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Visualizza Versione Completa : Acciaccature o che altro?



nubechefugge
13th May 2008, 11:24
Sto ascoltando molto in questi giorni alcune ballad di Coltrane. Il tempo di esecuzione relativamente lento mi consente di concentrarmi sui particolari. Ho notato tre diversi modi di attaccare una nota staccata: 1) pulita, 2) con acciaccatura, in cui si sente quel minimo stacco tra le due note, 3) un attacco che parrebbe con nota acciaccata, ma senza soluzione di continuitÃ*, in pratica un inizio calante per poi centrare immediatamente il tono della nota. E' su questo terzo punto che nasce il mio intreresse sull'esecuzione. E' un attacco con lo "sda"? (quello segnato in partitura con la cuspide, tanto per chiarire), oppure si tratta di iniziare con una presa di labbra più morbida e perciò calante per poi subito aggiustare il tono?
Ho provato entrambi i modi e francamente ho bisogno del vostro parere.
Grazie.

FrankRanieri
13th May 2008, 11:35
E' un attacco con lo "sda"? (quello segnato in partitura con la cuspide, tanto per chiarire), oppure si tratta di iniziare con una presa di labbra più morbida e perciò calante per poi subito aggiustare il tono?
Ho provato entrambi i modi e francamente ho bisogno del vostro parere.
Grazie.

Ciao,
è giusta la seconda che hai detto (secondo me...).
non so se hai mai dato un'okkiata a degli spartiti "vecchi" ma c'era solo l'essenziale, nessun segno di piano, forte, mordenti, trilli, ecc... a meno che non ci fosse qualche obbligato, quindi in sezione, almeno due o tre fiati...
Il più delle volte veniva presa come buona la prima take, quindi... anche il tema era arrangiato in modo improvvisato. Si dovrebbe chiamare "interpretazione" personale di un tema. In più a quel tempo non erano proprio a posto... il più delle volte Trane era sotto eroina e/o alcohol
Spero di esserti stato utile,
Frank.

nubechefugge
14th May 2008, 08:59
si tratta di iniziare con una presa di labbra più morbida e perciò calante per poi subito aggiustare il tono?



intendi questa ?

FrankRanieri
14th May 2008, 09:14
si tratta di iniziare con una presa di labbra più morbida e perciò calante per poi subito aggiustare il tono?



intendi questa ?

YESSSSSS.....

Ctrl_alt_canc
14th May 2008, 12:47
E' un attacco con lo "sda"? (quello segnato in partitura con la cuspide, tanto per chiarire), oppure si tratta di iniziare con una presa di labbra più morbida e perciò calante per poi subito aggiustare il tono?
Ho provato entrambi i modi e francamente ho bisogno del vostro parere.
Grazie.

Ciao,
è giusta la seconda che hai detto (secondo me...).
non so se hai mai dato un'okkiata a degli spartiti "vecchi" ma c'era solo l'essenziale, nessun segno di piano, forte, mordenti, trilli, ecc... a meno che non ci fosse qualche obbligato, quindi in sezione, almeno due o tre fiati...
Il più delle volte veniva presa come buona la prima take, quindi... anche il tema era arrangiato in modo improvvisato. Si dovrebbe chiamare "interpretazione" personale di un tema. In più a quel tempo non erano proprio a posto... il più delle volte Trane era sotto eroina e/o alcohol
Spero di esserti stato utile,
Frank.


ma anche nelle registrazioni? che palle...maledetta droga...



si è proprio la seconda...è anche un bellissimo modo per dare espressione ad una frase,puoi farlo anche spesso delle ballad,ti permette di far "piangere" (a me da quell'idea) il tuo sax in modo molto umano...ha anche un nome sta tecnica,asp che lo cerco


ecco si,si chiama portamento, che è la stessa cosa del bending,solo che viene usato per gli attacchi...il bending nei fraseggi (come consigliavo sopra)

FrankRanieri
14th May 2008, 12:59
ma anche nelle registrazioni? che palle...maledetta droga...

Ciao, temo proprio di si, anche nelle registrazioni a volte si sente che hanno fatto dei taglia-incolla, specie sui finali... ho un paio di album di lee morgan credo con hank mobley dove si riesce a capire che il finale è stato messo lì per precisi motivi...
Comunque se leggi le biografie di Coltrane o di Davis ne parlano apertamente...
Bird si faceva prima e dopo aver inciso...e c'erano dei pusher che aspettavano in sala regia per vendergli la roba tra una take e l'altra. In più Bird a volte non avendo da pagare "regalava" alcuni diritti di qualche suo brano... è bruttissimo da dire però è quello che è scritto da tutti...
Idem per Coltrane, cannonball, stan Getz, Dexter, ecc. ecc. nessuno ne è stato immune purtroppo...

si è proprio la seconda...è anche un bellissimo modo per dare espressione ad una frase,puoi farlo anche spesso delle ballad,ti permette di far "piangere" (a me da quell'idea) il tuo sax in modo molto umano...ha anche un nome sta tecnica,asp che lo cerco
ecco si,si chiama portamento, che è la stessa cosa del bending,solo che viene usato per gli attacchi...il bending nei fraseggi (come consigliavo sopra)

Se ti interessano le tecniche per "umanizzare" lo strumento, si può anche simulare una risata col sax...
A presto
Frank

Ctrl_alt_canc
14th May 2008, 13:04
no beh era per dire :lol:

come fai a farlo "ridere"? soffi d'aria molto rapidi con una nota grave?

FrankRanieri
14th May 2008, 13:22
no beh era per dire :lol:

come fai a farlo "ridere"? soffi d'aria molto rapidi con una nota grave?

Ciao,
per farlo ridere scegli una nota del registro medio-grave, tipo fa, mi, o anche un re all'occorrenza.
Poi imboccando normalmente soffi e sempre mentre stai soffiando molli la presa dell'imboccatura. Crei in questo modo un bending verso il basso. Se poi ci aggiungi un attacco della nota SENZA lingua ma solo di flusso d'aria e soffi ad intervalli come se ridessi tipo AAAAH...AAAHHH AAAHH, vedrai che viene fuori una risata. Ovviamente si può fare anke con le note acute... nel liscio lo fanno...però è molto più cool farlo cercando di imitare un registro umano vero...
Frank.

Ctrl_alt_canc
14th May 2008, 13:24
:lol: mi sa che mi è gia successo di provarci,non per farlo ridere,così per provare...! ora è presto piu tardi di dico come è andata :yeah!)

Sax O' Phone
14th May 2008, 14:31
[...]
Comunque se leggi le biografie di Coltrane o di Davis ne parlano apertamente...
Bird si faceva [...]
Idem per Coltrane, cannonball, stan Getz, Dexter, ecc. ecc. [...]

Sì, purtroppo è vero, però bisogna anche stare attenti a quello che è realmente accaduto: per esempio Bird che ci era caduto dentro da ragazzino, quando ancora non aveva ben capito quanto grave e condizionante fosse per la sua vita, cercò in diversi periodi di liberarsi dalla schiavitù dell'eroina, passando alcuni periodi senza usarne, e per compensare ricorse all'alcohol; quando era in California (il suo spacciatore lÃ* era Moose The Mooche) a un certo punto non trovò più di che bucarsi a causa della pressione dell'anti-narcotici, ed andò in crisi di astinenza (la registrazione di Lover Man fu fatta in quel momento) e venne ricoverato al Camarillo per, mi sembra, alcuni mesi. Quando ne uscì finì di fare altre registrazioni per la Dial, e quando tornò a NYC dove fece altre registrazioni per la Savoy era ancora pulito e pieno di energia, per poi ricaderci inevitabilmente. Lui cercò sempre di scoraggiarne l'uso; Red Rodney raccontò che iniziò a farsi proprio seguendo Parker, e dopo il primo fix non vedeva l'ora di andare a raccontarlo a Bird, come a dire 'ora anch'io faccio parte del club', e Bird si arrabbiò moltissimo!
Davis nel 1953 per liberarsi dell'eroina dopo 4 anni di dipendenza, si ritirò nella tenuta del padre a St.Louis, e con una volontÃ* di ferro e l'esempio di Sugar Ray Robinson, il pugile, vi riuscì completamente.
Anologamente anche Coltrane riuscì ad uscire dal tunnel della droga, dopo che venne licenziato da Davis proprio per questo motivo, pochi anni dopo; una cosa simile accadde anche a Sonny Rollins, che si ritirò dalla scena non solo per praticare, ma per disintossicarsi, e ritrovare il proprio equilibrio creativo e fisico.
Insomma, quelli che riuscirono a liberarsi da questa schiavitù, sopravvissero e continuarono la loro brillante carriera nonostante l'ambiente e la droga; molti altri, a dispetto della loro eccezionale sensibilitÃ* e talento, perirono prematuramente a causa degli stessi motivi. Infine attenzione a non generalizzare: molti grandi musicisti jazz non hanno mai avuto a che fare con le droghe, specialmente quelle che danno dipendenza (stupefacenti): Horace Silver, Thelonious Monk, Duke Ellington, Clifford Brown, etc...

Ctrl_alt_canc
14th May 2008, 14:55
Molti grandi musicisti jazz non hanno mai avuto a che fare con le droghe, specialmente quelle che danno dipendenza (stupefacenti): Horace Silver, Thelonious Monk, Duke Ellington, Clifford Brown, etc...

ctrl_alt_canc...... :cool:


Preziose informazioni cmq!

nubechefugge
14th May 2008, 18:11
............e che di dire poi di J. Colrane che morì a 40 anni di cancro! Mi piacerebbe molto sentire la spiegazione di qualche esperto sul perchè molti grandi della musica jazz si sono resi schiavi della droga che ne ha minato se non compromesso o distrutto la carriera. Droga quale mezzo per.....ma i grandi non ne avevano bisogno. Per disagio ambientale? Per emulazione? Qual'è la vostra opinione?

Lanjazz
14th May 2008, 18:29
Io credo che un Grande viva una vita difficilissima... Una vita che corre veloce come un treno, che lo rende "diverso".... Se pensiamo anche ai Grandi della classica, come Mozart.. accidenti, non erano pazzi, anzi, eppure facevano di tutto per autodistruggersi.. Credo sia il fatto che queste persone vedono la vita ad una velocitÃ* diversa... con dei colori e suoni diversi.. Da qui nasce la voglia inconscia di accelerare di più, di correre più forte lungo la vita... solo che più corri e prima arrivi alla fine.

Sax O' Phone
14th May 2008, 19:10
Dici benissimo Lan. Bisogna anche tener presente che ognuno è differente, ha una storia ed una sensibilitÃ* unica con cui elabora la propria esperienza della vita. Dizzy Gillespie e Charlie Parker hanno vissuto lo stesso mondo, inventato e suonato la stessa musica, condiviso i sacrifici per eccellere con il loro strumento, combattuto le stesse battaglie sociali e culturali; Gillespie è un gatto di cittÃ* e Parker uno di campagna, uno si è accasato presto ed ha vissuto una vita emotivamente stabile, l'altro era giÃ* alla deriva, trasportato dalle insidiose correnti della propria tossicodipendenza. Entrambi per me sono stati musicalmente geniali (forse Bird era addirittura oltre la genialitÃ*), ma Dizzy aveva un carattere ben differente, stando saldo contro le pressioni del mondo esterno, e come lui Max Roach, Charles Mingus e tanti altri.
La teoria di MalcomX secondo cui il potere bianco cercava di minare l'uomo negro facendo leva sulle sue debolezze, può essere condivisibile; solo la comunitÃ* nera era in grado di auto-disciplinarsi ed aiutarsi vicendevolmente, condizionata com'era dalla povertÃ* e dalla discriminazione. Forse la conflittualitÃ* non si è ancora estinta, ma dei passi avanti sono stati fatti, in USA.

Ctrl_alt_canc
14th May 2008, 19:13
non ho tempo di leggere le vostre risposte...butto li quello che mi è venuto in mente poi casomai rivedo :DDD:


Io credo che un Grande viva una vita difficilissima

ghandi non si drogava,neppure madre teresa di calcutta,o hitler o einstein....non mi sento di usare questo mezzuccio per scusarli :zizizi))

Lanjazz
14th May 2008, 19:23
non ho tempo di leggere le vostre risposte...butto li quello che mi è venuto in mente poi casomai rivedo :DDD:


Io credo che un Grande viva una vita difficilissima

ghandi non si drogava,neppure maria teresa di calcutta,o hitler o einstein....non mi sento di usare questo mezzuccio per scusarli :zizizi))

Non ho detto che li scuso... sono dei drogatazzi.... ma tu hai parlato di personaggi politici e scienziati... Io ho parlato di arte. Nell'arte si entra in un mondo che non ha niente a che fare con il mondo reale politico o matematico.. L'arte è un'universo a se stante, con leggi diverse. E comunque Hitler ha fatto di peggio che drogarsi (magari non si è autodistrutto da solo, ma ha distrutto "qualche" popolo...)e il suo nome messo in mezzo agli altri tre è un oltraggio alla mente umana.

pizzic77
14th May 2008, 20:13
ghandi non si drogava,neppure maria teresa di calcutta,o hitler o einstein....non mi sento di usare questo mezzuccio per scusarli :zizizi))


Hitler? E che c'entra scusa?

Lanjazz
14th May 2008, 20:24
ghandi non si drogava,neppure maria teresa di calcutta,o hitler o einstein....non mi sento di usare questo mezzuccio per scusarli :zizizi))


Hitler? E che c'entra scusa?

assolutamente niente.. ma non entriamo in discussioni per le quali a suo tempo facemmo incavolare Alessio e anche me. Facciamo finta che questo nome non sia uscito fuori... Grazie.

Ctrl_alt_canc
14th May 2008, 21:33
ok è vero,parlavi di arte :smile:

hitler centra perchè altrimenti erano solo esempi di persone positive...

Nous
14th May 2008, 21:52
Quindi un artista ha il diritto di drogarsi? A volte ne leggo proprio di senza senso... :shock:

Ctrl_alt_canc
14th May 2008, 21:56
Quindi un artista ha il diritto di drogarsi? A volte ne leggo proprio di senza senso... :shock:


:lol: sei un genio a metterti quella cosa nella firma,dopo che hai visto quell'altra cosa nelle firme altrui :lol:


non penso che Lan intendesse scusarli,forse ho frainteso io...forse dice che a causa del loro lavoro la droga era una naturale conseguenza...boh...non so

Lanjazz
14th May 2008, 22:06
Quindi un artista ha il diritto di drogarsi? A volte ne leggo proprio di senza senso... :shock:
Ma allora non ci fai ma ci sei....... ma ragazzi, sapete leggere o no?

Nous
14th May 2008, 22:08
:lol: sei un genio a metterti quella cosa nella firma,dopo che hai visto quell'altra cosa nelle firme altrui :lol:


Sono il Nous :saputello !!

Nous
14th May 2008, 22:11
Io credo che un Grande viva una vita difficilissima... Una vita che corre veloce come un treno, che lo rende "diverso".... Se pensiamo anche ai Grandi della classica, come Mozart.. accidenti, non erano pazzi, anzi, eppure facevano di tutto per autodistruggersi.. Credo sia il fatto che queste persone vedono la vita ad una velocitÃ* diversa... con dei colori e suoni diversi.. Da qui nasce la voglia inconscia di accelerare di più, di correre più forte lungo la vita... solo che più corri e prima arrivi alla fine.

Oh vecchio, io mi riferivo a questa risposta...la tua puntualizzazione successiva neanche l'avevo vista :ehno:
Comunque, non è che un Grande in confronto ad un lavoratore di una miniera di carbone faccia una vita tanto più difficile o faticosa (a parte forse il Grande Puffo, con tutti quei puffosissimo puffi da tenere a bada)

Lanjazz
14th May 2008, 22:38
Quindi un artista ha il diritto di drogarsi? A volte ne leggo proprio di senza senso... :shock:

Io credo e ripeto credo, che prima di dare del "senza senso" ad una frase bisognerebbe leggere il contesto da cui deriva la frase stessa. Almeno questo è quello che mi è stato insegnato dai miei quando mi facevo la pipì addosso. Mentre spesso vogliamo dire una parola "eterna" senza sapere neanche di cosa si sta discutendo.

Nous
15th May 2008, 08:28
Io credo e ripeto credo, che prima di dare del "senza senso" ad una frase bisognerebbe leggere il contesto da cui deriva la frase stessa. Almeno questo è quello che mi è stato insegnato dai miei quando mi facevo la pipì addosso. Mentre spesso vogliamo dire una parola "eterna" senza sapere neanche di cosa si sta discutendo.

Non ho voglia di discutere su una cosa così leggera come un fraintendimento, per me l'episodio era chiuso un mese e mezzo fa. Se devi proprio continuare, usa i pm che almeno non insozziamo il forum a colpi di saccenza.

Ti ricordo comunque che un moderatore i flames li deve smorzare, non creare...almeno questo è quello che hanno insegnato a me quando non mi facevo (purtroppo) più la pipì addosso ma ero giÃ* discretamente abile con un pc al punto da prenderci la laurea poco tempo dopo.

Ribadisco comunque che il senso della frase che ti ho quotato è esattamente quello che ho desunto io : "poveri Grandi che fanno una vita difficile, è ovvio che poi si droghino...peccato solo che così facendo muoiano un pò prima (però ne valeva la pena, sono dei Grandi)". Per me quelle persone non sono dei Grandi, sono dei microbi.

La tua puntualizzazione successiva chiarisce che io ho frainteso, ma non vuol dire che il senso di quello che sono arrivato a leggere quando ho risposto non fosse quello.

15th May 2008, 09:16
Scusate se mi intrometto tra la vostra querelle, ma lo faccio anche per cercare di sviare da essa.

Io credo che non sia il tipo di vita a portare i grandi artisti al drogarsi (o perlomeno non solo quello), ma l'ambiente in cui gravitano. Nel quale appunto la droga scorre a fiumi e se non ti droghi sei emarginato, soprattutto all'inizio, e non hai la possibilitÃ* di inserimento.

Non ho esperienze dirette ma da quello che sento dire in TV e stampa, questo è quello che deduco!

nubechefugge
15th May 2008, 09:45
Io credo che un Grande viva una vita difficilissima... Una vita che corre veloce come un treno, che lo rende "diverso".... Se pensiamo anche ai Grandi della classica, come Mozart.. accidenti, non erano pazzi, anzi, eppure facevano di tutto per autodistruggersi.. Credo sia il fatto che queste persone vedono la vita ad una velocitÃ* diversa... con dei colori e suoni diversi.. Da qui nasce la voglia inconscia di accelerare di più, di correre più forte lungo la vita... solo che più corri e prima arrivi alla fine.

credo che tu abbia ragione, per qualche "grande" vale questa interpretazione, non per tutti evidentemente. Il discorso però andrebbe allargato perchè sappiamo bene, soprattutto ai giorni nostri, che il problema non riguarda solo i GRANDI o presunti tali, ma è un fenomeno che ha infinite sfaccettature. Però non siamo qui per parlare in generale del fenomeno della droga, ma per riflettere sulle possibili ragioni che hanno portato i "nostri" a cadere nella tossicodipendenza. A mio parere, molti musicisti non erano attrezzatri caratterialmente ed erano facile preda di amici, manager, impresari avvoltoi e/o spacciatori e questo non si può legare direttamente al successo, perchè molti hanno avuto in vita poca gloria. Semmai questo è ancora un'altro discorso (mi viene in mente Elvis Presley).

pizzic77
15th May 2008, 14:28
Bè, purtroppo i motivi che possono spingere una persona a drogarsi sono molteplici....la frenesia della vita, la moda, l'insoddisfazione nei confronti dell'ambiente in cui l'individuo vive, una via di fuga dalla routine di ogni giorno....
I motivi sono un sacco, e purtroppo non è possibile conoscere completamente le dinamiche che spingono un soggetto a drogarsi...

Nel caso dei nostri grandi artisti, non dimentichiamoci che erano uomini anche loro, certamente dotati di grande genialitÃ*, ma comunque uomini, con i propri pregi ed i propri limiti...
La droga poteva essere il mezzo per rispondere all'esigenza di sentirsi "cool" (Parker si droga, quindi lo faccio anch'io...)
Molti di loro cominciarono a drogarsi fin dalla tenera etÃ*, quindi drogarsi divenne presto quasi un'abitudine, un'attivitÃ* di routine...molti poi non erano in grado di resistere alle tentazioni, magari vuoi per uno scarso sviluppo di personalitÃ* o per qualunque altro motivo....
Non dimentichiamoci poi l'ambiente dal quale provenivano, nè tantomeno la condizione di emarginazione che molti di loro (in quanto neri) si trovavano a vivere!!!!

Sax O' Phone
15th May 2008, 15:11
Direi che questo argomento incluso nella Tecnica riguarda più le acciaccature dello spirito e del corpo, più che della musica.
I veri artisti, secondo me sviluppano un'accentuata sensibilitÃ*, e possono quindi essere più vulnerabili di un essere unicellulare o di un microcefalo; suonare delle acciaccature negli attacchi può non aver nulla a che fare con l'indecisivo segno del pennello di uno scadente acquarellista, che per frustrazione si dedica al genocidio di massa ed al potere assoluto, che ovviamente svanirÃ* comunque al termine della sua vita biologica (cosa sfuggita alla sua scarsissima intelligenza).
E visto che ormai la deriva di questo argomento è diretta verso il demenziale non mi resta che aggiungere che chi semina vento, raccoglie tempesta.

W.A. Mozart[/b]]Se il mondo intero potesse solo sentire la forza dell'armonia...
...ma forse per alcuni era solo molto ubriaco.

nubechefugge
15th May 2008, 15:55
Poichè sono il responsabile di aver alimentato la deriva dall'argomento tecnico a quello sociologico, direi di non proseguire oltre in virtù del fatto che delle considerazione generiche e delle quali l'autore si è scusato dichiarandole maldestre in quanto mal interpretabili, vengono riprese rialimentando la polemica. Ritorniamo sulla tecnica? Qualche amico desidera dare il suo contributo sul tema?
Grazie per l'attenzione.