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Visualizza Versione Completa : Relazione apertura imboccatura / action strumento



bonnygonfio
12th January 2014, 12:44
Porto la mia esperienza diretta sul soprano e chiedo se anche su altri strumenti è piu' o meno marcata.

Mi è capitato di recente di provare lo strumento con bocchini chiusi (SL3) e con bocchini piu' aperti (meyer 7, lakey 6*, gottsu 7, ottolink 7*).
Con l'action originale dello strumento risultava intonato su tutta la scala solamente con l'SL3, quindi con un'apertura ridotta, mentre per avere la stessa intonazione con il lakey 6* ho dovuto abbassare l'action. In teoria lo strumento dovrebbe sfogare meno, mentre l'apertura maggiore dell'imboccatura ha praticamente azzerato questo handicap, avendo un volume che soddisfa le mie aspettative ma con una maggiore omogeneita' del suono su tutti i registri.
Con altri bocchini piu' aperti invece con l'action originale lo strumento risultava calante, soprattutto sull'ottava piu' bassa, mentre in alto cresceva molto.

Ho riscontrato anche una differenza, non cosi' marcata ma c'e', alternando sull'alto il TMS ny 6* e il lakey 9. Per avere una intonazione soddisfacente il lakey deve essere praticamente tutto dentro il sughero, mentre il tms a meta' è perfetto.

Chiedo a voi se qualcuno ha avuto questo genere di esperienza e se è una tappa obbligata per raggiungere l'equilibrio tra bocchino utilizzato e omogeneita' di suono sullo strumento.

Grazie!!!

fcoltrane
12th January 2014, 14:13
l'alternativa è cambiare il modo di suonare.
mi ricordo di una lezione con il soprano il bocchino utilizzato un guardala liebman con ancia di plastica bari.
i sassofoni due marcolini il mio e quello del mio insegnante.
già il bocchino e l'ancia ed il mio sax mi portavano al limite delle mie possibilità.
un giorno desiderai provare il sax del mio insegnante.
un soprano che si prendeva una quantità di aria quasi doppia rispetto al mio.
il risultato era che il sol centrale era ancora più bello , ma poi l'omogeneità su una ottava era tutta da riconquistare.
(e non ti dico su due).
credo che il compromesso sia l'unica strada , l'alternativa sono 6 7 ore di note lunghe al giorno per anni.
è anche vero che il più bel suono di soprano nella mia vita lo ho sentito in quella stanza .

tzadik
12th January 2014, 14:37
Non c'è nessuna relazione tra apertura dell'action e apertura del bocchino.

Il fatto (piuttosto) è che spesso gli strumenti vengono impostati (in fabbrica o da qualche tecnico particolarmente "creativo") in modo da porter stupire per velocità di emissione e volume quindi l'action viene alzata.
Ora... alzando l'action cambia l'andamento del pitch lungo il l'estensione dello strumento.

Tecnicamente c'è un setting standard che permette allo strumento di fornire la migliore intonazione, omogeneità/compressione di suono e facilità di emissione. Quindi man mano che ci si avvicina a quel setting... maggiori benefici si riscontreranno.

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La differenza in termini dell'andamento dell'intonazione tra i vari bocchini è indipendente dallo strumento.
Semmai bisogna tener conto che il sassofono è conico e quindi la forma (interna ed esterna) del bocchino ha una grossa influenza su quella che è la tendenza sul pitch delle varie note, per ragione che con un po' di ingegno si possono immaginare! ;)

fcoltrane
12th January 2014, 17:45
Tza nel sax tutto è una questione di relazioni.
tu raggiungi il tuo equilibrio con una ancia un bocchino un sax.
la tua emissione si abitua a quelle relazioni.
poi cambi improvvisamente un solo elemento.
l'apertura del bocchino ,
o l'apertura delle chiavi.
cosa succede ?
devi ricostruire il tuo equilibrio.
perchè su un conn pochissimi suonano con un guardala brecker?
perchè alcuni sassofonisti preferiscono l'action più alta della media?
le relazioni entro certi limiti si possono stirare come un elastico ma ad un cero punto c'è la rottura.

tzadik
12th January 2014, 17:59
Si... si può anche a ridurre tutto a una questione di relazione.

Per l'equilbrio finale è comunque una somma dei vari equilibri particolari.

Il corpo dello strumento è calcolato per lavorare "bene" in un range di aperture della chiavi abbastanza limitato.
Sotto quel range non esce suono e l'emissione diventa faticosa.
Sopra... esce troppo suono, non hai compressione... l'intonazione prende una tendenza "a sorriso" e in generale lo strumento diventa troppo sensibile all'emissione (oltre che a perdere sustain).
Si può verificare facilmente su praticamente tutti gli strumenti.

(Parlando di strumenti "vintage" bisogna vedere come sono stati "manutenuti"... più di qualche tecnico (anche qui in Italia) tende ad abbassare i camini, seguendo chissà cosa solo quale logica diabolica. E ne ho verificato personalmente gli effetti deleterei... di sta cosa. doh!

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Parlando di setup... bisognerebbe fare una deframmentazione mentale e cominciare a capire quali sono i propri limiti fisici, nel gestire certi tipi di setup.
Anche qui... non è solo una questione di durezza dell'ancia vs. apertura del bocchino... magari fosse così semplice. :zizizi))


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Guardala che non funziona su strumenti "antichi"?
Niente di nuovo... il volume interno di un Guardala non necessariamente è compatibile con la forma del volume mancante sul chiver di un Conn 10M/Chu Berry/New Wonder II.
Ma lo stesso capita anche se usiamo un Selmer S80/S90 su un Conn.



perchè alcuni sassofonisti preferiscono l'action più alta della media?Dipende qual è la media... e come viene considerata l'action (mano destra in ritardo o giusta?)
Per esperienza ho verificato che se lo strumento è troppo "mouthpiece sensitive" c'è qualcosa che non va... non solo sullo strumento, ma anche in come lo si suona e in cosa si usa per farlo suonare.

Poi è soggettivo... se uno non ha particolari necessità può anche permettersi di avere lo strumento che suona "omogenamente" con un setup ben definito, però non è detto che l'equilibrio che ne derivi sia "stabile". :zizizi))

bonnygonfio
13th January 2014, 10:08
per assurdo mi è capitato di vedere recentemente un video di phil woods che aveva il bocchino tutto dentro. A questo punto mi vien da dire che, per come è settato il suo strumento, deve tenere tutto bentro per avere un'intonazione ottimale, no?

tzadik
13th January 2014, 12:00
Può essere anche il modo in cui imbocca.

A me è verificato anche di vedere la cosa duale: stesso strumento, stesso bocchino+stessa ancia più stessa legatura.
Due persone differenti e la posizione del bocchino per avere un pitch "corretto" era differente di 6/7 mm (=posizione sul sughero del chiver).

fcoltrane
13th January 2014, 12:49
questo che dice Tza è rilevante.
insieme alla abitudine alla emissione.
ti prendo ad esempio i miei due tenori
il primo ha il registro alto tendenzialmente crescente (rispetto al mio modo di imboccare e al mio modo di emettere)
il secondo è più intonato ma a meno suono.
posso suonare con il primo e ogni volta che vado sul registro acuto devo contenermi.
posso suonare con il secondo e quando vado su quel registro devo fare il contrario.
la posizione poi del bocchino è rilevantissima perchè nel primo caso lo devo inserire tutto dentro .
nel secondo molto meno.

tzadik
13th January 2014, 15:27
il primo ha il registro alto tendenzialmente crescente (rispetto al mio modo di imboccare e al mio modo di emettere)

la posizione poi del bocchino è rilevantissima perchè nel primo caso lo devo inserire tutto dentro .

Forse è lo strumento che ha solo bisogno di una revisione e di una messa a punto accurata. :zizizi))

fcoltrane
13th January 2014, 16:11
no lo strumento e settato perfettamente solo che necessita di un tipo di emissione per suonarlo in maniera omogenea che io non ho più da tempo.
due ore di studio giornaliero per un paio di mesi forse sarebbero necessarie.
è per questo che suono con l'altro perchè suona con una emissione più facile pur mantenendo "quasi" le stesse caratteristiche.
il marcolino si prende più aria .
in pratica condivido il tuo discorso solo fino ad un certo punto.
per me non c'è una altezza delle chiavi ideale standard per tutti i marcolini, ma varia a seconda del setup utilizzato

tzadik
13th January 2014, 17:21
per me non c'è una altezza delle chiavi ideale standard per tutti i marcolini, ma varia a seconda del setup utilizzatoDipende anche da quale logica usa il tecnico che fa il lavoro... non è solo l'altezza della chiavi a fare la differenza.
Fosse solo quello ognuno di noi potrebbe regolarsi tutto in casa. :mha!(

fcoltrane
13th January 2014, 22:16
è tutta una questione di scelte.
Bergonzi ad esempio fa settare il suo strumento più o meno nella maniera che tu hai indicato.
Liebman molti anni fa nella maniera che ti dicevo.

tzadik
14th January 2014, 01:03
Liebman molti anni fa nella maniera che ti dicevo.La frequenza con cui cambia strumenti (Mark VI, SBA, Yanagisawa, Keilwerth) Liebman forse distoglie un po' il musicista da certi aspetti... :lol:

Liebman è un musicista "arrivato a quello che voleva", se gli poni certi quesiti tecnici... probabilmente ti dirotta il discorso su quanto apprezza i vini del sud della Francia. E per questo merita stima! :zizizi))

fcoltrane
14th January 2014, 02:40
te lo dicevo perchè Liebman mentre suonava un disco particolare chiedeva al proprietario del mio attuale sax (che non ero io a quel tempo) di venderglielo perchè ne apprezzava caratteristiche ( altezza delle chiavi) e suono.
il sax era settato allora come adesso dal mio insegnante dell'epoca.
il mio marcolino prima ancora di averlo sentito dal vivo o provato lo avevo ascoltato proprio su quel disco.