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Visualizza Versione Completa : Nicolas Slonimsky - Thesaurus of Scales and Melodic Patterns



Sax O' Phone
1st April 2008, 19:55
Oggi ho finalmente ricevuto questo impegnativo volume: sembrerebbe molto interessante, e vi confermo che include sia la chiave in SOL che quella in FA per basso; quasi 250 pagine.
Sembra fosse usato da Parker ed anche da Coltrane per trovare nuove scale nelle loro esplorazioni armoniche!

Questo non mi renderÃ* un genio del sax di sicuro, ma spero di trovare spunti e di sviluppare una tecnica migliore!

Salutoni!

ModernBigBand
1st April 2008, 22:42
E' un ottimo testo, studialo con attenzione.

;)

Lanjazz
2nd April 2008, 08:35
Ma esistono buoni testi anche scritti in lingua comprensibile per un povero italiano che si arrangia con un paio di lingue ma solo per discutere con persone che capiscono i suoi limiti????
Una cosa è conoscere l'inglese a livello scolastico, una cosa è leggere un libro che giÃ* di per sè è impegnativo per l'argomanto.....

ModernBigBand
2nd April 2008, 13:18
Dipende dai testi Lan...ma la maggior parte non sono tradotti in italiano.

;)

Sax O' Phone
2nd April 2008, 13:30
Lan, questo libro però di testo ne ha si e no due pagine! Il resto sono tutti quei girigori su quelle righe sottili, pieno di macchioline... hai presente no? :lol:

Io comunque faccio lo spiritoso, ma quando comincerò a suonarci sopra, la mia capacitÃ* di lettore potrebbe presto degenerare a quel livello: che abbia bisogno di un paio di occhiali?
;)

ModernBigBand
2nd April 2008, 13:34
...che abbia bisogno di un paio di occhiali?


Ti suggerisco di tenere a portata di mano i sali per farti rinvenire in caso di bisogno...
Dopo qualche ora di studio si cominciano a vedere gli angeli...

;)

gene
2nd April 2008, 14:34
a qualcuno interessa?....io sono sempre pronto a soddisfare le curiositÃ* altrui...
mi contatti per posta...lo spedisco in pdf

fabbry
9th April 2008, 07:53
Ho anche io questo impegnativo testo, sinceramente sono rimasto impressionato dalla enorme mole di materiale,ed anche un pò disorientato. Onestamente non so da che parte incominciare. Mi potete dare qualche dritta, volendo finalizzare un discorso all'ampliamento del proprio vocabolario improvvisativo. Poi quando all'inizio cita i toni masters, cosa sono quei numeretti cerchiati? Cosa indicano esattamente?
Grazie

Sax O' Phone
9th April 2008, 12:23
Sinceramente, non ho ancora cominciato a studiarlo: sto ancora prendendo la rincorsa! ;) Comunque secondo me devi praticarlo, più che studiarlo, ovvero sentire come progredisce: potrei essere in errore, ma non mi sembra un testo di teoria nel senso puro del termine: ho l'impressione si tratti più di un sistema e di uno studio.

Sax O' Phone
9th April 2008, 12:41
Fabbry, volevo solo aggiungere che il fatto che Coltrane studiasse questo metodo non credo possa significare sia intrinsecamente adatto ad ampliare un vocabolario specifico all'improvvisazione Jazz: la mia impressione è che testi di questo tipo siano stati utilizzati da grandi improvvisatori come Bird e Trane perchè avevano raggiunto il limite di saturazione del linguaggio, e cercavano altre e diverse fonti d'ispirazione. Detto questo credo sia giusta un'esplorazione ed un approfondimento eventuale del soggetto; alternativamente, e forse più specificatamente, direi che questo sistema è stato interpretato da Yusef Lateef:
http://www.saxforum.it/forum/viewtopic.php?f=23&t=3867&hilit=+lateef
che sarÃ* sicuramente la mia possima lettura (devo ancora ordinarlo).
Ciao
:cool:

Sax O' Phone
9th April 2008, 14:27
Ho verificato la questione dei numeri cerchiati: se ne accenna a pag vii dell'introduzione.

Master Chords: accordi di settima dom con la quinta omessa, tabulati cromaticamente nelle 12 differenti chiavi, da usarsi nell'armonizzare scale e pattern melodici, ed indicati dalle cifre racchiuse nei cerchi da 1 a 12.

fabbry
9th April 2008, 14:32
Questo l'ho letto anche io nella introduzione, ma non si capisce. Per es. 5 con il cerchietto cosa vuol dire? e 1, 3, 7, 12, e via dicendo.Mah!

Sax O' Phone
9th April 2008, 14:51
Credo stia per la tonica su cui costruire l'accordo: 5=Mi :?:
Da come ho capito, e potrei sbagliare, il numero indica il semitono che definisce l'accordo che andrÃ* costruito per una 7ma dominante escludendo il quinto grado. Dato il mio infimo livello teorico, potrei star dicendo cose dell'altro mondo... :lol:

juggler
29th April 2008, 01:25
Leggo che avete delle grandi difficoltÃ* col "Thesaurus"... appena ho un po' di tempo vi spiego tecnicamente come, perchè e se usarlo...chiarendo le molte "confusioni" che avete...

Innanzitutto, ne chiarisco qualcuna...Coltrane usava solo alcune "zone" del Thesaurus...il libro è scritto in senso pianistico, ma può essere "suonato" da tutti gli strumenti con le dovute modifiche in qualche caso di trasposizione...è bene suonare al piano prima che al sax, pattern e armonizzazione relativa...fondamentalmente, è un libro per compositori piu' che per improvvisatori...lo apprezzarono Schonberg, Casella, Malipiero, Bernstein...offre una bella "ginnastica mentale" ...se tra i vostri "obiettivi" strumentali c'è quello di improvvisare/comporre in senso pan-modale/pan-tonale (improvvisare/comporre modalmente facendo uso dell'intera gamma cromatica) allora può esservi di un certo aiuto...in caso contrario, state perdendo il vs. tempo ed è bene che vi concentriate su qualcos'altro...è necessaria una buona conoscenza dell'armonia...in caso contrario, ve la potete cavare lo stesso, in qualche modo, se almeno conoscete bene la teoria e suddivisione degli intervalli e relative trasposizioni, inversioni ecc. Stravinski diceva che "la composizione è un'improvvisazione selettiva"...se riuscirete a trovare la maniera di adattare questo tipo di "esercizio" alle vs. esigenze espressive...potrete dare alle vs. improvvisazioni una coerenza di sviluppo che prima non avevate ed arricchire enormemente il vs. vocabolario fraseologico!

Se mi elencate tutti i dubbi e problemi che avete, chiaramente, posso essere piu' esaudiente...

Sax O' Phone
29th April 2008, 13:41
Wow, juggler, grazie tante per l'offerta e per le indicazioni!
In effetti sto ancora girando sugli studi di base dell'armonia, cercando di rendere automatica la selezione degli accordi e delle scale maggiori, minori, pentatoniche e blues mentre suono, ovvero di memoriazzare le cose fondamentali. Sto facendo qualche piccolo progresso in questo senso, ed è incoraggiante, anche se la disciplina a volte è snervante, e preferirei suonare a orecchio, e addio!
Comunque pensavo di iniziare a percorrere lo Slominsky un po' come sto facendo con i differenti metodi che leggo e pratico: a testa bassa! :lol:
Scherzi a parte, non ho ancora aperto il metodo, ma comunque pensavo di iniziare a studiarlo semplicemente suonando ed ascoltando quello che ne veniva fuori: sicuramente ci saranno dei passaggi che o per la tecnica o per la scrittura mi metteranno in crisi, e quindi un aiuto sarÃ* più che benvenuto.
Pensi che uno studio istintivo, lasciare cioè che sia il metodo a studiarti, più che tu a studiare il metodo, possa funzionare in questo caso?

juggler
29th April 2008, 21:55
Probabilmente, dovresti essere sincero con te stesso e chiederti se e cosa vuoi effettivamente raggiungere...i "metodi", tanto pratici che teorici, oggi sono tanti...ciò può essere un vantaggio o creare solo una gran confusione...nessun metodo è completo o risolve tutti i problemi: dobbiamo trovare sempre delle "azioni complementari" che completino un "quadro" che talvolta è arido se diventa unicamente esercitazione su scale, arpeggi, giri armonici ecc. Non appartengo a questo "orientamento - new academy" (di tipo "muscolare") che si è andato diffondendo nel corso degli anni, soprattutto in riferimento al jazz...da piu' risultati, imparare a memoria quante piu' melodie possibili (jazz o altro) ed eseguirle in modi differenti... trasportarle in diverse tonalitÃ*...trascrivere qualche brano o solo, semplice o complesso (in base al grado di evoluzione raggiunto)...scegli gli "stili" o autori verso i quali avverti una "sintonia"...compila un quaderno di "frasi originali" da aggiornare in continuazione...ciò offre un evoluzione costante e nel tempo può manifestare una certa originalitÃ*...può essere vero anche il contrario...non esistono strade univoche...ognuno deve (partendo, naturalmente, da una base solida di conoscenze) creare il proprio "metodo"...e ciò che hanno fatto tutti...da Beethoven a Berio...da Armstrong a Zorn...

Sax O' Phone
30th April 2008, 01:10
Grazie ancora juggler, ottimi consigli e condivido che l'esercizio muscolare fine a sé stesso può essere deleterio e arido; trovo che comunque lo studio della struttura armonica e delle scale per me è necessario non solo per rendermi famigliare il suono ed il meccanismo, ma anche per trovare quella sicurezza necessaria alla possibilitÃ* di esplorare quegli spazi musicali mentali sconosciuti che si dischiudono, ed in questo senso credo che lo Slonimsky possa sicuramente stimolare questa possibilitÃ*.
Nella pratica giornaliera non tralascio mai di suonare anche dei pezzi melodici, e semplicemente di improvvisare sia a orecchio che seguendo una qualche progressione di questi pezzi.
Mi sono anche accorto compiacendomene, che il corpo a volte conosce i movimenti prima ancora di qualsivoglia teoria mentale: per esempio io ho grosse difficoltÃ* a memorizzare un pezzo, ed a volte mi chiedo se non sia una necessitÃ* inconscia di lasciarmi libero, ma improvvisando ritrovo delle frasi che non sapevo di aver memorizzato.
La cosa per me fondamentale in questo momento è la pratica costante, che non dev'essere però mai meccanica, ma attenta e consapevole, e per questo cerco sempre anche stimoli differenti.

juggler
30th April 2008, 02:21
Gli spazi che ti apre lo Slonimsky non sono proprio sconosciuti...gran parte dei patterns presenti nel Thesaurus sono tratti da compositori come Bach, Schumann, Scrjabin, Shostakovic, Schonberg...e partono tutti avendo C come tonica...immagina quanto lavoro su un solo pattern si può fare se si procede nella trasposizione per quarte o per quinte...variandoli ritmicamente (gli studi tecnici sono sempre omoritmici per ottenere omogeneitÃ* di suono e di digitazione...se si cambia l'andamento ritmico si opera giÃ* ad un livello "improvvisativo"...e anche lo studio piu' "palloso" può diventare interessante e stimolante) e poi...solo ciò che ti emoziona ha un senso...