vecchiorovere
3rd February 2022, 18:34
Tanto per passare il tempo, vorrei discettare sul sax tenore.
L'ho suonato per 30 anni, smettendo forzatamente 10 anni fa per gravi problemi di cuore.
Ora mi sono rifugiato, stando sulla sedia a rotelle, nel soprano ricurvo.
Ma torniamo al tenore.
All'inizio avevo un Grassi nuovo: discreto in tutto, tranne nelle basse DO e DO#.
Assicuro che tali difficoltà erano riscontrate da quella mezza dozzina di sassofonisti - con strumenti di vario tipo - semiprof o membri di jazz band dilettanti da me consultati.
Problemi che ho SEMPRE riscontrato anche con tutti i sax successivi.
Sui sovracuti, tutti come me usavano regolarmente il RE. Io, pur riuscendo a fare anche RE# e Mi, evitavo in concerto.
Dopo un paio di anni comprai un Armstrong ( sottomarca del Conn? ), ad un prezzo accessibile ( circa un milione ).
Sax straordinario per corposità, intonazione, meccanica.
Purtroppo lo vendetti al momento di ritamponarlo. In seguito l'ho sempre rimpianto, ed ho notato che in Italia è introvabile.
Lo sostituii dapprima con un Lucien, niente affatto male, ma di qualità inferiore, specialmente sul suono. Alla fine degli anni '90, un Selmer a quasi 3,5 milioni, appena usato, con uno sconto di 1,5 milioni.
Ebbene, tanta qualità meccanica, ma il suono veramente esile. Neanche confrontarlo con l'Armstrong.
Lo rivendetti a 2,7 milioni, pensando di non suonare più dopo i bypass, ma poi comprai un sax taiwanese ( la marca non la ricordo ), col quale suonai in un'orchestrina da me assemblata ed ispirata, per familiari, amici, conoscenti e benefattori.
Sax discreto, che mi piantò in asso quando s'incollò ( mai successo! ) il tamponcino che chiude assieme al DO . Cosa che mi rovinò completamente quel primo concertino della ripresa, perché non riuscivo a capire cosa succedeva: in seguito si ripetè a casa, e finalmente me ne resi conto.
Da notare che conoscendo simili possibilità sul SOL# e sul DO# grave, azionavo tali tasti regolarmemnte prima di iniziare a suonare.
Poi ebbi una seconda operazione al cuore, e smisi di nuovo
Prima di smettere avevo comprato uno Yamaha di base appena usato: bella meccanica, ma suono esile.
Lo rivendetti, e ritornai alla batteria ( primo amore 9 con un gruppo di tipo familiare, per smettere nel 2013.
Però, ecco quasi subito comprai uno Yamaha 275 nuovo, con una discreta timbrica, ma ( in negozio non me n'ero accorto )....il SOL calava di un quarto di tono!
Lo ridiedi dentro in cambio del sax alto 280, perfettamente intonato ( non era così per i contralto che avevo provato in precedenza, dove regolarmente le due ottave divaricavano, ma erano robetta non di marca ). che ho messo in vendita sul mercatino, mentre ho regalato il tenore taiwanese ad un mio nipote, dopo la terza operazione al cuore ( 45 giorni ci coma ) e la fibrillazione persistente dal 2015.
Ora fatico - in carrozzella - su un soprano ricurvo Ramponi e Cazzani anni'80 perfettamente ritamponato, di ottima fattura, ma che, come tutti i soprano, richiede un'attenzione spasmodica, almeno a chi è rimasto ad un livello di discreto dilettante.
Ecco, chiedo scusa per questa autobiografia che mi ha aiutato a passare il tempo ( ma anche mi ha restituito nostalgia...).
L'ho suonato per 30 anni, smettendo forzatamente 10 anni fa per gravi problemi di cuore.
Ora mi sono rifugiato, stando sulla sedia a rotelle, nel soprano ricurvo.
Ma torniamo al tenore.
All'inizio avevo un Grassi nuovo: discreto in tutto, tranne nelle basse DO e DO#.
Assicuro che tali difficoltà erano riscontrate da quella mezza dozzina di sassofonisti - con strumenti di vario tipo - semiprof o membri di jazz band dilettanti da me consultati.
Problemi che ho SEMPRE riscontrato anche con tutti i sax successivi.
Sui sovracuti, tutti come me usavano regolarmente il RE. Io, pur riuscendo a fare anche RE# e Mi, evitavo in concerto.
Dopo un paio di anni comprai un Armstrong ( sottomarca del Conn? ), ad un prezzo accessibile ( circa un milione ).
Sax straordinario per corposità, intonazione, meccanica.
Purtroppo lo vendetti al momento di ritamponarlo. In seguito l'ho sempre rimpianto, ed ho notato che in Italia è introvabile.
Lo sostituii dapprima con un Lucien, niente affatto male, ma di qualità inferiore, specialmente sul suono. Alla fine degli anni '90, un Selmer a quasi 3,5 milioni, appena usato, con uno sconto di 1,5 milioni.
Ebbene, tanta qualità meccanica, ma il suono veramente esile. Neanche confrontarlo con l'Armstrong.
Lo rivendetti a 2,7 milioni, pensando di non suonare più dopo i bypass, ma poi comprai un sax taiwanese ( la marca non la ricordo ), col quale suonai in un'orchestrina da me assemblata ed ispirata, per familiari, amici, conoscenti e benefattori.
Sax discreto, che mi piantò in asso quando s'incollò ( mai successo! ) il tamponcino che chiude assieme al DO . Cosa che mi rovinò completamente quel primo concertino della ripresa, perché non riuscivo a capire cosa succedeva: in seguito si ripetè a casa, e finalmente me ne resi conto.
Da notare che conoscendo simili possibilità sul SOL# e sul DO# grave, azionavo tali tasti regolarmemnte prima di iniziare a suonare.
Poi ebbi una seconda operazione al cuore, e smisi di nuovo
Prima di smettere avevo comprato uno Yamaha di base appena usato: bella meccanica, ma suono esile.
Lo rivendetti, e ritornai alla batteria ( primo amore 9 con un gruppo di tipo familiare, per smettere nel 2013.
Però, ecco quasi subito comprai uno Yamaha 275 nuovo, con una discreta timbrica, ma ( in negozio non me n'ero accorto )....il SOL calava di un quarto di tono!
Lo ridiedi dentro in cambio del sax alto 280, perfettamente intonato ( non era così per i contralto che avevo provato in precedenza, dove regolarmente le due ottave divaricavano, ma erano robetta non di marca ). che ho messo in vendita sul mercatino, mentre ho regalato il tenore taiwanese ad un mio nipote, dopo la terza operazione al cuore ( 45 giorni ci coma ) e la fibrillazione persistente dal 2015.
Ora fatico - in carrozzella - su un soprano ricurvo Ramponi e Cazzani anni'80 perfettamente ritamponato, di ottima fattura, ma che, come tutti i soprano, richiede un'attenzione spasmodica, almeno a chi è rimasto ad un livello di discreto dilettante.
Ecco, chiedo scusa per questa autobiografia che mi ha aiutato a passare il tempo ( ma anche mi ha restituito nostalgia...).