Bronx
2nd May 2012, 17:46
Scherzo ovviamente…
Sono Luca, un 52enne appassionato di musica dall’infanzia e libero professionista per necessità, veronese di nascita e vicentino per residenza.
Clarinettista in gioventù suono ora il contralto da 16 mesi, periodo in cui ho comunque frequentato il forum come utente esterno: ringrazio tutti voi perché la cosa mi ha consentito di apprendere molto. Non mi sono iscritto fino ai giorni nostri nella convinzione di non avere molto da dire, solo da imparare: non è che le cose siano cambiate poi di molto, ma ora avrei un quesito da porvi e quindi, come da regolamento oltre che per cortesia, mi presento.
Amante del sax da sempre, ho la fortuna di essere amico di un professore del conservatorio di Bologna il quale, dopo l’ennesima cena a base di buon cibo e ancor più miglior vino, vista l’espressione dei miei occhi dopo un pezzo da lui eseguito, mi ha convinto ad avvicinarmi al sax.
Ricordo che era l’ottobre 2010: pensate, era lui che pregava me cercando di convincermi ad accettare la sua proposta ed offrendomi flessibilità di percorso e di appuntamenti, una volta trovato un buon sax di occasione.
Rimanemmo a parlare sino alle tre di notte: non smetterò mai di ringraziarlo.
Era il periodo più sbagliato: lavoro impegnativo, genitori ammalati, un figlio in arrivo, una casa in ristrutturazione… ma era arrivato il tempo di porre rimedio ad un torto subito dalla mia famiglia in gioventù (che comunque amo infinitamente e ringrazio per tutto quello che mi ha dato), quando il professore delle medie si era fatto tre volte 100 km. per venire a pregare mio padre di mandarmi al conservatorio.
Alla vigilia di Natale 2011 prendo l’auto e corro a Bologna ad acquistare un contralto Reference 54 Kookaburra. So che la serie è molto discussa e che mi attirerò gli strali di molti, ma per una persona che inizia credo tutti converrete che è pure troppo: sono io che devo essere all’altezza dello strumento, non il contrario. Trovato e testato dal mio prof il pezzo apparteneva ad un professionista che, guarda caso, stava per comprare un Mk6: in condizioni pari al nuovo (ad eccezione di una botticella sulla campana che ho fatto mettere a posto da Ceriani) attualmente è il mio fedele compagno.
Per suonarlo agli inizi, in pausa pranzo e dimenticando il cibo, frequentavo i parcheggi vuoti di centri commerciali chiusi o di zone industriali: scaldavo un pò l’auto e poi via a soffiare. Un giorno vedo lampeggiare lo spartito di azzurro: vedendomi seduto a lato del posto guida la polizia aveva pensato… mmmmmhh… diciamo ad un episodio di “amore a buon mercato”… e tutto si era poi risolto con una risata.
I tempi erano maturi per un intervento di mia moglie che, prima che io finissi su qualche giornale, si attivava procurandomi l’ospitalità in uno stabile di uffici commerciali chiusi: è qui che ora, sempre in pausa pranzo e strangolandomi con un panino, posso studiare oppure divertirmi a suonare su basi grazie ad un vecchio stereo che ho installato in quei locali.
Suonare è una vera, grande, infinita gioia. Oltre che una ulteriore possibilità di crescere e comunicare.
A questo punto qualcuno sarà caduto dalla sedia e rimpiangerà l’anno in cui mi sono limitato a leggere ma, credetemi, una volta chiusa questa presentazione riprenderò il mio consueto silenzio.
Ora ho acquistato da un privato musicista e collezionista un tenore Mk7 argentato del gennaio ’77: fatto testare da un altro amico, nella duplice veste di musicista diplomato e tecnico riparatore per professione, sembra essere un ottimo strumento. La voce è molto bella e le condizioni eccezionalmente buone: necessita di una revisione completa e di una pulizia dell’argentatura, peraltro totalmente integra, nelle zone un po’ annerite (sostanzialmente sotto la mano sinistra). Lo dico dal basso della mia competenza: mi entusiasma!
Naturalmente anche nel caso di questa seconda discussa serie valgono le stesse riflessioni fatte a proposito del Reference: se un giorno dovessi sviluppare capacità degne di nota e mi potessi permettere l’avvicinamento, solo a titolo d’esempio e per rimanere in ambito Selmer, al pianeta Mk6 o SBA… allora considererei l’ipotesi di fare un mutuo…
In questa fase per me è importante acquistare ad un prezzo equo strumenti in buone condizioni, usati e con possibilità di uscire dall’investimento a costi limitati qualora le cose non andassero per il verso giusto: in questo i Selmer possono prestarsi molto.
Devo però dirvi che ancor più importante per me, visto il tempo limitato, l’impegno profuso e le mie aspettative, è disporre di uno strumento di buon livello e con una meccanica perfetta: devo sapere in ogni momento che se lo strumento non suona è esclusivamente a causa mia, non devo alibi di nessun altro genere.
Spero di non avervi annoiato troppo: proseguo sulla sezione del tenore per il quesito che mi sta a cuore.
Un caro saluto a tutti voi.
Luca
Sono Luca, un 52enne appassionato di musica dall’infanzia e libero professionista per necessità, veronese di nascita e vicentino per residenza.
Clarinettista in gioventù suono ora il contralto da 16 mesi, periodo in cui ho comunque frequentato il forum come utente esterno: ringrazio tutti voi perché la cosa mi ha consentito di apprendere molto. Non mi sono iscritto fino ai giorni nostri nella convinzione di non avere molto da dire, solo da imparare: non è che le cose siano cambiate poi di molto, ma ora avrei un quesito da porvi e quindi, come da regolamento oltre che per cortesia, mi presento.
Amante del sax da sempre, ho la fortuna di essere amico di un professore del conservatorio di Bologna il quale, dopo l’ennesima cena a base di buon cibo e ancor più miglior vino, vista l’espressione dei miei occhi dopo un pezzo da lui eseguito, mi ha convinto ad avvicinarmi al sax.
Ricordo che era l’ottobre 2010: pensate, era lui che pregava me cercando di convincermi ad accettare la sua proposta ed offrendomi flessibilità di percorso e di appuntamenti, una volta trovato un buon sax di occasione.
Rimanemmo a parlare sino alle tre di notte: non smetterò mai di ringraziarlo.
Era il periodo più sbagliato: lavoro impegnativo, genitori ammalati, un figlio in arrivo, una casa in ristrutturazione… ma era arrivato il tempo di porre rimedio ad un torto subito dalla mia famiglia in gioventù (che comunque amo infinitamente e ringrazio per tutto quello che mi ha dato), quando il professore delle medie si era fatto tre volte 100 km. per venire a pregare mio padre di mandarmi al conservatorio.
Alla vigilia di Natale 2011 prendo l’auto e corro a Bologna ad acquistare un contralto Reference 54 Kookaburra. So che la serie è molto discussa e che mi attirerò gli strali di molti, ma per una persona che inizia credo tutti converrete che è pure troppo: sono io che devo essere all’altezza dello strumento, non il contrario. Trovato e testato dal mio prof il pezzo apparteneva ad un professionista che, guarda caso, stava per comprare un Mk6: in condizioni pari al nuovo (ad eccezione di una botticella sulla campana che ho fatto mettere a posto da Ceriani) attualmente è il mio fedele compagno.
Per suonarlo agli inizi, in pausa pranzo e dimenticando il cibo, frequentavo i parcheggi vuoti di centri commerciali chiusi o di zone industriali: scaldavo un pò l’auto e poi via a soffiare. Un giorno vedo lampeggiare lo spartito di azzurro: vedendomi seduto a lato del posto guida la polizia aveva pensato… mmmmmhh… diciamo ad un episodio di “amore a buon mercato”… e tutto si era poi risolto con una risata.
I tempi erano maturi per un intervento di mia moglie che, prima che io finissi su qualche giornale, si attivava procurandomi l’ospitalità in uno stabile di uffici commerciali chiusi: è qui che ora, sempre in pausa pranzo e strangolandomi con un panino, posso studiare oppure divertirmi a suonare su basi grazie ad un vecchio stereo che ho installato in quei locali.
Suonare è una vera, grande, infinita gioia. Oltre che una ulteriore possibilità di crescere e comunicare.
A questo punto qualcuno sarà caduto dalla sedia e rimpiangerà l’anno in cui mi sono limitato a leggere ma, credetemi, una volta chiusa questa presentazione riprenderò il mio consueto silenzio.
Ora ho acquistato da un privato musicista e collezionista un tenore Mk7 argentato del gennaio ’77: fatto testare da un altro amico, nella duplice veste di musicista diplomato e tecnico riparatore per professione, sembra essere un ottimo strumento. La voce è molto bella e le condizioni eccezionalmente buone: necessita di una revisione completa e di una pulizia dell’argentatura, peraltro totalmente integra, nelle zone un po’ annerite (sostanzialmente sotto la mano sinistra). Lo dico dal basso della mia competenza: mi entusiasma!
Naturalmente anche nel caso di questa seconda discussa serie valgono le stesse riflessioni fatte a proposito del Reference: se un giorno dovessi sviluppare capacità degne di nota e mi potessi permettere l’avvicinamento, solo a titolo d’esempio e per rimanere in ambito Selmer, al pianeta Mk6 o SBA… allora considererei l’ipotesi di fare un mutuo…
In questa fase per me è importante acquistare ad un prezzo equo strumenti in buone condizioni, usati e con possibilità di uscire dall’investimento a costi limitati qualora le cose non andassero per il verso giusto: in questo i Selmer possono prestarsi molto.
Devo però dirvi che ancor più importante per me, visto il tempo limitato, l’impegno profuso e le mie aspettative, è disporre di uno strumento di buon livello e con una meccanica perfetta: devo sapere in ogni momento che se lo strumento non suona è esclusivamente a causa mia, non devo alibi di nessun altro genere.
Spero di non avervi annoiato troppo: proseguo sulla sezione del tenore per il quesito che mi sta a cuore.
Un caro saluto a tutti voi.
Luca