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Visualizza Versione Completa : non spingere il becco troppo nel chiver



luca
8th March 2012, 15:29
ho visto un video da qualche parte, in inglese... e mi pare di aver capito questa cosa, che mi ha fatto pensare...
per avere un suono bello sostenuto e vitale è importante non spingere troppo il becco nel chiver ...
in sostanza bisogna tenere l'intonazione del sax piuttosto bassa, quasi calante, in modo che naturalmente si è portati a correggere l'intonazione sostenendo di più il suono con il diaframma e i muscoli..

io sono in realtà sempre un pò partito da un concetto inverso... preferivo avere il sax quasi un pò crescente come intonazione, in modo che "mollando un pò" il labbro e rilassandosi beccavo l'intonazione giusta...e questo è anche meno "faticoso"..
però in questo modo si rende il suono floppo e poco sostenuto,... moscio...
devo dire che secodno me c'è una gran verità in quello che ho sentito, e proverò a seguire questa consiglio..
voi ci avevate mai pensato a questa cosa???

ModernBigBand
8th March 2012, 15:51
Forse a qualcuno sembrerà ovvio ma...inserire il bocchino nella sua posizione ideale proprio no? Perché complicare le cose semplici?

tzadik
8th March 2012, 15:52
È normale che a dinamiche estreme (o basse o alte) l'intonazione possa cambiare perchè o cambia la pressione delle labbra sul bocchino o la posizione della laringe... o altro.

Secondo me, troppo o troppo poco rende, il suonare, una cosa innaturale.
La potenza deve venire dal corpo, non dalle labbra... e il metodo citato fondamentalmente basa tutto sulla pressione delle labbra. Prova a suonare con la laringe tesa per mezz'ora. :mha...:

Stringendo troppo (...) si hanno solo svantaggi: il suono si rimpicciolisce (...), l'ancia lavora meno... la grande pressione fà flettere l'ancia e va a finire che si suona con un bocchino più chiuso.
Tanto cambiare i rapporti: ridurre l'apertura del bocchino, indurire l'ancia.

Secondo me... il lavoro bisogna farlo a livello fisico (anche con esercizi "extrasassofonistici") mantenendo il più naturale possibile l'impostazione (impostazione delle labbra, posizione della laringe, inclinazione della testa).

darionic
8th March 2012, 16:30
....gordon ha sempre suonato con il becco che quasi cade dal chiver....sarà per questo??
http://www.youtube.com/watch?v=t2ZZoUxY ... plpp_video (http://www.youtube.com/watch?v=t2ZZoUxY1SM&list=FLSPBE2FlYO5ztE1rQnMDAVA&index=10&feature=plpp_video)

pumatheman
8th March 2012, 16:33
mi sbaglio o se per intonarsi si deve inserire il becco troppo vuol dire che che l'ancia è troppo morbida o finita?

tzadik
8th March 2012, 16:38
È un meccanismo inconscio... la "stretta" più o meno rimane costante o almeno il nostro cervello fà in modo che rimanga costante, una sorta di abitudine.
Se a parità di "stretta", l'ancia più morbida perchè "andata"... il pitch varia...

luca
8th March 2012, 16:44
intendiamoci... al bando gli estremismi...
però questa cosa mi ha fatto pensare anche ad un mio amico sassofonista che è un grandissimo...michael rosen...
anche lui ha sempre l'intonazione perfetta, mai crescente nenache un filino, che lo porta sempre a sostenere il suono al massimo...(se non fosse così calerebbe)
per carità, come dicevo, niente estremismi... però volevo lasciarvi questo input su cui riflettere...
era una cosa a cui non avevo mai pensato ... tutto qui :smile:

Il_dario
8th March 2012, 17:06
Forse a qualcuno sembrerà ovvio ma...inserire il bocchino nella sua posizione ideale proprio no? Perché complicare le cose semplici?

Io, come giustamente compete ad un buon da neofita, ho iniziato a leggere ed istruirmi su questo argomento, ma a oltre aver capito che come ogni altra cosa "soggettiva" ogniuno ha una sua idea , non ho trovato da nessuna parte quanto è la "posizione ideale".. :BHO:
Sono stato abituato per lavoro ad utilizzare grandezze precise e quindi aggettivi come troppo, o troppo poco senza termini esatti di paragone non vogliono dire nulla...
E cosi quando leggo delle discussioni sulle dimensioni dei vari becchi, in termini di apertura, lunghezza del piano dell'ancia, lunghezza totale dell'imboccatura (alle volte misurata al decimo di millimetro) e poi il bocchino può essere inserito sul chiver per una distanza che varia tra 1 e 3 cm a seconda dello stato del sughero, della larghezza dell'imboccatura ed altri fattori , beh mi viene da sorridere un pochino :smile:

Si vede che sono proprio un neofita e devo ancora affinare le mie conoscenze, daltronde non mi sono iscritto al forum per null'altro , non credete ?

Grazie a tutti
:saxxxx)))

pumatheman
8th March 2012, 17:08
l'inconscio lè quello... se metto un ancia finita o troppo morbida debbo inzuppare il becco più dentro possibile x essere "un pò intonato", se subito dopo metto un ancia nuova e con dorezza adeguata poi col becco devo tornare parecchio indietro per essere intonato.

ModernBigBand
8th March 2012, 17:54
Io, come giustamente compete ad un buon da neofita, ho iniziato a leggere ed istruirmi su questo argomento, ma a oltre aver capito che come ogni altra cosa "soggettiva" ogniuno ha una sua idea , non ho trovato da nessuna parte quanto è la "posizione ideale".. :BHO:


E mai lo troverai, proprio perché è una cosa soggettiva. Quello che intendevo dire è che secondo me non ha alcun senso tenere il bocchino tutto fuori per poi dover "spingere" e correggere il suono, come non ha ha senso inserire tutto il bocchino dentro e suonare "sbracati" nella vana illusione di imitare Tizio o Caio.
Al netto del suonatore e in condizioni normali di temperatura, il sistema sax-bocchino generalmente produce un suono intonato quando il secondo elemento del sistema viene a trovarsi in un range di 1,5-3 cm dalla punta del chiver. Posizioni più estreme sono del tutto eccezionali e possono presentarsi in particolari condizioni, ma utilizzare deliberatamente una posizione estrema per "auto-forzarsi" a compiere determinate correzioni non ha senso...

phatenomore
8th March 2012, 19:12
Come già ebbimo a dire: intoniamo il do basso con il suo primo armonico, spostando il bocchino, e poi non guardiamo nemmeno in quale posizione si trova il bocchino...

davidedalpozzolo
8th March 2012, 20:55
Mah, al momento mi trovo completamente d'accordo con ModernBB. La discussione però è molto interessante e, secondo me, può generare molti spunti altrettanto interessanti. Magari vale la pena di sgombrare il campo da alcune questioni tecniche che potrebbero generare confusione... almeno io ci provo, poi vediamo se qualcuno condivide le mie opinioni!

SUGHERO: secondo me, ai fini della discussione è inutile guardare quanto sughero sporge da dove finisce il bocchino, specialmente se stiamo osservando il sax di qualcun'altro di cui non vediamo la parte inserita nel bocchino. Il sughero incollato al chiver può essere più lungo o più corto del normale, il bocchino può avere una forma più o meno allungata e lo stesso chiver può essere un po' più lungo o più corto di altri modelli. Ho visto dei bocchini di metallo il cui colletto era stato prolungato saldando una sezione analoga di tubo, questo perchè per essere accordati su quel dato sax sarebbero rimasti troppo in fuori con il rischio di cadere. Quindi è normale che uno stesso saxofonista, provando ad accordare un certo numero di sax diversi con un certo numero di bocchini diversi si possa trovare anche in condizioni abbastanza curiose dove il bocchino è quasi tutto dentro o quasi tutto fuori.

ACCORDATURA e INTONAZIONE: la posizione del bocchino determina l'accordatura dello strumento però purtroppo, a differenza di quel che avviene variando il pitch generale su una tastiera elettronica, nel sax si finisce per variare anche l'intonazione relativa delle note tra di loro; in pratica la variazione di posizione del bocchino produce effetti di variazione dell'intonazione maggiori sul registro acuto rispetto a quello basso, come dire che spingendo il bocchino molto in dentro le ottave tendono ad "allargarsi" e tirandolo molto in fuori tendono a "restringersi". Quando si suona a temperature prossime allo 0 o sotto, lo strumento cala di brutto, allora si spalma bene di grasso il sughero e si infila il bocchino più dentro possibile. La cosa il più delle volte permette di correggere adeguatamente l'intonazione della parte medio-alta dello strumento ma appena scendiamo sulle note gravi queste ultime usciranno ancora maledettamente calanti, questo perchè la variazione d'accordatura è stata efficace per le note acute ma insufficiente per quelle basse.

INTONAZIONE RELATIVA DEGLI STRUMENTI: anche i sax sono diversi tra loro, in particolare nel modo in cui ci richiedono di intonare le ottave. Passando ad esempio da un MKVI ad un Yanagisawa 900 sarà facile trovarsi tutto il registro acuto crescente, questo perchè mentre il MKVI sugli acuti richiede una certa pressione del labbro e relativo lavoro di laringe, il Yana, con i suoi camini alti enormi, richiede pochissima pressione sennò le note dal G col portavoce in su rischiano di uscire quasi un semitono sopra le corrispondenti note dell'ottava bassa. In questo caso, suonare con il bocchino un po' più in fuori aiuta, a patto che poi le note gravi non risultino troppo calanti.

In linea di massima penso che nel sax l'accordatura (posizione del bocchino sul sughero) sia comunque una cosa personale e che non esista una posizione giusta per tutti (sempre considerando lo stesso sax con lo stesso setup), proprio per la differenza con cui ogni saxofonista produce le note acute. Chi è abituato ad intonare gli acuti usando molta pressione del labbro terrà il bocchino più in fuori di quello che suona gli acuti con un'imboccatura più rilassata; la conseguenza è che poi, scendendo, le note più basse potranno risultare leggermente calanti. Chi invece è abituato a produrre gli acuti con meno "stretta" tenderà ad accordare il sax con il bocchino più in dentro e, conseguentemente scendendo, le note più basse potranno risultare leggermente crescenti.

Personalmente cerco di suonare con un'imboccatura molto rilassata e guarda caso, soprattutto sul contralto dove l'intonazione è più sensibile, mi ritrovo su entrambi i miei sax con il bocchino in posizione piuttosto avanzata.

Mi scuso per la lungaggine e ricordo che queste sono solo mie considerazioni personali e, in quanto tali, assolutamente opinabili e controvertibili. Saluti!

Il_dario
8th March 2012, 21:58
?........
Mi scuso per la lungaggine e ricordo che queste sono solo mie considerazioni personali e, in quanto tali, assolutamente opinabili e controvertibili. Saluti!

lungaggine? Sei sempre molto preciso ed esaustivo, ed è un piacere leggerti.
Io in effetti utilizzo l'accordatore, poichè ho notato che intonando un fa (G# sulla'accordatore) spesso mi risulta un fa# (A sull'accordatore) , a questo punto regolo l'imboccatura , in genere devo ritrarla un pochino... Per ottenere il fa centrato ...
Per il momento , e per il mio livello di scale , questo mi sembra sufficiente.....

phatenomore
8th March 2012, 22:03
Intoniamo il do basso con il suo primo armonico, spostando il bocchino, e poi non guardiamo nemmeno in quale posizione si trova il bocchino...
Quoto phate!

Il_dario
8th March 2012, 22:09
Intoniamo il do basso con il suo primo armonico, spostando il bocchino, e poi non guardiamo nemmeno in quale posizione si trova il bocchino...
Quoto phate!

Si lo so.... :D ho letto.... Ma io sono ancora un pò lontano dagli armonici hihihih.
Ho scelto il Fa perchè era l'unica nota che non mi rientrava la prima volta che ho provato, e per farla rientrare ho iniziato a spostare il bocchino.
Chiedo venia :half:

Domani proverò come dici tu..... Adesso sarebbe troppo tardi :D

ginos77
8th March 2012, 23:50
Interessante sta storia Luca...proverò...forse così si lavora anche un pò meglio sulla spinta e sul diaframma per reggere le note...forse questa è una gran verità...mi preoccupano solo le note tendenzialmente calanti dello strumento...forse si tenderebbè a stringere un pò troppo il labbro per intonarle...e non sarebbe molto propedeutico...cmq a me piace sperimentare e mettermi in discussione...quindi grazie per quest'input!!

tzadik
9th March 2012, 10:37
Il diaframma è come un motore... se non c'è un cambio, la trasmissione, le ruote... la macchina non si muove.
Da solo il diaframma però non fà l'intonazione.