ptram
15th August 2016, 14:50
Ciao,
Ci sono becchi più versatili degli altri? Ne ho il sospetto.
Ieri ho voluto ritirar fuori il vecchio Bari 64 per soprano, che suonato dagli altri produce un suono moderno, morbido, con una dolcezza un po' affettata che mi piace molto. L'ancia è una Hemke 3. Suonato da me ha queste qualità, ma molto diluite. È comunque presente quel suono un po' Meyer, ma come passato attraverso un'equalizzazione che dona un pochino di medio-bassi e di medio-alti in più, togliendo qualcosina sui medi e smorzando un po' l'attacco. Insomma, un Meyer felpato.
Inevitabile il confronto con il Morgan Vintage a camera larga, "ispirato" ad un Otto Link Florida Slant. Sarebbe stato inevitabile anche il confronto con il Meyer 7M, ma vai a capire perché non l'ho fatto. Messi in fila, i tre bocchini di maggior qualità a mia disposizione dovrebbero offrire una panoramica sulla storia del sax (Slant: anni '50, Meyer: anni '60, Bari: tardi anni '70?).
Il Morgan ha molto più volume del Bari, che pure ha fama di essere un becco "grosso". Mi sembra molto più facile su tutte le ottave, anche se è vero che ormai mi sono abituato ai bocchini a camera larga, e quindi parte avvantaggiato. Le note del castello sono facili e piene, sui bassi c'è un pareggio. Ho notato una preferenza del Bari per la sua legatura in metallo, mentre il Morgan mi piace di più con la Rovner (Mark III) in tessuto.
Una differenza che mi colpisce è questa: il Bari ha un carattere molto definito, suona o vuole suonare come se stesso. Il Morgan è versatile. Posso farlo suonare come un oboe, come una tromba, o avvicinarmi un po' allo stesso Bari, rilassando un po' l'imboccatura, coinvolgendo di più il naso (velo palatino sollevato) ed esitando un po' sugli attacchi, per avere un suono più "felpato".
Il Morgan è evidentemente più versatile dell'atro. Una critica che si muove spesso a questa categoria di Otto Link è di non avere una personalità spiccata, che può significare, per l'appunto, che si tratta di becchi molto versatili. I conti tornano?
Paolo
Ci sono becchi più versatili degli altri? Ne ho il sospetto.
Ieri ho voluto ritirar fuori il vecchio Bari 64 per soprano, che suonato dagli altri produce un suono moderno, morbido, con una dolcezza un po' affettata che mi piace molto. L'ancia è una Hemke 3. Suonato da me ha queste qualità, ma molto diluite. È comunque presente quel suono un po' Meyer, ma come passato attraverso un'equalizzazione che dona un pochino di medio-bassi e di medio-alti in più, togliendo qualcosina sui medi e smorzando un po' l'attacco. Insomma, un Meyer felpato.
Inevitabile il confronto con il Morgan Vintage a camera larga, "ispirato" ad un Otto Link Florida Slant. Sarebbe stato inevitabile anche il confronto con il Meyer 7M, ma vai a capire perché non l'ho fatto. Messi in fila, i tre bocchini di maggior qualità a mia disposizione dovrebbero offrire una panoramica sulla storia del sax (Slant: anni '50, Meyer: anni '60, Bari: tardi anni '70?).
Il Morgan ha molto più volume del Bari, che pure ha fama di essere un becco "grosso". Mi sembra molto più facile su tutte le ottave, anche se è vero che ormai mi sono abituato ai bocchini a camera larga, e quindi parte avvantaggiato. Le note del castello sono facili e piene, sui bassi c'è un pareggio. Ho notato una preferenza del Bari per la sua legatura in metallo, mentre il Morgan mi piace di più con la Rovner (Mark III) in tessuto.
Una differenza che mi colpisce è questa: il Bari ha un carattere molto definito, suona o vuole suonare come se stesso. Il Morgan è versatile. Posso farlo suonare come un oboe, come una tromba, o avvicinarmi un po' allo stesso Bari, rilassando un po' l'imboccatura, coinvolgendo di più il naso (velo palatino sollevato) ed esitando un po' sugli attacchi, per avere un suono più "felpato".
Il Morgan è evidentemente più versatile dell'atro. Una critica che si muove spesso a questa categoria di Otto Link è di non avere una personalità spiccata, che può significare, per l'appunto, che si tratta di becchi molto versatili. I conti tornano?
Paolo