Visualizza Versione Completa : La ricerca del Nirvana (il buddismo applicato al bocchino)
red
16th October 2012, 00:11
copia e incolla (e scrive Liebman, mica pizza e fichi) :ghigno:
http://www.daveliebman.com/Feature_Articles/nirvana.htm
ilcama
16th October 2012, 07:04
interessant
StefanoSax
16th October 2012, 09:47
Nice.
StefanoSax
16th October 2012, 09:48
Forward to Federico. :D
Zeppellini Matteo
16th October 2012, 10:13
ah ah!! mi ricordo che ce ne aveva parlato a La Spezia a Luglio... durante le Masterclass!
Che persona!!
bb
16th October 2012, 11:36
Si, si lo conoscevo già quest'articolo...
il set up secondo me conta in modo inversamente proporzionale alla preparazione ed all'esperienza.
Oggettivamente ci sono cose di migliore e peggiore qualità, ma un musicista preparato e con una sua idea forte di suono tira fuori il suo suono o meglio ancora la sua personalità (che chiaramente si traduce in suono) quasi con tutto.
Poi ovviamente si puo' nel corso della vita cambiare set up, ma per cambiare veramente suono si deve intraprendere un percorso, soprattutto di ascolto e studio in cui il set up conta veramente poco.
Una cosa secondo me è fondamentale prima ancora del suono, la comodità nel suonare ed avere un "buon feeling" mentre stiamo soffiando.
Il suono possiamo tirarlo fuori quando un set up ci ispira relax, cmq liebman è veramente un'enciclopedia umana.
E' un musicista molto complesso e spesso difficile all'ascolto, ma ha trovato una sua via interessantissima (e rischiosissima) ed è tra i piu' avanzati musicisti viventi.
Poi si sa questi ragionamenti sul set up non vanno mai assolutizzati, due musicisti possono arrivare ad un risultato simile con settaggi molto diversi, (ma secondo me con percorso di ascolto e studio simile.)
Fondamentale anche un'altra cosa di cui nessuno parla : il rapporto ancia (durezza e taglio) e bocchino!
red
16th October 2012, 12:20
infatti Fabrizio, condivido in pieno...il feeling è fondamentale. c'è gente che non riesce a suonare con aperture piccole e viceversa e questo a prescindere dal suono...e poi ci sono persone che suonano di tutto e sempre bene...il rapporto durezza ancia/apertura bocchino lo accenna Liebman sul suo libro "sviluppare un suono personale...", ma sono certo che già lo sai! ;)
tzadik
16th October 2012, 14:33
Quel articolo avrà almeno 25 anni... al tempo, non c'era internet, non c'erano i forum, non c'era YouTube... e un articolo simile sicuramente era "rappresentativo"
Dovremmo sperare che il contenuto dell'articolo, oggi, sia ormai accettato come valido...
STE SAX
16th October 2012, 14:52
per quanto datato mi sembra che siano cose condivisibili, io posso dire solo che sono contento di aver suonato praticamente per 25 anni con un unico set up (Berg Larsen 115/2/sms e ance la voz) in modo da riuscire a lavorare bene su tutti gli altri aspetti tecnici dello strumento. Quando poi ho iniziato a sperimentare qualcos'altro sono riuscito ad apprezzare le varie differenze timbriche/emissive senza farmi disturbare piu' di tanto dai problemi di impostazione.
Max Soggiu
16th October 2012, 18:27
Interessante davvero.
Beh di certo Liebman ti fa capire subito l'importanza del setup, ricordo ancora (e chi se lo dimentica?!) a casa sua un' ora intera dedicata solo alla bocca, respiro, becco, ance..davvero una grande esperienza.
Non sono mai stato uno che cambia 100 setup all'anno, anzi proprio il contrario.
Penso che la concentrazione su di un becco e relativa ancia ci permetta di mettere a fuoco il nostro profondo suono, con profondo intendo proprio quello che abbiamo dentro, quello che cerchiamo e che è dentro di noi. Questo contrariamente alle aspettative mi ha dato una grande facilità di cambio di setup. Anche se mi serve solo per testare le imboccature dei miei allievi, o di amici per scambi di opinioni.
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