tzadik
24th January 2021, 13:16
Vendo bocchino Selmer Soloist Anni ’70 C*@0,110” per sax tenore
Il bocchino era originariamente aperto C*, è stato aperto a #8 (=0,110") dal Mastro Refecer Filippo Bucci.
https://digilander.libero.it/spaceistheplace/selmer_soloist_bucci/Untitled-Soloist-1.jpg
https://digilander.libero.it/spaceistheplace/selmer_soloist_bucci/Untitled-Soloist-2.jpg
https://digilander.libero.it/spaceistheplace/selmer_soloist_bucci/Untitled-Soloist-3.jpg
Il Selmer Soloist… i Selmer Selmer Soloist nascevano quasi 70 anni fa’ come imboccature versatili: erano standard per musica classica (perché non avevano ancora inventato i vari S80/S90, Concept…) ma anche per alcune sonorità jazz (Joe Henderson, Eddie Harris).
L’esemplare qui in vendita non è un “Long Shank” ma un “Soloist anni ’70”: inutile ribadire che dopo la modifica…
Imboccatura con resistenza medio bassa, grande “centratura di suono” e sorprendente versatilità: Bucci ha fatto un lavoro splendido, come al solito!
… un’imboccatura con una camera stretta a “ferro di cavallo”, dal suono nativamente scuro ma molto centrato definito.
Storicamente, per usare un Soloist in contesti diversi dall’ambito “classico” è necessario incrementare l’apertura e creare un baffle, per incrementare proiezione e brillantezza.
In Italia, l’ispirazione di usare i Soloist “lunghi” (anni ’60 o anni ’70) nasce da Max Ionata e da Filippo Bucci.
Il suono di Ionata è sempre stato associato a imboccature a camera media ma per un periodo si è anche cimentato con un Selmer Soloist Long Shank: https://www.youtube.com/watch?v=OiU6-Ym9iNM
Il bocchino si presenta in condizioni estetiche più che buone: presenta segni d’uso e del tempo (..ha almeno 50 anni).
Dal punto di vista funziona è perfetto.
Foto: https://www.facebook.com/media/set/?vanity=zaddiq&set=a.3769412173116316
Vendo a 150€ compresa spedizione con corriere espresso.
Acquisto con possibilità di restituzione: soddisfatti o rimborsati.
Può essere interessante anche per chi chi cerca una sonorità jazz diversa dalla “sonorità Otto Link”: è più "centrato", è tanto “colorato” e il controllo è davvero facilissimo (rimane un’imboccatura a camera stretta).
Il bocchino era originariamente aperto C*, è stato aperto a #8 (=0,110") dal Mastro Refecer Filippo Bucci.
https://digilander.libero.it/spaceistheplace/selmer_soloist_bucci/Untitled-Soloist-1.jpg
https://digilander.libero.it/spaceistheplace/selmer_soloist_bucci/Untitled-Soloist-2.jpg
https://digilander.libero.it/spaceistheplace/selmer_soloist_bucci/Untitled-Soloist-3.jpg
Il Selmer Soloist… i Selmer Selmer Soloist nascevano quasi 70 anni fa’ come imboccature versatili: erano standard per musica classica (perché non avevano ancora inventato i vari S80/S90, Concept…) ma anche per alcune sonorità jazz (Joe Henderson, Eddie Harris).
L’esemplare qui in vendita non è un “Long Shank” ma un “Soloist anni ’70”: inutile ribadire che dopo la modifica…
Imboccatura con resistenza medio bassa, grande “centratura di suono” e sorprendente versatilità: Bucci ha fatto un lavoro splendido, come al solito!
… un’imboccatura con una camera stretta a “ferro di cavallo”, dal suono nativamente scuro ma molto centrato definito.
Storicamente, per usare un Soloist in contesti diversi dall’ambito “classico” è necessario incrementare l’apertura e creare un baffle, per incrementare proiezione e brillantezza.
In Italia, l’ispirazione di usare i Soloist “lunghi” (anni ’60 o anni ’70) nasce da Max Ionata e da Filippo Bucci.
Il suono di Ionata è sempre stato associato a imboccature a camera media ma per un periodo si è anche cimentato con un Selmer Soloist Long Shank: https://www.youtube.com/watch?v=OiU6-Ym9iNM
Il bocchino si presenta in condizioni estetiche più che buone: presenta segni d’uso e del tempo (..ha almeno 50 anni).
Dal punto di vista funziona è perfetto.
Foto: https://www.facebook.com/media/set/?vanity=zaddiq&set=a.3769412173116316
Vendo a 150€ compresa spedizione con corriere espresso.
Acquisto con possibilità di restituzione: soddisfatti o rimborsati.
Può essere interessante anche per chi chi cerca una sonorità jazz diversa dalla “sonorità Otto Link”: è più "centrato", è tanto “colorato” e il controllo è davvero facilissimo (rimane un’imboccatura a camera stretta).