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Visualizza Versione Completa : Cosa ne pensate della musica dodecafonica??



Josax
26th February 2008, 00:31
Ieri parlando con una persona m'è tornato in mente il mio "incontro" con la dodecafonia di A. Schoenberg avvenuto anni or sono come programma per un esame di storia della musica...per me ascoltarla a lezione fu una vera e propria tortura....un incubo....e ora volevo sapere se anche a voi ha dato la stessa impressione.... se ne conoscete qualcosa e che ne pensate...

Ps: il mio non è stato un ascolto puro...ma analitico...quindi magari anche quello può aver influito sull'avversione che si è generata verso questo tipo di musica...

Aktis_Sax
1st March 2008, 00:01
beh, senza dubbio all'inizio lascia perplessi e un po' sconcertati... alla fine siamo abituati a musiche molto più "melodiche", non so come si può dire precisamente... il nostro cervello è automaticamente abituato al sistema tonale, così quando incontra la pantonalita di schomberg (non chiamiamola atonalitÃ* se no si offende :saputello ) riceve uno schiaffo :lol: ! almeno, questo è successo a me... l'ho trovato un po' angosciante...
soprattutto il Pierrot Lunaire...

zeprin
1st March 2008, 01:35
Non so perche' ma trovo sto video inerente al discorso...

http://www.youtube.com/watch?v=2a_ajsIVxyU


;)

Blue Train
1st March 2008, 11:18
Non so perche' ma trovo sto video inerente al discorso...

GiÃ*, chissÃ* perchè? :lol:

AndreamarkVI
1st March 2008, 17:01
:lol: :lol: un mito......dunque ....:
dodecafonia : la corazzata cotionkin= fantozzi : josax e aktis_sax

giusto?? :lol:

1st March 2008, 18:34
Non la ascolto mai, quindi non saprei darne un giudizio così dettagliato come quello dato da Fantozzi...

:lol: :lol:

zeprin
2nd March 2008, 07:23
:lol: :lol: un mito......dunque ....:
dodecafonia : la corazzata cotionkin= fantozzi : josax e aktis_sax

giusto?? :lol:

Non vorrei finire nei guai...no comment!
;)

Josax
2nd March 2008, 23:07
:lol: :lol: un mito......dunque ....:
dodecafonia : la corazzata cotionkin= fantozzi : josax e aktis_sax

giusto?? :lol:

noooooo....io son molto fantozziana.... :lol: :lol: :lol:
comunque tornando a bomba...per rispondere ad Aktis io il Pierrot lunaire l'ho anche analizzato tutto per l'esame....e anzi quello è uno dei brani meno dodecafonici....la mano felice sì che è un incubo..ne ho visto pure una sorta di film-rappresentazione teatrale impressionista originario dell'epoca... :shock: :shock: :shock:

Lanjazz
3rd March 2008, 00:31
Stavolta Andrea rischia il linciaggio......... se Josax si presenta a casa tua avvertici che..... ci chiudiamo in casa....

Aktis_Sax
3rd March 2008, 01:46
wow ma GRAZIE!! molto carini ... :lol: :lol:
io non l'ho analizzato ai tuoi livelli... a pelle non mi piace tantissimo... però resta il fatto che Schomberg è un grande ed ha segnato una svolta!

AndreamarkVI
3rd March 2008, 16:11
Stavolta Andrea rischia il linciaggio......... se Josax si presenta a casa tua avvertici che..... ci chiudiamo in casa....

era solo un'innoqua proporzione...... :lol: :lol: barricatevi in casa...ho uno strano presentimento... :lol:

Josax
5th March 2008, 23:19
ma cos'è mi temete al tal punto??? :shock: :shock: :shock:

Lanjazz
5th March 2008, 23:48
Ed oltre a questo punto!!!

Sax O' Phone
6th March 2008, 20:01
Suvvia, siamo seri! Sto accordando tutti i miei elettrodomestici secondo la teoria esposta da John Cage, e poi farò un evento happening a cui NON POTETE MANCARE! :twisted:

Però, davvero, mi sento UGNURANT: magari tra cent'anni la dodecafonica non sarÃ* più una CACOFONIA (e non mi scuso per il termine :azzangel ), ma un motivetto orecchiabile che trasmetteranno come musica d'ambiente negli ascensori, al posto di Girl Of Ipanema in versione pianola farfisa (quella dei Blues Brothers, per intenderci)...

Josax
7th March 2008, 01:03
Ed oltre a questo punto!!!

No no..tranquilli...son un'esile fanciulla....come potrei nuocervi??? :roll: :lol: :lol: :lol:

zeprin
7th March 2008, 02:53
Cucinando?

puffosky
7th March 2008, 03:46
qualcuno si stupirÃ*, ma questa musica è entrata anche in assoli di sax!
ho avuto un maestro in un seminario (non dico chi), peraltro molto bravo,
che inseriva, e ci insegnava ad inserire, delle "serie" dodecafoniche, cioè
completamente atonali, in assoli jazz !
mi pare che nessuno al corso ci riusciva.
comunque ho un buon ricordo di alcune musiche di shonberg, ora mi
sembra musica troppo "pesante" e datata.

MyLadySax
7th March 2008, 09:03
Io non concordo. La musica dodecafonica può essere stupenda. Non l'ho analizzato, ma trovo il Pierrot Lunaire di Shomberg un'opera affascinante e per nulla datata. Non vedo niente di sbagliato nell'idea di inserire una serie dodecafonica in un assolo di jazz, anche se, naturalmente, immagino più facilmente un'operazione di questo tipo in un'improvvisazione di Anthony Braxton piuttosto che di Phil Woods. La musica offre tante possibilitÃ*, forse infinite: perché precludersi delle strade? Certo, una strada a qualcuno può non piacere, ma questo è soggettivo.

Aktis_Sax
7th March 2008, 17:39
appunto... è soggettivo... troppo secondo me...

Lanjazz
7th March 2008, 18:42
in versione pianola farfisa (quella dei Blues Brothers, per intenderci)...

Pianola Farfisa???? Ma non era Un piano Rhodes???
Guarda qua... c'è anche il buon Eric Marienthal....
http://rhodespiano.com/

zeprin
7th March 2008, 19:32
Che musica e' questa?

http://www.youtube.com/watch?v=NsCSXfscN-Y

:twisted:

Sax O' Phone
7th March 2008, 22:33
Pianola Farfisa???? Ma non era Un piano Rhodes???
Guarda qua... c'è anche il buon Eric Marienthal....
http://rhodespiano.com/
Tu dici? La versione quando i ns eroi prendono l'ascensore mentre fuori l'intero corpo di polizia e la guardia territoriale prendono d'assalto il grattacielo: Girls Of Ipanema versione soft (quella originale era troooppo HARD :lol: )

juggler
16th March 2008, 04:52
Per comprendere, talvolta, un movimento artistico, un indirizzo creativo si devono cercare le motivazioni in un campo d'azione diverso...il sistema bi-tonale aveva esaurito tutte le sue "possibilitÃ* combinatorie"...Schonberg annulla il "predominio" della tonica...per liberare e porre sullo stesso piano tutti i suoni del totale cromatico...nel fare ciò e per dare coerenza allo "sforzo compositivo" adotta tutti gli espedienti classici della tradizione contrappuntistica...la strutturazione intervallare e permutativa della serie gli offre una serie di opzioni che vanno nella direzione della "variazione infinita" giÃ* concettualizzata in precedenza da Wagner.. Bisogna riconoscere che nelle motivazioni espressive dei "dodecafonici" sono in nuce tutte le "tematiche" e sviluppi che caratterizzeranno i vari ambiti artistici per l'intero Novecento...Kandinsky nello "Spirituale nell'arte" per primo codifica ed evidenzia la possibilitÃ* di una pittura che non abbia piu' alcun riferimento descrittivo, naturale...l'arte è rivolta all'interioritÃ* dell'uomo...si ricercano sinestesie tra forme espressive diverse...si indagano i "lati oscuri" dell'animo umano (la psicanalisi), la perdita d'identitÃ* dell'uomo nella nuova "era delle macchine"...

http://it.youtube.com/watch?v=1kPdwwvr0qo

Il nuovo "teatro musicale" non parla piu' di amori non corrisposti, senso della patria ecc. temi tipici del "teatro d'opera dell'800...ma di reietti, emarginati, prostitute, serial killer (ad esempio nel Wozzeck e nella Lulu' di Berg)...il segno di una "nuova modernitÃ*" che ha contraddizioni mostruose e con le quali ogni uomo deve confrontarsi...

Tutto ciò che si è sviluppato artisticamente nel '900 parte dalle "intuizioni" di questi "macabri visionari"...in fondo, sono seguiti 2 terribili conflitti mondiali...la mancanza di riferimenti, prima che nella musica, era negli "animi" di quei tempi!

Josax
16th March 2008, 16:49
se volete sentire qualcos'altro ecco un altro link....

http://www.youtube.com/watch?v=8KJ1qjCIYFA

ditemi voi che ve ne sembra.... :roll:

Sax O' Phone
16th March 2008, 17:42
Per comprendere, talvolta, un movimento artistico, un indirizzo creativo si devono cercare le motivazioni in un campo d'azione diverso...
[...]

Ciò che scrivi è molto pertinente: non sono comunque un grande estimatore dell'Opera in generale, anche se mi piacciono molto alcune delle sue musiche... Nel caso di Klee, Kandinsky o dei costruttivisti e della teoria pittorica, va rilevato che sono appunto stati loro i primi a formularla (con l'eccezione di Goethe), a differenza della musica che ha una solidissima ed antica base scientifica; prima di loro la teoria pittorica si limitava ai segreti di bottega trasmessi dai Maestri solo ad alcuni dei loro pupilli. Prima dell'avvento dei Cubisti, e prima di loro degli Impressionisti, nessuno si azzardava a formulare regole e teoremi, se non a livello di tecnica e di materiali pittorici (forse l'unica teoria accettata era la regola prospettica formulata da Raffaello), convalidati dalle ricerche sulla scienza della percezione e dalla Gestalt.
Comunque, ho trovato questo interessantissimo dialogo tra due Grandissimi musicisti che mi aiuta a comprendere i dettagli ed i contrasti (Gould è convinto, ma Menuhin è critico) di questa nuova formulazione teorica:
http://www.youtube.com/watch?v=av2XTNgA72w&feature=related
e sì, ascoltarli suonare comunque mi è piaciuto:
http://www.youtube.com/watch?v=Gmf4Z9HsnFQ&feature=related
La mia opinione da 2 soldi ;)

David Brutti
10th June 2008, 12:11
Ieri parlando con una persona m'è tornato in mente il mio "incontro" con la dodecafonia di A. Schoenberg avvenuto anni or sono come programma per un esame di storia della musica...per me ascoltarla a lezione fu una vera e propria tortura....un incubo....e ora volevo sapere se anche a voi ha dato la stessa impressione.... se ne conoscete qualcosa e che ne pensate...

Ps: il mio non è stato un ascolto puro...ma analitico...quindi magari anche quello può aver influito sull'avversione che si è generata verso questo tipo di musica...

La dodecafonia è un genere ormai vetusto. E' stato storicizzato da tempo. Molte di queste opere quindi vanno lette e ascoltate considerando le esperienze musicali tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento. In questi autori forte era la ricerca del nuovo da contrapporsi alla "tonalitÃ*" che orami aveva (a loro parere) esaurito quasi tutte le sue possibilitÃ*. Spesso questa ricerca del nuovo a tutti i costi portava a esperimenti musicali poco interessanti. Molte opere che si ascrivono a questa tecnica di scrittura risultano puramente sperimentali e prive d'interesse. Vi sono tuttavia opere di grande respiro e di grandissima carica espressiva che potrei consigliarti. Primo fra tutti il Wozzek di Berg come anche Lulu sempre dello stesso autore. Di Webern come non ascoltare l'op.21? Per Schoenberg ti posso consigliare il Pierrot Lunaire.

Josax
10th June 2008, 16:08
Di Webern come non ascoltare l'op.21? Per Schoenberg ti posso consigliare il Pierrot Lunaire.
il pierrot lunair è stato l'unica opera di Schoenberg che mi sia piaciuta....infatti l'avevo portata all'esame come sorta di tesina incentrata sulla resa pittorica delle musica....per il resto penso di aver sentito e studiato quasi tutta l'oper di Schoenberg e non mi è proprio andata giù.... :mha!(

David Brutti
10th June 2008, 17:04
Di Webern come non ascoltare l'op.21? Per Schoenberg ti posso consigliare il Pierrot Lunaire.
il pierrot lunair è stato l'unica opera di Schoenberg che mi sia piaciuta....infatti l'avevo portata all'esame come sorta di tesina incentrata sulla resa pittorica delle musica....per il resto penso di aver sentito e studiato quasi tutta l'oper di Schoenberg e non mi è proprio andata giù.... :mha!(

Ti capisco: molte robe sue sono un pò polpettoni!!
Altre sono dei capolavori indiscussi

Josax
10th June 2008, 17:11
Ti capisco: molte robe sue sono un pò polpettoni!!
più che polpettoni li definirei inquietanti..... :shock: ti consiglio di vedere il cortometraggio originale dell'epoca de La mano felice....io non mi sono ancora ripresa dopo anni.... :lol: :lol: :lol:

David Brutti
10th June 2008, 17:20
Ciò che scrivi è molto pertinente: non sono comunque un grande estimatore dell'Opera in generale, anche se mi piacciono molto alcune delle sue musiche... Nel caso di Klee, Kandinsky o dei costruttivisti e della teoria pittorica, va rilevato che sono appunto stati loro i primi a formularla (con l'eccezione di Goethe), a differenza della musica che ha una solidissima ed antica base scientifica; prima di loro la teoria pittorica si limitava ai segreti di bottega trasmessi dai Maestri solo ad alcuni dei loro pupilli. Prima dell'avvento dei Cubisti, e prima di loro degli Impressionisti, nessuno si azzardava a formulare regole e teoremi, se non a livello di tecnica e di materiali pittorici (forse l'unica teoria accettata era la regola prospettica formulata da Raffaello), convalidati dalle ricerche sulla scienza della percezione e dalla Gestalt.

Tuttavia mentre per la maggiorparte dei pittori le regole sono state estrapolate a partire dallo studio della materia e del colore (anche in senso psicologico ovviamente) in musica i dodecafonici hanno cercato di organizzare il discorso musicale sottoponendo il suono a regole matematiche e organizzative "esterne" al suono e alla sua natura. La cosa poi si è complicata ancor più con i vari seguaci dela 2a scuola Viennese che hanno ampliato il discorso matematica-suono estremizzandolo. I risultati dell'applicazione di questo modus operandi raramente raggiungono risultati degni di nota a meno che la mente del compositore non sia talmente tanto avanzata e lungimirante da prevedere il risultato sonoro che tale formula matematica darÃ* (Donatoni era bravissimo in questo).
Un passo avanti decisivo è stato fatto dagli spettrali (Grisey e molti altri) che sono partiti dall'analisi dello spettro del suono per l'appunto. Hanno quindi cercato di trovare un'organizzazione matematica e delle regole interne al suono. Inutile dire che per fare ciò si è dovuto attendere il progresso delle macchine: ciò è potuto avvenire soltanto dopo gli anni '60.

Sax O' Phone
10th June 2008, 18:21
Appunti interessanti: forse mi sono perso nei meandri dell'elaborazione verbale! ;)
Intendevo piuttosto far rilevare che se nella pittura occidentale alcuni concetti teorici erano adottati e conosciuti (regola della proporzione aurea, costruzione prospettica, e pochi altri), nella musica, e credo anche in ogni tradizione musicale, da sempre sono state praticate in modo diffuso e consapevole delle regole ben precise, sia orali che scritte, onde sortire gli effetti voluti e dare modo al compositore e/o all'esecutore di appropriarsi di queste regole, per poi eventualmente rivoluzionarle e trasmetterle. Non mi sembra che nella pittura ciò sia mai avvenuto se non dopo le formulazioni teoriche moderne, sostenute dalla ricerca scientifica.
Allo stesso modo potremmo pensare alla poesia metrica in rapporto alla narrativa; forse al design industriale in rapporto ai concetti architettonici; insomma, la mia impressione è che l'Arte della Musica ha un carattere ed una profonditÃ* che la rendono unica rispetto a tutte le altre Arti, proprio perchè si manifesta nell'immediatezza del momento, suscitando un'emozione unica, per poi svanire dal mondo sensoriale, almeno sino alla successiva esecuzione che comunque non potrÃ* mai essere uguale...

David Brutti
10th June 2008, 18:47
Appunti interessanti: forse mi sono perso nei meandri dell'elaborazione verbale! ;)
Intendevo piuttosto far rilevare che se nella pittura occidentale alcuni concetti teorici erano adottati e conosciuti (regola della proporzione aurea, costruzione prospettica, e pochi altri), nella musica, e credo anche in ogni tradizione musicale, da sempre sono state praticate in modo diffuso e consapevole delle regole ben precise, sia orali che scritte, onde sortire gli effetti voluti e dare modo al compositore e/o all'esecutore di appropriarsi di queste regole, per poi eventualmente rivoluzionarle e trasmetterle. Non mi sembra che nella pittura ciò sia mai avvenuto se non dopo le formulazioni teoriche moderne, sostenute dalla ricerca scientifica.
Allo stesso modo potremmo pensare alla poesia metrica in rapporto alla narrativa; forse al design industriale in rapporto ai concetti architettonici; insomma, la mia impressione è che l'Arte della Musica ha un carattere ed una profonditÃ* che la rendono unica rispetto a tutte le altre Arti, proprio perchè si manifesta nell'immediatezza del momento, suscitando un'emozione unica, per poi svanire dal mondo sensoriale, almeno sino alla successiva esecuzione che comunque non potrÃ* mai essere uguale...

Sull'etereitÃ* ed evanescenza della musica siamo sicuramente daccordo: è una vita che l'uomo cerca di congelare la musica (prima con gli spartiti, poi con le svariate tecniche di registrazione).
Be, la stessa cosa che accadeva in pittura succedeva anche in musica a mio parere. Considera che la speculazione matematica dai greci al novecento era tutta basata sullo studio dei rapporti intervallari e poco aveva a che fare con la pratica musicale ovverosia con i suoni. La musica, essendo un'arte astratta ed estremamente "vana" (nel senso che il prodotto di essa non resta ma svanisce) diciamo che permetteva a un matematico di esprimersi.
In ogni caso siamo sempre sul concetto che la formula matematica viene applicata in modo "forzato" alla materia sonora.
Diversissimo ovviamente ciò che concerne la pratica musicale la quale è basata su regole assolutamente empiriche e che si sono costruite nel tempo: nessun compositore all'epoca di Mozart conosceva la spiegazione fisica del fatto che un accordo di V grado risulta più teso di un accordo costruito sul I. Eppure una spiegazione c'è!
Tuttavia la percezione uditiva ha fatto da maestra e ha fatto si che tali "regole" venissero tramandate ampliate e aggiornate nei secoli. Altra cosa: le regole (ad es. quelle sull'armonia) sono state iniziate a compilare e a codificare attorno al '700 soprattutto da autori di scuola ecclesiastica. Prima di quel periodo il giovane compositore si faceva le ossa trascrivendo a mano spartiti su spartiti, senza poi dimenticare la pratica dell'improvvisazione davvero diffusissima.
A mio parere anche nell'arte figurata possiamo assistere a percorsi non dissimili.
Cosiglio un testo davvero interessante sull'evoluzionismo applicato alla storia della musica: H. D. Cowell, Nuove Risorse Musicali

Sax O' Phone
10th June 2008, 19:07
Grazie David del consiglio: lo leggerò!
;)

juggler
11th June 2008, 02:15
David ha scritto: "Considera che la speculazione matematica dai greci al novecento era tutta basata sullo studio dei rapporti intervallari e poco aveva a che fare con la pratica musicale ovverosia con i suoni. La musica, essendo un'arte astratta ed estremamente "vana" (nel senso che il prodotto di essa non resta ma svanisce) diciamo che permetteva a un matematico di esprimersi.
In ogni caso siamo sempre sul concetto che la formula matematica viene applicata in modo "forzato" alla materia sonora..."
E ancora:
..."La cosa poi si è complicata ancor più con i vari seguaci dela 2a scuola Viennese che hanno ampliato il discorso matematica-suono estremizzandolo. I risultati dell'applicazione di questo modus operandi raramente raggiungono risultati degni di nota a meno che la mente del compositore non sia talmente tanto avanzata e lungimirante da prevedere il risultato sonoro che tale formula matematica darÃ* (Donatoni era bravissimo in questo)." E poi..."Considera che la speculazione matematica dai greci al novecento era tutta basata sullo studio dei rapporti intervallari e poco aveva a che fare con la pratica musicale ovverosia con i suoni. La musica, essendo un'arte astratta ed estremamente "vana" (nel senso che il prodotto di essa non resta ma svanisce) diciamo che permetteva a un matematico di esprimersi..."

La musica è regolata da rapporti matematici, sia per ciò che riguarda il ritmo sia per quanto riguarda le frequenze ovvero le altezze dei suoni...che si adoperino metodi empirici o spettrometrici, legati alle nuove tecnologie, è possibile sempre individuare un'"organizzazione matematica" del materiale sonoro, sia nelle produzioni contemporanee che in quelle dei secoli passati! Una delle musiche piu' libere e affascinanti di tutti i tempi...quella di J.S.Bach...è piena di procedimenti matematici...legati allo sviluppo contrappuntistico dei motivi e allo studio dei canoni (per i neofiti, il canone è la forma contrappuntistica piu' elementare ma anche tra le piu' affascinanti...ricordate "Fra Martino"?) lo stesso Bach in alcune sue composizioni dava l'indicazione numerica dell'elaborazione del canone ad es. nell' "Offerta Musicale" ma anche in altre opere strumentali...le musiche piu' belle sono come dei perfetti teoremi matematici, dalle geometrie cristalline...il numero è il potenziale di ogni creativitÃ*, di ogni "arte combinatoria" (come la musica) non il contrario! Cercate di definire che cos'è il numero...difficile...forse no...il numero possiede lo stesso livello di astrattezza e "corporeitÃ*" del suono...perdonate l'ossimoro...ma solo questo può chiarire meglio la concatenazione creativa dei due rapporti: suono-numero.
GiÃ* i compositori del '500, parlavano di "musica mensurata" per distinguerla dalla musica liturgica (gregoriano) che seguiva l'andamento agogico del testo sacro cantato e il gesto chironomico del "direttore liturgico" così come era stata tramandata da Guido d'Arezzo in poi e rimasta pressochè invariata fino ai giorni nostri...la "mensuralitÃ*" (sia ritmica che intervallare) divenne una necessitÃ* dettata dalla nascita della polifonia e della seguente musica strumentale...
Tornando alla dodecafonia...devo sfatare il luogo comune che il "procedimento dodecafonico" produca solo "cacofonie" o "durezze estreme"...il sistema dodecafonico è un sistema compositivo che regolamenta solo le altezze dei suoni e la loro successione: è la preliminare organizzazione della serie del totale cromatico che giÃ* prefigura il risultato musicale...ovvero se si usano intervalli di 7^ magg., 9^min. o anche piu' "eccessivi"... l'effetto è quello "schonberghiano"...Berg, nel Concerto per violino, usa una serie che produce effetti "tonali" perchè introduce terze e seste...il metodo dodecafonico è stato usato in qualche caso, anche da Stravinsky, Hindemith, Milhaud ecc. con risultati neanche lontanamente paragonabili alle "durezze" di Schonberg...e poi c'è una schiera di "dodecafonici italiani"...Dallapiccola (ascoltate "Piccola musica notturna")...Peragallo, Adone Zecchi, Riccardo Malipiero, Camillo Togni, il primo Maderna ecc. che conciliano il "metodo" con la cantabilitÃ* tipicamente italiana...anche Zappa ha usato in alcune sue composizioni "metodi seriali" (forse nel suo caso, è piu' giusto parlare di una libera atonalitÃ* con forti connotazioni ritmiche)...in ambito jazzistico, Liebman usa un metodo affine a quello dodecafonico (basta leggere il suo "Chromatic Concept" applicato al jazz, ascoltare e analizzare certe sue composizioni)...insomma, è morto l'"espressionismo musicale" degli inizi del '900, ma non la possibilitÃ* di organizzare creativamente il materiale musicale secondo quel metodo! I "serialisti integrali" o post-weberniani (la generazione degli anni '50: Berio, Boulez, Stockausen ecc.) applicarono il "metodo" a tutti gli altri "parametri musicali" (modalitÃ* d'attacco, dinamiche ecc.) in questo caso (è vero) in nome di una "presunta oggettivitÃ* del suono-numero" spogliato di qualunque romantica "espressivitÃ*", il compositore predisponeva a tavolino (talvolta in forma casuale e provocatoria) una "piattaforma" di sviluppi musicali", rimanendo indifferente rispetto al risultato sonoro, gloriandosi di una perfezione che era solo cartacea e non sonoriale...David ha citato Donatoni...il mio insegnante di composizione era stato allievo di Rota e poi anche di Donatoni...di quest'ultimo mi diceva che nell'ambiente...lo chiamavano "Donatok" (amava Bartok: nelle sue prime composizioni si sente l'influsso...ascoltate "Spiri") ed era uno spirito cinico quanto profondo e dolente nelle sue riflessioni...del pubblico diceva..."mi serve per migliorare l'acustica della sala" o anche era profondamente convinto che la composizione non si potesse insegnare, ma che era un'esperienza da sperimentare quotidianamente interrogandosi in continuazione sul senso di ciò che si faceva (+ o - Zappa affermava la stessa cosa)...quest'ultima affermazione l'ho capita a mie spese durante una lezione...il mio insegnante correggeva composizioni ed esercizi al pianoforte...e mentre suonava commentava..."bene...ora sale...ah, ti sei ricordato in questo punto di ritardare la risoluzione..." ad un certo punto non commentò piu'...suonò tutto fino alla fine...temevo una reazione brutale da parte sua...e invece disse: "E' bellissimo...ma se fai così...all'esame ti bocciano..." capii che stavo perdendo il mio tempo...

Digressione personale a parte...mi premeva chiarire che certi procedimenti matematici o seriali applicati alla musica hanno permesso lo sviluppo della creativitÃ* e dei procedimenti compositivi, ieri come oggi e non il contrario...eccetto per la breve parentesi dei "serialisti integrali"...












Esperienza personale

David Brutti
11th June 2008, 09:26
Digressione personale a parte...mi premeva chiarire che certi procedimenti matematici o seriali applicati alla musica hanno permesso lo sviluppo della creativitÃ* e dei procedimenti compositivi, ieri come oggi e non il contrario...eccetto per la breve parentesi dei "serialisti integrali"...



Nessuno lo mette in dubbio. Tuttavia ciò non toglie che la dodecafonia sia stata ampiamente storicizzata e che sia il caso di andare oltre (come fortunatamente è stato fatto!). Inoltre dopo più di un secolo si è potuto "filtrare" meglio questa esperienza sicuramente importantissima ma che ha un valore sicuramente relativo nel percorso musicale del novecento: per decenni il serialismo e la dodecafonia hanno letteralmente fatto passare in secondo piano le opere di compositori che tale tecnica non utilizzavano (come ad esempio lo stesso Hindemith, che come dici tu l'ha utilizzata ma in modo assai marginale) creando di fatto una sorta di "setta". Ciò ovviamente non vuole togliere nulla alla dodecafonia e ai suoi più alti esponenti: ha causato una rottura forte col passato che oramai era sclerotizzato e ampolloso.
In ogni caso poi, come esecutore di musica contemporanea (e credimi ne ho eseguita a sacchi!), spesso i parallelismi tra musica e matematica mi fanno assai sorridere: puntualmente eseguo opere composte su rigide e giustificate basi "matematiche"; tuttavia il risultato spesse volte è nullo, ripetitivo e di scarso interesse. Se non c'è il controllo attivo della mente e soprattutto dell'orecchio del compositore difficimente una composizione basata su formule matematiche sarÃ* degna d'interesse. Come dicevo sopra, ce lo testimonia un Donatoni che, seppur componendo con rigidi schemi preimpostati riusciva a controllare talmente tanto bene il materiale da arrivare quasi sempre a risultati musicali altissimi. Come lui ce ne sono pochi ovviamente. Tanti invece sono coloro i quali utilizzano tali schemi in modo arido, ripetitivo e con scarsa cognizione.

Sax O' Phone
11th June 2008, 12:19
Non vorrei interrompere il flusso di questa interessante conversazione, ma sto pensando al fatto che la sezione aurea, per esempio, fu elaborata dai Greci proprio osservando la natura, ed in seguito questa regola venne applicata sia nelle Arti che nella Scienza. Questa premessa secondo me importante, ci porta a ricordare che le formule matematiche non vengono scoperte in un astratto vacuum, ma sono sempre estrapolate dall'osservazione empirica della natura, sia essa quella sensoriale che quella mentale.
Quando mi dite che esistono collegamenti tra la musica e la matematica, non fate altro che rinforzare in me la concezione che la musica sia una rappresentazione della Natura (sia essa quella sensoriale che quella interiore). Se poi questa relazione tra i numeri e la creazione venga perduta, e nella formulazione diventi un mero concetto astratto, questo non succede a discapito della validitÃ* di tale formula, ma è da ricercare nella fallacitÃ* della mente e del cuore pensante...
Prego, continuate pure.... ;)

David Brutti
11th June 2008, 14:22
Non vorrei interrompere il flusso di questa interessante conversazione, ma sto pensando al fatto che la sezione aurea, per esempio, fu elaborata dai Greci proprio osservando la natura, ed in seguito questa regola venne applicata sia nelle Arti che nella Scienza. Questa premessa secondo me importante, ci porta a ricordare che le formule matematiche non vengono scoperte in un astratto vacuum, ma sono sempre estrapolate dall'osservazione empirica della natura, sia essa quella sensoriale che quella mentale.
Quando mi dite che esistono collegamenti tra la musica e la matematica, non fate altro che rinforzare in me la concezione che la musica sia una rappresentazione della Natura (sia essa quella sensoriale che quella interiore). Se poi questa relazione tra i numeri e la creazione venga perduta, e nella formulazione diventi un mero concetto astratto, questo non succede a discapito della validitÃ* di tale formula, ma è da ricercare nella fallacitÃ* della mente e del cuore pensante...
Prego, continuate pure.... ;)

vero