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Visualizza Versione Completa : Che senso ha fare musica nell'era dell' I-pod?



juggler
13th November 2007, 00:24
Questo saggio cerca di rispondere a questa domanda...

http://nuke.musicologia.it/LinkClick.as ... 54&mid=371 (http://nuke.musicologia.it/LinkClick.aspx?fileticket=JLdgtA2L1hc%3d&tabid=54&mid=371)

che ne pensate?

13th November 2007, 09:21
argomento trattato in abbondanza.

di certo non abbandono...

tanti argomenti trattati dall'autore sono volutamente portati ad un eccesso...
la realtÃ* è che un CD costa spesso fino a 4 ore di lavoro di un lavoratore precario.
un concerto di classica a teatro anche due giorni di lavoro!!

questo potrebbe essere un buon motivo.

per contro un ipod costa meno di due CD! e sopra posso caricare anche un centinaio di album.

probabilmente lo stato dovrebbe impiegare maggiori risorse nell'arte in generale dato che, a Torino, Luca Morino (misicista e scrittore per La Stampa) dice che di ogni euro investito in questo settore non solo è rientrato nelle casse comunali, ma è rientrato con una percentuale di guadagno decisamente alta, maggiore di tanti altri servizi che sono addirittura in perdita.

juggler
14th November 2007, 03:58
Caro Andrea, hai colto un aspetto della dotta disquisizione di Antonaci importante ma ormai quasi ininfluente...

Quando anche un colosso come la Columbia chiama... per salvare alcuni suoi settori...e affida la direzione generale a Rick Rubin, il guru delle produzioni musicali indipendenti rock (per intenderci, quello che ha "inventato" il successo planetario dei Beastie Boys e dei Red Hot Chili Peppers) vuol dire che oramai "si sta raschiando il barile"...e cosa mai vista prima... gran parte delle major ora pretendono percentuali sui cachet degli artisti nonchè sulla vendita dei gadget (magliette e paccottiglia)...i CD non si vendono non perchè mancano politiche culturali ad hoc...ma perchè ormai lo "strumento" in sè è diventato obsoleto rispetto ai nuovi modi di fruizione (internet, I-pod, mp3) e ciò cambia anche la percezione e i comportamenti associati alla produzione/fruizione musicale.

Diventando "virtuali" i processi di fruizione vanno ridisegnate anche le azioni "virtuose" degli operatori del settore (esecutori, produttori ecc.)...il mercato musicale, fin dalla sua nascita, ha "anticipato" o incarnato le tendenze, gusti e comportamenti del pubblico giovanile, unico vero "polmone" dell'industria discografica...cambiando i comportamenti e la sensibilitÃ* delle nuove masse giovanili, cambia la modalitÃ* attraverso cui ciò avveniva fino all'"altro ieri"...i giovani non distinguono un oboe da un clarinetto...ascoltano soprattutto "immondizia elettronica", usano diavolerie tecnologiche con cui è possibile trarre i suoni piu' inediti e folli...il concetto di composizione è stato superato da quello dell'"assemblaggio" e dalla iterativitÃ* di patterns che possono essere tratti dall'intero corpus di musiche prodotte dall'umanitÃ* fino ad ora...è la fine dell'autore e dell'esecutore come fino ad ora è stato inteso...e se non si corre ai ripari in qualche modo anche del diritto d'autore perchè ciò comporta la creazione di un "continuum sonoro" dove ognuno toglie e aggiunge quel che gli pare...per questo, gli strumenti tradizionali sono oramai obsoleti ed ingombranti...e come fa intendere Antonaci, "suonate, pure, miei cari, non farete + un centesimo...ma arricchirete la vs. anima!".

C'è un aspetto che trovo positivo in questa "apocalisse sonora": la fine delle star musicali... ma nulla sarÃ* piu' conglobabile in uno stile o genere ma solo all'interno di una funzione soggettiva o collettiva a cui il "flusso sonoro" è deputato...

Naturalmente, come in ogni cambiamento epocale, ci saranno spinte di natura opposta ma si tratterÃ* solo di ritardare...ciò che sarÃ* un "continuum sonoro indifferenziato"...l'ascolto sarÃ* particellare non globale... basato su frequenze non su forme musicali...c'è uno studio medico internazionale che afferma che i sordi "da trauma" sono in aumento...e se aumentano i sordi...tu credi ancora che potrÃ* esistere qualcosa che si chiama o chiamerÃ* ancora...musica?

14th November 2007, 11:38
C'è un aspetto che trovo positivo in questa "apocalisse sonora": la fine delle star musicali... ma nulla sarÃ* piu' conglobabile in uno stile o genere ma solo all'interno di una funzione soggettiva o collettiva a cui il "flusso sonoro" è deputato...

concordo!
le grandi star saranno meteore dell'era della radio e della TV come noi l'abbiamo conosciuta.

ora c'è la possibilitÃ* di andare in rete e conoscere direttamente musicisti di nicchia che però suonano cose che preferiamo... che non piaciono a tutti ma che di certo, personalmente, attraggono di più.

juggler
18th November 2007, 23:44
Esatto...tuttavia, restringendo il discorso alla ns. penisola...viviamo in un Paese che non programma politiche culturali da decenni... soprattutto per ciò che concerne il decentramento territoriale nonchè nel favorire la crescita e lo sviluppo di quelle realtÃ* artistico-culturali indipendenti giÃ* presenti nelle ns. regioni con manifestazioni ad hoc...musicali, teatrali, cinematografiche, letterarie ecc.

Fino a quando saremo governati da gerontocrati, inetti e miopi, sia a livello centrale che nelle varie amministazioni, non vedo molte speranze circa la possibilitÃ* di un "cambiamento italico" che in tal senso... sarebbe sì...davvero epocale!

Lanjazz
19th November 2007, 00:16
L'unico problema è, secondo me, che meno ste case discografiche guadagnano e minore sarÃ* il livello musicale che verrÃ* spinto agli eccessi fino ad inculcarlo nelle teste della gente.... prendo sempre ad esempio Sanremo la cui qualitÃ* cala in maniera esponenziale, e ai nuovi dischi che sono registrati al risparmio con sempre maggior uso di batterie elettroniche ed emulatori... certo, costa meno. Più scaricheremo e minore sarÃ* la qualitÃ* dei nuovi lavori.... però più scaricheremo e più si allargherÃ* la cultura e quindi la possibilitÃ* di raggiungere livelli di conoscenza musicale alti, cosa che i media non si curano di fare.... Facciamilo noi allora.

juggler
19th November 2007, 05:43
E' come il gatto che si morde la coda...il problema non sono piu' le case discografiche: tra un po'...apparterranno all'era mesozoica della storia della musica! Cambiano gli strumenti di produzione/fruizione...cambia la musica! L'appiattimento, se riferito alle produzioni, non riguarda solo la ns. "sagra nazional-popolare"
(Sanremo) ma tutti i generi...insomma, rendiamoci conto che i cambiamenti musicali sono legati anche e soprattutto all'evoluzione tecnica di ieri (l'apparire del microfono e degli strumenti di amplificazione ha permesso che si potesse cantare/suonare diversamente...una cantante come Billie Holiday senza che ci fosse il microfono...non sarebbe mai esistita!) tecnologica oggi (significa di per sè, frantumazione/trasversalitÃ* delle aree culturali, fine della preponderanza del "pensiero unico" o di mode da diffondere in senso universale, possibile riscossa delle aree marginali). Nessuno probabilmente diventerÃ* piu' miliardario...ma avrÃ* la possibilitÃ* di avere un margine di credibilitÃ* nel diffondere il proprio materiale in rete stabilendo connessioni con luoghi e persone, lontane ma vicine alla propria maniera di ..."sentire", di "ricercare altro"...
Il terreno sembra ancora incerto e vischioso...in realtÃ* "nuovi fiori" giÃ* appaiono...come primo suggerimento oltre a suonare, cari saxonauti, imparate 2/3 lingue bene...gruppi inglesi e americani magari di generi che possono anche non piacere...fanno parlare di sè e iniziano interessanti carriere concertistiche, senza contratti discografici, nè apparizioni precedenti...nessuno forse è profeta a casa sua...ma per fortuna il mondo è un po' piu' grande del proprio cortile di casa....

Lanjazz
22nd November 2007, 18:57
Daccordissimo....
Ma , parlo da 46enne, con una cultura fatta a mie spese, comprando libri (ho dovuto iniziare a lavorare presto), ascoltando programmi radio culturali piuttosto che Dj modaioli, aborrendo assolutamente la televisione, ma non per finto anticonformismo, ma per assoluto disprezzo per ciò che è creato per essere semplicemente venduto... accidenti, amo il jazz e i concerti di questo genere, a meno che non vai a vedere sti benedetti americani, sono seguiti da pochissima gente.... spessissimo sono gratuiti (e forse proprio per questo meno considerati...), abbiamo artisti che portano avanti un genere che è si d'oltreoceano, ma fondendoci in mezzo una mediterraneitÃ* semplicemente straordinaria... coi tre quarti, con le note ricercate anzich'è le scale a velocitÃ* vertiginose.. Siamo un popolo di creativi... culla di civiltÃ* e cultura.. ma alla fine si ascoltano gli americani, gli inglesi... Questo perchè ci autoconvinciamo che LORO fanno meglio di NOI... Sono per le frontiere aperte nell'arte e in tutto, non credo nelle frontiere ma in un mondo che è il mio mondo, ma credo che prima di tutto bisogna spingere verso l'alto la NOSTRA cultura, perchè la cultura che viene dalla storia di ogni popolo non va globalizzata, anche se le varie influenze servono.

juggler
23rd November 2007, 11:54
lanjazz...apparteniamo alla stessa generazione! A 14 anni, ho potuto vedere ad Umbria Jazz, Charlie Mingus gratis...oggi, si vanno a vedere tanti "pupazzetti americani" che hanno fatto del jazz una musica accademica, ormai priva di qualunque istanza comunicativa, artistica e sociale...ciò che oggi impera è il manierismo dell'"arte per l'arte"...non solo ma l'annullamento di istanze collettive crea il vuoto del solipsismo ideale ed artistico e di mediocri "culti della personalitÃ*" in versione mercantile...che senso a chiamare ancora quella "diva isterica e paranoica" di Jarrett, pagarlo quanto servirebbe a finanziare almeno 10 altri festival...per sentire i suoi balbetti musicali (sono vent'anni che non fa altro che ripetersi...) e le sue "tronfie pretese" da star...sul viale del tramonto? Sugli atteggiamenti sado-masochisti del "popolo italiano" si potrebbero scrivere straordinari saggi di sociologia...l'Italia potrebbe essere un teatro permanente di sperimentazioni artistiche...le ns. cittÃ* piccole o grandi che siano sono dei musei a cielo aperto, densi di una storia che nessun altra nazione può eguagliare...ma quando le "discipline artistiche" giÃ* in senso educativo vengono considerate poco piu' che una ricreazione e non fondamentali per la crescita intellettuale e spirituale delle giovani generazioni...ne vien fuori che a livello istituzionale si "balbettano" delle grandissime idiozie...in fondo il "tu vo' fa l'americano..." (Carosone docet) sembra paradossalmente tutt'ora in auge...ho sollecitato in un altro post...una riflessione sul jazz europeo ovvero su ciò che è successo negli ultimi quarant'anni...ma molti in questo forum sembrano ancora "orecchiare e imitare" solo l'America...e quindi non ci si deve meravigliare che simili "distrazioni" abbiano estensioni ed effetti nelle programmazioni artistiche dei festival...è sempre italiano...il "vizio" di non considerare la storia recente...e rivolgere l'attenzione ad un "altrove anacronistico e fuorviante" che è funzionale alle logiche distorte di chi dirige le "politiche culturali"...piccola sollecitazione per i cari saxonauti...le case discografiche hanno finito la loro funzione "storica"...il passo successivo delle multinazionali sarÃ* quello di "far cartello"....occupare tutti gli spazi della Rete e qualunque produzione musicale dovrÃ* passare dalle loro...grinfie...nel frattempo...che si fa? Rimaniamo a guardare?

Lanjazz
23rd November 2007, 19:12
Se io fossi pazzo proporrei una rivoluzione... Ma una rivoluzione così organizzata: Tutti i musicisti in giro per le strade a far sentire la MUSICA VERA, che non è necessariamente il jazz o la classica moderna che piace a me (Debussy, Rachmaninov, ecc.), parlo della Musica intesa come note che viaggiano seguendo qualche (non troppe) legge sull'armonia.. Abbiamo la fortuna di avere musicisti che danno dei punti agl'oltreoceanici... Per fare un esempio, venendo dalla tromba, prendi un Faddis, spara sovracuti e scale fulminanti per tutto il concerto... abbiamo un Rava (beh, anche lui sta cominciando a provarci... ) un Fresu che sono poeti, poche note ma giuste come diceva e faceva l'unico americano che amo, Miles Davis.... Scusate se parlo di tromba ma il sax lo suono da 23 mesi, la tromba l'ho suonata per 4 anni.. e poi basta con ste differenziazioni per sottocategorie... siamo tutti musicisti e quindi una unica band..
Concordo con la tua amarezza che provo anch'io da diversi anni, ogniqualvolta sento la promozione di un nuovo disco..... "la voce più bella del mondo".... seee, un gatto investito sa fare di meglio.
Allora? Allora Rivoluzione, anche se fino a prova contraria in questo forum ci sono ragazzi e ragazze giovanissimi... e loro saranno le prime radici di una rivoluzione culturale, sono loro che devono urlare dentro al sax, non io che amo suonare sottovoce... in cambio io nutro per questi giovani straordinari musici il più profondo rispetto ed affetto.
E che gli americani si preoccupino d'altro... in fondo se non ci fossero stati i neri loro avrebbero suonato Country per l'eternitÃ*.. yeppyajeee (Dio ce ne scampi e liberi.... con il rispetto dovuto a chi apprezza QUEL genere... :neutral: )

Lanjazz
23rd November 2007, 19:20
Nel mio penultimo post ho scritto :"ma credo che prima di tutto bisogna spingere verso l'alto la NOSTRA cultura, " Non so se avete notato il termine "spingere in alto", questa è la formula giusta. La cultura va spinta in alto e non in orizzontale andando ad invadere lo spazio altrui... Gli eserciti e i pazzi come Bush spingono la loro "cultura" in orizzontale.... Mentre dovrebbe aleggiare in alto aldi sopra di tutto ed essere percepita, non a forza con l'invadenza, ma percepita e basta... Questo è secondo me il trucco.....

juggler
24th November 2007, 11:06
Non capisco questo "concetto di cultura" su "piani ortogonali"...alto, basso, diagonale...che vuol dire? Non credo significhi molto... trovo che il tuo entusiasmo sia sincero quanto inopportuno: non c'è nessuna possibilitÃ* di fare rivoluzioni oggi...la storia ha dimostrato che ogni rivoluzione fagocita gli stessi "figli" che l'hanno generata...

Oggi viviamo un caso unico nella storia dell'umanitÃ*: una dittatura planetaria dove nessuno può mettere in discussione il sistema che ci tiene in vita; paradossalmente, le dittature del passato (come quelle pochissime feroci esistenti), per quanto brutali e spietate non potevano impedire di vivere e pensare diversamente da quanto imposto...il mercato globalizzato e la comunicazione tecnologizzata invertono tale "dinamica" in modo drammatico..."o ti adegui o sei fuori dai giochi..."

Sul "Venerdì" di Repubblica di questa settimana è stata pubblicata una lettera di una ragazza milanese di 20 anni...in cui c'è tutta l'amarezza, lo sconforto, il disincanto che caratterizza i giovani di oggi che come riferimento hanno il vuoto...istituzionale, familiare, sociale...non si possono "raccontare" favolette "a lieto fine"...quando i "sogni" di almeno 2 generazioni sono stati disintegrati...e quando per la prima volta un genitore non sa se il proprio figlio domani farÃ* una vita almeno simile alla sua...fra l'ottimismo e il pessimismo, credo che la strada "intermedia" sia il realismo...e avere atteggiamenti di "gaia spensieratezza" non può incantare o consolare nessuno...

Blue Train
4th December 2007, 22:15
Prendo spunto dall' inizio dell' articolo in questione che dice:

"Nell’epoca dell’i-pod ha ancora senso fare musica?
Nell’epoca di e-Mule, software con cui si può scaricare (illegalmente) quasi tutta la musica che si vuole, ha ancora senso fare musica?"

per riportare una notiza che ho letto oggi: il nuovo album dei Radiohead è dal 10 ottobre disponibile per il download, si chiama "In Rainbows". Si può scaricare nei siti http://www.radiohead.com e http://www.inrainbows.com
Il prezzo è libero ed è scelto personalmente dai singoli utenti, ognuno offre quanto ritiene sia giusto pagare per quanto proposto. Dopo un mese da questa iniziativa si può fare un primo bilancio: solo il 42% degli oltre 1.200.000 di chi si è collegato ha scaricato il CD ed il prezzo medio di acquisto è di circa 4 euro, il 62% lo ha scaricato gratis.

juggler
4th December 2007, 22:42
Benissimo...ma a parte i dati...che erano prevedibili...la tua valutazione in merito qual'è?

Blue Train
4th December 2007, 23:22
Nessuna valutazione particolare, solo dei dati che possono essere prevedibili o meno ma, come sempre, possono essere interpretati in modi diversi; non ho idea di quali fossero o siano le aspettative di un operazione commerciale del genere, sicuramente entrano in gioco fattori diversi, primo fra tutti la pubblicitÃ* gratuita, la provocazione. Mi sembra di intravedere più un operazione di marketing piuttosto che la proposta di un nuovo modo di fruizione della musica, una diversa maniera, a costi tutto sommato bassi, di promuovere i concerti, che leggo siano considerati la maggiore opportunitÃ* di business e che non si possono ne scaricare illegalmente ne "taroccare".

juggler
4th December 2007, 23:56
Infatti...fare dischi oggi significa solo e soprattutto "crearsi un biglietto da visita" per promuoversi...fare concerti...molti negozi di dischi hanno chiuso i battenti...anche la Ricordi ormai offre alla sua clientela gran parte dei propri CD...in cestoni...svendendoli dai 3 ai 5 euro circa...mantenendo talvolta prezzi onerosi su incisioni ormai datate (oscura strategia di marketing)...ciò che di sicuro è in aumento è soprattutto la polvere che si deposita sui CD...

Lanjazz
11th December 2007, 20:29
Non capisco questo "concetto di cultura" su "piani ortogonali"...alto, basso, diagonale...che vuol dire? Non credo significhi molto... trovo che il tuo entusiasmo sia sincero quanto inopportuno: non c'è nessuna possibilitÃ* di fare rivoluzioni oggi...la storia ha dimostrato che ogni rivoluzione fagocita gli stessi "figli" che l'hanno generata...

Juggler, parlavo di rivoluzione fatta con la testa non con le pistole... e per i piani ortogonali, il fatto che tu non li capisca non vuol dire che l'idea sia sbagliata...... zzz