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Visualizza Versione Completa : Compensi dopolavoristi vs professionisti



bonnygonfio
13th September 2014, 16:35
Ciao a tutti, so che aprendo questa discussione tocco un tema caldo e molto spinoso, ma vorrei sapere come la pensate voi.

Premessa iniziale: Il mio gruppo principale è formato da 7 persone. delle quali solo il batterista lo fa di professione mentre gli altri ( come me ) sono della categoria "dopolavoristi" cioe' dilettanti che pero' se la cavano degnamente per esibirsi con discreti risultati.

Detto questo l'altra sera, dopo un bel concerto in un locale della zona, vengo avvicinato da un musicista "professionista" ( non sassofonista ) che ci fa i complimenti e, parlando del piu' e del meno, mi chiede quanto avevamo pattuito di compenso per la serata. Io non ne faccio mistero e gli dico la cifra, secondo me giusta per il tempo dedicato alla serata e per il nostro standard di bravura. Insomma non ci siamo svenduti pero' non siamo neanche i pink floyd ecco... Per tutta risposta inizia a farmi una gran filippica sul fatto che come minimo dovevamo chiedere il doppio perchè senno' rubiamo il mestiere a loro ( i professionisti ) e che comunque non si puo' scendere sotto certe cifre perchè è oltraggioso per chi lo fa come lavoro e ci vive...insomma le solite cose che, purtroppo, accadono. Seccato un po' dal suo atteggiamento da "moralista" gli ho detto che mi piacerebbe vedere, di tutti i locali dove lui ha suonato, le fatture da lui emesse ai vari gestori. E, suonando piu' o meno 3 volte a settimana, avrebbe dovuto avere almeno come minimo un centinaio di fatture...per non parlare della fatturazione delle ore di insegnamento a casa propria...

Ovviamente è impazzito dalla rabbia, cercando le scuse piu' disparate su come giustificarsi ed è andato via.

Ora il discorso è molto semplice. Se da un lato c'è giustamente da fare la guerra al dopolavorista che magari si fa dare poco o nulla per suonare non vedo perchè poi il professionista, perchè tale, si debba permettere di incassare il giusto compenso ma evadendo le tasse a spese di chi ha un lavoro normale e le tasse le paga. Una vera regolamentazione del settore, secondo me, dovrebbe partire proprio dai professionisti e proprio da questo "malcostume" di entrambe le parti.

Un'altra osservazione. Penso che chi prende un professionista in un locale sappia quale risultato voglia ottenere e, nel mio piccolo, non penso che il risultato che posso offrire io con il mio gruppo possa essere paragonabile a quello di un professionista. Quindi alla fine non penso di rubare nulla a nessuno.

Voi cosa ne pensate, sbaglio?

Mad Mat
13th September 2014, 16:44
http://www.welovemercuri.com/images/fungo.jpg

gf104
13th September 2014, 17:01
la tendenza più o meno generale è quella di "arrangiarsi" e non solo nelle 2 categorie da te citate

poi ci sono quelli che per i motivi più disparati non possono "arrangiarsi" e quindi sono costretti a fare quello che non vorrebbero...ma a denti stretti

Bluesax
13th September 2014, 17:54
E' un discorso molto ampio e alla fine si finisce a fare la guerra tra poveri. Personalmente non ho nulla contro chi suona per hobby o solo per passione e si accontenta di un panino e una birra o solo di un piccolo rimborso spese.
Per me il punto è che non ci sono locali divisi per "fascia", cioè l'errore è che nello stesso locale ci possa andare l'amatore e il professionista perchè ovviamente il gestore tira a ribassare i compensi con gruppetti vari che si accontentano di due lire.
C'è poi da dire che "professionista" non è sinonimo di qualità eccelsa come "dopolavorista" non lo è in senso denigratorio, quindi quello che andrebbe valutato è il progetto che si presenta e come lo si esegue e da li il compenso.Chiaro che se chiami un "nome" le cose cambiano ma per il resto è così.Ci sono locali che si sono talmente svenduti da far suonare cani e porci, il proliferare di sti duetti voce e chitarra che alla fine della fiera fan piano bar... Questi sono i danni per chi ha l'ambizione e la pretesa del tutto lecita di campare della propria professione.Per le fatture....mah se i locai facessero regolari contratti e compensi adeguati avrebbe senso....

Il_dario
13th September 2014, 17:55
Non credo esista una qualifica di "dopolavorista" che giustifichi un introito esentasse , quindi la domanda che mi sorge spontanea è : ma tu o il tuo gruppo avete emesso fattura, ricevuta o qualsiasi cosa sia prevista per giustificare il compenso della serata ?
In caso positivo non hai rubato nulla a nessuno, in caso contrario non ne sarei molto sicuro !
My two cents

re minore
13th September 2014, 18:07
Bonny, sono nella tua stessa situazione: suono in due gruppi ed in entrambi siamo tutti dilettanti tranne un professionista: in uno il professionista e' uno dei cantanti e nell'altro il tastierista.

E sono con te. Nessuno ruba il mestiere a nessuno: se voglio giocare gioco, se voglio farmi pagare mi faccio pagare e se voglio suonare gratis suono gratis. Siamo liberi, io sono libero, e se mi va di suonare suono con buona pace dei professionisti. Ma diamine, il protezionismo deve finire per tutti, per i tassisti, per i notai, per i farmacisti. E non iniziare per i musicisti.

A me se qualcuno mi facesse un discorso simile gli chiederei se secondo lui ho il diritto di dipingere un quadro e venderlo, oppure no...

bonnygonfio
13th September 2014, 18:43
Rispondo al Il dario.

Di solito il "non professionista" firma la dichiarazione di esenzione enpals, nella quale barrare la casella " dichiara di essere lavoratore dipendente e pertanto già tenuto alla contribuzione previdenziale obbligatoria" .
Inoltre barra la casella "dichiara di non eccedere i 5000 euro di compensi annui" per le esibizioni musicali oppure di contribuire a titolo gratuito.
Quindi io non eccedo certo i 5000 euro annui di compensi per suonare (forse mangio per 5000 euro prima delle esibizioni, quello si....) e soprattutto nella mia busta paga da dipendente ho tutto i mesi circa 1200-1300 euro di trattenute con le quali chi non emette fattura e dichiara un reddito minimo poi si paga le medicine e gli esami all'ospedale. Basta?

Rispondo poi a Bluesax per quanto riguarda i contratti regolari. Per quanto riguarda un contratto di prestazione occasionale la legge non richiede che il rapporto di collaborazione occasionale venga formalizzato in un atto scritto. In altre parole il committente e il collaboratore possono accordarsi anche a voce sulle condizioni che regoleranno il loro rapporto. Quindi quella che i gestori non vogliono fare contratti è una balla.
Dal punto di vista delle trattenute IRPEF il lavoratore occasionale è soggetto a ritenuta d’acconto per l’ammontare del 20% del compenso lordo pattuito.
Gli obblighi di contribuzione (ossia i contributi per la pensione e l’assistenza) sono invece previsti soltanto per l’ipotesi in cui il reddito complessivo del collaboratore superi la soglia dei 5.000 euro all’anno (iscrizione gestione separata inps). Per calcolare se il limite dei 5.000 Euro annui viene rispettato o meno occorre calcolare tutti i redditi da lavoro occasionale prodotti nell'arco dell'anno solare da parte del collaboratore anche se le somme sono percepite da committenti diversi. In parole povere se adesso chiedo 200 euro a serata ne dovrei chiedere 300 o 350 per portare a casa il netto e pagare regolarmente le tasse e i contributi previdenziali. E siam sempre li...chi me lo fa fare?

Se uno vuol lavorare in proprio ha degli obblighi di legge. Se non li rispetta diventa per me un lavoratore in nero a tutti gli effetti. Questo è quanto.

Poi il problema è il sistema che spinge i professionisti a comportarsi cosi' per campare e non punisce chi si "svende" a suonare.

Bluesax
13th September 2014, 19:25
Bonny, sono nella tua stessa situazione: suono in due gruppi ed in entrambi siamo tutti dilettanti tranne un professionista: in uno il professionista e' uno dei cantanti e nell'altro il tastierista.

E sono con te. Nessuno ruba il mestiere a nessuno: se voglio giocare gioco, se voglio farmi pagare mi faccio pagare e se voglio suonare gratis suono gratis. Siamo liberi, io sono libero, e se mi va di suonare suono con buona pace dei professionisti. Ma diamine, il protezionismo deve finire per tutti, per i tassisti, per i notai, per i farmacisti. E non iniziare per i musicisti.

A me se qualcuno mi facesse un discorso simile gli chiederei se secondo lui ho il diritto di dipingere un quadro e venderlo, oppure no...

Mah...non penso funzioni proprio così...cosa centra il protezionismo? Se tu suoni gratis, secondo te il gestore di quel locale poi perchè dovrebbe pagare chi invece lo richiede giustamente? Boh....certo siamo tutti liberi... :mha!(

Rockandrollaz
13th September 2014, 20:08
Mah secondo me è molto più semplice di quello che può sembrare. Ovviamente se sei agli inizi suoni anche gratis per divertirti e per fare esperienza, mano a mano che il tuo livello sale (se studi e hai un minimo di talento) è naturale che inizi a porre tu stesso dei limiti..
Poi è ovvio che l'organizzatore di un qualsiasi evento è libero di scegliere chi ingaggiare, e che livello di qualità offrire al suo pubblico. Poi sta al singolo "sapersi vendere", nel senso che non sempre forse il livello della performance coincida con il livello del cachet..
In realtà non è molto diverso dal mondo del lavoro, c'è chi non sa fare un cacchio e prende molti soldi, c'è chi è preparato e magari è oberato e piglia 900€ al mese...
Qui a Madrid c'è un tacito accordo tra musicisti che per meno di 50€ a testa non si suona, o come fanno in molti locali, al gruppo va l'incasso fatto all'ingresso, mentre il locale incrementa la vendita del bar per quella serata. Se si ha un discreto seguito si può tornare a casa con un po' di soldini.
Secondo me eh

Rockandrollaz
13th September 2014, 20:13
er i musicisti.

A me se qualcuno mi facesse un discorso simile gli chiederei se secondo lui ho il diritto di dipingere un quadro e venderlo, oppure no...

Mah...non penso funzioni proprio così...cosa centra il protezionismo? Se tu suoni gratis, secondo te il gestore di quel locale poi perchè dovrebbe pagare chi invece lo richiede giustamente? Boh....certo siamo tutti liberi... :mha!(

Se faccio uno scarabocchio e mi offrono x€ io lo vendo immediatamente.

Il gestore del locale forse pagherebbe di più qualcuno che ha un nome e/o suona meglio? Se vuole proporre qualcosa di qualità, senno suona pinco pallino, ma se suona troppo male la gente entra e esce (se ne capisce qualcosa, ma qua entriamo in un altro tipo di discorso).
Forse però è proprio questo altro tipo di discorso il nocciolo della questione, cioè il livello del pubblico.. Ma forse è un altro thread..

mascio
13th September 2014, 20:19
http://www.welovemercuri.com/images/fungo.jpg
Un bel nodo sicuramente. Temo che in un tale discorso non c'e' "la soluzione" o "la verità" E' come tutti hanno ragione e tutti hanno torto alla stessa volta. Ammetto che la libertà personale proposta eloquentemente da re minore ha una forte risonanza con me, ma in realtà neanche questo ci porta all'utopia. Sicuramente una guerra tra noi poveri non ci conviene.

nikoironsax
13th September 2014, 20:22
Certo che finché c'è gente che paga e applaude orchestrine che suonano live grazie ad un bel disco registrato, io mi sentirò libero di suonare a gratis per una birra...

re minore
13th September 2014, 20:50
...non penso funzioni proprio così...cosa centra il protezionismo?...

Protezionismo in senso lato: il discorso "possono suonare solo i professionisti" e' protezionista - ma e' vero che qui la questione e' leggermente diversa. Comunque il professionista del racconto aveva una posizione protezionista, in quanto voleva limitare la liberta' di un individuo al fine di difendere la propria fonte di reddito.


...Se tu suoni gratis, secondo te il gestore di quel locale poi perchè dovrebbe pagare chi invece lo richiede giustamente?...

Se io suono gratis il gestore del locale e' libero di scegliere se vuole me gratis o uno piu' bravo a pagamento. Qual e' il problema? Del resto migliaia di programmatori di computer lavorano gratis, oggi, e nessuno si scandalizza. Tanto meno i programmatori "professionisti".

Io comunque, detto per inciso, in una occasione commerciale gratis non suono davvero. Per beneficenza invece si'. Ma e' una scelta mia, altri possono fare diversamente.

bonnygonfio
13th September 2014, 21:09
Il mio discorso cerca di spostare l'attenzione su un' altro punto molto importante. Un professionista non si puo' permettere di dire che io gli "rubo" il lavoro visto che se ci va lui al mio posto prende 3 volte tanto ma non paga le tasse.

xavabal
13th September 2014, 23:16
Mah, per me nella vita ci vuole rispetto.
E un musicista che va a suonare gratis, o per 20€(esempio)
Rovina gli altri musicisti, e non ha alcun rispetto.
poi ogni uno e libero di fare ciò che crede giusto, ma il rispetto dovrebbe essere la base.

Il_dario
14th September 2014, 00:16
Bonny, certo cosi facendo sei un lavoratore occasionale , devi rilasciare una ricevuta del compenso avuto; basta il tuo codice fiscale, non serve aprire una posizione IvA , se poi non superi i 5000 euro anno va bene cosi ! Fiscalmente sei ok !
Professionalmente non so... In italia ci sono un sacco di persone che fanno un secondo ed un terzo lavoro occasionalmente, senza versare contributi e pagare tasse perchè magari non raggiungono i limiti minimi oppure dichiarano di non raggiungerli... Ciò non toglie che chi di quei lavori ne fa una professione, ha delle tariffe più alte in quanto deve (o dovrebbe ) pagare le tasse e quindi vede il concorrente dopolavoristico come un concorrente sleale : puoi dargli torto ?

STE SAX
14th September 2014, 00:42
tutto vero Dario, e io sono d'accordo, ma allora posto che i locali purtroppo piu' di tanto non pagano chi suona non da professionista cosa deve fare, suonare nel proprio salotto? Dico una provocazione, e' il professionista che fa concorrenza a noi dopolavoristi. I piccoli ristoranti, i pub di periferia, le pizzerie e tutte le situazioncine secondarie non sono roba da professionisti, ma il palco per chi come noi suona per divertirsi. I professionisti dovrebbero avere palchi piu' nobili, locali storici del jazz italiano, piazze etc. Certo, si tratta di situazioni difficili da prendere vista la concorrenza dei grossi nomi e di quelli bravi ma se uno fa il professionista sono quelli i loro "antagonistai non certo noi poveri suonatori da pizzeria. Il fatto che il professionista debba scendere di livello riguardo la tipologia dei locali e il livello dei compensi e' una conseguenza della crisi ma non ne siamo noi i responsabili, non possiamo mica sparire

Il_dario
14th September 2014, 01:26
Parti dal presupposto che il professionista sia più bravo dell'amatore e quindi pur di lavorare si "abbassa " a suonare nei bar e ristoranti ! Per me il professionista è colui che lo fa di professione , indipendentemente dalla luogo ove si esibisce e dalla sua bravura !
Ho conosciuto una ragazza (saxwoman) che si guadagna da vivere suonando in bar e ristoranti , uno stereo alcune basi e fa spettacolo canta suona e balla , da sola !
Brava ? Mmhhhhh molti di voi che ho sentito suonare siete molto più bravi , indubbiamente , eppure non lo fate di professione ! È solo una questione di scelta di vita da rispettare (cit. Xavabal)

ernia
14th September 2014, 05:52
Io sono fuori da questi discorsi perchè al massimo potrei farmi pagare per smettere di suonare, però viviamo in un paese dove il libero mercato viene osannato ormai da parecchio tempo.
Io faccio l'impiegato tecnico da anni, venti anni fa a Bologna un facchino prendeva poco più di me. Adesso, dato l'avvento di manodopera stranera a basso costo e data la scarsa qualificazione professionale richiesta ad un facchino, prendono circa la metà con contratti privi di (quasi) ogni garanzia.
Io credo che se un professionista risente della concorrenza dei dopolavoristi (essendo tutti e due fiscalmente in regola) o non è abbastanza qualificato o vorrebbe guadagnare troppo o si deve cercare un altro lavoro e poi suonare la sera.
Poi che ci si rimanga male lo capisco, e capisco anche che magari si cerchi di fare qualche serata senza fattura per restare a galla, però per i facchini non ho sentito nessuno protestare.

Taras
14th September 2014, 07:56
L'importante è non svendersi e farsi rispettare e preservare la propria dignità ...non accettare di suonare gratis o in condizioni non idonee allo svolgimento di un evento artistico ...chi fa Musica lavora...chiunque esso sia...dignità e consapevolezza...chi sfrutta il lavoro è da condannare come chi inconsapevole si fa sfruttare...è giusto fissare un compenso minimo dignitoso per tutti i musicisti e pretendere la copertura previdenziale e assicurativa e i requisiti logistici e audio minimi idonei allo svolgimento di un evento artistico musicale...i locali mettessero i dischi se non si attengono a queste regole...rispettare e far rispettare la musica dal vivo e l'Arte...se suoni o fai Arte Ti "diverti" sempre 24 ore al giorno...non facciamoci prendere in giro...

re minore
14th September 2014, 08:22
tutto vero Dario, e io sono d'accordo, ma allora posto che i locali purtroppo piu' di tanto non pagano chi suona non da professionista cosa deve fare, suonare nel proprio salotto? Dico una provocazione, e' il professionista che fa concorrenza a noi dopolavoristi. I piccoli ristoranti, i pub di periferia, le pizzerie e tutte le situazioncine secondarie non sono roba da professionisti, ma il palco per chi come noi suona per divertirsi. I professionisti dovrebbero avere palchi piu' nobili, locali storici del jazz italiano, piazze etc. Certo, si tratta di situazioni difficili da prendere vista la concorrenza dei grossi nomi e di quelli bravi ma se uno fa il professionista sono quelli i loro "antagonistai non certo noi poveri suonatori da pizzeria. Il fatto che il professionista debba scendere di livello riguardo la tipologia dei locali e il livello dei compensi e' una conseguenza della crisi ma non ne siamo noi i responsabili, non possiamo mica sparire

Analisi corretta, indubbiamente. Quoto al 100%.

bonnygonfio
14th September 2014, 08:22
Giustissimo gianni il passaggio " pretendere la copertura previdenziale e assicurativa " . Quello che contesto io infatti è il fatto che chi lo fa come lavoro è tenuto ad adempiere a gli obblighi di legge come ogni altro lavoratore, spesso invece disattesi. Allora poi non puoi andare a lamentarti con chi, a torto o ragione, decide di esibirsi gratis. E' come il negoziante che vende le magliette in nero che poi si va a lamentare del senegalese in spiaggia per concorrenza sleale...

Bluesax
14th September 2014, 09:05
L'importante è non svendersi e farsi rispettare e preservare la propria dignità ...non accettare di suonare gratis o in condizioni non idonee allo svolgimento di un evento artistico ...chi fa Musica lavora...chiunque esso sia...dignità e consapevolezza...chi sfrutta il lavoro è da condannare come chi inconsapevole si fa sfruttare...è giusto fissare un compenso minimo dignitoso per tutti i musicisti e pretendere la copertura previdenziale e assicurativa e i requisiti logistici e audio minimi idonei allo svolgimento di un evento artistico musicale...i locali mettessero i dischi se non si attengono a queste regole...rispettare e far rispettare la musica dal vivo e l'Arte...se suoni o fai Arte Ti "diverti" sempre 24 ore al giorno...non facciamoci prendere in giro...

Quoto tutta la vita. ::saggio::

xavabal
14th September 2014, 13:01
Taras ti quoto tutto la vita, ohhh finalmente

Jason Kessler
14th September 2014, 23:01
Credo sia scontato il necessario rispetto per la musica, il professionista che gli ha dedicato la vita ed il lorp necessario riconoscimento economico.
Dall'altro lato però ritengo che amche gli amatori, come me, abbiano diritto di esprimersi e esibersi, anche gratuitamente.
Entrambi abbiamo le nostre motivazioni, tutte fondate.

Il probelma sorge per un semplice motivo, in Italia non esiste la cultura della musica live, anzi, ormai non esiste cultura. Il 95% degli ascoltatori non è in grado di distinguere se chi sta suonando è un amatore o un professionista. I locali nei quali si può suonare sono sempre meno, non esiste una programmazione, e da lì passano tutti, sempre che si riesca a garantire in minimo di ritorno economico al gestore.
Se i clienti fossero in grado di distinguere la musica di qualità e la cercassero frequentando i locali che la proponessero le cose forse cambierebbero, anche se tra siae e fisco si ammazza tutto.
Se ci fosse più appetito di musica vera, ci potrebbe essere spazio sia ai professionisti che per gli amatori, perché sarebbe il cliente ascoltatore a determinare il giusto valore dell'esecuzione. Ognuno avrebbe il proprio spazio. In altri paesi, e mi dispiace fare l'esterofilo, ci sono molti più locali che propongono musica live, per esempio proponendo concerti di qualità alternandoli a spazi dedicati agli amatori. Per i primi si paga un piccolo biglietto mentre per i secondi basta consumare, ed il locale lavora sempre, perché la gente ci va e sa cosa compra.
Ma questo, da noi, purtroppo non avviene e ci si calpesta i piedi

STE SAX
14th September 2014, 23:58
Daccordissimo

Rockandrollaz
15th September 2014, 00:52
Il probelma sorge per un semplice motivo, in Italia non esiste la cultura della musica live, anzi, ormai non esiste cultura. ...

Era un po' ciò che a cui cercavo di accennare io.. Il valore (commerciale) di un musicista lo determina il pubblico, purtroppo o per fortuna. È ovvio che a noi "musicisti" (chi più chi meno) piacerebbe che il pubblico fosse in grado di valutare, purtroppo però così non è, e forse in Italia in particolar modo..

mascio
15th September 2014, 05:11
...
Ma questo, da noi, purtroppo non avviene e ci si calpesta i piedi

Sono molto d'accordo. Ma chi sa se e' veramente diverso in altri paesi? Forse e' un po così ovunque.

MrSax
16th September 2014, 01:22
Ho letto molte ( se non tutte ) cose sensate, ma secondo me il discorso parte da lontano: ovvero un paese come il nostro ricco di storia, cultura, arte, eccellenze ecc non dà la giusta importanza alla musica, come del resto non la dà alle opere d'arte e ai musei e tante altre cose.
Almeno dalle mie parti le bande ricevono sempre meno risorse e questa la dice lunga.

Se parliamo di locali e gruppi, quando ci fu il boom delle basi io ero in prima linea a dire di andarci piano. Ora i miei cari amici professionisti mi danno ragione ma penso sia tardi.

Ora i gestori ( quelli che riescono a restare aperti ) hanno mangiato la foglia, ti dicono ti dò tot perchè tanto quello che fate in 6-7-8... lo fate anche in 3 ( vedi basi o playback) e allora chi vive di suonare scende a compromessi perchè ci deve mangiare.
Io nel mio piccolo ho sempre voluto meno rispetto a chi suonava con me per lavoro
I professionisti certo stanno passando un periodo poco roseo, ma non sono i soli.

Giustamente come detto da voi mica possiamo sparire o suonare in salotto. Chi suona uno strumento ha bisogno del pubblico non c'è storia e come detto da Niko per me vale il suonare live in mezzo alla gente e a volte mi è capitato per una birra e cosa ci devo fare se nel sangue mi han messo la sensibilità per la musica. Sto pensando di suonare anche per strada! Nessuno potrà farmi smettere di suonare, nè i professionisti e nè i locali.

Che io sappia Mascio in America si suona dal vivo, finchè dura anche lì.

PJM
16th September 2014, 01:50
Tutti dicono cose giuste..che dire ,il punto primo è la totale mancanza della società, persone qui in Italia che sappiano distinguere in qualche maniera un professionista da un appasionato. Manca l'educazione musicale fin da piccoli nella scuola e in generale.

In Italia di fatto la professione del musicista puro non è in sostanza riconosciuta (al di fuori dagli ambiti accademici d'insegnamento e orchestre sinfoniche), non ci sono leggi che tutelano niente e nussuno. Se un musicista pro fuori mette domani una targa di "avvocato o commerciaista" fuori dalla porta di casa, dopo una settimana lo legano. Se però un commercialista suona in un posto pubblico, in un locale, e prende dei soldi nessuno andrà a dirgli nulla. Da qui il non riconoscimento della professione da un punto di vista se non altro burocratico, di leggi e di sistema.

La musica è cosi, oggi poi con i social e internet, basta farsi una foto con una tromba o un sax su Fb e tutti sono musicisti, la gente almeno ha questa immagine.
In tanti posti posso assicurare e sottoscivere, che di fatto, che suoni un dilettante, che suoni Gesù, Hancock o Parker, le persone non percepiscono una vera differenza..e qui sta il punto sulla cultura e sul dare alla società delle "armi" per capire la fuffa da uno che suona come si deve.
Non possiamo certo dire che se la gente non sente la differenza tra Parker o un amatore con le basi è colpa di Parker che non è abbastanza bravo??

In generale poi il jazz un po si "salva", nel senso che è di nicchia e ha festival o locali dedicati dove o si suona o si suona, balle non se ne possono raccontare molte nel jazz. E' nel mondo del commerciale diciamo (pop, smooth jazz, chill out, lounge ecc) che scoppia la grana.

Il pop e lounge e company sono difficili da suonare , ma il punto è che siccome c'è meno tecnica o meglio si pensa sbagliando che ne serva molto meno, tutti si buttano li,fanno due note con un suono brutto nascosto e camuffato da mille effetti , reverberi ecc..diventa così il rifugio di tutti i "peccatori".

Poi la gente non sente la differenza tra Kirk Whalum o uno che ci è distante galassie..il punto è sempre lo stesso..le persone che non hanno idea di nulla e che pensano che se un locale chiama uno a suonare, vuol dire che è bravo ovviamente, come il cuoco che se è li è ovvio che sia uno bravo e che lo faccia di mestiere!
Ecco perchè un amatore a quel punto è meglio che si faccia pagare, almeno non squilibra il mercato. Buona musica a tutti! :yeah!)

re minore
16th September 2014, 08:36
Anche io ho letto molte cose sensate, con le quali sono pienamente d'accordo. A cominciare dal fatto che una retribuzione dignitosa, per me, e' obbligatoria. Lo standard che ci siamo dati col gruppo e' 50E a testa, anche se la prossima serata la faremo a 40E (piu' consumazioni)... quindi questo standard e' ballerino.

Ma una cosa importante e' che non mi deve dire nessuno quanto devo guadagnare per suonare. Sta a me deciderlo, e se voglio suonare gratis o addirittura pagare per farlo, beh devo essere libero di farlo senza nessuno che mi venga a dire che gli porto via il lavoro. Io gratis non suono, come ho detto, ma se un "musicista professionista" viene da me a dirgli che gli porto via il lavoro gli direi semplicemente di fare come me e cercarsene un altro, di lavoro.

Anni fa cantavo come tenore in un coro ed abbiamo fatto anche alcune esibizioni "di livello", con orchestre di professionisti e bigliettazione vera: gente che pagava (e anche salato) solo per sentire noi e non per bere birra e mangiare patatine. Beh, me ne sono andato perche' non mi andava giu' che alla fine io non prendessi un euro: tutto il guadagno andava ai musicisti professionisti dell'orchestra. A noi del coro rimaneva la gloria. A me non stava bene e me ne sono andato. E non e' una questione di guadagno ma solo di rispetto: se e' per beneficenza canto e suono gratis tutta la vita e lo faccio volentieri.

Un'altra cosa che dico e' che, per me, il dilettante merita rispetto almeno tanto quanto il professionista. Il professionista merita lo stesso rispetto che merita ogni lavoratore che faccia onestamente il proprio, dall'autista dell'autobus al chirurgo cardiaco, non ne merita di piu' perche' e' musicista invece che dottore. Io invece, come dilettante, mi faccio il mazzo quadrato *dopo il lavoro perche' amo la musica* e se riesco a competere con un professionista nel suo campo dedicandoci una piccola frazione del tempo che ci dedica lui... per me questo merita molto rispetto :saputello

runtujazz
16th September 2014, 09:28
Come qualcuno sa di mestiere sono un fotografo, ho lavorato per oltre venti anni esclusivamente nel settore commerciale e pubblicitario. Da quasi dieci anni e grazie alla mia compagna anche lei fotografa mi dedico anche alla fotografia di matrimonio, genere che avevo sempre snobbato (a torto) e conservo ancora pochi clienti storici del settore commerciale. Ho fatto questa premessa per arrivare al punto oggetto del thread. Da un paio di anni i gruppi che incontro ai matrimoni sono di ottimo alto livello, ho conosciuto musicisti con una formazione jazzistica profonda e che si propongono come tali con un repertorio non commerciale. Ascoltare standard del jazz come Round Midnight ad una cena di matrimonio devo dire che mi genera un misto di piacere e sorpresa nel pensare (o forse illudermi) che il livello culturale lo cambia chi propone la propria arte, anche ad una festa di matrimonio e senza preconcetti. Chiaro che non sempre ci sono gruppi di questo tipo ma la media è molto alta e le formazioni sono quelle tipiche del jazz, trii e quartetti completamente acustici e spesso con brave cantanti con un'ottima pronuncia inglese.
Ho un caro amico batterista che suona in un trio piano/cbasso/batteria che porta avanti due repertori distinti, uno fatto di standard (sempre suonati a ottimi livelli) dedicato appunto al settore "intrattenimento" e che tramite queste entrate permette loro di dedicarsi con più tranquillità alla loro ricerca sonora.
Io credo che un professionista non dovrebbe avere preconcetti o fare distinguo tra musica colta o meno perché solo in questo modo ha modo di crearsi mercati diversi nei quali lavorare.

MrSax
16th September 2014, 09:32
Concordo!
In più aggiungo che spesso mi è capitato di suonare con professionisti meno preparati e attrezzati dei dilettanti, che a volte si impegnano anche di più e ci mettono più passione.

martin
17th September 2014, 16:59
"Ah, la musica! Che arte stupenda! Ma che miserabile professione!" Georges Bizet

docmax
17th September 2014, 20:31
Mi capita qualche volta di suonare con professionisti (PRO), in questi casi il livello di retribuzione tra i dopolavoristi e i PRO è 1 a 20 (naturalmente albergo e connessi a parte).
Corretto o meno questo capita.
Sul piano fiscale tralascio.
Concordo con Ste che vedere un PRO suonare in un pub o alla sagra dell'agnello a scottadito, con una service di fortuna e un palco risicato sia poco edificante: per il PRO occorrono spazi ben fatti, service all'altezza, così il talento è adeguatamente fruibile e non deturpato.
Il problema è rendere più agevole programmare una data, meno orpelli burocratici, la SIAE deve essere più leggera, i costi a volte sono maggiori di quello che va all'artista (forse la parte più piccola della spesa totale) che spesso, PRO o meno, prende meno di un cameriere, impegnando strumenti di migliaia di euro, restando a disposizioni per molte ore.
Se non è possibile per un dopolavorista nemmeno divertirsi a suonare è davvero un pianto. Mi ricorda il problema che ho quando vado a funghi e i fungaioli PRO si incazzano con quelli come noi che vanno nel bosco a far funghi arrivando a tagliare le gomme delle nostre vetture: che cosa faranno ai nostri sax? ;)

gf104
17th September 2014, 21:18
mi risulta che per la raccolta dei funghi vi siano delle disposizioni sulle quantità da raccogliere, quindi non capisco perchè i raccoglitori PRO di funghi (ne ignoravo l'esistenza) siano così rognosi e vigliacchi al punto da fare danni ai raccoglitori non PRO

sulle regole dei musicisti conosco ben poco ma so solo che a Milano devi chiedere dei permessi al comune se vuoi esibirti per strada mentre non so che regole ci sono se un musicista non PRO desidera esibirsi nei locali all'aperto o al chiuso, poi penso che per i compensi ognuno si regoli come meglio crede (a meno che non vi sia un cartello indicativo al quale attenersi)

xavabal
17th September 2014, 21:51
Ma io nn capisco....
Es: io ho un locale,
Mi viene il rappresentare della coca cola e mela da 1€ a bottiglia.
Il giorno dopo mi viene un altro rappresentante, e mi dice io ti regalo la Coca-Cola ma le bottiglie invece di avere il tappo rosso ce l hanno Rosa.

Questo sarebbe giusto??????!

E io gestore del locale che faccio, la pago 1€ O la prendo gratis???

xavabal
17th September 2014, 21:54
Ed ho fatto di proposito,
Lo stesso identico prodotto cambiando solo il tappo, perché il gestore del locale, non capisce molto(nella maggior parte dei casi) chi suona x professione e gli è amatore

SAXFOH79
17th September 2014, 22:51
Bella discussione!
Inviterei tutti a farsi un giro su Google e ricercare SOS musicisti un' associazione che si batte da anni per sensibilizzare politica e società a proposito di queste tematiche. .

Come alcuni di voi sanno io lavoro nel" mondo dello spettacolo", non più da musicista, ma come tecnico. .nonostante il livello piuttosto alto raggiunto,i problemi sono gli stessi. .anzi. .
I service e gli "operatori " dello spettacolo sono soggetti a diversi obblighi per "svolgere il proprio lavoro in regola"!
Io stesso ho dovuto seguire corsi "formazione informazione,antincendio,primo soccorso, lavori in quota, DPI di terzo livello, uso apparecchiature sotto tensione; ecc
Visite mediche annuali, ecc..
Inoltre sono obbligatori POS, Durc,Duvri,certificazioni dei materiali, piani sicurezza, ecc.ecc..
questo ed altro comunemente in vigore per i "cantieri edili"..si!! Perché "in Italia", le leggi per lo spettacolo le hanno prese dal l'edilizia. ..
Non esiste una Categoria, un albo, nulla! !
La musica, ma direi lo spettacolo in genere è in una situazione imbarazzante! !
Tornando in Topic...
Gli obblighi esistono anche per i musicisti. .è sappiate che certi corsi obbligatori; Dpi e Pos sarebbero obbligatori per tutti voi mentre montate i vostri impianti. ..inoltre bisognerebbe aprire l'agilità per potersi esibire. ..
io sono del parere che tutti possiamo e dobbiamo esibirci in libertà (anche gratis, se è 0 il valore che si dà a se stessi), ma bisogna rispettare le leggi; pagare le tasse, e mettersi nella stessa condizione di chi vive di musica! !entro lo fa in regola! !
da ex gestore di locali dove si faceva"Musica dal vivo"..Esistono bravi, ottimi e pessimi musicisti, il pubblico "sovrano", darà il suo verdetto sempre. ..io non ho mai fruito musica mediocre ai miei clienti! !

Albysax
17th September 2014, 23:34
Credo sia scontato il necessario rispetto per la musica, il professionista che gli ha dedicato la vita ed il lorp necessario riconoscimento economico.
Dall'altro lato però ritengo che amche gli amatori, come me, abbiano diritto di esprimersi e esibersi, anche gratuitamente.
Entrambi abbiamo le nostre motivazioni, tutte fondate.

Il probelma sorge per un semplice motivo, in Italia non esiste la cultura della musica live, anzi, ormai non esiste cultura. Il 95% degli ascoltatori non è in grado di distinguere se chi sta suonando è un amatore o un professionista. I locali nei quali si può suonare sono sempre meno, non esiste una programmazione, e da lì passano tutti, sempre che si riesca a garantire in minimo di ritorno economico al gestore.
Se i clienti fossero in grado di distinguere la musica di qualità e la cercassero frequentando i locali che la proponessero le cose forse cambierebbero, anche se tra siae e fisco si ammazza tutto.
Se ci fosse più appetito di musica vera, ci potrebbe essere spazio sia ai professionisti che per gli amatori, perché sarebbe il cliente ascoltatore a determinare il giusto valore dell'esecuzione. Ognuno avrebbe il proprio spazio. In altri paesi, e mi dispiace fare l'esterofilo, ci sono molti più locali che propongono musica live, per esempio proponendo concerti di qualità alternandoli a spazi dedicati agli amatori. Per i primi si paga un piccolo biglietto mentre per i secondi basta consumare, ed il locale lavora sempre, perché la gente ci va e sa cosa compra.
Ma questo, da noi, purtroppo non avviene e ci si calpesta i piedi
è proprio così....purtroppo...ignoranza e,come ho già avuto modo di dire,un appiattimento culturale imbarazzante... :sad: