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Visualizza Versione Completa : I pionieri del sax: Edward A. Lefebre (1835-1911) Capitolo 2



David Brutti
3rd May 2012, 15:22
Capitolo 2
ADOLPHE SAX E LA NASCITA DEL SAXOFONO (circa 1840-1857)

Quando Adolphe Sax inventò il suo sax (c.1840), apparve subito destinato ad avere successo con il suo innovativo strumento. Ebbe sostenitori addirittura prima di aver depositato il brevetto (1846) e non passò molto tempo che il saxofono fu presentato in pubblico per la prima volta presso la Salle Herz a Parigi nel febbraio del 1844.
Hector Berlioz arrangiò e diresse un suo brano per coro, Chant Sacrée, per il debutto di un sestetto misto (2 trombe, bugle, saxofono basso, 2 clarinetti), composto da strumenti costruiti da Adolphe Sax; in questa performance Sax stesso suonò il sax basso.
Jean Georges Kastner fu il primo compositore ad includere il sax in una composizione maggiore, includendo il sax basso nella sua opera Le dernier Roi de Juda, eseguito nel dicembre del 1844. Dalla fine del 44 per tutto il 45, Kastner e Sax collaborarono inseme per redarre il Metodo Completo e Sistematico per saxofono.
Occorre notare che oltre agli esercizi, agli studi e alle trascrizioni di brani della tradizione operistica e sinfonica, Kastner incluse un grande numero di composizioni per saxofono: Variations faciles et brillantes per sax contralto e pianoforte, pubblicato indipendentemente dal metodo nel 1851 da Branous et Cie., un Sestetto scritto per l'intera famiglia dei saxofoni [prima opera per ensemble di sax della storia del 1844 Ndtrad]: 2 soprani in do, un alto in fa, due bassi in do e un contrabbasso in fa (questo lavoro p stato adattato dal saxofonista Sigurd Rascher adottando una strumentazione "moderna", quindi per saxofoni in Sib e Mib. Il lavoro è stato pubblicato da Ethos Pubblications nel 1982).
A partire dal 1845, i saxofoni vennero incorporati negli organici delle bande militari francesi e, nel 1846, il governo francese approvò il brevetto. Successivamente venne pubblicato il metodo di Kastner. Per un breve periodo, dal 46 al 50, vennero offerti dei corsi di saxofono presso il Gymnase Musical a Paris. Diversi conservatori regionali in Francia offrirono dei corsi di sax come anche numerosi conservatori in Svizzera, Belgio, Spagna e Italia. Non è chiaro quando l'insegnamento del saxofono venne istituzionalizzato in Inghilterra; alcune bande militari Inglesi ebbero in organico saxofoni a partire dal 1848. Nel 1850 il direttore e impresario Louis Antoine Jullien presentò Mr. Souallé come saxofonista solista in un concerto a Londra e nel 1851 a Parigi.
Negli anni a seguire, Souallé diede concerti in Europa, India e Australia. All'inizio del 52 fu Henry Wuille il saxofonista solista di Jullien, eseguendo la sua composizione "Fantasia" per saxofono e piano.
A partire dal 1850, diversi compositori iniziarono a includere saxofoni nelle loro composizioni. Nel 1851 Limander de Nieuwenhove, un allievo di François Fétis incluse una parte di Sax Contralto nel suo Le Chateau de la barbe bleu. Da quel momento sia Fétis che Berlioz pubblicizzarono tessendone le lodi i "nuovi effetti" che potrebbero essere introdotti in orchestra utilizzando la famiglia dei saxofoni.
In effetti, un quartetto di sax (S, A, A, Bs) fu incluso per la prima volta da J. F. F. Halévy nella sua opera Le Juif errant; nella prima tenutasi nel 23 aprile 1852 a Parigi, Adolphe Sax suonò ancora una volta il suo sax basso.
Secondo Halévy: "Questo primo tentativo in musica di un ensemble di nuovi strumenti, i quali sono senza alcuna analogia, ci fa realizzare che effetti fino ad oggi ignoti possono essere ottenuti dall'orchestra sinfonica".
Questo quartetto di sax, che appare solo nelle ultime pagine della partitura di Halévy, fu utilizzato per descrivere l'ascesa dello spirito in cielo.
Siccome il compositore utilizza i saxofoni esclusivamente nel suddetto episodio, ciò può essere considerata una chiara dichiarazione di come Hlévy intendeva il timbro del saxofono. Come Berlios sentiva delle forti analogie con il timbro del violoncello, Halévy sentiva delle sonorità paradisiache e celestiali.

Nel 1853-54, l'orchestra di Jullien attraversò l'atlantico per un tour negli Stati Uniti, eseguendo la Santa Claus Symphony (1852) del compositore di Philadelphia William Henry Fry che impiegò un sax soprano nell'organico. Fry utilizza anche un soprano, un tenore e un basso nel suo Hagar in the Wilderness e un tenore nel poema sinfonico The Dying Soldier, entrambi scritti e eseguiti nel 1854.

Una delle prime composizioni per sax solista e grande organico strumentale (orchestra di fiati militare) è datata nel 1855: Les souvenirs de Paris di J. Garrouste.
A parte il sax solista, l'orchestra militare francese La Garde Républicaine incluse in organico non meno di 8 sax (2 soprani, 2 alti, 2 tenori, 2 baritoni) a partire dal 1856. Jean Georges Kastner, amico di Sax non che primo a comporre opere per saxofono, incluse di nuovo due saxofoni nel suo Le voix de Paris.
Nel corso della sua prima decade di vita, il saxofono fece nota la sua presenza egualmente nel continente europeo come in quello americano, e importanti compositi notarono questo strumento. Berlios, paladino di A. Sax e dei suoi strumenti, scrisse diversi articoli tra il 1840 e il 1850 offrendo supporto al saxofono.
Nell'edizione rivista del A Treatise upon Modern Instrumentation and Orchestration, pubblicata nel 1855, Berlioz ricapitola il contributo di Sax alle famiglie di strumenti a fiato: "Il Signor Sax ha perfezionato diversi vecchi strumenti, come io ho già indicato nel corso di questo lavoro. In più ha colmato alcune lacune esistenti nella famiglia degli ottoni. Il suo merito principale ciononostante è la creazione di una nuova famiglia di strumenti completata soltanto diversi anni addietro, utilizzando un'ancia singola, un becco da clarinetto e costruito di ottone. Questi sono i saxofoni. Questa nuova voce data all'orchestra possiede rare e preziose qualità: dolce e penetrante nelle note acute, piena e morbida nel grave, profondo e espressivo nel suo registro medio. In somma è un timbro "sui generis", offrendo vaghe analogie con il suono del violoncello, del clarinetto e del corno inglese ed è vestito in un abito in qualche modo d'ottone il quale offre il suo particolare suono.
Il corpo dello strumento è un cono parabolico di ottone munito di un sistema di chiavi. La sua agilità lo rende appropriato per passaggi di una certa velocità, come anche per delle graziose cantilene e pensierosi effetti.
Il saxofono può essere utilizzato con grandi vantaggi in tutti i generi musicali, ma soprattutto nei brani lenti e dolci.
Il timbro del registro acuto dei saxofoni gravi ha un qualcosa di travagliato e dolente mentre le note gravi al contrario hanno una calma grandiosa o per così dire, pontificale.
Tutti i sax, e principalmente il baritono e il basso, hanno la capacità di aumentare il volume e di far morire il suono, con un risultato sonoro inaudito fino ai nostri giorni nel registro grave della scala degli effetti e in una certa maniera simile a quello dell'armonium.
Il timbro del sopranino è molto più penetrante di quello dei clarinetti in Sib o in Do, ma senza la durezza e acidità comune al clarinetto piccolo in Mib. Lo stesso vale anche per il soprano. Nell'avvenire compositori talentuosi trarranno grandi vantaggi dal saxfono combinato con la famiglia dei clarinetti o introducendo lo strumento in altre combinazioni che sarebbe un'imprudenza provare a predire.
Lo strumento può essere suonato con grande facilità; le posizioni sono simili a quelle dell'oboe e del flauto. I clarinettisti che hanno già famigliarità con l'imboccatura, possono diventare maestri del suo meccanismo in brevissimo tempo."

Il saxofono sembra destinato alla grandezza, ma nonostante le grandi lodi, Berlioz non utilizzò mai il saxofono in un'opera originale.
In ogni caso, è interessante (se non spiacevole) notare che la parte autografa de La damnation de Faust include due sistemi bianchi all'inizio dell'ultimo movimento “Ciel Scène” destinati a un sax in Mib a a un sax in Bb! Possiamo soltanto supporre il motivo per cui non vennero utilizzati. In certo senso è sorprendente come Franz Liszt sia stato piuttosto entusiasta riguardo alle creazioni di Sax.
Dopo aver visitato Sax a Parigi, Liszt scrisse le seguenti parole a Joseph Joachim: "... Sax si è prodotto per il nostro beneficio sulla sua grande famiglia di saxofoni, saxhorn, saxtuba, etc... Alcuni di questi (specialmente i saxofoni alto e tenore) possono essere estremamente utili anche nella nostra orchestra regolare e l'insieme ha un effetto realmente magnificente."
Nonostante questo promettente punto di vista sulla nuova famiglia di strumenti, Liszt non incluse i saxofoni in nessuna delle sue partiture. Questo fatto può essere spiegato dal fatto che l'etablishment musicale tedesco fu fortemente alleato con il costruttore di strumenti musicali Wilhelm Wieprecht, con il quale Sax ebbe aspri diverbi riguardanti i brevetti.
Di certo non fece male avere importanti compositori come Berlioz e Liszt che parlano in favore di A. Sax e della sua nuova famiglia di strumenti, ma di sicuro se questi compositori avessero utilizzato il saxofono nelle loro partiture il futuro dello strumento come una voce stabile dell'orchestra sinfonica sarebbe stato più sicuro.
Il compositore Gioacchino Rossini ha aiutato Sax ha far approdare lo strumento in Italia. Dopo aver udito per la prima volta il sax affermò che "è il più bel suono che abbia mai sentito".
Nonostante attorno alla metà dell'800 si fosse virtualmente ritirato come compositore, Rossini convinse il Conservatorio di Bologna ad adottare gli strumenti di sax. Successivamente dei corsi di sax furono aggiunti al programma di studi. Rossini incluse dei sax nel suo La Corona d'Italia, scritto per banda militare nel 1868.
All'inizio del 1855, Adolphe Sax avviò una piccola casa editrice a Parigi, pubblicando alla fine non meno di 36 composizioni per saxofono (solo e ensemble). A partire dalla fine del 1850 il saxofono in francia acquisì uno status che era riservato a strumenti con una ben più lunga tradizione. Classi speciali per militari vennero create presso il prestigioso Conservatoire de Paris a partire dal giugno 1857. Adolphe Sax stesso venne nominato come insegnante di sax. Ciò portò il saxofono all'attenzione di molti musicisti, compositori e all'etablishment musicale in generale. Fino a questo punto, solo una manciata di compositori sapeva dell'esistenza di questo strumento e ancora meno si sono cimentati nella composizione di opere originali. Tutto questo cambiò radicalmente nel 1857: a causa dell'istituzionalizzazione dell'insegnamento del sax di alto livello, si moltiplicarono le opere originali scritte per saxofono.
Molti brani furono eseguiti dai saxofonisti durante gli esami sostenuti alla fine di ogni anno di studio (molte di queste composizioni furono pubblicate da Sax). Jean Baptiste Singelée, violinista belga, fu il primo tra il 1857 e il 1864 a scrivere per saxofoni al Conservatoire de Paris, scrivendo oltre trenta brani per sax solista e per ensemble di saxofoni di tutti i tipi. A Singelée è attribuita la composizione dei primi concerti e quartetti di sax (lungamente fuori catalogo, il suo Premier Quatuor op. 53 è stato ricostituito per strumenti moderni da J. M. Londeix nel 1977).
Altri compositori Europei dell'800 hano dedicato opere per saxofono solista (e quartetto di sax) come ad esempio Joseph Arban, Friedrich Baumann, Léon Chic, Jules Demmersseman, Hyacinthe Klosé, Louis-Adolphe Mayeur, Raymond Moulaert, Jean-Nicholas Savari, Jérôme Savari, and Jean-Baptiste-Victor Mohr. Il compositore america no Caryl Florio contribuì componendo almeno due quartetti di sax, un quintetto per 4 sax e piano e un solo con accompagnamento orchestrale.
Il saxofono godette di una relativa approvazione nell'arco di meno di due decadi e ancor prima del suo brevetto del 1846 furono scritte un metodo, repertorio originale e passi d'orchestra.
Probabilmente il sax è un caso senza precedenti nella storia degli strumenti musicali per essere stato adottato in così breve tempo nelle orchestre militari e nei conservatori dell'Europa occidentale.
Inoltre, preminenti compositori ottocenteschi hanno tessuto le lodi di Adolphe Sax e dei suoi saxofoni, favorendo l'utilizzo in orchestra sinfonica.
Per permette al saxofono di sopravvivere e da ultimo per prosperare com strumento "colto", c'era (e c'è) bisogno di virtuosi in grado di presentare e provare i meriti musicali del saxofono.
Compositori, direttori, musicisti e amanti della musica esposti a un'espressione artistica di alto livello proposta sul saxofono inizieranno ad intendere lo strumento come un attraente ed essenziale membro della famiglia dei legni.
Il saxofonista virtuoso Edward A. Lefebre prese a cuore questa causa nella metà del 1850 divenendo un modello esemplare per il mondo con lo scopo di "portare lo strumento a una larga approvazione". Il suo lavoro si rivelò essere stupefacente.

David Brutti
3rd May 2012, 15:29
E qui si potrebbe aprire un bel dibattito in quanto dal mio punto di vista il fatto di essere un prodotto dell'era "industriale" (non parlo di procedimenti ma della mentalità e del modo di agire), nato quindi dalla combinazione di voler fornire uno strumento che possa aumentare le possibilità espressive dell'epoca e al contempo dalla necessità di fare cassa rifornendo i corpi bandistici militari, accaparrandosi i numerosi appalti, ha comunque contribuito a relegare lo strumento in una dimensione quasi esclusivamente bandistica e a tenerlo li fino all'alba del '900.

Peraltro i saxofonisti dell'epoca assecondavano questa tendenza esibendosi in performance comprendenti brani di bravura di sicuro impatto per il pubblico ma di scarsissimo interesse musicale, tendenza che purtroppo ci portiamo dietro fino ad oggi (vedi ad esempio il Paganini fatto con il sax che oltre che essere di cattivo gusto porta indietro il nostro strumento all'alba dei tempi...)

Per lo sviluppo del sax ha fatto di più una musicista dilettante e di sicuro mediocre (come ci è stato riferito da Debussy), ma amante della buona musica come la Hall piuttosto che tutti i virtuosi dell'800.

Tblow
3rd May 2012, 21:23
Grazie anche di questa interessantissima seconda parte :D

Rag
4th May 2012, 10:48
Ciao David è molto ineressante,potresti fornirci un riferimento bibliografico o una fonte anche per questo articolo?

Mad Mat
4th May 2012, 12:01
Molto interessanti entrambi i capitoli. Grazie per il tuo contributo.

Saxsoprano99
4th May 2012, 12:23
Ciao David è molto ineressante,potresti fornirci un riferimento bibliografico o una fonte anche per questo articolo?
Stessa cosa!

David Brutti
4th May 2012, 12:37
EDWARD A. LEFEBRE (1835*-1911): PREEMINENT SAXOPHONIST OF THE NINETEENTH CENTURY by JAMES RUSSELL NOYES
Submitted to The Manhattan School of Music in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Musical Arts

Rag
4th May 2012, 15:27
riconfermo l'interesse per l'articolo, ma ci sono delle cose che non mi risultano, tipo l'acquisto di strumenti da parte del Conservatorio di Bologna ed altre cose sparse qua e là..sarebbe interessante indagare..
magari nella tesi sono citate fonti e/o archivi ancora poco spolverati in Italia..tuttavia, ripeto, mi suona strano, non ho mai avuto la possibilità di avere della documentazione a riguardo né sono riuscito a risalire a niente del genere rovistando tra giornali, cronache mostre, cataloghi dell'epoca..
Qualche anno fa il Galpin Society Journal mi ha passato, da controllare, un articolo di una studiosa fiorentina sul sax in Italia..a tratti era molto interessante, se riesco a trovarlo ve lo posto

David Brutti
4th May 2012, 15:56
La fonte riguardante l'acquisto di sax da parte del conservatorio di Bologna è di Wally Horwood, Adolphe Sax: his life and his legacy, ed in ogni caso non mi suona strana visto che poco più di dieci anni dopo la Rampone inizia a fabbricare i primi sax (forse i primi sax di fabbricazione italiana?) come testimoniato presso il museo di Quarna dagli strumenti ivi conservati.
Per quanto riguarda dei corsi di sax presso il conservatorio di Bologna, potrebbero essere stati dei corsi para-militari riservati esclusivamente a membri dei corpi di stato o semplicemente corsi complementari riservati a clarinettisti. Bisognerebbe chiedere in segreteria se hanno della documentazione relativa a quel periodo.
In ogni caso, in Italia il sax arrivò presto, molto presto...

Quali altre frasi ti risultano errate?

David Brutti
4th May 2012, 16:07
E in ogni caso, questo capitolo è più una introduzione generale per capire su quale background storico si muoveva il nostro "eroe"

Rag
4th May 2012, 16:18
David, nessuna polemica, volevo solo sapere se magari c'era qualche libero che non avevo consultato, o qualche fonte particolare, è sempre utile avere informazioni nuove

a Bologna è impossibile iscriversi, figuriamoci chiedere informazioni di qualsiasi genere! :D

Per quanto riguarda il testo citato invece non credo. su Horwood non mi risulta che si parli di questo, si parla invece, come in molti altri testi, degli apprezzamenti di Rossini ebbe per A.Sax e i suoi strumenti (non costruiva solo saxofoni). Potrebbe in ogni caso trattarsi di altri strumenti della ditta Sax, personalmente presumo clarinetti bassi per via della qualità degli strumenti, ma potrebbe essere anche altro. Rampone iniziò (come altri italiani) a costruire saxofoni, circa 10 anni dopo, semplicemente perchè il brevetto era scaduto. Il sax arrivò molto tempo prima in Italia, con Bimboni ed altri musicisti (si trattava di strumenti di sax?bhò..), ma in 15 anni di ricerche non ho raccolto elementi per dire che il primo sax italiano sia stato costruito da Rampone, anzi mi sembra più probabile un Orsi o, addirittura un Roth, ma ripeto, non ho prove.
Grazie mille cmq

David Brutti
4th May 2012, 16:35
Ma che polemica, anzi è bello approfondire!

La fonte dell'Harwood è citata proprio da Noyes (ho evitato di riportare le citazioni per non far diventare il discorso troppo barboso, se interessano posso inviare direttamente il testo in inglese munito di bibliografia e tutto).
Sui primi sax italiani, non saprei che dire, in ogni caso mi pare che di prototipi datati circa 1870 rinvenuti oggi e visibili a tutti, a parte gli esemplari conservati a Quarna non ce ne siano poi molti. Di Orsi risalenti a quel periodo non ne ho mai visto nemmeno uno.

David Brutti
4th May 2012, 16:43
E' chiaro che la produzione dei sax in Italia ha potuto avere inizio soltanto dopo la scadenza del brevetto, è anche vero che i fratelli Rampone furono presenti a un'esposizione alla quale partecipò anche Sax (non ricordo la data esatta, ma se interessa posso chiedere a Claudio Zolla, lui dovrebbe avere tutto in archivio).

Sax O' Phone
4th May 2012, 18:34
Bravo David!
Lettura interessante ed avvincente: sicuramente come scrivi la commercializzazione dello strumento fu determinante ma ti risulta che un motivo importante per aver relegato il sax ai corpi bandistici piuttosto che a quelli orchestrali fu anche l'ostracismo dei Clarinettisti che identificarono il sax come uno strumento 'avversario' allo loro posizione?

Rag
4th May 2012, 19:08
dunque..il brevetto (il secondo) scade nel 1881. Proprio in quell'anno vi fu una riforma degli organici bandistici nella quale per la prima volta si menzionano gli strumenti di Sax. Chi era nella commissione ministeriale? Romeo Orsi. Ritrovo i primi saxofoni a sistema semplice in un catalogo di Roth del 1884..Conosco molto bene il materiale che è a Quarna (almeno, quello del museo e qualcosa che Claudio ha in fabbrica) e onestamente daterei tutto quello che riguarda i sax alla fine dell'Ottocento. Non dobbiamo dimenticare poi che in quel periodo c'erano vari importatori ufficiali di strumenti francesi..e alle esposizioni musicali ci andavano tutti (non a caso molti italiano vincevano i primi premi) quindi è molto facile che tanti costruttori (in Italia ce ne erano di validissimi, prendi la famiglia Pelitti ad esempio) sapessero già da molto tempo cosa fosse un saxofono. Ci sono tantissime altre ragioni perchè si possa ritenere che il saxofono sia arrivato in Italia prestissimo, ma in maniera, per così dire..unofficial

David Brutti
4th May 2012, 19:10
Ciao Sax O' phone, a mio parere la rivalità con i clarinettisti in questi tempi remoti ha avuto un ruolo non così importante: considera che quasi tutti i saxofonisti del periodo venivano comunque dal clarinetto (lo stesso Lefebre ad esempio). Questa rivalità maturerà magari più tardi in forme più vicine allo "snobismo" in quanto apparentemente il sax appare come uno strumento piuttosto "facile" per chi viene dal clarinetto.

In ogni caso, Sax tendeva a spingere molto per ottenere l'integrazione dei suoi brevetti nelle orchestre e l'esempio più riuscito in realtà non è il saxofono ma il clarinetto basso che è stato praticamente re-inventato da Sax: i celebri soli di clarinetto basso nelle opere di Meyerbeer erano eseguiti da Sax stesso.

Consideriamo inoltre che in quel periodo, visto il business miliardario dei rifornimenti di strumenti alle fanfare e bande militari c'era una rivalità terribile tra inventori che arrivavano a commettere atti che rasentavano l'illecito (e talvolta spingendosi oltre e arrivando a incendiare i rispettivi atelier): spesso gli oppositori di Sax arrivavano a pagare i musicisti d'orchestra affinché protestassero in prova contro l'inserimento degli strumenti del Belga.

X Rag: i prototipi Rampone sono datati 1875 e sono delle prove per le meccaniche, molto probabilmente non commercializzati ufficialmente, ma è comunque un primato a meno che non arrivino altri graditissimi ritrovamenti. La Rampone andò alla suddetta esposizione universale non come "visitatore" ma come produttore, riportando a casa anche qualche onorificenza se non sbaglio, ma per essere più preciso sentirò Claudio.

Rag
4th May 2012, 19:45
sì, ma sono stati datati da chi? il problema riguarda tutte le fabbriche come ben dici..sai quanti si vantano di aver inventato il clarinetto a doppia tonalità la/sib ? sai quanti hanno presentato il sax delle piane come una loro invenzione? (oltre al legittimo proprietario Rampone, anche Borgani e Orsi). Io non penso che nessun prototipo superstite sia antecedente al 1890 e potrei essere più preciso ritornando a Quarna. Sia beninteso, se non avessi ragione, sarebbe per me una notizia meravigliosa perchè avrei elementi rilevantissimi a favore della Rampone..ma al momento nutro dubbi

David Brutti
4th May 2012, 19:51
Penso che la datazione sia ufficialmente attestata in quanto esposta in un museo "di stato", ma ripeto cercherò conferme ufficiali.
Altrimenti potremo mettere in discussione qualsiasi cosa anche i prototipi di sax precedenti al suo brevetto.

David Brutti
4th May 2012, 20:31
Allora ho sentito l'uomo delle Quarne (Claudio) che mi ha confermato che la datazione di tali prototipi è piuttosto accurata e ufficiale.
1- il legno su cui poggiano le meccaniche è stato sottoposto ad esame e mediante procedimenti adeguati, essendo materiale "organico" è possibile con certezza fornire una data piuttosto precisa;
2- esistono testimonianze scritte nei memoriali raccolti negli archivi del comune, memoriali che raccolgono preziose informazioni sullo stile di vita dell'epoca contenenti informazioni di tutti i tipi, dalle ricette di cucina a rimedi per il mal di denti. Ora siccome a Quarna la fabbricazione degli strumenti a fiato è sempre stata un attività centrale e completamente inserita nel tessuto sociale del paese, esistono diverse dichiarazioni che attestano la fabbricazione di tali strumenti prima del 1880.

In ogni caso, per fugare ogni ombra di dubbio, Claudio Zolla effettuerà una ricerca presso gli archivi della Rampone e presso il museo etnografico per cercare documentazione esatta in merito che possa fugare ogni dubbio.

Si badi bene, la data 1875 è ovviamente relativa al fatto che la Rampone (e forse anche altre aziende) stavano già sperimentando sulla costruzione di questi innovativi strumenti ma che probabilmente i primi strumenti sono stati commercializzati diversi anni dopo.

David Brutti
4th May 2012, 20:34
Ah dimenticavo, Claudio si è impegnato a fornirmi le date precise e il luogo dell'esposizione universale durante la quale si trovava anche Sax e che forse ha innescato la miccia creativa.

Rag
4th May 2012, 23:21
Super! ;)

tzadik
5th May 2012, 00:00
OT: forse dico una cosa che si sà già... qui ci sono un po' di date e forse altre informazioni: http://www.italianwinds.it/

Rag
5th May 2012, 10:01
Ciao Tza, molte info di questo sito (che é del mio padre spirituale della ricerca,lo stimatissimo Francesco Carreras) provengono dal sottoscritto.

tzadik
5th May 2012, 10:31
Immaginavo. :D

Crine
7th May 2012, 10:55
Io ho trovato una cosa che credo essere un errore: Jean Nicolas Savari (1786-1853) non ha mai scritto per saxofono (aveva a che fare col fagotto), ma è un errore di "quasi omonimia" con Jerome Savari (1819-1870) che pure viene riportato nell'articolo. Infatti il quintetto (bellissimo) e il quartetto di sax che esiste (anche registrato recentemente), di Savari, viene erroneamente dato come composto da J.N.Savari, anche sulla copertina del cd in mio possesso, ma invece è di Jerome. Fosse di J.N. avrebbe fatto lui il "primo quatour" e non Singelee, in quanto quello di Singelee è del 1857, e J.N. è morto nel '53. Incuriosito da questo, avevo fatto delle ricerche in rete e avevo trovato qualcuno che spiegava questo errore come dicevo sopra. Purtroppo credo nessun settecentesco abbia mai scritto per saxofono (J.N.Savari poteva essere l'unico nato nel '700 ad averlo fatto, ma non è così). Anche wikipedia fa questo errore, dando Fantaisie sur "Le Freyschutz" come 185x, mentre altri la danno correttamente composta da Jerome diversi anni dopo il '50. Se mi sbaglio, correggetemi.
Il piu' "vecchio" ad aver mai scritto per sax credo sia Kastner, nato il 1810! Vi torna?

David Brutti
7th May 2012, 11:06
Si, è un errore riportato in moltissimi testi tra cui anche nel testo del Londeix (150 ans de musique pour saxophone).
Ovviamente, come traduttore, non mi metto a correggere i dati riportati (non sarebbe corretto). Ma hai fatto bene a far notare la cosa.
Grazie!

Crine
7th May 2012, 11:34
Ah ok.
PS: Comunque in effetti c'è un (gran) compositore nato nel '700 che ha scritto per sax: Gioacchino Rossini (1792-1868) lo ha messo in "La corona d'Italia" (1868)