Visualizza Versione Completa : Tesi di Carmine Tolomeo sui sax moderni
Alessio Beatrice
6th March 2012, 10:56
Ieri ho avuto il piacere di parlare con l'ingegner Carmine Tolomeo, colui che ha fatto questa tesi di conservatorio (relatore Lauro De Gennaro) dove si parla del "tradimento" da parte dei saxofoni moderni (secondo l'ingegnere l'ultimo costruito con criterio giusto è il Buescher 400) del progetto originale di Adolphe Sax.
Speriamo di averlo su queste pagine nei prossimi giorni per un interessante discussione.
Di seguito l'articolo:
http://www.ilsaxofono.it/portale/compon ... suono.html (http://www.ilsaxofono.it/portale/component/content/article/1-latest-news/364-carmine-tolomeo-suono.html)
pumatheman
6th March 2012, 11:46
molto interessante!!
Un analisi degli effetti delle varie forme/geometrie sarebbe molto prezioso.
zkalima
6th March 2012, 18:24
Molto interessante, sembra un destino segnato quello di alcuni strumenti moderni, nati per uno scopo, ma diventati famosi per un altro, come l'organo Hammond o il Teremin.
Quello che è rimasto fondamentale dove è nato è la batteria, raccontano le note di copertina di un disco di Cannonball, che una sera portarono Stokowsky al Jazz workshop, sembrava non far caso alle acrobazie solistiche di Cannonball, che evidentemente non lo impressionarono molto, ma era affascinato dalla batteria.
Chopin75
10th March 2012, 12:22
Posto questo thread in questa sezione in quanto mi sembrava la piu appropriata (magari qualcuno lo sposterà in una sezione piu appropriata) recentemente (negli ultimi cinque minuti) sul portale "il saxofono.it" ho letto un articolo di un Ingegnere, un certo Carmine Tolomeo in cui sostiene come le case saxofonistiche piu famose abbiano per così dire tradito il concetto di costruzione originale che aveva in testa il creatore diel nostro strumento Adolph Sax.
In questo articolo si sostiene che appunto la Selmer e altre case abbiano modificato alcuni aspetti della meccanica per rendere piu "facile" agli strumentisti di allora (oboisti, clarinettisti ecc) l' avvicinamento a questo strumento.
Voi che ne pensate? Si può parlare di "tradimento"? Oppure costoro hanno cercato di migliorare solo l'aspetto tecnico, senza cercare di tradire nelle intenzioni cio che voleva creare l'artefice dello strumento?
Chopin75
10th March 2012, 15:13
scusate ancora se ho aperto un thread gia aperto, e grazie ad Ale per aver incorporato i due in questa unica discussione, anche a me sembra interessante, come le geometrie o altri parametri possano cambiare lo scopo o quanto meno il concepimento iniziale dell'inventore del medesimo, detto questo io esprimo la mia e il termine "tradimento" mi sembra un po duro e non consono, probabilmente anche le attuali autovetture non sono create con la stessa intenzionalità dei progetti iniziali, ma ben si addicono alla loro funzione, inoltre non so se alcuni dei grandi (probabilmente si) avrebbero avuto questo enorme successo con lo strumento, o meglio con l'dea resa pratica da A. Sax...ovviamente ribadisco che è una opinione del tutto personale
tzadik
11th March 2012, 11:16
Interessante... però l'equazione di Bernoulli è l'equazione di conservazione dell'energia, non dei campi di moto in un condotto. :mha!(
red
11th March 2012, 18:14
personalmente trovo la discussione molto interessante se annoverata nell'ambito della storia e conoscenza del sax. la trovo poco interessante invece da un punto di vista pratico ;)
tzadik
11th March 2012, 23:56
La fisica del sassofono è già stata trattata da un punto di vista fisico... e se non ricordo male l'autore del "saggio" era proprio un fisico, perchè l'argomento è più "fisico" che "ingegneristico".
In campo tecnico poi spesso e volentieri (per fortuna) le due materie si intrecciano.
lauromusic
12th March 2012, 01:01
Salve a tutti , mi presento: sono Lauro De Gennaro relatore della tesi in questione...una premessa: tutto nasce 2 ani fa ,dalla curiosità dell'allievo riguardante S.Rascher e i gran concerti a lui dedicati ( da premettere che già da prima studiavamo i top tones come faccio con tutti i miei allievi - l'importanza suono per me è fondamentale oltre che muovere solo le dita.. , tramandatomi tra l'altro da quel grande didatta a nome di Francesco Florio fondatore a Salerno della scuola Italiana di sassofono)) da quì poi...il setup...sax ....becco...tipologia, ecc,,,abbiamo comprati tre Buesher Tru tone, aristocrat, new aristocrat,, di vari anni e serie...abbiamo incominciato a studiarci sopra.
..analizzando...smontanto...montanto..verificando. ..dalla mia esperienza diretta avendo verificato sul campo . con registrazioni in vari luoghi...accordatore...con vari strumenti,,,in duo, trio orchestra da camera,,,e soprattutto comparandolo con i miei sax moderni ( selmer mark VI-VII- alto ) e con altre marche ,, ),effettivamente devo ammettere che come timbro ,potenza ed intonazione il Buescer con il setup originale è superiore,,( abbiamo tra l'altro fatto recentemente una conferenza concerto su questo suonando gli stessi passi da concerto con il selmer e l'allievo con il Buesher,,,il risultato del dibattito anche dai non adetti ai lavori è stato a favore della bellezza del suono del Buescher)... ,si è studiato un periodo storico importante per il sassofono ,dove la sua dignità riguardante i concerti per orchestra è dovuta ai grandi compositori che hanno scritto per lui grazie a Rascher ...bisogna convenire che l'amalgama timbrica di allora si è persa con i sassofoni moderni ( da quì la forzatura di "Tradimento") tradimento di un progetto timbrico armonico già di per se risolto dallo stesso A.Sax,,,oggi paradossalmente il sassofono è popolare proprio per la sua "imperfezione" timbrica...per la sua grande varietà espressiva dove l'esecutore ha modo di esprimere la sua natura in modo piu evidente...Lo stesso E.Kelly afferma che oggi non è amato troppo in orchestra dai direttori appunto per la timbrica non omogenea....oggi è un altro strumento...se vogliamo parlare di dignità al pari degli altri strumenti bisogna rifarsi a quel periodo... se vogliamo parlare di musica classica di un certo livello ,,dove le parti scritte dovevano essere eseguite in originale e non come oggi (specie scuola francese) ad libitum ( vedi Ibert)---infatti abbiamo presentato la ballade per sassofono contralto e orchestra di Frank Martin, suonandola in originale con i sovracuti in armonici e non di posizione logicamente..molta importanza ,,anzi direi fondamentale è la progettualità del becco originale,,,la bellezza del forum è anche la divulgazione della propria esperienza (mi scuso per l'enfasi dovuta alla passione per questo strumento e come deformazione personale . come docente) al servizio di tutti, senza per questo essere prevenuto su setup...epoche ...generi...io stesso ho Selmer markVI..VII , alto...Selmer superaction prima serie tenore,,soprano Jamaha Custom ...per altri generi,,P.S. ho la traduzione di un prezioso volume di uno dei massimi interpreti attuali John Edward Kelly, “Acustica del sassofono da una prospettiva fenomenologica....chi lo vuole me ne faccia richiesta ,,sarò felicissimo di mandarglelo,,, con stima a tutti i sassofonisti e amanti di questo grandioso strumento--- Lauro De Gennaro.
tzadik
12th March 2012, 01:11
Interessantissimo!
Curiosità personale... avete fatto tutto "da soli"? O vi siete affidati a tecnici e/o produttori di sassofoni?
Avete provato a fare dei modelli fisico/matematici di quello che succede dentro il sassofono e/o dentro il bocchino?
lauromusic
12th March 2012, 10:51
salve piacere..per le modifiche apportate per una maggiore ergonomicità come per esempio il collegamento del sol diesis con do diesis si e sib grave e l'allungamento e spostamento di esso per avere meno resistenza con il mignolo...ci siamo affidati ad esperti -professionisti del settore...( se volete vi posso postare delle foto del progetto) per lo specifico il progetto è documentato esposto e analizzato da Edward Kelly nel suo trattato....a me interessava tra l'altro l'effetto pratico-sonoro. Infatti prima di analizzare e poi studiare con il becco originale sul progetto di sax...sul buescher suonavamo con un soloist e poi con un Vandoren....la cosa evidente era l'intonazione...non convinceva la potenza armonica tra le parti ( studiando di base sempre il top tones ....perchè è chiaro che da professionista se l'intonazione la senti l'aggiusti,,,ma volutamente volevo capire senza aggiustamenti e con l'accordatore dove era il problema ).arrivato il becco originale,,(dove tra l'altro è specificato che per averne dei risultati accettabili bisognava studiarlo per qualche mese...non vi nascondo che qualche esemplare lo abbiamo sacrificato alla causa aprendolo ,,,avendo la stessa emozione di chi bambino apriva l'uovo di Pasqua per la sorpresa in esso contenuta...oltre alla cioccolata naturalmemte hahaha) è migliorata la spinta armonica ...più omogenea tra le parti...ma problema inaspettato....non intonatissimo sul do do# re re# mi alto....altra ricerca del come mai con becco si e l'altro no....pur considerando che ci si doveva studiare....dopo varie prove il problema era il collo...con quel setup era importante la numerazione 1 (specifico per l'intonazione) o 3 ( intonazione e spinta ai sovracuti) abbiamo messo il collo giusto dell'altro Buescher ed il problema si è risolto da solo....P.S. per quanto la legge di Bernoulli uno dei principi base è il fenomeno della pressione Differenziale, che in sostanza descrive il fenomeno attraverso cui il fluido( come l'aria) scorrendo più velocemente su una superficie, esercita meno pressione su quella superficie dell'aria che scorre più lentamente sulla stessa ( o simile) superficie... definizione tratta dal trattato do E.Kelly,,,,grazie dell'attenzione ...alla prossima.
David Brutti
12th March 2012, 16:11
Condivido molte delle tesi e conclusioni addotte da lauromusic al quale faccio i miei più sentiti complimenti per questa bella ricerca.
Poi ovviamente ogni strumento ha una sua "evoluzione" la quale innegabilmente si adatta ai generi musicali e alle epoche che lo stesso tocca, tuttavia per la musica classica ho sempre guardato con estrema diffidenza la tendenza di molti a cercare una sonorità "scura" con dei materiali che sono nati per privilegiare proiezione e aggressività (mi riferisco principalmente a becchi a camera quadrata o comunque piccola e a saxofoni con canneggio eccessivamente ridotto o comunque troppo distante dalle proporzioni originali).
Scusate se intervengo in modo irrispettoso data la mia grande ignoranza in materia, ma ho una domanda/osservazione da fare.
I test effettuati tra sax d'epoca Buescher e setup d'epoca (becco Rascher) e sax moderni sono stati effettuati da musicisti classici, con una impostazione classica giusto?
Mi riferisco soprattutto all'impostazione del labbro, ma anche alla stessa emissione.
In tal caso, non pensate che anche ciò, oltre allo strumento in quanto tale ed alle sue implicazioni fisiche, influisca notevolmente sulla resa del sax a prescindere dalla sua impostazione?
Anzi, personalmente sono portato a pensare che proprio questo fattore possa incidere maggiormente su un test del genere.
Leggo dall'intervento di De Gennaro
"effettivamente devo ammettere che come timbro ,potenza ed intonazione il Buescer con il setup originale è superiore"
rispetto a cosa e a quale setup?
Le variabili sono talmente tante che mi risulta difficile capire la validità di tale concetto.
Se confrontato con un sax moderno con becco Selmer S80 apertura C*...le qualità dello strumento sono sminuite e non poco, a favore di determinate caratteristiche che non esaltano le proprietà dello strumento in sè.
tzadik
12th March 2012, 16:35
Riguardo ai bocchini concepiti da Adolphe Sax... consiglio un interessantissimo libro di Frederick Wyman, "An Acoustical Study of alto saxophone mouthpiece chamber design".
lauromusic
12th March 2012, 18:25
rispondo: setup con becco Rasher in primis. per fare una comparazione logicamente ho provato personalmente varie soluzioni...becco selmer su Buescher,,,vandoren,,,ecc..poi anche all'inverso,,,essendo la stessa persona e quindi usando lo stesso sistema di controllo di fiato (pressione- velocità dello stesso) la cosa evidente come detto sopra è che la qualità timbrica e soprattutto l'intonazione tra le varie sezioni dello strumento è a favore del Buescher...se avessi mosso il labbro o accentuato con spinta di fiato varie note per sfiziarmi con gli effetti ,falsavo si una determinata frase legata ,dove volevo appunto constatare il grado di perfezione massima dello strumento in questione..(accordatore presente)..mi ripeto avendo Selmer,,,con varie variabili di becchi il risultato era a favore del Buescher dal punto di vista dell'intonazione grazie al progetto originario... poi non a caso il setup originale è il massimo come già accennato proprio per l'importanza del becco come progetto,,,,,quindi non centra sassofonista classico o altro...centra sassofonista senza variabili....oggettivamente,,,, al di la del gusto personale....io stesso ho dovuto mettermi a studiare ( pur essendo già avvantaggiato dallo studio del toptones,,,che consiglio a tutti classici e non...che non serve solo per salire a sovracuti . ma anche "solo" per avere equilibrio sonoro...con qualunque strumento lo facciate a prescindere) e capire il becco prima di avere dei risultati per affrontare un repertorio particolare con uno strumento particolare che è classico nel modo ampio-dignitoso del termine.....poi per quanto riguarda i nostri sassofoni moderni trovo un eccessiva differenza tra i toni aperti e quelli chiusi,,,che ne pensate?..se fate qualche esperimento sui vostri strumenti mi fate sapere?...sarebbe bello dialogare in base alla vostra esperienza....la mia umilmente la sapete.
alla prossima, grazie dell'attenzione. Lauro De G ennaro.
fcoltrane
12th March 2012, 19:42
ho seguito con interesse questo messaggio.
le tesi sostenute sono interessanti.
condivido l'importanza dello studio degli armonici e la sua rilevanza in uno studio di questo tipo.
sono invece molto scettico sul risultato ottenuto (non tanto per il risultato in se)ma per il procedimento utilizzato.
nel senso che non ho motivo di dubitare che quel Buesher appaia più intonato o con un "qualità timbrica" migliore.
ma non devono essere dimenticati alcuni aspetti che per noi sassofonisti sono noti.
intonazione e timbro sono il frutto di emissione stretta setup e sassofono più altre interferenze.
l'emissione intesa sia come spinta dell'apparato respiratorio diaframmatico , sia come attivita dell'apparato della laringe opera addirittura senza la nostra piena consapevolezza.
non può considerarsi quindi prova oggettiva quando una delle variabili della produzione del suono è incontrollata.
se con lo stesso sax cambio setup sia dal punto di vista della resistenza sia della apertura sia della forma della camera ecc..
non è proprio possibile replicare esattamente stretta posizione del labbro emissione ecc...
cosa intendi per fori aperti e chiusi?
se ad esempio suonare il do come primo armonico (posizione do basso tasti chiusi)
e stesso suono sulla posizione del do come posizione naturale .
se intendi questo parte della tecnica degli armonici si basa proprio sul principio di comparazione che tende a rendere eguali i suoni.
l'emissione corretta sarà quella che li rende eguali
lauromusic
13th March 2012, 00:28
ciao piacere..logicamente è stato usato lo stesso becco - ancia ecc..per la comparazione tra gli strumenti quindi di per se la resistenza accentuata a secondo del becco usato era concettualmente uguale...
a proposito di fori di tono aperti o chiusi:
facciamo un esperimento, ascoltiamo la campana di ogni sassofono contemporaneo mentre sta suonando con un registro più basso;vibrerà più vigorosamente.Suoniamo un tono aperto ( non in armonico) , la campana vibrerà in paragone poco. Facciamo lo stesso con un sassofono originale di A.Sax ( o qualsiasi sassofono costruito fino al 1935) l'intero strumento continua a suonare vigorosamente, perfino quando quasi tutti i fori di tono sono aperti, questo effetto, ingegnosamente prodotto, bilancia la discrepanza tonale tra il foro tonale aperto( cono corto) e il foro di tono chiuso( cono lungo), permettento la produzione di una scala splendidamente in armonia con i registri del sassofono....A.Sax usava il fenomeno di base della pressione di instabilità per indurre tra l'altro tanta vibrazione quanto possibile all'interno del foro dello strumento,,,,mi ripeto l'importanza del becco originale è fondamentale perchè produce resistenza all'eccesso di vibrazione, il foro parabolico incoraggia la vibrazione...semplicemente il progetto originale si è perso a favore della immediatezza sonora.....non è questione solo di interferenze . setup,fiato - spinta ecc.. .e che il Buescher in questione non appare più intonato ma...è piu intonato (fidati) frutto del progetto stesso a prescindere...abbinato, e lo ripeto, al becco progetto A.Sax. ripeto avendo altri strumenti per fare altro....la cosa che più mi ha affascinato è l'omogenea gamma timbrica ( come un organo a canne come sensazione) tra le parti,,dovuto al foro parabolico progettato da Sax...ma ci ritorneremo la prossima volta,, P.S. ho già spiegato che se un musicista è intonato , il suo strumento lo sarà comunque...su uno strumento progetto Sax ho avuto meno difficoltà a controllare il tutto concentrantomi sulla musica...è non è poco....parlo per mia esperienza personale logicamente,,,un caro saluto a tutti. Lauro De Gennaro.
David Brutti
13th March 2012, 00:44
Confermo: questa caratteristica è palese anche nei Chu Berry e aggiungo che anche la progressione degli armonici resta identica anche nei primi fori aperti, laddove nei sax moderni selmer-style gli armonici delle fondamentali Do, Do# e Re risultano completamente stonati (il 6° 7° armonico in particolare risulta completamente fuori intonazione).
Sinceramente, rimango molto molto perplesso.
Che il saxofono nel corso del tempo si sia allontanato, "tradendo" il concetto orginale di Adolphe Sax può essere, anche se solo lo stesso Sax potrebbe dircelo con certezza, chissà che al contrario vedendo un sax moderno non ne rimanga affascinato ed anche orgoglioso... tutto evolve con il tempo, a volte in peggio ed a volte in meglio, direi che per quanto riguarda il sax...l'evoluzione sia stata alquanto positiva, soprattutto quando ci si riferisce a certi modelli precisi.
Altro punto, che un Buescher d'epoca abbia una miglior resa, sotto certi profili specifici quali ad esempio l'intonazione, con il suo becco orginale, e quindi frutto di un preciso progetto unitario, è logico ritenerlo ed anche auspicabile, viceversa il progettista avrebbe evidentemente fallito nel suo intento. Occorre verificare se nel complesso il sax ha poi la giusta resa, un Buescher con becco Rascher in una jam session...a secondo dei parametri e delle situazioni tutto può essere ribaltato.
Personalmente ho provato una grande quantità di strumenti, tra cui Buescher, interessanti ma non mi hanno mai lasciato un segno od un ricordo particolare, a differenza di Conn Chu, King Super 20, per non parlare di MK Vi riusciti, BA e SBA (in rigoroso ordine).
Parlando di sax moderni, anche se sono un esecutore modesto ed amatoriale, ho testato e avuto sax soprani quali un R1 jazz ed il mio attuale Sequoia (produzione Taiwan per inciso) che hanno una intonazione pressochè perfetta, mantenendo l'emissione costante per tutti i registri, con becchi quali JJ HR 8 e Bari HR 74 l'accordatore non si muoveva di un millimetro.
Detto ciò, qui sul forum si è scatento l'inferno quando è stata aperta una discussione del tipo "R1 jazz vs Mk VI", mentre in questo caso mi sembra che si facciano affermazioni concettualmente forti ma al momento supportate solo da vaghe indicazioni. A volte mi sembra che ci si impressioni dietro a nomi e cattedre, ma alla fine le cose vanno verificate e confutate, sono sicuro che le persone coinvolte in questo progetto lo hanno fatto, ma per il momento tali informazioni non sono state diffuse quindi invito il Prof De Gennaro, nel coso lo volesse, a presentare in dettaglio la tesi, credo sia un utile argomento di discussione per tutti.
Esempio il test fatto e dal Prog. De Gennaro stesso, che cito:
"abbiamo tra l'altro fatto recentemente una conferenza concerto su questo suonando gli stessi passi da concerto con il selmer e l'allievo con il Buesher,,,il risultato del dibattito anche dai non adetti ai lavori è stato a favore della bellezza del suono del Buescher"
ora, scherzando qualcuno potrebbe anche dire che l'allievo suona meglio del maestro, è solo una battuta ovviamente, ma De Gennaro tra le altre cose cita come strumenti di confronto un MK VII e un Super Action, strumenti che personalmente ho sempre ritenuto di scarso livello, otretutto un Buescher sfogato con oltre 70 anni di vibrazioni alle spalle...sono convinto anche io che suoni meglio di MK VII o peggio ancora di un SA II serie...può essere che la propria estrazione classica, anni di studio e lavoro su determinati sax e setup condizionino l'esecutore? Penso proprio di sì....
un test oggettivo potrebbe essere quello di confrontare i vari strumenti con questo robot
http://www.youtube.com/watch?v=OjONQNUU8Fg
rendendo il tutto assolutamente ridicolo.
Le valutazioni emerse in questa tesi mi sembrano evidentemente vincolate a questo preciso genere musicale, dove praticamente tutti su questo forum abbiamo criticato i conservatori italiani, la didattica, eccetera...un pò di coerenza ogni tanto dobbiamo metterla no? E non tacere solo perchè si apre un confronto con persone direttamente provenienti dal mondo accademico. Non voglio fare polemica con nessuno, anche perchè non conosco assolutamente nessuna delle persone citate, ma dal momento che è stato detto che trattasi di un forum mi pare interessante e giusto aprire un adeguato confronto.
Altro discorso, l'Ingegner Tolomeo afferma che "l'ultimo sax costruito con criterio giusto è il Buescher 400", intanto, quale 400? Perchè? In base a quale criterio? E poi, quali sono i test effettuati?
Mi sembra sinceramente alquanto aleatoria la faccenda, se poi usciamo dai criteri classici e dal becco Selmer con la camera quadrata apertura C* con le ance scatola blu 2,5....la faccenda diventa imbarazzante...capisco che qualcuno si offende, ma siamo obiettivi, vi sono una infinità di variabili, concetti, idee e obiettivi di suono, generi musicali, situazioni, sassofoni invecchiati e nuovi...insomma, la tesi è si interessante, ma già in partenza mi pare evidente che in nessuna caso si possa arrivare ad un conclusione scientifica e valida.
lauromusic
13th March 2012, 01:53
certamente no per la conclusione scientifica,,,,stiamo parlando di uno studio su un periodo storico dove il sassofono aveva una sua dignità al pari degli altri strumenti classici....dove la scuola di riferimento e il pioniere era S.Rascher...che usava questo strumento è perchè,,,,ci sarà stata una ragione no?....gli allievi dello stesso di cui E.Kelly vivente usa questo tipo di setup ...perchè eventualmente per eseguire alla perfezione certi tipi di concerti dove il sassofono suona alla 4° ottava sono i piu adatti,,( studiando metodi adatti per anni,,,,mi ripeto..il toptones su tutti),,non centra il genere,,,sax moderno..ecc...non centra neanche che abbia suonato con il mark VII ecc...potevo suonare con qualunque altra marca,,,,era per far sentire un suono , o meglio , un tono di sax non abituati a sentire....tutto qui....se mi dai l'email ti mando il trattato di E.kelly in italiano così ti fai un idea anche scentifica del caso...lo studio non ce lo siamo inventati....lo abbiamo riscoperto non per denigrare i sax moderni e le loro caratteristiche. ma soprattutto per ribadire che il classico di un certo livello è stato composto-eseguito in un periodo storico ben preciso....dopo si è perso,,,,evolvendosi senz'altro, ma a discapito del progetto originario,,,,esattamente a questo preciso genere musicale,,,,dove purtroppo per farlo bisogna studiarlo al pari dei violinisti o altri strumenti nobili e l'intenzione della tesi è ridare nobiltà al sassofono classico prima di tutto.....il sassofono moderno con marche annesse da te citate,sono di prim'ordine... ma non è questo il nostro scopo...prova studiare...non a suonare su un setup del genere . non ci vogliono dei mesi per strimpellare....se si vuole parlare seriamente di musica classica ... per questo che è nata il progetto tesi,,,,ho gia detto che non ho alcun pregiudizio alcuno su vari generi musicali...o pensi che il docente di sassofono faccia solo quello,,,,sono principalmente un didatta che ha la voglia di ricercare e anche di provocare un dibattito per quello in cui crede....poi se l'allievo è migliore del maestro..ben venga..ho raggiunto il mio nobile scopo....P.S. leggiti gli altri post ed argomenti trattati dove parlo di produzione di una scala in armonia con i registri del sassofono....saluti cordiali.
fcoltrane
13th March 2012, 02:58
l'argomento è affascinante .
ritengo che ci sia un rapporto stretto tra : intonazione timbro volume corpo del suono.
cosa sia il corpo non saprei definirlo con chiarezza ma una cosa posso dirla un suono con un corpo più grande comporta una vibrazione maggiore di tutto il sax.
ritengo che ciascuno di questi elementi sia influenzato in primis dal sassofonista quindi dal setup utilizzato e dal sax.
la rilevanza che ciascuno da a questi elementi è soggettiva.
l'intonazione è misurabile.
il volume è misurabile.
ma quando si parla di timbro , colori del suono , corpo del suono tutti i nodi vengono al pettine.
anche l'omogeneità per l'interferenza che ha con questi elementi non la si può misurare.
nel senso che possiamo valutare se il suono risulta omogeneo dal punto di vista dell'intonazione , del volume , ma se si parla di corpo o timbro la misurazione è improponibile.
per tornare al procedimento utilizzato non ho capito se sei daccordo o meno con un principio?
due bocchini diversi elaborano l'aria diversamente.
due sassofoni diversi elaborano l'aria in maniera diversa.
il sassofonista si adatta a questa diversità (modificando emissione stretta ecc...)
infine credo che ci sia stata una evoluzione del setup prima ancora che del sax e quindi una analisi rigorosa dell'argomento della discussione necessiterebbe di prove sia di un gran numero di bocchini sia di ance (in combinazioni sterminate).
con una macchina come diceva New york.
in caso contrario il rischio è quello di commentare il limite dell'esecutore e non del sax.
Nel caso di David il limite sarebbe molto molto molto ............................................molto difficile da individuare.
ps. ogni puntino corrisponde a molto
per David : hai riscontrato altre diversità , ad esmpio maggiore o minore difficolta nella produzione , o nel volume ecc..
lauromusic
13th March 2012, 11:05
ciao fcoltrane , piacere di conoscerti,,,l'argomento è affascinante certo...ma lo è perchè principalmente siamo troppo innamorati.... troppo tutti di questo affascinante strumento e ,anche chi dice che lo fa da autodidatta quasi ( massimo rispetto) come New York ...non è altro la testimonianza di questo amore che è da apprezzare appunto per questo.....vi mando un link....un consiglio ascoltiamolo senza pregiudizi ad occhi chiusi senza farci condizionare dalle immagini...per poter poi commentare serenamente....con altri lik di sassofonisti che volete aggiungere.....come è giusto in un forum tra persone che hanno a cuore una sola cosa il "sax",,,,affettuosi saluti. Lauro De Gennaro.
per New York: ti faccio un esempio di come la penso musicalmente,,,ad un diploma classico tradizionale di un mio allievo ( adesso frequenta il conservatorio Belga ramo jazz ) con i concerti e studi come da programma per l'alto...come studio ritmico gli ho fatto portare Delta city blues di Brecker con il tenore MK VI..con gli armonici reali,,,,,quindi nessuna preclusione,,,anzi...alla prossima.
lauromusic
13th March 2012, 11:12
https://www.facebook.com/lauro.degennar ... 30....buon (https://www.facebook.com/lauro.degennaro/posts/349056825137530....buon) ascolto
lauromusic
13th March 2012, 11:12
http://www.youtube.com/watch?v=ZBYbH-TwQrQ
Lo studio degli armonici è fondamentale per ogni genere si intenda "vivere", su questo siamo tutti d'accordo.
"Il sax va studiato alla pari di ogni altro strumento quale il violino ecc...", beh l'analisi vale per qualsiasi altro genere oltre al classico, anzi..ho il limite di ritenere che lo studio del jazz richieda anche altri approfondimenti (attenzione, per me Mozart era, per esempio, un grandissimo jazzista...ma stiamo divagando). Sono convinto che in certo senso De Gennaro mi condividi su questo punto ( grandissimo lo studio di Delta C Blues, mi piace poco però il fatto che il suo studio debba essere associato al MK VI, e non ad Buescher, o un R1jazz).
George Coleman ritiene che gli armonici debbano essere stonati a loro modo, compensandosi e creando la ricchezza di suono. Anche Coltrane ha affrontato la questione, in alcune sue interviste traspaiono approfonditi studi in materia per poi giungere a conclusioni analoghe a quelle di Coleman (ed anche Shorter)
Oltretutto quando si parla di armonici, quanto conta l'esecutore? 90%? 80%? 50%? Io credo 95%, 4% setup e 1% sax. per esempio.
Tornando al discorso modelli...
seguiamo l'evoluzione della Selmer a partire dal Radio Improved, quando acquisì la fabbrica di A. Sax stesso (di proprietà del figlio). I fusti di molti Radio Improved e di tantissimi successivi Balanced Action provengono direttamente dalla fabbrica di Sax.
Passiamo poi al Super Action (o meglio Super Balanced Action), analizziamone le misure, i diametri dei fori, le proporzioni...e poi prendiamo uno MK VI e facciamo lo stesso....
Ci si è allontanti tanto dal progetto originale? No. Non credo proprio.
La battuta dell'allievo che suona meglio del maestro è una provocazione per evidenziare quanto conti l'esecutore, fermarsi e ritenere soprattutto in ambito classico, che in un determinato contesto storico è superiore un determinato sax con und eterminato setup quale un becco Rascer mi appare, sinceramente, come una grande semplificazione, e negazione dell'evoluzione e dei progressi ottenuti dal nostro amato strumento. Non tanto riferendomi allo strumento, ma come ha avuto modo di evidenziare fcoltrane, del setup in generale.
Capisco l'intenzione del vostro valido progetto alla base della tesi, ma parte da un preconcetto, che è proprio l'obiettivo della tesi stessa. Nobilitare il sax classico dimostrando che in un determinato e ristretto contesto un determinato sax, con un determinato setup, abbia una resa superiore ad un altro sax. Cosa impossibile perchè nonostante tutte le verifche che si possono fare, le variabili sono troppo rilevanti, esecutore, età degli strumenti (pensate solo all'apertura delle chiavi, a come cambiano in sede di cambio dei tamponi e dei feltri), manutenzioni dei sax, anche solo il peso stesso dello strumento che cambia portando l'esecutore a cambiare posizione delle braccia e del collo (sembra una cavolata assurda ma non è così), posizione dell'ancia sulla tavola del becco...
lauromusic
13th March 2012, 13:48
ciao .New York..Delta C Blues con il MK VI tenore non era fatto apposta ,,,ma semplicemente l'allievo quello aveva ....concordo sulla serietà dello studio in genere e i grandi del jazz insegnano----d'accordo su Mozart...Bach ( uno dei più suonati nel jazz) all'epoca improvvisavano tra loro ...come se fosse una gara,,,niente si è inventato.ex novo..tutto si è evoluto..( anche se penso sia giusto dare uno sguardo indietro per poter guardare avanti nella convinzione che quello che fai...credi... almeno in parte non è fatto invano....soprattutto tenento conto dei tempi che cambiano ,,,riscoprendo le proprie radici...forse sono andato troppo sul filosofico ma sono convinto che nei fondamentali ci troviamo ).ciao-....sentiti un po il link http://www.youtube.com/watch?v=ZBYbH-TwQrQ... ascoltalo senza pregiudizi...non vedendo il video e dimmi poi le tue sensazioni..emozioni---.saluti.
re minore
13th March 2012, 14:44
Sono d'accordo con New York nigths: non mi sembra che ci siano gli elementi per poter sostenere che ci sia stato un allontanamento dal progetto originale. Anzi, direi invece il contrario: la produzione attuale, a quasi 200 anni di distanza, e' estremamente simile a quella originale. Citatemi un'altra invenzione che abbia avuto meno modifiche (le quali sono da considerare fisiologiche) nel corso del tempo. Il progresso c'e', grazie al cielo, e non ha senso parlare di tradimenti. Se si ragiona con questo paradigma bisognerebbe gridare al tradimento anche per quanto riguarda le automobili, gli orologi, etc.
Direi piuttosto che l'oggetto aveva in se alcune possibilita' che sono state scoperte in seguito, e che hanno portato ad un utilizzo per certi versi imprevisto dell'oggetto stesso.
Povero Italiano, quanto mai bistrattato in questo 3D. Per fortuna che ci sono gli stranieri. :smile:
In merito al video di Youtube.
Ammetto di avere dei limiti enormi, anche di ascolto. Ho la fortuna di avere la musica che mi accompagna per tutta la giornata lavorativa (sono in ufficio da solo....) e sono pertanto condizionato dai miei gusti personali (è una settimana di Sonny Rollins...)...
apprezzo il brano, melodia stupenda, ma il suono del sassofono classico, per di più alto, è davvero troppo per me, ho faticato molto negli oltre 9 minuti. Ogni vibrato è stato un colpo allo stomaco. Lauro, perdona la mia sincerità.
Onore agli esecutori, perfetti, presenti e coinvolti.
Mad Mat
13th March 2012, 15:56
Povero Italiano, quanto mai bistrattato in questo 3D. Per fortuna che ci sono gli stranieri. :smile:
Quoto ed è tutto quello che ho da dire su questa faccenda ...... tanto Jason sta esprimendo esattamente il mio pensiero!
lauromusic
13th March 2012, 16:56
ciao New York,,ti ringrazio prima di tutto dell'ascolto ,,,vedi forse proprio è proprio quel pugno allo stomaco che ti fa capire che c'è qualcosa di diverso , che certe volte non codifichiamo subito...buon segno ...ti porterò sulla retta via hahahahah scherzo...grazie.
poi riguarda il video del Master....niente da dire logicamente..ma è una cosa che normalmente si fà in conservatorio già dai primi anni...facendo fare il Londeix in tutti i modi..( a memoria )..io poi ci aggiungo sempre il toptones...ma è una mia fissa....niente di nuovo quindi....poi forse è un mio limite ,,,proprio per il principio della distanza tra le note non faccio usare il vibrato in modo da far capire esattamente la nota dove sta....ma è un discorso che faccio ai primi anni dove non spostare il labbro è un impresa....dopo quando si è più grandi è più semplice gestirsi,,,,più avanti risponderò a re minore ( che saluto) riguardante l'atavico termine "tradimento" ....si può obiettare chè "ogni strumento passa attraverso un processo di sviluppo".Bene, il sassofono non è "ogni strumento"...alla prossima e buon sax a tutti...
fcoltrane
13th March 2012, 18:42
il piacere è mio un saluto affettuoso anche a te
il primo collegamento non funziona.
il video su youtube è di un sassofonista classico (insieme ad un pianista) .
e la mia impressione è di un ottimo esecutore ed interprete.
(anche se no conosco il brano in questione).
sul suono posso dire poco perchè Youtube costringe ad un ascolto parziale e limitato.
ripeto che l'argomento è interessante , e ci sono moltissimi spunti di riflessione.
però mi aspettavo una risposta anche solo per capire se su alcuni aspetti c'è comune accordo.
mi autocito:
"per tornare al procedimento utilizzato non ho capito se sei daccordo o meno con un principio?
due bocchini diversi elaborano l'aria diversamente.
due sassofoni diversi elaborano l'aria in maniera diversa.
il sassofonista si adatta a questa diversità (modificando emissione stretta ecc...)"
lauromusic
13th March 2012, 20:13
sono d'accordissimo sul principio da te esposto...in effetti ho fatto vari esperimenti su varie marche di sassofoni ( ho un amico che tratta ed aggiusta prevelentamente vintage ) poi su altri di altre marche sempre con il becco rascher...il quale si adattavano( o il sax si adattava ) meglio con quelli più vicino come epoca al progetto originale,,,dico originale perchè in effetti è stato stravolto (sembra strano) nel corso degli anni fisicamente,,,,1) e ritorno a dire il becco progettato da Sax. poi il foro parabolico nel rispetto del teorema di Bernulli...ma se mi mandi l'mail ti mando il trattato di E.kelly dove è discussa ed analizzata nei minimi termini scientifici l'anima della tesi....un saluto affettuoso Lauro.De Gennaro.
phatenomore
15th March 2012, 11:56
L' unica cosa che riesco a capire immediatamente (nota bene: da Saxforum MILF e Saxabbestia, quale sono) è che ci sono più virgole in questo thread che in tutta la Treccani (Threadcani? boh...)
re minore
15th March 2012, 12:50
Come diceva il grande Toto': "Punto, punto e virgola, un punto e un punto e virgola!" :lol:
phatenomore
15th March 2012, 12:55
Anzi... due punti....Masssìììì... non facciamo vedere che siamo provinciali! Adbundantis in adbundantum!
GeoJazz
15th March 2012, 13:18
Tutto molto molto interessante, sia l'articolo che i commenti di Lauro De Gennaro. Sia da un punto di vista tecnico che storico!
phatenomore
15th March 2012, 14:29
...eh, si vede che sono l' unico che non capisce un c@zzo... in particolare mi sfugge quanto esposto dal Prof. qui di seguito.
Qualcuno mi aiuta? Magari anche il Prof. stesso.
ThanXXX
ho fatto vari esperimenti su varie marche di sassofoni ( ho un amico che tratta ed aggiusta prevelentamente vintage ) poi su altri di altre marche sempre con il becco rascher...il quale si adattavano( o il sax si adattava ) meglio con quelli più vicino come epoca al progetto originale,,,dico originale perchè in effetti è stato stravolto (sembra strano) nel corso degli anni fisicamente,,,,1) e ritorno a dire il becco progettato da Sax. poi il foro parabolico nel rispetto del teorema di Bernulli...
SteYani
16th March 2012, 15:59
Scusate, ma io pongo un'altra questione: su che frequenza del diapason sono intonati gli strumenti costruiti da Adolphe Sax? Non è che semplicemente la frequenza del diapason dei sax originari è diversa da quella adottata oggi?
Io noto che lo spartiacque fissato da Carmine Tolomeo cade negli anni in cui si adotta il nuovo standard e gli strumenti high pitch cadono in disuso... o mi sbaglio?
il nero
16th March 2012, 21:51
...eh, si vede che sono l' unico che non capisce un c@zzo... in particolare mi sfugge quanto esposto dal Prof. qui di seguito.
Qualcuno mi aiuta? Magari anche il Prof. stesso.
ThanXXX
ho fatto vari esperimenti su varie marche di sassofoni ( ho un amico che tratta ed aggiusta prevelentamente vintage ) poi su altri di altre marche sempre con il becco rascher...il quale si adattavano( o il sax si adattava ) meglio con quelli più vicino come epoca al progetto originale,,,dico originale perchè in effetti è stato stravolto (sembra strano) nel corso degli anni fisicamente,,,,1) e ritorno a dire il becco progettato da Sax. poi il foro parabolico nel rispetto del teorema di Bernulli...
ciao
E non capisco niente nemmeno io :muro(((( :stavo aspettando che si scendesse un po' nei particolari,tipo,che so,dimensione e posizione dei fori,larghezza/lunghezza del canneggio o che altro non saprei....Certo una tesi di laurea non si spiega in quattro righe,ma un discorso semplice,divulgativo,esplicativo degli aspetti salienti,un po' come la spiegazione della teoria della relatività fatta nel secolo scorso da Ruggero Orlando,me lo sarei aspettato...prima o poi.
Comunque,senza sapere niente né di fisica né di acustica,avendo avuto ed avendo ancora strumenti sia vecchi che antichi come anche strumenti moderni,anche io avevo notato una differenza di voce e più volte,anche qui sul forum,abbiamo parlato di voce antica per certi sax e così mi piacerebbe sapere,se si può,visto che le mie scelte cadono sempre su certi strumenti evitando come la peste altri se le mie sono solo ubbie o hanno,se pure involontariamente, un fondamento in qualche modo "misurabile".
il nero :saxxxx)))
P.S. @ Pathenomore...A virgole sto bene anch'io virgola un po' qua e un po' la :oops:
lauromusic
16th March 2012, 23:47
una considerazione veloce:
Il Foro Parabolico
Il foro parabolico del sassofono si è provato essere uno dei concetti più difficili da comprendere sia per i sassofonisti che per i costruttori di strumenti, ma la brillantezza funzionale della sua idea unicamente originale e completamente progressista è in realtà piuttosto semplice.
Una “sezione conica”, la cui descrizione lineare è matematicamente piuttosto complessa, la parabola è nel suo effetto pratico nient’altro che una linea circolare di una curvatura in costante aumento. (La più accettata definizione geometrica in realtà definisce la parabola come una particolare sezione conica [una “fetta” detta in modo profano] che in definitiva produce un arco completo, una linea la cui curvatura aumenta finché essa mantiene la sua direzione, poi diminuisce la sua curvatura alla stessa velocità con cui è aumentata prima dell’inversione.
Contrariamente al credo popolare, le applicazioni di Adolphe Sax della parabola nel suo cono parabolico non è completamente misteriosa. Giusto un’occhiata a qualsiasi dei sassofoni di Adolphe Sax (dal collo di un sassofono dritto, o dal manico dei contralti o tenori) si rivela in abbondanza: la parete anteriore dal lato del foro del tono si inarca gradualmente fuori dalla vista, mentre la metà posteriore del foro rimane dritta.
Da qui il foro parabolico - lontano dall’essere in qualche modo astratto o illusorio - presenta una soluzione assolutamente semplice, e tuttavia tecnologicamente progressista, pratica ed efficace al difficile problema.
E’ infatti tragico che il cosiddetto sassofono contemporaneo abbia del tutto abbandonato questo ingegnoso disegno. Il prezzo in termini di flessibilità tonale e consistenza è stato enorme. Il sassofono costruito da Adolphe Sax aveva una parabola pronunciata e i suoi effetti vantaggiosi erano fenomenali. La maggior parte degli strumenti costruiti nei primi 30 anni del 1900 (Beuscher, Conn, Selmer, ecc.) conservavano una parabola meno estensivamente arcuata ma era ancora presente e i suoi effetti ancora considerevoli. Nella maggior parte dei cosiddetti sassofoni contemporanei, la parabola – tragicamente – è completamente sparita.
conclusioni:
Partento logicamente dal becco le cui dimensioni interne sono significativamente più ampie nel diametro che l’inizio del foro dello strumento. La conseguente compressione del flusso dell’aria e –( permettetimi di coniare il termine- )del flusso del suono quando scorre verso l’inizio del foro crea la resistenza necessaria per bilanciare l’armonica superiore del sassofono.il disegno del bocchino originale del sassofono produce resistenza all’eccesso di vibrazione, il foro parabolico incoraggia la vibrazione. Paragonata al cono dritto, l’inerente instabilità statica interna del cono parabolico intensifica fortemente l’eccitazione risonante delle sue pareti - Di conseguenza, l’intera lunghezza dello strumento è incoraggiato a vibrare entusiasticamente senza che importi quanto pochi o molti fori di toni vengano aperti.
Credo fermamente e difendo fieramente l’opinione che il disegno acustico esposto da Adolphe Sax sia l’unica base valida per la produzione dell’originale nobile suono del sassofono.( ramo classico) Di conseguenza qualche piccola modifica può essere fatta in accordo con le preferenze personali, e Adolphe Sax dà perfino esplicite disposizioni per questo nella sua lettera di brevetto. Rigettando palesemente le qualità acustiche di base dello strumento, comunque equivale ad assassinare la sua identità acustica.
Sul piano strumentale del disegno, è un’atrocità estetica paragonabile agli orrori delle mutazioni genetiche.....saluti cordiali Lauro De Gennaro.
KoKo
16th March 2012, 23:51
ok, corro a leggere un po' di calvino per riprendermi =)
Ciao Lauro,
Avresti qualche riferimento grafico? Un disegno od una figura che possa aiutare uno zuccone come a comprendere meglio cosa sia un Foro Parabolico?
Ho quasi idea di aver capito ma qualche immagine mi aiutrebbe, e la cosa appare molto interessante.
Grazie.
Nel mentre ho trovato questa, è corretto il concetto?
http://img543.imageshack.us/img543/1543/screenshot20110501at238.png (http://imageshack.us/photo/my-images/543/screenshot20110501at238.png/)
Uploaded with ImageShack.us (http://imageshack.us)
fcoltrane
17th March 2012, 00:01
http://www.youtube.com/watch?v=9mMS2jZTO0k
http://www.youtube.com/watch?v=FsgT8ZDWC-s
il vero problema è considerare il suono non in se ma funzionale al genere di music che si suona.
se considero il suono di questi due grandi sassofonisti non ho dubbi su quale sia il suono del sax.
e direi che non è neanche una preferenza soggettiva ma un dato oggettivo.
phatenomore
17th March 2012, 00:02
Prof. mi perdoni,,, ma io, pur avendo sostenuto con successo 1 esame di Geometria Analitica e 3 esami di Analisi Matematica all' università (è vero che si parla di tanti anni fa...) continuo a non capire... Non è che,,, come dice quel grandissimo autodidatta che non è a altro di NYN,,, possiamo vedere un disegno?
Cordialità, Phate Nomore
phatenomore
17th March 2012, 00:04
Scusate, ma io pongo un'altra questione: su che frequenza del diapason sono intonati gli strumenti costruiti da Adolphe Sax? Non è che semplicemente la frequenza del diapason dei sax originari è diversa da quella adottata oggi?
E l' altezza dei leggii, eh? Vogliamo trascurarla? :lol:
lauromusic
17th March 2012, 00:17
ciao a tutti ...si New York il principio è lo stesso
sono d'accordissimo con Fcoltrane....alla fine ci intendiamo,...
P.S. ho altri disegni da mostrarvi ,però non so come caricarli come immagini...
phatenomore
17th March 2012, 00:19
NYN ho visto ora il disegno che hai scovato.
Mi sembra di capire che NON si parli di "fori parabolici" ma che si parli di "fori praticati su di una superficie conico-parabolica".
Due cose radicalmente diverse, ma aspettiamo il Prof.
lauromusic
17th March 2012, 00:30
http://imageshack.us/content_round.php? ... orosax.jpg (http://imageshack.us/content_round.php?page=done&l=img838/6999/forosax.jpg)
http://imageshack.us/photo/my-images/838/forosax.jpg/
phatenomore
17th March 2012, 00:33
Grazie Prof, ma lo schema, proprio come scrivevo poco fa, NON rappresenta un foro bensì la superficie del sax sul quale vanno praticati i fori (stesso schema proposto da NYN)
lauromusic
17th March 2012, 00:43
profilo sezione becchi.
http://imageshack.us/photo/my-images/85 ... asher.jpg/ (http://imageshack.us/photo/my-images/855/1beccorasher.jpg/)
lauromusic
17th March 2012, 00:44
Nota: Gli schizzi sono schematici e non pretendono di essere matematicamente corretti!
lauromusic
17th March 2012, 00:53
Il profilo alare con la sua particolare forma “a goccia” fa si che nascano due tubi di flusso, uno superiore e l’altro inferiore:
• il tubo di flusso superiore ha una restrizione di sezione lungo il dorso del profilo: lì la velocità aumenta perché l’aria è incompressibile. La sua pressione di conseguenza diminuisce;
• il tubo di flusso inferiore che lambisce il ventre del profilo alare non ha restrizioni, quindi i valori di velocità e pressione dell’aria rimangono inalterati o quasi.
http://imageshack.us/photo/my-images/83 ... lalre.jpg/ (http://imageshack.us/photo/my-images/835/profiloalalre.jpg/)
• Schematizzazione del profilo alare
Risulta quindi una pressione più piccola sul dorso dell’ala rispetto al valore di pressione sul ventre e nasce così la spinta idrodinamica, indicata in rosso in fig. il profilo viene così “risucchiato” verso l’alto!
lauromusic
17th March 2012, 01:04
http://imageshack.us/photo/my-images/19/ariar.jpg/
Lato superiore:maggiore distanza = maggiore velocità relativa = minore pressione statica
RELATIVO FLUSSO D’ARIA
Lato inferiore:minore distanza = minore velocità relativa = maggiore pressione statica
Sezione trasversale schematica di una tipica superficie aerodinamica
La relazione inerente tra i due lati di una superficie aerodinamica e le due linee costituenti il foro parabolico di Adolphe Sax dovrebbero essere adesso abbondantemente chiare. Una semplice inversione delle due linee del profilo alare e la loro successiva proiezione nella forma conica risultano nelle reali proporzioni che Adolphe Sax costruì nel foro del suo sassofono:
http://imageshack.us/photo/my-images/26 ... olico.jpg/ (http://imageshack.us/photo/my-images/267/foroparabolico.jpg/)
saluti a tutti ...grazie dell'attenzione.
tzadik
17th March 2012, 13:27
La trattazione è corretta sul profilo dell'ala è anche corretta.
Per applicarla al corpo del sassofono bisogna fare dei distinguo.
Prima di tutto, le componenti di velocità nel moto di un aereo... sono praticamente parallele al profilo dello "scheletro" dell'ala.
E c'è un campo di moto sia sopra che sotto l'ala... e questo, insieme alla spinta orizzontale dei motori, crea "portanza"... per le cose dette sopra.
In un sassofono... il campo di moto è solo all'interno del corpo... un residuo di campo di moto c'è all'esterno della campana: quindi il sistema esemplificativo non è coerente (per l'ala si prende l'esempio di un campo di moto "esterno", quello che succede dentro il sassofono... è un campo di moto "interno"... in un condotto.
Il campo di moto dai fori... è radiale e non assiale.
Poi bisogna considera che il corpo dello strumento presenta discontinuità (i fori con relativi camini).
Il campo di moto dipende dal numero di Reynolds e il numero di Reynolds dipende dal diametro, che lungo il corpo dello strumento varia.
Ergo quello che succede dentro lo strumento (campi di moto, gradienti di pressioni)... è piuttosto complicato da descrivere analiticamente, è facilmente rappresentabili numericamente (analisi FEM).
Oltre tutto... il vero effetto della conicità lineare o parabolica, a occhio, lo si sentirebbe soltanto in regime turbolento.
Non voglio contestare nessuno... ma le ipotesi fisiche citate fino ad adesso mi sembrano piuttosto deboli per giustificare alcuni "effetti" analizzati (specialmente per quanto riguarda il sassofono... sul bocchino il discorso è più articolato e sicuramente più interessante).
Oltre a questo... credo che all'inizio del Novecento, le tolleranze per costruire un corpo di sassofono (all'epoca ottenuto per piagatura di una lastra piana) probabilmente non garantivano nemmeno un profilo perfettamente parabolico (e questo dipendeva sostanzialmente limiti tecnologici/metodologici, non di progetto).
Viceversa... al giorno d'oggi, non sarebbe così difficile ottenere un corpo con profilo matematicamente parabolico... secondo un profilo esatto ben determinato e con tolleranze geometriche e dimensionali molto strette.
Ovviamente il costo per fare una cosa del genere sarebbe enorme e, come da ogni valutazione ingegneristica, il rapporto costo/beneficio non giustificherebbe il costo.
È cosa reale invece che gli strumenti più vecchi fossero più conici degli strumenti venuti dopo.
Questo credo fosse sostanzialmente dovuto ad aspetti:
1) diventava più semplice il calcolo per il posizionamento/dimensionamento di fori e relativi camini
2) tecnologicamente era più semplici da costruire... ed era più semplice ottenere una precisione geometrica/dimensionale maggiore.
SteYani
17th March 2012, 17:22
Scusate, ma io pongo un'altra questione: su che frequenza del diapason sono intonati gli strumenti costruiti da Adolphe Sax? Non è che semplicemente la frequenza del diapason dei sax originari è diversa da quella adottata oggi?
E l' altezza dei leggii, eh? Vogliamo trascurarla? :lol:
Guarda che è una questione fondamentale. Se pensiamo al fatto che alcune orchestre sinfoniche adottano come standard un diapason accordato ai 440 hz e altre ai 442 hz e che per esempio la Selmer (quella vera, di Parigi) produce dei modelli di clarinetti con frequenza 440 hz e altri con frequenza 442 hz, si può capire anche cosa può voler dire un intero semitono o anche di più di differenza.
SteYani
17th March 2012, 17:50
Credo fermamente e difendo fieramente l’opinione che il disegno acustico esposto da Adolphe Sax sia l’unica base valida per la produzione dell’originale nobile suono del sassofono.( ramo classico) Di conseguenza qualche piccola modifica può essere fatta in accordo con le preferenze personali, e Adolphe Sax dà perfino esplicite disposizioni per questo nella sua lettera di brevetto. Rigettando palesemente le qualità acustiche di base dello strumento, comunque equivale ad assassinare la sua identità acustica.
Sul piano strumentale del disegno, è un’atrocità estetica paragonabile agli orrori delle mutazioni genetiche.....saluti cordiali Lauro De Gennaro.
Mi spiace, ma non condivido.
Intanto, è ovvio che il suono dello strumento inventato da Sax non è e non può essere quello del sassofono contemporaneo.
In primo luogo, perché in 170 anni la tecnologia è cambiata, sono cambiate le esigenze commerciali, è cambiato il gusto e la fruizione della musica. Tutti gli strumenti musicali non sono certo quelli di un tempo: si può sapere perché il sax avrebbe dovuto restare uguale? perché ha avuto un inventore con nome e cognome certificato? Anche il clarinetto l'ha avuto, solo per dire un altro strumento a fiato, eppure il clarinetto di oggi non è certo quello di Mozart.
In secondo luogo, perché bisognerebbe anche mettersi d'accordo su quale sia "il suono" del sassofono. Sentiamo, qual è il suono di un sax? se provo a limitarmi alle marche blasonate attuali ed entro in un negozio a provare 10 contralti (o tenori ecc.) con il medesimo setup otterrò, se non 10, almeno 5 o 6 suoni marcatamente differenti: quale di questi è quello legittimo? Quello dell'azienda che ha più soldi per intortarsi il maggior numero di maestri?
p.s.: a proposito della sua ricostruzione storica: ma non è stato forse Henri Selmer a rilevare la fabbrica di Adolphe Sax? come facciamo a dire che la Selmer ha deviato dal progetto originario?
red
17th March 2012, 18:21
http://www.youtube.com/watch?v=U-ow2uvNt40
(siccome di fisica non ci capisco niente, almeno ravvivo il topic)
:D
re minore
17th March 2012, 19:25
Credo fermamente e difendo fieramente l’opinione che il disegno acustico esposto da Adolphe Sax sia l’unica base valida per la produzione dell’originale nobile suono del sassofono.
E io no. In ogni caso, non essendo possibile trovare un criterio deterministico per stabilire cosa sia il "nobile suono del sassofono", stiamo parlando di aria fritta. Sono opinioni personali, materia nella quale ognuno e' libero di avere le sue: non ha senso pretendere che le proprie abbiano una valenza oggettiva. Con questa mentalita', che e' propria del fanatismo religioso, si arriva alle guerre di religione. Che hanno gia' fatto troppi morti.
Io, poi, credo che non vi sia nulla che costituisca a priori "l'unica base valida" per fare qualcosa. Basti pensare a quali si riteneva fossero le "uniche basi valide" ai tempi di galileo...
Sul piano strumentale del disegno, è un’atrocità estetica paragonabile agli orrori delle mutazioni genetiche
Bah, anche qui hai esplicitato solo tuo punto di vista, assolutamente non dimostrabile e quindi non oggettivo. E' una tua opinione, non un fatto.
Per quanto riguarda le mutazioni genetiche, forse ignori di cosa stai parlando. Ogni forma vivente di questo pianeta, te compreso, e' il risultato di innumerevoli mutazioni genetiche... se le trovi orrende... non ti vuoi bene! :smile:
Chopin75
18th March 2012, 12:10
@ re minore: :bravo: :bravo: :bravo:
seethorne
19th May 2012, 16:59
A parte tzadik che possiede delle conoscenze specifiche e il professore che ci ha dedicato tempo e studi a mio modesto parere tutti gli altri hanno parlato del niente più assoluto.
E' facile, molto facile screditare il lavoro di altre persone alla maniera italiana, con risolini, video stupidi, applausi e robe del genere.
Molti dei partecipanti a questo argomento sempre a mio modesto parere sono stati molto maleducati e provincialotti mostrando una chisura mentale disarmante che è poi la stessa che imputano alla controparte (ma fin qui nulla di strano: noi italiani siamo fatti così. Noi siamo la nostra classe politica ma ci crediamo meglio: Nietchze aveva ragione...).
...si vede che adesso il mio numero di detrattori qui dentro aumenterà, pazienza.
Detto questo dico la mia (che immagino non interesserà a nessuno).
Il sassofono è nato per essere suonato in un certo genere e nel corso del tempo è stato utilizzato per generi completamente diversi.
E la costruzione dello strumento non mi sembra che sia un mistero che sia cambiata.
Rascher e Coltrane hanno avuto un modo completamente diverso di approcciarsi allo strumento.
Detto questo (e non avendo detto nulla di meno di ciò che è stato già detto), direi che l'opzione migliore in questo caso sia affidarsi a della valida bibliografia e valide fonti. Il proprio credo personale non fa la scienza.
Ah, adoro sia Rascher che Coltrane (ma preferisco la musica classica al jazz).
Ed il nobile suono del sassofono... il Prof. Lauro lo descrive come quello originale.
Non capisco perchè sia inaccettabile questa frase... dato che è nato per la musica colta e non destinato alle masse (ma potrete tranquillamente smentirmi nel caso io stia dicendo una boiata).
Saluti
non voglio essere polemico sul tuo intervento, seethorne, perchè è un tuo parere e come tale lo rispetto al 100%. credo però che nessuno abbia schernito il prof. che anzi, si è preoccupato di pubblicare il suo lavoro e di rendere partecipi tutti gli utenti del forum, cosa non da poco se consideriamo l'accademismo che impera in Italia. detto ciò gli interventi sono stati sempre educati e, anche quando si dissentiva dai risultati della ricerca, si è sempre argomentato il perchè non si era d'accordo. io per primo ho contattato il prof. il quale con molta disponibilità e gentilezza mi ha inviato la tesi (che ho letto con piacere ma, ahimè, non ho le basi tecniche e scientifiche per poter capire fino in fondo). detto questo si può discutere su cosa sia il vero suono del sax, e qui si attraversa più la strada della filosofia che della fisica...ed ecco che nascono i dibattiti. attenzione ho detto dibattiti, non polemiche. ho trovato affascinante al massimo la tesi di Tzadik che con molta umiltà ha tirato fuori concetti che manco se vedevo superquark (dannato Tzadik, ma quante ne sai?? ;) ) e nonostante questo ha detto che non vuole contestare nessuno.....insomma, più che di scontro e di derisione a me sembra che si sia trattato di una chiaccherata al bar con più pareri per uno stesso argomento (da qui l'ovvietà dei pareri multiformi). in ultimo...il mio video era un chiaro modo per dire che non ci capisco una fava quando la cosa si fa tecnica e che quindi ci rido su, non tanto per i concetti espressi dal prof. quanto per una mia inadeguatezza, quindi al limite ironizzavo sulla mia ignoranza :lol:
altra cosa: il sax non è nato con una vocazione esclusivamente classica, anzi...ricordiamo che A. Sax dotò diverse bande militari dei suoi prototipi che erano sax e non solo (fra cui anche sax ormai dimenticati come il sax in Fa), quindi la sua idea era di uno strumento multiforme e adattabile a vari contesti ( e visto che il jazz ancora non esisteva ovviamente non potè pensare a tale utilizzo)
my two cents
David Brutti
19th May 2012, 17:51
dato che è nato per la musica colta e non destinato alle masse (ma potrete tranquillamente smentirmi nel caso io stia dicendo una boiata).
Saluti
In realtà il saxofono nasce in un contesto in cui non c'era nessuna contrapposizione tra musica colta e musica "extra" colta.
Una contrapposizione netta semmai esisteva tra musica militare e musica non-militare; nel primo caso il saxofono venne accolto a braccia aperte mentre nel secondo caso abbiamo dovuto attendere gli anni '20 del secolo successivo per poter parlare di una reale integrazione (che poi secondo me non c'è mai realmente stata). La musica "militare" ricopriva nell'800 un ruolo fondamentale:
1) serviva a divulgare mediante pot-pourri i capolavori operistici;
2) dava lustro al prestigio nazionale;
Inutile dire che dietro a questo "mondo parallelo" della musica, giravano delle ingenti somme di denaro, somme di denaro che hanno permesso a molti inventori di innovare praticamente tutti gli strumenti dell'orchestra di fiati.
Tutta la produzione musicale ottocentesca per saxofono inoltre, salvo rarissime eccezioni, è incentrata su un repertorio virtuosistico, di indubbio interesse tecnico quanto povero dal punto di vista musicale, soprattutto se paragonato ai coevi miti del romanticismo, da eseguire accompagnati da una fanfara militare (vedi anche i miei articoli sul pioniere del saxofono E. A. Lefebre).
Per il resto condivido molto di quanto affermi, compreso il richiamo a una maggiore serietà nel trattare argomenti delicati e interessanti.
il nero
19th May 2012, 18:57
salve
dico subito cos'è che non capisco e che,di conseguenza,mi impedisce d'avere un'opinione:conosco,per altre vie,quale ' è il comportamento dell'aria quando il suo flusso si divide incontrando un profilo alare,quando i due flussi divisi hanno due differenti velocità...quello che non capisco è che il flusso,mi pare,non si possa dividere per poter parlare di una parte "costretta" ad accelerare per potersi riunire all'altra,dentro un sax,mi pare,anzi,che il flusso dell'aria non possa,costretto com'è dentro al tubo, dividersi proprio...E' qui che sono fermo,è qui che mi sono perso e,se qualcuno ha capito mi farebbe piacere che mi spiegasse,meglio con parole poco tecniche,dove si trova il profilo d'ala...Questa mia è una richiesta seria e nessun intendimento nasconde che non sia il desiderio di capire.
un ringraziamento anticipato.
il nero
seethorne
19th May 2012, 21:20
Grazie mille David per la tua preziosa correzione. Non ero a conoscenza dell'importanza della musica militare in quell'epoca. Il quadro ora mi è un po' più chiaro.
Red, mi scuso se ho mal interpretato il senso del tuo video. Rimango comunque della mia opinione (non me ne vogliate) sull'andamento generale del thread che a mio avviso deve essere molto più di una chiacchierata da bar (a parte il fatto che di scherni fra le righe ne ho letti un bel po' (mentre dall'altra parte ho visto un atteggiamento pacato e disponibile e mai irriverente nonostante, come hai detto anche tu, il suo ruolo), e anche nemmeno troppo fra le righe) data la bellezza di un argomento così interessante e del gran lavoro svolto. Non posso valutarne personalmente la perfetta correttezza perchè non ne ho le basi ma sicuramente vorrei addentrarmi di più.
Poi ci sono una tonnellata di chiusure, battaglie, discussioni trite e ritrite che non ho assolutamente voglia di tirare in ballo, ma che mi hanno fatto cascare le braccia una tonnellata di volte (leggasi fanatismo verso marchi, generi musicali, interpreti, e quant'altro).
Ma generalmente i thread à la "Yamaha vs Selmer" e "Mark VI vs the world" et similia non mi suscitano grande interesse (anzi) e ne sto alla larga. Questo invece è molto più interessante, almeno per me, e gradirei non fosse mandato in vacca.
Insomma, non interessa a nessuno sapere com'era stato concepito, chi sono gli artisti che più di tutti si sono impegnati verso un utilizzo filologico dello strumento? Forse se tutti facessero come Rascher il mercatino del forum chiuderebbe immediatamente? W la gam?
Troppe chiacchiere...
Buona musica a tutti.
tzadik
19th May 2012, 22:42
@seethorne e red: qualsiasi utente del forum con una laurea scientifica (anzi direi solo con una cultura scientifica un po' oltre la media) di ste cose (fisica dei fluidi) ne sa MOLTO più di me.
Detto questo, ricordiamoci che la "tesi" di cui si è discusso qui è un "tesi musicale" e non di un corso di fisica/ingegnerie... quindi considerazioni sulla fisica del fenomeno forse non erano nemmeno necessarie.
Però per attribuire quelle che sono state le "variazioni" nel suono dello strumento causate dell'evoluzione del "progetto" (dello strumento stesso) sicuramente saranno state fatte delle ipotesi sulla fisica dello strumento, ben precise.
re minore
20th May 2012, 08:45
Provo a spiegare il perche' il 3D ha preso questa piega. Sostanzialmente il sunto della tesi, per come e' stato riportato qui e':
1. Il sax di Sax e' diverso dai sax odierni;
2. Il disegno dei sax odierni ha "tradito" il disegno originale;
3. Il disegno originale "e' migliore" di quello contemporaneo.
Il punto 1. e' banalmente vero, ma l'unica cosa che si capisce chiaramente circa le differenze e' che l'A. non ha molto chiaro il fenomeno fisico che sta discutendo, per il quale rimanda al Kelly. Se a supporto dei propri ragionamenti si ritiene opportuno introdurre considerazioni su fenomeni fisici e' d'obbligo un minimo di rigore formale (sono considerazioni scientifiche o no?) e di comprensione sia del fenemeno che si sta descrivendo che dei metodi matematici usati per tale descrizione. Altrimenti e' meglio lasciar perdere.
I punti 2. e 3. sono questioni di opinioni personali e, come tali, soggettive e discutibili. Molti interventi erano basati su questo punto: semplicemente non si accetta (io a priori non lo accetto) che qualcuno mi venga a dire che "A e' oggettivamente meglio/peggio di B" portando a sostegno argomentazioni fumose e opinioni personali (scritte peraltro in un italiano molto approssimativo). Vengono citati "esperimenti" ma leggendo si capisce che i risultati degli stessi sono tutte considerazioni personali: non viene riportato un dato che sia uno.
L'impressione che rimane, dopo attenta lettura, e' che il tutto sia costituito da opinioni personali spacciate per verita' oggettive.
Questo e' quello che molti (me compreso) hanno contestato. Siamo liberi di contestare anche bibbia e vangelo, non solo le opinioni personali su un sax. Del resto quando si sale in cattedra (ed in questo non c'e' niente di male - lo faccio anche io quando e' il caso) bisogna sapere che si va incontro ad un contraddittorio.
condivido in pieno Re, è quello che volevo dire....è un forum e quindi le opinioni è giusto che ci siano specie in argomenti in cui la scienza c'entra poco (alludo al fatto che il suono del sax A è migliore o più autentico del sax B). per quel che concerne le tesi fisiche illustrate non mi pronuncio perchè non ho le basi scientifiche richieste, neppure le più elementari! io credo che se le opinioni vengono espresse con rispetto ed educazione, non ci deve essere limite al poterle fare
tzadik
20th May 2012, 11:02
Tra l'altro nemmeno nel trattato di John E. Kelly sulla fisica del sassofono... c'è formalismo fisico/matematico.
Il succo della questione è che si vogliono attribuire certe cose a un evoluzione del progetto dello strumento, per dimostrare rigorosamente queste ipotesi... bisogna fare per forza riferimento a una trattazione fisico/matematica dello strumento.
Per esempio, sul trattato sul bocchino originale di Adolphe Sax, c'è un mimino di trattazione fisico/matematica, ci sono prove/esperimenti... con conseguente esposizione dei risultati in grafici/tabelle... quindi le ipotesi vengono argomentati con dati che hanno una interpretazione univoca.
phatenomore
20th May 2012, 12:23
Cioè, per dirla in termini che capisco anch'io, è 'na gazzada...
David Brutti
21st May 2012, 09:37
E' chiaro che se si parla di fisica, occorre presentare dati certi.
Se invece si parla di estetica bisogna fare dei distinguo (parlo ovviamente da possessore di una doppia famiglia a canneggio "vintage-style"):
1) è vero dal mio punto di vista che saxofoni pre-seconda guerra mondiale (mi riferisco principalmente a Conn, Adolphe sax e Buescher) accoppiati a becchi a camera molto larga danno risultati eccellenti se suonati in contesti classici; ho da poco suonato in sinfonica col mio Chu Berry unitamente al mio Slant 5 e devo dire che sia l'intonazione che il suono erano eccellenti (faticava molto di più il mio collega con un seconda serie e beco c* a stare in sezione). Il timbro in particolare tendeva ad essere molto più omogeneo con la sezione dei legni e non presentava la tipica caratteristica a "prevaricare" il suono degli altri strumenti d'orchestra. Scomparivano in particolare le tipicità d'intonazione che caratterizzano i sax classici moderni (basati sul disegno del SA-80), ovverosia re centrale ultra-crescente, re basso ultra-calante, do# afono da correggere con una posizione innaturale e che rende il suono soffioso (3 + portavoce), acuti iper-crescenti etc...;
2) in musica non esistono verità assolute, di conseguenza i vantaggi sopra esposti possono essere delle pecche inaccettabili per chi fa generi diversi. Ad esempio se si suona in una sezione R&B si ha necessità di avere un suono molto più proiettato e compresso in quanto si deve stare in sezione con un trombettista e un trombonista che ci distruggeranno i timpani. Anche passare a livello di armoniche una sezione ritmica composta da basso batteria e chitarra elettrica non è facilissimo con un setup simile (poi ovviamente conta molto il manico);
3) parlare di involuzione dello strumento è possibile solo ed esclusivamente rapportandosi al genere al quale ci si riferisce: le politiche delle majors che per offrire un prodotto unico e che si può piazzare più facilmente aumentando i guadagni (sax a canneggio esclusivamente stretto) hanno da sempre sgomitato in conservatori ed accademie per ottenere il primato del sax classico sbaragliando di fatto l'eccelsa produzione made in USA, la trovo piuttosto scorretta. Scorretta nei confronti dei musicisti in primis che devono "combattere" con mezzi in adeguati in generi musicali dove emissione, rotondità di suono e intonazione sono tutto.
seethorne
21st May 2012, 09:39
Tra l'altro nemmeno nel trattato di John E. Kelly sulla fisica del sassofono... c'è formalismo fisico/matematico.
Il succo della questione è che si vogliono attribuire certe cose a un evoluzione del progetto dello strumento, per dimostrare rigorosamente queste ipotesi... bisogna fare per forza riferimento a una trattazione fisico/matematica dello strumento.
Per esempio, sul trattato sul bocchino originale di Adolphe Sax, c'è un mimino di trattazione fisico/matematica, ci sono prove/esperimenti... con conseguente esposizione dei risultati in grafici/tabelle... quindi le ipotesi vengono argomentati con dati che hanno una interpretazione univoca.
Una persona "del settore" (di cui ovviamente non faccio il nome) mi disse come aneddoto che gli ingegneri yamaha con le loro conoscenze, le loro macchine ed i loro computer giunsero alle stesse conclusioni di Adolphe Sax. Quell'uomo era un genio.
tzadik
21st May 2012, 10:33
Una persona "del settore" (di cui ovviamente non faccio il nome) mi disse come aneddoto che gli ingegneri yamaha con le loro conoscenze, le loro macchine ed i loro computer giunsero alle stesse conclusioni di Adolphe Sax. Quell'uomo era un genio.Dipende su che "campo".
Ricordo che all'epoca di Adolphe Sax c'erano già le equazioni con cui si potevano prevedere i campi di moto (con annessi e connessi) chiaramente con i mezzi dell'epoca non era immediato "risolverle" rigorosamente. La risoluzione numerica di alcuni problemi è una cosa che si è sviluppata più tardi, nel '900. http://tzadik.xoom.it/emoticon/TFRykn8TT.gif
Se poi andiamo a guardare come è fatto un sassofono Yamaha... beh, per certe cose, forse è lo strumento odierno... più "lontano" da come l'aveva concepito Adolphe Sax. http://tzadik.xoom.it/emoticon/TFRykn8TT.gif
essendo anche un motociclista noto delle similitudini! quando ci fermiamo al bar a parlare di moto c'è sempre quello che decanta le vecchie Laverda o Guzzi degli anni '70 che senti come vibrano, che devi avere il manico sennò esci fuori strada, che quella era la vera moto....poi però chissà perchè quando si sale su una moto moderna che tiene le traiettorie come una spada e non ha buchi di erogazione, che consuma un decimo di quelle di trenta anni fa allora si comprende un dato ineluttabile: che la tecnologia ti rende la vita più facile. e sfido qualunque nostalgico a farsi 300 km di fila con un ferro di 30 anni fa (lo puoi fare ma ne esci distrutto)...ora, per tornare on topic, non è che metto in dubbio tutto quello che è stato detto, ma dire che in yamaha hanno scoperto quello che A. Sax già sapeva....bhè, come dire....mi pare una gran boiata. se non altro perchè il sax già esisteva quindi c'è ben poco da capire: lo studi e vedi com'è fatto. non dimentichiamoci le migliorie meccaniche che nel tempo sono state fatte (basta prendere un sax di 25 anni fa o precedente e accorgersi della facilità dei sax odierni). e non venitemi a dire che oggi tutti i sax suonano uguali e che i selmer, gli yamaha e compagnia bella suonano tutti uguali perchè anche questa è una boiata. è come per le moto. con la moto d'epoca ci vai al bar o al raduno di pochi km, ma non la usi tutti i giorni....se la devi usare con intensità allora vai sulle cose più comode che ti facilitano la vita, senza per questo rinunciare al carattere
IMHO
;)
tzadik
21st May 2012, 20:26
non dimentichiamoci le migliorie meccaniche che nel tempo sono state fatte (basta prendere un sax di 25 anni fa o precedente e accorgersi della facilità dei sax odierni). 25 anni fa' c'era già il Serie II e di migliorie tecniche, rispetto al Serie II ne sono state fatte poche. Poi chiaramente qualche produttore ha scelto usare soluzione tecniche molto precedenti alle soluzioni tecniche già presenti su Mark VI/VII (per fare un esempio) ma sono scelte costruttive (o forse filosofiche). :zizizi))
si, a parità di modello hai certamente ragione tu....io volevo dire che c'erano sax dalle meccaniche dure o dai levismi delicati o grossolani ecc....cose che oggi non ci sono più perchè anche il peggior sax cinese comunque attinge dal lavoro fatto nel passato (magari ci sono pecche enormi su altri fronti come assemblaggio, intonazione, finiture e materiali scadenti ma se guardiamo bene sono tutte copie selmer/yamaha/yanagisawa come progettazione, segno ovvio che copiare le cose che funzionano e magari tentare delle migliorie è molto più conveniente e redditizio)
;)
seethorne
22nd May 2012, 12:44
Una persona "del settore" (di cui ovviamente non faccio il nome) mi disse come aneddoto che gli ingegneri yamaha con le loro conoscenze, le loro macchine ed i loro computer giunsero alle stesse conclusioni di Adolphe Sax. Quell'uomo era un genio.Dipende su che "campo".
Ricordo che all'epoca di Adolphe Sax c'erano già le equazioni con cui si potevano prevedere i campi di moto (con annessi e connessi) chiaramente con i mezzi dell'epoca non era immediato "risolverle" rigorosamente. La risoluzione numerica di alcuni problemi è una cosa che si è sviluppata più tardi, nel '900. http://tzadik.xoom.it/emoticon/TFRykn8TT.gif
Se poi andiamo a guardare come è fatto un sassofono Yamaha... beh, per certe cose, forse è lo strumento odierno... più "lontano" da come l'aveva concepito Adolphe Sax. http://tzadik.xoom.it/emoticon/TFRykn8TT.gif
non c'è stretta correlazione fra le cose in sè e per sè :)
altrimenti tutti i fisici e matematici potrebbero costruire strumenti completamente nuovi e fantastici...
se hai gli strumenti ma non sai che farne che fai? sax ha inventato uno strumento (un fantastico strumento).
e la frase riportata non intendeva stretta correlazione fra il sax di adolphe sax e i sax della yamaha. e ha per me valenza di aneddoto simpatico (leggenda? poco importa) e niente più, non avendo in mano i rapporti delle ricerche nel campo.
tzadik
25th July 2012, 10:19
Mi secca fare il guastafesta... :mha!(
Nel 1864 Adolphe Sax presentò un secondo brevetto per il "suo strumento" in cui affermava che il profilo parabolico sarebbe scomparso e in favore di un profilo lineare.
(...)
Sono stati fatti esperimenti sugli strumenti originali di Adolphe Sax... e ne è venuto fuori che quegli strumenti avevano grossi problemi di intonazione.
Molto tempo dopo (per tutta una serie di fattori) si è cominciato a creare profili con un andamento variabile... poi siamo arrivati a strumenti moderni.
Secondo me... l'evoluzione dello strumento è dovuta non solo a un evoluzione sonora... ma anche a un'evoluzione dei metodi di progettazione/calcolo e delle tecnologie per realizzare fisicamente lo strumento.
Quindi... per chiudere il cerchio bisognerebbe tenere conto anche di variabili esterne alla funzione musicale stessa dello strumento.
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