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Visualizza Versione Completa : Quando legare e quando staccare?



26th June 2008, 08:46
:BHO: all'ultima lezione dell'anno accademico, (la settima per me), come tutti gli studenti ho anche io avuto i compiti per l'estate: oltre ad una serie di vari esercizi abbastanza complicati con cui "allieterò" i vicini nelle caldi notti romane, mi sono stati assegnati una serie di brani, il primo dei quali è Foggy Day dei Gershwin. Il problema è, leggendo lo spartito, capire quando staccare le note e quando legarle: ho provato ad ascoltare qualche registrazione ma con scarsi risultati (per inciso, su youtube c'è la registrazione di un antipaticissimo ragazzino di 12 anni che esegue il suddetto brano ... :muro(((( ). Ovviamente il problema si pone in generale: esiste una regola o, come suppongo, dipende da interprete ad interprete?
Grazie a tutti e chiedo sin da ora scusa ai romani per le caldi notti disturbate dai miei esercizi! :saxxxx)))

Mandrake
26th June 2008, 09:43
[quote="ugo911....(per inciso, su youtube c'è la registrazione di un antipaticissimo ragazzino di 12 anni che esegue il suddetto brano ... :muro(((( ). :saxxxx)))[/quote]

con i miei 2 mesi di esperienza al sax e i 55 anni di vita ti capisco appieno..odio quel ragazzino! ... ca---o strappategli di mano il sax, dategli una playstation e che si levi dalle p.lle !

26th June 2008, 13:37
tu fallo com'è scritto e sei a posto s

Nous
26th June 2008, 13:52
In effetti...non è che frenk abbia tutti i torti...voglio dire, se hai lo spartito, dov'è il problema?
E' vero che ogni musicista suona mettendoci del suo, e che non esistono due esecuzioni uguali...ma se sono scritte staccate, andranno staccate...se sono scritte legate, andranno legate.
A meno che non mi sia chiaro il problema..

Sax O' Phone
26th June 2008, 14:10
Forse più che lo staccare ed il legare, che comunque puoi appunto leggere nello spartito, è la pronuncia alla quale dovresti applicarti.
Le note di un pezzo sono quelle, legate e staccate, e sino a qui ci siamo. Inizia a studiarti quelle mantenendo il tempo.
Se ad un certo punto becchi una frase, insisti su quegli accenti: come dici, devi ascoltare molto attentamente le esecuzioni di altri musicisti, trovarne uno che ti appassiona, e cercare di imitarne gli accenti e l'articolazione...
In linea di massima, molti vecchi standards provenivano da canzoni, e quindi tendenzialmente dovresti cercare di legare la melodia alle frasi della canzone; anche conoscerne il testo aiuta a trovare l'atmosfera...
Sicuramente richiede studio e perseveranza!
;)

FrankRanieri
26th June 2008, 14:35
Ciao,
io non ho mai suonato musica classica, sono partito col jazz, ma ti posso dire che nel jazz difficilmente troverai indicazioni scritte circa accenti, legati e staccati. Questo avviene non per menefreghismo, ma perchè fanno parte dell'interpretazione personale del jazz.
Ascolta qualche interprete, fatti un'idea, se riesci confrontati con qualche altro saxofonista e poi....practice, practice, practice... :muro((((
Vedrai che con un pò di tempo sviluppi un tuo gusto e cerchi di andare sempre in quella direzione. E' istintivo.
Stay tuned, play hard.
Frank

gm85
30th June 2008, 12:23
In effetti...non è che frenk abbia tutti i torti...voglio dire, se hai lo spartito, dov'è il problema?
E' vero che ogni musicista suona mettendoci del suo, e che non esistono due esecuzioni uguali...ma se sono scritte staccate, andranno staccate...se sono scritte legate, andranno legate.
A meno che non mi sia chiaro il problema..

:mha!(

30th June 2008, 14:41
... il problema è che ho si lo spartito, ma non sono indicate le legature!
la mia considerazione era poi più generale, ossia se, come giustamente suggerito, sentire più esecuzioni possibile e scegliere quella più vicina al proprio modo di intendere, oppure cercare quella più vicina a quella che il compositore desiderava.
Io al momento, visto che devo fare esercizi, cerco di legare il meno possibile ....

Sax O' Phone
30th June 2008, 17:11
Dal basso della mia incompetenza, lo staccato credo ti aiuti a prendere le misure, sia con lo strumento che con il tempo, ma devi sempre mantenere il suono sostenuto, se vuoi arrivare ad una parvenza di melodia, sempre, ovvio, rispettando le pause, e sopratutto negli standard jazz....
La mia opinione da due soldi, comunque.

nubechefugge
3rd July 2008, 16:26
Mi metto in coda alla discussione, non per dire la mia, ma per chiedere un aiuto, visto che si parla del "farla come sta scritta". Se stanno scritti alcuni simboli, quale esatto significato esso hanno? Ecco il mio problema e vengo al dunque.
1) di alcuni segni conosco il significato: "trattino"=staccato a valore intero (ta); "puntino"= staccato (ta) a valore dimezzato; "cuspide" (o V rovesciata)=staccato (sda) a valore intero; come prima ma con puntino= (sda) valore dimezzato
2) dei seguenti, che ho trovato un pò qua e lÃ*, non conosco l'esatto significato, anche se ascoltando il brano posso intuirli, ma vorrei sentire il parere degli esperti: "cupola" con puntino al centro= ?; "V"=?; "ondina"= ?; "ondina tagliata"= ?; segno tipo cavalletto "corsa ad ostacoli"=?
Grazie dell'aiuto.

Nous
3rd July 2008, 16:48
Mi metto in coda alla discussione, non per dire la mia, ma per chiedere un aiuto, visto che si parla del "farla come sta scritta". Se stanno scritti alcuni simboli, quale esatto significato esso hanno? Ecco il mio problema e vengo al dunque.
1) di alcuni segni conosco il significato: "trattino"=staccato a valore intero (ta); "puntino"= staccato (ta) a valore dimezzato; "cuspide" (o V rovesciata)=staccato (sda) a valore intero; come prima ma con puntino= (sda) valore dimezzato
2) dei seguenti, che ho trovato un pò qua e lÃ*, non conosco l'esatto significato, anche se ascoltando il brano posso intuirli, ma vorrei sentire il parere degli esperti: "cupola" con puntino al centro= ?; "V"=?; "ondina"= ?; "ondina tagliata"= ?; segno tipo cavalletto "corsa ad ostacoli"=?
Grazie dell'aiuto.

Ciao, il trattino se non ho capito male è l'accento agogico...in realtÃ* dovrebbe indicare una nota che si appoggia, più che uno staccato a valore intero...la cuspide dovrebbe essere (se non ho capito male) l'indicazione di chiamare la nota (non saprei spiegartelo meglio).

La cupola con la palla è la corona, prolunga a piacere la durata della nota.

Ondina e Ondina tagliata dovrebbero essere dei mordenti (semplice o doppio), si alternano tre note...nel superiore la prima è la nota reale, sulla quale è posto il simbolo stesso del mordente,la seconda è il grado congiunto successivo e la terza è di nuovo la nota reale. Nell'inferiore cambia la seconda nota, che è il grado congiunto precedente.

Il segno tipo cavalletto non l'ho mica capito quale sarebbe...

Sax O' Phone
3rd July 2008, 18:11
Ottima spiega, Nous!
Il trattino diagonale intendi per la corsa ad ostacoli? Quello coi due puntini? Se è quello, indica la ripetizione della/e battuta/e precedenti...

nubechefugge
5th July 2008, 18:00
Intendo una "U" spigolosa rovesciata.

Sax O' Phone
5th July 2008, 18:21
Intendi la notazione alternativa al simile? Credo si riferisca alla progressione armonica, se non sbaglio... :BHO:

nubechefugge
7th July 2008, 09:28
Ciao, il trattino se non ho capito male è l'accento agogico...in realtÃ* dovrebbe indicare una nota che si appoggia, più che uno staccato a valore intero...la cuspide dovrebbe essere (se non ho capito male) l'indicazione di chiamare la nota (non saprei spiegartelo meglio)...........

Grazie Nous.Le mie interpretazioni del "-" e della cuspiode ("V" rovesciata) le ho trovate nel sito "Jazzitalia" nella sezione "Lezioni".
Quand0 dici "chiamare la nota" vuoi forse dire che l'attacchi leggermente calata (1 semitono per 1/32°) e poi vai all'intonazione giusta? Se non è questa la lettura, come si indica questa esecuzione? e se non è così, puoi cercare di spiegare cosa intendi per "chiamare la nota"? Grazie e scusa se sono tardo e pedante.

Nous
7th July 2008, 11:06
Quand0 dici "chiamare la nota" vuoi forse dire che l'attacchi leggermente calata (1 semitono per 1/32°) e poi vai all'intonazione giusta? Se non è questa la lettura, come si indica questa esecuzione? e se non è così, puoi cercare di spiegare cosa intendi per "chiamare la nota"? Grazie e scusa se sono tardo e pedante.

Doh...mai cronometrato i miei tempi fino a questo dettaglio (1 semitono per 1/32° :shock: ??).

In generale, non mi risulta che esistano in musica delle figurazioni che consentano di prendere la nota "calata" per poi intonarla, al massimo ci possono essere delle esecuzioni crescenti (ad esempio dal piano al forte...simbolo < per la lunghezza delle battute che devono crescere come sonoritÃ*).

Ovviamente se esiste la possibilitÃ* di suonare la nota calante per poi intonarla chiedo scusa per l'informazione errata, a me non è mai capitato.

Quando dico "chiamare la nota" puoi immaginare che la nota venga pronunciata forte/fortissimo per poi tornare al livello del resto del brano..in effetti questa cosa è rappresentata esattamente come un calando(>)messo in corrispondenza della nota che devi pronunciare, in realtÃ* devi anche dargli un buon colpo di lingua deciso.

La spiegazione è orrenda, purtroppo da tempo sono giunto alla conclusione che per spiegare queste dinamiche l'unico modo è farle sentire all'allievo...è anche più semplice per lui riprodurle dopo averle sentite.

nubechefugge
7th July 2008, 11:40
Doh...mai cronometrato i miei tempi fino a questo dettaglio (1 semitono per 1/32° :shock: ??).

Intendo una nota acciaccata con quella di mezzo tono precedente del valore di una biscroma. Puoi eseguirla staccata o glissata+legata http://it.wikipedia.org/wiki/Abbellimento#Acciaccatura




Ovviamente se esiste la possibilitÃ* di suonare la nota calante per poi intonarla chiedo scusa per l'informazione errata, a me non è mai capitato.



Io :saputello la eseguo glissata+legata, attacco la nota col labbro + morbido e con ciò la nota risulta calante di 1/2 tono, per poi legarmi alla nota col riposizionamento del labbro. Mi pare strana la tua affermazione, ovviamente avrò male interpretato le tue parole e perciò ti chiedo scusa.

ModernBigBand
7th July 2008, 11:52
Nube quello a cui ti riferisci è lo "smare" (si scrive così :BHO: :lol: ) e altro non è che una sorta di portamento da una nota all'altra (senza le complicazioni di biscrome, acciaccature ecc...).
In pratica hai capito come si esegue, si attacca la nota mollando un pò il labbro e riportandolo subito in posizione. L'effetto è simile a quello tipico dei trombonisti jazz...
Concordo con Nous, certe cose sono difficili da spiegare, bisogna solo ascoltarle.

;)

Nous
7th July 2008, 11:56
Intendo una nota acciaccata con quella di mezzo tono precedente del valore di una biscroma. Puoi eseguirla staccata o glissata+legata http://it.wikipedia.org/wiki/Abbellimento#Acciaccatura

Io :saputello la eseguo glissata+legata, attacco la nota col labbro + morbido e con ciò la nota risulta calante di 1/2 tono, per poi legarmi alla nota col riposizionamento del labbro. Mi pare strana la tua affermazione, ovviamente avrò male interpretato le tue parole e perciò ti chiedo scusa.



Ma non parlavamo di acciaccature / appoggiature /glissati ... o sono io che non ho capito quello di cui stavo parlando :lol: ?

Nous
7th July 2008, 11:59
Nube quello a cui ti riferisci è lo "smare" (si scrive così :BHO: :lol: ) e altro non è che una sorta di portamento da una nota all'altra (senza le complicazioni di biscrome, acciaccature ecc...).
In pratica hai capito come si esegue, si attacca la nota mollando un pò il labbro e riportandolo subito in posizione. L'effetto è simile a quello tipico dei trombonisti jazz...


Personalmente lo trovo abbastanza inutile nel sassofono..almeno, io se devo calare di un semitono mi arrangio con il bemolle...a meno di non voler giocare con i quarti di tono..

ModernBigBand
7th July 2008, 12:04
Nous forse non mi sono spiegato bene, non si tratta di giocare con semitoni o quarti di tono. E' semplicemente un segno d'espressione tipico del linguaggio jazz. Per avere conferma prendi il tenore e fai una cosa simile a quella che ho detto...ti renderai immediatamente conto dell'effetto di cui parlo.

;)

Nous
7th July 2008, 12:20
Nous forse non mi sono spiegato bene, non si tratta di giocare con semitoni o quarti di tono. E' semplicemente un segno d'espressione tipico del linguaggio jazz. Per avere conferma prendi il tenore e fai una cosa simile a quella che ho detto...ti renderai immediatamente conto dell'effetto di cui parlo.

;)

Ti sei spiegato benissimo come al solito, semplicemente nubechefugge aveva scritto che lo usava per calare di un semitono..da qui la mia affermazione che per calare di un semitono preciso trovo più comodo il bemolle ;)

nubechefugge
7th July 2008, 12:39
Ti sei spiegato benissimo come al solito, semplicemente nubechefugge aveva scritto che lo usava per calare di un semitono..da qui la mia affermazione che per calare di un semitono preciso trovo più comodo il bemolle ;)

Ovviamente nel caso dello "smare" non senti lo stacco tra le due note e, sarò pignolo, l'effetto glissato è più intrigante.

ModernBigBand
7th July 2008, 12:50
Può essere anche più intrigante,ma l'importante è capire di cosa si tratta e scindere le due cose. Il glissato non si può certo fare su una distanza di tono o semitono (occorre un intervallo più ampio) e viceversa per lo smare.

;)

nubechefugge
7th July 2008, 15:24
Può essere anche più intrigante,ma l'importante è capire di cosa si tratta e scindere le due cose. Il glissato non si può certo fare su una distanza di tono o semitono (occorre un intervallo più ampio) e viceversa per lo smare.


Hai ragione. Tanto per ribadire il tipo di effetto particolare che è lo smare (e per citare un pezzo che ho qui sotto mano), avete presente il solo di Gato Barbieri in "Sapore di mare" di Paoli? Ebbene la nota risolutiva lui addirittura la centra, poi la cala e poi la riprende................(tra l'altro ho anche il brano MIDI, che ritengo fatto benissimo, dove con l'uso del Pitch B., lo smare è riprodotto molto fedelmente).