Isaak76
20th May 2023, 14:35
Cari amici, vi presento il mio “nuovo” sax… un tenore Ida Maria Grassi Professional del 1986 acquistato da circa un’anno e recentemente restaurato.
Non che ne avessi realmente bisogno ma è capitata questa occasione di ritirare il suddetto (praticamente inutilizzato da 30 anni) da un’amico di mia sorella e poi un secondo tenore “muletto” mi avrebbe fatto sicuramente comodo.
Lo strumento è databile con certezza al 1986 da riscontro data di acquisto e matricola; infatti a corredo nella custodia originale vi era il certificato di garanzia del “Magazzino musicale Merula” del 11 ottobre 1986 (confermato dell’amico di mia sorella), quindi suppergiù la data di fabbricazione risale a quel periodo.
Innanzitutto volevo ringraziare Andrea Ferlanti per il lavoro di manutenzione, ritamponatura e messa a punto dello strumento perché, pur essendo messo discretamente bene (tamponi a parte), qualche lavoretto di rettifica andava eseguito.
Per la cronaca Andrea lavora presso Cavalli strumenti musicali ma prossimamente si metterà in proprio (part-time) come riparatore, quindi gli auguro buona fortuna per la sua nuova avventura e sono sicuro continuerà a far bene vista l’esperienza maturata e l’ottimo lavoro svolto sul mio strumento!
Torniamo al Grassi! …. è un Professional (non 2000), quindi una sorta di via di mezzo tra la vecchia e nuova concezione progettuale in termini di ergonomia.
E’ uno strumento a cui ci si deve abituare per via del castelletto Sib in posizione ravvicinata e con angolazione old style (niente di drammatico rispetto ai sax vintage come ai miei Buescher), MA, e qua il ma è a caratteri cubitali, ha un timbro e una proiezione che fa dimenticare tutto il resto!
Così come l’intonazione è estremamente buona e l’omogeneità sui registri; certo non è perfettissimo (in termini di omogeneità), non lo sono neanche quelli moderni, ma buono e gestibile considerando i limiti tecnici e progettuali dell’epoca.
Compresa di custodia originale con finta pelle di serpente e con interni vissuti; di fatto ho preferito sostituirla con una Soundwear molto più pratica e leggera.
Il sax in definitiva, una volta sistemato, da muletto può tranquillamente diventare quello ufficiale!
E’ uno strumento solido, pesante, molto più del mio fedele Yanagisawa T901, con finitura standard comune a molti Grassi, fusto d’oro, chiavi argentate, anello di giunzione fusto-campana e i tasti in plastica (prima della manutenzione); ora i tasti sono stati sostituiti con quelli in madreperla (tranne il portavoce) incredibilmente nuovi originali Grassi dell’epoca per via di fondi da magazzino.
Il lavoro svolto su questo sax è stato minuzioso, sono stati montati cuscinetti Pisoni waterproof con risuonatore in metallo e rivetto convesso.
I normali feltrini e spessori sono stati sostituiti con elementi moderni sintetici, per migliorare la durata nel tempo, il degrado e ridurre il rumore.
Rettificate le aste, una in particolare avendo molto gioco è stato aggiunto del materiale e registrate le molle.
Regolazione del portavoce, abbassato leggermente rispetto all’origine perché odio sentire scalini a spigoli durante il passaggio e settaggio chiavi ordinario.
Pur non avendo una grande valore di mercato personalmente ho preferito investire dei soldi perché timbricamente ho valutato avesse potenzialità e ne sono ancor più convinto dopo l’egregio lavoro di restauro.
Che dire … già sapevo che i Grassi erano strumenti onesti, probabilmente per anni sottovalutati, ma me ne sono innamorato subito già dalle prime note.
Non penso sia nemmeno fortuna perché in passato avevo provato Grassi da un bel suono, sopratutto contralti, sicuramente questo è molto equilibrato e per l’occasione ho rispolverato, facendomi re-innamorare, delle ance LaVoz medium che assieme alla copia del Dukoff Hollywood Zimberoff 7 ne tirano fuori il meglio… primo fra tutti l’intonazione, dove il registro acuto è stabile senza troppi pensieri.
A sto giro, da forte sostenitore del Made in Japan sul moderno e Made in USA per i vintage, per la terra di mezzo ho scelto Made in Italy :ylsuper:
https://i.ibb.co/DKxYmdR/2020-12-14-at-17-53-35.jpg (https://ibb.co/DKxYmdR) https://i.ibb.co/HnGLfLj/20230515-175522.jpg (https://ibb.co/HnGLfLj) https://i.ibb.co/zFYpQFs/20230515-175733.jpg (https://ibb.co/zFYpQFs) https://i.ibb.co/tsm689T/20230515-175825.jpg (https://ibb.co/tsm689T) https://i.ibb.co/JcZmMHw/20230515-175845.jpg (https://ibb.co/JcZmMHw) https://i.ibb.co/HzqGmBX/20230515-175907.jpg (https://ibb.co/HzqGmBX) https://i.ibb.co/wr7D0cD/20230515-175920.jpg (https://ibb.co/wr7D0cD) https://i.ibb.co/ZRs6CP3/20230515-180038.jpg (https://ibb.co/ZRs6CP3)
Non che ne avessi realmente bisogno ma è capitata questa occasione di ritirare il suddetto (praticamente inutilizzato da 30 anni) da un’amico di mia sorella e poi un secondo tenore “muletto” mi avrebbe fatto sicuramente comodo.
Lo strumento è databile con certezza al 1986 da riscontro data di acquisto e matricola; infatti a corredo nella custodia originale vi era il certificato di garanzia del “Magazzino musicale Merula” del 11 ottobre 1986 (confermato dell’amico di mia sorella), quindi suppergiù la data di fabbricazione risale a quel periodo.
Innanzitutto volevo ringraziare Andrea Ferlanti per il lavoro di manutenzione, ritamponatura e messa a punto dello strumento perché, pur essendo messo discretamente bene (tamponi a parte), qualche lavoretto di rettifica andava eseguito.
Per la cronaca Andrea lavora presso Cavalli strumenti musicali ma prossimamente si metterà in proprio (part-time) come riparatore, quindi gli auguro buona fortuna per la sua nuova avventura e sono sicuro continuerà a far bene vista l’esperienza maturata e l’ottimo lavoro svolto sul mio strumento!
Torniamo al Grassi! …. è un Professional (non 2000), quindi una sorta di via di mezzo tra la vecchia e nuova concezione progettuale in termini di ergonomia.
E’ uno strumento a cui ci si deve abituare per via del castelletto Sib in posizione ravvicinata e con angolazione old style (niente di drammatico rispetto ai sax vintage come ai miei Buescher), MA, e qua il ma è a caratteri cubitali, ha un timbro e una proiezione che fa dimenticare tutto il resto!
Così come l’intonazione è estremamente buona e l’omogeneità sui registri; certo non è perfettissimo (in termini di omogeneità), non lo sono neanche quelli moderni, ma buono e gestibile considerando i limiti tecnici e progettuali dell’epoca.
Compresa di custodia originale con finta pelle di serpente e con interni vissuti; di fatto ho preferito sostituirla con una Soundwear molto più pratica e leggera.
Il sax in definitiva, una volta sistemato, da muletto può tranquillamente diventare quello ufficiale!
E’ uno strumento solido, pesante, molto più del mio fedele Yanagisawa T901, con finitura standard comune a molti Grassi, fusto d’oro, chiavi argentate, anello di giunzione fusto-campana e i tasti in plastica (prima della manutenzione); ora i tasti sono stati sostituiti con quelli in madreperla (tranne il portavoce) incredibilmente nuovi originali Grassi dell’epoca per via di fondi da magazzino.
Il lavoro svolto su questo sax è stato minuzioso, sono stati montati cuscinetti Pisoni waterproof con risuonatore in metallo e rivetto convesso.
I normali feltrini e spessori sono stati sostituiti con elementi moderni sintetici, per migliorare la durata nel tempo, il degrado e ridurre il rumore.
Rettificate le aste, una in particolare avendo molto gioco è stato aggiunto del materiale e registrate le molle.
Regolazione del portavoce, abbassato leggermente rispetto all’origine perché odio sentire scalini a spigoli durante il passaggio e settaggio chiavi ordinario.
Pur non avendo una grande valore di mercato personalmente ho preferito investire dei soldi perché timbricamente ho valutato avesse potenzialità e ne sono ancor più convinto dopo l’egregio lavoro di restauro.
Che dire … già sapevo che i Grassi erano strumenti onesti, probabilmente per anni sottovalutati, ma me ne sono innamorato subito già dalle prime note.
Non penso sia nemmeno fortuna perché in passato avevo provato Grassi da un bel suono, sopratutto contralti, sicuramente questo è molto equilibrato e per l’occasione ho rispolverato, facendomi re-innamorare, delle ance LaVoz medium che assieme alla copia del Dukoff Hollywood Zimberoff 7 ne tirano fuori il meglio… primo fra tutti l’intonazione, dove il registro acuto è stabile senza troppi pensieri.
A sto giro, da forte sostenitore del Made in Japan sul moderno e Made in USA per i vintage, per la terra di mezzo ho scelto Made in Italy :ylsuper:
https://i.ibb.co/DKxYmdR/2020-12-14-at-17-53-35.jpg (https://ibb.co/DKxYmdR) https://i.ibb.co/HnGLfLj/20230515-175522.jpg (https://ibb.co/HnGLfLj) https://i.ibb.co/zFYpQFs/20230515-175733.jpg (https://ibb.co/zFYpQFs) https://i.ibb.co/tsm689T/20230515-175825.jpg (https://ibb.co/tsm689T) https://i.ibb.co/JcZmMHw/20230515-175845.jpg (https://ibb.co/JcZmMHw) https://i.ibb.co/HzqGmBX/20230515-175907.jpg (https://ibb.co/HzqGmBX) https://i.ibb.co/wr7D0cD/20230515-175920.jpg (https://ibb.co/wr7D0cD) https://i.ibb.co/ZRs6CP3/20230515-180038.jpg (https://ibb.co/ZRs6CP3)