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Visualizza Versione Completa : Sax Lupifaro, ne sapete qualcosa?



Reluma
5th September 2012, 19:14
Apro questo Thread per curiosità, spero di essere nella sezione giusta: informandomi sui riparatori di sax che ci sono in Italia mi sono imbattuto in Luca Cardinali di cui ci sono diversi post in cui si parla dei suoi ottimi lavori di riparazione.
Cercando più informazioni ho scoperto il progetto Lupifaro http://www.lupifaro.com/ però qui sul forum non ho trovato topic a riguardo.
Qualcuno ha avuto modo di provare questi sax? Producono anche ance, anche per queste vale la stessa domanda.

Isaak76
5th September 2012, 21:45
Qua se n'era già discusso: viewtopic.php?f=57&t=10183 (http://www.saxforum.it/forum/viewtopic.php?f=57&t=10183)
e questo è il sito ufficiale di Luca Cardinali: http://www.cardinali.it/lav_lf.html

Reluma
5th September 2012, 23:32
Qua se n'era già discusso: viewtopic.php?f=57&t=10183 (http://www.saxforum.it/forum/viewtopic.php?f=57&t=10183)
e questo è il sito ufficiale di Luca Cardinali: http://www.cardinali.it/lav_lf.html

Grazie, ma io cercavo informazioni più specifiche su questo Lupifaro e sulle ance, l'ultima risposta di quel 3d è di novembre 2009, qualcuno avrà altro da aggiungere?

Ziubèlu
17th February 2016, 15:03
Qualcuno di voi ha mai provato i sax Lupifaro?

Sono realmente prodotti in Italia?
Qualche professionista li utilizza e vorrei sapere se qualcuno ha potuto verificare la qualità costruttiva e generale.

tzadik
17th February 2016, 16:04
Mai provati... ma (per esperienza) quando una società investe così tanti soldi in marketing (perchè hanno investito davvero decine di migliaia di franchi svizzeri in marketing) è realmente difficile valutare (senza un confronto diretto) quanto è marketing e quanto è realmente conseguenza della bontà del prodotto.

Un'altra indicazione universale è che in Italia i brand che vendono sono sempre quelli (Selmer e Yamaha...) e questi non hanno bisogno di marketing perchè (vedi Selmer) o sono ben radicati nell'immaginario collettivo o (vedi Yamaha) hanno una distribuzione universale.
Brand nuovi generalmente hanno appeal con i rivenditori perchè lasciano un grande margine di guadagno (percentuale) sul prezzo finale.

nikoironsax
18th February 2016, 09:36
sono ottimi strumenti, solo la serie Platinum ha il made in italy, i sax arrivano in pezzi (da Taiwan presumo...) al laboratorio di Livorno Ferraris (Vercelli) vengono ricotti, assemblati, tamponati regolati, saldati, incisi ad uno ad uno meticolosamente. Da una sola persona...sommersa da fusti e campane e chiavi �� una vita da sogno ����

Ziubèlu
18th February 2016, 09:41
quindi anche i Platinum sono prodotti a Taiwan e assemblati e rifiniti qui giusto?

gil68
18th February 2016, 23:06
A me hanno detto che la serie "top" dei Lupifaro, quindi la più costosa, é fatta totalmente in Svizzera...perciò, solo in questo caso, niente pezzi staccati da Taiwan.

tzadik
9th September 2016, 12:28
Ho avuto (in maniera del tutto casuale...) l'occasione di provare un tenore Lupifaro Platinum (http://www.lupifaro.com/?page_id=928) giusto tre giorni fa'... in un negozio del Nord Est abbastanza conosciuto (ma non enorme!). Ero in sto negozio per provare altri strumenti... non avevo nemmeno idea che ci fosse sto tenore Lupifaro.

Premessa: l'idea che IO mi sono fatto sulla maggior parte dei tenori "assemblati" (... con parti proveniente da Cina & Taiwan) è sempre la stessa: la maggior parte dei prodotti (la maggior parte... non tutti!) è una combinazione di parti che hanno lo stesso design (anche se arrivano da posti differenti)... ricombinando le varie componenti si possono ottenere facilmente dei buoni risultati...

Quello che poi contraddistingue uno strumento assemblato da un altro... sono alcuni dettagli estetici e un parte l'ergonomia... e il "comfort factor".
La meccanica (posizione delle colonnine e dimensioni delle leve) è quasi sempre una copia della meccanica di un Super Action 80 Serie II, perchè oggettivamente copiare la meccanica di un Mark VI non aveva senso 25 anni fa', non ha senso oggi... del Mark VI viene ricopiata l'ergonomia, non la meccanica.
Generalmente, la maggior parte dei tenori, ha un comfort factor simile a un tenore Mark VI: profilo del chiver, posizionei dei bottoni dei tasti "abbastanza rannicchiata", reggipollice destro e sinistro.


Sul tenore Lupifaro, la trovata è stata quella di proporre un comfort factory più simile a quello di un SBA, quindi chiver più basso etc etc... con la conseguenza che tra le mani lo strumento lo tieni in una posizione piacevole.
Non è l'unico tenore "assemblato" dove viene proposta questa cosa del chiver SBA... però di sicuro, ad oggi, la Phaselus è quella che ha il marketing più martellante su questi strumenti.


Provando lo strumento, comunque, la resa è piacevole: suona molto SBA anche se più bloccato, un po' meno penetrante rispetto a strumenti che hanno un chiver di derivazione Mark VI...
Strumento che suona facile... buona intonazione, non presenta quella sensazione fastidiosa di avere un suono e l'intonazione estremamente ferma (tipo Yamaha o Yanagisawa)... anche questa è una scelta fatta a tavolino, con il canneggio e la forma del chiver.
Queste considerazioni sono abbastanza soggetive... ma comunque rilevabili facilmente.
Soggettive perchè uno potrebbe trovarsi meglio con l'ergonomia di un Serie II, il comfort factor di un Serie II (chiver alto e molto corto ---> strumento quasi parallelo al busto del suonatore)... dico Selmer Serie II per fare un esempio di un tenore COMPLETAMENTE diverso da un ipotetico strumento ispirato a un Selmer SBA.

La custodia fornita di serie è estremamente ben fatta... stile BAM sagomata, ma con molto posto per materiale aggiuntivo.
Unico "difetto" (tra "virgolette" perchè non è un vero difetto) è il fatto che è sbilanciata: appoggiandola su un piano e aprendola... la custodia cade all'indietro, cosa che succede anche con le Selmer "Light".
La custodia è verniciata lucida, quindi con il tempo si riempirà di graffi... cosa fisiologica di tutte le custodia "a guscio" con questo tipo di finitura.

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Le note positive finiscono qua. E cominciano alcune osservazioni oggettive.
Lo strumento (il tenore Lupifaro "Platinum") non è slaccato... o almeno quello che ho provato non era slaccato.
La vernice era una laccatura vetrificata con una sorta effetto metalizzato... non era una laccatura oro. Il fatto avesse un layer vetrificato non mi dispiace, è una cosa che ho già visto fare su altri strumenti, ben prima che questo tenore Lupifaro uscisse sul mercato. In genere, lo strato vetrificato conferire una grande resistenza all'abrasione alla vernice: quindi lo strumento resterà così a lungo... Di contro, però il peso complessivo aumenta.

La meccanica come ho detto è stile Serie II: piastre grosse e lunghe... su uno strumento "pensato per il jazzista" come dice il sito internet... mi sarei aspettato qualche soluzione più raffinata (cose ho visto su altri strumenti assemblati), soluzioni per "alleggerire" senza perdere rigidità e velocità dell'azionamento.

Lo strumento presentava una innumerevole serie di saldature non ripulite e visibili al di fuori della vernice. C'erano eccessi da stagno (la meccanica dello strumento è tutta saldata a stagno) quasi dappertutto.
Il maggior costo degli strumenti slaccati, in qualche caso, è dovuto al fatto che non essendoci lacca sopra la lastra... si vede tutto e il materiale di riporto in eccesso qua e là è veramente brutto da vedere ed è indice:
- o di scarsa qualità dell'operaio/tecnico che ha eseguito la saldatura
- o di uno scarso controllo di qualità...
Dal mio punto di vista entrambe le cose... perchè nelle foto pubblicitarie gli strumenti sono "perfetti", magari photoshoppati ma perfetti... e uno quando prende lo strumento in mano di aspetta quello.

Le madreperle sono le classiche che si trovano su strumenti cinesi/taiwanesi economici... è una scelta strana perchè generalmente gli strumenti taiwanesi professionali (o assemblati con parti che arrivano da Taiwan) hanno madreperle concave stile Selmer, che permetto un grip più veloce, trovi subito il bottone sotto il polpastrello.
Sul costo dello strumento, il costo delle madreperle è un'inezia...
Oltre a questa scelta, secondo me, un po' stupida (visto il costo finale dello strumento) erano incollate a ca**o... anche qui: o l'operaio aveva fretta o il controllo di qualità ha fatto casino.

La meccanica presentava giochi vistosi, sulle chiavi laterali e sul portovoce... ancora: o l'operaio aveva fretta o il controllo di qualità ha fatto casino.

La cosa più grave in assoluto invece è l'assemblaggio, la maggior parte delle chiavi rette da viti (e non da perni) avevano le colonnine non allineate (!!!), quindi le chiavi non andavano a contatto con le colonnine e il tutto stava su per un mezzo miracolo.
Sul momento, a parte una feeling non proprio paradisiaco (sognatevi un Yamaha o un Yanagisawa... o un Selmer Serie III messo a punto da un tecnico premium) lo strumento funzionava.
Però, prima o poi arriva... nel momento in cui ci sarà da smontare chiavi e cambiare tamponi... il tecnico con competenze (almeno) medio-alte vi maledirà con imprecazioni mai sentite prima.
Per l'ennesima volta... o l'operaio aveva fretta o il controllo di qualità ha fatto casino. In questo caso, secondo me... hanno fallito sia il controllo di qualità sia l'operaio addetto all'assemblaggio.

Tengo a precisare che... assemblaggio è una cosa, materiali e qualità dei materiali stessi sono un'altra cosa... ho visto strumenti da 400€ (non da più di 4000€ come questo Lupifaro) assemblati MOLTO meglio.
Ora... il costo del materiale è un aspetto, ma il costo dell'asseblaggio (cioè il tempo che il tecnico passa sullo strumento è un costo a parte) è un costo a parte.
Possiamo avere un sassofono preso alla Feltrinelli assemblato perfettamente e che chiude perfettamente ma fatto con materiale estremamente poveri e avere uno strumento fatto con materiale di qualità abbastanza alta ma assemblato proprio a ca**o. Su questo tenore Lupifaro la mia impressione è stata che il risparmio l'abbiano fatto sull'assemblaggio, cosa secondo me inaccettabile su uno strumento venduto a più di 4000€.
(Curioso anche il fatto che il negozio (e chi di dovere) non si sia accorto di ste cose... ma questo è un discorso a parte).

Saldature fatte male, finitura un po' "eccentrica, chiavi che si muovono, madreperle incollate a ca**o, assemblaggio approssimativo: queste sono cose oggettive, rilevabili ad occhio nudo, anche senza suonare (o saper suonare) lo strumento.

Una cosa che non ho verificato per mancanza di tempo era l'allineamento delle coppe sui camini: a livello funzionale (se lo strumento chiude) che la coppa della chiave si perfettamente allineatea o meno al camino non cambia molto... per strumenti di un certo costo costo e di una certa qualità (vedi Yamaha e Yanagisawa), l'allineamento (il più delle volte) è perfetto (e comunque parliano di strumenti che, top di gamma, costano meno di questo tenore Lupifaro).


Considerazione personale: su uno "strumento pensato per il jazzista" mi aspetterei di vedere o tamponi con risuonatori in plastica (suono più cupo e morbido) o al contrario risuonatori in metallo ma senza rivetto...
Lo strumento montava normali tamponi con risuonatore in metallo rivettato (stile Super Action Serie I/II).

(Prove eseguite con un 10mfan "Robusto" #8* in ebanite e il solito Drake "NY Jazz" #8*... e svariate ance Rico e Marca...).

Considerazione personale generale: lo strumento suona, ha un suo perchè... non è niente di nuovo.
Il marketing massiccio che hanno fatto dietro a questi strumenti sicuramente ha dato i suoi frutti (così come anche la politica commerciale estremamente aggressiva... con i rivenditori).
All'estero probabilmente la gente che compra strumenti simili non fa caso a certe cose... e/o come molti fanno, non tengono lo strumento un numero di anni sufficienti per cui possono incontrare il problema... e nel caso di acquisto di uno strumento usato (diversamente dalla situazione italiana) hanno già a mente di dover fare una revisione completa e profonda...

Non ho idea se lo strumento che ho provato rappresentasse uno strumento medio, uno strumento normale o uno strumento fallato...
Sta di fatto che per portarlo a condizioni funzionali di un Jupiter da 699€, bisogna investirci (su quello specifico esemplare) sopra svariate centinaia di euro... sperando anche di non dover cambiare in tamponi (se i tamponi sono già improntati... quando riallinei le chiavi/colonnine, la coppa della chiave si sposta e l'impronta non è più al suo posto: bisogna cambiare il tampone, in molti casi).

A luce delle considerazioni fatte... uno strumento simile, secondo me, se mediamente ha quei difetti appena descritti (nonostante suoni discretamente bene...) non dovrebbe valere più di 1500/1700€ nuovo.
Al contrario... ho provato strumenti di provenienza asiatica (magari assemblati in occidente) intorno ai 1500/1700€ e, seppure ci fosse un compromesso su alcuni aspetti "non funzionali", mi sono ritrovato con un assemblaggio a livello di un Yamaha/Yanagisawa... e resa sonora confrontabile a strumenti "top di gamma" giapponesi.

Ziubèlu
9th September 2016, 14:05
non ho mai avuto la "fortuna-sfortuna" di provare strumenti Lupifaro ma da quello che racconti perché uno dovrebbe pagare anche solo 1500 euro un sax con così tante pecche? nemmeno 500 euro spenderei per uno strumento così trascurato.

Detto questo va sottolineato però che la tua è la prova di uno strumento che potrebbe anche essere semplicemente molto sfigato! Ricordo in passato qualche esemplare di Borgani Jubilee mal riuscito che aveva portato molta gente a pensare che la qualità Borgani facesse schifo a prescindere.. invece io ne ho uno straordinario. Servono altre esperienze!!


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tzadik
9th September 2016, 14:34
Vero!

Ma da uno strumento che (ivato) viene venduto a 4300€ (quello era già il prezzo finale), mi aspetterei dietro ci fosse un'organizzazione, una produzione che garantisse un controllo di qualità perfetto, questo a fronte del fatto che (piaccia o meno) ci sono strumenti che costano una frazione di quello strumento lì (esemplare "sfortunato" spero... e non "esemplare medio") per cui, nel processo di produzione, non si risparmia sul costo dell'assemblaggio.

Lo strumento erano "nuovo", in un negozio... era lì da un paio di mesi. Mi ha lasciato perplesso (ovviamente) che il negozio, uno strumento così non l'avesse rimandato indietro: da parte del negozio sarebbe stato comunque un sintomo di serietà e onestà intellettuale verso il cliente.


La mia valutazione economica era solo di riferimento: lo strumento è interessante come suono (anche se, come detto, niente di nuovo)... ma rispetto ad altri strumenti si nota una tendenza all'economicità su molti aspetti.
Il sassofonista medio che va in un negozio ed è disposto a spendere certe cifre... di solito guarda più al suono. Il resto è un po' trascurato.
Non ho dubbi che quello strumento lì, a quel prezzo lì... sicuramente andrà venduto in tempi relativamente brevi. Dal mio punto di vista, per la qualità complessiva offerta... non vale in modo categorico quei soldi che venivano richiesti.

Diciamo che per alimentare una buona reputazione, il produttore stesso dovrebbe impegnarsi a non mandare nei negozio strumenti in quelle condizioni (è anche vero che io non sono proprio un pirla e alcune cose io le noto, il sassofonista medio magari no...).

Yamaha o Yanagisawa così non ne vedi.
Selmer sì... l'unico baritono Serie III che ho preso in mano... aveva la coppa del portavoce che batteva sulla colonnina e non chiudeva: lo strumento ovviamente non suonava nel registro basso con il portavoce sul corpo aperto.
Lo strumento aveva neanche un mese di vita ed era stato ordinato direttamente tramite canali ufficiali.

Tommy
9th September 2016, 16:57
Da quanto leggo nel loro sito la serie platinum è fatta interamente a mano nel loro laboratorio e personalizzabile in molti aspetti. Quello dovrebbe essere il plus che offrono e che un musicista esigente potrebbe ricercare.

Dovrebbe pertanto essere il motivo secondo il quale un musicista intenzionato ad acquistare lo strumento dovrebbe andare di persona a farselo "confezionare" su misura

... Tutto per dire che secondo me magari l'esemplare che hai provato o era sfigato, oppure era da rifinire secondo le richieste del cliente :smile:

tzadik
10th September 2016, 10:29
Da quanto leggo nel loro sito la serie platinum è fatta interamente a mano nel loro laboratorio e personalizzabile in molti aspetti.
Quello dovrebbe essere il plus che offrono e che un musicista esigente potrebbe ricercare.

Dovrebbe pertanto essere il motivo secondo il quale un musicista intenzionato ad acquistare lo strumento dovrebbe andare di persona a farselo "confezionare" su misura...

... Tutto per dire che secondo me magari l'esemplare che hai provato o era sfigato, oppure era da rifinire secondo le richieste del cliente :smile:

Probabilmente questo "processo" funziona se vai a prendertelo in Svizzera... o da Cardinali.
Se lo compri nel Triveneto... non vedo come sia possibile (e non vedo come sia economicamente conveniente.

Qua in zona ho chi produce strumenti su misura... ma è una procedura lunga: devi andare in laboratorio diverse volte e valutare ogni aspetto poi viene realizzato lo strumento... e la finitura finale viene fatta a strumento finito.

Non cominci a spostare bottoni o ad allungare/accorciare/piegare chiavi (o modificare altre cose meno visibili), una volta che l'hai laccato/placcato (... lo strumento).

gil68
10th September 2016, 20:15
Qua in zona ho chi produce strumenti su misura...

Intendi dire Buttus?

Tommy
14th September 2016, 12:09
Probabilmente questo "processo" funziona se vai a prendertelo in Svizzera... o da Cardinali.
Se lo compri nel Triveneto... non vedo come sia possibile (e non vedo come sia economicamente conveniente.

Qua in zona ho chi produce strumenti su misura... ma è una procedura lunga: devi andare in laboratorio diverse volte e valutare ogni aspetto poi viene realizzato lo strumento... e la finitura finale viene fatta a strumento finito.

Non cominci a spostare bottoni o ad allungare/accorciare/piegare chiavi (o modificare altre cose meno visibili), una volta che l'hai laccato/placcato (... lo strumento).

Sì, sono d'accordo. Avevo citato questa possibilità giusto per non escluderla.

Bluesax
20th September 2016, 21:46
Io ebbi modo di provarli (soprano e tenore)direttamente in Svizzera alla casa madre. La serie pro è bella anche se pecca di alcune finiture. Sul suono niente da dire, bello corposo e di facile emissione, ma il prezzo non è giustificato secondo me. Le altre due serie, sono da dimenticare invece.

gil68
21st September 2016, 14:29
Io ebbi modo di provarli (soprano e tenore)direttamente in Svizzera alla casa madre. La serie pro è bella anche se pecca di alcune finiture.
Intendi dire proprio la serie Platinum? Le altre due serie (penso entry level una, ed intermedia l'altra) come si chiamano?

STE SAX
11th December 2016, 01:15
ho acquistato le ance Lupifaro, confezione da tre. Ho preso il taglio file classico durezza 3 e 2,5 e il taglio jazz unfiled durezza 3 e 2,5. Devo dire che sono ottime ance, le ho trovate leggermente differenti dalle rigotti che credo sia la comune mamma. Suonano ottimamente sia sul mio Aizen in resina che sui becchi in metallo (lebayle e atti pyton). Timbro medio, molto presenti, resistenza ottima per le numero 3 ma anche le 2,5 tengono egregiamente risultando un pelo più' facili in basso. Sono molto soddisfatto, anche perché' in tutto ne ho acquistate 12 e suonano benissimo tutte, sono molto curate

Lo Strimpellatore
27th January 2017, 16:57
Vi propongo un video... a proposito di Lupifaro...

https://youtu.be/0O8XrP8Cdww

tzadik
27th January 2017, 17:33
Gli endorser fanno sempre il loro dovere, no? ;)

Detto questo...
Se su un generico strumento (nello specifico... il Super 20 di Lou Marini) ti si rompe un perno di una chiave laterale (D acuto) questo significa che sullo strumento serviva una manutenzione "straordinaria" già da diverso tempo.
Quindi non è che il Super 20 fosse proprio una merda... probabilmente, era veramente in condizioni critiche.

Non c'è nulla di strano... se la gente con gli strumenti ci lavora, può mancare il tempo materiale per far fare un certo tipo di lavori.


In alcune parti del mondo... la manutezione è calcolata a ore effettive, quindi stai poco a spendere 1000/1500 dollari per una ritamponatura e qualche lavoretto qua e là non troppo invasivo.
È anche vero che in queste parti del mondo, quando gli strumenti arrivano al punto di aver bisogno di una "manutenzione straordinaria" vuol dire che la manutenzione "ordinaria" non è mai stata fatta o è stata fatta male... quindi a maggior ragione poi quando devi veramente sistemare realmente i problemi ti vanno via parecchi soldi.

Questo alimenta sia una netta separazione tra tecnici di Serie A e tecnici di Serie B... ma anche un fiorente mercato dell'usato. Quindi puoi osservare che in alcune parti del mondo, le quotazioni dell'usato sono MOLTO superiori a quelle che puoi vedere in Italia. Lo osservi su Selmer "vecchi" ma anche su Selmer "moderni".


Riguardo alla mia esperienza diciamo "neutra" con il tenore Lupifaro (l'unico che ho provato...) rimangono validi i disclamer: ;)

Non ho idea se lo strumento che ho provato rappresentasse uno strumento medio, uno strumento normale o uno strumento fallato...


Lo strumento erano "nuovo", in un negozio... era lì da un paio di mesi. Mi ha lasciato perplesso (ovviamente) che il negozio, uno strumento così non l'avesse rimandato indietro: da parte del negozio sarebbe stato comunque un sintomo di serietà e onestà intellettuale verso il cliente.


La mia valutazione economica era solo di riferimento: lo strumento è interessante come suono (anche se, come detto, niente di nuovo)... ma rispetto ad altri strumenti si nota una tendenza all'economicità su molti aspetti.

Diciamo che per alimentare una buona reputazione, il produttore stesso dovrebbe impegnarsi a non mandare nei negozio strumenti in quelle condizioni.

Lo Strimpellatore
27th January 2017, 18:02
Gli endorser fanno sempre il loro dovere, no? ;)

Ovviamente... :biggrin:

In oltre va detto che gli strumenti che riceve il buon Lou probabilmente sono scelti e rifiniti con maggior meticolosità rispetto a quelli che puoi trovare appesi in un negozio.

Tuttavia dalla tua esperienza direi che effettivamente una ditta emergente come Lupifaro (di cui sono comunque un fan) non dovrebbe lasciare che escano strumenti imperfetti.
Anche perché in effetti non sono regalati...

Però a me piacciono un sacco...

tzadik
27th January 2017, 18:18
Il buon Lou e il buon Chad Lefkowitz-Brown gli strumenti non li pagano.
Mentre il privato cittadino sì...
E la ditta emergente (ma ormani visto che sono sul mercato da qualche anno... neanche più tanto emergente) i soldi li da con il privato cittadino che compra gli stumenti.

Non so cosa fosse successo sullo strumento che ho provato... indipendemente dalle responsabilità, uno strumento nuovo in condizioni "critiche", in un negozio... non rappresenta una buona pubblicità per il produttore (e non è nemmeno una buona pubblicità per il negozio, però il consumatore tende a imputare i problemi prima al produttore e poi al negozio).

justinezio
6th February 2017, 09:01
Le ance vanno bene, costano un occhio, ma vanno bene. Se non ricordo male hanno un prezzo paragonabile alle Francois Louis

A onor del vero se ricordo bene nell'unica scatola che presi su 10 ance tutte e 10 erano buone

friskaletto
7th February 2017, 12:42
l'ho provato qualche giorno fa da Musicarte a roma (ce l'hanno in esposizione/prova se vi va andatelo a provare), non conosco il modello, so che costava sui 4k, finitura laccata vintage (una sorta di slaccato lucido).

Suona? SI....
Suona bene? SI ....
Timbro? Molto Bello...
Problemi? Nessuno...
Che mi ricorda? Un selmer che suona molto bene

Spenderei 4k per quello strumento? ASSOLUTAMENTE NO

STE SAX
7th February 2017, 13:34
infatti questo e' il problema. Sono anche io convinto che sia un ottimo strumento (cosi' sentito da fuori) ma poiche' non ha tradizione, nome, trascorsi storici, etc. etc. etc. difficilmente uno spende 4mila euro.
La sua politica commerciale dovrebbe forse andare a confrontarsi con marchi tipo mauriat o cannonball dove con 2,5 o 3mila euro prendi il top di gamma. Mi rendo anche conto che se scendesse di prezzo dovrebbe forse anche diminuire la qualita' e allora e' un po' un serpente che si morde la coda. Difficile oggi fare l'imprenditore nel settore dei sax nuovi perche' non sai che politica adottare, se scegli la qualita' costa e se hai un marchio nuovo nessuno ti da fiducia nell'acquisto, se scegli il prodotto massivo sei competitivo sul prezzo ma hai un sax che poco invoglia ed e' immediatamente paragonato agli yamaha di primo accesso etc. Non saprei proprio cosa fare

friskaletto
8th February 2017, 10:36
100% d'accordo.... costasse 2.5k sarebbe un buon affare .... 2.9k probabilmente (sotto la soglia psicologica dei 3k) sarebbe la soglia max... al di sopra secondo me vale tutto quello che hai scritto parola per parola

rapanello
3rd March 2017, 13:13
Nel corso di una master class ho avuto modo di provare a lungo uno di questi tenori della serie Platinum.
Il colore di questi strumenti è molto particolare, ma dopo un poco ti piace e dopo ancora un poco ti piace proprio.
Appena preso in mano lo strumento ho subito potuto constatarne la leggerezza. L’ho suonato con estrema facilità utilizzando diversi bocchini.
Luca Cardinali ha spiegato che il progetto di questo sax è chiaramente ispirato al Mark VI e, la mia impressione così come quella di altri, è che si tratta di un vero e proprio Mark VI in chiave moderna, più intonato, con più volume, proiezione e minore resistenza. Il suono è scuro, quindi più simile ai primi MarK VI, e questo è dovuto, in base a quello che ha detto Luca Cardinali, alla particolare ricottura della lastra.
Personalmente ho apprezzato l’estrema facilità di suono, le gravi le dovevo controllare tanto venivano fuori con estrema facilità. Le palmari altrettanto facili e comode, grazie al loro posizionamento che ne rendono l’uso immediato. Omogeneo e intonato da cima a fondo. Un bocchino, decisamente costoso, che stona da matti sul sol col portavoce sul mio strumento, sul platinum suonava da favola. Il suono, qui pieno di armonici, è personale e per quanto riguarda i miei gusti quello prodotto da questo strumento mi è sembrato superlativo, così come mi è piaciuto molto il tono.
Il Maestro che teneva la master class (di cui non ho intenzione di fare il nome per ovvi motivi), sassofonista di altissimo livello, ne ha tessuto le lodi e, nonostante questi strumenti siano stati concepiti (senza Fa# acuto) espressamente per il jazz, disse che a suo parere potevano andare bene anche per la musica classica.
L’ho preso? No, perché un tenore già ce l’ho, sono uno che sta studiando unicamente per diletto e non ho soldi da spendere per ogni cosa che mi piace. Se non avessi già uno strumento lo comprerei? Se dovessi trovarlo usato sicuramente si. Fa# a parte è proprio lo strumento che vorrei.

Vadda
2nd January 2019, 17:50
Tanto per parlare.
Ieri all Umbria Jazz Festival ne ho sentito suonare uno da Claudio la Rosa Jr
Che dire ?
Il suono che ne usciva era molto bello, dopo i primi 5min in cui il colore sembrava un cazzotto in un occhio alla fine non era niente male, anzi....
Le note basse sembrava uscissero con una semplicità imbarazzante, ma il
ragazzo in questione è molto bravo, concerto piacevolissimo.
Come modello poteva esser un Tenore Gold, credo.

Robinik
3rd January 2019, 15:58
Parlando di strategia commerciale....se dai un nome cosi...(Lupifaro) a un sassofono, vuol dire che....... o non vuoi venderlo, o che devi cambiare stratega!......

nikoironsax
3rd January 2019, 16:09
...se dai un nome cosi...(Lupifaro)... o non vuoi venderlo, o devi cambiare stratega!......

Scusa ma...son curioso...e mi sfugge il senso logico di questa affermazione presumo sarcastica... :nonzo:

Robinik
3rd January 2019, 18:20
Si l'affermazione è volutamente sarcastica, ma con fondo di verità, perchè un pochino di strategia di vendita me ne intendo, e una delle cose più importanti per la commercializzazione di qualsiasi prodotto, è la scelta del nome.....in ogni campo....da sempre!
Persino le persone si cambiano di nome, se vogliono vendere "se stessi", tipo attori o cantanti per esempio!
Quindi la scelta del nome molto spesso determina il succeso o l'insuccesso di un prodotto, indipendentemente dalla qualità......
Lo sanno tutti, è l'ABC del pubblicitario, quindi al di là della mia battuta, volutamente sarcastica, la verità è assoluta e innegabile.
Inoltre qui siamo piu o meno tutti musicisti, e anche se no......le orecchie c'è le abbiamo più o meno tutti penso, e il suono di una parola riusciamo più o meno tutti a distinguerlo, se suona bene, o se non suona affatto!
Non credo che tra 20 anni ci sia la caccia al Lupifaro MarkVI, ma spero vivamente di sbagliarmi!

nikoironsax
4th January 2019, 07:07
Si ok avevo inteso la connessione con strategia di marketing ecc...ma perché "lupifaro" in sé come nome non va bene secondo tentativo? (non so se ti riferisci solo alla sonorità del nome o altro) Cioé perchè dovrebbe andare meno bene di "yanagisawa" o di "Selmer" o "Jupiter" o che so.

Per esempio a me non infastidisce. (anzi mi ha incuriosito e sono anche andato a cercarmi che deriva dal nome di una creatura mitologica di qualche leggenda, una specie di drago).

Sicuramente ci sono nomi molto azzecati tipo "cannonball" che richiamano il saxofonista storico.

Credo che il fattore nome nel campo saxofoni non sia così incisivo. Di solito avevano il nome del produttore o cose simili. Ai giorni nostri ce ne sono di ogni oltre al nome del produttore. Da "forestone" a "floret" ...vorrei capire in maniera più approfondita.

Robinik
4th January 2019, 12:15
Direi che è abbastanza semplice, e nella storia diciamo cosi, dei prodotti commerciali, ci sono stati "Nomi" che hanno fatto la fortuna, o la disgrazia, di molti prodotti! C'è gente che ha fatto miliardi solo per avere azzeccato un nome, e c'è gente che ha fatto la fame per il contrario.
Guarda per esempio i sax Cinesi, tanto per rimanere in tema, per vendere si camuffano sotto altri nomi, non vedi molti sax marcati Ching Chung, ma questo è un esempio molto banale, e dietro alla scelta del nome ci sono studi approfonditi, ed è una vera e propria scenzia quella della strategia commerciale, c'è gente che studia tutto il giorno cose di questo genere, ogni giorno siamo bombardati dalla pubblicità attraverso i mezzi di comunicazione, grazie alla propaganda pubblicitaria fatta in modo diabolicamente intelligente, il nostro paese è sempre stato governato da dei senza vergogna (cerco di essere benevolo), perchè con la giusta strategia si ottengono risultati enormi.
Quindi, tornando al nostro tema, direi che nel campo degli strumenti musicali, per irrompere in un mercato che non dimentichiamo, soffre di un forte condizionamento da parte di un nome, Selmer, il quale nome basta inciderlo su qualsiasi sax per farlo suonare Divinamente, è molto importante la scelta del nome e ovviamente anche della strategia commerciale.
Tu hai nominato Forestone ad esempio, e li vedi un esempio di nome abbastanza azzeccato, buona pubblicità, dove si cita che il Maestro Japponese Atsushi Watanabe costruisce questi sassofoni uno ad uno artigianalmente......(figuriamoci), però funziona, e il prodotto è comunque molto valido, e nel tempo, perchè in questo campo ci vogliono anni, quel nome potrebbe cominciare a suonare familiare e a prendere piede, se saranno bravi a promuoverlo.
Lupifaro, io ci ho scherzato, ma mi ha dato l'impressione di partire già zoppo come progetto, ma è solo una mia impressione, il tempo giudicherà.

manupassero
4th January 2019, 17:40
Ciao a tutti, visto che la discussione è ripresa vorrei aggiungere la mia personale esperienza.

A novembre scorso (2018) avevo visto online delle offerte del distributore dei sax Lupifaro (la Phaselus in Svizzera) e incuriosito sono andato a vedere e provare i loro strumenti direttamente in sede vicino a Lugano. L'intenzione era quella di prendere un tenore della serie Gold (in offerta a metà prezzo), che è la serie intermedia, e già che c'ero fare qualche soffio di prova nei loro sax di fascia alta per capire se veramente la qualità fosse davvero alta o meno. Premetto che fino ad allora il nome Lupifaro lo associavo a sassofoni di media qualità, niente di speciale, una delle tante nuove marche da studio che cercano spazio nel panorama ormai semi-saturato dai grossi nomi. Partivo col mio setup ormai affidabile di diversi anni, ovvero il mio bel "carciofone" Selmer Mark VI del '69 e il mio carissimo Yanagisawa soprano 901 del 2005.

Il tenore Gold che ho provato era effettivamente un sax intermedio ma di gran carattere, soprattutto quel modello particolare (mi pare un Vintage Bronze), pronto e deciso nel tono e abbastanza sciolto nelle meccanica. Sicuramente con un timbro meno ricco del mio Mark VI e con meno corpo di suono, ma come "muletto" e per far "casino" in alcune situazioni particolari poteva andar bene. E quindi per 1000 euro potevo portarmelo via, prezzo direi ottimo.

Già che c'ero per curiosità ho provato un tenore Platinum MkII, che è la serie precedente a quella attuale, modello Vintage, diciamo "satinato" anche se in realtà è rivestito da una patina "vetrosa" che lo rende non lucido e piu' massiccio. Che dire? SBAM!! Mi ha spazzato via all'istante! Suono pazzesco, pieno, ricchissimo, massiccio e facilissimo da cima a fondo. Armonici a non finire e grandissimo carattere, assolutamente non aggressivo, ma anzi molto malleabile, e capace di sussurrare caldissimo o gridare come un folle a seconda di come spingessi. Il mio Mark VI impallidiva li' accanto e mi guardava in cagnesco... Sono rimasto stregato in modo assurdo dal Platinum! Mi ha scardinato completamente le certezze che avevo da sempre, ovvero che meglio del Mark VI non c'è niente...! Tutt'altro.

Passando poi al soprano, ho voluto provare la stessa serie Platinum Vintage MkII (sempre la serie precedente all'attuale), stesso aspetto "vetroso satinato", e anche qui..... SBAM n.2!! Suono bellissimo, caldo, rotondo, ricchissimo di armonici, e soprattutto dal corpo ben presente e solido, che avevo solamente "sentito" quando mi era capitato di provare un soprano in argento massiccio Yanagisawa (che costava come un rene e una cornea insieme...). Il mio Yani 901, che è un soprano decentissimo e formidabile per meccanica e prontezza, ha un suono piu' "sguaiatello" e sottile, urla e scalpita come non mai ed è capace di grandi cose, ma si sente che lo "spessore dietro il suono" è piu' piccolo rispetto a questo Lupifaro, che invece ha proprio un suono pieno e deciso, davvero molto ricco. Insomma, anche qui sono stato spazzato via!

Alla fine della giornata sono tornato a casa con entrambi i Platinum (tenore e soprano), il Gold l'ho lasciato stare... e ho aperto un mutuo in banca :)
Questi Lupifaro Platinum sono veramente un portento in fatto di timbro e qualità sonora, anche nuovissimi appena tirati fuori dalla scatola come in questo caso. Il blasonatissimo Selmer Mark VI non è affatto lontano come livello generale e devo dire che in certe cose il Platinum lo supera anche. Sono rimasto davvero estasiato e stregato.

Meccanicamente devo abituarmi un po' alla posizione del soprano che ha la chiave del Sib basso un po' lontana per il mio mignolo sx (ma ho le dita piccole io) e venendo dalla perfezione ergonomica di casa Yanagisawa non potevo che aver bisogno di adattarmi ad una certa scomodità. Il tenore invece è molto piu' comodo (posizione tipicamente Mark VI) e suona veramente bene, dopo alcuni ritocchi di certe chiavi che in strumenti nuovissimi forse è normale trovare non proprio in posizione perfetta (del resto un po' di rodaggio è normale anche in strumenti da 200 mila euro come i pianoforti...). Insomma, due bombe di sax che veramente mi hanno conquistato.

Ah, ho preso pure le loro ance e.... SBAM per la terza volta! Ora posso smettere di spendere 55 euro alla scatola per le Francois Louis e godere col 30% in meno di spesa.
consiglio veramente a tutti di provare questi sax, sono magnifici.

E ci tengo a concludere dicendo che ho pagato tutto, non ho contratti o rapporti privilegiati, e quant'altro, con la Phaselus. Solo un'ottima opinione dei loro strumenti di altissimo livello, che spero sia utile condividere con voi.
grazie, ciao

Robinik
4th January 2019, 18:54
Ottimo, grazie per il tuo feedback!

SarcofagoJazz
22nd January 2019, 13:12
Io l'ho visto suonare solo in qualche "video prova" da Lou Marini (sax della storica blues brothers band) :nonzo::mha!(

giosue
22nd January 2019, 17:40
Provati una mezzoretta (soltanto) presso di loro in Ticino
Quindi vale solo come prima impressione; quello che potrebbe provare uno che passa da lì ma non è lì per comprare.
Inoltro meglio dichiarare per taratura che la prima volta che ho provato il mio Mark VI mi deluse, ma poi per fortuna l’ho preso......

Il platinum a me ha ricordato il mio Conn 10M, ma più comodo: dovevo allargare meno le dita.Suono bello e impegnativo.

Il Gold è più facile da suonare ma è meno pieno (tipo Yana penultimi, sui quali ho imparato a suonare. Però l’ultima serie è meglio come suono)

Quello meno caro mi ha ricordato un buon Grassi taiwanese (T480) che ho poi venduto, ma a un amico

Però non mi hanno detto di più, giusto uguale
La finitura non mi ha entusiasmato, in nessuno dei tre ma la meccanica sembrava buona; almeno non troppo leggera e mobile


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tzadik
22nd January 2019, 22:35
La finitura non mi ha entusiasmato, in nessuno dei tre ma la meccanica sembrava buona; almeno non troppo leggera e mobile
Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk


La finitura è tipo una vernice epossidica... finiture simili le trovi su vecchi Bundy da studio.
Sullo strumento che avevo provato... le saldatura non erano state pulite, prima di applicare la vernice.

... è una finitura più economica delle normali laccature che trovi su Selmer, Yamaha... Yanagisawa (... era appunto infatti su strumenti da studio, negli anni 60).

manupassero
23rd January 2019, 13:14
Se posso aggiungere, in effetti la meccanica (parlo della serie Platinum) è un aspetto da migliorare ancora molto, lontana dalla perfezione totale tipo Yanagisawa o dalla robustezza Selmer.
Il punto debole è nella parte superiore intorno alle chiavi del portavoce e dello "scambio" dei tamponi quando si fa SOL-LA nell'ottava alta. Ci sono alcune cose non proprio fatte in modo standard e ci possono essere problemi, come in effetti ho avuto io con i due strumenti nuovi che ho comprato (tenore e soprano): li ho dovuti riportare 3 volte in sede per una sistemazione al volo delle chiavi e della meccanica proprio in quella zona dello strumento.

Sulla qualità del suono pero' ripeto: siamo su livelli molto alti che competono con le migliori marche e decisamente senza nulla da temere al confronto con i migliori Mark VI.

ciao,
E

tzadik
23rd January 2019, 13:37
Sulla qualità del suono pero' ripeto: siamo su livelli molto alti che competono con le migliori marche e decisamente senza nulla da temere al confronto con i migliori Mark VI.

... ma non sono strumenti che a livello di suono ricordano o emulano un Mark VI.
Senza andare troppo sul tecnico... osserva uno dei vari chiver Mark VI e osserva il chiver di un Lupifaro... non volevano nemmeno "copiarlo" il chiver di un Mark VI.