Visualizza Versione Completa : Investimento Selmer Mark VI ?!
Ziubèlu
12th November 2014, 10:18
Riflettevo stamattina in macchina.. ho comprato un Mark VI davvero in ottimo stato e con una meccanica ed un suono perfetti del 1962.
L'ho preso perché volevo avere in casa un sax vintage e perché negli anni sarebbe potuto essere un buon investimento (non che avrebbe reso ma che sicuramente non avrebbe perso il suo valore).
Ma poi stamattina ho pensato "Cacchio ma...
Il "Balanced Action" è stato in produzione dal '36 al '47 (14.000 sax prodotti).
Il "Super Balanced Action" dal '48 al '53 (20.000 sax prodotti)
Il King Super 20 serie 1 dal '45 al '50 (30.000 sax prodotti)
Il Martin "The Martin" dal '45 al '63 (70.000 sax prodotti)
Per andare sui moderni, del mio Borgani Jubilee dal 2000 al 2014 ne avranno prodotti e venduti circa 2.000 (probabilmente meno)
Il Mark VI è stato prodotto dal '54 al '73 e ne sono stati prodotti 165.599 esemplari."
Ora considerando che un 20/30% di ciascun modello sarà andato distrutto o sarà stato abbandonato negli anni, ci saranno ancora in giro circa dai 110.000 ai 130.000 esemplari di Mark VI.. questo significa che praticamente è molto più semplice comprare un Mark VI di qualsiasi altro strumento sul mercato!
Ecco perché il mercato ha cominciato a dividere i Mark VI in "five digit" e "non five digit": si è cominciato a ridurre il numero dei più appetibili a 50.000 unità circa, ma considerando la statistica di qui sopra probabilmente saremo a circa 30.000 unità ancora presenti sul mercato (solo five digit). Che sono cmq sempre un numero altissimo!
Intendiamoci rimane un sax leggendario e quindi è normale che abbia un valore più alto di molti altri ma per le comuni leggi di mercato è un sax che dovrebbe valere decisamente meno di un King Super 20serie 1 !!
Vi sembra che fili il discorso?!
Bluesax
12th November 2014, 10:26
Penso che come hai detto tu, il Mark VI è diventato leggendario, quindi al di la dei numeri, il mercato lo fa la richiesta e di conseguenza il prezzo dell'offerta....questo senza analizzare le qualità specifiche dei vari modelli ovviamente.
gf104
12th November 2014, 11:58
tempo fa su questo forum una persona ha scritto che:
"anche il peggior MKVI suona comunque bene"
quindi, finchè ci sono in giro persone di questo tipo, i proprietari/investitori di MKVI
possono dormire sonni tranquilli sulla bontà del loro investimento, indipendentemente dalla quantità di MKVI che circolano!
Il_dario
12th November 2014, 12:49
Sul mercatinomusicale ci sono una ottantina di Mark VI , vari tagli, a prezzi che partono dai 3000 € per i soprani fino ad arrivare agli 8000 € di un tenore e un baritono (lasciando perdere 16000€ di un basso) .
Alcuni annunci sono stati inseriti piu di 2 anni fa e sono ancora attivi, quindi se anche il peggiore suona comunque bene sembra che la richiesta di prezzo medio sia elevata rispetto alla effettiva disponibilità della domanda .
Quindi posso pensare che, al di la delle considerazioni personali di suono e collezionismo, forse questo gran mercato non c'è e considerare un investimento l'acquisto/possesso di un Mark VI non mi sembra molto appropriato ! :wink:
My two cents
Bluesax
12th November 2014, 12:56
mmh...forse si è vero...certo che se tutti lo comprano pensando poi di venderlo diventa come il cane che insegue la coda :)
Jason Kessler
12th November 2014, 14:01
Se si associa il concetto di valore al concetto di disponibilità dell oggetto allora occorre effettuare dei distinguo.
Il mercato, se così vogliamo definirlo, ha dettato dei chiari criteri in materia.
Five digit
No f#
Laccatura placcatura originale
Americano vs francese
No chiavi argentate
Incisione si no.
Applicando tali parametri il numero di modelli si riduce significativamente.
Premesso questo, non ritengo il Mk Vi essere un investimento, sotto ogni punto di vista.
ARVIDAX
12th November 2014, 14:24
L'investimento se lo è lo dice la domanda e l'offerta . Fino a 10 anni fa c'era molta domanda e poca offerta oggi è il contrario se uno vuole un MKVI ha l'imbarazzo della scelta le cose sono effettivamente cambiate ed i prezzi da fissi sono tutti trattabili .
Le cause sono diverse , crisi generale , differenziazione dell'offerta etc ma qui già si entra in un discorso tecnico e quindi mi fermo al discorso finanziario .
Poi occhio a mercati e mercati negli USA il valore è diverso rispetto a qui quindi tutto è sempre molto relativo
Ziubèlu
12th November 2014, 18:07
Fondamentalmente credo che il mercato si stia riequilibrando.. i prezzi che avevano raggiunto i Mark VI negli anni scorsi erano eccessivamente alti: io per esempio l'ho pagato troppo (vista la situazione di oggi) e non lo riuscirei probabilmente mai a rivendere alla stessa cifra.
Probabilmente i Mark VI dovrebbero avere gli stessi prezzi dei King Zephyr o dei Martin o dei Conn.
fabioevans
12th November 2014, 18:53
Fondamentalmente credo che il mercato si stia riequilibrando.. i prezzi che avevano raggiunto i Mark VI negli anni scorsi erano eccessivamente alti: io per esempio l'ho pagato troppo (vista la situazione di oggi) e non lo riuscirei probabilmente mai a rivendere alla stessa cifra.
Probabilmente i Mark VI dovrebbero avere gli stessi prezzi dei King Zephyr o dei Martin o dei Conn.
Considerando il valore del bene pagato ai tempi i King Cleveland dovrebbero essere i più cari (e a giusta ragione) tutto in argento e madreperle.
Il prezzo di vendita dipende sicuramente dalla legge della domanda/offerta, ma anche da quanto questo strumento sia suonabile/adatto al musicista. Altrimenti non si spiegherebbe perché pagare tutti questi soldi....solo per uno strumento ben riuscito.
Il Mark VI a mio modesto parere è proprio lo "strumento" in quanto il più versatile ovvero il mezzo per arrivare con facilità a quello che si desidera (suono, fraseggio etc.). Anche a me che l'ho utilizzato fino a fine estate col quartetto era più facile (applicando lo studio e l'esercizio) traslare le idee che naturalmente esprimevo col pianoforte.
C'è da dire anche che questa facilità non è sempre ripagata in termini sonori, perché ci sono strumenti e strumenti, che a parità di matricola suonano meglio o peggio, in base a come sono stati suonati/trattati nel corso della loro vita.
Per assurdo quelli meno quotati potrebbero adattarsi maggiormente a un soggetto, e magari quelli più quotati no. Ci sono persone che non riescono a scrollarsi di dosso l'utilizzo della chiave F# (che è comoda...inutile dire di no!!).
Oppure qualcuno preferisce i V digits anche se con i buchi, perché Brecker usava quelli, quindi anche col buco vale di più e suona meglio di quelli più recenti, sfruttati 15/20 anni in meno.
Oppure gli SBA....a mio parere grandi strumenti, ma c'è sempre lo sfigato in giro....poco intonato, o con poco suono, poco volume (questa è una caratteristica anche piuttosto comune).
Rimango dell'idea che i Mark VI vadano suonati, e pure tanto.....se uno lo usa come secondo strumento, o peggio terzo....non ha senso avere una macchina da guerra del genere per il puro pensiero che domani varrà di più o quanto meno la stessa cifra!
fcoltrane
12th November 2014, 19:40
mmmmm. effettivamente anche a me risulta che ci sia stata una flessione del valore di vendita.
detto questo il marcolino per me insieme a ba e sba ancora oggi è il miglior sax che si possa desiderare.
le registrazioni che ascolto con piacere sono per il novanta per cento eseguite con questi strumenti.
non è un caso che non solo i musicisti degli anni cinquanta suonassero questi strumenti ma anche moltissimi professionisti contemporanei.
ARVIDAX
12th November 2014, 22:16
Se andiamo sul soggettivo allora si sfora sempre dal discorso base ..........si parlava di valutazione economica del sax.
Il fatto che per te sia "lo strumento" o " la macchina da guerra" sicuramente accresce il valore che gli dai tu al sax ma non ne accresce il valore o il prezzo in termini oggettivi di mercato che si basano su domanda e offerta.
$sax$$$
12th November 2014, 23:04
Forse, sotto l'aspetto puramente economico , non credo che un Mark sia un "ottimo" investimento....ormai il valore di ogni strumento è "tarato" in base al numero di matricola,condizioni generali ecc.....e quando lo vai a comprare spendi un prezzo che probabilmente non salirà più di tanto...la vendita successiva non produrrà molti ricavi....
Per fare un buon investimento con i sax bisognerebbe capire o intuire quali modelli stanno avendo un incremento di richiesta....( forse SML ,Holton, Martin....) così da poterli acquistare a prezzi che saliranno molto......
Forse......:cool:
fcoltrane
12th November 2014, 23:20
Se andiamo sul soggettivo allora si sfora sempre dal discorso base ..........si parlava di valutazione economica del sax.
Il fatto che per te sia "lo strumento" o " la macchina da guerra" sicuramente accresce il valore che gli dai tu al sax ma non ne accresce il valore o il prezzo in termini oggettivi di mercato che si basano su domanda e offerta.
effettivamente la mia valutazione è soggettiva e se dovessi vendere il sax oggi non credo che riuscirei a incrementare il valore di acquisto, (ed io lo ho acquistato parecchi anni fa ) ma è anche vero che anche se mi proponessero il doppio del valore di acquisto non lo venderei per nulla (perché per me il sax è per la vita).
il riferimento alle registrazioni di gente come Trane Rollins e recentemente Brecker Berg Blake Potter è invece un elemento di fatto oggettivo (e per alcuni rilevante ) e credo sia una delle la ragioni del valore diverso in eccesso rispetto ad altri sax di buon livello.
è vero poi che il valore del sax è dato dall'incontro di domanda e offerta ed in effetti molti beni di lusso e non stanno subendo una tendenza al ribasso.
fabioevans
13th November 2014, 00:05
Se andiamo sul soggettivo allora si sfora sempre dal discorso base ..........si parlava di valutazione economica del sax.
Il fatto che per te sia "lo strumento" o " la macchina da guerra" sicuramente accresce il valore che gli dai tu al sax ma non ne accresce il valore o il prezzo in termini oggettivi di mercato che si basano su domanda e offerta.
Dissento dal tuo pensiero. Non è una cosa soggettiva che i più grandi artisti sulla terra si siano affidati al Selmer Mark VI tenore per dare sfogo alla loro geniale creatività.
Il termine "lo strumento" è forse stato frainteso... Non intendo sia LO STRUMENTO, con la S, piuttosto intendevo dire che per la sua versatilità è veramente un eccellente "mezzo" per esprimere le proprie idee e facilmente tirare fuori un suono bello (sempre studio a parte) adatto a tutti i contesti... Macchina da guerra invece era riferito alla sua meccanica robusta e affidabile, oltre che comoda.
Il prezzo non lo decido io, ma le cose buone e ben fatte si pagano. Peraltro, come già scritto, il mercato tiene conto del numero di offerenti....che data la crisi è aumentato molto.
Ripeto che per me gli strumenti vanno suonati, ed è un errore comprare un sax col pensiero di guadagnarci tanti soldi, rispetto ad un altro che magari suona meglio di quello. Io almeno non ho comprato il mio Mark VI per guadagnarci, infatti il prezzo cui lo sto vendendo non mi comporterà un guadagno.
algola
13th November 2014, 07:43
riguardo al mkvi, il prezzo non lo fa la rarità, come giustamente fatto notare dall'analisi in apertura... ma francamente lo strumento in se...
poi qualcuno fa valutazioni sull'incisione, colore delle chiavi, etc... per un suonatore sono poco importanti... per un commerciante sono leve per il prezzo.
attorno al mkvi ci sono miti, leggende... è veramente un sax leggendario! si sentono storie di lastre, leghe, formule andate perdute... quindi tutto si avvolge di un mistero e di un'aurea di magia...con un sapore misto malinconia/nostalgia di un tempo e sound che non tornerà...
poi come in tutti i mercati, anche in questo caso, ci sono gli speculatori, che ad oggi hanno vita difficile...
Il_dario
13th November 2014, 09:40
E' bello questo strumento , ti coinvolge con il suo suono e il suo fascino , ma lasciamo stare tutto questo ed analizziamo "freddamente" il periodo degli anni 60' .
Secondo l'analisi che reputo corretta di Ziubelu in quegli anni il sax professionale più prodotto era quello della Selmer , il sesto modello dal Serie 22 , il Mark VI appunto. I giapponesi stavano nascendo (copiando pedestremente Selmer) gli orientali non esistevano, gli americani stavano delocalizzando le fabbriche in posti meno costosi e alcuni brand stavano sparendo spesso acquistati da Selmer ed utilizzati per sax di seconda fascia.
Quindi un professionista del periodo se voleva comperarsi un sax nuovo non aveva molta scelta, anzi direi che la scelta era quasi obbligata : Selmer Mark VI !
Innegabilmente eran fatti bene , meccanica robusta ma maneggevole suono corposo e "versatile" , tutti oggi riconosciamo che con il Mark VI ci fai quello che vuoi in modo semplice : quindi la Selmer, ditta esperta ed attenta alle esigenze dei musicisti e dei mercati nel periodo ha prodotto un sax , passatemi il termine "neutro" che potesse andare bene per la maggior parte delle esigenze musicali del periodo (oggi diciamo che i sax professionali Yamaha hanno la stessa caratteristica e lo consideriamo quasi un difetto ) . Comunque tornando al Mark VI visto con gli occhi di oggi troviamo che sono ottimi strumenti utilizzati dai mostri sacri del sax !
Gli artisti di oggi hanno una maggior scelta : di sax fatti bene e che suonano ce ne sono parecchi e i produttori, per conquistare le preferenze dei vari professionisti cercano di fare prodotti sempre più personalizzati lavorando su materiali ,sui trattamenti, sulle forme e quant'altro, quindi variegando ulteriormente la produzione e ampliando la scelta !
Numericamente parlando, probabilmente nessun ottimo strumento di oggi sarà considerato dai nostri figli : "lo strumento" !
:smile:
ARVIDAX
13th November 2014, 10:04
Tradotto in legge di mercato ...in passato l'offerta ad un certo livello era fatta da pochi e quindi la richiesta convogliava tutta su Selmer . Ovviamente se i mostri sacri avendo a disposizione poca scelta convogliavano su Selmer questo contribuiva ad aumentarne la richiesta ,arrivando a creare la leggenda .
Oggi è tutto diverso hai a disposizione una produzione di sax molto variegata e differenziata e questo disperde la richiesta mentre la crisi la contrae per cui il valore delle cose tende al ribasso ...anche il MKVI è coinvolto in queste dinamiche .
Se poi vogliamo andare sulle valutazioni tecniche il famoso tutto ce lo fai con 1000 sax , la meccanica robusta la trovi in 1000 sax e il suono lo trovi in un po' meno sax ma comunque ce ne sono tanti che te lo possono dare a cifre molto inferiori da nuovi rispetto al MKVI di decine di anni .
La Selmer era arrivata a creare un mito ma a differenza di altri marchi in altri settori (per esempio Harley Davidson) non è riuscita a renderlo eterno per cui anche per lei valgono le leggi di mercato mettetevi l'anima in pace.
Ziubèlu
13th November 2014, 11:35
MMMhhh non sono d'accordo sul fatto che negli anni 60 il Mark VI fosse praticamente l'unico sax a disposizione dei grandi del Jazz:
Cerano i Beucher, i Buffet, i Conn, i King e i Martin. Oltre a questi sul mercato ed in mano ai professionisti c'erano già un ottimo numero di Balance e Balance Action Selmer.
Allora il Mark VI è stata proprio una scelta per il professionista. Allora il Mark VI era un modello nuovo di trinca ed un numero altissimo di professionisti ha preferito prendersi un sax appena prodotto rispetto a comprare un "vintage" o un ottimo sax di qualche anno più vecchio come i sopra citati. Quindi è innegabile che il Mark VI allora avesse qualcosa in più rispetto a tutti gli altri.
Io suono ormai sempre il mio Borgani ma devo ammettere che lo faccio in parte per il suono a cui sono più abituato ed in grandissima parte per una questione puramente affettiva: mi sento proprio fisicamente in colpa se suono un altro sax. Ieri sera però ho ripreso in mano il MVI e cacchio devo ammettere che leggerezza, vibrazioni e meccanica sono davvero incredibili. E' vero che ti da la sensazione di essere più leggero ma non solo sul collo, anche dentro la testa.
E' uno strumento eccezionale e probabilmente se oggi non avendo un sax mi chiedessero "spenderesti 5000 euro per un Borgani nuovo o per un ottimo Mark VI usato?" sceglierei sicuramente il secondo.
Ma cmq credo che oggi questo sax sia arrivato al massimo del suo valore e la sua curva potrà solo naturalmente scendere!
fcoltrane
13th November 2014, 13:07
quello che riferite corrisponde in sostanza a quello che credo anche io .
Ziubelu ha esposte alcune delle osservazioni che anche io avevo notato.
non so se possa considerarsi un buon investimento o se ormai la curva sarà solo discendente (ad onor del vero spero nella seconda ipotesi così prima o poi ne prendo uno argentato :mrgreen: anche se rischio con i tempi che corrono di dover vendere il mio:pianto: )
un altro aspetto metto in risalto e ritengo influisca ad incrementarne il valore.
oggi siamo nel 2014 , molti professionisti di altissimo profilo continuano a suonare con questo strumento.
come deve considerarsi questa scelta?
anche io credo che oggi il livello qualitativo della produzione dei sax sia molto alto , ma a maggior ragione il fatto che molti continuino a suonare il marcolino conferma il valore qualitativo di questo sax.
se io che sono una pippa sassofonistica suono il marcolino non influenzo alcuno , ma se lo suonano i migliori sassofonisti contemporanei .......
tutto ciò influisce sulla domanda e sulla offerta .
infine ricordo di un soprano appartenuto a S. Lacy , di un tenore argentato di S . Grossman , di un tenore di Coltrane, ecc..
i prezzi vistosamente lievitati , e stranamente erano dei marcolini assolutamente originali senza modifiche per il musicista di turno.
tutto questo per dire che la legge della domanda e dell'offerta risponde per questi oggetti a criteri che a volte sono poco giustificabili e comprensibili. (ma che si impadroniscono di molti di noi me per primo)
Il_dario
13th November 2014, 13:48
......MMMhhh non sono d'accordo sul fatto che negli anni 60 il Mark VI fosse praticamente l'unico sax a disposizione dei grandi del Jazz:
Cerano i Beucher, i Buffet, i Conn, i King e i Martin. Oltre a questi sul mercato ed in mano ai professionisti c'erano già un ottimo numero di Balance e Balance Action Selmer.
Allora il Mark VI è stata proprio una scelta per il professionista. Allora il Mark VI era un modello nuovo di trinca ed un numero altissimo di professionisti ha preferito prendersi un sax appena prodotto rispetto a comprare un "vintage" o un ottimo sax di qualche anno più vecchio come i sopra citati......
Non ho detto che fosse l'unico a disposizione , quindi parliamo dei modelli in produzioni negli anni 60 : Buescher andava cessando la produzione dei modelli Aristocrat dal 1930 e i modelli 400 nati nel '40 la ditta è stata poi assorbita dalla Selmer nel 63 !
Buffet ha messo in produzione il Super DynAction, molto valido e molto quotato negli ambienti Classici !
Conn dopo il 60 con i trasferimenti produttivi a Nogales ha perso un po' tutto il carisma e forse anche la qualità, oggi li chiamiamo MexiConn . King costruiva i Super 20 sax favolosi , molto quotati nell'ambiente Jazz, in quegli anni ha apportato modifiche costruttive agli strumenti in concomitanza con il trasferimento del sito produttivo , ed oggi gli ultimi nati non sono molto richiesti !
Quindi torniamo ancora al mio pensiero : se un professionista in quegli anni voleva comperarsi un sax nuovo (moderno, nuova concezione) il Selmer Mark VI nuovo nato di Casa Selmer era il sax per tutti ! :wink:
ARVIDAX
13th November 2014, 14:39
Ziubelù l'ipotesi giusta è
Spenderesti 7.000 euro per il Marcolino (come lo chiamate voi) 5 digit , strafigo con i sensori di parcheggio e air bag datato di decenni o meno della metà per uno nuovo ???
Il mercato risponde...... e i marcolini vanno sempre più nel settore vendesi come il tuo che alla fine vendi perché ne hai trovato uno che ti piace di più come suono e che costa sicuramente meno ......
Hai la risposta di mercato a casa tua .........e hai il marcolino nel vendesi
SAXFOH79
13th November 2014, 15:21
Considerazione N1:
-vorrei un MK VI?..Si!
Considerazione N2:
-compreresti un MK VI?..No!
Perché?
Nel primo caso perché è uno strumento "leggendario"!!
Nel secondo caso perché "non si vive di leggende"!!
Terza considerazione:
-il più prodotto.?.
questo si è tradotto in poco controllo qualità ed è per questo che molti moltissimi MK VI non sono all'altezza del proprio Blasone!
Sono strumenti "vintage",ma molti sono semplicemente "vecchi",con lastre consumate,camini "molati",saldature,colonnine al quale è ormai impossibile un ulteriore svasata per ficcare una vite sempre più grossa ecc...
quindi chiudendo l'OT e rispondendo alla domanda titolo del post..Per me oggi un MK VI non è un investimento,ma un rischio!chi l'ha e ci si trova bene lo tenga e ci suoni fino all'esaurimento oppure lo riponga in una bella teca!!
Il vintage è bello ed anche io ne sono un grande appassionato,ma è "moda" ed un bell'abito firmato non sarà mai "un investimento",ma solo un piacere "personale e temporaneo"....
la tecnologia ci ha cambiato e con noi la musica..bisogna vedere anche le tendenze future prima di un investimento..
Poi un ultimissimo pensiero..
se i big hanno inciso dischi con un determinato sax,bocchino o ancia,non fa di quel setup il migliore...sono scelte legate dal tempo, dalla territorialità,dagli sponsor,ecc..poi sicuramente avranno goduto della migliore selezione..
gf104
13th November 2014, 15:47
investimenti:
la Borsa è un capitale di rischio
MKVI è un sax da rischio!
e da un po di tempo non sono pochi quelli che restano col cerino acceso in mano!
fcoltrane
13th November 2014, 16:03
mmmm. il vostro discorso è chiaro, soprattutto per i sassofonisti dei tempi andati .
ma per i professionisti e straordinari musicisti dei nostri giorni?
è possibile che siano tutti con le orecchie foderate di prosciutto?
non è possibile che a ancora oggi per molti questo sax rappresenti il meglio che il mercato offre?
non credo che tra noi sassofonisti siano molti quelli che acquistano per investire (o per speculare) in genere quelli che acquistano un sax di questo tipo lo fanno per passione e per suonare.
non desidero andare ot ma mi sembra ingeneroso descrivere il mark6 come un sax semplicemente vecchio.
(è anche vero però come dice Saxfoh79 che la qualità dei sassofoni non è sempre la stessa , ed aggiungo che questo vale per tutti i sax vecchi e nuovi ).
il vintage una moda ?
forse per alcuni ........ ma per altri (ed io sono tra questi ) è più una fede:mrgreen:.
Ziubèlu
13th November 2014, 16:32
Ziubelù l'ipotesi giusta è
...come il tuo che alla fine vendi perché ne hai trovato uno che ti piace di più come suono e che costa sicuramente meno ......
Hai la risposta di mercato a casa tua .........e hai il marcolino nel vendesi
Aspetta c'è stato un misunderstanding. Io ho comprato prima il Borgani e solo un paio di anni fa il Mark VI perché volevo un sax vintage da affiancare al mio. Ho trovato un modello davvero riuscito, ottimo in tutti gli aspetti e l'ho preso al volo. Non ho nessuna intenzione di venderlo.. me lo tengo bello stretto!
Quando lo suono mi rendo davvero conto di cosa avessero creato ai tempi in Selmer.. un sax davvero straordinario, soprattutto pensando a quegli anni. Il mio è uno di quelli buoni e probabilmente rimarrà in casa finchè ci rimarrò io.
Il motivo percui suono il Borgani è lontano dalla perfezione dalla meccanica o dalla modernità dello strumento. Il Borgani è più pesante, ha un'ottima meccanica ma non al livello del Mark VI ed è facile ma non al livello del Mark VI. Diciamo che il mio Borgani è un ottimo strumento ma oggi ne ho in casa uno sotto molti aspetti migliore.
Il problema è che il Borgani è il "mio".. è proprio amore. Oltretutto non è vero che il Borgani costa molto meno!
fabioevans
13th November 2014, 17:38
questo si è tradotto in poco controllo qualità ed è per questo che molti moltissimi MK VI non sono all'altezza del proprio Blasone!
Sono strumenti "vintage",ma molti sono semplicemente "vecchi",con lastre consumate,camini "molati",saldature,colonnine al quale è ormai impossibile un ulteriore svasata per ficcare una vite sempre più grossa ecc...
......
Il vintage è bello ed anche io ne sono un grande appassionato,ma è "moda" ed un bell'abito firmato non sarà mai "un investimento",ma solo un piacere "personale e temporaneo"....
la tecnologia ci ha cambiato e con noi la musica..bisogna vedere anche le tendenze future prima di un investimento..
Poi un ultimissimo pensiero..
se i big hanno inciso dischi con un determinato sax,bocchino o ancia,non fa di quel setup il migliore...sono scelte legate dal tempo, dalla territorialità,dagli sponsor,ecc..poi sicuramente avranno goduto della migliore selezione..
+1
Quoto quello che dice Saxofoh79, però in parte....ci sono molti professionisti sul forum che sperimentano continuamente nuovi setup, e nuovi strumenti, nuovi materiali, insomma ciò che possa dare la possibilità di avvicinarsi quanto più possibile al SUONO....(quale?....quello che si ha in testa o che si ascolta dai grandi sassofonisti leggendari, e che di norma si cerca di riprodurre).
Può sembrare banale, ma avrete notato che, ad esempio, come Chris Potter cambia strumento c'è chi ricerca quello strumento, con quella particolare finitura, oppure come il Grande Nome X passi ai becchi Navarro...tutti ricerchino quel modello....di imboccatura. E' la base del commercio, la pubblicità.
Alla domanda di Arvidax: compreresti un Mark VI stravecchio a 7000 euro piuttosto che un nuovo a 3500? Rispondo si, lo farei se lo strumento riuscisse a darmi quello che cerco, e mi consentisse di esprimermi con estrema facilità beneficiando di un suono e di una meccanica agevoli e soprattutto SE SUPERASSE IL CONFRONTO CON UN NUOVO....altrimenti non lo farei.
Vorrei porvi la stessa domanda al contrario: comprereste un'imboccatura Ottolink Vintage a 800 euro se nuovo costa solo 80????? Allora perché non suonate tutti con quella di 80 euro? (io risponderei se suona come dico io ed è adatto al mio tipo di emissione SI, LA COMPREREI). Perché prima le cose venivano progettate e realizzate bene, a mano, attualmente con la produzione industriale funziona un becco su 10.
Se andiamo su quelli rifiniti a mano indubbiamente cambiano i numeri. Ne funziona 1 su 3....c'è sempre da verificarli, però.
Quando sono andato a provare i Cannonball, il negoziante mi chiese che tenore avessi e perché non l'avessi portato....risposi che non c'era confronto...se l'avessi portato non avrebbe venduto nessun Cannonball, secondo me, che avevo l'originale, al quale si ispiravano i modelli testati. (Ma ciò non toglie che qualcun' altro la poteva pensare diversamente, se tali strumenti si adattavano alla sua emissione).
Il mercato non è solo fatto di domanda/ offerta, ma di musicisti che cercano strumenti, equipaggiamenti (bocchini, accessori vari, ance, legature) VALIDI. Se un determinato bene veniva realizzato secondo certi canoni negli anni 60 (a mano, con materiali scelti che risuonavano veramente) che ben venga il vintage, altrimenti ci compriamo le cineserie attuali, oppure strumenti validi, ma non che necessariamente soddisfino l'utente medio in termini di prestazioni.
Ritornando al discorso dell'investimento: io credo che il Mark VI lo sia veramente, solo che girano pochi soldi e la gente si accontenta di altri strumenti che offrono un buon compromesso di prestazioni, con un minimo di investimento.
Non me ne voglia chi la pensa diversamente...gli strumenti vanno acquistati per essere suonati, e più si suonano e più migliorano. E' come aver pagato per 40/80 anni un buon soffiatore che te lo ha suonato, e gli ha impresso la sua "impronta sonora".
Il_dario
13th November 2014, 17:52
Non me ne voglia chi la pensa diversamente...gli strumenti vanno acquistati per essere suonati, e più si suonano e più migliorano.
:ylsuper:
Se sono inizialmente validi sono perfettamente d'accordo !
E' come aver pagato per 40/80 anni un buon soffiatore che te lo ha suonato, e gli ha impresso la sua "impronta sonora".
:naughty:
Prendi un sax a a cui sono stati cambiati i tamponi sugheri qualche molla ed è stato slaccato o è stato lavato o chissa cos'altro , spiegami dove si trova l'impronta sonora ! Mi ricorda quel tale che mostrava orgoglioso la scure del bisnonno a cui il nonno aveva cambiato il manico ed il padre la lama :wink:......
pacman
13th November 2014, 20:15
Origine del culto idolatrico
12L'invenzione degli idoli fu l'inizio della prostituzione,
la loro scoperta portò la corruzione nella vita.
13Essi non esistevano al principio né mai esisteranno.
14Entrarono nel mondo per la vanità dell'uomo,
per questo è stata decretata per loro una rapida fine.
15Un padre, consumato da un lutto prematuro,
ordinò un'immagine di quel suo figlio così presto rapito,
e onorò come un dio chi poco prima era solo un defunto
ordinò ai suoi dipendenti riti misterici e di iniziazione.
16Poi l'empia usanza, rafforzatasi con il tempo,
fu osservata come una legge.
17Le statue si adoravano anche per ordine dei sovrani:
i sudditi, non potendo onorarli di persona a distanza,
riprodotte con arte le sembianze lontane,
fecero un'immagine visibile del re venerato,
per adulare con zelo l'assente, quasi fosse presente.
18All'estensione del culto
anche presso quanti non lo conoscevano,
spinse l'ambizione dell'artista.
19Questi infatti, desideroso di piacere al potente,
si sforzò con l'arte di renderne più bella l'immagine;
20il popolo, attratto dalla leggiadria dell'opera,
considerò oggetto di culto
colui che poco prima onorava come uomo.
21Ciò divenne un'insidia ai viventi,
perché gli uomini,
vittime della disgrazia o della tirannide,
imposero a pietre o a legni un nome incomunicabile.
fcoltrane
13th November 2014, 20:55
eheheheh questo perchè non sei arrivato a Gosuè e la caduta di Gerico.
potrai notare la curva del mark 6 nello shofar e la campana nelle trombe descritte e di cui è rimasta traccia in antiche monete.
si racconta che in casa selmer si siano ispirati :mrgreen: ...........
LivioM
13th November 2014, 22:18
Caro Pac, hai omesso di proposito il primo versetto?
"Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge
implora un legno più fragile della barca che lo porta."
:laughing:
pacman
13th November 2014, 22:41
fcoltrane, mi manca quell'episodio! andrò a leggermelo! :biggrin:
LivioM, non ho capito cosa intendi, sono un po' duro.. :confused:
non volevo portare OffTopic, era solo uno spunto di riflessione più in generale sul valore attribuito alle cose. dire se sia un investimento è difficile data la situazione odierna, ma finché il mark6 sarà giudicato in un certo modo (a ragione o a torto, per le sue qualità decantate negli anni), finché le nostre condizioni economiche ce lo consentiranno, finché il sogno durerà, sarà sempre sulla cresta dell'onda.
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