Visualizza Versione Completa : Opinioni su bocchino Lebayle Metal Jazz Chamber
MyLadySax
16th March 2015, 19:05
Quali caratteristiche presenta il suono di questo bocchino?
Grazie.
tzadik
16th March 2015, 19:28
Credo la descrizione sia abbastanza esemplificativa: http://saxforum.it/forum/showthread.php?18772
MyLadySax
17th March 2015, 12:10
Sì, la descrizione è abbastanza esaustiva, tuttavia ho bisogno di capire quanto il Lebayle Jazz Chamber sia più spinto rispetto ad un JJ DV NY.
Suono con un JJ DV NY da un bel po', ma sul mio Borgani Jubilee Vintage ho l'impressione che, in termini di proiezione e potenza, ci muoia, anche se mi piace molto il timbro. Ho provato un JJ DV, effettivamente risolvendo ogni problema di proiezione e potenza, ma (anche se ancora in firma) l'ho venduto dopo pochi mesi, perché il suono era davvero sin troppo chiaro e brillante per me. Pare che il JJ DV Chi sia orientato più verso il DV che verso il DV NY, per cui lo escluderei. So che mi occorre un bocchino apprezzabilmente più spinto del JJ DV NY, ma non così tanto da farmi soffrire. Direi che, se il JJ DV NY è 1 e il JJ DV è 10, io cerco un 4, forse 5. Non so se il Lebayle Jazz Chamber potrebbe fare al caso mio. Chiedo consigli, fermo restando che in questo ambito il grado di soggettività è altissimo.
Grazie.
tzadik
17th March 2015, 15:11
La soggettività finisce quando uno finisce di focalizzarsi sul bocchino e comincia a ragionare in base al suono che vuole ottenere considerando il materiale che ha a disposizione e l' "intero processo" per ottenere quello specifico suono.
In questi termini... di soggettivo non rimane molto però bisogna avere la giusta flessibilità mentale e anche... strumentale.
Il Lebayle Jazz in metallo è abbastanza più spinto di un Jody Jazz DV NY.
È grosso modo come un buon Otto Link, senza gli aspetti negativi di un Otto Link.
Da qui in poi dipende da come viene usato... :zizizi:
MyLadySax
19th March 2015, 20:45
Quando dico soggettività, intendo che, per quanto bravo tu sia, non avrai il suono d San Getz solo perché usi lo strumento e il set up di Stan Getz, che infatti è unico e riconoscibile.
In effetti, un bocchino abbastanza più spinto del JJ DV NY e con un suono tipo Otto Link (lontano, quindi, devo presumere, dal suono molto chiaro di un JJ DV) sembrerebbe poter fare al caso mio. Peccato che è già venduto!
Ti ringrazio, sei sempre illuminante!
tzadik
19th March 2015, 21:32
Bisogna distinguere quello che è "il suono" e quello che sta al contorno: timing, "portamento"... e soprattutto l'approccio allo strumento.
Spesso anche il fatto di usare determinare combinazioni
La maggior parte dei grandi sassofonisti ha un determinato suono perchè ha lavorato con determinate combinazioni.
In Europa, non è un lavoro che si fa (né in ambito jazz, ma nemmeno in ambito classico).
Determinate combinazioni tipo bocchino+tipo di ancia+tipo di strumento... ti garantiscono una impronta sonora ben dominante.
La scelta successiva riguarda solo il confort.
Se vai a pescarare statisticamente, sassofonisti (anche molto famosi) che cambiano/alternano spesso strumento e/o setup troverai sempre differenze anche macroscopiche, nei momenti in cui utilzzano combinazioni diverse.
È tutto importante... non solo la pratica: se non sei confortevole non avrai mai un buon suono.
Ma ogni tanto capita che se trovi una combinazione confortevole magari non è ti "comoda" a livello di suono.
Da qui in poi è una cosa tutta psicologica... ovvero cercare un equilibrio tra le due cose.
MyLadySax
20th March 2015, 12:48
Già, l'equilibrio tra comfort e suono, in relazione a strumento e set-up, mi pare un aspetto fondamentale su cui riflettere e lavorare. Io ho un suono in testa ... .
Grazie ancora.
fcoltrane
20th March 2015, 14:25
il problema è quando il suono che si desidera avere presuppone un setup difficilmente gestibile con la tecnica che si possiede:pianto:.
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