PDA

Visualizza Versione Completa : Esercizi con le sole dita. Morbidezza. Fluidità.



ilchitarraiomatto
6th March 2015, 18:15
Oltre all'ovvio motivo di studiare un passaggio difficile molto lentamente, pensando solo alla diteggiatura senza soffiare, ho notato che dedicare parte dello studio pensando alla sola meccanica e concentrandosi particolarmente nella 'morbidezza' dei movimenti, usando solamente la pressione minima necessaria a schiacciare i tasti, ha effetti benefici sia sull'esecuzione tecnica che sul rilassamento mentale. Tutto ciò per evitare i vari irrigidimenti muscolari che si presentano inevitabilmente nel momento del passaggio tecnico.
Siccome è un tipo di studio che non ho mai sentito particolarmente in voga fra i sassofonisti mentre con la chitarra me ne sono sempre preoccupato (grazie ad alcuni santi insegnanti avuti) mi chiedevo se sono l'unico a farlo.

Es. Studio il Klosè che è molto appropriato per ciò che andiamo a fare, imboccando ma senza soffiare (così la postura rimane quella giusta) e lascio andare le dita facendo in modo che la morbidezza e fluidità dei movimenti mi dia un senso di tranquillità. Sento con precisione la differenza fra un passaggio morbido e uno rigido.

Obbiettivo: usare la pressione minima necessaria per premere ogni il tasto.

Sembra scontato, ma scommetto che tanti di voi se si esaminano durante un passaggio tecnico notano tensioni di troppo (non mi riferisco ai professionisti di voi, non sia mai :hail:). Suoni lo stesso, ma la mente percepisce un disagio e prolungati stati di questo irrigidimento si riflettono negativamente sulla prestazione.

Credo sia uno studio da fare a sé.

Tommy
6th March 2015, 18:28
Lo facevo anch'io quando non mi riusciva un passaggio difficile ... certo suonarlo lentamente è utile, io però trovavo efficace "cantarmelo" mentalmente e poi anche muovendo le dita sulla tastiera dello strumento, in modo da farmelo "girare" in testa e tra le dita .... poi quando ce l'avevo lo suonavo e non sbagliavo più

ilchitarraiomatto
6th March 2015, 18:34
Sì per risolvere un passaggio difficile è l'unico metodo valido. Un principiante lo capisce troppo tardi, passa ore alla stessa velocità credendo che se non ci è riuscito 99 volte, alla 100esima ce la farà. Follia.

Però quello su cui voglio concentrarmi qui è un esercizio specifico per evitare le tensioni. Al di là del superamento del passaggio difficile. È il raggiungimento di uno stato di rilassamento totale. Il fatto di sentire i muscoli morbidi che si muovono in maniera armoniosa. Stato da portare sempre con sé nella pratica, ma appunto dopo averci dedicato tanti esercizi appositi.

Tommy
6th March 2015, 19:31
Ah si ok.

Comunque le tensioni e le rigidezze possono essere causate da due fattori: il primo, specie per un principiante proprio agli inizi, è di natura fisica nel senso di dita di legno .... è un problema che si risolve naturalmente con l'esercizio ... un po' alla volta si acquista agilità.

L'altro aspetto è dovuto a paurette varie/stati di agitazione anche di fronte al maestro per alcuni, o per un esercizio che non riesce, o un pubblico, che innervosisce e irrigidisce .... lì secondo me un metodo ottimo è quello di fare un po' di note lunghe, che viene utile anche per migliorare il suono .... se suoni una nota tenuta, ti impegni ad ascoltarla e a farla il meglio possibile, a tirar fuori il suono più bello, sonoro e morbido, succedono due cose: da un lato si libera la mente e dall'altra ci si ossigena, si abbassa la pressione e si sciolgono le tensioni e poi suoni realmente meglio

fcoltrane
6th March 2015, 19:43
recentemente mi è capitato di studiare alcuni accordi senza emettere suono.
per memorizzare alcune note (ad esempio su accordi di settima le alterazioni , prima le pensavo e poi le diteggiavo)
questo quando non potevo suonare perchè infastidivo i presenti o i vicini.
questa tecnica ha dei benefici (perchè memorizzi le posizioni e le note senza l'ausilio del suono e dell'orecchio che ti avverte subito quando sbagli).
detto ciò quello che descrivi è un po diverso e presenta alcuni rischi .
spesso le rigidità sono dovute proprio ad una cattiva respirazione e cattiva emissione , in questo senso il diteggiare serve a poco .
con la chitarra se impari a muovere le dita di entrambe le mani con leggerezza hai svoltato , con il sax purtroppo potresti essere leggerissimo con le dita ma non riuscire ad essere leggero nelle articolazioni ecc..

ilchitarraiomatto
6th March 2015, 20:00
Beh ovviamente aggiungendo il fiato si introduce una variabile in più e la cosa diventa complicata, a maggior ragione col sax in cui ne è il cardine.

La mia era più una questione di isolamento di un problema (in questo caso morbidezza articolare) per fare in modo che diventi una cosa naturale. Un secondo passo potrebbe essere proprio portare tutto questo aggiungendoci anche il suono. Anzi deve essere così. Ma a quel punto la concentrazione sarà su un aspetto solo e non su due, proprio perché uno lo abbiamo già affrontato e metabolizzato.

Il mio personale metodo di studio è quello dell'isolamento di problemi singoli per poi incorporarli, una volta risolti, in un insieme.

E poi ricordiamo che io ho proposto una parte di studio, ma tutta l'altra parte è ovviamente incentrata sul suonare. È lì che ci prendiamo cura dell'insieme. Parlo nel mio caso di 20 minuti di meccanica contro 2 ore di altro..

Però l'insieme lo curiamo sempre ad ogni sessione di studio, ma il particolare? Credo che sia proprio la cura dei particolari presi a parte che sveli eventuali falle del sistema intero.

(E poi l'argomento è chiaramente espandibile a tutti gli altri problemi, note lunghe, vibrato, armonici ecc..)