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Visualizza Versione Completa : Cosa ci piace veramente, questionario per tutti



zkalima
21st December 2012, 11:49
In seguito ad una discussione su un musicista contemporaneo su questo Forum, mi è sembrato interessante proporre una specie di referendum generale.
Il tema è il seguente: Che cos'è che veramente ci piace nella musica di un musicista?

Il fine naturalmente non è quello di avere una classifica dei musicisti più apprezzati nel forum, (sappiamo bene che in testa c'è Kenny G :ghigno: ), ma di fare un esercizio non facile, cioè esprimere in parole quello che normalmente affidiamo al sentimento, alle emozioni e purtroppo alle abitudini e a certi automatismi.
Naturalmente questo riguarda l'esperienza dell'ascolto e non tanto l'interesse che ognuno di noi ha come musicista, sarebbe a dire che io posso ascoltare Lee Konitz perchè mi interessano le sue articolazioni, ma se devo sedermi in poltrona e ascoltarmi un disco che mi piace metto su, chessò, Albert Ayler o Paul Desmond.
E' questo l'aspetto che riguarda il questionario, quando siamo rilassati, senza lo strumento in mano e ascoltiamo quello che veramente ci piace di più;

Cosa ci piace e Perchè della musica di un musicista.

Andy
21st December 2012, 12:17
A me personalmente piace tantissimo la musica di Benny Golson, quando lo ascolto mi rilasso e penso che in fondo in fondo, la vita non e poi così male come ci viene da pensare.. Mi trasmette un'emozione che a parole e difficile descrivere, quel suo particolare modo di suonare, il suo soffiato, insomma per i miei gusti personali : Benny forever!! ;)

LisaBee
21st December 2012, 12:40
Do il mio contributo da ignorantona:

Ascoltare un musicista mi piace quando non mi annoio e quando avverto un senso dietro a quello che suona. Un senso che può anche essere legato alle emozioni, ma comunque mi piace avvertire che c'è "un capo e una coda" e, in un certo senso, qualcosa da dire.
Non mi piace quando mi sembra che un musicista si "parla addosso" e si capisce da solo.

Chiaramente quest'ultimo non è il caso del nostro amato Kenniggì.. :ghigno:

gene
21st December 2012, 13:03
La domanda è difficile ....... :BHO: personalmente, come un po tutti credo, sono andato a "periodi" ........ Leggendo Musica Jazz dal 1987, ed essendo curioso ma selettivo, ci sono stati anni che non ascoltato altro ECM, parlo del periodo secondo me più fecondo (fino la fine degli anni 80), Garbarek è stato per anni, un grosso punto di riferimento.
Poi grazie a Luigi Onori, che qualcuno conoscerà, scoprì i giovani Geri Allen, Steve Coleman, Greg Osby, Robin Eubanks etc .... e mi si apri un'altro mondo ....... un passo indietro ...... il mio idolo iniziale, e la mia formazione va ascritta a Clifford Brown ed ai suoi quintetti, quelli con al sax il grande Harold Land o Rollins, per cui jazz hard bop, da Blakey a Golson fino ai dischi blue note etc. poi ho passato un bel periodo jazz rock/fusion, dai mitici Lingomania a Sanborn/Brecker/Yellowjackets etc ma pure Brand X ed altri gruppi inglesi ....
fine prima puntata ........
(comunque sono sempre curioso e selettivo, e non mi piacciono le banalità, ne nella musica ne in altre espressioni artistiche .....)

re minore
21st December 2012, 14:15
Deve trasmettere emozione, sentimento, sofferenza o gioia, o stupore... Non importa il genere, puo' essere comfortably numb dei pink floyd o il laudate dominum di mozart. E non puo' essere un gioco il cui scopo e' suonare il maggior numero di note "corrette" nell'unita' di tempo. Non che sia sbagliato farlo, ma l'ascolto non mi comunica niente.

StefanoSax
21st December 2012, 14:23
Una domanda non semplice e una risposta ancora più difficile. In musica sono onnivoro. Mi emoziona la "rana" Webster con i suoi subtone e i soli di Coltrane. Ma se posso dirti cosa mi rianima, mi rinnova e porta in me la gioia e la tristezza insieme allora ti rispondo: la bossa nova. Non Stan Getz in particolare ma le armonie e il ritmo della bossa mi emozionano sempre.
Se posso allargarmi oltre il sax allora ti devo parlare di Beatles, Doors, classiche napoletane (Bovio, Viviani, Russo) ma questa...è un'altra storia...

docmax
21st December 2012, 17:06
Oggi ho tempo da passare qui e Zka mi ha fatto pensare un po' a questo tema (e vi assicuro che mi ha fatto bene) ;)

Io di musica sono onnivoro e non mi pongo limiti, se sto solo. Se sto con altri addolcisco la pillola, smusso molto le scelte.
Ma quando sto solo cosa mi piace veramente?

Mi piace lasciar andare il genio umano e gustare il prodotto, sapendo proprio che quel "genio" passa non mi va di buttarlo via ma di goderlo.
Ecco quello che mi piace.

zkalima
21st December 2012, 17:47
promossi Lisa reminore e doc, mentre Andy, Gene e Stefano, sono rimandati a settembre :-leggi-:

Il discorso è difficile, lo so, anche io a volte mi trovo in difficoltà a esprimere in parole il perchè una musica mi piace, devo costringermi a razionalizzare quello che affido interamente alle sensazioni.
Però, facendolo mi rendo conto di alcuni limiti miei, e sforzandomi di avvicinarmi e cercando di dare una forma a quello che penso ascoltando musica, visto che non ascolto solo con la pancia, è interessante scoprire quello che viene fuori.
Per quanto mi riguarda devo trovare nel suono la percezione fisica del musicista, la sua fatica, il suo sforzo, il sangue è quello che mi accende, è vero, come dice Lisa che quel "qualcosa da dire" è una storia personale, e se non c'è un racconto la musica si svuota, ma la percezione di quel racconto a volte non è immediata, infatti ci sono musicisti che amo e che giocano più su una forma meno viscerale e più poeticamente lucida, come potrebbe essere Paul Desmond.
Credo che dovremmo veramente guardarci dentro mentre ascoltiamo della musica che ci emoziona e descrivere semplicemente quello che ci succede.

Ho visto un video, una master class di Michel Petrucciani, sono rimasto un po' interdetto quando, proprio lui, ha detto: "Dovete controllare le vostre emozioni", come controllare!!?? io credevo che andassero liberate al massimo, poi ho capito che dev'essere la musica a contenerle e trasmetterle, non il musicista.

Secondo me è un lavoro importante da fare, interrogarsi su questa cosa.

KoKo
21st December 2012, 18:01
riguardo questo zka, ti cito la risposta che dexter diede ad un mio amico musicista quando gli chiese come faceva a rimanere cosi' rilassato e trasmettere lo stesso quella grande forza ed energia...
gli disse che devi essere come il mare, calmo in superficie, ma mosso da mille correnti in profondità...e direi che sintesi migliore non si poteva fare =)

Per quanto mi riguarda invece penso spesso a queste cose, della musica mi piace la fragilità, la percezione che tutto quello che ascolto è un qualcosa di intimo e magico e che sta in piedi per miracolo. La fragilità ed il rischio, il rischio penso che sia una componente fondamentale di tutta l'espressione artistica, avevo scritto qualcosa a riguardo qui
http://www.notelunghe.it/about-risk/

la fragilità è anche legata alla sensibilità e l'onesta del musicista, è un concetto che sembra astratto, ma che credo traspaia dalla musica.

Fragilità onesta e rischio sono legati alla freschezza della musica, che è un'altra cosa che mi piace assai e senza la quale mi annoio.

Poi c'è un lato piu' difficile che è connesso alla mia curiosità, mi piace tutto quello che mi incuriosisce in qualche modo e tocca delle corde difficilmente raggiungibili, una specie di senso di ragno che si attiva e ti costringe a ascoltare le cose in prospettive differenti dalla tua. mi piace stare scomodo insomma...

Mi vengono in mente anche l'ironia (fondamentale) ed il lirismo. adoro musicisti spigolosamente lirici, tipo Andre d'Angelo...

Sax O' Phone
21st December 2012, 21:19
Discorso interessante: ma cosa ci piace veramente?

Dipende dai condizionamenti culturali, dall'istruzione, dall'esperienza.

Per me la musica è essenzialmente un'arte e quindi troverei le stesse risposte che mi do leggendo un testo (poesie, racconti, saggi), guardando un quadro, assistendo ad uno spettacolo teatrale o ad un film: crea un senso trascendente, mi coinvolge appassionandomi ad una vicenda, mi incuriosisce per i risvolti complessi di una analisi profonda, mi esalta la maestria, l'inventiva e la padronanza espressiva. Il tutto è condito dalla capacità dell'artista di esserne coinvolto totalmente e di trasmettere tale coinvolgimento emotivamente.

Nella musica apprezzo questi aspetti ma sopratutto sono affascinato dalla sua immediatezza, dal suo esprimersi nel momento e nello spazio presente e, prescindendo dalla teoria che il suono rimane per sempre contenuto nell'etere, piuttosto che dalle registrazioni, dalla sua volatilità.

Tutte le arti si contaminano ed arricchiscono una nell'altra, o addirittura partecipano strumentalmente allo stesso scopo: p.e. ascoltando molte delle canzoni di Neil Young ricevo delle forti suggestioni narrative e poetiche che trascendono la sua musica, cha a sua volta sostiene le parole.

Per quanto riguarda il Jazz quando ascolto un pezzo lo sento 'vero' immaginandomi lei:

http://travelandtourkenya.files.wordpress.com/2011/05/01_maasai_girl_kenya1.jpg

ballerà gioiosa su quelle note?

zkalima
22nd December 2012, 00:56
Beh, con questo, posso dire che il fine vero di questo thread era quello di leggere della poesia, non c'è altro modo infatti per parlare della propria esperienza che fare della poesia, grazie, mi auguro che tutti possano, senza porsi ipercriticamente verso se stessi provare a farlo, l'intenzione può colmare l'incertezza della forma.
Come sempre Sax 'O ha toccato il cuore della questione e in qualche modo ha cantato, dedicando ad un volto magnifico la sua lirica dimostrando che si può studiare e conoscere senza perdere la propria capacità di sentire, Koko si è avventurato nella sua disposizione d'animo e si è avventurato in un ignoto che gli è famigliare, comincio veramente a commuovermi.
That's jazz!

Andy
22nd December 2012, 01:16
Grazie zka, essere rimandati e meglio che essere bocciati ;) Io non sono molto esperto di musica e di generi musicali ( più o meno un anno che mi sono dedicato al sax) però qualche volta mi cimento a scrivere poesie, a pensare... E ad emozionarmi.. Non sono abile a descrivere ciò che provo, non sono bravo a suonare, però ci provo... almeno cerco, a volte mi compiaccio di quello che riesco ad ottenere, a volte mi guardo allo specchio e mi sputo in faccia da solo.. Ma nonostante tutto.. Questo "Nostro" forum e l'unica esperienza che mi consola.. E mi piace.... Mi piace perchè trovo conforto, mi piace perchè siete persone "umane"... Mi piace per i vostri pareri, le opinioni, e i vostri consigli. Mi piace ... Perchè siete tutti quanti delle persone meravigliose!

zkalima
22nd December 2012, 02:17
Andy, per bocciare bisogna essere dei professori, io mi riferivo al fatto che non volevo un elenco dei musicisti preferiti, questo vale anche per gene e stefano.
Ognuno di noi ha un modo di avvicinare la musica, ascolta un pezzo e prima di chiedersi chi è che suona riceve qualcosa che lo apre o lo lascia indifferente, questo è interessante, capire cos'è che fa succedere questo.

zkalima
22nd December 2012, 02:31
alcune settimane fa sono stato ad Istambul, ho incontrato dei musicisti turchi che suonavano ad un sit in per contestare un progetto di edilizia che cancellerà degli spazi pubblici, la loro musica mi ha colpito così tanto, l'energia dei ritmi, la grazia della cantante, il fatto che mi è successo quello che mi succede quando ascolto della musica vera, non riuscivo a stare fermo.
Quando si sono fermati, sono andato a conoscerli, a ringraziarli e a chiedergli dove potevo ascoltare ancora la loro musica.
mi hanno dato il loro indirizzo web, dove si possono scaricare i loro due dischi gratuitamente, sono stati amabili e sinceri.
Gli ho scritto una mail per ringraziarli ancora della loro musica e mi hanno risposto con qualcosa che ricorderò per sempre e che è questo:

hey mario
thanks to you, hope to see you again , we dance together :)

trovate tutto qui: http://www.yoldamuzik.com
le ultime due voci della pagina sono i link per scaricare gli mp3

Andy
22nd December 2012, 02:42
L'anima di chi ascolta... Io credo che solamente questo faccia la differenza. E' come cercare di capire un libro. solamente lo scrittore può sapere cosa vuole comunicare, cosa aveva al di dentro, quali emozioni a trasmesso e quali emozioni noi abbiamo percepito...Non possiamo a priori dire che questo o quello e bello.. Possiamo solamente "sentire" quello che ci viene comunicato dall'esecuzione di un brano o dalla lettura di un libro, di una poesia... Ma questo e un discorso puramente di interiorità, credo sia impossibile descriverlo a parole.... E un pò come l'amore... Come lo puoi descrivere?

StefanoSax
22nd December 2012, 02:43
Ti dò la seconda versione della risposta. In una sola parola: il viaggio.

zkalima
22nd December 2012, 03:22
Per usare risposte sintetiche, quando ascolto quello che mi piace, questo è quello che cerco.
http://rififi.altervista.org/wp-content/uploads/2012/12/314652_4698142023004_1344445549_n.jpg

docmax
22nd December 2012, 06:41
Tu non sei mai superficiale! E ti spieghi molto bene.

gnoato
24th December 2012, 19:53
Non essendo un letterato, per me non è tanto facile descrivere le emozioni che mi dà la musica e sicuramente sarò abbastanza impreciso ...
Come punto di partenza riporto una frase di Gustav Mahler che così descriveva il suo lavoro: "In una sinfonia io costruisco un mondo". Ecco la prima cosa che mi ha sempre affascinato nella musica è questo: un viaggio in un altro mondo e la prima conseguenza è che ho sempre preferito le forme estese. La canzonetta o il pezzo da 3 minuti mi dice poco anche se è un capolavoro. Al contrario, un assolo di Coltrane di 20 minuti, anche sconclusionato, infarcito magari di errori tecnici, mi dà un'emozione fortissima perché in qualche modo lo sto seguendo nel suo viaggio verso qualcosa (che cosa sia poi non riesco a spiegarlo ...). Quindi ho apprezzato il progressive perché aveva questa propensione ai grandi affreschi, delle sinfonie ho già detto, mi piaceva il Miles Davis elettrico dei concerti in cui la musica continuava ininterrotta per più di un'ora, ecc...
Per la seconda fondamentale caratteristica della musica che mi piace mi rifaccio anche qua ad una frase di un grande musicista, questa volta contemporaneo e di estrazione jazzistica, Henry Threadgill, che ad un giornalista che gli chiedeva perchè la sua musica fosse sempre così "ruvida", "dura", rispose che il mondo che lui vedeva era così: duro, violento dove i deboli sono sempre sconfitti, come poteva lui fare una musica diversa se quello che vedeva era solo dolore? Io questo "dolore" del mondo lo vedo esprimersi in musica in due aspetti per ognuno dei quali faccio due nomi: Albert Ayler e John Surman. Nel primo c'è la rabbia per quello che di brutto c'è in questo mondo nel secondo c'è una nostalgia per un mondo diverso. La via di mezzo ad esempio la vedo in un Wynton Marsalis, per cui il mondo sembra andare benissimo così com'è ed infatti la sua musica (aldilà delle indubbie capacità tecniche) mi dice poco.
Non so se si capisce qualcosa ... :D

gene
24th December 2012, 20:04
Tanti anni fa rientro a casa, vado nella mia stanza e faccio un gesto inusuale per me ma penso per un quindicenne in genere: accendo la radio, giro la manopola della sintonia senza cercare nulla in particolare ma curiosando. Ad un certo punto esce, prepotente, un bellissimo e lancinante suono di sax: fermo la manopola e mi ritrovo completamente rapito da quella musica magnifica e struggente, nulla a che vedere con quello che suonavo nelle sale da ballo dei paesetti nella provincia irpina. Non riesco più a distogliere la mia attenzione da quella musica finchè non finisce la trasmissione ed il presentatore annuncia: Dal disco "Spirits rejoice" di Albert Ayler, avete ascoltato "Angels". Da quel momento in poi la mia vita si è arricchita di quella splendida musica che è il jazz e penso che artisti come Ayler, Sun Ra, George Adams, Duke Ellington, Eric Dolphy, Lester Bowie e tanti altri meravigliosi musicisti di jazz sono parte indivisibile della mia vita, angeli intorno a me.

Tratto da "Music of the Angels" di Pasquale Innarella.

zulusax
24th December 2012, 23:43
La domanda è intelligente, ma non di facile risposta, proverò a dire la mia.
Io credo che ci siano molti modi di ascoltare musica, si può partire da un ascolto emotivo, oppure da uno puramente tecnico, bisognerrebbe arrivare ad un giusto compromesso e poi non sempre ci troviamo nella giusta condizione di ascolto, spesso capita di passare sopra a cose, che poi ascoltate con più attenzione rivalutiamo, ed in cui troviamo sfumature prima non recepite.
Io per esempio le prima volte che ascoltavo Lester Young, facevo fatica, mi sembrava un suono poco sassofonistico, preferivo decisamente Coleman Hawkins, ma poi ascoltandolo con attenzione, ho capito la modernità e l'importanza di quel modo di suonare.
Io spesso ascolto anche musica, pensando a considerarla colonna sonora di possibili scene di film inventate, il cinema è un altra mia passione.
Certo si và anche a periodi, in alcuni momenti si preferisce un tipo di musica, io amo molto il jazz, ma anche la musica d'autore.
Uno che mi mette sempre di buon umore è il cantante Nicola Arigliano, che sapeva swingare alla grande, oppure il grande Fred Buscaglione, le sue canzoni erano piene di jazz e di ironia, ma penso che siano in pochi a conoscerlo, per motivi anagrafici.

KoKo
25th December 2012, 00:21
Ammazza pochi a conoscere fred dal whisky facile? :-)

zulusax
25th December 2012, 01:29
Intendevo chi è giovane, forse non sà neanche chi era Fred Buscaglione, ma se è conosciuto non può che farmi piacere, io lo ricordo in televisione, ma ero un bambino.

luca
25th December 2012, 02:39
è una gran bella domanda... talvolta odio profondamente i jazzisti e tutte le pippe mentali che si fanno perdendo di vista il fine ultimo, che è la musica e il bello.. a volte ascolto gente bravissima a suonare ma che non mi dice assolutamente niente... odio l'idolatria tipica tra jazzisti tipo: hai sentito quello che mostro???
io amo la melodia in tutte le sue forme... mi piacciono le canzoni, i temi....rimango ancora incantato a sentire l'adagio del concerto per clarinetto di mozart...ma anche alcune vecchie canzoni dei pooh, paul mccartney, altri cantanti italiani... e poi ovviamente tutti i grandi sassofonisti del passato... comunque è davvero un esercizio interessante quello aperto da questo topic...un bell'esame introspettivo

Sax O' Phone
25th December 2012, 11:20
Ci sono degli spunti stimolanti: Buscaglione p.e. è apprezzabile perché comunque è un narratore, come uno che racconta barzellette surreali, un po' un antesignano dei Blues Brothers che invece delle influenze R&B si ricollega direttamente allo Swing.

Sopratutto mi ritrovo nelle considerazioni 'spaziali': la musica è veramente un viaggio, una creazione, una dimensione: la qualità dello spazio o etere non a caso è il suono, ed il senso ad esso associato è ovviamente l'udito (non a caso l'orecchio è anche l'organo responsabile dell'orientamento); non sono d'accordo circa la lunghezza dei brani: si può viaggiare da un continente all'altro in diversi modi usando differenti veicoli e velocità, ma il viaggio passerà attraverso lo stesso spazio. O meglio, non potrei affermare che una poesia di pochi versi 'valga' meno di un poema Epico di migliaia di versi, e viceversa.

Il_dario
25th December 2012, 11:44
Mi piace la musica, dire tutta forse è eccessivo, ma rende l'idea.
Dalle canzoni di musica italiana anni 70 e 80 su cui , quando viaggio solo in auto, canto ; alla musica classica , operette, musica pop, rock , jazz !
Tutto ciò che mi emoziona in senso positivo, che non mi fa angosciare, e che mi trasmette buone sensazioni la ascolto, la riascolto e poi ancora la riascolto !

giosuei
25th December 2012, 15:45
Io cerco il lirismo

ilcama
25th December 2012, 15:52
patetico!!

giosuei
25th December 2012, 15:55
si certo il Pathos è l'essenziale
sono nato nella terra di Verdi :mha!(

per spiegarmi: il lirismo per me è Alabama suonata da uno che come me è bianco.

ilcama
25th December 2012, 16:18
:sonno:

zkalima
25th December 2012, 18:54
Credo che uno dei componenti della consapevolezza che si può cercare di avere è il fatto che una musica ci parli con il minor numero di filtri possibili, senza escluderli, in fondo, e mi stupisco che questo avvenga in un forum italiano, l'esperienza più simile per certi versi all'ascolto di cui mi interssava parlare nel 3d è il rapporto con una donna, la chimica è immediata, inspiegabile e incontrollabile, avviene in un momento e fermarsi a pensare di solito rovina tutto.
Però, però nessun argomento ha ispirato così tante e così belle parole come l'amore.
Per quanto mi riguarda, il femminile è una radice, e molta musica nasce ispirata da questa realtà, quindi se serve sa spiegarne una parte non esaurisce il discorso, infatti quello che giustamente è stato fatto rilevare è che la dimensione musicale è un mondo, con tutti i suoi aspetti, crudeli, giusti e ingiusti, piacevoli o dolorosi.
Dunque si potrebbe dire che quando ascoltiamo una musica che sia degna di questo nome diventiamo in qualche modo donna e l'esperienza è aperta e multiforme, oppure restiamo uomo e discriminiamo tra quello che sentiamo filtrando quello che serve da quello che non serve.
Naturalmente sono sempre presenti, in dosi diverse per ognuno questi due elementi, per questo l'ascolto è così sfuggente, perchè tirando le somme c'è qualcosa di noi che non ci piace.

http://sphotos-h.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-prn1/27858_1412800755925_5310940_n.jpg

Il_dario
25th December 2012, 19:18
:lol: :lol: :lol:

darionic
26th December 2012, 15:11
molto interessante e coinvolgente leggere tutti i vostri post. Anche perchè a differenza di molti altri 3d questo tende a non aprire guerre di religione tra i jazzisti i classicisti, i boppari i punkfankettoni ecc....
Per dirla alla Manuel Fantoni (Borotalco) la mia vita musicale è stata un'odissea. Un giorno mi imbarcai a Genova in un cargo battente bandiera liberiana e per anni so stato coi genesis i pink floyd, i Deep purple. per anni anni non ascoltavo altro che questi dischi che rovinavo e che ricompravo. Mi piaceva ogni volta trovare qualcosa di nuovo, nel basso, nella chitarra, nella voce. Poi so stato cò Pino e per qualche annetto fui fulminato da lui, Senese, Amoruso, Zurzolo. Andavo ai concerti con una seicento scassata che andava a benzina agricola. Ne ricordo uno a Monreale (vicino Palermo) gratis nel 1985 con formazione al completo e con tutti i brani di nero a metà e vaimò. Alla fine degli anni ottanta a Parigi un caro amico mi portò ad ascoltare una jam in una caveau (grotta sotterranea) a Saint Michel. lì trovai il santo Gral. Strumenti che conoscevo ma che non avevo mai sentito suonare quella roba. Trombe, sassofoni, contrabbassi. fu amore a prima vista e da allora non è stato che jass, giass, jazz. Devo dire che provo grandissimo godimento per il jazz che va dalla nascita del bebop fino all'hard bop. In fondo dopo più di ventanni conosco praticamente tutti i dischi di quel periodo e ascolto più altro quelli. Cercando sempre spunti e sfumature nuove. Non sono famelico,almeno per ora, e nemmeno curioso di cercare nuove cose. Quello che ascolto mi fa stare bene e per me va bene così....

Il_dario
26th December 2012, 16:39
......... Quello che ascolto mi fa stare bene e per me va bene così....


Mi piace questa cosa !
Quoto
:saxxxx)))

zkalima
27th December 2012, 14:57
Quello che ascolto mi fa stare bene e per me va bene così....

e noi possiamo dire lo stesso di te, che effettivamente ti sei sempre espresso con la tua musica che racconta molto bene di come senti.

Io, posso dire serenamente che scrivo meglio di come suono, questo lo dico a proposito delle intenzioni del post, poi ci sono persone, come Darionic o Danyart, che suonando raccontano e questo non solo basta, ma supera quello che chiunque potrebbe dire.
Il mio augurio per tutti è che possiamo arivare un giorno anche noi a esprimere musicalmente i sentimenti così come sono.

Albysax
29th December 2012, 13:57
finalmente posso rispondere a questo interessante 3D...cosa mi piace di più?..semplicità e raffinatezza...genio e sregolatezza...
anch'io come tutti sono abbastanza onnivoro e questo è derivato da continue scoperte di mondi musicali che hanno contribuito alla mia formazione.
Nei primi anni 80 mio fratello mi portò in casa un LP di ungruppo strano (per me che ascoltavo quasi solo Pink Floyd) certi Weather Report...
E da qui si è aperto il primo mondo,il più importante,quello che più di tutti mi influenzerà e influenzerà le scelte future...la Fusion...
Subito aruota comprai gli LP più importanti di loro (i veri capolavori,secondo me:Heavy Weather,MR. Gone ecc. con J.Pastorius da favola) e da lì
agli Spyro Gyra (anche se il saxofonista non mi piace molto)il passo fu breve.
Poi scoprii quello che più mi piace a tutt'oggi:Yellow Jackets (a quei tempi c'era M.Russo,ma mi piace più B.Mintzer).
La "fusione" di più generi,soprattutto funk-jazz e tutto quello che ne è conseguito mi ha sempre preso,in modo viscerale...
E poi?...altri mondi ancora,come tanti caleidoscopi,tutti diversi,con le loro forme e colori...
Mi hanno influenzato non solo i saxofonisti,ma anche e molto i chitarristi...primo fra tutti Lee Ritenour(vero genio di semplicità e raffinatezza),
Pat Metheny(naturalmente),L. Carlton ecc.
Con Ritenour ho imparato ad amare (dato le sue innumerevoli collaborazioni) la musica brasiliana di Djavan,Gal Costa,Ivan Lins,Caetano Veloso,
Daniela mercury ecc...e qui altro che un mondo...più mondi!La musica Brasiliana dovrebbe essere studiata a scuola...
La scoperta dell'Acid jazz poi...JTQ (quando ascolto grooving home,anche se sono triste,mi rallegro subito),Incognito,Groove collective...
e altro ancora...tanti altri caleidoscopi...e qui mi fermo...

Danyart
29th December 2012, 14:29
Darionic scrive, per finire la sua esposizione: "Quello che ascolto mi fa stare bene e per me va bene così...."

in effetti può essere per tanti così, magari in fondo lo è anche per me, ma in modo molto diverso, magari più nascosto, meno diretto, quasi sottinteso...
E' difficile da spiegare cosa mi piace veramente quando ascolto qualcosa, qualche musicista, qualche artista...generalmente, posso dire che non tutto mi piace, non tutto mi prende, non tutto ascolto volentieri, ma soprattutto, cambia a seconda del periodo, delle sensazioni del momento e tutto ciò che concorre a piacere una cosa piuttosto che un'altra in quel dato momento...rileggendo un argomento dell'anno scorso, avevo scritto che in quel periodo la musica che m'ispirava di più era quella degli yellow jackets...ora non è così, nonostante, di tanto in tanto, li riascolto con piacere ed alcuni brani che ho scritto possono essere nati dalla loro influenza...Coltrane appare spesso, a periodi non riesco ad ascoltare che lui (ed elvin o rashied ali), ayler, lo asoclto poco ma mi ha trasmesso tantissimo, così come dolphy, soprattutto nell'approccio al contralto...Brecker, ugualmente, a periodi...ma in certi periodi ascolto anche modugno e mia martini, o frnak sinatra...in altri non riesco ad asocltare nessuno, nemmeno me stesso...
quindi, cosa mi piace vermanete? non lo so, spesso immagino di suonare io quelle cose, generalmente ascolto la musica in modo diretto, poche volte come sottofondo, quindi, di solito mi deve trasmettere emozioni, magari contrastanti, devo sentire tutto di essa e contestualizzarla, se possibile...è difficile...
altra cosa, mi piace, quando scrivo della musica, dare al brano, o alla frase, un argomento o qualcosa di compiuto, un origine, che però mi piace poi possa essere vista e sentita in modo differente da ogni ascoltatore...

Albysax
29th December 2012, 16:11
Generalmente è così anche per me Dany...io parlavo più che altro un po' delle tappe che ha fatto,più o meno, la mia formazione
"audiofila"...figuriamoci che ora ascolto parecchio lo Sting di Bring on the night e Gino Vannelli...
C'è diversa roba anche di musica leggera che mi scuote l'anima...(non tanta però eh! :ehno: )
Dipende proprio dalle situazioni....

zkalima
30th December 2012, 02:36
Dany anticipa un futuro Thread, ma anche per lui c'è un elemento che prescinde dal come viene suonata la musica, e viene catturato da un elemento che ne è contenuto, e che ha un filo diretto con il cuore del musicista, ben prima che col suo cervello.
Molti in effetti dicono di suonare col cuore, anzi credo che pochissimi affermino che è il cervello a guidarli, e in quei pochi casi capita di trovare dei poeti.
Comunque non basta dirlo.

Alby sei caleidoscopico come la fusion, leggendoti sembra che il tuo modo di ascoltare sia in qualche modo opposto a quello di Dany, sembra che tu cerchi quello che ti porta distante, in panorami inconsueti, Dany invece quello che lo porta dentro di se in luoghi che conosce solo lui.

Questo è interessante, molto interessante, che bello sto forum.