Danyart
8th August 2014, 10:34
Su ERIC DOLPHY, periodo con Trane "L'approccio di Dolphy era molto diverso da quello di Coltrane. cercava un sound fortemente dissonante, vivace e suonava più che altro per flusso di coscienza. Le sue linee melodiche cambiano spesso direzione e fanno salti improvvisi. La sua scelta delle note è difficile da spiegare dal punto di vista della tonalità funzionale: per esempio, arpeggiava un accordo minore sopra uno maggiore e viceversa. Certe volte era troppo costante. per quanto fresche e stupefacenti fossero le sue linee melodiche, ogni tanto ripeteva la stessa frase svariate volte durante l'assolo" da BLUE TRAIN di Lewis Porter.
mi ci trovo tanto in questo approccio, almeno dal punto di vista emozionale e delle note scelte, meno da quello ritmico, infatti, ancora dallo stesso libro "dal punto di vista ritmico restava sorprendentemente vicino allo standard prevalente di crome del jazz moderno"
aggiungo che manteneva i classici accenti del bebop, e credo che questo fatto sia quello più singolare, suonare libero dal punto di vista armonico e melodico e molto strutturale e preciso da quello ritmico e dinamico, forse l'unico esempio tale, anche per questo era tanto originale e difficle da accettare
mi ci trovo tanto in questo approccio, almeno dal punto di vista emozionale e delle note scelte, meno da quello ritmico, infatti, ancora dallo stesso libro "dal punto di vista ritmico restava sorprendentemente vicino allo standard prevalente di crome del jazz moderno"
aggiungo che manteneva i classici accenti del bebop, e credo che questo fatto sia quello più singolare, suonare libero dal punto di vista armonico e melodico e molto strutturale e preciso da quello ritmico e dinamico, forse l'unico esempio tale, anche per questo era tanto originale e difficle da accettare