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Visualizza Versione Completa : 31/07/2023 Jan Garbarek a Massa d’Albe (AQ)



Alessio Beatrice
7th April 2023, 06:57
Il leggendario sassofonista norvegese Jan Garbarek, che ha scritto gli ultimi 50 anni di storia del jazz europeo, suonerà nell’affascinante cornice dell’anfiteatro romano di Alba Fucens lunedì 31 luglio alle 21:15. Un evento a dir poco storico per Alba Fucens, che in sole 6 edizioni di Festiv’Alba ha già ospitato diversi mostri sacri della scena internazionale.

Ad accompagnarlo ci saranno compagni di lunga data come il pianista e tastierista tedesco Rainer Brüninghaus e il bassista brasiliano Yuri Daniel, ma anche un ospite d’eccezione, il percussionista indiano Trilok Gurtu. “La voce umana è il mio ideale”, dice Jan Garbarek, ed è altamente improbabile che un sassofonista si avvicini così tanto alla realizzazione di quell’ideale come questo musicista norvegese. È il contrasto tra gli elementi simili a canzoni e poetici, la semplicità e l’intensità delle improvvisazioni libere con altri musicisti, che definisce in modo unico il suono di Jan Gabarek.

I musicisti che lo accompagnano, contribuiscono ciascuno a modo suo: al pianoforte, Rainer Brüninghaus, che lo accompagna ormai da anni, Trilok Gurtu, un estatico mago su vari strumenti a percussione proveniente dall’India e il brasiliano Yuri Daniel al basso. Garbarek è indubbiamente un viaggiatore del mondo musicale, che ha respirato i venti di tutti i suoni che si sono fatti strada in tutti questi anni. Ascoltando la sua musica si può sentire ciò che lo ha toccato, e ciò che il suo respiro ha abbellito, per portarci questi suoni.

Innumerevoli musicisti sono stati influenzati dal suono di questo straordinario sassofonista. Invece che adagiarsi su questo, e al contrario della sua auto-dichiarata pigrizia, Jan Garbarek all’età di 76 anni si batte ancora per avere esperienze musicali nuove e sempre migliori, preferibilmente “live” in concerto: “Cerco solo di suonare ciò che io stesso vorrei ascoltare. Se qualcuno riesce ad immedesimarsi, allora ottimo. Ogni reazione è buona. E anche nessuna reazione va bene. Ad essere onesto, non fa una gran differenza. Mettiamola così: io non sono Elvis Presley. Non posso prevedere o anticipare ciò che prova l’ascoltatore. Ma quando i musicisti sentono che sono dentro al ritmo, è un incantevole momento di pura felicità. Quella sensazione è assoluta euforia”.