretazione scadente vuol dire nessuna emozione trasmessa.
Il problema, personalmente, è quello di riuscire a "vivere" (a sentire) tutti i pezzi che suono..al momento ci sto lavorando un sacco con la mia insegnante..lei mi suggerisce i trucchetti che usa lei, mi fa sentire come suona lei, tutto per risvegliare la mia sensibilitÃ* sopita.
La domanda è : voi come siete messi ad interpretazione? Trucchi per migliorarla, oltre ad ascoltare i pezzi suonati da chi li vive davvero?
Cesare
28th January 2009, 11:47
penso che sia questo il motivo per cui il saxofono classico non ha tanti adepti quanto quello jazz :
interpretazione scadente vuol dire nessuna emozione trasmessa
credo che lo stesso discorso si possa fare per il jazz...
non credo sia questo il motivo per cui pochi sassofonisti fanno classica
Il Fumatore di Sax
28th January 2009, 16:14
In realtÃ* penso sia la ragione per cui nella Musica Classica in generale non è facile emergere...
Per la maggior parte sono pezzi che impegnano notevolmente a livello tecnico, quindi può succedere che l'interpretazione venga un po' trascurata o messa in secondo piano. Purtroppo molti insegnanti di Conservatorio non aiutano sufficientemente gli studenti da questo lato, preferendo (forse giustamente) una migliore preparazione tecnica...
I grandi strumentisti Classici sono tali proprio perchè, oltre a un livello tecnico d'eccellenza, riescono a dare una notevole e "partecipata" interpretazione dei pezzi.
Almeno questo è quello che penso.
Ctrl_alt_canc
28th January 2009, 16:18
certo hai ragione.,..e piu di tutto bisogna avere totale sicurezza su quello che si sta suonando...diceva un grande pianista...suoni davvero quando non devi pensare a cosa stai suonando,ma sono le tue mani a farlo per te...ecco,raggiunto questo livello di eccellenza hai tutto il tempo di pensare a come interpretare quello che suoni
fcoltrane
28th January 2009, 17:40
non metterei in contrapposizione tecnica ed interpretazione.
credo che il secondo termine possa considerarsi un aspetto (parte integrante) del primo.
è chiaro poi (concordo con Ctrl) che devi avere un grado tecnico avanzato per pensare di interpretare.
ciao fra
docmax
28th January 2009, 17:51
Premesso che non mi sento la competenza di dare consiglio o di suggerire importanti trucchi ma potrei darvi solo la mia esperienza (quella si, tanta): provo a dirvi quello che è per me interpretare.
Innanzitutto cerco di non ripetere quello che ascolto o, se mi si chiede una riproduzione "fedele" cerco di metterci l'anima...
questo è il punto, metterci l'anima come faccio a dirlo?
Sento che riesco a metterci l'anima quando scatta una molla con chi suona insieme a me o quando avverto che gli ascoltatori sono in grado di ricevere quello che suono e quello che voglio dire con la musica.
Però, anche in assenza di tutto l'arredamento concertistico, quando per es. mi ritrovo a suonare il Sogno di Schumann o Parker's Mood (chiuso nello stanzino per non disturbare il prossimo) riesco a superarmi e tiro fuori tutto quello che c'è... avrei un consiglio ulteriore: registratevi e riascoltatevi, secondo me fa molto meglio giudicarsi da soli (se non siete narcisisti ;) ) piuttosto che fidarsi (o non fidarsi) di un parere (ma il maestro, quello si, ascoltatelo...).
Max
Nous
28th January 2009, 17:57
non metterei in contrapposizione tecnica ed interpretazione.
Eh? Io non ho mai contrapposto la tecnica e l'interpretazione.
Ho solo detto che al momento sto cercando di migliorare la seconda...è ovvio che non si può pensare ad interpretare un pezzo se non si riesce a suonare le note che sono scritte.
credo che il secondo termine possa considerarsi un aspetto (parte integrante) del primo.
Non sono d'accordo, conosco musicisti molto tecnici che non trasmettono nulla di quello che suonano.
fcoltrane
28th January 2009, 18:06
non sei il solo .
spesso mi capita di parlare con sassofonisti che utilizzano il termine tecnica alla tua stessa maniera.
a mio parere quando si parla di tecnica si fa riferimento non soltanto al movimento delle dita, ma al contrario all'utilizzo delle dinamiche, del fraseggio (che è poco considerato), e alla gestione del suono.
per questo motivo ritengo quanto ho detto precedentemente.
ciao fra
Il Fumatore di Sax
28th January 2009, 18:59
Difatti dinamiche, fraseggio e suono non sono assimilabili al concetto di "interpretazione", almeno non in senso stretto...
L'interpretazione (almeno penso che il Nous intendesse questo) è ciò che il Musicista (attenzione, non lo strumentista) riesce a trasmettere all'ascoltatore nell'esecuzione di un pezzo. Come lo faccia, in parte lo si può ricercare nella tecnica labiale e dell'apparato respiratorio (le caratteristiche da te prima menzionate), in parte... eeh... nell'anima del musicista!!! Ha!
E' un concetto tipicamente Romantico (non questo: :amore:: ) ... ma anche a me che sono un razionalone piace assai! :saxxxx)))
PallaDiCannone
28th January 2009, 21:46
Contrapporre tecnica e interpretazione è sbagliato, un musicista, per potersi dire tale, ha necessariamente bisogno di entrambi. Lo studio dell'interpretazione, per me, è stato il più difficile, ed anche il più bello che ho condotto. Passavo le ore a vedere, cantarmi e suonarmi i pezzi, per capire dove iniziavano e finivano le frasi, per capire e soprattutto riuscire a trasmettere quello che una data partitura mi provocava. Ovviamente ci sono dei "trucchetti", che riesci ad imparare con un buon maestro, e con un po di esperienza ;)
fcoltrane
28th January 2009, 22:12
concordo
ed infatti per me tecnica ed interpretazione coincidono.
lo strumento tecnico è solo il mezzo necessario per interpretare.
dinamica fraseggio timbro ecc sono solo alcuni degli aspetti che rilevano.
se ad esempio non conosco uno di questi aspetti (come gestirli) non potrò utilizzarli nella interpretazione.
posso essere la persona migliore del mondo, più musicale, con tante cose da dire, tutte piene di significato, puro nell'animo e nel corpo ma se non ho la tecnica non riuscirò mai ad esprimermi.
ciao fra
Ctrl_alt_canc
28th January 2009, 22:26
leggevo appunto un articolo su jazzit in cui rava,intervistato dichiara che il suo rapporto con la tromba è conflittuale,in quanto lo trova come un limite alla sua voglia di esprimersi,poichè non riesce a fare quello che vorrebbe...ed è chiaramente carenza di tecnica,che poi sia compensata da altro ok..
fcoltrane
28th January 2009, 22:37
espressione e frustrazione sono due aspetti della stessa medaglia.
l'artista ha la necessitÃ* di comunicare ma è ben consapevole di essere limitato.
ciao fra
David Brutti
29th January 2009, 20:20
La domanda è : voi come siete messi ad interpretazione? Trucchi per migliorarla, oltre ad ascoltare i pezzi suonati da chi li vive davvero?
Purtroppo con "interpretazione" si giustificano spesso esecuzioni completamente fuori stile, naif e, cosa ben peggiore, senza cognizione.
Un buon consiglio di conseguenza sarebbe quello di documentarsi a fondo prima di affrontare un brano musicale: studiare la vita dell'autore e magari cercare di capire in che epoca viveva, quali potevano essere i legami con l'arte figurativa e con la scrittura e/o la poesia. Da ultimo (ma non per importanza) una bella analisi dell'opera per capire gli andamenti armonici e il contrappunto. Ciò può svelare molti dilemmi legati all'interpretazione e dare ottimi spunti su come gestire le frasi, il ritmo e quant'altro.
Badate bene: ognuno può suonare come vuole, tuttavia sarebbe il caso di motivare anche le interpretazioni più audaci e se si vuole stravolgere uno stilema interpretativo (come molti grandi musicisti hanno fatto) bisogna prima conoscere la "corretta" interpretazione dell'opera.
Aktis_Sax
30th January 2009, 02:17
...penso che sia questo il motivo per cui il saxofono classico non ha tanti adepti quanto quello jazz : interpretazione scadente vuol dire nessuna emozione trasmessa.
non ho capito bene questa frase: secondo te nel jazz manca "interpretazione" (chiamiamola così...)? a me non sembra proprio... :BHO:
Comunque, anche io sto cominciando a lavorare su questo aspetto, dato che ultimamente il mio maestro si incazza parecchio se non ci metto un po' di cuore a suonare, ed ha perfettamente ragione: puoi suonare il brano più bello del mondo, ma se non ci metti un po' di anima tanti saluti... Dunque bisogna lavorare bene sulle cose base, come le dinamiche del brano: sembrerebbe una stupidata, ma dare dei "colori" all'esecuzione cambia giÃ* parecchio... piano, forte, crescendo, diminuendo... il tutto deve secondo me essere eseguito senza "paura" (il forte deve essere forte, il piano deve essere piano... non è una cosa scontata)...
Nous
30th January 2009, 09:31
il tutto deve secondo me essere eseguito senza "paura"
Mi hai fatto venire in mente una delle mie ultime lezioni, quando la mia insegnante mi ha detto che piuttosto che far sentire l'incertezza (la paura si sbagliare) è meglio sbagliare con sicurezza, alla grande ;)
(ma credo intendesse solo a lezione :lol: )
Aktis_Sax
30th January 2009, 21:29
Secondo me è giustissimo... spesso per la paura di sbagliare a lezione suono con un piattume indefinito...
Poi a suon del solito "tira fuori gli attributi" il mio maestro mi sveglia!
Ho recentemente letto a proposito un'esilarante raccolta di leggi sulla musica d'insieme.
Una di queste era:
"Una stecca suonata con poca decisione è una stecca, una stecca suonata con convinzione è un'interpretazione..."
:lol: :lol: :lol:
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