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Visualizza Versione Completa : Patterns e memoria



1st April 2008, 10:16
Alcuni dubbi da musicista classico.. dunque con lo studio del sax "jazz" ormai sono abbastanza avanti.. Tra i vari mi sono sparato tutto il Coker (raccolta di patterns) e sono adesso sull'Oliver Nelson.
Ecco, non capisco benissimo la funzione dei patterns. So chiaramente cosa sono, diciamo passaggi codificati che possono essere utilizzati su determinate combinazioni armoniche (tipicamente il II-V-I) con cui si "va sul sicuro". Non riesco però a memorizzarli. E' grave? Bisognerebbe saperli più che a menadito? Ho studiato il Coker e a lezione non ho mai avuto problemi a portare il singolo gruppetto di patterns.. ma ora non ne ricordo se non quelli più semplici.. :sad: Dovrei rimettermi a studiarli? Cosa consigliate?
Credo che in questo la impostazione "da buon lettore" mi abbia un po' fregato.. prendo l'esempio dell'Oliver Nelson.. io li leggo tranquillamente percui la mia mente non fa lo sforzo di memorizzarli.. dovrei invece sforzarmi di farlo? Con il Coker è diverso perchè ti mette il primo e poi per ripeterlo 12 volte devi farlo "a mente" secondo la sequenza di accordi data..

1st April 2008, 14:10
Secondo me...dovresti ascoltare i tuoi pattern più che preoccuparti di memorizzarli.
Detto tra noi...il sassofonista che suona per pattern dopo 5 min diventa noioso, diversamente devi servirti dei pattern per sviluppare un tuo modo di suonare....
Il jazz è un linguaggio...i pattern sono le frasi pronte che trovi sui dizionari per ordinare le cose al bar....per fare una vera conversazione devi acquisire padronanza lessicale e pronuncia :lol:
Ascolta molti dischi..tira giù trascrizioni..suona le SCALE maggiori e minori...vedrai che i pattern li creerai tu col tempo.

Anche io ho sempre trovato molta difficoltÃ* a memorizzare i pattern letti sui libri.
Diversamente ascolti quel pezzo li...con quella frase strana...la trascrivi in tutte le tonalitÃ* e magicamente la ritrovi nel tuo prontuario di frasi senza neppure accorgertene... ;)
Il cervello è strano...se cerchi di memorizzare qlcs che ti ha colpito musicalmente vedrai che ti verrÃ* + facile!!
Auguri..e buona musica :lol:

Sax O' Phone
1st April 2008, 14:19
Bravo Yardbird, parole sacrosante!
I pattern vanno praticati: sono il vocabolario! Li ripeti sino alla nausea, sinchè le dita trovano automaticamente le note; a quel punto sai pronunciare le parole, bravobravinobravo! Ma sai quello che dici? :lol:
I pattern sono anche definiti come licks, o anche cells, cioè gli elementi del linguaggio: la corretta pronuncia la potrai raggiungere solo ascoltando la musica e sentendo la cadenza dentro, e poi Yardbird ha giÃ* detto l'essenziale! Chettelodicoaffa'
;)

Ctrl_alt_canc
12th April 2008, 12:52
beh è utile averli a memoria,alla fine non è che devi imparare la sequenza di note,ma semplicemente il suono che hanno...poi ti vengono praticamente da soli,almeno per me è cosi. anche gli accordi,non pensi alle note che devi suonare,ma quale è la nota che completa l'accordo,o lo compone.

pizzic77
3rd May 2008, 01:08
Bè, i pattern dovrebbero servire esclusivamente come primo approccio allo studio della musica jazz; poi, come hanno giÃ* detto in molti, la cosa importante è ascoltare dischi e trascrivere soli...
Con i pattern puoi cominciare ad abituarti ad ascoltare alcuni suoni "più particolari" (che so, la 5b, la 9b e via dicendo...)

Vorrei aggiungere una cosa a quel che ha detto Ctrl_alt_canc: per quella che è la mia modesta opinione non bisogna mai suonare senza pensare, anzi....è ovvio che alcuni esercizi verranno fatti meccanicamente, ma mai suonare senza pensare ai suoni che vogliamo produrre!!!

Ctrl_alt_canc
3rd May 2008, 01:15
attenzione,non ho detto che non bisogna pensare,ho solo detto che non devi pensare "ora devo fare Do ora mi ora sol ora si"

ma avere in testa i suoni e "chiamarli" con la testa...altrimenti non si riesce a fare una ceppa se devi pensare ogni volta alle note che fai...in un solo non pensi "qui ci sta bene un sol#" ma "qui ci sta bene un "peeeee" (suono onomatopeico per il sol# :lol: ) non penso che coltrane,improvvisando su giant steps guardasse la partitura e continuasse a pensare su che scala doveva stare in base all'accordo...la aveva a meoria,o cmq andava ad orecchio... :roll: ;)

3rd May 2008, 11:25
attenzione,non ho detto che non bisogna pensare,ho solo detto che non devi pensare "ora devo fare Do ora mi ora sol ora si"

ma avere in testa i suoni e "chiamarli" con la testa...altrimenti non si riesce a fare una ceppa se devi pensare ogni volta alle note che fai...in un solo non pensi "qui ci sta bene un sol#" ma "qui ci sta bene un "peeeee" (suono onomatopeico per il sol# :lol: ) non penso che coltrane,improvvisando su giant steps guardasse la partitura e continuasse a pensare su che scala doveva stare in base all'accordo...la aveva a meoria,o cmq andava ad orecchio... :roll: ;)


Personalmente qnd improvviso è come se cantassi le note ma in qualsiasi caso riesci a pensare liberamente alle note solo qnd hai interiorizzato perfettamente il brano che stai suonando.
E' qui che intervengono i pattern...come dire...se prendi un brano che non hai mai studiato...per il quale è la prima volta che leggi il giro armonico...e ti capita di doverlo suonare cosi' al volo...di certo leggendo le sigle dovrai associare ad esse qualcosa che abbia un senso...e quindi penserai anche a quale scala usare...!Maggiori saranno le tue conoscenze sia armoniche che lessicali e + facilmente avrai modo di dire qlcs di sensato.
Certo è che un jazzman esperto ti da un occhiata al brano..capisce i centri tonali e poi sente gli accordi senza doverli leggere....mi sembra anche abbastanza comprensibile....passi la vita a suonare ii v i....dopo una decina d'anni direi che sai riconoscerli ad orecchio...altrimenti hai sbagliato mestiere :saxxxx)))

pizzic77
3rd May 2008, 12:15
attenzione,non ho detto che non bisogna pensare,ho solo detto che non devi pensare "ora devo fare Do ora mi ora sol ora si"

ma avere in testa i suoni e "chiamarli" con la testa...altrimenti non si riesce a fare una ceppa se devi pensare ogni volta alle note che fai...in un solo non pensi "qui ci sta bene un sol#" ma "qui ci sta bene un "peeeee" (suono onomatopeico per il sol# :lol: ) non penso che coltrane,improvvisando su giant steps guardasse la partitura e continuasse a pensare su che scala doveva stare in base all'accordo...la aveva a meoria,o cmq andava ad orecchio... :roll: ;)


Ok, sorry...allora non avevo capito quello che volevi dire :oops:

Giu-Zep
27th October 2008, 19:42
A mio modesto parere, i patterns e gli assoli trascritti sono cose certamente "propedeutiche", ma che secondo me andrebbero lasciate dopo non molto tempo. Mi spiego.
Per un po' di tempo, ho studiato jazz trascrivendomi gli assoli e imparando pattern. Quando capitava di poterli inserire, io mettevo qualcosa che mi ricordavo, e così qualcosa facevo. Il mio maestro però un giorno mi ha messo davanti una sequenza di accordi dall'aebersold SOLO maggiori, da A maj7 a Bbmaj7.
Non riuscivo a mettere NEMMENO UNA NOTA. Allora, ho cominciato a studiare le scale e gli arpeggi SENZA estenderli su tutto il registro: questo al fine di "agganciare" le note chiave da usare improvvisando, pensando alle note da usare, insieme a dei piccolissimi pattern, basati soprattutto su arpeggi. In questo modo, tuttora sto migliorando molto, perché posso suonare su vari accordi anche fuori struttura senza che la memoria tenti disperatamente di ricordarsi pattern o assoli di sorta! Inoltre, prendendo la mano, è NATURALE che si faccia uso di citazioni e frasi celebri, perché si è capaci di assemblarle al momento!
Tra l'altro, cito quello che mi disse Steve Grossman alla mia domanda: "Ma questa frase la devo imparare a memoria?"
SG: "No, non serve. Se ti è utile, la ricorderai" (e lì tutti zitti, manco la parola di Dio :lol: )
Ciao

puffosky
27th October 2008, 22:23
abbasso i pattern!
:DDD: