Altersax
25th November 2012, 23:36
Cari colleghi,
vorrei condividere con voi la mia esperienza col mio vecchio tenore, un balanced action argentato del 1945. L’ho acquistato circa trent’anni fa, quando ero appena ventenne, ma per varie ragioni non ne sono mai stato completamente soddisfatto. Anche dopo varie revisioni e “ritamponature”, l’ho sempre trovato piuttosto ostico da suonare, poco “sfogato”, con un attacco della nota non immediato, e delle basse piuttosto difficoltose, che m’imponevano adattamenti nell’emissione e nell’imboccatura tali da ostacolare sovente la fluidità del fraseggio.
Ultimamente, dopo avere provato un Mark VI di fine anni ‘60 avevo quasi deciso di venderlo o cambiarlo per uno strumento più agevole. Poi, recentemente, alcuni amici mi hanno consigliato di portarlo da un vero esperto di sax vintage: Claudio Messori.
Messori – che tra le altre cose ho scoperto essere un ottimo sassofonista (scusatemi, ma ho vissuto 10 anni all’estero e ho perso un po’ di pezzi di vita musicale italiana) – ha revisionato i camini, allargato e raddrizzato il chiver un po’ ovalizzato e schiacciato, rifatto a mano le filettature e le viti, portato le chiavi all’altezza più conveniente, tolto ogni gioco ai perni e alle chiavi. In conclusione, ora suona come non l’avevo mai sentito prima e, probabilmente, come nessun sax che abbia fino ad oggi provato. A ogni nota sembra di volare, tanto è diventata pronta e fluida l’emissione, e la voce è al tempo stesso vellutata e potente. Veramente unico.
Dopo tanti anni il mio sax ha di nuovo un’anima, e per me suonare è tornato a essere un nuovo, grande, inaspettato piacere. Mi rammarico solo del tanto tempo perduto… sperando che la mia esperienza possa rivelarsi utile per qualcun altro. Ciao
vorrei condividere con voi la mia esperienza col mio vecchio tenore, un balanced action argentato del 1945. L’ho acquistato circa trent’anni fa, quando ero appena ventenne, ma per varie ragioni non ne sono mai stato completamente soddisfatto. Anche dopo varie revisioni e “ritamponature”, l’ho sempre trovato piuttosto ostico da suonare, poco “sfogato”, con un attacco della nota non immediato, e delle basse piuttosto difficoltose, che m’imponevano adattamenti nell’emissione e nell’imboccatura tali da ostacolare sovente la fluidità del fraseggio.
Ultimamente, dopo avere provato un Mark VI di fine anni ‘60 avevo quasi deciso di venderlo o cambiarlo per uno strumento più agevole. Poi, recentemente, alcuni amici mi hanno consigliato di portarlo da un vero esperto di sax vintage: Claudio Messori.
Messori – che tra le altre cose ho scoperto essere un ottimo sassofonista (scusatemi, ma ho vissuto 10 anni all’estero e ho perso un po’ di pezzi di vita musicale italiana) – ha revisionato i camini, allargato e raddrizzato il chiver un po’ ovalizzato e schiacciato, rifatto a mano le filettature e le viti, portato le chiavi all’altezza più conveniente, tolto ogni gioco ai perni e alle chiavi. In conclusione, ora suona come non l’avevo mai sentito prima e, probabilmente, come nessun sax che abbia fino ad oggi provato. A ogni nota sembra di volare, tanto è diventata pronta e fluida l’emissione, e la voce è al tempo stesso vellutata e potente. Veramente unico.
Dopo tanti anni il mio sax ha di nuovo un’anima, e per me suonare è tornato a essere un nuovo, grande, inaspettato piacere. Mi rammarico solo del tanto tempo perduto… sperando che la mia esperienza possa rivelarsi utile per qualcun altro. Ciao