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Visualizza Versione Completa : Le qualità del maestro



Placebo
12th December 2012, 14:42
Ormai è qualche anno che suonicchio...
Ho iniziato prendendo lezioni in banda, ma si sa, li c'è un maestro generico che fa un po' di tutto, quindi si può dire che ho quasi perso il mio tempo. Poi un anno fermo, alla ricerca di un buon maestro, invano. Alla fine, per una serie di ragioni, anche tenedo conto del mio tempo/possibilità limitati, ho deciso di prendere lezioni da un maestro vicino casa mia.
E' bravissimo, paziente e quotato nel settore. Ha un curriculum di tutto rispetto, insegnante al conservatorio, elemento di un'orchestra importante nella mia terra.
Ha solo un difetto: è clarinettista. :cry:
Sono consapevole che con lui ho deciso per un compromesso: lezioni non troppo impegnative che di conseguenza non richiedono due ore o più di studio al giorno. Faccio una lezione di solfeggio (solo solfeggio e non armonia) alla settimana, ed un'ora di strumento. Poi per conto mio suono un paio d'ore alla settimana con un amico, più ovviamente qualche ora di studio.
La lezione è per lo più improntata sulla respirazione, presa di coscienza dei limiti/possibilità dello strumento quindi sua conoscenza, esercizi da vari metodi, qualsiasi... ciò che capita a tiro. E talvolta studio di un brano da eseguire impeccabilmente.
La domanda è: cosa mi sto perdendo?
Che limiti ha un clainettista su un sassofonista? Ripeto... non potrei permettermi uno studio in stile conservatorio che impone uno studio rigido della materia. Un sassofonista, cosa mi darebbe di più?

fcoltrane
12th December 2012, 15:12
devi capire se oltre ad essere clarinettista è un buon sassofonista.

la tecnica di respirazione impostazione ed emissione è parzialmente diversa.
può capitare che i clarinettisti abbiano una impostazione che tendono a riportare sul sax.
(con evidenti limiti sulla produzione del suono)

ci sono poi quelli che al contrario riescono a prendere gli aspetti migliori e trasferirli sul sax.

KoKo
12th December 2012, 15:19
lui suona anche il sax insieme a te?
è un sassofonista?
se non lo è ti perdi l'unica cosa da cui si impara veramente anche se l'insegnante è capra, ovvero capire cosa è il suono del sassofono ed emularlo...

STE SAX
12th December 2012, 15:38
in genere il clarinettista ha un modo di imboccare completamente diverso e potresti non apprendere a pieno le peculiarita' di una imboccatura in stile sassofonistico (pensa solo allo studio degli armonici). Dal mio punto di vista se il tuo insegnante suona solo il clarinetto, dovresti cercare qualcos'altro, se invece suona anche il sax in modo professionale allora puoi continuare ma il vero termometro sei tu: se non senti di progredire o se fai fatica ad apprendere e non trai giovamento da cio' che ti insegna allora e' meglio cambiare.

ModernBigBand
13th December 2012, 04:14
C'è anche da dire però che prima di pensare ai limiti dell'insegnante è bene pensare ai limiti del discepolo.
In realtà più che di limiti (che pur ci sono, come il poco tempo a disposizione), bisognerebbe analizzare la situazione di partenza dell'allievo.
Il neofita, o comunque la persona che non ha ancora raggiunto un certo grado di maturazione, è come un tronco grezzo da scolpire: prima di arrivare ad intravedere il soggetto della scultura c'è tanto materiale da togliere, allo stesso modo prima di preoccuparsi di intarsiare l'occhio o conferire plasticità alla figura, è necessario pensare alle tecniche basilari della scultura.
Allo stato attuale sarei portato a dire che un bravo insegnante, ancorché clarinettista, possa esserti di aiuto tanto quanto un saxofonista: avendo iniziato in banda e avendo continuato a studiare praticamente da solo, è altamente probabile che tu abbia dei difetti e/o delle carenze su alcuni aspetti, ma tranne casi particolari, sono cose che anche un clarinettista può sistemare.
Tanto per fare alcuni esempi: la teoria, il solfeggio, il corretto approccio allo studio dei metodi, la metodologia da applicare per gli esercizi tecnici giornalieri dedicati allo sviluppo del suono, della tecnica digitale, della respirazione per non parlare di tutta una serie di conoscenze che anche un "non saxofonista" può utilmente trasmettere.
Poi parliamoci chiaro: sei un adulto, sei appassionato, ascolti i dischi dei grandi, ti confronti con noi sul Forum...non hai bisogno di essere portato per mano come il bimbetto di 6 anni. Riesci a capire anche da solo se qualcosa non va e se è necessario fare qualcosa per rimediare.
Detto questo, và pure a lezione da questo maestro e cerca di valutare con serenità i miglioramenti, anche alla luce del tempo che riesci a dedicare allo studio.
Se ti accorgi che stai facendo dei miglioramenti, continua senza remore. Viceversa, se ti accorgi che la situazione tende a rimanere "stagnante", cerca di capire se il problema sei tu o il tuo insegnante e nel secondo caso, cambialo. ;)

Placebo
13th December 2012, 11:27
Grazie Modern. Ciò che scrivi mi rincuora. In effetti io ho messo avanti, oltre che ai mie dubbi, le tangibili competenze del maestro che comunque nell'ultimo anno dei miei modesti studi, mi hanno fatto decisamente progredire. Approccio agli studi, qualità del suono, postura, respirazione, dinamiche di esecuzione erano argomenti che prima di lui non erano stati affrontati, e l'effetto posso notarlo. Vabbè... in definitiva resterò ancora un po' in questa configurazione, poi valuterò se trovare un maestro di sassofono che, a quanto emerso da mie indagini, pare sia difficile trovare nelle mie vicinanze.
La paura è, quando il momento arriverà, di sentirmi dire che.... finora ho sbagliato tutto. :BHO:

ModernBigBand
13th December 2012, 14:17
...La paura è, quando il momento arriverà, di sentirmi dire che.... finora ho sbagliato tutto. :BHO:

Difficile che ciò si verifichi.
Ci potrà essere qualcosa da sistemare qua e là, ma è difficile ritrovarsi completamente fuori strada, a meno che tu non vada a lezione da un pazzo scatenato o da un incompetente assoluto....ma non credo sia questo il caso.

fcoltrane
13th December 2012, 14:37
Lo studio con il kiver ti mette in condizione di capire se l impostazione è corretta

mario
13th December 2012, 14:59
Per tutti gli strumenti e da sempre succede che quando cambi maestro ti dice che è sbagliato tutto. :evil: ,

Placebo
13th December 2012, 17:25
Lo studio con il kiver ti mette in condizione di capire se l impostazione è corretta

Ecco, questa è una cosa che lui non mi fa fare. Come neppure lo studio col bocchino e armonici.

fcoltrane
13th December 2012, 20:13
lo studio con il bocchino è da alcuni considerato una tecnica avanzata.
lo stesso per gli armonici.
io al contrario sono dell'idea che sia utile a qualsiasi livello e che possa accompagnare il sassofonista nella crescita musicale.
ho avuto alcuni allievi che non conoscevano per nulla queste tecniche ma erano molto ben impostati.
è bastato spiegare loro come fare per aprire un nuovo mondo di suoni.
lo studio con il collo è invece proprio alla base della produzione del suono e non perdona.
ti consente di misurarti in maniera impietosa.
se hai problemi di impostazione o di non corretta respirazione hai un indice sicuro nello studio con il collo.
infatti produci un unico suono e comprendi la tua capacità di controllare la tenuta il volume la durata.

una cattiva impostazione produce come conseguenza immediata una riduzione del volume ed una mancanza di tenuta. (il suono non appare fermo).
per cattiva impostazione non intendo la posizione del labbro superiore o inferiore .
(tra i denti, in fuori, in dentro poco importa) ciò che rileva è che la stretta sia adeguata.

poi può anche accadere di avere una buona impostazione ma di non saper respirare .
(intendo la respirazione utile per il sassofonista).
in questo caso si è in grado di produrre il primo suono ma non di replicarlo e la durata e la tenuta saranno l'indice sicuro.
se hai modo di videoregistrare ti indico un esercizio base che ti leva ogni dubbio.
io sono molto più scettico sui clarinettisti.
certo è che anche Trane ha iniziato con il clarinetto :half: ma purtroppo conosco almeno un paio di insegnanti che suonano il sax con limiti evidenti di impostazione e suono (non oso immaginare cosa cavolo possano insegnare ai loro allievi).

Placebo
13th December 2012, 21:22
mooooooolto interessante! Grazie mille! :half:

Mi chiedo, cosa dovrei videoregistrare, me che emetto suoni? Come mi mostreresti l'esercizio di cui parli? In videoconferenza? :lol: O magari ci sarà un link...

Ad ogni modo, grazie per tanta disponibilità. Sono molto curioso di misurarmi, anche se con un filo di paura, tornando all'ultima frase del mio ultimo post. :\\:

fcoltrane
13th December 2012, 23:37
ancora non ho questi potenti mezzi.
(per la video conferenza) :lol: .
faccio un copia incolla di un messaggio sull'argomento.
"se stringi eccessivamente poco importa la posizione del labbro.
la prima cosa che deve imparare è a non stringere e a non muovere la mandibola dalla sua sede naturale.
un metodo utile a tal fine :
prendi il bocchino con ancia montata ed inseriscilo solo sul collo dello strumento.

quindi mettiti davanti ad uno specchio , inspira con la bocca dai lati e prova a produrre un suono.
(un unico suono omogeneo in termini di volume timbro intonazione)
(inspiri una volta e produci un suono utilizzando tutta l'aria.)
il volume è il primo indicatore più stringi più il suono ne risentirà in termini di volume
stesso discorso per l'intonazione ed il timbro (anche se probabilmente sarai poco abituato al
tipo di suono che produrrai e quindi all'inizio avrai difficoltà a capire differenze di timbro o intonazione).

prodotto il primo suono senza levare il bocchino dalla bocca prova a produrre un secondo suono che deve essere eguale al primo.
quindi hai appena prodotto un suono espirando, inspira dai lati della bocca e produci il secondo suono espirando.

la durata dei suoni ti consente di verificare se stai inspirando ed espirando correttamente.
l'omogeneità in relazione al volume timbro intonazione se utilizzi una imboccatura corretta.

un respiro = un suono
tra un suono e l'altro un solo respiro perchè ad un suono deve corrispondere un solo respiro.
prova con questo procedimento a produrre 5 suoni (5 volte inspirerai e 5 volte espirerari producendo 5 suoni eguali)
è chiaro che devi tendere a produrre 5 suoni eguali ma difficilmente riuscirai perchè ci saranno differenze di durata volume intonazione ecc ma con lo studio a poco a poco riuscirai ad eliminarle producendo suoni relativamente eguali.
ciao fra
quando sei pronto puoi propormi l'esecuzione di questo esercizio

Placebo
13th December 2012, 23:43
:lol:
fantastico! Non vedo l'ora di provarci...
grazie fra! :D

zkalima
14th December 2012, 15:09
Se è un clarinettista avrai certamente un'immpostazione più chiara sul rapporto tra diteggiatura e consapevolezza delle note che stai suonando, cosa ch esul clarino è essenziale avendo un portavoce che non ti porta ad un'ottava superiore con le stesse posizioni, quindi per produrre la stessa nota più acuta devi cambiare la posizione.
Questo credo che possa trasmettertelo e ne avrai vantaggi, sul suono io credo che suonare sui dischi e cercare di sforzarsi din ottenere un determinato suono sia la cosa fondamentale, piuttosto che applicare delle nozioni tecniche che altri ti danno, ti serviranno invece dei consigli da saxofonisti esperti che ti sbloccheranno delle situazioni, ma l'esperienza personale, con tutti i suoi difetti è l'unica in grad di personalizzare la tua voce.
Il tempo dedicato allo strumento comunque non è mai tempo perso.

fcoltrane
14th December 2012, 21:19
anche io penso che lo studio sui dischi sia fondamentale, ci sono però alcuni aspetti problematici in relazione al suono in quanto tale.
lo studio sui dischi è mediato , rileva cioè sia la registrazione sia la riproduzione.
recentemente mi è capitato di ascoltare Brecker e Coltrane su un impianto di altissimo livello.
le differenze dal punto di vista del suono (corpo) erano evidenziate in maniera straordinaria.
ascoltato su questo impianto il suono di Brecker (che ho avuto la fortuna di ascoltare dal vivo senza elaborazioni successive) era fedele.
con impianti se pur buoni molte di queste differenze non sono più facilmente percepibili.
lo studio con il collo analizza aspetti del suono che spesso sono trascurati.
(timbro e omogeneità sono concetti che hanno una relazione con volume intonazione
tenuta ecc... )
se studi un unico suono puoi meglio analizzarlo nello specifico senza essere distratto dagli ulteriori elementi quali fraseggio notazione diteggiatura ecc...)
ora non dico che se studi con il collo impari a suonare il sax ad alto livello ma certamente acquisisci maggiore consapevolezza in relazione al suono e alla sua produzione .
uno studio cioè che ti mette in condizione di acquisire gli strumenti utili per superare i tuoi limiti.
impietoso perchè fatto da te stesso : produci un suono e lo confronti con un altro .
all'inizio può apparire disarmante ma capiti i meccanismi di produzione del suono darà ottimi benefici.
altra caratteristica è l'oggettività di questo tipo di studio.
il suono è un argomento particolarmente sentito tra noi sassofonisti (per il semplice fatto che è la nostra voce).

se mi si dice il tuo suono fa schifo certamente non posso essere contento. (a meno che non sono un poco masochista :ghigno: )
è anche vero però che una valutazione di questo tipo dipende molto dal gusto dell'ascoltatore.
potremmo cioè pur essendo tutti sassofonisti non trovare alcun tipo di accordo sulla qualità del suono.
lo studio con il collo invece analizza alcuni parametri che sono misurabili e oggettivi.
(volume omogeneità intonazione tenuta durata ecc....).

Placebo
15th December 2012, 13:13
Fra ci sto provando.... mi stanco!! :lol:
E questo mi piace, significa che le lacune vengono a galla vero?
Come prima prova riesco a malapena a farne tre, poi la stanchezza mi porta a cambiare inevitabilmente qualcosa... :ghigno:

fcoltrane
15th December 2012, 18:52
dimenticavo un aspetto importante.
il primo passo e quello di riuscire a produrre un suono con il massimo volume producibile e tenerlo il più a lungo possibile.
l'aria che inspiri la devi utilizzare tutta senza risparmiare.
ogni volta che inspiri deve corrispondere un suono.
(ossia non puoi inspirare ed espirare senza produrre suono ) .
devi riuscire cioè ad avere un riferimento (dal punto di vista del volume ) e poi lavorare su quello per tenerlo e aumentarne la durata.
se mi proponi una videoregistrazione ti spiego quali sono i criteri poi starà a te lavorarci su.
il fatto che tu riesca a produrre 3 suoni mi preoccupa poco.
questo che riferisci è un problema di respirazione corretta (e collocazione dell'aria che si trasforma in aria inutile per il sassofonista).
ma questo aspetto sarà considerato solo dopo che avrai una idea chiara di quello che si può produrre in termini di volume.
in pratica il suono di riferimento sarà quello grezzo che il tuo setup riuscirà a sopportare e tu dovrai impararare con questa tecnica ad interferire con il morso e la stretta del labbro il meno possibile.
capito questo (bastano pochi secondi di suono) dovrai imparare a tenerlo.
quando capisci come sostenerlo impari ad aumentarne la durata.
quando hai chiari questi aspetti impari a replicarlo (e qui la respirazione è fondamentale).